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Archeologia greca

CRONOLOGIA

Civiltà micenea  II mill. a.C

Protogeometrico  1100/1050-900 a.C

Geometrico  si suddivide in:


-geometrico antico (AG)  900-850
-geometrico medio (MG)  I: 850-800; II: 800-750
-geometrico tardo (TG)  750-700

Orientalizzante  700-625

Età arcaica  625-480

Età classica  (480-323) si suddivide in:


-età severa  480-450
-primo classicismo  450-404
-secondo classicismo  404-323

Età ellenistica  323-31

CIVILTA MICENEA
La Grecia del I millennio si sviluppa dopo a crisi della cultura protostorica micenea, fiorita nel Peloponneso tra il 1400-
1100 a.C; centro della civiltà micenea è l’Argolide, di cui l’insediamento principale è Micene e altri importanti sono
Pilo, Tirinto, Lacedemone, Atene e Tebe che hanno tipica struttura palaziale con controllo attività artigianale e risorse
agricole; struttura piramidale con il ‘wanax’ e modello organizzativo è di tipo orientale; dal 1400 a.C si evidenzia una
notevole capacità espansiva, non solo commerciale in tutto l’Egeo, le coste anatoliche e in Italia.
La crisi della civiltà palaziale si manifesta tra il 1200-1100 (XIII-XII sec) comportando la scomparsa dei palazzi e del
lineare B. Intorno al 1125-1100 si ha la cesura definitiva con la distruzione di Micene e l’abbandono di Tirinto, eventi
che segnano l’inizio della Dark Age.
A questo periodo, i greci ‘storici’ attribuiscono le loro origini più antiche attraverso modelli diversi: origini autoctone,
genti storiche ancora presenti o invenzione di miti: quest’ultima è legata anche alla distinzione linguistica tra Dori, Ioni,
Eoli popoli che diffusi in aree omogenee e con tradizioni abbastanza comuni, si pensava avessero un’origine mitica
comune, e i quali attraverso migrazioni continue avrebbero portato alla nascita della Grecia storica, la quale più tardi,
attraverso la rielaborazione narrativa del ricordo collettivo contribuirà a formare il patrimonio mitico (si assiste ad una
generale venerazione per le tombe degli eroi di cui il possesso è garante di sicurezza ed elemento di difesa dall’esterno,
sia rispetto agli eroi fondatori o quelli che hanno avuto ruolo centrale nelle storie locali come per esempio è Oreste per
Sparta o Teseo per Atene; vd. per esempio, il tumulo funerario dell’età del Bronzo da Olimpia che viene attribuito
all’eroe Pelope> nel processo di costruzione mitica, l’eroe assume il ruolo di pròtos euretès e di archetipo per una
specifica tipologia di comportamenti. Il passato ricostruito e immaginato costituisce in ogni caso l’elemento centrale
nella formazione della nuova solidarietà sociale e del suo patrimonio culturale.

FORMAZIONE: PROTOGEOMETRICO E GEOMETRICO


La Dark Age non è dappertutto un momento di crisi e isolamento e completa interruzione dei rapporti transmarini e di
attività di scambio con le popolazioni vicine. Zone che mantengono una certa continuità vivace sono per esempio
l’Eubea (heroon di Lefkandì); la metallurgia del ferro si diffonde probabilmente dall’isola di Cipro; la cremazione dei
defunti che caratterizzerà l’intera fase protogeometrica sembra manifestarsi in modo precoce nell’isola di Creta. È un
momento questo che contiene in sè dinamiche diverse: da una parte quelle di cesura e crisi, dall’altra forme
importanti di continuità.
Formazione delle poleis
Nell’VIII sec il mondo greco conosce una vera e propria rivoluzione insediativa e culturale: incremento della
produzione e consumo, stabilizzarsi di pratiche religiose e sociali e la comparsa della scrittura derivante dall’alfabeto
fenicio segnano un cambiamento epocale nel quale si inserisce a pieno un nuovo elemento costitutivo: l’emergere
della polis=aggregazione sociale che si basa su legame di partecipazione tra i membri di un gruppo dominante e che
tende ad articolarsi progressivamente distinguendo in corpo civico in classi dotate di ruolo politico e di una capacità
economica e culturale differenti. Si può dire che l’emergere della polis è il risultato di un processo formativo lungo che
ha molti fattori, uno dei quali è proprio la crescita demografica soprattutto in età geometrica che è parallela
all’incremento di un ceto sociale emergente che esprime ruolo e potere attraverso le manifestazioni sociali: una delle
prerogative del corpo dominante è la gestione delle attività sacre che costituisce un mezzo fondamentale per costruire
la solidarietà e l’identità dell’intera comunità (una o più divinità per ogni territorio=chora: divinità poliadi e culti
poliadici; divinità svolge la funzione di garante del patto sociale che lega le varie componenti della polis). Il fenomeno
di crescita dei grandi santuari urbani si verifica solo dalla fase tardo geometrico (seconda metà VIII sec) e è un
fenomeno parallelo all’emergere di un sistema insediativo nuovo e vanno entrambi di pari passo insieme a:
organizzazione dell’insediamento nel suo insieme, sviluppo delle forme residenziali, capacità di accumulo e fruizione
dei beni e tipologie di sfruttamento del territorio. Questo lunghissimo processo poteva avvenire in varie forme, come:

 per annessione militare, Eleusi: conquistata da Atene a inizi VI sec e viene inserito nel sistema insediativo
‘secondario’ dell’Attica
 per sinecismo: aggregazione di comunità gravitanti nello stesso territorio e dei rispettivi gruppi dirigenti
all’interno della stessa struttura politica come Teseo per l’Attica
 per progressiva attrazione tra sistemi diversi, uno più articolato, l’altro più piccolo: questo aspetto è stato in
particolare considerato da Robin Osborne sottolineando che diversi abitati di età protogeometrica e
geometrica non abbiano avuto una continuità nelle fasi successive ma si fossero inseriti in nuclei insediativi
più grandi e centralizzati: caso di Zagorà (isola di Andros) a vantaggio di Paleopolis, o di Lefkandì (Eubea) a
vantaggio di Eretria

