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DARIO PALERMO

I modellini di edifici a pianta circolare


da Polizzello
- -e la tradizione cretese
.

nei santuari dell ~ area sicana

Estratto da
CRONACHE DI ARCHEOLOGIA

1997

UNIVERSITÀ DI CATANIA -) STITUTO DI ARCHEOLOGIA


"
I modellini di edifici a pianta circolare da Polizzello
e la tradizione cretese nei santuari dell' area sicana

DARIO PALERMO

Più di venti anni fa, studiando i materiali erano stati di volta in volta riconosciuti come
che provenivano dagli scavi inediti condotti da di origine genericamente egea o micenea senza
Paolo Orsi sulla Montagna di Polizzello, rico­ ulteriore possibilità di individuarne una più
nobbi fra di essi la presenza di alcuni oggetti, precisa ascendenzé.
fino a quel momento isolati nel contesto della Il riconoscimento di elementi di origine
Sicilia indigena, nei quali mi sembrava che si cretese nella Sicilia indigena recava natural­
potessero identificare gli ultimi esiti di una tra­ mente con sé la necessità di sfuggire ad una
dizione la cui origine si poteva rintracciare nel­ precisa insidia metodologica, già in quella oc­
l'ambiente cretese di periodo minoico 1. casione segnalata 5; e cioè che questi elementi
Veniva in questa maniera per la prima volta non testimoniassero in realtà il ricordo di un
individuata una componente di specifica origi­ antico contatto fra le due isole risalente all' età
ne cretese nella Sicilia indigena2 ; fino ad allora, del bronzo, ma costituissero invece un risultato
infatti, gli elementi di tradizione o sopravvi­ della presenza in Sicilia della componente cre­
venza egea, che pure vi erano stati segnalati in tese dei fondatori di Gela. È infatti noto che
proporzioni significative, tanto da costituire un nella Creta di età storica possono ancora essere
vero e proprio tratto distintivo dell'ambiente operanti e riconoscibili tradizioni culturali, re­
culturale indigeno, soprattutto per quel che ri­ ligiose e artistiche la cui origine risale all'Età
guarda l'area centro-meridionale dell'isola 3 , del Bronzo 6 .
Questa possibilità può essere esclusa sola-
I Cfr. D. PALERMO, Materiali di tradizione cretese a Poliz­
zello, in Antichità Cretesi. Studi in onore di D. Levi, II, Catania VIII, 1969, pp.33-46; cfr. anche lo., Influenze di tipo egeo
1978, pp. 208-212, tav. XXVII, 1-3, 2; lo., Polizzello, in e protogreco in Sicilia, in Kokalos, XXXIX-XL, 1993-94,
Contributi alla conoscenza dell'età delferro in Sicilia (Cronache, pp. 37-39.
XX, 1981), Catania 1983, p. 112, nn. 74-75, tav. XLI; vedi 4 Cfr. E. DE MIRO, Il miceneo nel territorio di
già Atti III Convegno Int.di Studi sulla SiciLia antica, Palermo Agrigento, in Atti e Mem. deL I Congr. int. di Micenologia, I,
1976 (in Koka/os, XXII-XXIII, 1976-77), pp. 645-646. Roma 1968, pp. 73-80; LA ROSA, Frammento da Capodar­
2 Escludiamo naturalmente, per la loro totale inatten­ so cit.; lo., Nuovi ritrovamenti e sopravvivenze egee nella Si­
dibilità, i confronti con materiali cretesi proposti dal Mos­ cilia meridionale, in S. TUSA - M. MARAZZI (edd.), Traffici
so per ceramiche di Sant'Angelo Muxaro: cfr. A. Mosso, micenei nel Mediterraneo, Taranto 1986, pp. 79-88.
Una tomba preistorica a Sant'Angelo Muxaro nella provincia 5 PALERMO, Materiali di tradizione cretese cit., pp. 211­
di Girgenti, in Memorie della Reale Accademia delle Scienze 212.
di 7òrino, s. II, LlX, 1909, pp. 421-432. 6 Cfr. D. LEVI, Continuità della tradizione micenea nel­
3 V. LA ROSA, Un frammento fittile da Càpodarso e iL L'arte greca arcaica, in Atti e Mem. del I Congr. int. di Mice­
problema delle sopravvivenze micenee in Sicilia, in Cronache, nologia, I, Roma 1968, pp. 185-212.
Dario

