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A
CASA BErtOLi - AQViLEiA
NtiCHitÀ
LtOAdriAtiCHE – volume LXXXVii
i SiStEMi
di SMALtiMENtO
dELLE ACQUE
NEL MONdO
ANtiCO
a cura di
Maurizio Buora
Stefano Magnani
EditrEg 20181
I SISTEMI DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE
NEL MONDO ANTICO
Aquileia, Sala del Consiglio Comunale e Casa Bertoli (6-8 aprile 2017)
a cura di Maurizio Buora e Stefano Magnani
Iniziativa
realizzata in collaborazione con
e con il sostegno di
2
CENTRO DI ANTICHITÀ ALTOADRIATICHE
CASA BERTOLI - AQVILEIA
A NTICHITÀ
LTOADRIATICHE
Rivista fondata da Mario Mirabella Roberti
e diretta da Giuseppe Cuscito
LXXXVII
volume
Direttore responsabile:
Giuseppe Cuscito
Comitato scientifico:
Fabrizio Bisconti, Jacopo Bonetto, Rajko Bratož, Giovannella Cresci Marrone, Heimo Dolenz,
Sauro Gelichi, Francesca Ghedini, Giovanni Gorini, Arnaldo Marcone, Robert Matijašić, Emanuela
Montagnari Kokelj, Gemma Sena Chiesa
I testi sono stati sottoposti per l’approvazione all’esame del Comitato di redazione e a peer-review di due
referenti esterni, nella forma del doppio anonimato.
La proprietà letteraria è riservata agli autori dei singoli scritti.
La rivista non assume responsabilità di alcun tipo circa le affermazioni e i giudizi espressi dagli autori.
In copertina: Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” di Udine, Fondo Principale Ms. 853a, Leopoldo Zuccolo,
Antichità di Aquileia Giulio Carnico e Grado, f. VII, c. 413, n. 51 (su gentile concessione della Biblioteca
Civica “Vincenzo Joppi” di Udine, che si ringrazia).
Le immagini di proprietà dello Stato italiano provenienti dal territorio regionale sono state pubblicate su concessione del MiBACT
- Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia -
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e del MiBAC - Polo Museale del Friuli Venezia Giulia.
L’autorizzazione alla pubblicazione delle altre immagini è stata concessa dagli aventi diritto.
È vietata ogni l’ulteriore riproduzione e duplicazione con ogni mezzo senza l’autorizzazione degli aventi diritto.
4
Editoriale
5
6
Premessa
Cristiano Tiussi
Direttore della Fondazione Aquileia
7
INDICE
Gemma Jansen, Preface. Modern and Roman Feelings about Sewers ......... p. 13
2. Il caso aquileiese
Alka Starac, Smaltimento delle acque nelle terme pubbliche nel quartiere
di San Teodoro a Pola attraverso i secoli ................................................... » 153
Veronica Groppo, Elena Pettenò, Giovanna Maria Sandrini, La cloaca
nell’area archeologica della cosiddetta “Porta Urbis” a Iulia Concordia:
i piccoli manufatti di legno ........................................................................ » 171
8
Alessandra Armirotti, Giordana Amabili, Gwenaël Bertocco, Maurizio
Castoldi, Lorenza Rizzo, Le terme del Foro di Augusta Praetoria: mate-
riali da un condotto di scarico ................................................................... p. 191
Silvia Pellegrini, Giovanna Bosi, Donato Labate, Stefano Lugli, Il siste-
ma di smaltimento e distribuzione delle acque a Mutina in rapporto
all’assetto idrogeologico del territorio ...................................................... » 209
Anna Rita Marchi, Michele Matteazzi, Ilaria Serchia, Il sistema di smal-
timento delle acque a Parma in epoca romana: nuovi dati dallo scavo di
Via del conservatorio ................................................................................. » 225
Marianna Bressan, Giovanna Maria Sandrini con un contributo di Silvia
Cipriano, Altino romana. Studi sui sistemi di smaltimento delle acque .... » 237
Sandro Colussa, L’impianto fognario di Forum Iulii (Cividale del Friuli) » 251
Rosanina Invernizzi, Le fognature romane di Pavia. Una revisione alla luce
delle indagini archeologiche ...................................................................... » 259
Ermanno Arslan, Fulvia Butti, Chiara Niccoli, Luca Pintaudi, Liliana
Sanvito, La cisterna di Biassono (MB) e le cisterne romane lombarde ... » 265
4. Roma
9
5. Italia centrale e meridionale
10
6. Realtà mediterranee e provinciali
11
5. Italia centrale e meridionale
436
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Premessa
Questo contributo vuole illustrare in via preliminare alcuni aspetti relativi al fun-
zionamento del sistema di smaltimento e distribuzione delle acque nelle terme centrali di
Aquinum (Castrocielo - FR), un comparto territoriale che vede storicamente nell’acqua
l’elemento identitario più significativo.
