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EGEO NEL MEDIO BRONZO

La questione dell’origine dei Palazzi


E’ opinione generale considerare il MM IB come periodo in cui i tre principale siti di Creta
(Cnosso, Festos, Mallia) assunsero i ruolo di centri palaziali, raggiungendo un livello di
organizzazione economica e politica paragonabile a quella delle civiltà del Vicino Oriente.
Sono concordi con l’attestare la fine di questa fase con il MM IIB. Nel corso del tempo però
di sono susseguite diverse e contrastanti opinioni a proposito dell’origine di questi Palazzi.
 Evans, non essendo in grado di individuare antecedenti possibili, aveva
considerato il fenomeno sotto una prospettiva evoluzionista, che vedeva nella
figura del re sacerdote il residente del palazzo, pur considerando comunque l’idea
di palazzo introdotto dall’esterno, non facendo però menzione degli esempi
orientali
 Alcuni sostennero che vi erano da riconoscere nella planimetria dei Palazzi cretesi,
alcuni elementi comuni ai Palazzi orientali, in particolar modo con quello
mesopotamico di Mari o di quelli della Siria settentrionale. Anche questa teoria
però fu messa in dubbio, dopo l’attenta analisi delle planimetrie, da cui si evince
che i Palazzi orientali erano da considerare come il risultato di interventi
successivi a partire da un volume unico e che il fulcro era nella sala del trono,
mentre in quelli minoici, questa centralità sarà del cortile centrale.
 Altri ancora vollero riconoscere un processo evolutivo graduale, che vedeva la
nascita dei Palazzi in un processo interno come conseguenza delle culture della
vite e ulivi, che avrebbero fatto emergere autorità locali in una società altamente
stratificata determinando la nascita dei palazzi come luoghi per la raccolta e
distribuzione regionale delle derrate alimentari. Questa ipotesi fu messa in crisi,
perché i siti di Myrthos e Vasiliki, mostrarono come questi non potevano essere
considerati come gli antecedenti dei Palazzi.
 Cherry, nel 1983, affermando che il solo trascorrere del tempo non poteva essere
la causa di tali trasformazioni, propose l’interpretazione rivoluzionistica secondo
la quale la nascita sarebbe da imputare a “balzi in avanti” all’interno di un
momento di discontinuità. Questi sarebbero stati possibili dopo la ripresa dei
rapporti, dopo un periodo di forte instabilità, tra Creta e il Vicino Oriente
attraverso il quale si sarebbe fatta strada un’idea di regalità allora ancora
sconosciuta sul territorio cretese.
 Recentemente si è spostata al MM IA la fase di nascita dei primi palazzi,
riconoscendo le caratteristiche principali che saranno in seguito quelle del Palazzo
minoico: orientamento N/S, presenza di cortili e varie ali. Alle spalle
dell’emergere di tali strutture ci sarebbero autorità centrali con funzioni
amministrative e l’esecuzione di cerimonie collettive.
A creta vi sono le caratteristiche giuste, a differenza della Gracia continentale e delle Cicladi,
per gestire un sistema societario complesso. Isola grande con spazi per le culture (grano, vite,
ulivi) e pascoli per la pastorizia. Gruppo di elite che sviluppano un senso di promozione per
strutturare una società. Ricerca di una identità comunitari ( vedi tombe collettive Messarà).
Mai edifici costieri, ma tutti all’interno per governare il territorio. Nelle Valli, non per forza
su alture o cillinette. Privi di fortificazioni, perché il controllo o difesa veniva fatto altrove.
Vicino grandi riserve di acqua perché fondamentale anche per tutte le lavorazioni che si
facevano all’interno dei Palazzi. Koinè architettonica attraverso una concezione uniforme che
inventa un arketipo nelle scelte planimetriche, e arte figurativa (Dedalo, legenda, ma anche
menzione su tavoletta). Non nascono tutti insieme.
Il Palazzo come complesso architettonico monumentale
La difficile interpretazione di questa prima fase dei Palazzi è dovuta al fatto che sia a Cnosso
che a Mallia, i secondi Palazzi hanno obliterato le strutture precedenti, per cui solo a Festos si
possono riconoscere i resti archeologici di questa fase.
Dalla documentazione possiamo affermare che i palazzi, fin dalla loro fondazione,
costituivano dei grandi complessi monumentali costruiti con tecniche architettoniche
sofisticate. La loro costruzione implica perciò un controllo politico esercitato da un elie
dominante sulla popolazione capace di pianificare un tale impresa sia dal punto di vista