mente Si possa che si tratta


dalla stessa Polizzello o da ambienti
di materiali e tradizioni non presenti nella
vicini. Un modellino capanna simile provie­
Creta di età tardo e orientalizzante,
ne infatti da vi era stato rinvenuto
o qualora si abbia a con materiali indi­ p. Orlandini, e è stato
certamente al 690-89 a.C,
blicato V. Rosa 9 . Di recente, Vassallo
della fondazione di Gela. Diverso è il proble­ ha segnalato un oggetto dello stesso rTP,np,'p
ma qualora si nell'ambiente indige­ che se di tipologia diversa,
no siciliano decorativi o
nuto di un sacello a rettan­
le quali sia possibile nel centro indigeno Colle Madore lO
~1"'."''''-1'''' una derivazione dal repertorio cretese territorio di Lercara Friddi, a non
alla fondazione di distanza dalla Montagna di Polizzello. Ma so­
Gela; caso, questi possono esse­ prattutto, altri dello stesso sono
re senz'altro ritenuti un portato dell'influenza stati rinvenuti nella stessa corso
della produzione colonia rodio-cretese scavi ivi condotti da De Miro ll .
sull' artigianato della indigena7. tratta almeno due esemplari 1, d), di
Gli fornirono per forma tutto uguale a quelli
ste precisazioni erano modellini fittili edi­ si, ma quelli
ficio a pianta circolare (Fig. l , a-b), connotati una ricca decorazione dipinta 12.
come tali dalla di una apertura rettan­ le
di un caso mento di questi i
una '-'VLU"""" biapicata e sulla due dall'Orsi provenivano dall'area
'-''-''~''''''lV orizzontale, un pendaglio Montagna di Polizzello, laddo­
sovrapposti l, c). Questi oggetti, ve 1 di De pOI rI­

l'-'d.Ll\J,,, .... locale è con cer­


""V~VLa..L."V"'''' incisa impressa di tipo
9 P. in Fasti Arch. XVI, 1961, n.
erano stati rinvenuti all'interno di ROSA, Nuovi ritrovamenti 82, 3; Cfr. ID.,
un deposito votivo, all'interno polnzioni delln Sicilia: Sicani, in Italia om­
di un sacello a pianta rettangolare; il deposito nium terrarum parens, Milano 1989, 91.
lO S. VASSALLO, Colle Madore. Un caso di ellenizzazione
comprendeva oltre essi altre ceramiche, in terrasicana, Palermo 1999, pp. 117-118, 129-130.
profonda senza anse. Insieme 11 Vedi E. DE Polizzello, centro In
Quad. Messina, pp. I; Eredità ell'elì-mZ­
SI oggetti di cenee ed alto arcaismo in Sicilia. Nuove in tran­
zioso avori e ambre e una sizione dal miceneo all'alto arcaismo. Dal palnzzo alln città,
greca coloniale databile nel VII secolo a.Cs Roma 1991, pp. 593-617; Gli "indigeni" delln Sicilia
centro-meridionale, in Kokalos, XXXIV-XXXV, 1988-89,
Dopo la pubblicazione di questi r.",[)'pttl pp. 19-46; lo., L'organizzazione abitativa e dello spazio nei
del tipo se ne sono centri delle valli del Salso e del in
Grecia e stato degli studi di ricerca,
sina 1999, pp. 188-191; G. Necropoli dei cen­
tri indigeni delln Valle del Plntani: tipologie,
7 Rientrano in questa casistica molti materiali prove­ rituali, pp. 195-197.
nienti da Butera (centro in cui sono anche tradi­ 12 DE MIRO, Polizzello, centro delln Sikania cir., p. 38,
zioni funerarie di cretese di storica: cfr. G. RIz- tavv. XIII, 5; 6. Altri frammenti di dello Stesso
ZA, La necropoli di e i ravtJor'tt ancora inediti, insieme a numerosi di na­
età protoarcaica, in Kokalos, A.t'1..A-/\J'1..A1 scavi da noi nella
70) Polizzello, e da altri centri della ~Ia ru
interna. ,-"'-"FU". di Caltanissetta nella persona dott.ssa Ro­
8 ru-c.rum.h Polizzello p.145. nell'area sacra della Montagna di Polizzello.
J modellini di edifici a pianta circolare da Polizzello e la tradizione cretese nei santuari dell'area sicana 37

