Le iscrizioni
con funzione didascalico-esplicativA
Committente, destinatario,
contenuto e descrizione delloggetto
nellinstrvmentvm inscriptvm
Atti del VI INCONTRO INSTRvMENTA INSCRIPTA
Aquileia (26-28 marzo 2015)
a cura di Maurizio Buora e Stefano Magnani
NTICHIT
LTOADRIATICHE
LXXXIII
volume
Antichit Altoadriatiche
Centro di Antichit Altoadriatiche
ISSN 1972-9758
Direttore responsabile:
Giuseppe Cuscito
Comitato scientifico:
Fabrizio Bisconti, Jacopo Bonetto, Rajko Brato, Giovannella Cresci Marrone, Heimo Dolenz,
Sauro Gelichi, Francesca Ghedini, Giovanni Gorini, Arnaldo Marcone, Robert Matijai, Emanuela
Montagnari Kokelj, Gemma Sena Chiesa.
La propriet letteraria riservata agli autori dei singoli scritti ed i testi sono stati sottoposti, per lapprovazione, allesame di referenti e del Comitato di redazione. La rivista non assume responsabilit di alcun
tipo circa le affermazioni e i giudizi espressi dagli autori.
Le immagini di propriet dello Stato italiano sono state pubblicate su concessione del MiBACT - Dipartimento per i Beni Culturali
e Paesaggistici - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia - Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia ed vietata lulteriore riproduzione e duplicazione con ogni mezzo senza lautorizzazione della
Soprintendenza.
Editoriale
Il Centro di Antichit Altoadriatiche da sempre stato presente e
attivo nella valorizzazione e nella promozione del patrimonio epigrafico
aquileise: cos, a partire dal Duemila, ha sostenuto la pubblicazione di due
guide di alto livello scientifico destinate ad accompagnare i visitatori del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e del Museo Paleocristiano di
Monastero: al primo dedicato il volume 50 della rivista, curato dal compianto Giovanni Lettich; al secondo il volume 3 della serie Monografie
curato da Giuseppe Vergone, sotto la guida di chi scrive.
Il volume 4 della serie Monografie, curato da Fulvia Mainardis e
intitolato Iulium Carnicum. Storia ed epigrafia, costituisce, invece, un esaustivo aggiornamento alle conoscenza epigrafiche della citt carnica.
Il Centro ha inoltre avviato una campagna di schedatura e documentazione fotografica del patrimonio epigrafico paleocristiano aquileiese
conservato presso i depositi del Museo Archeologico Nazionale, ancora
in larga parte inedito.
Immediata perci stata la decisione di accogliere tra i numeri della
rivista gli Atti del VI Incontro Instrumenta Inscripta (Aquileia, 26-28
marzo 2015), organizzato da Maurizio Buora, Stefano Magnani e Paola
Ventura. Il volume che ne uscito ha confermato la bont della scelta: contiene 37 relazioni (oltre alla presentazione di Gino Bandelli degli Atti del
precedente incontro) distribuite su oltre 580 pagine, ricche di qualit.
In questo tempo di crisi (e non solo economica) che attanaglia il
nostro mondo archeologico ledizione di un volume cos ricco, nato
dalla sinergia di Enti e Istituzioni diversi, rappresenta uno stimolo per
continuare sulla strada intrapresa: promuovere Aquileia e il suo patrimonio.
INDICE
Premessa dellAmb. Antonio Zanardi Landi (Presidente della Fondazione
Aquileia) ..................................................................................................
Nota introduttiva dei curatori .......................................................................
Diario dei lavori ............................................................................................
p.
11
13
15
21
35
Marc Mayer, Consideraciones sobre las diversas funciones de las inscripciones didasclicas o explicativas en el instrumentum inscriptum ......
39
Simona Marchesini, Il rapporto tra committente e destinatario nellinstrumentum inscriptum: la prospettiva del linguista ......................................
57
73
91
Daniela Rigato, Manuela Mongardi, Tituli picti con datazione consolare su anfore vinarie italiche: indagini preliminari ..................................
101
131
145
159
177
p.
187
205
227
249
265
291
315
327
351
359
375
385
Maurizio Buora, Stefano Magnani, Alcune iscrizioni graffite dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ...................................
393
397
Maurizio Buora, Stefano Magnani, Una patera cnidia con scena erotica
411
p.