edilizio, che sull’organizzazione delle maestranze e il reperimento delle materie prime. Fin
dall’inizio infatti i Palazzi appaiono come complessi architettonici multi-funzionali,
pianificati, ben organizzati, che presentano facciate monumentali ed ambienti e quartieri
disposti attorno ad un cortile centrale. Inoltre nella porzione occidentale era presente una
vasta area non edificata che aveva una funzione religiosa come spazip per le funzioni
collettive.
Festos: Costruito al limite della pianura della Messarà, i resti rinvenuti indicano un abitato
piuttosto esteso al di sotto del Palazzo. La fondazione risale al MM IB (1800 a.C.), anche se
la facciata con gli ortostati, la sistemazione del cortile occidentale sono il frutto di opere
imponenti risalenti al MM II. Al momento della costruzione del Secondo Palazzo, le strutture
preesistenti furono sigillate da uno spesso strato di calcestruzzo che le mantenne intatte,
arretrando inoltre, la linea di facciata occidentale.
Il palazzo era un complesso di notevole estensione costruito su tre terrazze e concepito
unitariamente, con un orientamento N/S, costruito attorto ad un cortile centrale che serviva da
cerniere per la distribuzione degli ambienti. Sul lato occidentale erano presenti tre corti
pavimentate disposte su altrettante terrazze a livelli diversi (Cortile superiore, occidentale,
inferiore). La facciata presentava un unico allineamento, nonostante i dislivelli, ma era
movimentata da sporgenze e rientranze. Il cortile occidentale presentava sul lato
settentrionale una sorta di gradinata, chiamata “area teatrale” e dei marciapiedi sollevati che
servivano per le processioni religiose. Sul lato meridionale vi erano 4 cavità le kulures che
delimitavano la terrazza da quella sottostante. Due gli ingressi principali, uno sulla facciata
occidentale seguendo il sentiero del marciapiede, ed un altro nella parte meridionale del
palazzo. A NE del complesso sono styate scoperte delle stanze all’interno delle quali è stato
rinvenuto il Disco di Festos, e che si pensano fossero adibite ad archivio. Il cortile centrale
era affiancato da sul lato occidentale da un colonnato. Stucchi monocromatici erano presenti.
Cnosso: Sorge sulla bassa collina di Kefala. Era il punto focale di una vasta città che si
estendeva per 75/100ettari. Il primo Palazzo fu costruito MM IB -IIA, e nonostante numerosi
eventi distruttivi non fu mai completamente rimpiazzato da una struttura completamente
nuova. La planimetria si riconosce nelle strutture successive, costruito attorno ad un cortile
centrale, orientato grossomodo N/S, presentava anch’esso un secondo cortile occidentale in
cui erano presenti le kulures. L’area dei magazzini era nel settore occidentale.
Mallia: Differisce dagli altri perché non distante dal mare. Il Primo Palazzo era simile al
secondo, con due cortili, i magazzini nel settore nordoccidentale e orientale e la presenza
delle kulure che però qui sono delle costruzioni fuori terra a differenze di Cnosso e Festos che
sono ipogee.
Il Palazzo come centro attività religiose
A Creta non sono attestati templi monumentali comparabili a quelli del Vicino Oriente.
- Quartier MY Mallia: è stata individuata da Evans una stanza identificata come
bacino lustrale, in cui venissero officiate delle cerimonie religiose. Si tratta di un
vano di piccole dimensioni situato al di sotto del livello del pavimento di un ambiente
a cui era collegato tramite una scala, che probabilmente era legato a riti di sparizione
che si celebravano, ma che presentando rivestimenti idraulici non erano adatti al
contenimento di acque.
- Festos: Presente un piccolo santuario costituito da 5 stanze situato nella parte nord
della facciata occidentale. Nell’aula principale era presente una banchina, una tavola
per le offerte e un focolare; presente anche un secondo sacello costituito da tre stanze.
Sicuramente le ridotte dimensioni prevedevano rituali privati, mentre le cerimonie
collettive si tenevano nei grande cortili. A tale scopo erano riservate le vie
processionali. Si è pensato che le kulures presenti in queste area nei Palazzi di
Cnosso, Festos e Mallia, avessero una funzione simbolica durante qualche cerimonia
legata al raccolto, con la funzione di silos temporanei di cereali. Infatti non vi sono
tracce di copertura ne di rivestimento interno che lasciano presuppore un uso diverso
dallo stoccaggio a lungo tempo di graniglie ( ipotesi: aiuole per grandi alberi, da
ffresco di Cnosso?).

