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RISERVATA AD USO CONCORSUALE E/O PERSONALE DELLAUTORE


CONFORME AL DEPOSITO LEGALE DELLORIGINALE CARTACEO

Le iscrizioni
con funzione didascalico-esplicativA
Committente, destinatario,
contenuto e descrizione delloggetto
nellinstrvmentvm inscriptvm
Atti del VI INCONTRO INSTRvMENTA INSCRIPTA
Aquileia (26-28 marzo 2015)
a cura di Maurizio Buora e Stefano Magnani

Con la collaborazione di:

Con il sostegno di:

CENTRO DI ANTICHIT ALTOADRIATICHE


CASA BERTOLI - AQVILEIA

Societ Friulana di Archeologia

NTICHIT
LTOADRIATICHE

Rivista fondata da Mario Mirabella Roberti


e diretta da Giuseppe Cuscito

LXXXIII
volume

Editreg TRIESTE 2016

Antichit Altoadriatiche
Centro di Antichit Altoadriatiche

Via Patriarca Poppone 6 - 33053 Aquileia (UD)


Autorizzazione del Tribunale di Udine n. 318 del 27 ottobre 1973

Editreg di Fabio Prenc

Sede operativa: via G. Matteotti 8 - 34138 Trieste


tel./fax ++39 40 362879, e-mail: editreg@libero.it

ISSN 1972-9758

Direttore responsabile:
Giuseppe Cuscito
Comitato scientifico:
Fabrizio Bisconti, Jacopo Bonetto, Rajko Brato, Giovannella Cresci Marrone, Heimo Dolenz,
Sauro Gelichi, Francesca Ghedini, Giovanni Gorini, Arnaldo Marcone, Robert Matijai, Emanuela
Montagnari Kokelj, Gemma Sena Chiesa.

La propriet letteraria riservata agli autori dei singoli scritti ed i testi sono stati sottoposti, per lapprovazione, allesame di referenti e del Comitato di redazione. La rivista non assume responsabilit di alcun
tipo circa le affermazioni e i giudizi espressi dagli autori.

Le immagini di propriet dello Stato italiano sono state pubblicate su concessione del MiBACT - Dipartimento per i Beni Culturali
e Paesaggistici - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia - Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia ed vietata lulteriore riproduzione e duplicazione con ogni mezzo senza lautorizzazione della
Soprintendenza.

Editoriale
Il Centro di Antichit Altoadriatiche da sempre stato presente e
attivo nella valorizzazione e nella promozione del patrimonio epigrafico
aquileise: cos, a partire dal Duemila, ha sostenuto la pubblicazione di due
guide di alto livello scientifico destinate ad accompagnare i visitatori del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e del Museo Paleocristiano di
Monastero: al primo dedicato il volume 50 della rivista, curato dal compianto Giovanni Lettich; al secondo il volume 3 della serie Monografie
curato da Giuseppe Vergone, sotto la guida di chi scrive.
Il volume 4 della serie Monografie, curato da Fulvia Mainardis e
intitolato Iulium Carnicum. Storia ed epigrafia, costituisce, invece, un esaustivo aggiornamento alle conoscenza epigrafiche della citt carnica.
Il Centro ha inoltre avviato una campagna di schedatura e documentazione fotografica del patrimonio epigrafico paleocristiano aquileiese
conservato presso i depositi del Museo Archeologico Nazionale, ancora
in larga parte inedito.
Immediata perci stata la decisione di accogliere tra i numeri della
rivista gli Atti del VI Incontro Instrumenta Inscripta (Aquileia, 26-28
marzo 2015), organizzato da Maurizio Buora, Stefano Magnani e Paola
Ventura. Il volume che ne uscito ha confermato la bont della scelta: contiene 37 relazioni (oltre alla presentazione di Gino Bandelli degli Atti del
precedente incontro) distribuite su oltre 580 pagine, ricche di qualit.
In questo tempo di crisi (e non solo economica) che attanaglia il
nostro mondo archeologico ledizione di un volume cos ricco, nato
dalla sinergia di Enti e Istituzioni diversi, rappresenta uno stimolo per
continuare sulla strada intrapresa: promuovere Aquileia e il suo patrimonio.

prof. Giuseppe Cuscito

Direttore della rivista


Antichit Altoadriatiche

INDICE
Premessa dellAmb. Antonio Zanardi Landi (Presidente della Fondazione
Aquileia) ..................................................................................................
Nota introduttiva dei curatori .......................................................................
Diario dei lavori ............................................................................................

p.

11
13
15

21

Manfred Hainzmann, Premessa .................................................................

35

Marc Mayer, Consideraciones sobre las diversas funciones de las inscripciones didasclicas o explicativas en el instrumentum inscriptum ......

39

Simona Marchesini, Il rapporto tra committente e destinatario nellinstrumentum inscriptum: la prospettiva del linguista ......................................

57

Jos Remesal Rodrguez, Sellar para qu? ...............................................

73

Stefania Pesavento Mattioli, Anfore vinarie adriatiche bollate con data


consolare ..................................................................................................

91

Daniela Rigato, Manuela Mongardi, Tituli picti con datazione consolare su anfore vinarie italiche: indagini preliminari ..................................

101

Francesca Elisa Maritan, Nuovi marchi su anfore dagli scavi di Altino .

131

Silvia Cipriano, Anfore Lamboglia 2, Dressel 6A e Dressel 6B dal Piazzale


della Cattedrale di Iulia Concordia: nuovi dati ......................................

145

Carla Corti, Il peso delle anfore. Alcune osservazioni sulle indicazioni


didascaliche graffite e le modalit di pesatura .......................................

159

Paola Cavaliere, Danila Piacentini, Iscrizioni didascaliche e esplicative


nel mondo punico. Il progetto Scrittura su argilla e ceramica nellambito
del sacro....................................................................................................

177

Presentazione del volume


Instrvmenta inscripta V
Gino Bandelli, Presentazione del volume Instrumenta inscripta V ...........
Gli Atti

Rossana De Simone, Instrumenta inscripta: documenti epigrafici fenici e


punici .......................................................................................................

p.

187

Francesca Oliveri, Testimonianze epigrafiche dai mari della Sicilia .......

205

Luigi Vecchio, Un gruppo di pesi da telaio iscritti da Velia ....................

227

Stefania Mazzocchin, Pesi da telaio iscritti da Vicenza romana ..............

