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FORO DI CESARE

Il Foro di Cesare fu il primo dei Fori Imperiali di Roma creato per ampliare gli spazi del precedente Foro
Romano, onde ampliare il centro politico, amministrativo e religioso di Roma, diventato ormai caotico e
insufficiente per le dimensioni dell'Urbe e il numero dei suoi abitanti. Purtroppo Giulio Cesare potè regnare
meno di un paio d'anni, in cui progettò mille riforme, sia civili che urbanistiche, il tutto bruscamente interrotto
dal suo assassinio, anche se il tutto fu proseguito dal successore Ottaviano, che aveva grande rispetto e
ammirazione per il genio dello zio. Se in meno di due anni Cesare aveva fatto tanti progetti, viene da pensare
a quante intelligenti iniziative avrebbe potuto ancora prendere se il suo regno fosse durato di più, purtroppo i
geni sono spesso invidiati e soppressi da chi non è in grado di capirli. Cesare decise per prima cosa di dotare il
Foro di una grande piazza intitolata a suo nome, che fu inaugurata nel 46 a.c., l’ultimo giorno delle celebrazioni
per il suo trionfo, poi arricchita da Augusto. A differenza del Foro Romano si trattava di un progetto urbanistico
studiato a tavolino: una piazza con portici sui lati lunghi e con al centro del lato di fondo il tempio dedicato a
Venere Genitrice, da cui Giulio Cesare raccontava discendesse la sua gens, attraverso Iulo, il progenitore della
gens Iulia, figlio di Enea, a sua volta figlio di Venere.

LA STORIA

L'area del complesso era stata utilizzata, in epoca precedente alla fondazione di Roma, nel XII-XI secolo a.c.
come necropoli, con tombe a pozzetto rinvenute negli ultimi scavi. Il che dimostra come già all’epoca vi fossero
in loco villaggi stabili, In età repubblicana vi erano sorti numerosi edifici per lo più privati, con pochi resti visibili,
tra cui un pozzo del VI secolo a.c. con parti di intonaci e dipinti di una domus tardo repubblicana. Da una lettera
di Cicerone all'amico Attico, si sa che già nel 54 a.c. era stato incaricato da Cesare, allora impegnato nelle
guerre galliche, che già era evidentemente certo di vincere, di acquistare terreni in un'area adiacente al Foro
romano per la realizzazione di una piazza, la cui area doveva arrivare fino all'Atrium Libertatis. Solo l'acquisto
dei terreni venne a costare la cifra enorme di 60 milioni di sesterzi, ma si sa anche che Cesare comprò con i
suoi soldi questi terreni, facendo un gran dono all'Urbe. Un atteggiamento che Cesare confermerà nel suo
testamento in cui destinò una grossa somma ai cittadini di Roma, una elergizione che non poteva essere di
autocelebrazione visto che sarebbe avvenuta dopo la morte. I lavori veri e propri iniziarono tra il 51 - 48 a.c.,
con la vittoria della battaglia di Farsalo, che poneva fine alla guerra civile, e in cui venne decisa la dedica del
tempio a Venere Genitrice, a cui Cesare aveva fatto voto prima della battaglia. La contemporanea ricostruzione
della Curia, affidatagli dal senato dopo l'incendio del 52 a.c., gli consentì lo spostamento dal tradizionale
orientamento rituale della Curia a quello della nuova piazza, in un nuovo piano regolatore. Peraltro la
ricostruzione prevedette anche una nuova pavimentazione e decorazioni interne. Nel 46 a.c. vi fu
l'inaugurazione del tempio e della piazza, che tuttavia doveva essere ancora in parte incompleta e venne
terminata poi da Augusto, come egli stesso narrò nelle Res Gestae, dopo la morte di Cesare. Un intervento di
rifacimento si ebbe per ordine di Traiano e un notevole restauro venne realizzato per ordine di Diocleziano
dopo l'incendio del 283 d.c.

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