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CRONACHE DI ARCHEOLOGIA
1997
DARIO PALERMO
Più di venti anni fa, studiando i materiali erano stati di volta in volta riconosciuti come
che provenivano dagli scavi inediti condotti da di origine genericamente egea o micenea senza
Paolo Orsi sulla Montagna di Polizzello, rico ulteriore possibilità di individuarne una più
nobbi fra di essi la presenza di alcuni oggetti, precisa ascendenzé.
fino a quel momento isolati nel contesto della Il riconoscimento di elementi di origine
Sicilia indigena, nei quali mi sembrava che si cretese nella Sicilia indigena recava natural
potessero identificare gli ultimi esiti di una tra mente con sé la necessità di sfuggire ad una
dizione la cui origine si poteva rintracciare nel precisa insidia metodologica, già in quella oc
l'ambiente cretese di periodo minoico 1. casione segnalata 5; e cioè che questi elementi
Veniva in questa maniera per la prima volta non testimoniassero in realtà il ricordo di un
individuata una componente di specifica origi antico contatto fra le due isole risalente all' età
ne cretese nella Sicilia indigena2 ; fino ad allora, del bronzo, ma costituissero invece un risultato
infatti, gli elementi di tradizione o sopravvi della presenza in Sicilia della componente cre
venza egea, che pure vi erano stati segnalati in tese dei fondatori di Gela. È infatti noto che
proporzioni significative, tanto da costituire un nella Creta di età storica possono ancora essere
vero e proprio tratto distintivo dell'ambiente operanti e riconoscibili tradizioni culturali, re
culturale indigeno, soprattutto per quel che ri ligiose e artistiche la cui origine risale all'Età
guarda l'area centro-meridionale dell'isola 3 , del Bronzo 6 .
Questa possibilità può essere esclusa sola-
I Cfr. D. PALERMO, Materiali di tradizione cretese a Poliz
zello, in Antichità Cretesi. Studi in onore di D. Levi, II, Catania VIII, 1969, pp.33-46; cfr. anche lo., Influenze di tipo egeo
1978, pp. 208-212, tav. XXVII, 1-3, 2; lo., Polizzello, in e protogreco in Sicilia, in Kokalos, XXXIX-XL, 1993-94,
Contributi alla conoscenza dell'età delferro in Sicilia (Cronache, pp. 37-39.
XX, 1981), Catania 1983, p. 112, nn. 74-75, tav. XLI; vedi 4 Cfr. E. DE MIRO, Il miceneo nel territorio di
già Atti III Convegno Int.di Studi sulla SiciLia antica, Palermo Agrigento, in Atti e Mem. deL I Congr. int. di Micenologia, I,
1976 (in Koka/os, XXII-XXIII, 1976-77), pp. 645-646. Roma 1968, pp. 73-80; LA ROSA, Frammento da Capodar
2 Escludiamo naturalmente, per la loro totale inatten so cit.; lo., Nuovi ritrovamenti e sopravvivenze egee nella Si
dibilità, i confronti con materiali cretesi proposti dal Mos cilia meridionale, in S. TUSA - M. MARAZZI (edd.), Traffici
so per ceramiche di Sant'Angelo Muxaro: cfr. A. Mosso, micenei nel Mediterraneo, Taranto 1986, pp. 79-88.
Una tomba preistorica a Sant'Angelo Muxaro nella provincia 5 PALERMO, Materiali di tradizione cretese cit., pp. 211
di Girgenti, in Memorie della Reale Accademia delle Scienze 212.
di 7òrino, s. II, LlX, 1909, pp. 421-432. 6 Cfr. D. LEVI, Continuità della tradizione micenea nel
3 V. LA ROSA, Un frammento fittile da Càpodarso e iL L'arte greca arcaica, in Atti e Mem. del I Congr. int. di Mice
problema delle sopravvivenze micenee in Sicilia, in Cronache, nologia, I, Roma 1968, pp. 185-212.