425
439
453
465
479
497
511
521
Giulia Marsili, Iscrizioni e marchi di lavorazione su marmo in et tardoantica: tipologie e funzioni ......................................................................
529
Angela Borzacconi, Fabio Pagano, Oggetti inscritti nella realt funeraria del Friuli longobardo .........................................................................
555
563
573
578
10
Premessa
Aquileia nota a tutti non solo per le testimonianze archeologiche della citt
romana o per la basilica cristiana, ma anche per lo straordinario patrimonio epigrafico che il suo suolo ha restituito.
Passeggiando lungo le gallerie del Museo, ci si immerge in unatmosfera suggestiva e le centinaia di iscrizioni che vi sono conservate ci illustrano molteplici aspetti
della vita degli antichi abitanti di Aquileia e di quello che essi pensavano di trovare
dopo la morte.
Accanto a questa scrittura vi sono tuttavia moltissime altre scritture, ben meno
monumentali, apposte su diverse categorie di oggetti duso, che hanno certamente un
valore documentario non inferiore e spesso unimmediatezza e una vivacit incomparabile.
Il VI Incontro sugli Instrumenta Inscripta, svoltosi ad Aquileia nel 2015, porta
un importante contributo in questo settore di studi, mostrando una volta di pi come
lutilizzo della scrittura fosse in et romana veramente pervasivo, forse molto pi di
quanto un profano potrebbe comunemente credere.
dunque con piacere che la Fondazione Aquileia ha aderito allinvito degli
organizzatori a sostenere la pubblicazione dei ricchissimi Atti dellIncontro che, attraverso lallargamento nello spazio e nel tempo dei singoli casi di studi, inseriscono
le testimonianze di Aquileia in un contesto ben pi ampio e costituiscono un tassello
importante per la conoscenza degli usi e costumi degli antichi Romani e, in particolare, degli antichi Aquileiesi.
Amb. Antonio Zanardi Landi
Cristiano Tiussi
11
12
14
Gioved 26 marzo
9.25 M. Hainzmann (Graz), Premessa
9.50 M. Mayer (Barcelona), Consideraciones sobre las diversas funciones de las
inscripciones didasclicas o explicativas en el instrumentum inscriptum
15
J. Remesal Rodrguez (Barcelona), Sellar para qu? El sistema de comu10.
nicacin en los sellos de las nforas Dressel 20
11.00 S. Pesavento Mattioli (Padova), Anfore vinarie adriatiche bollate con data
consolare
25
D. Rigato, M. Mongardi (Bologna), Tituli picti con datazione consolare su
11.
anfore vinarie italiche: indagini preliminari
11.50 F. E. Maritan (Venezia), Nuovi marchi su anfore dagli scavi di Altino
12.15 S. Cipriano (Padova), Anfore bollate dagli scavi del piazzale della Cattedrale
di Concordia Sagittaria
12.40 C. Corti (Modena), Il peso delle anfore. Alcune osservazioni sulle indicazioni didascaliche graffite e le modalit di pesatura
16.00 G. Bandelli (Trieste), Presentazione del volume Instrumenta inscripta V
F. Giannetti, M. Turchiano (Foggia), Le lampade vitree incise di Faragola.
16.55
Committenza, produzione, circolazione e funzione
20 D. Patti (Enna), Marchi di fabbrica sulle lucerne della Villa del Casale di
17.
Piazza Armerina (EN)
45
17. P. Cavaliere, D. Piacentini (Roma), Iscrizioni didascaliche e esplicative nel
mondo punico. Il progetto Scrittura su argilla e ceramica nellambito del
sacro
18.10 R. De Simone (Enna), Instrumenta inscripta: documenti epigrafici fenici e
punici
35 F. Olivieri (Palermo), Testimonianze epigrafiche dai mari della Sicilia
18.
15
venerd 27 marzo
9.00 F. Luciani, T. Lucchelli (Venezia), Pondera exacta ad Castoris aedem: verso
un corpus dei set di pesi a ciotola in bronzo
9.25 M. Sutto (Padova), I pesi parlano: i pondera metallici e lapidei iscritti del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
50 M. Vavassori (Bergamo), Osservazioni sulla statera del Museo archeologico
9.
di Bergamo
15 R. Wedenig (Graz), Inhaltsbezogene Text- und Zahlenangaben auf rmerzei10.
tlichen Kleinfunden aus sterreich
11.00 S. Mazzocchin (Padova), Pesi da telaio iscritti da Vicenza romana
11.25 R. Scopacasa (Exeter), Sigla dei Sanniti? I pesi da telaio da Monte Pallano
(Chieti-Abruzzo)
50
L. Vecchio (Salerno), Pesi da telaio e pondera da Velia
11.