velato la presenza di un'altra grande area I modellini di Polizzello sono, proprio come
sacra 13, diversa però da quella nella quale era le "gabbie", caratterizzati da una facile traspor­
compreso il sacello all'interno del quale Orsi tabilità che li rende adatti ad un utilizzo di ti­
rinvenne i due modeHini, i nuovi esemplari so­ po processionale: peculiarità che non manca
no stati rinvenuti invece nella necropoli, nei nemmeno nei modelli tardo minoici, in alcuni
depositi votivi antistanti alla tomba 5 a grotti­ dei quali sono presenti anse o un bottone di
cella artificiale. Da questi rinvenimenti esce presa, che ne suggeriscono un uso caratterizza­
certamente rafforzato il riconoscimento di una to dalla possibilità del trasporto.
funzione sacrale di questi oggetti, legati certo al Altrettanto univoci, in direzione della Creta
culto ufficiale dei santuari dell' acropoli ma uti­ tardo-minoica o delle aree ad essa collegate,
lizzati anche per i riti sepolcrali della necropoli. sembrano essere i confronti per il pendaglio ad
anelli sovrapposti che insieme ai due modellini
I possibili confronti per questi oggetti sono, era stato rinvenuto 17.
come già abbiamo messo in rilievo nella prima
pubblicazione ad essi dedicata, di duplice ordi­ Al di là delle comparazioni tipologiche, che
ne. Da una parte, infatti, i due modellini ri­ ovviamente rimangono fondamentali, appare
chiamano, sia tipo logicamente sia, come vedre­ purtuttavia a questo punto di basilare impor­
mo, per la loro possibile funzione, la classe dei tanza cercare di stabilire se fra i modellini cre­
modellini di sacelli a pianta circolare che si ri­ tesi e quelli siciliani sia possibile istituire un
trovano a Creta dal periodo tardo-minoico III parallelo non solo relativo alle loro caratteristi­
al protogeometric0 14 , al cui interno la presenza che di forma, ma anche per quanto attiene al
in qualche caso di una rappresentazione di di­ loro significato e alla loro funzione nel conte­
vinità femminile dalle braccia alzate ne rende sto votivo; se cioè le due classi di oggetti possa­
evidente la connotazione sacrale; dall'altra par­ no essere espressione, oltreché di un contatto
te, la presenza dell' ansa orizzontale permette un tipologico, anche di una somiglianza fra il cul­
. significativo confronto con la classe delle to che per il tramite di essi si svolgeva nell'am­
cosiddette "gabbie per rondini" di Cnosso e Fe­ biente cretese e quello, certo assai meno docu­
stòs (Fig. l e), testimoniate a partire dall' età dei mentato, che aveva luogo nel santuario di Po­
primi palazzi 15, oggetti la cui funzione, al di là lizzello e in altri consimili luoghi di culto del­
delle variopinte interpretazioni che ne sono state l'area sicana.
fornite, appare oggi senz' altro, proprio grazie al A differenza di Creta, dove non si conserva­
confronto con gli esemplari siciliani, parallela a no sacelli a pianta circolare, e dove la forma del
quella dei modellini di sacello a pianta rotonda 16. modello sembrerebbe essere-ma il condizio­
nale è naturalmente d'obbligo - del tutto avul­
sa della realtà e dotata forse solo di significati
13 DE MIRO, Polizze/Io, centro della Sikania cir., pp. 29-35. simbolici 18, i modellini siciliani sembrano in­
14 Cfr. C. MAVRYANNAKl, Modelli fittili di costruzioni
circolari daLLa Creta minoica, in Studi Micenei Eg.-Anat., vece rispecchiare la realtà di autentiche costru­
XV, ] 972, pp. 16] -] 70; R. HAGG, The Cretan Hut­ zioni. Sull'acropoli di Polizzello, infatti, i prin­
Models, in Opuscula Atheniensia, XV1II, 1990, pp. 95-107;
R. MERSERAU, Cretan CyLindrical Models, in AfA, XCVII,
1993, pp. 1-47. 17 PALERMO, Materiali di tradizione cretese cit., p. 211,
15 Da ultimo cfr. D. LEVI - F. CARINCI, Festòs e la ci­ tav. XXVII, 4.
viltà minoica, II, 2, Roma 1988, pp. 258-259 tav. 110 a-d. 18 Vedi però anche MERSEREAU, C:retan CylindricaL Mo­
16 Cfr. LA ROSA, Influenze di tipo egeo e protogreco cit., dels cit., pp. 4-9 Cipotizza una derivazione dalla forma della
p.38. pisside del TMIII).
38 Dario Palermo

