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I kouroi arcaici
I koùroi sono tipici soggetti della scultura greca arcaica, ossia quella prodotta tra il VI e la
prima metà del V secolo a.C. in Grecia e nelle colonie greche. Si tratta di giovani uomini, di
ragazzi, in greco, appunto, koùroi (singolare koùros) sempre mostrati in posizione eretta. L’età
ideale di questi giovani era compresa tra i 17 e i 19 anni. Essi sono sempre completamente
nudi, perché si volle celebrare la loro bellezza; i loro volti sono sempre segnati da un
delicato ed enigmatico sorriso, che la critica ha battezzato come “sorriso arcaico”.
La loro rappresentazione seguiva alcune regole stilistiche abbastanza rigorose: erano rigidi,
con la testa eretta, le braccia stese lungo i fianchi con i pugni chiusi, la gamba sinistra
avanzata, come ad accennare un passo, ma con entrambi i piedi ben appoggiati al suolo. Lo
possiamo verificare nel Koùros di Anavyssos, a noi giunto in uno stato di eccezionale
conservazione.
L’identità dei kouroi
Non sappiamo esattamente quali soggetti corrispondessero ai koùroi. Alcuni erano
certamente raffigurazioni di Apollo. Difficile però ammettere che tutti i koùroi fossero
immagini apollinee: nel solo Santuario di Apollo dello Ptoion, in Beozia, ne sono stati
ritrovati circa 120. Molti erano dunque statue votive, offerte alla divinità come ringraziamento
per un favore ricevuto, e rappresentavano gli offerenti, ossia uomini mortali. Altri potrebbero
essere immagini idealizzate di defunti oppure di guerrieri o atleti. Insomma, i Greci
elaborarono un tipo scultoreo unico per rappresentare uomini, eroi e divinità.
La muscolatura delle sculture più antiche appare piuttosto stilizzata. Ma già nelle opere
prodotte nelle prime decadi del V secolo, si nota la tendenza a una resa più realistica dei
corpi, in un processo che avrebbe portato, entro il 450 a.C., al meraviglioso naturalismo
idealizzato di stampo classico. Il Kouros di Lentini, per esempio, pur appartenendo ancora al
tipo dei koùroi arcaici, di cui condivide sostanzialmente impostazione e posa, presenta
indubbiamente un modellato già sicuro nella raffigurazione di un giovane corpo nudo,
vibrante di energia, dall’anatomia consapevole, dai trapassi chiaroscurali credibili. I dettagli, a
parte qualche schematismo relativo alla capigliatura, mostrano una esplicita ricerca di
verosimiglianza. Insomma, un autentico capolavoro.