249

Franco Luciani, Tomaso Lucchelli, Pondera exacta ad Castoris ............

265

Maria Sutto, I pesi parlano: i pondera metallici e lapidei iscritti del


Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ............................................

291

Marina Vavassori, Osservazioni sulla statera del Museo Archeologico di


Bergamo ...................................................................................................

315

Fulvia Mainardis, La collezione di pesi romani del Civico Museo di Storia


ed Arte di Trieste .....................................................................................

327

Ergn Lafl, Maurizio Buora, Un possibile stampo per anfore e altri


stampi per pane di et mediobizantina dal museo di Bursa .....................

351

Reinhold Wedenig, Angaben zu Inhalt und Gewicht auf rmerzeitlicher


Gefkeramik in Noricum .......................................................................

359

Elisa Zentilini, Iscrizioni su vasellame ceramico dallo scavo del quartiere


artigianale di Piazza Arditi dItalia a Verona .........................................

375

Brunella Portulano, Il pane di Ermione. Segni graffiti di vita quotidiana


sul vasellame proveniente dagli scavi della villa romana di Desenzano
del Garda .................................................................................................

385

Maurizio Buora, Stefano Magnani, Alcune iscrizioni graffite dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ...................................

393

Paola Maggi, Stefano Magnani, Frammenti in terra sigillata da Aquileia


recanti bolli e graffiti ...............................................................................

397

Maurizio Buora, Stefano Magnani, Una patera cnidia con scena erotica

411

Giulia Baratta, Non solo immagini: didascalie e testi epigrafici nelle


serie ceramiche di Gaius Valerius Verdullus con scene di gare circensi e
combattimenti gladiatori .........................................................................

p.

425

Cristina Girardi, Le raffigurazioni di divinit con didascalia su terra


sigillata. Alcune considerazioni ...............................................................

439

Valentina Mantovani, Ceramiche fini da mensa di et medio imperiale


ad Aquileia: la ceramica metallescente di Treviri ..................................

453

Silvia Braito, Iscrizioni di produzione sulle Lastre Campana: il caso di


Annia Arescusa ........................................................................................

465

Maria Turchiano, Francesca Giannetti, Le lampade vitree incise di


Faragola. Committenza, produzione, circolazione e funzione ................

479

Alfredo Buonopane, Gladiatorum paria con didascalie su instrumentum:


alcune considerazioni in margine a un elemento di cerniera bronzea
rinvenuto a Bologna ................................................................................

497

Christophe Schmidt Heidenreich, Un cas particulier des inscriptions


fonction explicative et didactique: les inscriptions sur militaria ...........

511

Ergn Lafl, Maurizio Buora, Ghiande missili iscritte di et ellenistica


nella collezione privata di Berna Ouz di Izmir (Turchia) .....................

521

Giulia Marsili, Iscrizioni e marchi di lavorazione su marmo in et tardoantica: tipologie e funzioni ......................................................................

529

Angela Borzacconi, Fabio Pagano, Oggetti inscritti nella realt funeraria del Friuli longobardo .........................................................................

555

Federica Scicolone, Objects into Verses: Visual Representations of


Instrumenta and their Poetic Descriptions ..............................................

563

Angela Donati, Conclusioni .......................................................................

573

Norme redazionali ..............................................................................................

578

10

Premessa
Aquileia nota a tutti non solo per le testimonianze archeologiche della citt
romana o per la basilica cristiana, ma anche per lo straordinario patrimonio epigrafico che il suo suolo ha restituito.
Passeggiando lungo le gallerie del Museo, ci si immerge in unatmosfera suggestiva e le centinaia di iscrizioni che vi sono conservate ci illustrano molteplici aspetti
della vita degli antichi abitanti di Aquileia e di quello che essi pensavano di trovare
dopo la morte.
Accanto a questa scrittura vi sono tuttavia moltissime altre scritture, ben meno
monumentali, apposte su diverse categorie di oggetti duso, che hanno certamente un
valore documentario non inferiore e spesso unimmediatezza e una vivacit incomparabile.
Il VI Incontro sugli Instrumenta Inscripta, svoltosi ad Aquileia nel 2015, porta
un importante contributo in questo settore di studi, mostrando una volta di pi come
lutilizzo della scrittura fosse in et romana veramente pervasivo, forse molto pi di
quanto un profano potrebbe comunemente credere.
dunque con piacere che la Fondazione Aquileia ha aderito allinvito degli
organizzatori a sostenere la pubblicazione dei ricchissimi Atti dellIncontro che, attraverso lallargamento nello spazio e nel tempo dei singoli casi di studi, inseriscono
le testimonianze di Aquileia in un contesto ben pi ampio e costituiscono un tassello
importante per la conoscenza degli usi e costumi degli antichi Romani e, in particolare, degli antichi Aquileiesi.
Amb. Antonio Zanardi Landi

Presidente della Fondazione Aquileia

Cristiano Tiussi

Direttore della Fondazione Aquileia

11

12

Nota introduttiva dei curatori


Il presente volume raccoglie gli atti del VI incontro Instrumenta inscripta, svoltosi
ad Aquileia dal 26 al 28 marzo 2015; esso si pubblica con il determinante sostegno
della Fondazione Aquileia, cui va il nostro pi sentito ringraziamento.
Nel corso degli ultimi anni, grazie anche alla serie di colloqui inaugurata a Pcs
nel 1991, che ha stimolato e rinnovato lattenzione degli specialisti, il campo di analisi dellinstrumentum inscriptum si enormemente ampliato e abbraccia quasi tutti
i generi che fanno parte della cos detta cultura materiale antica, le cui tracce sono
sopravvissute fino ai nostri giorni. Mentre in passato stato indagato in gran parte
lambito dei marchi di fabbrica su cui le ricerche continuano e per cui la specificazione delle aree di commercializzazione e gli eventuali rapporti dei fabbricanti tra
loro e con le lites dominanti rimangono sempre un terreno privilegiato di studio ,
di recente sono stati sviluppati altri settori di ricerca, che mirano ad approfondire, ad
esempio, il contesto pi propriamente privato, prendendo in considerazione lampia
gamma di indicazioni di propriet e di funzionalit che caratterizzano il vasto mondo
degli oggetti.
Da questa constatazione, proseguendo nella scelta di individuare obiettivi tematici specifici adottata negli ultimi convegni della serie Instrumenta inscripta, in una
riunione preliminare allincontro aquileiese si concordato con Manfred Hainzmann
di concentrare lattenzione sulla funzione didascalico-esplicativa delle iscrizioni su
instrumentum; ovvero su quei testi, a volte di una essenzialit estrema, il cui scopo era
originariamente quello di fornire informazioni circa il committente, il destinatario, il
contenuto delloggetto stesso o una sua descrizione.
Lincontro non ha avuto la pretesa di esaurire uno o pi campi di indagine, ma
ha inteso proporne alcuni che ultimamente si sono rivelati molto promettenti. Tra
questi, segnaliamo quello dei pesi da telaio, riconducibile ad aspetti quanto mai
privati, connessi da un lato con la lavorazione domestica della lana (lanam fecit...) e
dallaltro con i settori della produzione laterizia o ceramica in genere. Sar quanto
mai interessante, quando saranno pubblicate ulteriori ricerche di ambito regionale,
verificare se esistano linee di tendenza uniformi per periodi o aree, oppure se in
questo caso vi siano soluzioni ed evoluzioni locali diverse. Una dialettica o forse pi
rettamente una giustapposizione tra pubblico e privato sembra in qualche modo individuabile nellampio settore dei pesi, sia in pietra sia in metallo. Si tratta di oggetti
che per moltissimo tempo sono stati trascurati o che non sono emersi dal puro ambito
13