Nelle aree in cui si sviluppano le poleis principali si nota una certa continuità insediativa lunga e una concentrazione di
diversi nuclei abitativi; si può notare comunque una generale vivacità nell’emergere e nella trasformazione delle
poleis. Alla rivoluzione insediativa di cui si parlava prima, un fattore presente e nuovo è anche e soprattutto l’aspetto
urbanistico e monumentale che si sviluppa piano piano a partire dall’esperienza di città come Corinto, Atene e Argo
che porterà a modelli urbani definiti e diffusi non prima del IV sec a.C.
Centri di età geometrica sono vari: si tratta di insediamenti di dimensioni ridotte e con forme diverse tra loro; in Asia
minore, grecia continentale e isole Egeo e Macedonia sono attestate da scavi abitazioni monocellulari e absidate fatte
in mattoni crudi o con pareti di fango su intelaiatura lignea generalmente su zoccolo di legno e tetto stramineo; questi
tipi sono stati rinvenuti a Perachora, Samos e Itaca
-Lefkandi (Eubea)
-Nichoria (Messenia)  gruppi di case uniformi e isolate tra loro
-Zagorà (isola di Andros): in età geometrica avanzata è abitato denso, situato su promontorio sul mare, protetto da
insenature e da un muro di difesa sull’istmo che lo collega alla terraferma; si articola in agglomerati di case addossate
l’una all’altra, le quali inizialmente monocellulari, a fine VIII mostrano più vani a volte con banchine sulle pareti e
articolati attorno a un cortile
-Koukounaries (Paros)
-Xoburgo (Tinos): abitato più regolare con case a schiera lungo terrazze parallele ad un’altura
-Emporion (isola di Chio): ha abitazioni più isolate, distribuite su pendio della collina, anche qui con fortificazione
-Smirne (Asia minore): caso emblematico perché ha abitazioni disposte su file regolari, separate da strade e racchiuso
da cinta muraria presente probabilmente da fine IX secolo
 Uno dei sintomi rivelatori della nascita della polis è l’emergenza di una composizione architettonica dello spazio
sacro, quindi di santuari urbani. Il fenomeno sembra verificarsi nel secondo quarto dell’VIII secolo con cambiamenti
non uniformi ma con importante forza propulsiva.
Il sacro e forme del rituale:
riti, di passaggio ecc: serie di azioni ripetitive che culminano nel sacrificio e prevedono la condivisione della vittima con
un pasto collettivo che non sancisce solo il rapporto tra umani e dvinità ma tra stessi membri che si riconoscono come
parte della stessa struttura sociale; partecipare è conferma del patto sociale
santuari: altare =di tre tipi principali (-bòthros; -eschàra; - bomos), temenos=spazio destinato al culto; sacrificio
cruento o incruento, banchetto, luogo di adunanza per cerimonie ecc, momento fondamentale per solidarietà sociale
e integrazione dei singoli in cui si rinnova e sancisce legame con divinità; ruoli diversi tra maschi e femmine nell’attività
sacra; rito è linguaggio attraverso cui la società si esprime e si riconosce
Prime strutture sacre collettive risalgono a seconda metà di VIII sec a.C e prendono soprattutto spazio in spazi
domestici (dimora stessa della famiglia ‘clan’; a partire dal VII secolo si sviluppano gradualmente i santuari sia interni
che esterni agli abitati: un caso esemplare è santuario di Kalapodi (prime frequentazioni nel 1200 fino a età classica)
presso Abai e centro del culto profetico di Apollo dove sono stati rinvenuti in fase più antica una struttura destinata a
atitvità sacrificali, identificata da residui di cenere e offerte lasciate in situ e in una seconda fase la costruzione di
edifici di culto. Altri casi da citare sono santuari di Zeus a Olimpia, di Era ad Argo e a Samos e di Poseidone all’istmo di
Corinto che offrono un altro aspetto del luogo sacro extraurbano. Non mancano, in una fase molto precedente, luoghi
sacri costruiti in modo più semplice, come “tempio di alloro” nel santuario di Apollo a Delfi, quello “di salice” nello
Heraion di Samos e quello di “cera” dell’Apollònion di Delo: primi edifici costituiti da ossatura in legname e rami
intrecciati rivestita di argilla cruda, dove si valorizza soprattutto l’ambiente naturale. In generale, tra i dati
architettonicamente più significativi che accompagnano diffusione santuari è comparsa del naos.
Un altro aspetto architettonico di questo periodo, caratterizzante, è nuova tipologia templare, in tutto simile ai
megara (sale di rappresentanza) o alle residenze dei basileis, con rapida tendenza alla monumentalizzazione.
Tempio di Ano Mazaraki: fine VIII secolo è caso esemplificativo perché nel riprendere il modello di dimora di Lefkandi
(prima metà del X sec) mostra come la tipologia adottata per edificio sacro sia una specializzazione dei prototipi
residenziali destinati ai basileis della dark age.
Produzione ceramica: all’inizio del protogeometrico (1100-900) rinvenimenti mostrano artigianato di alto livello che si
distingue dalla vecchia tradizione submicenea, si notano un’attenzione alla geometria della decorazione e l’uso di
strumenti tecnici (compasso muliplo) per disegnare cerchi; tuttavia ci sono anche decorazioni a linee ondulate a mano
libera. Accanto a manifattura attica, si attestano altre produzioni ceramiche come nel protogeometrico euboico di cui
si attestano un rhyton a forma di centauro da Lefkandi e le coppe a semicerchi penduli che attestano la portata dei
traffici euboici nel Mediterraneo. Più circoscritte ma peculiari sono le tradizioni artigianali tra cui una serie di vasi
anche di grandi dimensioni da Cnosso, che pur cogliendo aspetti geometrici rimangono in parte legati a tradizione
subminoica. A questo periodo è attestata ripresa della navigazione in Egeo: ceramica greca, euboica o cicladica sono
stati rinvenuti presso il fiume Oronte, Ascalona e a Ninive; a Lefkandi sono attestati primi oggetti importati e in una
fase successiva nella necropoli del Ceramico ad Atene sono state deposte coppe in bronzo di importazione fenicia.
Nel geometrico antico le botteghe attiche si incrementano notevolmente: superficie dei vasi prevalentemente a
sfondo nero con decorazione risparmiata e organizzata in fasce parallele e spesso con spazio metopale tra le anse; tra i
motivi decorativi si sviluppano denti di lupo, chevrons e meandro.
Nel geometrico medio, assistiamo a maggior controllo di produzione agricola e intensificarsi di contatti con il Vicino
oriente (costa siriana, centro di Al-mina, fiume Oronte, Urartu); un evidenza di ciò sono le ricchissime tombe di Atene
e Lefkandi tra cui spicca quella della “Rich Lady” rinvenuta alle pendici dell’Aeropago di Atene: donna cremata e
deposta in anfora con doppie anse decorata con centri concentrici e meandri dentro spazi metopali e con un motivo a
chevrons sul collo, il corredo comprendeva 34 vasi in stile geometrico, vasellame decorato a incisione, tre spilloni in
bronzo e uno in ferro, fibule, anelli in bronzo e oro, un paio di orecchini in oro decorati a filigrana di importazione
orientale, 3 sigilli. Anfore analoghe a quelle di Rich Lady sono state rinvenute necropoli del Ceramico di Atene e a
Eleusi che forse sono testimonianza di attività di officina che prenderà poi il sopravvento in fase più avanzata del MG.
Nella decorazione si inseriscono animali come cavalli, cervidi ecc e in alcuni casi fig umane libere in spazio metopale