Dario
velato la presenza di un'altra grande area I modellini di Polizzello sono, proprio come
sacra 13, diversa però da quella nella quale era le "gabbie", caratterizzati da una facile traspor
compreso il sacello all'interno del quale Orsi tabilità che li rende adatti ad un utilizzo di ti
rinvenne i due modeHini, i nuovi esemplari so po processionale: peculiarità che non manca
no stati rinvenuti invece nella necropoli, nei nemmeno nei modelli tardo minoici, in alcuni
depositi votivi antistanti alla tomba 5 a grotti dei quali sono presenti anse o un bottone di
cella artificiale. Da questi rinvenimenti esce presa, che ne suggeriscono un uso caratterizza
certamente rafforzato il riconoscimento di una to dalla possibilità del trasporto.
funzione sacrale di questi oggetti, legati certo al Altrettanto univoci, in direzione della Creta
culto ufficiale dei santuari dell' acropoli ma uti tardo-minoica o delle aree ad essa collegate,
lizzati anche per i riti sepolcrali della necropoli. sembrano essere i confronti per il pendaglio ad
anelli sovrapposti che insieme ai due modellini
I possibili confronti per questi oggetti sono, era stato rinvenuto 17.
come già abbiamo messo in rilievo nella prima
pubblicazione ad essi dedicata, di duplice ordi Al di là delle comparazioni tipologiche, che
ne. Da una parte, infatti, i due modellini ri ovviamente rimangono fondamentali, appare
chiamano, sia tipo logicamente sia, come vedre purtuttavia a questo punto di basilare impor
mo, per la loro possibile funzione, la classe dei tanza cercare di stabilire se fra i modellini cre
modellini di sacelli a pianta circolare che si ri tesi e quelli siciliani sia possibile istituire un
trovano a Creta dal periodo tardo-minoico III parallelo non solo relativo alle loro caratteristi
al protogeometric0 14 , al cui interno la presenza che di forma, ma anche per quanto attiene al
in qualche caso di una rappresentazione di di loro significato e alla loro funzione nel conte
vinità femminile dalle braccia alzate ne rende sto votivo; se cioè le due classi di oggetti possa
evidente la connotazione sacrale; dall'altra par no essere espressione, oltreché di un contatto
te, la presenza dell' ansa orizzontale permette un tipologico, anche di una somiglianza fra il cul
. significativo confronto con la classe delle to che per il tramite di essi si svolgeva nell'am
cosiddette "gabbie per rondini" di Cnosso e Fe biente cretese e quello, certo assai meno docu
stòs (Fig. l e), testimoniate a partire dall' età dei mentato, che aveva luogo nel santuario di Po
primi palazzi 15, oggetti la cui funzione, al di là lizzello e in altri consimili luoghi di culto del
delle variopinte interpretazioni che ne sono state l'area sicana.
fornite, appare oggi senz' altro, proprio grazie al A differenza di Creta, dove non si conserva
confronto con gli esemplari siciliani, parallela a no sacelli a pianta circolare, e dove la forma del
quella dei modellini di sacello a pianta rotonda 16. modello sembrerebbe essere-ma il condizio
nale è naturalmente d'obbligo - del tutto avul
sa della realtà e dotata forse solo di significati
13 DE MIRO, Polizze/Io, centro della Sikania cir., pp. 29-35. simbolici 18, i modellini siciliani sembrano in
14 Cfr. C. MAVRYANNAKl, Modelli fittili di costruzioni
circolari daLLa Creta minoica, in Studi Micenei Eg.-Anat., vece rispecchiare la realtà di autentiche costru
XV, ] 972, pp. 16] -] 70; R. HAGG, The Cretan Hut zioni. Sull'acropoli di Polizzello, infatti, i prin
Models, in Opuscula Atheniensia, XV1II, 1990, pp. 95-107;