dellantiquaria e che sembrano in grado di offrire, invece, informazioni e spunti di


grande interesse. Altrettanto pu dirsi per quanto riguarda le sigle di produzione incise sui blocchi lapidei, per il cui studio auspicabile la creazione di ampi cataloghi
e database.
Accanto a queste nuove linee di ricerca compaiono in questa raccolta interventi di carattere pi tradizionale, comunque ricchi di stimoli e di interesse, quali i
contributi sulle anfore, sulla ceramica (pure con angolazioni di novit), sulle ghiande
missili etc.
Astraendosi dallanalisi delle singole categorie di oggetti iscritti, alcuni saggi affrontano nelle sue diverse forme il tema della comunicazione implicita nel testo iscritto.
Si delinea in tal modo lampia gamma delle relazioni identificabili tra il messaggio
trasmesso dal testo, il supporto e la presenza di eventuali immagini. In un sottile gioco
allusivo, tale rapporto sussiste persino quando gli instrumenta risultano figurati su
monumenti di diversa natura, ma pur sempre accompagnati da epigrammi descrittivi.
Va infine sottolineato lapporto che lo studio dellinstrumentum inscriptum pu riservare nel contesto degli studi linguistici, con applicazioni che oltrepassano lambito
espressivo del latino per arrivare a lingue e scritture frammentarie, come nei casi
delletrusco e del retico. In tale direzione, siamo particolarmente lieti di accogliere
nel volume una serie di contributi che oltrepassano loriginaria definizione di Instrumenta inscripta Latina, allargando lorizzonte alle esperienze al mondo greco e soprattutto alle realt fenicie e puniche, e che costituiscono un carattere indubbiamente
peculiare di questo volume.

Maurizio Buora - Stefano Magnani

14

VI INCONTRO INSTRVMENTA INSCRIPTA


Comitato scientifico

Maurizio Buora (Societ Friulana di Archeologia)


Stefano Magnani (Universit degli Studi di Udine)
Paola Ventura (Museo Archeologico Nazionale di Aquileia)

Gioved 26 marzo
9.25 M. Hainzmann (Graz), Premessa
9.50 M. Mayer (Barcelona), Consideraciones sobre las diversas funciones de las
inscripciones didasclicas o explicativas en el instrumentum inscriptum
15
J. Remesal Rodrguez (Barcelona), Sellar para qu? El sistema de comu10.
nicacin en los sellos de las nforas Dressel 20
11.00 S. Pesavento Mattioli (Padova), Anfore vinarie adriatiche bollate con data
consolare
25
D. Rigato, M. Mongardi (Bologna), Tituli picti con datazione consolare su
11.
anfore vinarie italiche: indagini preliminari
11.50 F. E. Maritan (Venezia), Nuovi marchi su anfore dagli scavi di Altino
12.15 S. Cipriano (Padova), Anfore bollate dagli scavi del piazzale della Cattedrale
di Concordia Sagittaria
12.40 C. Corti (Modena), Il peso delle anfore. Alcune osservazioni sulle indicazioni didascaliche graffite e le modalit di pesatura
16.00 G. Bandelli (Trieste), Presentazione del volume Instrumenta inscripta V
F. Giannetti, M. Turchiano (Foggia), Le lampade vitree incise di Faragola.
16.55
Committenza, produzione, circolazione e funzione
20 D. Patti (Enna), Marchi di fabbrica sulle lucerne della Villa del Casale di
17.
Piazza Armerina (EN)
45
17. P. Cavaliere, D. Piacentini (Roma), Iscrizioni didascaliche e esplicative nel
mondo punico. Il progetto Scrittura su argilla e ceramica nellambito del
sacro
18.10 R. De Simone (Enna), Instrumenta inscripta: documenti epigrafici fenici e
punici
35 F. Olivieri (Palermo), Testimonianze epigrafiche dai mari della Sicilia
18.

