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La produzione artigianale
La ceramica in questa fase raggiunge un livello tecnologico alto, grazie all’introduzione del
tornio, che permetterà agli artigiani di produrre vasi di piccole dimensioni e di ottima qualità.
Avviene un processo di standardizzazione perché la produzione è controllata, perché le
botteghe dei vasai, istruiti, sono vicino o dentro i Palazzi.
Ceramica di Kamares: la fase di maggiore floridezza è nel MM IIA-B, caratterizzata
da pareti sottilissime a guscio d’uovo, superfici ben levigate e accurata decorazione
policroma. Tra le forme: olle con beccuccio a ponticello, brocche e tazze di forma
troncoconica. L’elemento caratterizzante è la decorazione policroma su fondo scuro
con motivi arancione, rosso, giallo, bianco. Repertorio erano motivi geometrici,
ornamenti floreali e animali, dove però gli elementi sono resi più semplici ed astratti
rispetto la realtà. Nei vasi più grandi si assiste ad una torsione dei motivi per adattarsi
alla volumetria della forma. Frequente anche l’elemento della spirale, o altri di tipo
radiante che danno senso di movimento. Usate anche le borbotine, cioè delle piccole
protuberanze che venivano applicate alla superficie con decorazione bianca su nero.
Affreschi monocromatici a Cnosso e Mallia
Lavorazione della pietra con produzione di lucerne e vasi di varia forma, tra cui tazze
carenate e ollette con beccuccio.
Glittica presenta novità e progressi. Uso di pietre dure come ametista, cristallo di
ricca, agata. Diffusi i prismi a 3,4 facce, sigilli discoidali con foro trasversale con
decori a carattere naturalistico, come animali, esseri umani.
Nelle cretule di Festos, 300 circa, vi sono motivi ornamentali come spirali, intrecci e
archi e figure fantastiche come il “Genio minoico”. Questa acquisizione iconografica
va inscritta nei frequenti scambi culturali tra Creta ed Egitto. Infatti il suo prototipo da
ricercato nella dea ippopotamo Taweret, raffigurata con una testa leonina e sul retro
del corpo un coccodrillo. Era presente già nell’Antico Regno (2600-2100 a.C.), ma
subì cambiamenti. La prima attestazione è nelle cretule di Festos, ma è stato
riconosciuto come un anello di congiunzione, la figura di un essere panciuto su uno
scarabeo rinvenuto nella Tholos a Platanos databile AMII-MMII. Forse i cretesi erano
venuti a contatto con questo tema e lo hanno rielaborato trasformandolo e
rielaborandolo nella figura fantastica del Genio minoico.
Oreficeria: pendente delle api rinvenuto a Mallia; Tesoro di Egina, opera di artigiani
minoici, forse proveniente da una bottega specializzata a Mallia e prodotti per
l’esportazione. Pendente del “signore degli animali” con dischi e figura maschile con
gonnellino tipico e copricapo con pennacchio. Tratti stilistici orientali.
Armi da Mallia con pugnale con manico in lamina d’oro la cui lavorazione ricorda
quella egizie. Pomello di spada in oro con raffigurazione di acrobata in gonnellino ,
mirabile esemplare di tecnica a sbalzo.
La scrittura e l’amministrazione
La scrittura è uno strumento attraverso il quale l’uomo lascia un messaggio univoco.
La scrittura appare nell’Egeo attorno al 2000 a. C. in contemporanea alla comparsa dei primi
palazzi. Ci sono da tenere conto due fattori importanti per comprendere la nascita e sviluppo
della scrittura: l’utilizzo della scrittura come strumento amministrativo e dall’altro il gusto
artistico di utilizzare simboli scritti per realizzare un oggetto d’arte. Questo spiega
l’evoluzione di due sistemi, il geroglifico e la Lineare A all’interno di un unico ambiente
culturale. Entrambe si riallacciano alla cosiddetta formula di Archanes attestata sui sigilli fra
Bronzo Antico e Medio.