cip ali edifici sacri di età arcaica sono appunto che possa derivare anch' esso dallo stesso con­
delle costruzioni a pianta circolare che sembra­ cetto che aveva ispirato i più modesti modelli­
no rispecchiare ancora in età storica la forma ni di Polizzello. La vocazione "processionale"
delle capanne dell'età del bronzo 19 . Le consue­ del modello di Sabucina è a nostro giudizio re­
tudini religiose testimoniate dai ritrovamenti sa manifesta dalla presenza di apprestamenti
sulla Montagna di Polizzello si esprimono cioè per il trasporto 23 e dello stesso piedistallo, che
attraverso una doppia sopravvivenza: da una poteva servire per la medesima funzione.
parte, la forma architettonica della capanna, Non manca nella stessa Sabucina la rappre­
reminiscenza di antiche strutture proprie del­ sen tazione del sacello rotondo "a capanna" tipo
l'ambiente locale, dall' altro la sua rappresenta­ Polizzello; vi si trova però situato al centro di
zione in miniatura, nella quale si conserva una una coppa emisferica senza anse, sulla quale
remoto uso cultuale di tradizione cretese. torneremo in seguito.
Se guardiamo poi alI'altro grande luogo di I modellini siciliani e quelli cretesi dividono
culto sicano oggi conosciuto, parzialmente pa­ quindi, oltre alla tipologia, l'importante carat­
rallelo da un punto di vista cronologico a quel­ teristica dell'uso processionale. Va inoltre ricor­
lo di Polizzello, e cioè il santuario di Sabucina, dato che, come a quelli siciliani, anche ai mo­
anche in esso riusciamo ad identificare struttu­ dellini cretesi non era estranea una valenza fu­
re e oggetti che riconducono a forme religiose neraria: all'interno di una tomba, infatti, è sta­
del medesimo tipo. I sacelli sono anche in que­ to ritrovato quello che è forse 1'esempio più il­
sto caso a pianta circolare, a volte dotati di un lustre della classe, il modello di Archanes 24
portichetto colonnato che costituisce forse un (Fig. 2, a), che ne è anche fra gli esemplari più
portato della coeva architettura templare tardi, potendosi datare al periodo Protogeome­
greca 20 ; fra le deposizioni votive sono anche in trico B (Ila metà del IX sec. a.c.).
questo caso presenti dei modeHini di costruzio­ Lo stesso modello di Archanes, per la com­
ni, i quali, anche se in parte diversi rispetto a plessità della scena che vi si trova rappresenta­
quelli di Polizzello, dovevano certamente assol­ ta, è quello da cui si possono ricavare i maggio­
vere alla medesima necessità cultuale. ri dati per l'interpretazione del significato di
Fra di essi possiamo ricordare un modellino questi oggetti. All'interno di esso, infatti, cosi
"a tenda" con due pro tomi di cavallo sulla come nel più antico esemplare della Spring
sommità 21 (Fig. 1, f), e soprattutto il grande e Chamber di Cnosso (Fig. 2, b), del T.M. III
notissimo modello di tempietto rettangolare 22 C 2 5, è collocata una figura femminile con le
(Fig. l, g), il quale, anche se rispecchia ormai braccia alzate, spiata da due individui sdraiati
un diverso e nuovo prototipo reale, ci sembra sul tetto insieme ad un animale.