15

venerd 27 marzo
9.00 F. Luciani, T. Lucchelli (Venezia), Pondera exacta ad Castoris aedem: verso
un corpus dei set di pesi a ciotola in bronzo
9.25 M. Sutto (Padova), I pesi parlano: i pondera metallici e lapidei iscritti del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
50 M. Vavassori (Bergamo), Osservazioni sulla statera del Museo archeologico
9.
di Bergamo
15 R. Wedenig (Graz), Inhaltsbezogene Text- und Zahlenangaben auf rmerzei10.
tlichen Kleinfunden aus sterreich
11.00 S. Mazzocchin (Padova), Pesi da telaio iscritti da Vicenza romana
11.25 R. Scopacasa (Exeter), Sigla dei Sanniti? I pesi da telaio da Monte Pallano
(Chieti-Abruzzo)
50
L. Vecchio (Salerno), Pesi da telaio e pondera da Velia
11.
15
12. S. Braito (Verona), Iscrizioni didascaliche e di produzione sulle lastre
Campana
12.40 E. Lafl (Izmir), M. Buora (Udine), Instrumenta inscripta from Asia Minor:
Unpublished Finds from the Museums at demi, Bursa, Cilicia, Samsun,
Paphlagonia, elsewhere
15.00 E. Zentilini (Verona), Iscrizioni su vasellame ceramico dallo scavo del quartiere artigianale di Piazza Arditi a Verona
15.25 V. Mantovani (Padova), Ceramiche fini da mensa di et medio imperiale ad
Aquileia: la ceramica metallescente di Treviri
50 C. Girardi (Graz), Le raffigurazioni di divinit con didascalie su terra
15.
sigillata
15 F. Mainardis (Trieste), Tra collezionismo e storia economica: i pesi iscritti
16.
bronzei e lapidei dei Civici Musei di Trieste
00 G. Baratta (Macerata), Il circo di terracotta: gli aurighi di Gaius Valerius
17.
Verdullus
17.30 A. Buonopane (Verona), Larena di vetro: vasellame vitreo con nomi di gladiatori
50
17. Ch. Schmidt Heidenreich (Genve), Un cas particulier des inscriptions
fonction didactique et explicative: les inscriptions sur militaria
15 D. Tonini (Zagreb), Instrumenta Tiluriensia
18.
18.40 E. Lafl (Izmir), M. Buora (Udine), Ghiande missili iscritte di et ellenistica in una collezione privata di Izmir (Turchia)

16

Sabato 28 marzo
9.30 G. Cicala, S. Gazzoli (Pisa), I numerali nelle notae lapidicinae di Luna.
Alcune riflessioni
9.55 G. Marsili (Bologna), Iscrizioni e marchi di lavorazione su marmo in et
tardo antica: tipologie e funzioni
20 D. Gorostidi Pi, J.A. Remol (Tarragona), Un frammento di tabula in terra10.
cotta con iscrizione corsiva ante cocturam dalla villa romana di Els Mongons
(Tarraco, Hispania Citerior)
45
L. Zerbini (Ferrara), Iscrizioni e tituli picti nel carico della nave romana di
10.
Comacchio
14.00 F. Scicolone (London), Descriptive Greek epigrams inscribed on symbolic
funerary monuments
25 S. Marchesini (Verona), Il rapporto tra committente e destinatario nellin14.
strumentum inscriptum: la prospettiva del linguista
50
14. M. Buora, S. Magnani (Udine), Una lamina in piombo iscritta da Moruzzo
e limportazione di viti dal Lazio nellagro di Aquileia in et traianea
15.15 Presentazione dei poster:
E. Braidotti (Udine), Titulus pictus da unanfora iberica dei depositi del
Museo di Aquileia
M. Buora, S. Magnani (Udine), Nuove iscrizioni graffite dai depositi del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

L. Gerri (Udine), Alcuni inediti documenti bollati e graffiti dai depositi del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
A. Borzacconi, F. Pagano (Cividale del Friuli), Oggetti inscritti nella ritualit funeraria del Friuli longobardo

B. Portulano (Desenzano del Garda), Il pane di Ermione. Segni graffiti di
vita quotidiana sul vasellame proveniente dagli scavi della villa romana di
Desenzano del Garda
15.40 A. Donati (Bologna), Considerazioni conclusive

17

Maurizio Buora, Stefano Magnani

Una patera cnidia con scena erotica

La ceramica detta cnidia presente in Aquileia stata pi volte menzionata1, ma mai


esaminata nel suo complesso. Una oinochoe rinvenuta negli scavi del porto fluviale fu
pubblicata dal Brusin nel 1934, senza approfondimenti2. Un altro pezzo venne in seguito
da lui rinvenuto nella necropoli della via Annia (moderna) e pubblicato nel 19413, con
riferimento a unampia nota apparsa in Germania allinizio del Novecento relativamente
a un pezzo del museo di Berlino proveniente da Chieti4. Solo nei primi anni Cinquanta
del secolo scorso, Eva Bonis in un suo fondamentale articolo incluse tre oinophoroi aquileiesi5. La produzione complessiva fu oggetto di analisi da parte di Ulrich Hausmann
nel 1955 e nel 19586. Giovanni Brusin nel 1960 ripubblic due esemplari aquileiesi
(gi presentati dalla Bonis)7, tralasciando tuttavia un terzo, da lui gi edito nel 1934, e
un quarto, presente nellarticolo della Bonis. Quindi Ursula Heimberg nel 1976 rivisit
largomento8. Il materiale aquileiese fu poi oggetto di un breve cenno di Franca Maselli
Scotti nel 19849. Infine, nel 2008 Luciana Mandruzzato ha pubblicato alcuni frammenti
rinvenuti durante lo scavo del canale Anfora10. Nel frattempo, nel 1988 si ebbe a disposizione lampio studio di Ursula Mandel11, che ovviamente incluse anche il materiale
aquileiese allora esposto; la stessa autrice successivamente riconsider le produzioni
cnidie retrodatandone le prime attestazioni al I secolo d.C.12. Numerosi frammenti di un
askos plastico a forma di testa dariete (fig. 1), non riconosciuto come prodotto cnidio,
rinvenuto nel corso degli scavi per le fognature furono poi editi nel 201113.
* Gli autori desiderano ringraziare Daniela Baldoni e Ursula Mandel per le preziose indicazioni.
1 La definizione si applica al tipo di ceramica e non tanto alla sua stretta origine poich, come ha
rilevato gi Daniela Baldoni (Baldoni 2003, p. 3) e come sembra ormai pacificamente accettato, possibile
che esistessero pi centri di produzione, da localizzare comunque sulla costa dellAsia Minore.
2 Brusin 1934, p. 129, fig. 75.
3 Brusin 1941, pp. 69-70, fig. 26.
4 Zahn 1909; Tortorici 1981, p. 233, tav. CXVIII, 1; Mandel 2000, fig. 2, n. 8; Rivet 2007, fig.
1, 1.
5 Bonis 1952.
6 Haussmann 1955; Haussmann 1957.
7 Brusin 1960.
8 Heimberg 1976.
9 Maselli Scotti 1984.
10 Mandruzzato 2014.
11 Mandel 1988.
12 Mandel 2000.
13 Buora 2011, p. 49.

411

Maurizio Buora, Stefano magnani

Fig. 1. Askos frammentario a forma di testa dariete. MAN Aquileia, inv. n. 98.757.