Il Palazzo come centro economico ed amministrativo.


Il Palazzo monoico svolgeva distinte funzioni economiche: stoccaggio, produzione, consumo,
e controllo sugli scambi anche in ambito extra insulare.
Le testimonianze di queste funzioni sono le vasta area adibite a magazzini presenti in tutti i
Palazzi, di solito nella zona occidentale.
Il carattere polifunzionale e la complessità dei Palazzi lascia presupporre l’esistenza di una
organizzazione burocratica e amministrativa che soprintendesse, tramite sistemi di
registrazione, ai m movimenti dei beni in entrata e uscita dall’edificio.
-Mallia: concentrazione di attività relative allo stoccaggio e alla produzione artigianale nel
Quartier MY. Difficile definire il rapporto tra il Palazzo ed il quartiere se due entità elitarie
differenze o rapporto subalterno.
Sembra che in questa fase i palazzi fossero concepiti più come luoghi riservati a cerimonie
collettive e come complesso sistema di magazzini e aree riservate alla burocrazia, che come
residenza delle élite dominanti.
-Monastiraki: controllava la via di comunicazione tra la Messarà e la costa. Rinvenuto un
complesso amministrativo a due piani con circa 60 stanze. Nella terrazza inferiore sono stati
scavati dei magazzini con pithoi, e in quella superiore anche una sala monumentale con
grandi colonne che si apriva su un cortile occidentale. Nella porzione S/O stanze di
stoccaggio. Rinvenute 700 cretule che attestano il sito era il centro di un elaborato sistema
amministrativo, forse dipendente di Festos.

Le tombe e i luoghi di culto


Appare una cultura funeraria piuttosto articolata, disomogenea. Diciamo che si investe di
meno nell’arte funeraria rispetto al grande impegno profuso per la costruzione di palazzi.
Linguaggio delle pratiche funerarie frammentato che si articola in:
- Sud: tholoi nella Messarà, con ricchi corredi (Kamilari, camera sepolcrale di 11 m di
diametro chiusa con cupola in pietre e accesso con massiccio architrave.
- Est: house of tombs e tombe a camera
- Novità: sepolture dentro contenitori come pithoi e larnakes.
Oltre ai santuari e sacelli all’interno dei Palazzi, vi erano anche degli altri tipi di santuari,
quelle delle vette e le grotte sacre che avevano un carattere popolare, collettivo. Stato
pessimo di conservazione. Difficile risalire ai culti.
-Santuari delle vette, situati sulla sommità di alture accessibili in modo agevole e in stretta
vicinanza con i Palazzi per rispettare il principio della intervisibilità (Santuario monte
Jouktas)
- Grotta di Kamares ( Festos), visibile dal palazzo, importante luogo di culto. I reperti
ceramici coprono un ampio arco cronologico.
- Antro Ideo ( legenda di Zeus)