Lo scavo del complesso termale, avviato nel 2009, è ancora in corso. La campagna di
scavo del 2017 (la 9a) ha fornito nuovi elementi per comprendere il funzionamento dei vari
ambienti in rapporto alle condotte idriche venute alla luce. L’insieme dei dati è comunque in
fase di elaborazione ed è inevitabile, durante ogni fase di studio, che sopraggiungano nuove
riflessioni, aggiunte, ripensamenti. Per tale ragione i risultati qui presentati non hanno la
pretesa di essere definitivi, ma vanno intesi come una costruzione di ipotesi in divenire.
567
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
3
Ad oggi è stata coperta dalle prospezioni una superficie di circa 10 ha.
4
Le prospezioni sono state effettuate in collaborazione con colleghi del Laboratorio di Archeolo-
gia dei Paesaggi dell’Università di Siena e dal CNR ITABC.
5
Ceraudo, Murro 2016.
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LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
Fig. 2. L’area di proprietà comunale in rapporto al perimetro dell’area urbana (foto aerea: G. Ceraudo).
e ad E del teatro e del c.d. Edificio Absidato, dai quali, in antico, era separata dal cardo
maximus, denominato per convenzione via Montana. Una serie di indagini preliminari
hanno preceduto le campagne di scavo, condizionando l’impostazione e la posizione delle
aree poi portate alla luce. In linea con la consolidata metodologia di ricerca del LabTAF, si
è innanzitutto proceduto ad una completa esplorazione archeologica del territorio mediante
la sistematizzazione e l’aggiornamento costante dei dati da ricognizione, della fotogramme-
tria finalizzata all’archeologia - anche attraverso applicazioni specialistiche della fotografia
aerea verticale ed obliqua -, del rilievo e analisi dei monumenti e, più di recente, con rico-
gnizioni aeree a bassa quota mediante Aeromobili a Pilotaggio Remoto 6 – sia multirotori
che ad ala fissa –, con prospezioni geofisiche 7 e con la sperimentazione di nuove tecniche
di “processing” degli aerofotogrammi 8.
A partire dai dati acquisiti sul campo dal 2009, ad Aquinum sono state condotte nove
campagne di scavo archeologico che hanno permesso di riportare alla luce le strutture di un
edificio termale di estremo interesse per dimensioni, ricchezza decorativa e articolazione
degli ambienti. Il complesso termale è del tipo cosiddetto “pompeiano”: costituisce cioè
un blocco architettonico interamente inserito all’interno di un isolato, delimitato a N e a S
6
Ferrari, Guacci, Merico 2017, pp. 66-68.
7
Ceraudo, Piro, Zamuner 2011, pp. 127-138.
8
Murro 2015, pp. 69-81.