23 ORLANDINI, L'espansione di Gela cit., p. 103, tav.


19 DE MIRO, Polizze/lo centro de/la Sikania cit., pp. 29­ XXVII, 1.
33, fig. 5. 24 Cfr. S. ALEXJOU, Protogeometrikos naiskos tis Silloghis
20 E. DE MIRO, Nuovi santuari ad Agrigento e a Sabuci­ lamalaki, in Kprrc. Xpov., IV, 1950, pp.441-462; da ulti­
na, in Il tempio greco in Sicilia. Architettura e culti (Crona­ mi R. HAGG - N. MARINATOS, The GiamaLakis Mode!
che, xv, 1976), pp. 100-104. ftom Archanes: Between the Minoan and the Greek World, in
21 LA ROSA, Le popolazioni della Sicilia cit., fig. 87. La transizione dal miceneo aLl'aLto arcaismo. Dal palazzo alla
22 Cfr. P. ORLANDINI, L'espansione di Gela nella Sicilia città, Roma 1991, pp. 301-308.
centro-meridionale, in Kokalos, VIII, 1962, pp. 103-106, 25 A. EVANS, The Palace 01Minos at Knossos, II, l, Lon­
tavv. XXVII-XXVIII; Id., Sabucina, in Arch. Class., :XV, don 1928, pp. 128-133, figg. 63-64; HAGG, Cretan Hut­
1963, tavv. XXVII-XXVIII; LA ROSA, Le popolazioni della Models cit., p. 106, n. lO, fig. lO; MERSEREAU, Cretan Cy­
Sicilia ci t., fig. 88. Lindrical Models cit., pp. 37-39, fìgg. 25-27.
I modellini di edifici a pianta circolare da Polizzello e la tradizione cretese nei santutlri dell'area siCantl 39

Nell'interpretazione, che ci sembra di poter stesso gesto sacro conserva il ricordo inequivo­
pienamente condividere, che R. Hagg e N. cabile, ridotto a simbolo astratto ma che conti­
Marinatos hanno dato del modello di Archa­ nua purtuttavia a mantenere nella sua fredda
nes, si tratta di una scena di culto: i due fedeli aniconicità un qualche residuo di una origina­
osservano nascosti 1'apparire, all'interno del sa­ ria sembianza umana.
celIo a pianta circolare, della divinità invocata Si tratta del famoso bronzetto "a tridente"28
nel corso di riti estatici; la dea appare nell' atto (Fig. 2, c) - anzi dei bronzetti, se è vero che
del levare in alto le braccia, gesto epifanico che più d'uno ne fu recuperato sulla Montagna di
nell'iconografia minoica del periodo T.M. III Polizzello insieme a quello del Museo di Calta­
accompagna il momento in cui 1'essere divino nissetta 29 - per il quale è stato sempre d'obbli­
si rivela ai suoi adoratori. go il confronto con gli idoletti a psi micenei,
Il modellino diveniva così una sorta di ta­ per lo schema complessivo della rappresenta­
bernacolo portatile, per mezzo del quale era ri­ zione ma anche per il significativo dettaglio
cordato, simbolicamente o per rappresentazio­ della forma scampanata della base. Nelle sta­
ne diretta, l'evento chiave, fulcro delle cerimo­ tuette micenee che ne costituiscono il confron­
nie che si celebravano nei santuari maggiori, to più vicino permane ancora evidente l'aspet­
dell' epifania divina. Esso veniva utilizzato pre­ to iconico, ma vi si può rintracciare, già avvia­
valentemente in ambiti cultuali domestici 26 , to, il processo di astrazione simbolica che co­
ma poteva anche accompagnare funzioni reli­ stituisce la caratteristica più evidente del bron­
giose ufficiali o rituali funebri. La divinità ve­ zetto siciliano; e va detto che anch' esse rifletto­
nerata è certamente la grande dea di Creta, si­ no senza dubbio le medesime credenze e i gesti
gnora della natura e artefice della sua annuale religiosi che hanno ispirato le figure divine dei
rinascita, stilizzata e resa icona, immagine del­ modellini cretesi.
l'evento sacro della sua apparizione fissato in CosÌ come a Polizzello, anche nel santuario
maniera simbolica dall'insistenza sul gesto del­ di Sabucina, accanto ai modellini si trova un og­
. le braccia levate 27 . getto nel quale è riconoscibile una fortissima
Nei modellini siciliani sono quindi percepi­ componente cretese di età minoica: si tratta di
bili elementi di ideologia rituale che li avvici­ un bicchiere-rhytòn a corpo conico capovolto
nano a quelli cretesi, nell'uso processionale e proveniente dal sacello A (Fig. 2, d), pubblicato
nella valenza funeraria. Per essere considerati da E. De Miro 30 e per il quale V La Rosa ha in­
del tutto paralleli a quelli minoici manca loro dicato gli stretti confronti con i prototipi cretesi
solamente l'associazione con il simbolo dell' e­ di età neopalaziale 31 . Anche in questo caso, si
pifania divina, con il gesto del levare le braccia tratta di un tipico contenitore per offerte e vaso
che a quell' evento sacro fa riferimento. Nulla si per libagioni usato prevalentemente in contesti
trova al loro interno, né esistono elementi, a processionali, che rientra quindi nello stesso
mia conoscenza, che possano far pensare che ambito di utilizzo rituale dei precedenti oggetti.
qualcosa vi sia mai stato collocato: dobbiamo
però ricordare che nello stesso centro di Poliz­ 28 V. LA ROSA, Bronzetti indigeni deLLa SiciLia, in Cro­
zelIo è stato rinvenuto un oggetto che di quello nache, VIII, 196, pp. 19-20, n. 9, tav. VI; PALERMO, Poliz­
ze/Io cit., p. 125, fig. 8b.
29 LA ROSA, Bronzetti cit., p. 15 nota 51.