La produzione artigianale
La ceramica in questa fase raggiunge un livello tecnologico alto, grazie all’introduzione del
tornio, che permetterà agli artigiani di produrre vasi di piccole dimensioni e di ottima qualità.
Avviene un processo di standardizzazione perché la produzione è controllata, perché le
botteghe dei vasai, istruiti, sono vicino o dentro i Palazzi.
 Ceramica di Kamares: la fase di maggiore floridezza è nel MM IIA-B, caratterizzata
da pareti sottilissime a guscio d’uovo, superfici ben levigate e accurata decorazione
policroma. Tra le forme: olle con beccuccio a ponticello, brocche e tazze di forma
troncoconica. L’elemento caratterizzante è la decorazione policroma su fondo scuro
con motivi arancione, rosso, giallo, bianco. Repertorio erano motivi geometrici,
ornamenti floreali e animali, dove però gli elementi sono resi più semplici ed astratti
rispetto la realtà. Nei vasi più grandi si assiste ad una torsione dei motivi per adattarsi
alla volumetria della forma. Frequente anche l’elemento della spirale, o altri di tipo
radiante che danno senso di movimento. Usate anche le borbotine, cioè delle piccole
protuberanze che venivano applicate alla superficie con decorazione bianca su nero.
 Affreschi monocromatici a Cnosso e Mallia
 Lavorazione della pietra con produzione di lucerne e vasi di varia forma, tra cui tazze
carenate e ollette con beccuccio.
 Glittica presenta novità e progressi. Uso di pietre dure come ametista, cristallo di
ricca, agata. Diffusi i prismi a 3,4 facce, sigilli discoidali con foro trasversale con
decori a carattere naturalistico, come animali, esseri umani.
Nelle cretule di Festos, 300 circa, vi sono motivi ornamentali come spirali, intrecci e
archi e figure fantastiche come il “Genio minoico”. Questa acquisizione iconografica
va inscritta nei frequenti scambi culturali tra Creta ed Egitto. Infatti il suo prototipo da
ricercato nella dea ippopotamo Taweret, raffigurata con una testa leonina e sul retro
del corpo un coccodrillo. Era presente già nell’Antico Regno (2600-2100 a.C.), ma
subì cambiamenti. La prima attestazione è nelle cretule di Festos, ma è stato
riconosciuto come un anello di congiunzione, la figura di un essere panciuto su uno
scarabeo rinvenuto nella Tholos a Platanos databile AMII-MMII. Forse i cretesi erano
venuti a contatto con questo tema e lo hanno rielaborato trasformandolo e
rielaborandolo nella figura fantastica del Genio minoico.
 Oreficeria: pendente delle api rinvenuto a Mallia; Tesoro di Egina, opera di artigiani
minoici, forse proveniente da una bottega specializzata a Mallia e prodotti per
l’esportazione. Pendente del “signore degli animali” con dischi e figura maschile con
gonnellino tipico e copricapo con pennacchio. Tratti stilistici orientali.
Armi da Mallia con pugnale con manico in lamina d’oro la cui lavorazione ricorda
quella egizie. Pomello di spada in oro con raffigurazione di acrobata in gonnellino ,
mirabile esemplare di tecnica a sbalzo.

I rapporti tra Creta e le altre aree dell’Egeo


Si possono ipotizzare tre rotte:
- La prima collegava Creta con il Peloponneso meridionale, con testa di ponte
Citera, in cui sono attestate presenze cretese a Kastri fin dal AM IIB
- La seconda ( Western String) collegava Creta con la Grecia centrale, attraversando
l’arcipelago cicladico, con punti di appoggio a Thera, Melos, Keos, per poi
toccare le isole del golfo Saronico, tra cui Egina.
- La terza rotta (Eastern String) ,verso l’Egeo orientale con tappa a Rodi e Samo,
per raggiungere Mileto, nella quale , non si può escludere vi fosse la presenza
stabile di minoici.
- I contatti con il mediterraneo orientale:
 Cipro, tappa obbligatoria per i suoi giacimenti di rame
 Area siro-palestinese (Ugarit, Sidone) in cui sono state
rinvenute ceramiche minoiche. Dagli archivi di Mari vi
sono documenti in cui si parla di oggetti provenienti da
Kaptara che per molti studiosi si può identificare con Creta,
vista la citazione di Kaftiu nella Bibbia.
 Scarabei egiziani sono la prima attestazione di un rapporto
che si consolidano. Nella glittica, per esempio, l’uso di
iconografie come acquisizione della Dea Taweret. A
Cnosso è stata rinvenuta la base di una statuetta egizia che
riproduceva User, a ricordo della visita di una delegazione
ufficiale.
 Sul versante egiziano un buon numero di vasi di Kamares è
stato rinvenuto nella Valle del Nilo. Inoltre, è stata
individuata ceramica di imitazione di Kamares ma di
produzione locale (Assuan).
La fine dell’età Protopalaziale
Alla fine del MM IIB si assiste a Creta ad un orizzonte di distruzione le cui ipotesi vanno dal
terremoto, alle invasioni e a lotte interne. Se analizziamo le distruzioni dal punto di vista
della tipologia possiamo osservare che i siti della Creta centro occidentale (Monastiraki,
Festos) ci attestano, attraverso le evidenze archeologiche, tracce di distruzioni causate da un
violento sisma, mentre nella porzione orientale ( Mallia, Myrthos, santuario di Anemospilia
vicini Cnosso), si attestano distruzioni causate dall’interno. A Mallia è stato rinvenuto un
deposito con oggetti da tesaurizzare in una buca fatta nel pavimento di una stanza nel
Quartiere My che sono l’evidenza di una minaccia dall’interno, mentre a Myrthos si
costruiscono torri e cisterne per l’acqua forse per affrontare assedi. Tutti i centri distrutti
furono ricostruiti, senza però evidenziare novità culturali, per cui si può escludere la matrice
delle invasioni come causa delle distruzioni del XVIII secolo.