569
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
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LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
da due grandi decumani basolati paralleli a N alla via Latina, convenzionalmente chiamati
“Via del Teatro” il primo e “Via delle Terme” il secondo. Coerentemente con la viabilità
urbana di Aquinum (fig. 3) 9, le strutture sono disposte secondo un doppio orientamento
(E-O e NO-SE). La presenza di orientamenti duplici, che ritroviamo anche in complessi
pompeiani ed ostiensi, se da un lato evidenzia una organizzazione rigida dei vani subordi-
nata ad un impianto stradale preesistente, dall’altro permette di comprendere meglio l’or-
ganizzazione spaziale delle opere di ampliamento, evidenti nel settore E dell’area di scavo,
opere che hanno inoltre portato ad una rifunzionalizzazione ed a modifiche planimetriche
di alcuni ambienti. Da quanto evinto dai dati di scavo e dall’analisi delle strutture, il com-
plesso sembra essere costituito da un imponente blocco centrale, dove si concentrano gli
ambienti caldi e dove sono posizionati i praefurnia, e da due ali laterali per gli ambienti
freddi, le latrinae e gli ambienti di servizio a margine. Risultano ad oggi scavati oltre 80
vani, distribuiti su una superficie di circa 1 ettaro. Tali dimensioni, notevolissime, tuttavia
non rappresentano ancora la totalità del monumento, che ha ad oggi limiti certi solo sui lati
settentrionale, meridionale ed occidentale (fig. 4).
L’ampliamento dell’area di scavo verso O a partire dal 2015 ha portato al riconosci-
mento di un ambiente che presenta una serie di pilastri in laterizio ancora parzialmente
intonacati, interpretabili come un portico d’ingresso principale. Gli altri accessi alle terme
finora individuati con certezza sono tre: uno meridionale, al quale si accedeva da una strada
in basoli scuri di certo collegata alla via Latina, e due nel settore N, lungo la monumentale
“via delle Terme”. La presenza di due grandi frigidaria, uno nel blocco orientale ed uno in
quello occidentale con la monumentale iscrizione dedicatoria delle terme di cui si dirà più
avanti, rende sicura l’ipotesi di un utilizzo simultaneo del complesso da parte di uomini e
donne. Nel frigidarium orientale, merita particolare attenzione la presenza di una seconda
iscrizione musiva 10 collocata all’interno di una tabula ansata con l’attestazione di due
notabili locali: Caius Plotius Albanus e Caius Mevius Festus.
Anche le porzioni centrali e occidentali del complesso hanno restituito importanti
testimonianze relative all’apparato decorativo pavimentale, caratterizzato da pregevoli
raffigurazione a tema marino, inquadrabili nell’ambito della metà del II secolo d.C. 11. I
soggetti scelti per la decorazione musiva di questo periodo, riferibile ad una seconda fase
di monumentalizzazione ed ampliamento del complesso, prediligono raffigurazioni di
questo genere, associati a soggetti esotici. Vediamo questa tendenza decorativa, abbastanza
comune per l’epoca, anche nel symplegma erotico che caratterizza la latrina occidentale
(fig. 5), oltreché nel grande ambiente riscaldato maschile, a S del laconicum. L’ambiente,
caratterizzato dalla presenza di tappeti musivi raffiguranti tritoni, grifi e pantere marine, è
arricchito dalla presenza di un rinoceronte che si distingue, rispetto ai suoi omologhi, per il
notevole realismo anatomico (fig. 6) 12.
Di notevole rilievo sono le scoperte relative al monumentale frigidarium maschile. Lo
scavo dell’ambiente ha evidenziato la presenza di un mosaico geometrico a fondo scuro, in
571
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Fig. 5. Particolare del mosaico della latrina delle Fig. 6. Particolare del mosaico con il rinoceronte