15
12. S. Braito (Verona), Iscrizioni didascaliche e di produzione sulle lastre
Campana
12.40 E. Lafl (Izmir), M. Buora (Udine), Instrumenta inscripta from Asia Minor:
Unpublished Finds from the Museums at demi, Bursa, Cilicia, Samsun,
Paphlagonia, elsewhere
15.00 E. Zentilini (Verona), Iscrizioni su vasellame ceramico dallo scavo del quartiere artigianale di Piazza Arditi a Verona
15.25 V. Mantovani (Padova), Ceramiche fini da mensa di et medio imperiale ad
Aquileia: la ceramica metallescente di Treviri
50 C. Girardi (Graz), Le raffigurazioni di divinit con didascalie su terra
15.
sigillata
15 F. Mainardis (Trieste), Tra collezionismo e storia economica: i pesi iscritti
16.
bronzei e lapidei dei Civici Musei di Trieste
00 G. Baratta (Macerata), Il circo di terracotta: gli aurighi di Gaius Valerius
17.
Verdullus
17.30 A. Buonopane (Verona), Larena di vetro: vasellame vitreo con nomi di gladiatori
50
17. Ch. Schmidt Heidenreich (Genve), Un cas particulier des inscriptions
fonction didactique et explicative: les inscriptions sur militaria
15 D. Tonini (Zagreb), Instrumenta Tiluriensia
18.
18.40 E. Lafl (Izmir), M. Buora (Udine), Ghiande missili iscritte di et ellenistica in una collezione privata di Izmir (Turchia)
16
Sabato 28 marzo
9.30 G. Cicala, S. Gazzoli (Pisa), I numerali nelle notae lapidicinae di Luna.
Alcune riflessioni
9.55 G. Marsili (Bologna), Iscrizioni e marchi di lavorazione su marmo in et
tardo antica: tipologie e funzioni
20 D. Gorostidi Pi, J.A. Remol (Tarragona), Un frammento di tabula in terra10.
cotta con iscrizione corsiva ante cocturam dalla villa romana di Els Mongons
(Tarraco, Hispania Citerior)
45
L. Zerbini (Ferrara), Iscrizioni e tituli picti nel carico della nave romana di
10.
Comacchio
14.00 F. Scicolone (London), Descriptive Greek epigrams inscribed on symbolic
funerary monuments
25 S. Marchesini (Verona), Il rapporto tra committente e destinatario nellin14.
strumentum inscriptum: la prospettiva del linguista
50
14. M. Buora, S. Magnani (Udine), Una lamina in piombo iscritta da Moruzzo
e limportazione di viti dal Lazio nellagro di Aquileia in et traianea
15.15 Presentazione dei poster:
E. Braidotti (Udine), Titulus pictus da unanfora iberica dei depositi del
Museo di Aquileia
M. Buora, S. Magnani (Udine), Nuove iscrizioni graffite dai depositi del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
L. Gerri (Udine), Alcuni inediti documenti bollati e graffiti dai depositi del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
A. Borzacconi, F. Pagano (Cividale del Friuli), Oggetti inscritti nella ritualit funeraria del Friuli longobardo
B. Portulano (Desenzano del Garda), Il pane di Ermione. Segni graffiti di
vita quotidiana sul vasellame proveniente dagli scavi della villa romana di
Desenzano del Garda
15.40 A. Donati (Bologna), Considerazioni conclusive
17
411
Fig. 1. Askos frammentario a forma di testa dariete. MAN Aquileia, inv. n. 98.757.
412
Nel frattempo si sono susseguiti gli studi sia sul materiale di Cnido, a partire dagli
scavi condotti da Iris Cornelia Love14, sia sui rinvenimenti di Iaso15, mentre alcuni
studiosi come Zdenko Brusi e Jagoda Mardei si sono occupati di questo materiale in
area adriatica, con speciale riferimento alla costa orientale16. Infine, nel 2013 Monika
Rekowska ha studiato alcuni fondi di patera a soggetto erotico17, cui va aggiunto quello aquileiese che qui si pubblica.