La scrittura e l’amministrazione
La scrittura è uno strumento attraverso il quale l’uomo lascia un messaggio univoco.
La scrittura appare nell’Egeo attorno al 2000 a. C. in contemporanea alla comparsa dei primi
palazzi. Ci sono da tenere conto due fattori importanti per comprendere la nascita e sviluppo
della scrittura: l’utilizzo della scrittura come strumento amministrativo e dall’altro il gusto
artistico di utilizzare simboli scritti per realizzare un oggetto d’arte. Questo spiega
l’evoluzione di due sistemi, il geroglifico e la Lineare A all’interno di un unico ambiente
culturale. Entrambe si riallacciano alla cosiddetta formula di Archanes attestata sui sigilli fra
Bronzo Antico e Medio.
La formula di Archanes
E’ costituita da una serie di simboli in un sequenza sempre uguale rilevata su 4 sigilli
rinvenuti nella necropoli di Archanes e 3 sigilli di cui 2 provenienti da tombe ed un terzo da
Cnosso. La formula costituisce la più antica attestazione di scrittura egea. Uguali segni sono
ritrovati nel geroglifico cretese. Sotto il profilo dei singoli segni, la formula di Archanes è da
considerarsi un prototipo del geroglifico cretese, tuttavia anche nelle Lineare A è attesta la
sequenza, per cui forse anche per questa scrittura la si può considerare un prototipo.

Il geroglifico
Si tratta di una scrittura sillabica di tipo semplice Sillabe aperte (costituite da consonate
vocale o semplici vocali) costituita da 96 sillabogrammi e 23 logogrammi, cioè da simboli
che indicano categorie di oggetti, poi ci sono le frazioni, i numeri (si usa un sistema decimale,
perché il più semplice) e segni divisori. L’uso di numeri e frazioni conferma la scrittura come
uno strumento amministrativo. La cronologia MM IB/MM IIA – MMIII. Concentrazione nel
settore orientale e settentrionale, vuoto nella parte occidentale. Non si diffonde al di fuori di
Creta. Prevale un carattere non omogeneo. Multiforme (tanti supporti , forse rappresentano
gli step di archiviazione). Decifrazione quasi impossibile perché non ci sono elementi
confrontabili.
Il corpus di documenti è costituito da 400 di cui la metà tra sigilli e impronte di sigilli e il
resto in altre tipologie di documenti. Dal punto di vista tipologico abbiamo: sigilli, impronte
di sigilli, documenti di archivio, altri documenti.
Sigilli: vengono usate le pietre sia morbida che dura. Avevano forme diverse tra cui le più
diffuse sono quelli prismatici a ¾ facce. La maggior parte di questi sono fuori contesto,
rinvenuti in contesti funerari, come oggetto di lusso da mettere accanto al suo proprietario
Impronte di sigilli:
- cretule: pezzetti di argilla piatti di forma irregolare, usate per garantire la chiusura
di recipienti, porte, vasi, panieri
- nodules: palline di argilla modellate in varie forme con una cordicella (crescent)
fissate ad un supporto che poteva essere fisso o mobile e trasportato da una parte
all’altra
- rondelle: dischetti di argilla che presentano l’impronta del sigillo sul bordo (un
solo esemplare a Petras)
- Vasi e pesi da telaio: sono stati rinvenuti solo 4 vasi con impronte incise.
Documenti d’archivio: questi documenti erano conservati in appositi archivi. In termini
amministrativi si possono distinguere 2 tipologie:
 documenti che accompagnano i prodotti ( bolle di accompagnamento):
- nodules: che possono riferire un breve testo, che probabilmente faceva
riferimento al prodotto trasportato
- medaglioni: oggetti piatti forniti di una protuberanza con un foro
attraverso la quale passava una cordicella. Non presentano sigillatura.
Potrebbero essere delle sorte di etichette. Venivano raccolte ed appese
in archivio
 documenti scritti nel luogo di arrivo dei prodotti (contrassegno):
- coni: cappucci di argilla con breve testo scritto che registra la
merce arrivata
- tavolette: resoconti amministrativi cha attestano la consegna,
l’immagazzinamento nel palazzo, suddivisione al personale. Si
tratta di lamine e barrette.
Altri documenti:
- tavola di libagioni
- iscrizioni incise su vasi
- iscrizioni dipinte su vasi
I luoghi di ritrovamento sono 3:
 Cnosso: deposito geroglifico rinvenuto da Evans nel 1900 la cui datazione è MM II-
III.
 Mallia: deposito geroglifico del Palazzo, datato MM III e quello del Quartiere MY,
datato MM IIB nel quale è presente anche qualche documento in Lineare A.
 Petras: il contesto in cui sono stati rinvenuti i documenti è datato MM IIB.
Un ostacolo per lo studio è il basso numero di documenti, 400 oggetti. E’ probabile che il
primo supporto usato per il geroglifico sia il sigillo, forse non a scopo amministrativo, ma
come testimonianza di un bene di lusso, che potesse inserire la società minoica all’interno
delle grandi civiltà contemporanee. L’uso amministrativo del sigillo è indubbio, anche se
probabilmente vi erano dei sigilli appositi per l’uso amministrativo, a cui si accompagnano
gli altri supporti in argilla che documentano un rigido apparato amministrativo. E’ ancora
irrisolta la questione e della contemporaneità di uso del geroglifico e della Lineare A. Alcuni
hanno ipotizzato che il geroglifico fosse utilizzato, almeno in un primo momento, solo per
oggetti artistici, e la Lineare A per l’uso amministrativo. Non appare credibile invece l’ipotesi
di due diverse popolazioni che convivevano sull’isola ed anche l’uso di differenti scritture a
seconda delle diverse regioni. L’unico dato certo è che già nel MM III( inizio fase
Neopalaziale) la Lineare A comincia a soppiantare il geroglifico, per rimanere l’unico
sistema scrittorio per tutto il TM I.