come su skyphos ad Eleusi che rappresenta due battaglie, terrestre e marina. Periodo è inoltre caratterizzato da
monumentalità dei vasi come le pissidi o skyphoi ricoperti interamente da elementi geometrici. A fine del MGII (760
circa) si colloca la Bottega del Maestro del Dypilon: il vaso eponimo rinvenuto presso la porta del Dypilon delle mura
urbiche, nella necropoli del Ceramico, ha decorazione geometrica con motivo a meandro verticale di tipo attico.
Nel geometrico tardo si intensificano ancora di più il commercio, rete commerciale euboica si estende nel
Mediterraneo> emporio di Phitekoussai; la produzione ateniese mostra progressivo inserimento di fig umane e scene
narrative e decresce invece la cura per l’ornamentazione geometrica che si frammenta di più> Pittore di Hirschfield
predilige temi funerari su vasi di grandi dimensioni. In generale il disegno geometrico si frammenta, e al fregio
continuo si sostituisce la metopa; compare anche fig femminile vestita; poche sono le rappresentazioni mitologiche
(oinochoe da agorà di Atene con combattimento di guerrieri contro due gemelli siamesi, forse i Molioni sfidati d
Nestore); aumentano gli elementi plastici serpentiformi che sottolineano labbra, collo e anse.
Da metà VIII sec si intensifica produzione di piccola statuaria. Una produzione tipica del mondo attico tra MGII finale e
TG è costituita dalle lamine decorate a sbalzo con teorie di animali.
In questa fase emergono in Grecia altre tradizioni artigianali: nel Peloponneso la ceramica argiva TG presenta caratteri
distintivi propri nell’uso dei pannelli decorativi, nella rappresentazione di cavalli isolati o nell’uso del meandro obliquo.
La produzione di bronzi raffigura cavalli sia come ogg votivi che come accessori decorativi per esempio di calderoni:
l’armatura in bronzo da sepoltura ad Argo di fine VIII sec rappresenta massima espressione dei bronzisti argivi.
Corinto: importante centro artigianato in prime fasi del geometrico e legato a modelli euboici e attici> skhyphos a
chevrons diffuso dal commercio corinzio; a fine MGII inizia altra produzione con decorazione più semplice (linee nere
orizzontali su parte inferiore del vaso; nel TGII nuova fase che si chiama “stile transizionale” vera anticipazione degli
elementi tipici dell’orientalizzante che si caratterizza da una parte per il perdurare di schematismo lineare e dall’altra
per introduzione di scene narrative, di teorie di animali o di decorazioni vegetali sul corpo del vaso.
Officine del Gruppo di Thapsos area tra Megara Nisea e Acaia, affini a ceramica corinzia ma con alcuni elementi
importati, come spirale ricorrente o il meandro > navi su oinochoe da Tebe a Berlino e su un cratere da Tebe, a
Toronto.
Eubea: crescita produzione ceramica > Pittore di Cesnola è ceramografo più significativo il quale testimonia ampiezza
degli artigiani locali che all’interno di struttura geometrica inseriscono elementi che precludono all’orientalizzante
come albero della vita, presenti anche nelle produzioni euboiche occidentali (pithekoussai); gli eubei sperimentano
elementi in comune con mondo corinzio e insulare come i fiori a petali lanceolati, motivo a onda ricorrente e rosetta a
punti; ceramica euboica ispira quella beotica portandola da forte geometrizzazione a forma più libera (hydria al Louvre
dove elementi geometrici sopravvivono solo come riempitivi); tra le produzione più tarde si cita una serie di anfore a
corpo ovoide come Pothnia Theron tra gli animali con un pesce ricamato sulla veste e su lato opposto un uccello in
volo; a parte produzione vascolare si cita anche figura femminile in terracotta con veste campaniforme decorata con
scena di choros. I motivi del TG beotico ricorrono anche nella produzione di grandi fibule in bronzo, il tipo più diffuso è
quello ad arco continuo o interrotto e grande staffa quadrangolare decorata da prototipi attici; la decorazione può
essere inserita in grande arco in lamina a forma di sanguisuga; i motivi sono vari con rappresentazioni geometriche di
navi, battaglie, cacce.
La produzione geometrica insulare si distingue per particolare interpretazione di alcuni motivi del geometrico
internazionale, come nel caso di anfora da Thera dove la decorazione solo su parte superiore include modelli attici
come meandro.
La ceramica rodia riprende tradizione geometrica attico-insulare ma rielabora anche esperienze cipriote e anatoliche
sia nell’introdurre elementi decorativi singoli che nell’uso di forme vascolari originali.
La fine dell’VIII secolo coincide con sviluppo di cultura più internazionale che nelle diverse aree prende motivi orientali
in forme diverse. Alcune regioni come Corinto e le isole egee partecipano a questa nuova soluzione espressiva
(orientalizzante) già a partire da ultimi decenni del secolo, altre aree come Beozia o Attica si assiste al perdurare di
caratteri di tradizione geometrica in nuovo stile definito “subgeometrico”.
Colonizzazione:
verso oriente > diverse direzioni: un primo gruppo interessa attraverso isola di Lesbo la regione della Eolia; colonizzaz
ionica: secondo Strabone, promossa da Androclos (figlio re ateniese Codros), questa presenza è attesata da
ritrovamenti a Smirne e Mileto; colonizzazione dorica di cui l’Esapoli è costituita da città di Rodi, Cos, Cnido e
Alicarnasso il cui centro era presso il santuario di Apollo al Triopon; colonizzazione euboica in particolare poleis di
Eretria e Calcide di cui è attestata ceramica nell’Egeo e secondo Strabone le città euboiche di Eretria e Calcide sono le
prime a colonizzare la penisola calcidica. Nell’VIII sec a.C seconda fase: Tracia, Chersonese, Ponto eusino fino a Mar
Nero; in africa sett i greci arrivano intorno al 630 a.C con fondazione di Cirene.
verso occidente> seconda metà VIII-VII sec a.C navigazioni sfrutta stesse rotte di navigazione micenea: fino a
insediamento iapigio di Otranto attraverso punto più stretto del canale adriatico; periplo del Salento introduceva nel
Mar Ionio attraverso navigazione costiera (Torre Castelluccia, Saturo, Taranto/Scoglio del Tonno); testimonianza più
evidente dell’intensificarsi degli scambi è rappresentata dall’esportazione di ceramica greca: in Etruria si sono
rinvenuti reperti attribuibili alla fase protogeometrica. Nelle zone meridionali dell’Italia, la presenza micenea è
responsabile dello sviluppo di artigianato locale di ceramica fine decorata a colore opaco (matt-painted pottery).
Il panorama appare quindi quanto mai vario: alle frequentazioni mediterranee su più ampia scala si affianca l’intensa
mobilità interna al bacino dell’Egeo, con fenomeni di scambio e di contatto, ma anche con trasferimenti di nuclei di
popolazione; il fenomeno di amplia rapidamente ad aree esterne dell’Egeo e tra il 740/730 anche in Occidente assume
la forma di una vera e propria presenza coloniale>si fondano in questo periodo Cuma (nord di Napoli), Naxos (Sicilia),
Catania e Lentini, probabilmente da genti euboiche, e di poco successive sono colonie di Siracusa e Megara Iblea,
Reggio, Crotone e Sibari (Calabria); sullo scorcio dell’VIII sec si fonda Taranto e i Focei nel 600 a.C fondano Marsiglia
(Messalia) e verso il 545-540 a.C Alalia (Corsica) e Elea (a sud di Poseidonia).

