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La scultura è probabilmente l'aspetto più conosciuto dell'arte greca, quello che per un

contemporaneo meglio esprime il bello ideale e la perfezione plastica.

Solo una piccola parte della produzione scultorea greca è giunta fino a noi. Molti dei capolavori
descritti dalla letteratura antica sono ormai perduti o gravemente mutilati, e la stragrande
maggioranza e in particolare le statue in bronzo, il cui materiale era più facilmente riutilizzabile, ci
è conosciuta solo da copie di epoca romana, più o meno fedelmente riprodotte. A partire dal
Rinascimento, molte sculture sono inoltre state restaurate da artisti moderni, a volte alterando
l'aspetto e il significato dell'opera originale: un discobolo si trova trasformato in gladiatore morente,
un dio riceve gli attributi tipici di un'altra divinità, la testa di una certa statua si trova ricomposta
con il torso di un'altra, e via dicendo. Infine la nostra visione della scultura antica è distorta, poiché
ritrovamenti e studi scientifici hanno dimostrato come la policromia di statue e architetture fosse
una caratteristica imprescindibile delle opere, ma solo in rarissimi casi essa si è preservata fino a
noi: le ricostruzioni moderne con calchi che riproducono i colori delle sculture, ricostruiti sulla base
di analisi scientifiche, possono risultare sconcertanti.

Tradizionalmente si distinguono nella scultura greca cinque periodi:

1. il periodo dedalico (VII secolo a.C.)


2. il periodo arcaico (VI secolo a.C., fino al 480 a.C., distruzione persiana delle mura
dell'Acropoli di Atene)
3. il primo periodo classico (V secolo a.C.), rappresentato da scultori quali Fidia, Mirone e
Policleto
4. il periodo tardo classico (IV secolo a.C., fino al 323 a.C., morte di Alessandro Magno),
rappresentato da Prassitele, Skopas e Lisippo
5. il periodo ellenistico (dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla conquista romana
del 146 a.C.).

Policleto (Argo, V secolo a.C.) è uno scultore e bronzista greco antico del periodo classico. Fu una
delle massime figure della scultura greca del periodo classico (anche se certi elementi lo collegano
anche all'ultimo arcaismo).

Fu l'autore di un trattato, chiamato Il Canone (κάνον), in cui teorizzava le proporzioni e i rapporti


numerici ideali del corpo umano. Il trattato è andato perduto assieme alle sue opere scultoree, ma le
sue elaborazioni teoriche e le realizzazioni artistiche ci sono note attraverso le copie romane delle
sue statue, che testimoniano anche della fama e della fortuna che ebbero presso gli antichi.

Contemporaneo di Fidia e Mirone, allievo di Agelada, fu attivo principalmente tra il 465 e il 417
a.C. Come artista ebbe molto successo in Grecia grazie alle sue opere e la girò spesso per
pubblicizzarle e venderle; meno noto a noi rispetto al contemporaneo Fidia, era molto apprezzato
dai privati, come dimostrano la gran quantità di copie delle sue statue. Della sua vita si sa ben poco
e la data di nascita e morte sono tuttora incerte.

Doriforo (portatore di lancia), è una scultura di Policleto, realizzata tra il 450 ed


il 445 a.C., molto probabilmente l’ideale rappresentazione del mitico eroe
Achille.
Il Doriforo nell’immaginario collettivo non è altro che l’incarnazione stessa
dell’ideale classicistico. Policleto, infatti, con quest'opera fissa un canone
proporzionale, il principio strutturale della rappresentazione statuaria. Se ne
osservi l’armonico rapporto fra le parti: la ritmica articolazione favorisce una
corrispondenza delle membra, tanto che alla gamba sinistra che si flette e
arretra corrisponde una spalla (destra) che si abbassa; alla gamba piegata
corrisponde il braccio flesso, mentre a quella portante corrisponde il braccio
abbassato.
Magistrale esempio di classicità e dinamismo strutturale, quest’opera non ci è
pervenuta nella sua versione originale, molto probabilmente bronzea, e la copia
meglio conservata si trova oggi nel Museo Archeologico di Napoli; questa e
molte altre opere di Policleto sono conosciute soltanto attraverso un certo
numero, sufficientemente attendibile, di copie e frammenti.

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