La linearea A arcaica
Fino al 1992 si riteneva che il più antico documento in Lineare A fosse stato rinvenuto a
Festos, facendolo risalire al MM IIB, ma a Cnosso venne alla luce un frammento databile al
MM IIA. Questo confermerebbe che le due scritture si sviluppassero contemporaneamente
anche in uno stesso palazzo. Ma sono le tavolette di Festosa chiarire queste prime
attestazioni: si tratta di 30 tavolette con una Lineare A in forma arcaica, che possono definirsi
archetipi della scrittura minoica.
Il sistema di registrazioni dell’amministrazione si ava ad aggiungere al sistema già in uso
delle cretule a cui era apposto il sigillo del funzionario che compiva le operazioni di controllo
dell’operazione. Tale sistema era noto attraverso le centinaia di cretule ritrovate a
Monastiraki. Si tratta di oggetti, che una volta tolti dal luogo di origine, venivano conservati,
forse per un anno, negli archivi. Un’ipotesi più complessa vuole che il numero di impronte
rivelino il numero di operazioni eseguite (Godart). Possiamo dire che la Lineare A nasce
proprio strumento di controllo amministrativo e forse soppianta il geroglifico perché i suoi
segni sono più semplici; oppure al decadere del sigillo in geroglifico rispetto allo sviluppo di
sigilli figurativi, il geroglifico non viene più utilizzato in ambito amministrativo, mantenendo
solo un ruolo di memoria storica.