ESPANSIONE E SVILUPPO: ORIENTALIZZANTE


Il VII secolo rappresenta momento decisivo nello sviluppo degli insediamenti con una sempre maggiore distinzione tra
gli abitati. È durante l’orientalizzante che nella gestione dello spazio, si attuano le prime soluzioni organiche (per es. ad
Atene si ha distinzione tra necropoli e abitato).
Architettura sacra: durante il VII secolo si passa dall’uso dei materiali deperibili alla pietra (uso di litizzazione) e si ha
prima formalizzazione dell’apparato decorativo attraverso la definizione degli ordini architettonici e ciò avviene
contestualmente alla madrepatria e nel Mediterraneo orientale ma con incidenza diversa nelle varie regioni. Vengono
progressivamente definiti due linguaggi stilistici diversi: dorico nella madrepatria e lo ionico, in Egeo e area
microasiatica e all’interno di questi due gruppi, comunque si sviluppano una serie di “dialetti” diversi che differenziano
la produzione delle diverse poleis in base a specificità locali. Queste trasformazioni architettonico-strutturali, si
associano alla comparsa delle coperture fittili da prima metà VII secolo favorenso l’emergenza di alcuni centri
specializzati> Corinto e Argo: Corinto vanta l’egemonia sino a metà VII secolo su processo di litizzazione associato a
nuove coperture in terracotta tipologia protocorinzia: primi tetti in terracotta, i più antichi riferibili al secondo
quarto del VII secolo come quelli del Tempio di Apollo (I), Corinto e del Tempio di Poseidone (I), Isthmia;
>Argo: altro centro propulsore di tali trasformazioni e si ha precoce sviluppo delle terracotte architettoniche: il sistema
di copertura argivo si evolve da quello protocorinzio già a metà VII secolo di cui edificio più importante è il tempio
nell’Heraion (principale santuario extraurbano di Argo).
La produzione laconica è espressa maggiormente da santuario di Artemide Orthia (Sparta) di fine VIII secolo.
La documentazione attica è al contrario molto scarsa in questa fase; mentre emerge il ruolo svolto dalla Grecia nord-
occidentale dove a partire da seconda metà di VII secolo si sviluppa una produzione di terrecotte architettoniche
originale che influenzerà Corfù e l’Occidente greco e significativo è il tempio di Apollo presso santuario di Thermon.
Nella Grecia insulare e orientale si ha diffusione di tipologia templare a cui si accompagna rapido processo di
litizzazione e prima definizione delle forme ioniche.
Nell’Egeo centrale, la tipologia templare prevalente è quella a oikos e sono esplicativi il santuario extraurbano di
Dioniso a Yria (Naxos). Particolare interesse riguarda le trasformazioni del santuario di Era (Samos) conseguenza della
forte crescita economica della polis nel VII secolo di cui ruolo centrale è spinto anche dalla grande presenza samia
negli emporia della Siria settentrionale e da ruolo svolto nella fondazione di Naukratis (Egitto).
Creta ha ruolo chiave nella nascita e sviluppo della cultura orientalizzante, favorita soprattutto da sua posizione
strategica: architettura cretese mantiene tradizionale tipologia a oikos, mentre gli elevati in pietra e le coperture piane
accentuano affinità con coeva produzione dell’Egeo centrale; alla produzione cretese si deve l’introduzione precoce e
sviluppata della decorazione scultorea> tempio A, sito di Prinias a Rhizenia.
Produzioni, consumi e commerci: manufatti d’importazione rinvenuti nella sepoltura della “Rich Lady” sono
testimonianza significativa di aumentati contatti e scambi con il mondo orientale e anticipano lo sviluppo che si avrà
nell’orientalizzante; scambi con Urartu, Assiria, Siria e Cipro e le regioni che partecipano a questi scambi ostentano
precocemente motivi iconografici e decorativi di matrice orientale> Corinto li accoglie e rielabora nella produzione
ceramica nella seconda metà dell’VIII fino a primi decenni del VI e si tratta di vasi di piccole dimensioni, decorati con
stile lineare, forme più diffuse sono gli aryballoi e gli alabastra, ma anche oinochoai, kotylai, e pissidi; la produzione
corinzia si può dividere in tre fasi:
-protocorinzio antico (720-690): diffusione di motivi decoratici come palmette, fiori di loto, elementi vegetali, trecce
all’interno di disegno geometrico, alcune forme vascolari come aryballoi mantengono forti contati con prototipi
orientali
-protocorinzio medio (675-650) prima fase (MPCI)> si sviluppo primo stile a figure nere in cui la pittura vascolare con
scene narrative (pittore dei Cani e di Aiace) e si adottano nuove tecniche, come l’incisione; seconda fase (MPCII)>