26 MERSEREAU, Cretan Cyfindricaf Models cit., pp. 9-14. 30 E. DE MIRO, Nuovi santuari cit., p. 102 tav. XXII, l.

27 Sullo stretto collegamento fra l'uso del modellino e 31 LA ROSA, Nuovi ritrovamenti e sopravvivenze egee

il culto della dea con le braccia levate cfr. MERsEREAu, Cre­ cit., p. 83, fìgg. 7-8; vedi anche lo., Influenze di tipo egeo
tan Cy!indrica! ModeLs cit., pp. 17-21. cit., p. 38.
40 Dario /'/J/prn>n

medesimo concetto rimanda a nostro Karfì 36 2, g), che mostra applicata al cen­
giudizio anche un oggetto costituisce tro della vasca la della dea con le
un imprescindibile dell'attrezzatura dlLA:tU,-. I kalathoi siciliani esprimono a nostro

di culto santuan In quanto parere un concetto del tutto anziché


meno uno, Intero, da Sabucina32 , il la dea con le braccia portano infatti
di un sul la rappresentazione della capanna a
di Ravanusa 33 , e circolare, che dea costituiva la
Po!izzello34 . tratta della già sen­ mora, come
35
za anse a vasca profonda al centro della quale . visto: la
è un modellino capanna di quesro caso metaforicamente il della di­
che richiama r aspetto dei vinità abita, e ne il medesimo
2, f). simbolico e
del al centro di Ma vi è, nel san­
senza dubbio

essere trasportato
contempo un capace di
offerte che tutt'attorno ad esso nArp,,,,, essere
disposte.
questo caso rappresentazl0m edifici a
q uali il rapporto con
è assai evidente, e
delle anse
questo caso pensare una facile
è trasportabilità. Il modellino in caso non
profonda senza anse, spesso sta al centro una coppa, ma di un grappolo
con applicazioni in forma serpenti coppette e collegare
o corna di consacrazione. na all' altra, la cui fa senza
significativo ci sembra nostri fini il dubbio alla di contenitori di numero­
con un kalathos proveniente da se e variate che venivano disposte
al modellino. si vede,