La Grecia continentale
Le transizioni tra l’AE II e AE III e poi tra AE III e ME sono caratterizzate da: distruzioni di
diversi siti, spopolamento, sostanziali cambiamenti degli abitati, con una visibile gerarchia
degli stanziamenti nell’uso degli spazi, nelle pratiche funebri e nella cultura materiale.
L’inizio di questo periodo si colloca nella cronologia assoluta tra il 2100/2000 a.C. e la sua
fine è riconosciuta nella data dell’eruzione di Thera, quindi con una diversa cronologia(alta
1700, bassa 1600).
 Il quadro abitativo mostra un numero di siti inferiore a quello del AE II, ma nel ME
III assistiamo ad un incremento degli abitati, a dimensioni più estese, dovute forse ad
una espansione demografica. Malthi e Pilo presentano fortificazioni, a Lerna la
tipologia edilizia è in continuità con le case a megaron, costituite da 2-3 stanze ed un
piccolo portico sul fronte di ingresso.
 Necropoli: compaiono le prime necropoli extraurbane, ma si continua a seppellire
all’interno delle aree abitate:
- Tombe a fossa o ciste litiche. Singole con defunto in posizione contratta,
corredo povero.
- Tombe a Fossa, si diffondono tombe di grandezza maggiore, con defunto
disteso ( max splendore Tombe circolo Micene)
- Tombe a cumulo, collettive. Caratterizzato da un muretto circolare che
delimitava un cumulo dentro al quale venivano seppelliti i defunti dentro
pithos (Pelopolnneso occidentale)
- Tombe a fossa, a camera, tholos, concepite per il riuso, appaiono nel tardo ME
o transizione ME/ TE
 La ceramica presenta una novità: la Minia, nome che deriva da Schliemann che scavò
in Beozia patria del re Minyas. Vasi realizzati con argille piuttosto fini con superfici
monocrome, lucidate a stecca. Forme aperte, tazze, kamtaros.
- Minia Grigia: diffusa in Grecia centrale – Peloponneso
- Minia Nera: Peloponneso settentrionale caratterizzata da festoni incisi
- Minia Rossa/Gialla: Attica, e Cicladi. Rinvenuta a Micene nel Circolo
B

Kolonna
Per tutto il ME il sito appare un centro dinamico. Non sappiamo le cause che portarono gli
abitanti della Fase VII a modificare le mura difensive, visto che non ci sono tracce di
distruzione, ma il sistema fu rafforzato con un’altra linea difensiva più arretrata. Nella Fase
VIII si aggiunsero dei muri perpendicolari al muro principale e nella Fase IX l’abitato si
espande fuori dalle mura.
 La ceramica di questo periodo ha forti connessioni con quella cicladica, ma è tuttavia
facilmente riconoscibile perché nell’impasto vi sono delle pagliuzze di mica che la
rendono unica e per questo la si può rintracciare in tutto il Golfo Saronico, mostrando
la spiccata vocazione marinara e commerciale della popolazione di Egina.
 Sepolture: merita menzione la sepoltura di un giovane, morto non per cause violente
probabilmente appartenente ad una classe elitaria, visto il ricco corredo. Si tratta di un
tomba posizionata lungo le mura e in prossimità della porta meridionale, che
presentava una copertura lignea. Il corredo ricchissimo era formato da alcune zanne di
cinghiale che dovevano decorare un elmo, un diadema d’oro, armi e un corredo di
vasi di fattura locale, diverse brocche di possibile importazione cicladica ed un
esemplare di ceramica di Kamares.

Kastri eCitera
A Citera si deve la diffusione di elementi minoici nella Grecia continentale, sviluppando una
ceramica locale caratterizzata da decori bianco su nero con bande o motivi rossi o bianchi,
minoicizzanti.

Le Cicladi
Gli abitati di riferimento sono Philakopi e Ayia Irini. La strategia di insediamento mostra un
progressivo accentramento della popolazione in estesi centri abitati e la diffusione di strutture
fortificate già documentate in epoca precedente. La cultura materiale e di caratteri
dell’architettura funeraria non mostrano un gap evidente con il periodo dell’Antico Bronzo.
La ceramica può essere divisa un due periodi: MC iniziale e MC finale
 Medio Cicladico iniziale è caratterizzato da due classi:
- Dark Burnished ware: si presenta con toni marroni/nerastri. Forme: ciotole,
olle. La decorazione a dipintura biancastra è evanescente ed i motivi sono
geometrici lineari
- Cycladic White: di colore camoscio chiaro con dipintura di colore nero.
Decori che si distinguono in uno Stile Geometrico o Curvilineo nel quale
compaiono figure naturalistiche come creature fantastiche
 Medio Cicladico finale è caratterizzato dall’uso delle classi sviluppatesi nella fase
precedente, ma con una produzione più approssimativa, di qualità inferiore. Novità
nell’introduzione di motivi floreali all’interno della classe cycladic white.

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