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Il Foro di Augusto è uno dei Fori Imperiali di Roma, il secondo in ordine cronologico, dopo quello di Cesare.
Era largo 118 m., esedre comprese e lungo 125 m. La vista di oggi non rende l'idea della sua grandezza,
schiacciata com'è da vie ed edifici moderni. Il Foro infatti si estendeva molto più verso ovest, al di sotto
dell'attuale Via dei Fori Imperiali. Disposto perpendicolarmente al Foro di Cesare, ne riprese la pianta, con
una piazza porticata sul cui lato breve dominava il tempio di Marte Ultore, inaugurato nel 2 a.c., che
poggiava su un muro perimetrale alto ben 30 m., ancora conservato a tutt'oggi, destinato a separare il Foro
dalla Subura. Dietro i portici laterali si aprivano ampie esedre, semicircolari e coperte. Di fronte al portico
settentrionale una sala accoglieva la statua colossale di Ottaviano che guidava una quadriga trionfale.
LA STORIA
DESCRIZIONE
Il Foro era delimitato da un imponente muro in tufo e peperino dell'altezza di 30 m., con blocchi di peperino
e pietra gabina a vista, con tre marcapiani in blocchi di travertino, per separarlo dal retrostante quartiere
della Subura, soggetto a frequenti incendi. Lungo questo muro, ai lati del tempio di Marte Ultore, si aprivano
due ingressi secondari: quello più a nord a tre fornici, quello più sud (Arco dei Pantani) ad un solo fornice. Il
dislivello tra la Subura e il Foro più basso era coperto da due scalinate. La piazza, rettangolare, era
fiancheggiata da due portici ed era occupata sul fondo dal maestoso tempio di Marte. Il muro aveva una
pianta irregolare, adattata all'andamento degli antichi condotti fognari e della viabilità preesistente della
Suburra (oggi ricalcata dalla via della Salita del Grillo). Alla base delle scale furono eretti gli archi trionfali
dedicati nel 19 d.c. a Druso Minore (ne restano frammenti dell'iscrizione) e a Germanico per la vittoria sugli
Armeni.