32 DE MIRO, NU01Ji santuari CiL,


33 A. in Greci e
tHimera. Scalli a Monte Saraceno di Messina anche in
61, n. 32. non può avere
MIRO, Polizzeflo ciL, p. 33. Numerosi altri esem­
frammentari al medesimo tipo sono ve­
nuti in luce nelle citate esplorazioni del 2000, di pros­ vinità, dimostrando una contiguità

dagli scavi Or­


si a Polizze Il o fu rinvenuto un di vaso dello stes­ in Annual
so ma senza al cenno della vasca (cfr. PA­ Brith. Sch.
LERMO, Polizzello 112, n. 76, [avo XLI). Si tratta 37 D.
certamente di un che doveva rivestire nel con­ Annuario,
testo cultuale una a quella dei vasi con la 31; HAGG,

capanna REAU, Cretan cÌL, pp.

a pianta circolare l'M',,,",,,"OIl'' e la tradizione cretese nei santuari dell'area sicana 41

stretta con gli esemplari cretese nei due modelli­


ineludibile. Vi è però un confermata ed
porterebbe il
metodologica di cui
all'inizio: essi sono cioè comunemente datati
orien talizzante 38 . r"flHH','~ opi­
cronologica, tuttavia, non ad una caSlOne
attenta delle di mo OggI ~h,,,A~AL
questi oggetti: forma del modellino, decorazio­ inserendo i modellini siciliani in un più ampio
ni dipinte, tipologia che contesto di e consuetudini religiose che
il kernos, un possibile riscontro
nel del Bronzo, e
tendo con ogni in modo in quelli delle ultime fasi
terno del TM IIIC, della civiltà
peraltro larghe caso di materiali ed usanze
acropoli di Gortyna 39 . del VII secolo,
cioè a buon diritto e Cl la presenza cretese
strarlo con maggiore in una sede più e quando in HH<<:'",,'~'
opportuna - in quel complesso attrezzature presi m esame, non sono
cultuali cretesi della Bronzo 40 con ormai profondamente tra­
le quali i materiali di e di Sabucina e vanno certamente co­
trovano il loro più me il . nell'ambiente appartato
Sicilia interna, di usi generati da un
I contatto i due ambienti ormai estinti

permanenza
e di arredi
ancora all' età del bronzo,
e ai quali non è certamente estranea una com­
ponente di cretese. L originaria SIconservano
intuizione, che ci aveva permesso di riconosce­ risalenti alla media e
età del bronzo,
nell' ar­
and Home Cìtft in Minoan chitettura funeraria. di Sant'Angelo
Cretan Hut-Models
p,45.
Minoan III Period in
42 Appare in quesco cerramente ridunivo, e
Town, and Home non utile all'interpretazione di il tentati­
vo di le tipologie dei modellini al solo
notare che l'uso del kernos in fun;do­ ambiente siciliano: R. La prob/.emati­
ne rituale è testimoniato in ambiente sicano, insieme ad dei sacelli circolari del santuario sicano di Polizze/lo, in
un modellino a circolare nel già citato sacello arcai­ Riv. XI, pp. 1.3-24.
co di Colle Colle Madore pp. 119­ 43 Sui quali vedi and Home Cult
121, figg, 132-134. cito
42