Ursula Mandel ha considerato undici frammenti aquileiesi, cui vanno aggiunti i
sei editi da Luciana Mandruzzato, ma nel magazzino se ne conservano altri, come gi
indicato da John Hayes nel 200818.
Le forme presenti ad Aquileia
Ad Aquileia giunse una ampia gamma di recipienti, che comprendono pressoch
tutta la produzione a matrice di Cnido o che comunque convenzionalmente si definisce
cnidia. Si tratta di lagynoi, anche del tipo detto a testa, patere, borracce, oinochoai e
lucerne. Fin dal tardo I secolo d.C. paiono predilette le patere con terminazione del
manico configurata a testa di animale19, mentre successivamente compaiono altre
forme, tra cui spicca laskos configurato ad ariete.
Ursula Mandel nel suo fondamentale volume sulla ceramica microasiatica tratta
anche degli askoi a forma di animale, in particolare di quelli a forma di ariete, di cui
elenca una serie di esempi, presenti in special modo nel British Museum, in seguito
agli scavi eseguiti a Cnido da Charles Newton tra il 1857 e il 185920. Nel suo catalogo
sono elencati poco pi di venti frammenti presenti in quel museo, di cui avrebbe dovuto
curare la pubblicazione Donald Michael Bailey, scomparso il 15 agosto del 2014. Nella
tavola 33 del suo volume la studiosa presenta le fotografie di due varianti di askos configurato come un ariete, ovvero quella che mostra lanimale in riposo accucciato sopra
le zampe ripiegate e quello che lo mostra in piedi.
In base a queste fotografie Daniela Baldoni nel suo studio sui vasi a matrice rinvenuti a Iasos di Caria include questi askoi a forma di ariete nelle forme 14 (animale
accovacciato) e 15 (in piedi) da lei identificate21. I due tipi si differenziano per il diverso andamento della testa e dellimboccatura dellansa, che nei due casi ha lunghezza
differente, e infine per la diversa disposizione del muso. In genere gli esemplari noti
14
Love 1972
Baldoni 2003.
16 Brusi 2000; Mardei 2009.
17 Rekowska 2013.
18 Hayes 2008, p.105, nota 3.
19 Brusin 1941, p. 69, cita il rinvenimento, insieme con il fondo decorato con trofeo, di un manico
di padella a testa equina che potrebbe appartenere a questa serie. Per questo tipo di oggetti si veda Rivet
2007, p. 180, che tuttavia propone una datazione dal II al V secolo.
20 Mandel 1988, pp. 255-256.
21 Baldoni 2003, p. 9, fig. IV. Naturalmente il mondo animale in questo tipo di ceramica rappresentato da numerosi altri tipi.
15
413
hanno unaltezza compresa tra 20 e 30 cm. Daniela Baldoni osserva che il vello degli
arieti chiaramente indicato da fitte ciocche, rese con piccole tacche semicircolari.
A Iaso sono stati rinvenuti una quindicina di frammenti di simili askoi, con impasto
variabile dal rosso (2.5YR 578)22 a varie sfumature di rosato (2.5YR 6/623 e 2.5YR
6/824 e 7.5YR 7/425) a varie sfumature di arancio (5YR 7/626 e 7.5YR 7/627) al
beige (5YR 6/3)28. Almeno una parte potrebbero forse essere stati prodotti localmente29. In complesso sono pi di quaranta gli askoi a forma di ariete finora noti, di cui
la gran parte sono stati rivenuti negli scavi di Cnido e di Iaso; anche ad Atene sono
ben attestati, con i cinque frammenti dagli scavi dellagor e lesemplare del museo
Canellopoulos (peraltro di provenienza ignota). Lesemplare dal Mottaron di Aquileia
presenta una variante, ovvero la bardatura intorno al muso. Una serie di rinvenimenti
dal canale Anfora, resi noti da Luciana Mandruzzato, permette di riconoscere come gli
askoi a forma di ariete di produzione cnidia o comunque microasiatica fossero ben noti
in Aquileia e prediletti. I due esemplari aquileiesi editi poi consentono di riconoscere
unulteriore forma, con imboccatura molto bassa e centrale, separata dalla testa e con
piccola maniglia semicircolare. Anche la resa del pelame con ciuffi compatti
molto diversa dagli esemplari di Cnido e di Iaso come pure linclinazione dellocchio
e soprattutto lansa, molto piccola e semicircolare. Non sappiamo se questa diversit
dipenda da unevoluzione della forma30, certo possibile, o dalla presenza di pi stampi
anche nella medesima officina o piuttosto da un centro di produzione diverso. Anche il
presunto leone dal canale Anfora, edito da Luciana Mandruzzato, sembra appartenere
a una forma attualmente non attestata. Ci lascia supporre che il repertorio della ceramica cnidia a matrice possa essere ancora pi vasto di quanto finora ritenuto. Del
resto lampio bestiario documentato dai rinvenimenti della costa orientale adriatica,
dimostra da un lato come gli artigiani si divertissero a creare forme diverse e dallaltro
il favore che questi prodotti incontravano presso unampia clientela.