La formula di Archanes
E’ costituita da una serie di simboli in un sequenza sempre uguale rilevata su 4 sigilli
rinvenuti nella necropoli di Archanes e 3 sigilli di cui 2 provenienti da tombe ed un terzo da
Cnosso. La formula costituisce la più antica attestazione di scrittura egea. Uguali segni sono
ritrovati nel geroglifico cretese. Sotto il profilo dei singoli segni, la formula di Archanes è da
considerarsi un prototipo del geroglifico cretese, tuttavia anche nelle Lineare A è attesta la
sequenza, per cui forse anche per questa scrittura la si può considerare un prototipo.
Il geroglifico
Si tratta di una scrittura sillabica di tipo semplice Sillabe aperte (costituite da consonate
vocale o semplici vocali) costituita da 96 sillabogrammi e 23 logogrammi, cioè da simboli
che indicano categorie di oggetti, poi ci sono le frazioni, i numeri (si usa un sistema decimale,
perché il più semplice) e segni divisori. L’uso di numeri e frazioni conferma la scrittura come
uno strumento amministrativo. La cronologia MM IB/MM IIA – MMIII. Concentrazione nel
settore orientale e settentrionale, vuoto nella parte occidentale. Non si diffonde al di fuori di
Creta. Prevale un carattere non omogeneo. Multiforme (tanti supporti , forse rappresentano
gli step di archiviazione). Decifrazione quasi impossibile perché non ci sono elementi
confrontabili.
Il corpus di documenti è costituito da 400 di cui la metà tra sigilli e impronte di sigilli e il
resto in altre tipologie di documenti. Dal punto di vista tipologico abbiamo: sigilli, impronte
di sigilli, documenti di archivio, altri documenti.
Sigilli: vengono usate le pietre sia morbida che dura. Avevano forme diverse tra cui le più
diffuse sono quelli prismatici a ¾ facce. La maggior parte di questi sono fuori contesto,
rinvenuti in contesti funerari, come oggetto di lusso da mettere accanto al suo proprietario
Impronte di sigilli:
- cretule: pezzetti di argilla piatti di forma irregolare, usate per garantire la chiusura
di recipienti, porte, vasi, panieri
- nodules: palline di argilla modellate in varie forme con una cordicella (crescent)
fissate ad un supporto che poteva essere fisso o mobile e trasportato da una parte
all’altra
- rondelle: dischetti di argilla che presentano l’impronta del sigillo sul bordo (un
solo esemplare a Petras)
- Vasi e pesi da telaio: sono stati rinvenuti solo 4 vasi con impronte incise.
Documenti d’archivio: questi documenti erano conservati in appositi archivi. In termini
amministrativi si possono distinguere 2 tipologie:
documenti che accompagnano i prodotti ( bolle di accompagnamento):
- nodules: che possono riferire un breve testo, che probabilmente faceva
riferimento al prodotto trasportato
- medaglioni: oggetti piatti forniti di una protuberanza con un foro
attraverso la quale passava una cordicella. Non presentano sigillatura.
Potrebbero essere delle sorte di etichette. Venivano raccolte ed appese
in archivio
documenti scritti nel luogo di arrivo dei prodotti (contrassegno):
- coni: cappucci di argilla con breve testo scritto che registra la
merce arrivata
- tavolette: resoconti amministrativi cha attestano la consegna,
l’immagazzinamento nel palazzo, suddivisione al personale. Si
tratta di lamine e barrette.
Altri documenti:
- tavola di libagioni
- iscrizioni incise su vasi
- iscrizioni dipinte su vasi
I luoghi di ritrovamento sono 3:
Cnosso: deposito geroglifico rinvenuto da Evans nel 1900 la cui datazione è MM II-
III.