dispersi nell'interno dell'isola


III Carnico e la morte del
appare da mento dell'isola di un cretese,
tro che il protrarsi stonca quello delle Madri, che trovava il suo centro
delle manifestazioni culturali nella media e principale nel santuario di era
all'inizio della il largamente diffuso le
do, cioè, nel dell'isola. La
tesi di V. La Rosé 4, si può '-'n<Lv''''.... rea è confermata anche
tivo di Sikanie per l'intera isola di Ciceroné 9, il si
fattore unificante tutta la una divinità, la Grande Madre dell'Ida, e
nel territorio sÌcano si sono conservate non es­ non molte accomunate Diodoro sotto il
sendo soggette, cosÌ come nome cumulativo di Madri.
parte orientale dell'isola, reale esistenza di un culto cretese dedi­
menti di origine cato alle Metéres nell'isola dell'Egeo, del quale si
modificato ptofondamente le era a lungo dubitato data la mancanza di atte­
Il riaffiorare di . in luogo, è d'altra parte venuta
in contesti documentazione da una epigrafe di III sec.
altri conservativi, il Eleutherna, recentemente pubblicata 50 .
degli usi religiosi e 1'ambito Il culto siciliano delle Madri, che
così sorprendere, ma si romana costituiva una componente
rama generale di conservativismo del panorama religioso dell'isola,
sce forse il tratto più caratteristico delle certamente nel novero di quei culti di divinità
festazioni culturali delle popolazioni di della natura che, provenendo spes­
della Sicilia indigena46 . sostrato indigeno siculo o sicano, carat­
Particolare interesse ha comunque religiosità della Sicilia lll­
quadro la constatazione del permanere di ...... ,,, .... v,,.· in genere nella predilezione
menti cretesi proprio nella sfera del sacro. o altre figure femminili divine o
trovano, infatti, una significativa trovano infine la manifestazione
nei dati della tradizione U'-Vuu'­ venerazione che nu­

come viene tramandata soprattutto da dell'isola per la figura di


ro Sicul0 47 • mena.
Ricorda infatti lo storico agirino di PolizzeIlo e Sabuci­
al venuti in Sicilia con e III un am-
è tutto indigeno, appena sfiora­
to dal contatto, sotto forma di afflusso di og­
Jn
cilia
45 Per funeraria dell'area sicana e i suoi """ill\.« della presenza cretese in Sicilia
con cfr. E TOMASELLO, Le tombe a tholos Sant'Angelo Muxaro e la tradizio­
Sicilia centro-meridionale (Cronache, XXXIV-XXXV, ne dei cretesi in in Natura mito e storia nei regno si­
Catania 1997. cano di Muxaro 1999, pp. 91-97.
Cfr. D. Tradizione indigena e apporti 49 Verr. 186.
nelle culture delta Sicilia centro-meridionale: il caso 50 E. STAVRIANOPOULOU, Der Materes-Kult in
in R. LEIGHTON (ed.), Early Societies Eleutherrta und der Meteres-Kuit in Engyon: ein gemeinsa­
,wvu"vu 1996, p. 153. mer in Parola del Passato, XLVIII, 1993, pp.
76-80. 161­
I modellini di edifici circolare da rotzzzeuo e la traazz:zor.!e cretese nei dell'area sicana 43
. ..
getti preZlOSl, con
della costa e soprattutto con Gela
scono così per noi un prezioso incunabolo cretese
la religiosità della antica, prima duce a
ne del
ancora t"lprrpt"I dell'isola di
44 Dario Palermo

••
a • c

d e

Fig. l - a, b, c) Siracusa, Museo. Modellini e pendaglio fi[[ili da Polizzello (scavi Orsi); d) Caltanisse[[a, Museo. Modellini
fi[[i1i da Polizzello (scavi De Miro) ; e) Iraklion, Museo. Modellino fi[[ile da Cnosso (da EVANS, Palace o/Minos II); f, g) Cal­
tanisse[[a, Museo. ModeJlino "a tenda" e sacello fittili da Sabucina.
I modellini di edifici a pianta circolare da Polizzello e la tradizione cretese nei santuari dell'area sicana 45

li CENT.; b

Fig. 2 - a, b) Iraklion, Museo. Modellini fittili con immagine di dea dalle braccia alzate da Archanes e dalla Spring Chamber
di Cnosso (da EVANS, Palace 01Minos II); c) Caltanissetta, Museo. Statuetta bronzea a tridente da Polizzello; d) Caltanissetta,
Museo. Rython fittile da Sabucina; e) Iraklion, Museo. Kernos fittile dall'acropoli di Gorryna; f) Marianopoli, Museo. Cop­
pa fittile con modellino di capanna, da Polizzello (scavi 2000); g) Iraklion, Museo. Kalathos fittile con immagine di dea dalle
braccia alzate, da Karfl (da MOLLER KARPE, Vom Anfang Roms).

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