Merita di essere rilevata la concentrazione in Aquileia di materiali che definiamo
genericamente cnidii in aree portuali, precisamente nel porto fluviale scavato dal
Brusin31 e nel canale Anfora32, da intendere forse come materiale rotto durante le
operazioni di sbarco o semplicemente caduto sul fondo. Anche i frammenti di askos cui
fa riferimento il presente articolo vengono da una zona posta immediatamente a ridosso
delle mura tetrarchiche ma vicina al canale Anfora, da cui dista un centinaio di metri.
22
414
33 Ps. Luc. Am, 11. Sullargomento Slane, Dickie 1993, p. 483, con una discussione relativamente
alla possibile datazione delloperetta.
34 Slane, Dickie 1993, pp. 498-499.
35 Bailey 1988, p. 329.
36 Bevilacqua, DOriano 2012.
37 Rekowska 2013.
415
Fig. 2. Patera frammentaria con scena erotica sul medaglione interno. MAN Aquileia, s.n. inv.
416
bordo furono praticati alcuni fori, di cui tre sono ancora visibili. La parte posteriore ha
il classico fiorone entro duplice nervatura concentrica (fig. 3), circondata da altra, pi
grossa, che fungeva da piede ad anello: la decorazione usuale, seppure con dettagli
diversi, nella produzione della costa dellAsia Minore.
Dimensioni del frammento: 17,2 cm x 10,5 cm.
Dimensioni del medaglione: diam. 12,7 cm.
Colore: 5YR 7/6 (interno); 7.5YR /76 (esterno)
Liscrizione, in greco, disposta su tre righe e si trova impressa sul lato destro
rispetto alla scena erotica (fig. 4). Le lettere sono alte 0,6 cm. Il testo fu probabilmente
impresso con un punzone separato rispetto alla matrice del medaglione e forse fu anche
ritoccato a mano. Limpressione poco profonda.
Testo:
[]AIC / H KOPI /NIA
La lettura resa difficile dallo stato di conservazione delloggetto, che appare
fratturato e presenta una forte consunzione in corrispondenza del testo, e forse dalla
417
imperfetta impressione della matrice. Nella prima riga manca del tutto la prima lettera, la A del tipo a traversa spezzata, la I presenta accentuate terminazioni apicate, il
sigma del tipo lunato. Nella seconda riga perduta la prima asta della H, comunque
leggibile, mentre poco chiara o male impressa appare la seconda lettera, interpretabile
come una K con le due code apparentemente rivolte entrambe verso il basso. La O fu
impressa due volte, con due segni circolari tra loro intersecantisi. La P ha un occhiello
molto piccolo. Alla terza riga perduta la prima asta della N, per altro chiaramente
leggibile. La seconda lettera, , sembra avere uno sviluppo spiraliforme, con segno
interno ben evidente; a meno che, come nel caso della O alla linea precedente, non
vi sia stata una reimpressione o un ritocco del segno. La I e la A presentano le stesse
caratteristiche sopra indicate.