412

Una patera cnidia con scena erotica

Nel frattempo si sono susseguiti gli studi sia sul materiale di Cnido, a partire dagli
scavi condotti da Iris Cornelia Love14, sia sui rinvenimenti di Iaso15, mentre alcuni
studiosi come Zdenko Brusi e Jagoda Mardei si sono occupati di questo materiale in
area adriatica, con speciale riferimento alla costa orientale16. Infine, nel 2013 Monika
Rekowska ha studiato alcuni fondi di patera a soggetto erotico17, cui va aggiunto quello aquileiese che qui si pubblica.
Ursula Mandel ha considerato undici frammenti aquileiesi, cui vanno aggiunti i
sei editi da Luciana Mandruzzato, ma nel magazzino se ne conservano altri, come gi
indicato da John Hayes nel 200818.
Le forme presenti ad Aquileia
Ad Aquileia giunse una ampia gamma di recipienti, che comprendono pressoch
tutta la produzione a matrice di Cnido o che comunque convenzionalmente si definisce
cnidia. Si tratta di lagynoi, anche del tipo detto a testa, patere, borracce, oinochoai e
lucerne. Fin dal tardo I secolo d.C. paiono predilette le patere con terminazione del
manico configurata a testa di animale19, mentre successivamente compaiono altre
forme, tra cui spicca laskos configurato ad ariete.
Ursula Mandel nel suo fondamentale volume sulla ceramica microasiatica tratta
anche degli askoi a forma di animale, in particolare di quelli a forma di ariete, di cui
elenca una serie di esempi, presenti in special modo nel British Museum, in seguito
agli scavi eseguiti a Cnido da Charles Newton tra il 1857 e il 185920. Nel suo catalogo
sono elencati poco pi di venti frammenti presenti in quel museo, di cui avrebbe dovuto
curare la pubblicazione Donald Michael Bailey, scomparso il 15 agosto del 2014. Nella
tavola 33 del suo volume la studiosa presenta le fotografie di due varianti di askos configurato come un ariete, ovvero quella che mostra lanimale in riposo accucciato sopra
le zampe ripiegate e quello che lo mostra in piedi.
In base a queste fotografie Daniela Baldoni nel suo studio sui vasi a matrice rinvenuti a Iasos di Caria include questi askoi a forma di ariete nelle forme 14 (animale
accovacciato) e 15 (in piedi) da lei identificate21. I due tipi si differenziano per il diverso andamento della testa e dellimboccatura dellansa, che nei due casi ha lunghezza
differente, e infine per la diversa disposizione del muso. In genere gli esemplari noti
14

Love 1972
Baldoni 2003.
16 Brusi 2000; Mardei 2009.
17 Rekowska 2013.
18 Hayes 2008, p.105, nota 3.
19 Brusin 1941, p. 69, cita il rinvenimento, insieme con il fondo decorato con trofeo, di un manico
di padella a testa equina che potrebbe appartenere a questa serie. Per questo tipo di oggetti si veda Rivet
2007, p. 180, che tuttavia propone una datazione dal II al V secolo.
20 Mandel 1988, pp. 255-256.
21 Baldoni 2003, p. 9, fig. IV. Naturalmente il mondo animale in questo tipo di ceramica rappresentato da numerosi altri tipi.
15

413

Maurizio Buora, Stefano magnani

hanno unaltezza compresa tra 20 e 30 cm. Daniela Baldoni osserva che il vello degli
arieti chiaramente indicato da fitte ciocche, rese con piccole tacche semicircolari.
A Iaso sono stati rinvenuti una quindicina di frammenti di simili askoi, con impasto
variabile dal rosso (2.5YR 578)22 a varie sfumature di rosato (2.5YR 6/623 e 2.5YR
6/824 e 7.5YR 7/425) a varie sfumature di arancio (5YR 7/626 e 7.5YR 7/627) al
beige (5YR 6/3)28. Almeno una parte potrebbero forse essere stati prodotti localmente29. In complesso sono pi di quaranta gli askoi a forma di ariete finora noti, di cui
la gran parte sono stati rivenuti negli scavi di Cnido e di Iaso; anche ad Atene sono
ben attestati, con i cinque frammenti dagli scavi dellagor e lesemplare del museo
Canellopoulos (peraltro di provenienza ignota). Lesemplare dal Mottaron di Aquileia
presenta una variante, ovvero la bardatura intorno al muso. Una serie di rinvenimenti
dal canale Anfora, resi noti da Luciana Mandruzzato, permette di riconoscere come gli
askoi a forma di ariete di produzione cnidia o comunque microasiatica fossero ben noti
in Aquileia e prediletti. I due esemplari aquileiesi editi poi consentono di riconoscere
unulteriore forma, con imboccatura molto bassa e centrale, separata dalla testa e con
piccola maniglia semicircolare. Anche la resa del pelame con ciuffi compatti
molto diversa dagli esemplari di Cnido e di Iaso come pure linclinazione dellocchio
e soprattutto lansa, molto piccola e semicircolare. Non sappiamo se questa diversit
dipenda da unevoluzione della forma30, certo possibile, o dalla presenza di pi stampi
anche nella medesima officina o piuttosto da un centro di produzione diverso. Anche il
presunto leone dal canale Anfora, edito da Luciana Mandruzzato, sembra appartenere
a una forma attualmente non attestata. Ci lascia supporre che il repertorio della ceramica cnidia a matrice possa essere ancora pi vasto di quanto finora ritenuto. Del
resto lampio bestiario documentato dai rinvenimenti della costa orientale adriatica,
dimostra da un lato come gli artigiani si divertissero a creare forme diverse e dallaltro
il favore che questi prodotti incontravano presso unampia clientela.
Merita di essere rilevata la concentrazione in Aquileia di materiali che definiamo
genericamente cnidii in aree portuali, precisamente nel porto fluviale scavato dal
Brusin31 e nel canale Anfora32, da intendere forse come materiale rotto durante le
operazioni di sbarco o semplicemente caduto sul fondo. Anche i frammenti di askos cui
fa riferimento il presente articolo vengono da una zona posta immediatamente a ridosso
delle mura tetrarchiche ma vicina al canale Anfora, da cui dista un centinaio di metri.
22

Baldoni 2003, n. 305.