sviluppa un secondo stile a figure nere, la tecnica pittorica assume forme più calligrafiche e incisione si usa di più, le
decorazioni diventano miniaturistiche con teorie animali, figure mitologiche e scene di battaglia; alcuni aryballoi
hanno dimensioni monumentali e accolgono elementi a rilievo: la bocca può essere a protome di leone o femminile; si
riconoscono produzioni di diverse botteghe, come quella del Pittore di Bellerofonte> kotyle da Egina, vaso eponimo
dove è rappresentata la lotta tra Bellerofonte su cavallo Pegaso e la Chimera;
-protocorinzio tardo (650-630): è significativa olpe Chigi, rinvenuto in sepoltura a Formello presenta monumentalità
insolita e decorazione figurata suddivisa in più fregi sovrapposti; in generale in questa fase, i fregi animali diventano
più convenzionali, in alcuni vasi la superficie del vaso è completamente o parzialmente dipinta di nero, i riempitivi
diminuiscono, tranne la rosetta a punti che rappresenta cifra stilistica della produzione corinzia di questa fase e del
successivo periodo transizionale (630-610).
Produzione protoattica: produzione ceramica che almeno in questa fase rimane ancora marginale;
-protoattico antico (700-675): rimane legato a stilemi tardogeometrici vedi la bottega del pittore di Analatos; si hanno
elementi plastici serpentiformi, figure intervallate da riempitivi di tipo geometrico (zig-zag, meandro, obliquo ecc)
-protoattico medio (675-630): vede formarsi di diverse botteghe di cui si riconoscono il Pittore della Scacchiera, quello
di Polifemo e quello della Brocca degli Arieti (vaso con Odisseo e compagni che fuggono da Polifemo*); nasce nuovo
stile bianco e nero*; si prediligono forme di grandi dimensioni come crateri e anfore e rappresentazioni impegnative
vedi vaso Pittore dell’Orestea raffigura morte di Agamennone o quella di Egisto o Pittore di Polifemo sul ventre di
un’anfora raffigura le Gorgoni che inseguono Perseo; in seconda metà VI secolo la bottega del Pittore del Nesso di
New York supera questo stile bianco e nero con nuova tecnica a figure nere
-protoattico tardo: segna passaggio alla pittura vascolare a figure nere con Pittore di Berlino A34 e con Pittore del
Nesso; Pittore della Gorgone
L’Orientalizzante euboico è conosciuto attraverso serie di anfore funerarie da Eretria per tutto VII secolo fino a stile
più a figure nere. La produzione argiva conosce sviluppo di tipo subgeometrico di cui esemplare è scena di battaglia su
scudo fittile da Tirinto o l’accecamento di Polifemo su frammento di Argo mentre a Sparta la sequenza degli stili
ceramici è conosciuta dai rinvenimenti nel santuario di Artemide Orthia. La ceramica cicladica nella fase più antica
sviluppa stile subgeometrico che coinvolge diverse produzioni con schema tardogeometrico in cui compaiono figure
animali e scene narrative realizzate; una maggiore aderenza a canoni orientalizzanti è del Gruppo Melio da diversi
esemplari rinvenuti nell’isola di Melos. L’orientalizzante cretese sviluppa stile molto disegnativo mentre forme hanno
particolare ascendenza cipriota; una classe importante è quella dei grandi pithoi monumentali con decorazione
impressa a rilievo con diffusione verso Rodi e Cicladi; Creta sviluppa scultura monumentale originale in parte dovuta a
figura di Dedalo; le fonti specificano che statue più antiche erano in legno o in lamina bronzea e proprio da Creta, in
particolare da tempio di Apollo a Dreros provengono tre immagini di culto in bronzo sbalzato che rappresentano
Apollo, Artemide e Latona; in generale la scultura cretese è in calcare e molto omogenea con figure femminili e
ricordiamo anche statue ritrovate nel tempio A di Prinias da cui proviene anche Dama di Auxerre che riassume tutte le
peculiarità dello stile ‘dedalico’ cretese;
La piccola plastica mostra l’uso di schemi diversi e più movimentati (figura di kriophoros da Creta o alcuni bronzetti da
Olimpia); piccole sculture in legno o avorio hanno maggiore decorativismo; la bronzistica conosce grande sviluppo con
imitazioni di calderoni orientali e panoplie di armi da difesa> Creta offre ampia documentazione con armature da
parata o cembali e scudi in lamina sbalzata offerti nei santuari ed esportati anche a Delfi, Olimpia e in Tracia> è
repertorio iconografico complesso prodotto probabilmente a Gortina, nella Creta centrale.
In Italia, la cultura orientalizzante si diffonde nelle città magno-greche e siciliote e ripropongono (cratere di
Aristonothos, uccisione di Polifemo) iconografie note ma rielaborate; durante VII secolo centri di produzione ceramica
orientalizzante sono in Sicilia, Sibaritide, Siris, Metaponto e Cuma.