Lunica vera difficolt di lettura data dalla mancanza della prima lettera, che
lascia margine ad almeno due possibili restituzioni dellidionimo femminile che
costituisce il primo termine. Una prima lettura potrebbe essere: [] ;
ovvero: Taide, quella di Corinto. Il testo in tal caso potrebbe alludere al tipo
letterario della cortigiana, Taide, reso celebre da Menandro 38, ispirato alla figura
della famosa etera ateniese che fu la preferita di Alessandro e poi di Tolemeo I e che,
stando alla tradizione, fu colei che incit Alessandro a dare alle fiamme la residenza
reale di Persepoli 39. Il modello fu ripreso da Terenzio 40 e utilizzato da Cicerone 41,
Ovidio 42 e Luciano 43. La fama di Taide giunge fino ai nostri giorni, passando per la
Divina Commedia, ove lunica prostituta a essere menzionata nellInferno (XVIII,
vv. 129-135).
Si pu ipotizzare che lanonimo artigiano intendesse alludere ad un personaggio
diverso dalletera ateniese, giocando con il rimando onomastico a questultima e il
richiamo alla citt di Corinto, le cui ragazze erano assai famose. Nella letteratura
antica, infatti, le ragazze di Corinto avevano una bruttissima fama e lespressione
fin dal IV secolo a.C. era divenuta proverbiale per indicare una prostituta; come testimonia lo stesso Platone44.
Di fatto, per, il riferimento a Corinto rende pi probabile una seconda lettura:
[] ; ovvero: Laide, quella di Corinto.
Tra le ragazze corinzie, infatti, spiccarono per bellezza e per pretese economiche
due o pi cortigiane, vissute tra i decenni finali del V e la met del IV secolo a.C.,
rispondenti tutte al nome di Laide e pertanto spesso confuse e talora indistinguibili tra
loro nella letteratura antica e moderna45.
38 Men.
418
46 Ath.
419
420
Altri frammenti
Appartengono ai vecchi rinvenimenti del museo di Aquileia altri 4 medaglioni di
patere del medesimo tipo, in parte inediti. Uno con erote su delfino mostra indubbie
somiglianze con due differenti frammenti di Cnido, anche se fu eseguito con matrice
diversa (fig. 6).
Di indubbio interesse due frammenti di una lagynos decorati a matrice con immagini riferibili al tiaso dionisiaco: a giudicare dalle etichette conservate (25 a e 25b/96,
S.S. ovvero Staatliche Sammlung) appartennero ancora alla prima collezione museale.
Altri due frammenti appartengono a contenitori cilindrici: uno presenta la testa di un
sileno e laltro ancora un symplegma.
Fig. 6. Frammento di medaglione di patera con erote su delfino. MAN Aquileia, s.n. inv.
Decorazione
Bibliografia
Datazione
70-120 d.C.
421
Patera
Patera
Patera
Medaglione di patera
Medaglione di patera
Medaglione di patera
I secolo d.C.
I secolo d.C.
I secolo d.C.
Gladiatori
Dal 70 d.C. in
poi
II secolo d.C.
Vaso falliforme
Simplegma
Maschera di sileno
Questarticolo.
Vaso falliforme
Maschera di sileno
coronata, al disotto
fallo
Brocca cilindrica
Pan
Halsamphore
Pan + Dioniso
Pelike
Dioniso + Sileno
Brocche a foglie
dedera
(Kleeblattkannen)
Sileno + cratere
Askos ad ariete
II secolo d.C.
II secolo d.C.?
Askos ad ariete
Askos a forma di
leone (?)
Askos ad ariete
422
II secolo d.C.?
II secolo d.C.
Bibliografia
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settentrionale fino alla fine del mondo antico, Atti del XIX convegno di studio (Sassari, 16-19
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Brusin 1934 = G. Brusin, Gli scavi di Aquileia, Udine.
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Riassunto
La ventina di frammenti di ceramica cnidia finora noti da Aquileia testimonia le strette relazioni di
questo centro, alla sommit delle rotte adriatiche, con lEgeo orientale e in particolare con larea di Cnido.
Ci avvenne almeno a partire dallet flavia e dur probabilmente fino ai primi decenni del III sec. d. C.
Tra i frammenti conservati nel museo di Aquileia uno solo reca uniscrizione, presente gi nella
matrice. Esso appartiene alla produzione cnidia di contenuto erotico, ben nota gi agli antichi. Il testo
indica che la donna raffigurata la nota cortigiana Laide di Corinto.
Parole chiave: Aquileia; ceramica cnidia; patera; iscrizione; symplegma; Laide.
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