Baldoni 2003, nn. 303, 308 e 313.
24 Baldoni 2003, n. 314.
25 Baldoni 2003, n. 304.
26 Baldoni 2003, nn. 301-302, 307 e 311-312.
27 Baldoni 2003, nn. 306 e 310.
28 Baldoni 2003, n. 309.
29 A Iaso attestata la presenza di una fornace, cfr. Baldoni 2003, p. 16.
30 La prosecuzione nella produzione degli askoi a forma di animale, con numerose varianti, ben
documentata nellampio studio di Erlich, Foerster 2012.
31 Brusin 1934, p. 129, n. 1.
32 Mandruzzato 2008.
23

414

Una patera cnidia con scena erotica

I prodotti con riferimenti erotici


Dal dialogo Amores dello Pseudo-Luciano di Samosata si apprende che era
facile incontrare a Cnido prodotti licenziosi e libertini di terracotta che muovevano al
riso33. Le scene erotiche, molto frequenti sulle lagynoi (un esempio si trova alBritish
Museum, proveniente dagli scavi del 1859 a Cnido) paiono invece piuttosto rare nelle
forme aperte.
Alcune raffigurazioni dichiaratamente erotiche, come i vasi falliformi, potevano
avere iscrizioni allusive alla protezione della casa, per la quale i recipienti (e il loro
contenuto?) contribuivano a tenere lontano il malocchio34. Su altri prodotti di Cnido
alcune iscrizioni sembrano riferirsi alloggetto (oinophoros), mentre altre paiono
indicare nomi di persone. Donald Bailey ha messo in evidenza la funzione votiva di
alcune iscrizioni35 e successivamente Gabriella Bevilacqua e Rubens DOriano hanno
analizzato una formula che si trova su alcuni thymiateria cnidii e che essi intendono
come esclamazione con allusioni sessuali36.
Un fondo iscritto
Fra i materiali conservati ad Aquileia vi anche una patera di probabile produzione cnidia (fig. 2) che reca uniscrizione greca, finora inedita, posta sul medaglione,
realizzato a matrice, con rilievo molto accentuato.
Sul fondo della patera raffigurata una scena erotica che si svolge allinterno di
una stanza, suggerita dalle cortine di tende che si aprono dietro ai protagonisti e da
alcuni elementi di arredo, come un bacile su colonnetta scanalata a sinistra. La donna,
di fronte, seduta su un supporto (kline?), ha la testa piegata verso la sua destra, con
capelli divisi da una scriminatura centrale e ampio chignon. Al polso sinistro porta
unarmilla. Dietro a lei un giovane parimenti nudo, sulla spalla del quale la donna
poggia la sua mano destra, compie un coitus a tergo. Sembra che la scena si svolga
in un contesto con tratti per cos dire dionisiaci o meglio come coronamento di un
simposio. Altre raffigurazioni simili esplicitano questo significato, ponendo in capo ai
due giovani delle corone.
Monika Rekowska ha preso in esame una decina di medaglioni analoghi, distribuiti prevalentemente lungo le coste del Mediterraneo orientale37, ma nessuno di essi
uguale a questo. Comera prassi, il medaglione fu realizzato separatamente dalla patera
cui venne in seguito applicato: al fine di evitare fratture durante la cottura, presso il

33 Ps. Luc. Am, 11. Sullargomento Slane, Dickie 1993, p. 483, con una discussione relativamente
alla possibile datazione delloperetta.
34 Slane, Dickie 1993, pp. 498-499.
35 Bailey 1988, p. 329.
36 Bevilacqua, DOriano 2012.
37 Rekowska 2013.

415

Maurizio Buora, Stefano magnani

Fig. 2. Patera frammentaria con scena erotica sul medaglione interno. MAN Aquileia, s.n. inv.

Fig. 3. Fondo esterno della patera.

416

Una patera cnidia con scena erotica

bordo furono praticati alcuni fori, di cui tre sono ancora visibili. La parte posteriore ha
il classico fiorone entro duplice nervatura concentrica (fig. 3), circondata da altra, pi
grossa, che fungeva da piede ad anello: la decorazione usuale, seppure con dettagli
diversi, nella produzione della costa dellAsia Minore.
Dimensioni del frammento: 17,2 cm x 10,5 cm.
Dimensioni del medaglione: diam. 12,7 cm.
Colore: 5YR 7/6 (interno); 7.5YR /76 (esterno)
Liscrizione, in greco, disposta su tre righe e si trova impressa sul lato destro
rispetto alla scena erotica (fig. 4). Le lettere sono alte 0,6 cm. Il testo fu probabilmente
impresso con un punzone separato rispetto alla matrice del medaglione e forse fu anche
ritoccato a mano. Limpressione poco profonda.
Testo:
[]AIC / H KOPI /NIA
La lettura resa difficile dallo stato di conservazione delloggetto, che appare
fratturato e presenta una forte consunzione in corrispondenza del testo, e forse dalla

Fig. 4. Iscrizione sul medaglione della patera.

417

Maurizio Buora, Stefano magnani

imperfetta impressione della matrice. Nella prima riga manca del tutto la prima lettera, la A del tipo a traversa spezzata, la I presenta accentuate terminazioni apicate, il
sigma del tipo lunato. Nella seconda riga perduta la prima asta della H, comunque
leggibile, mentre poco chiara o male impressa appare la seconda lettera, interpretabile
come una K con le due code apparentemente rivolte entrambe verso il basso. La O fu
impressa due volte, con due segni circolari tra loro intersecantisi. La P ha un occhiello
molto piccolo. Alla terza riga perduta la prima asta della N, per altro chiaramente
leggibile. La seconda lettera, , sembra avere uno sviluppo spiraliforme, con segno
interno ben evidente; a meno che, come nel caso della O alla linea precedente, non
vi sia stata una reimpressione o un ritocco del segno. La I e la A presentano le stesse
caratteristiche sopra indicate.
Lunica vera difficolt di lettura data dalla mancanza della prima lettera, che
lascia margine ad almeno due possibili restituzioni dellidionimo femminile che
costituisce il primo termine. Una prima lettura potrebbe essere: [] ;
ovvero: Taide, quella di Corinto. Il testo in tal caso potrebbe alludere al tipo
letterario della cortigiana, Taide, reso celebre da Menandro 38, ispirato alla figura
della famosa etera ateniese che fu la preferita di Alessandro e poi di Tolemeo I e che,
stando alla tradizione, fu colei che incit Alessandro a dare alle fiamme la residenza
reale di Persepoli 39. Il modello fu ripreso da Terenzio 40 e utilizzato da Cicerone 41,
Ovidio 42 e Luciano 43. La fama di Taide giunge fino ai nostri giorni, passando per la
Divina Commedia, ove lunica prostituta a essere menzionata nellInferno (XVIII,
vv. 129-135).
Si pu ipotizzare che lanonimo artigiano intendesse alludere ad un personaggio
diverso dalletera ateniese, giocando con il rimando onomastico a questultima e il
richiamo alla citt di Corinto, le cui ragazze erano assai famose. Nella letteratura
antica, infatti, le ragazze di Corinto avevano una bruttissima fama e lespressione
fin dal IV secolo a.C. era divenuta proverbiale per indicare una prostituta; come testimonia lo stesso Platone44.
Di fatto, per, il riferimento a Corinto rende pi probabile una seconda lettura:
[] ; ovvero: Laide, quella di Corinto.
Tra le ragazze corinzie, infatti, spiccarono per bellezza e per pretese economiche
due o pi cortigiane, vissute tra i decenni finali del V e la met del IV secolo a.C.,
rispondenti tutte al nome di Laide e pertanto spesso confuse e talora indistinguibili tra
loro nella letteratura antica e moderna45.
38 Men.