L’IDENTITA RELIGIOSA
Il politeismo greco: nel corso dell’VIII secolo si ha pantheon religioso classico che si mantiene fino a IV-V secolo d.C
Teogonia di Esiodo, Inni omerici di VII-VI a.C.
Il rituale> Area del sacro: bosco, alsos> albero sacro ha specifica venerazione e risulta strettamente legato alla divinità
e tra lei e la comunità alloro nel santuario di Apollo a Tempe, utilizzato anche nei riti del santuario di Delfi, il salice
nel santuario di Era a Samos e l’olivo di Atena sull’Acropoli ateniese; svolgimento del rituale e strumenti rituali:
esemplificativo è studio condotto su oikoi del santuario di Demetra Thesmophoros a Corinto mostra la composizione di
alcuni pasti consumati all’interno delle sale da banchetto.
Funzioni e tipologie costruttive del sacro: lo spazio del sacro ha funzioni diverse: si ha l’altare per lo svolgimento del
sacrificio; il tempio vero e proprio a essere sede dell’immagine del dio; hestiatòrion a ospitare pasti rituali dei
partecipanti; telestèrion a raccogliere i fedeli durante i culti misterici (è vasta sala quadrangolare con banchine lungo i
lati per gli iniziati); thesauròs a custodire offerte dedicate dalle diverse poleis; a dare riparo ai pellegrini o spazio di
incontro o di esposizione per le offerte, tutte funzioni alloggiate in strutture porticate (stoà). Il tempio per definizione
sorge sempre su luogo di pertinenza che sia un luogo pubblico o un santuario, che comprende in genere l’altare
esterno; la forma e l’articolazione dipendono da esigenze del culto che richiedono ambienti specifici; la casa del dio
può ospitare più luoghi sacri preesistenti configurandosi come tempio-santuario; laddove invece è destinato a
conservare doni votivi o tesoro della divinità l’edificio assume i connotati di vero e proprio thesauros ; varie tipologie
di tempio=
-tempio a oikos: quello più semplice, derivato da tipologie abitative> tempio di Dioniso a Yria di Naxos
-tempio in antis: edifici templari di ridotte dimensioni possono essere in base a numeor di colonne monostili, tristili e
distili>maggiore sviluppo di questi edifici porterà a edifici tetrastili, pentastili o esastili in antis
-tempio periptero: si sviluppa questa tipologia come monumentalizzazione di antiche soluzioni che vedevano un giro
di pali lignei a circondare edificio templare; in base a num di colonne sulla fronte principale, può essere esastilo
(tempio di Era, Olimpia), ottastilo (Atene, Partenone) o con num dispari.
-tempio diptero: quando due colonnati concentrici avvolgono il corpo centrale, è frequente in Asia Minore; si tratta di
grandi costruzioni, con almeno otto colonne sulle fronti; una variante può essere lo pseudodiptero
Tipologia funeraria: tholos, struttura a pianta circolare con valenza funeraria da età micenea ed è spesso legata a culti
eroici o dinastici; può essere circondata da una peristasi>tholos periptera
Depositivi votivi> anathemata (anatithemi) indica generalmente tutto ciò che viene offerto in dono alla divinità,
qualsiasi sia importanza economica o artistica, qualsiasi cosa maestosa o più semplice; dal santuario di Apollo Ptoios in
Beozia provengono 120 kouroi di VI-V sec e da Acropoli di Atene 60 korai arcaiche di VI-V sec costituiscono
esemplificazione più alta dell’anathema: sono contemporaneamente anathema, agalma e mnema> sia un dono che un
oggetto bello che allieta divinità e conserva memoria del dedicante, il cui nome compare nelle iscrizioni ala base delle
statue.
La produzione per il consumo del sacro: oggetti votivi possono essere per trasformazione (vesti, gioielli, strumenti di
lavoro che diventano votivi quando vengono sottratti dal circuito d’uso) o per destinazione (prodotti appositamente
per essere impiegati nel rituale); un esempio tipico di industria del sacro è rappresentato dalla coroplastica= è
attestato fin dal neolitico e coinvolge una vastissima area geografica (tutto il mondo) e si tratta di modellare a mano
l’intero manufatto: in Grecia la coroplastica è quasi sempre lavorata a mano come documentano le statuette di
animali del santuario di Olimpia, ma in alcuni casi si può combinare con il tornio come negli esemplari dell’heraion di
Samos; anche se l’uso di stampi per la realizzazione in serie di coroplastica figurata è documentata in Grecia già verso
il 700 (esemplari di placche a rilievo con guerriero da Creta), è dagli inizi del VII secolo che si diffonde
progressivamente per diventare dominante: inizialmente l’uso dello stampo è limitato alla testa delle statuine, poi
esteso a tutto il corpo, ma solo per la parte frontale (matrice semplice o unica) mentre quella posteriore è costituita
da placca d’argilla; infine con l’introduzione delle matrici bivalve o doppie (forse avvenuta a Samos a fine VII secolo) si
ottengono figure cave tridimensionali, rifinite anche sul retro: la coroplastica diventa tratto distintivo della cultura
greca soprattutto per la scelta di applicarla in modo esclusivo alla sfera religiosa; man mano il procedimento di
fabbricazione diventa meccanico-industriale con conseguenze eccezionali sulla quantità e la diffusione; ha altissime