terme (foto G. Murro). rinvenuto nel plesso maschile delle terme (foto
G. Murro).
tessere di leucitite, e crocette bianche disposte in maniera regolare e bordato da una fascia
bianca. Nel settore centrale presenta un emblema quadrangolare, anch’esso caratterizzato
da una cornice bianca, con all’interno una decorazione musiva mista a crustae marmoree
policrome. La decorazione inquadrava probabilmente una fontana o una vasca, di cui sono
rimaste solo le tracce di spoliazione. Al centro vi è un riquadro lungo il lato E dell’ambien-
te, è stata trovata un’iscrizione 13 racchiusa all’interno di una tabula, realizzata a tessere
nere su fondo bianco che recita:
M·VECCIVS·M·F·ĪĪ·VIR·QVINQ [ITE]R·BALNEVM·VIRILE·ET·MVLIEBR·CRYPTA
M·PALAEST / ORNAMENTA·DE·SVA·P[ECV]NIA·FACIVNDA·CVRAVIT
Il rinvenimento riveste notevole importanza, sia per gli aspetti prosopografici che per
la ricostruzione degli spazi del complesso termale. L’iscrizione parla da sé e ci racconta
di come Marcus Veccius, figlio di Marco, duoviro quinquennale per la seconda volta, pro-
Fig. 7. Particolare dell’iscrizione musiva rinvenuta nel frigidarium maschile (foto e rilievo G. Murro).
13
Ceraudo, Molle, Nonnis c.s.
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LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
mosse a proprie spese la costruzione delle terme maschili e femminili, della palestra, della
crypta 14 e dell’apparato decorativo (fig. 7). Il testo, oltre a certezza all’ipotesi dell’esistenza
di due distinti settori, maschile e femminile, cita anche la palestra, effettivamente rinvenuta
durante la campagna di scavo: un enorme spazio aperto caratterizzato da un portico colon-
nato e canalette perimetrali, posto a S del complesso degli ambienti termali veri e propri.
Quattro colonne superstiti in marmo sono state rinvenute nei livelli di abbandono di questo
settore, disposte l’una accanto all’altra per essere probabilmente trasportate e riutilizzate
altrove.
Il complesso termale si colloca cronologicamente tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi
del I secolo d.C. Intorno alla metà del II secolo d.C. alcune parti del monumento subirono
delle modifiche, in alcuni casi forse connesse a esigenze di carattere strutturale. Nel corso
del IV secolo d.C., assistiamo ad una graduale attività di spoliazione che si intensifica
soprattutto nel secolo successivo, indirizzata principalmente all’asportazione dei marmi
e delle condutture in piombo. La diminuzione drastica di materiali ascrivibili al V secolo
d.C. lascia pensare ad un complesso oramai abbandonato. Nel corso del VI e VII secolo
alcuni gli ambienti vengono utilizzati come aree cimiteriali 15, verosimilmente a carattere
familiare, in un tessuto urbano ormai ruralizzato. Allo stato attuale delle ricerche, sembra
che in alcune delle porzioni indagate l’utilizzo dell’edificio si interrompa proprio in questo
momento. In limitatissime parti sono state riconosciute attività riconducibili a funzioni di
tipo abitativo, indiziate da focolari e fosse, databili al XIII-XIV secolo come evidenziato
dai reperti ceramici recuperati.
L’uso dell’acqua
Nonostante la più che eloquente onomastica della città, la presenza di iati geomor-
fologici indicativi e di sorgenti ben distribuite su tutto il territorio, allo stato attuale delle
indagini non si hanno dati sufficienti per affrontare un discorso definitivo sulla gestione
dell’acqua ad Aquinum, pur non mancando elementi significativi relativi ad acquedotti,
cisterne 16 e pozzi (questi ultimi numerosi in area urbana e in parte ancora funzionanti). Nel
caso delle terme è stato comunque possibile approntare una prima ricostruzione dell’arti-
colazione del sistema idraulico sottostante il complesso, grazie ai dati di scavo in costante
aggiornamento, all’esplorazione diretta e all’ausilio di strumenti di video ispezione come un
“rov” sperimentale a controllo remoto 17 (fig. 8). Come tutti gli edifici termali, anche quello
14
Per i vari significati del termina crypta vd. Coarelli 1973, pp. 9-21.