R. MERSERAU, Cretan CyLindrical Models, in AfA, XCVII,
1993, pp. 1-47. 17 PALERMO, Materiali di tradizione cretese cit., p. 211,
15 Da ultimo cfr. D. LEVI - F. CARINCI, Festòs e la ci tav. XXVII, 4.
viltà minoica, II, 2, Roma 1988, pp. 258-259 tav. 110 a-d. 18 Vedi però anche MERSEREAU, C:retan CylindricaL Mo
16 Cfr. LA ROSA, Influenze di tipo egeo e protogreco cit., dels cit., pp. 4-9 Cipotizza una derivazione dalla forma della
p.38. pisside del TMIII).
38 Dario Palermo
cip ali edifici sacri di età arcaica sono appunto che possa derivare anch' esso dallo stesso con
delle costruzioni a pianta circolare che sembra cetto che aveva ispirato i più modesti modelli
no rispecchiare ancora in età storica la forma ni di Polizzello. La vocazione "processionale"
delle capanne dell'età del bronzo 19 . Le consue del modello di Sabucina è a nostro giudizio re
tudini religiose testimoniate dai ritrovamenti sa manifesta dalla presenza di apprestamenti
sulla Montagna di Polizzello si esprimono cioè per il trasporto 23 e dello stesso piedistallo, che
attraverso una doppia sopravvivenza: da una poteva servire per la medesima funzione.
parte, la forma architettonica della capanna, Non manca nella stessa Sabucina la rappre
reminiscenza di antiche strutture proprie del sen tazione del sacello rotondo "a capanna" tipo
l'ambiente locale, dall' altro la sua rappresenta Polizzello; vi si trova però situato al centro di
zione in miniatura, nella quale si conserva una una coppa emisferica senza anse, sulla quale
remoto uso cultuale di tradizione cretese. torneremo in seguito.
Se guardiamo poi alI'altro grande luogo di I modellini siciliani e quelli cretesi dividono
culto sicano oggi conosciuto, parzialmente pa quindi, oltre alla tipologia, l'importante carat
rallelo da un punto di vista cronologico a quel teristica dell'uso processionale. Va inoltre ricor
lo di Polizzello, e cioè il santuario di Sabucina, dato che, come a quelli siciliani, anche ai mo
anche in esso riusciamo ad identificare struttu dellini cretesi non era estranea una valenza fu
re e oggetti che riconducono a forme religiose neraria: all'interno di una tomba, infatti, è sta
del medesimo tipo. I sacelli sono anche in que to ritrovato quello che è forse 1'esempio più il
sto caso a pianta circolare, a volte dotati di un lustre della classe, il modello di Archanes 24
portichetto colonnato che costituisce forse un (Fig. 2, a), che ne è anche fra gli esemplari più
portato della coeva architettura templare tardi, potendosi datare al periodo Protogeome
greca 20 ; fra le deposizioni votive sono anche in trico B (Ila metà del IX sec. a.c.).
questo caso presenti dei modeHini di costruzio Lo stesso modello di Archanes, per la com
ni, i quali, anche se in parte diversi rispetto a plessità della scena che vi si trova rappresenta
quelli di Polizzello, dovevano certamente assol ta, è quello da cui si possono ricavare i maggio
vere alla medesima necessità cultuale. ri dati per l'interpretazione del significato di
Fra di essi possiamo ricordare un modellino questi oggetti. All'interno di esso, infatti, cosi
"a tenda" con due pro tomi di cavallo sulla come nel più antico esemplare della Spring
sommità 21 (Fig. 1, f), e soprattutto il grande e Chamber di Cnosso (Fig. 2, b), del T.M. III
notissimo modello di tempietto rettangolare 22 C 2 5, è collocata una figura femminile con le
(Fig. l, g), il quale, anche se rispecchia ormai braccia alzate, spiata da due individui sdraiati
un diverso e nuovo prototipo reale, ci sembra sul tetto insieme ad un animale.