potenzialità di diffusione, importazione ed elaborazione e così adotta presto linguaggio comune con sviluppi locali più
o meno autonomi> Atene domina, qui la produzione di coroplastica è attestata da età del bronzo con statuette con
busto a campana al tornio e continua ininterrottamente fino a dare origine intorno al 320 secondo ipotesi di Dorothy
Burr Thompson a tipologia delle “tanagrine” in età ellenistica presenti ovunque nel mediterraneo; >nel Peloponneso, i
principali centri sono Corinto e Argo mentre in Laconia i depositi di votivi fittili sono legati ai santuari di Sparta; >
tradizione ionica manifesta contemporaneamente produzione di grande e piccola plastica e inizia a elaborare
specifiche tipologie formali stilistiche già da VII secolo e a trasmetterle nella Grecia continentale e nelle colonie
occidentali, da Samos tipo della kore samia, da Thasos figura femminile seduta con alto polos; area magnogreca e
siceliota> si attestano statuette in stile ‘dedalico’ già a inizio VII secolo, ben presto si riconoscono officine attive nelle
colonie achee (Sibari, Crotone e Metaponto) e in alcuni centri si producono prodotti originali legati a specifiche
richieste cultuali come terrecotte di Zeus Saettante con il fulmine in una mano e l’aquila nell’altra, a Locri Epizefiri o a
Poseidonia dove nel V secolo si crea iconografia dell’Era Pestana, seduta in trono con la phiale e la melagrana o il
vassoio con la frutta; in Sicilia, Gela e Agrigento sono documentati a fine VI secolo esemplari che anticipano la
tipologia delle statuette femminili con la fiaccola e porcellino poi diffusi in magnagrecia, grecia e asia minore; a partire
da IV secolo la coroplastica della colonie occidentali si esprime in modo più unitario nei centri produttori di Taranto,
Napoli e Siracusa e aderisce a linguaggio comune in tutto bacino mediterraneo. Altro tipo di industria votiva rimane la
ceramica, vasellame esclusivamente a scopo rituale è: soprattutto vasi miniaturistici molto richiesti, poi ci sono i
kernoi che sono basi ad anello su cui sono fissati vasetti o elementi plastici di vario genere, i krateriskoi a figure nere di
VI-V secolo trovati nel Santuario di Artemide a Brauron che sono riconoscibili per forma e dimensioni e realizzati ad
hoc per raccontare per immagini il rituale di passaggio femminile dell’arkteia con fanciulle nude o con tunica corta che
corrono e danzano o sfilano in processione presso altare e talvolta anche con palma. Officine artigianali> in alcuni casi
sono attestate vicino a relativi santuari, si potevano avere botteghe specializzate (ateliers) oppure generali in cui si
facevano più attività artigianali insieme.
Il rituale funerario: defunto esposto prima in casa (prothèsis) poi trasportato nel sepolcreto (ekphorà) ed è oggetto di
lamentazioni e accurata preparazione del corpo, funerale è momento per cementare solidarietà familiare o collettiva
che si esprime in gestione del rito e in consumazione del pasto; la sepoltura prevede due soluzioni che possono
coesistere nel tempo, rivalandosi come pratiche legate a tradizione familiari o di gruppo
-inumazione: di ascendenza preistorica, è semplice deposizione del defunto in posizione supina (in Grecia sempre),
con braccia e gambe stese in fosse di terrra o scavate in roccia oppure costruite con lastroni o tegole o dentro
sarcofagi fittili, litici, di marmo o lignei, o dentro giare o vasi grandi (enchytrismos) praticata soprattutto per infanti o
adolescenti
-cremazione: si afferma gradualmente da fase submicenea e si diffonde per le sepolture di adulto in fase
protogeometrica, forse importato da Egeo sud-orientale ma si radica in maniera disomogenea, non utilizzato per
sepolture infantili e mostra recessione durante fase geometrica con ritorno a inumazione; in Attica> conosce ripresa
da fine VIII secolo per poi ridursi; si distingue cremazione primaria= incinerazione defunto nella stessa fossa della
sepoltura, non attestata prima di fine VIII secolo; cremazione secondaria= distinzione tra luogo in cui si consuma la
pira funebre e luogo della fossa deposizionale delle ceneri in urna, è diffusa in tutti periodi.
Lefkandi, Eubea la sepoltura della “coppia nobile” dell’heroon mostra uso incinerazione per uomo e inumazione per
donna in fossa comune (rito di tipo eroico?); descrizione funerale di Patroclo, Iliade mostrano tradizione ionica
Da fase protogeometrica si attestano tumuli di terra o cippi in pietra ai quali in fase geometrica si aggiungono vasi
rappresentativi; in orientalizzante i tumuli si monumentalizzano e dal 600 a.C nella necropoli di Atene si diffondono
veri e propri monumenti funerari. Da età geometrica oggetti di lusso e rappresentativi di status caratterizzano
soprattutto i corredi femminili (fibule, orecchini, anelli); a partire da VII secolo, un tratto omogeneo è mancanza nei
corredi maschili di attributi militari almeno fino alle tombe reali macedoni di metà IV secolo; mentre nelle poleis della
madrepatria non è attestato uso di ricco corredo ceramico, in Macedonia costiera e nelle colonie occidentali è
evidente il fenomeno contrario: in Italia e Sicilia si registra accrescimento durante tutto il corso del VI secolo.