15
Murro 2017, pp. 309-316.
16
Alcune cisterne, non più visibili e ubicate a N di Porta S. Lorenzo, sono state analizzate da Giu-
liani 1964, pp. 46-49. Un altro imponente serbatoio, conservatosi perché inglobato in un edificio ottocente-
sco, è posto invece sul versante occidentale dei laghi aquinati. Una recente analisi, corredata da interessanti
osservazioni sul percorso dell’acquedotto aquinate, è opera di Gaetano Vincenzo Pelagalli, cui vanno sentiti
ringraziamenti per aver illustrato le sue ipotesi con grande disponibilità. Per l’analisi del manufatto si veda
Pelagalli 2016, pp. 33-42.
17
Il mezzo, radio e filoguidato, è munito di una fotocamera frontale “full hd” montata su testa mobile
a controllo remoto e luci led sulle parti anteriore e posteriore. Il prototipo nasce da un’idea di G. Murro e dalla
necessità di ispezionare dettagliatamente le condotte aquinati. L’intero sistema è basato sulla piattaforma Ar-
duino ed è stato sviluppato dal “team” di ingegneri della Neutech srl di Mogliano Veneto (TV).
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Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Fig. 8. ROV sperimentale Neu- Fig. 9. Ubicazione delle condotte idriche rinvenute nelle terme.
tech utilizzato per l’esplorazione
delle condotte fognarie del com-
plesso termale (foto G. Murro).
aquinate aveva un complesso sistema di gestione delle acque. L’insieme degli impianti di
adduzione, distribuzione e smaltimento, naturalmente collegato allo schema architettonico
degli ambienti e dei percorsi, era parte fondamentale della progettazione dell’intero com-
plesso e si raccordava a quello del resto della città.
I dati emersi vedono la presenza di un reticolo sotterraneo articolato: un complesso di
ramificazioni che non poteva prescindere da necessarie opere di presa da un lato, e da un
impianto fognario di primo ordine dall’altro (fig. 9).
Per quanto concerne il prelievo dell’acqua nell’area scavata delle terme di Aquinum
sono stati individuati finora soltanto due pozzi (fig. 10), entrambi localizzati nella parte
occidentale del complesso. Uno di questi, profondo quasi 5 m, è posto nella porzione
occidentale dello scavo, subito al di fuori dell’ingresso O del complesso termale. Rivestito
in bozze di travertino grossolanamente squadrate e caratterizzato da una vera costituita
da un dolio tagliato nella parte mediana, aveva una profondità sufficiente a raggiungere
le circolazioni idriche sotterranee, che in questo comparto del Lazio meridionale presen-
tano quote piuttosto superficiali (fig. 11). Un secondo pozzo è invece posto ad O della
latrina ed immediatamente a S di “via delle Terme”. Parzialmente rasato, risulta in parte
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LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
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Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
calpestio 18. Della tubazione, una fistula duodenaria del diametro di circa 5,5 cm, sono state
trovate tre distinte porzioni tra loro giuntate e si conserva per una lunghezza complessiva
di oltre 4 m (fig. 13). Durante la campagna di scavo 2017 è stata individuata un’ulteriore
fistula ottonaria, posta al di sotto del basolato stradale, ma non ancora scavata. Proprio in
questo settore è possibile osservare come il basolato stradale sia interferito anche da tagli,
non ancora indagati, ma di certo relativi alla posa di tubazioni in piombo poste a quote dif-
ferenti rispetto alla condotta sottostante la strada e prive di collegamento con quest’ultima.