Thais, frgg. 217-222 Kock.


Alex., 38; Diod. XVII, 72; Curt. V, 7, 3. Cfr. anche Ath. XIII, 576. Su Taide si veda Wirth
1975, col. 641.
40 Ter. Eu., 3, 1.
41 Cic. de amicitia, 98.
42 Ouid. Rem., 383.
43 Luc. DMeretr., 1, 1-2.
44 Plat. R., 404d.
45 Per una recente disamina delle fonti e delle varie ipotesi moderne, si rimanda a Paradiso 2009.
Cfr., inoltre, Volkmann 1969, col. 457.
39 Plu.

418

Una patera cnidia con scena erotica

La prima sarebbe stata originaria di Hykkara (Carini), in Sicilia, e figlia di Timandra,


lamica di Acibiade. Dalla Sicilia sarebbe giunta a Corinto come schiava quando era
ancora fanciulla46. La sua bellezza lavrebbe condotta a una tragica fine: sarebbe stata
uccisa in un santuario di Afrodite in Tessaglia da alcune donne mosse dallinvidia nei
suoi confronti47. A lei, ma pi verisimilmente a una diversa e pi giovane Laide, sono
attribuiti legami con Demostene e il pittore Apelle48. Fra gli aneddoti che riguardano
questa seconda Laide particolarmente noto quello secondo cui letera avrebbe preteso
di essere pagata 10.000 dracme da Demostene, che aveva richiesto i suoi favori49. La
sua bramosia di denaro ha ispirato opere famose, come il quadro di Holbein il Giovane
che la ritrae mentre riceve la propria mercede (fig. 5).
Altrettanto e pi famosa fu una terza (?) etera di nome Laide. Era reputata infatti
la donna pi bella della sua epoca e fu oggetto di numerosi aneddoti e proverbi50,
divenendo un riferimento ineguagliato di bellezza e di vita scandalosa, tanto che molti
autori antichi e anche medioevali la citarono come esempio di dissolutezza51. Tra i
suoi amanti sono annoverati il cinico Diogene52, il filosofo Aristippo di Cirene, che le
dedic alcuni scritti53, e latleta Eubota di Cirene54. A Corinto fu eretto in suo ricordo
un monumento che raffigurava una leonessa nellatto di sbranare un ariete e il suo nome
era ancora ben noto nel II secolo d.C.55.
A essere raffigurata sul medaglione della patera dunque, molto probabilmente,
questultima Laide.
Il nome, per altro assai diffuso e certo in altri contesti56, si trova anche presso
peripatetiche, diciamo, da strada, come quella o quelle attestate da alcuni graffiti a
Pompei, presso il foro e in via della Fortuna57.
Non si conosce a quale uso fosse adibita la patera di cui ci occupiamo. Si suppone che lutilizzo potesse essere profano o sacro 58. Non sembra il caso di pensare
che il nostro esemplare potesse aver servito per le libazioni nei sacrifici come
suppone Giovanni Brusin per il frammento con il trofeo e le armi dei gladiato-

46 Ath.

XII, 535; XIII, 574e; 589a-b.


Moralia, 767f-768a. Cfr. Paus. II, 2, 5. Ath. 589b.
48 Gell. I, 8, 6; Ath. XIII, 588c-d.
49 Gell. I, 8, 5.
50 Ath. XIII, 570e; Ael. VH., 12, 5; 14, 35. Cfr. Ath. XIII, 570b e XIII, 582c-d; Aus. Ep., 17; Anth.
Pal., VI, 1, 19.
51 Tra questi Joh. Salisb. Policrat., VI, 23, col. 622 Migne.
52 Ath. XIII, 588e.
53 Ath. XIII, 588e; Diog. Laert. II, 75 e 84-85.
54 Clem. Al. Strom., III, 6, 50; Ael. VH., 10, 2.
55 Paus. II, 2, 4.
56 Come quelle attestate dalle iscrizioni romane, di cui una trentina elencate nellEpigraphik-Datenbank di Clauss e Slaby.
57 Nella Casa di Eumachia, presso il foro, il nome compare nella forma grecanica: Lahis / fel(l)at /
a(ssibus) II (CIL IV, 1969 = Hunink 2011, n. 585). Unindicazione dellattivit svolta compare nella Casa
della caccia in via della Fortuna: linge Laidi cunnum (CIL IV, 1578 = Hunink 2011, n. 545). Cfr. Solin
1968, p. 117; Varone 2002, p. 81. Un commento sul graffito in Cantarella 2011, p. 111.
58 Rivet 2007, pp. 180-181.
47 Plut.