IL MONDO DELLE POLEIS: ARCAISMO


Le esperienze tiranniche: tra VII-VI secolo a.C si avverte un nuovo squilibrio sociale delle comunità derivante da alcuni
fattori come la mobilità sociale, la crescita demografica ed economica e l’incremento produttivo che impongono un
cambiamento e un riadattamento delle strutture istituzionali. Emerge in questo momento la figura del tiranno e della
sua famiglia che diventano un simbolo della libertà calpestata e di un sovvertimento dello stato di diritto. La prima
tirannide ad affermarsi e la più lunga è quella degli Ortagoridi (metà VII-metà Vi a.C) a Sicione (polis della costa
settentrionale del Peloponneso). Anche la vicina Corinto è interessata dal fenomeno con la tirannide dei Cipselidi
(metà VII-583 a.C) mentre ad Atene c’è la tirannide di Pisistrato e dei suoi figli Ippia e Ipparco (549-510 a.C).
Solitamente, i tiranni si affermano in contrasto rispetto al potere delle oligarchie dominanti; in altri casi, si tratta di
rovesci politici molto traumatici, in altri casi ancora la situazione può essere più sfumata e in altri casi si instaura una
complessa convivenza tra i maggiori esponenti della classe aristocratica e la famiglia dei tiranni. In genere, l’attività
tirannica non sembra costituire una cesura rispetto agli obiettivi già tracciati dalle oligarchie precedenti ma pare
piuttosto accrescere la rapidità, la qualità, la quantità degli interventi e infatti per esempio si vede l’impegno della
tirannide nella costruzione di opere pubbliche e infrastrutture, soprattutto gli interventi volti a creare un sistema di
rifornimento idrico stabile e lo smaltimento delle acque reflue o di quelle meteoriche acquedotto di Samos voluto
da Policrate fatto da Eupalinos di Megara Nisea, oppure l’acquedotto di Atene.
La città arcaica: urbanistica e funzioni: la formazione della città arcaica è frutto di processi diversi che danno luogo a
modelli distinti, ci possono essere tre casi: un nucleo di agglomerato urbano che si espande, nuclei abitativi dispersi
che si saldano in unico organismo urbano, atto di fondazione. Nei primi due casi, l’insediamento si forma intorno ad
un’acropoli fortificata, oppure alla confluenza di vie di comunicazioni importanti laddove le comunità rurali potevano
essersi incontrate per dar vita a scambi e commerci; la città si sviluppa secondo uno schema radiale che sulla base di
processi di concentrazione demografica si espande progressivamente lungo le direttrici viarie costituite per lo più da
antichi tracciati che legano il centro al territorio di pertinenza (chora). L’altura più eminente è in genere sede
dell’acropoli che da luogo delle origini diventa luogo della memoria collettiva e della rappresentazione sociale,
accogliendo la sede dei culti poliadi; attorno a questa si sviluppa il nucleo abitato, la città bassa (asty) spesso
circondata da spesse mura all’esterno delle quali si estende la necropoli. Un caso diverso prevede la pianificazione
urbana in un luogo vergine, con la suddivisione e la distribuzione del terreno in appezzamenti regolari e la
destinazione di alcuni di questi agli spazi destinati alle funzioni che riguardano la vita comunitaria: lo schema quindi
prevede una maglia urbana organizzata sulla base di lotti (oikopeda) di forma rettangolare allungata delimitati da
strade a loro volta organizzate secondo una gerarchia di ampie vie principali intersecate da più vie secondarie
questo schema per esempio si ritrova negli emporia e abitati marittimi di età orientalizzante come attestano i casi di
Vroulià a Rodi e di Mileto dove recenti ricerche hanno attestato che in età arcaica la città era già basata su un impianto
pianificato: l’insediamento, sulla stessa penisola poi occupata dalla città di V secolo era così esteso da comprendere a
sud la collina di Kalabaktepe, con il luogo di culto di Artemide Kithone e forse anche la più occidentale altura di
Zeytintepe con l’importante santuario orientalizzante di Afrodite, più a nord il centro includeva l’antico tempio di
Atena e sull’insenatura che sarà poi la Baia dei Leoni, il temenos di Apollo Delphinios, da cui partiva seguendo la via
sacra la processione diretta a Didime e ai due santuari extraurbani dipendenti dalla stessa polis, l’Artemision e
l’Apollonion: la città arcaica era cinta da una fortificazione, come attestano consistenti tracce di mura rinvenuti a sud
di Kalabaktepe. Nelle città colonie di Corinto come Apollonia e Ambracia si attestano già spazi urbani e abitazioni
organizzati secondo una griglia ortogonale e così anche Chersonis colonia dei Megaresi di Herakleia, sul Mar Nero; è
invece impossibile rintracciare queste evidenze nelle città colonie di Mileto. Le città coloniali occidentali mostrano un
analogo sistema di organizzazione dello spazio urbano. La prima fase di colonizzazione nel VIII secolo ha lasciato
pochissime tracce archeologiche e i primi impianti urbani veri e propri si riescono ad individuare solo da prima metà
VII secolo. A partire dalla prima metà del VI secolo le fortificazioni urbane assumono un carattere più rappresentativo
con le costruzioni di torri e una maggiore monumentalizzazione degli accessi/porte. In generale il fenomeno di
maggiore monumentalizzazione si verifica anche negli spazi pubblici, tipo nell’agorà la quale all’interno di un
progressivo processo di specializzazione delle funzioni, inizierà ad aggregare gli edifici funzionali allo svolgimento delle
attività politiche dipendenti dal regime stesso della polis o può costituire essa stessa il luogo dell’assemblea cittadina
(ekklesia) che nell’abitato arcaico si svolge nello spazio libero della piazza, prima che si formi un tipo edilizio dedicato
(l’ekklesiasterion): di questa tipologia un esempio è quello della colonia achea di Metaponto, costruito nell’agorà a
fine del VII secolo con materiali deperibili: questo rappresenta l’esempio più antico di una tipologia di cui gli sviluppi
più recenti sono rappresentati dall’ekklesiasterion circolare dell’agorà di Poseidonia.
L’architettura arcaica:

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