Nell'interpretazione, che ci sembra di poter stesso gesto sacro conserva il ricordo inequivo
pienamente condividere, che R. Hagg e N. cabile, ridotto a simbolo astratto ma che conti
Marinatos hanno dato del modello di Archa nua purtuttavia a mantenere nella sua fredda
nes, si tratta di una scena di culto: i due fedeli aniconicità un qualche residuo di una origina
osservano nascosti 1'apparire, all'interno del sa ria sembianza umana.
celIo a pianta circolare, della divinità invocata Si tratta del famoso bronzetto "a tridente"28
nel corso di riti estatici; la dea appare nell' atto (Fig. 2, c) - anzi dei bronzetti, se è vero che
del levare in alto le braccia, gesto epifanico che più d'uno ne fu recuperato sulla Montagna di
nell'iconografia minoica del periodo T.M. III Polizzello insieme a quello del Museo di Calta
accompagna il momento in cui 1'essere divino nissetta 29 - per il quale è stato sempre d'obbli
si rivela ai suoi adoratori. go il confronto con gli idoletti a psi micenei,
Il modellino diveniva così una sorta di ta per lo schema complessivo della rappresenta
bernacolo portatile, per mezzo del quale era ri zione ma anche per il significativo dettaglio
cordato, simbolicamente o per rappresentazio della forma scampanata della base. Nelle sta
ne diretta, l'evento chiave, fulcro delle cerimo tuette micenee che ne costituiscono il confron
nie che si celebravano nei santuari maggiori, to più vicino permane ancora evidente l'aspet
dell' epifania divina. Esso veniva utilizzato pre to iconico, ma vi si può rintracciare, già avvia
valentemente in ambiti cultuali domestici 26 , to, il processo di astrazione simbolica che co
ma poteva anche accompagnare funzioni reli stituisce la caratteristica più evidente del bron
giose ufficiali o rituali funebri. La divinità ve zetto siciliano; e va detto che anch' esse rifletto
nerata è certamente la grande dea di Creta, si no senza dubbio le medesime credenze e i gesti
gnora della natura e artefice della sua annuale religiosi che hanno ispirato le figure divine dei
rinascita, stilizzata e resa icona, immagine del modellini cretesi.
l'evento sacro della sua apparizione fissato in CosÌ come a Polizzello, anche nel santuario
maniera simbolica dall'insistenza sul gesto del di Sabucina, accanto ai modellini si trova un og
. le braccia levate 27 . getto nel quale è riconoscibile una fortissima
Nei modellini siciliani sono quindi percepi componente cretese di età minoica: si tratta di
bili elementi di ideologia rituale che li avvici un bicchiere-rhytòn a corpo conico capovolto
nano a quelli cretesi, nell'uso processionale e proveniente dal sacello A (Fig. 2, d), pubblicato
nella valenza funeraria. Per essere considerati da E. De Miro 30 e per il quale V La Rosa ha in
del tutto paralleli a quelli minoici manca loro dicato gli stretti confronti con i prototipi cretesi
solamente l'associazione con il simbolo dell' e di età neopalaziale 31 . Anche in questo caso, si
pifania divina, con il gesto del levare le braccia tratta di un tipico contenitore per offerte e vaso
che a quell' evento sacro fa riferimento. Nulla si per libagioni usato prevalentemente in contesti
trova al loro interno, né esistono elementi, a processionali, che rientra quindi nello stesso
mia conoscenza, che possano far pensare che ambito di utilizzo rituale dei precedenti oggetti.
qualcosa vi sia mai stato collocato: dobbiamo
però ricordare che nello stesso centro di Poliz 28 V. LA ROSA, Bronzetti indigeni deLLa SiciLia, in Cro
zelIo è stato rinvenuto un oggetto che di quello nache, VIII, 196, pp. 19-20, n. 9, tav. VI; PALERMO, Poliz
ze/Io cit., p. 125, fig. 8b.