Mallia: deposito geroglifico del Palazzo, datato MM III e quello del Quartiere MY,
datato MM IIB nel quale è presente anche qualche documento in Lineare A.
Petras: il contesto in cui sono stati rinvenuti i documenti è datato MM IIB.
Un ostacolo per lo studio è il basso numero di documenti, 400 oggetti. E’ probabile che il
primo supporto usato per il geroglifico sia il sigillo, forse non a scopo amministrativo, ma
come testimonianza di un bene di lusso, che potesse inserire la società minoica all’interno
delle grandi civiltà contemporanee. L’uso amministrativo del sigillo è indubbio, anche se
probabilmente vi erano dei sigilli appositi per l’uso amministrativo, a cui si accompagnano
gli altri supporti in argilla che documentano un rigido apparato amministrativo. E’ ancora
irrisolta la questione e della contemporaneità di uso del geroglifico e della Lineare A. Alcuni
hanno ipotizzato che il geroglifico fosse utilizzato, almeno in un primo momento, solo per
oggetti artistici, e la Lineare A per l’uso amministrativo. Non appare credibile invece l’ipotesi
di due diverse popolazioni che convivevano sull’isola ed anche l’uso di differenti scritture a
seconda delle diverse regioni. L’unico dato certo è che già nel MM III( inizio fase
Neopalaziale) la Lineare A comincia a soppiantare il geroglifico, per rimanere l’unico
sistema scrittorio per tutto il TM I.
La linearea A arcaica
Fino al 1992 si riteneva che il più antico documento in Lineare A fosse stato rinvenuto a
Festos, facendolo risalire al MM IIB, ma a Cnosso venne alla luce un frammento databile al
MM IIA. Questo confermerebbe che le due scritture si sviluppassero contemporaneamente
anche in uno stesso palazzo. Ma sono le tavolette di Festosa chiarire queste prime
attestazioni: si tratta di 30 tavolette con una Lineare A in forma arcaica, che possono definirsi
archetipi della scrittura minoica.
Il sistema di registrazioni dell’amministrazione si ava ad aggiungere al sistema già in uso
delle cretule a cui era apposto il sigillo del funzionario che compiva le operazioni di controllo
dell’operazione. Tale sistema era noto attraverso le centinaia di cretule ritrovate a
Monastiraki. Si tratta di oggetti, che una volta tolti dal luogo di origine, venivano conservati,
forse per un anno, negli archivi. Un’ipotesi più complessa vuole che il numero di impronte
rivelino il numero di operazioni eseguite (Godart). Possiamo dire che la Lineare A nasce
proprio strumento di controllo amministrativo e forse soppianta il geroglifico perché i suoi
segni sono più semplici; oppure al decadere del sigillo in geroglifico rispetto allo sviluppo di
sigilli figurativi, il geroglifico non viene più utilizzato in ambito amministrativo, mantenendo
solo un ruolo di memoria storica.
La Grecia continentale
Le transizioni tra l’AE II e AE III e poi tra AE III e ME sono caratterizzate da: distruzioni di
diversi siti, spopolamento, sostanziali cambiamenti degli abitati, con una visibile gerarchia
degli stanziamenti nell’uso degli spazi, nelle pratiche funebri e nella cultura materiale.
L’inizio di questo periodo si colloca nella cronologia assoluta tra il 2100/2000 a.C. e la sua
fine è riconosciuta nella data dell’eruzione di Thera, quindi con una diversa cronologia(alta
1700, bassa 1600).
Il quadro abitativo mostra un numero di siti inferiore a quello del AE II, ma nel ME
III assistiamo ad un incremento degli abitati, a dimensioni più estese, dovute forse ad
una espansione demografica. Malthi e Pilo presentano fortificazioni, a Lerna la
tipologia edilizia è in continuità con le case a megaron, costituite da 2-3 stanze ed un
piccolo portico sul fronte di ingresso.