Dovevano, invece, raccordarsi alla fistula che correva sotto la crepidine meridionale di “via
delle Terme”. Il numero delle tubazioni e la loro posizione in questo settore lascia ritenere
verosimile la presenza di un grande serbatoio a nord del complesso termale e funzionale al
blocco maschile delle terme. La probabile presenza di strutture di raccolta e distribuzione
idrica intorno al complesso è indiziata anche dai risultati dell’ultima campagna di indagini:
sul margine meridionale dello scavo, infatti, sono emersi alcuni lacerti murari caratterizzati
dalla presenza abbondante di malta idraulica. La disposizione dei muri è radiale rispetto
ad un ipotetico centro (non scavato
e al momento al di sotto del piano di
campagna). Sulla scorta di queste carat-
teristiche tecnico-costruttive, e vista la
Ritroviamo soluzioni analoghe anche in esempi pompeiani, come nel caso del tratto orientale di
18
via degli Augustali e in quello del marciapiede in corrispondenza dell’insula II-2, vedi Nappo 2002, pp.
102-104.
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Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Fig. 17. Il sistema di adduzione e smaltimento dell’acqua nel frigidarium maschile (foto G.Murro, elab.
3D I. Ferrari).
578
LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
della rete viaria. All’interno dell’area delle terme è stato notato come le stesse fondazioni
dei muri fungano anche da pareti delle gallerie principali. Lo sviluppo planimetrico del
complesso ipogeo è ancora in gran parte da chiarire e la sua conoscenza va di pari passo con
le operazioni di scavo. Non conoscendo ancora la posizione di ulteriori pozzi e cisterne, non
è al momento possibile distinguere con certezza la funzione dei cunicoli. Dal punto di vista
costruttivo sono distinguibili due bracci principali orientati secondo la struttura urbanistica
della città: ha orientamento E-O il lungo cunicolo, recentemente esplorato in un punto, che
corre al di sotto del decumano delle terme. Esso raccoglieva le acque reflue della latrina, ma
anche quelle provenienti da collettori a caduta. La rimozione di alcuni basoli in due distinti
settori ha permesso un’analisi dei dettagli costruttivi della cloaca (fig. 18). È stato possibile
individuare in un punto l’estradosso della condotta che dalla latrina scaricava nel collettore
principale E-O. A protezione delle coperture dei condotti sono presenti bozze in calcare e
travertino di medie dimensioni e grossolanamente squadrate (fig. 19). Una seconda apertura
nel manto stradale ha invece evidenziato i dettagli interni del condotto al di sotto del decu-
mano ed assiale ad esso (fig. 20). Il manufatto è composto da due spallette in muratura e
da una volta in cementizio e pietrame. L’utilizzo abbondante di ciottoli fluviali ed elementi
in calcare, più numerosi rispetto
al pezzame di travertino locale,
rende l’insieme della struttura
estremamente solido. Il cervello
Fig. 19. Estradosso della copertura della Fig. 20.Collettore fognario sotto via delle
condotta di scarico dalla latrina al braccio Terme (foto G. Murro).
fognario principale sotto via delle Terme
(foto G. Murro).
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Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Fig. 23. Il frigidarium femminile e i pozzi di ispezione della fogna passante lungo il lato O (foto G.
Murro).
580
LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
dell’archivolto di copertura è in questo punto fortemente disassato rispetto alla sua ideale
linea di chiave e spostato verso S. Per tale motivo è più corretto definire tale copertura come
un arco asimmetrico o rampante. Di grande importanza è la stratigrafia del riempimento del
collettore, analizzato e campionato per l’intera colonna stratigrafica. La ceramica rinvenuta
conforta la scansione in fasi già proposta per il complesso, con i materiali più tardi databili
principalmente nel III e IV secolo d.C., con la pressoché totale assenza di materiali di epoca
successiva (fatta eccezione per un puntale di anfora forse attribuibile al V secolo d.C.)
È interessante notare come il decumano a N delle terme (a differenza di quello a S del
complesso) non presenti tracce relative a canalizzazioni laterali di raccolta. L’eventualità di
allagamenti frequenti venne superata con la costruzione di alti marciapiedi e con l’allesti-
mento di un passaggio pedonale costituito da massi piatti e rialzati, con interspazi funzio-
nali al passaggio dei carri. Antesignana delle moderne “zebre”, ritroviamo tale soluzione
anche in casi, ben più noti, di Pompei ed Alba Fucens (fig. 21).