29 LA ROSA, Bronzetti cit., p. 15 nota 51.
26 MERSEREAU, Cretan Cyfindricaf Models cit., pp. 9-14. 30 E. DE MIRO, Nuovi santuari cit., p. 102 tav. XXII, l.
27 Sullo stretto collegamento fra l'uso del modellino e 31 LA ROSA, Nuovi ritrovamenti e sopravvivenze egee
il culto della dea con le braccia levate cfr. MERsEREAu, Cre cit., p. 83, fìgg. 7-8; vedi anche lo., Influenze di tipo egeo
tan Cy!indrica! ModeLs cit., pp. 17-21. cit., p. 38.
40 Dario /'/J/prn>n
medesimo concetto rimanda a nostro Karfì 36 2, g), che mostra applicata al cen
giudizio anche un oggetto costituisce tro della vasca la della dea con le
un imprescindibile dell'attrezzatura dlLA:tU,-. I kalathoi siciliani esprimono a nostro
essere trasportato
contempo un capace di
offerte che tutt'attorno ad esso nArp,,,,, essere
disposte.
questo caso rappresentazl0m edifici a
q uali il rapporto con
è assai evidente, e
delle anse
questo caso pensare una facile
è trasportabilità. Il modellino in caso non
profonda senza anse, spesso sta al centro una coppa, ma di un grappolo
con applicazioni in forma serpenti coppette e collegare
o corna di consacrazione. na all' altra, la cui fa senza
significativo ci sembra nostri fini il dubbio alla di contenitori di numero
con un kalathos proveniente da se e variate che venivano disposte
al modellino. si vede,
permanenza
e di arredi
ancora all' età del bronzo,
e ai quali non è certamente estranea una com
ponente di cretese. L originaria SIconservano
intuizione, che ci aveva permesso di riconosce risalenti alla media e
età del bronzo,
nell' ar
and Home Cìtft in Minoan chitettura funeraria. di Sant'Angelo
Cretan Hut-Models
p,45.
Minoan III Period in
42 Appare in quesco cerramente ridunivo, e
Town, and Home non utile all'interpretazione di il tentati
vo di le tipologie dei modellini al solo
notare che l'uso del kernos in fun;do ambiente siciliano: R. La prob/.emati
ne rituale è testimoniato in ambiente sicano, insieme ad dei sacelli circolari del santuario sicano di Polizze/lo, in
un modellino a circolare nel già citato sacello arcai Riv. XI, pp. 1.3-24.
co di Colle Colle Madore pp. 119 43 Sui quali vedi and Home Cult
121, figg, 132-134. cito
42
••
a • c
d e
Fig. l - a, b, c) Siracusa, Museo. Modellini e pendaglio fi[[ili da Polizzello (scavi Orsi); d) Caltanisse[[a, Museo. Modellini
fi[[i1i da Polizzello (scavi De Miro) ; e) Iraklion, Museo. Modellino fi[[ile da Cnosso (da EVANS, Palace o/Minos II); f, g) Cal
tanisse[[a, Museo. ModeJlino "a tenda" e sacello fittili da Sabucina.
I modellini di edifici a pianta circolare da Polizzello e la tradizione cretese nei santuari dell'area sicana 45
li CENT.; b
Fig. 2 - a, b) Iraklion, Museo. Modellini fittili con immagine di dea dalle braccia alzate da Archanes e dalla Spring Chamber
di Cnosso (da EVANS, Palace 01Minos II); c) Caltanissetta, Museo. Statuetta bronzea a tridente da Polizzello; d) Caltanissetta,
Museo. Rython fittile da Sabucina; e) Iraklion, Museo. Kernos fittile dall'acropoli di Gorryna; f) Marianopoli, Museo. Cop
pa fittile con modellino di capanna, da Polizzello (scavi 2000); g) Iraklion, Museo. Kalathos fittile con immagine di dea dalle
braccia alzate, da Karfl (da MOLLER KARPE, Vom Anfang Roms).