Necropoli: compaiono le prime necropoli extraurbane, ma si continua a seppellire
all’interno delle aree abitate:
- Tombe a fossa o ciste litiche. Singole con defunto in posizione contratta,
corredo povero.
- Tombe a Fossa, si diffondono tombe di grandezza maggiore, con defunto
disteso ( max splendore Tombe circolo Micene)
- Tombe a cumulo, collettive. Caratterizzato da un muretto circolare che
delimitava un cumulo dentro al quale venivano seppelliti i defunti dentro
pithos (Pelopolnneso occidentale)
- Tombe a fossa, a camera, tholos, concepite per il riuso, appaiono nel tardo ME
o transizione ME/ TE
La ceramica presenta una novità: la Minia, nome che deriva da Schliemann che scavò
in Beozia patria del re Minyas. Vasi realizzati con argille piuttosto fini con superfici
monocrome, lucidate a stecca. Forme aperte, tazze, kamtaros.
- Minia Grigia: diffusa in Grecia centrale – Peloponneso
- Minia Nera: Peloponneso settentrionale caratterizzata da festoni incisi
- Minia Rossa/Gialla: Attica, e Cicladi. Rinvenuta a Micene nel Circolo
B
Kolonna
Per tutto il ME il sito appare un centro dinamico. Non sappiamo le cause che portarono gli
abitanti della Fase VII a modificare le mura difensive, visto che non ci sono tracce di
distruzione, ma il sistema fu rafforzato con un’altra linea difensiva più arretrata. Nella Fase
VIII si aggiunsero dei muri perpendicolari al muro principale e nella Fase IX l’abitato si
espande fuori dalle mura.
La ceramica di questo periodo ha forti connessioni con quella cicladica, ma è tuttavia
facilmente riconoscibile perché nell’impasto vi sono delle pagliuzze di mica che la
rendono unica e per questo la si può rintracciare in tutto il Golfo Saronico, mostrando
la spiccata vocazione marinara e commerciale della popolazione di Egina.
Sepolture: merita menzione la sepoltura di un giovane, morto non per cause violente
probabilmente appartenente ad una classe elitaria, visto il ricco corredo. Si tratta di un
tomba posizionata lungo le mura e in prossimità della porta meridionale, che
presentava una copertura lignea. Il corredo ricchissimo era formato da alcune zanne di
cinghiale che dovevano decorare un elmo, un diadema d’oro, armi e un corredo di
vasi di fattura locale, diverse brocche di possibile importazione cicladica ed un
esemplare di ceramica di Kamares.
Kastri eCitera
A Citera si deve la diffusione di elementi minoici nella Grecia continentale, sviluppando una
ceramica locale caratterizzata da decori bianco su nero con bande o motivi rossi o bianchi,
minoicizzanti.
Le Cicladi
Gli abitati di riferimento sono Philakopi e Ayia Irini. La strategia di insediamento mostra un
progressivo accentramento della popolazione in estesi centri abitati e la diffusione di strutture
fortificate già documentate in epoca precedente. La cultura materiale e di caratteri
dell’architettura funeraria non mostrano un gap evidente con il periodo dell’Antico Bronzo.
La ceramica può essere divisa un due periodi: MC iniziale e MC finale
Medio Cicladico iniziale è caratterizzato da due classi:
- Dark Burnished ware: si presenta con toni marroni/nerastri. Forme: ciotole,
olle. La decorazione a dipintura biancastra è evanescente ed i motivi sono
geometrici lineari
- Cycladic White: di colore camoscio chiaro con dipintura di colore nero.
Decori che si distinguono in uno Stile Geometrico o Curvilineo nel quale
compaiono figure naturalistiche come creature fantastiche
Medio Cicladico finale è caratterizzato dall’uso delle classi sviluppatesi nella fase
precedente, ma con una produzione più approssimativa, di qualità inferiore. Novità
nell’introduzione di motivi floreali all’interno della classe cycladic white.