Il secondo braccio principale, orientato NO-SE, passa subito ad O del frigidarium.
Quest’ultimo risulta per buona parte interrato, ma in antico doveva configurarsi come una
condotta alta e percorribile. Un’apertura nel pavimento, ad NO dello stesso frigidarium ne
ha permesso una prima analisi costruttiva (fig. 22). In questo punto, dove si incontrano tre
bracci della rete fognaria, si trova un largo pozzo d’ispezione quadrangolare (un altro è
presente poco più a S), in origine coperto da un lastrone in travertino, ancora visibile seppur
non più nella sua posizione originaria (fig. 23). Da qui parte un braccio E-O, percorribile
per circa 4 m. Alto circa 0,80 m, misura in larghezza 0,60 m. La copertura, in calcestruzzo, è
in alcuni punti pseudo-trapezoidale, in altri a cappuccina. Alle gettate in cementizio si alter-
nano tratti coperti in lastre
di travertino locale, indi-
catore di interventi seriori
di restauro/ripristino o più
probabilmente funzionali
all’ispezione ed alla puli-
zia delle condotte (fig. 24).
Di minore grandezza è un
cunicolo di scarico orienta-
to in senso N-S e posto ad
una quota maggiore rispet-
to agli altri. Il manufat-
to sfrutta le fondazioni in
reticolato delle murature e
si differenzia rispetto agli
altri menzionati per dimen-
sioni (largo circa 0,30 m)
e per la copertura, fatta in
lastre di travertino locale
(fig. 25).
Il tratto NO-SE si pre-
senta interrato nel tratto ini-
ziale per poi divenire per-
corribile. Conservato per Fig. 24. Condotta fognaria a NO del frigidarium femminile.
581
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Il più grande ambiente dell’intero complesso è un grande spazio aperto destinato alla
palestra. Questa è caratterizzata da una canalizzazione perimetrale parzialmente in situ 19 e
da tre vasche quadrangolari distribuite lungo l’asse mediano del lato lungo. Delle tre solo
quella centrale sembra avere la funzione di raccolta vera e propria: più antica delle altre
e costruita in blocchi di travertino locale, è fisicamente collegata ad uno scarico orientato
in senso nord sud che aveva il compito di convogliare le acque all’interno del condotto
fognario (rinvenuto a partire dalla campagna di scavo 2016) che correva lungo il lato N
della palestra con orientamento E-O. È stato possibile analizzare la cavità in due distinti
punti, nel settore NO della palestra e più recentemente (con la campagna di scavo 2017)
nell’angolo NE della stessa. Entrambi i tratti, larghi circa 0,50m, presentano una copertura
a cappuccina in cementizio e spallette in opera laterizia. Si tratta di uno dei bracci princi-
pali della rete fognaria del complesso. Raccoglieva le acque meteoriche provenienti dalle
canalette perimetrali della palestra (fig. 27), raccordandosi al braccio fognario che corre in
direzione NO-SE.
19
La canalizzazione è conservata per intero sul lato orientale. Sul lato meridionale risulta parzial-
mente spoliata, mentre sul lato occidentale è del tutto mancante, ma ricostruibile dalle fosse di spoliazione.
Gli elementi in negativo sembrano chiarire la direzione delle operazioni di un’asportazione incompiuta,
iniziata dall’angolo NO ed interrottasi a circa la metà del lato meridionale.
582
LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
La latrina
Nel settore occidentale delle terme è stata rinvenuta una delle latrinae dell’impianto.
Di forma rettangolare, essa presenta un mosaico bicromo raffigurante una scena in ambiente
nilotico con symplegma erotico al centro 20.
Lo stato di conservazione della latrina permette di comprenderne con estrema facilità
il funzionamento, con la posizione e la direzione degli scarichi. Gli elementi relativi alle
sedute, in stato di crollo, sono stati rinvenuti quasi in toto all’interno del condotto perime-
trale dell’ambiente, che correva lungo i lati E e N dello stesso (fig. 28). Sulla parete O un
20
La raffigurazione è tessere nere di leucitite su fondo bianco di palombino. Una bordura in tessere
scure inquadra la rappresentazione: in un ambiente fluviale sono disseminati un’anatra, un coccodrillo, una
testuggine e altri animali non meglio identificabili. Al centro campeggia una piroga che ha la prua a forma
di testa di asino, con una bulla al collo. Sull’imbarcazione si trovano dei pigmei: una coppia è impegnata
in una scena amorosa: la donna, tenendo un ventaglio in mano, si volge a guardare il compagno che ha una
mezza anfora come copricapo. A poppa si trova un altro pigmeo armato di scudo e mazza, intento ad allon-
tanare un coccodrillo che si avvicina minacciosamente. A prua, ai remi, vi è una figura con il capo coperto
da una maschera che evoca il dio Anubi, dalla testa di sciacallo. Il mosaico, di buona tecnica esecutiva, tro-
va confronti soprattutto con casi ostiensi e potrebbe essere datato nel II secolo d.C. Cfr. Ceraudo, Vincenti
2015, pp. 257-266.
583
Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Conclusioni
21
Alcuni dati in ambito extraurbano, riferibile alla regimentazione delle risorse idriche nella parte
occidentale dell’agro aquinate, sono in Bellini 2012, pp. 553-559.
22
Nisio, Scapola 2005, pp. 228-230.
584
LE TERME CENTRALI DI AQUINUM: PRIMI DATI SUL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ACQUA
BIBLIOGRAFIA
Ager Aquinas 2004 = Ager Aquinas. Aereotopografia archeologica lungo la valle dell’antico Liris, a cura
di G. Ceraudo, Marina di Minturno.
Bellini 2012 = G. R. Bellini, L’ager di Aquinum: ricerca e tutela 2010, in Lazio e Sabina 8, Roma, pp.
553-559.
Cagiano de Azevedo 1949 = M. Cagiano De Azevedo, Aquinum (Aquino), Roma.
Ceraudo 1999 = G. Ceraudo, Il contributo dell’aerofotogrammetria per la ricostruzione dell’impianto
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Giuseppe Ceraudo, Giovanni Murro
Riassunto
Gli scavi nelle terme centrali di Aquinum (Castrocielo - FR), avviati nel 2009 e giunti alla decima cam-
pagna, rappresentano un importante punto di approdo di un lungo percorso di ricerca a cura del LabTaf
dell’Università del Salento. Il complesso termale, costruito verso la fine del I secolo a.C. ed abbandonato
definitivamente nel V secolo d.C., vede una nuova fase di occupazione come area cimiteriale nel VI e VII
secolo d.C. L’attività di ricerca ha permesso la definizione delle varie fasi dell’edificio e la comprensione
di alcuni aspetti relativi al funzionamento del sistema di smaltimento e distribuzione delle acque nelle
diverse porzioni del complesso.
Parole chiave: topografia antica; aerofotogrammetria; scavo archeologico; terme romane; sistemi idraulici;
approvvigionamento idrico.
Abstract
The central Aquinum baths: first data on the water management system
The excavations in the central baths of Aquinum (Castrocielo - FR), started in 2009 and reached the
tenth campaign, represent an important point of arrival for the research conducted by the LabTaf of the
University of Salento. The public baths, built at the end of the 1st century B.C. and finally abandoned in
the 5th century A.D., have a new phase of occupation as cemetery area in the 6th and 7th century A.D. The
research activity allowed the definition of the various phases of the building and the understanding of some
aspects related to the functioning of the system of disposal and distribution of water in the various parts
of the complex.
Giuseppe Ceraudo
Università del Salento
giuseppe.ceraudo@unisalento.it
Giovanni Murro
Università del Salento
giomurro@hotmail.com
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