419

Maurizio Buora, Stefano magnani

Fig. 5. Hans Holbein il Giovane, Lais


Corinthiaca, 1526, Kunstmuseum
Basel. (https://upload.wikimedia.org/
wikipedia/commons/a/a4/Lais_of_
Corinth%2C_by_Hans_Holbein_
the_Younger.jpg).

ri di Aquileia 59. Piuttosto


verrebbe da pensare a un
messaggio promozionale
riferito a una specialit praticata da qualche ragazza,
ad esempio, per dirla col
Manzoni, in una casa dove
andava molta gente, come
ampiamente illustrato dalle
immagini del noto lupanare
di Africanus e Victor, nella
VII insula di Pompei.
Una datazione del
frammento di patera possibile solo a grandi linee.
Alcuni elementi a favore
di una cronologia alquanto
tarda vengono da un rinvenimento effettuato a Tolemaide, in uno strato anteriore al terremoto del 262 d.C.,
mentre a Kenchreai un simile medaglione erotico fu rinvenuto in uno strato attribuito
al 267 d.C.60. Peraltro il tipo di patera sembra in uso a partire dallet flavia61, anche
se probabilmente oggetti del genere poterono essere conservati a lungo. Il frammento
edito dal Brusin, da lui ritenuto giunto come materiale di scarto con la terra di riporto62, fu forse deposto sopra larea funeraria di ignoti in occasione della sistemazione effettuata dopo lassedio da parte di Massimino il Trace, nel 238 d.C.
In questo caso, sulla base dellet di produzione e circolazione di pezzi analoghi,
ben rappresentati nella stessa Aquileia, sembra pi probabile una datazione delloggetto tra la fine del I e linizio del II secolo d.C.
59

Brusin 1941, nota 1, p. 70.


Rekowska 2013, p. 64.
61 Mandel 2000.
62 Brusin 1941, p. 69.
60

420

Una patera cnidia con scena erotica

Altri frammenti
Appartengono ai vecchi rinvenimenti del museo di Aquileia altri 4 medaglioni di
patere del medesimo tipo, in parte inediti. Uno con erote su delfino mostra indubbie
somiglianze con due differenti frammenti di Cnido, anche se fu eseguito con matrice
diversa (fig. 6).
Di indubbio interesse due frammenti di una lagynos decorati a matrice con immagini riferibili al tiaso dionisiaco: a giudicare dalle etichette conservate (25 a e 25b/96,
S.S. ovvero Staatliche Sammlung) appartennero ancora alla prima collezione museale.
Altri due frammenti appartengono a contenitori cilindrici: uno presenta la testa di un
sileno e laltro ancora un symplegma.

Fig. 6. Frammento di medaglione di patera con erote su delfino. MAN Aquileia, s.n. inv.

Frammenti rinvenuti ad Aquileia finora pubblicati


Tipo
Thymiaterion
Lucerna

Decorazione

Bibliografia

Datazione

Mandruzzato 2008, tav. I, 5.

I secolo d.C. (?)

Mandruzzato 2008, tav. I, 4.

70-120 d.C.

421

Maurizio Buora, Stefano magnani

Patera
Patera
Patera
Medaglione di patera

Medaglione di patera
Medaglione di patera

Manico con testa di


asino

Mandel 1988, K 118.

I secolo d.C.

Manico con testa di


ariete

Mandel 1988, p. 242, K 99.

I secolo d.C.

Manico con testa di


ariete

Mandel 1988, p. 242, K 100.

I secolo d.C.

Gladiatori

Brusin 1941, p. 69, fig. 26;


Salomonson 1975, p. 34 e nota
5; Salomonson 1979, p. 135,
fig. 11; Mandel 1988, p. 248,
K 172

Dal 70 d.C. in
poi

Leda con cigno,


tipo A

Mandel 1988, p. 244, K 131


(testo pp. 134-135)

II secolo d.C.

Mandel 1988, p. 257, K 296.

Fine I-II secolo


d.C.

Vaso falliforme

Simplegma

Maschera di sileno

Questarticolo.

I-II secolo d.C.

Vaso falliforme

Maschera di sileno
coronata, al disotto
fallo

Mandel 1988, p. 257, K 299.

Fine I-II secolo


d.C.

Brocca cilindrica

Pan

Halsamphore

Pan + Dioniso

Pelike

Dioniso + Sileno

Brocche a foglie
dedera
(Kleeblattkannen)

Sileno + cratere

Askos ad ariete

Bonis 1952, p. 24, n. 7, tav. 2,4


a.b; Heimberg 1976, p. 285, n.
A 4; Mandel 1988, p. 234 K 21.
Testo pp. 106-107.

II secolo d.C.

Bonis 1952, p. 24, n. 8, p. 25,


fig. 8; Brusin 1960, cc. 123
segg.; Heimberg 1976, p. 287,
n. C 18; Mandel 1988, p. 237,
K 51.

II secolo d.C.?

Mandruzzato 2008, tav. I, 2.

II-III secolo d.C.

Buora 2011, p. 39.

II-III secolo d.C.

Bonis 1952, p. 23 I, n. 3, g tav.


I 3.a.b; Brusin 1960, coll. 123126; Heimberg 1976, p. 288.
n. D 3; Mandel 1988, p. 236
K 40. Testo p. 107 (precedenti
ellenistici).

Brusin 1934, p. 129, n. 1, fig.


73; Hausmann 1958, p. 270, tav.
49, 1; Rohde 1962, pp. 60 segg.;
Heimberg 1976, p. 288, n. E 8;
Mandel 1988, p. 240, K 79.

Askos ad ariete

Mandruzzato 2008, tav. I, 3.

Askos a forma di
leone (?)

Mandruzzato 2008, tav. I, 1.

Askos ad ariete

422

II secolo d.C.?

II secolo d.C.

II-III secolo d.C.


II-III secolo d.C.

Una patera cnidia con scena erotica

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Maurizio Buora, Stefano magnani

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Riassunto
La ventina di frammenti di ceramica cnidia finora noti da Aquileia testimonia le strette relazioni di
questo centro, alla sommit delle rotte adriatiche, con lEgeo orientale e in particolare con larea di Cnido.
Ci avvenne almeno a partire dallet flavia e dur probabilmente fino ai primi decenni del III sec. d. C.
Tra i frammenti conservati nel museo di Aquileia uno solo reca uniscrizione, presente gi nella
matrice. Esso appartiene alla produzione cnidia di contenuto erotico, ben nota gi agli antichi. Il testo
indica che la donna raffigurata la nota cortigiana Laide di Corinto.
Parole chiave: Aquileia; ceramica cnidia; patera; iscrizione; symplegma; Laide.

Summary: A Cnidian patera with erotic scene


The approximately twenty fragments of Cnidian pottery so far known from Aquileia testifie the
close relations of this center, at the top of the Adriatic shipping routes, with the eastern Aegean area and
in particular with Cnidus. This was done at least from the Flavian age and probably lasted until the first
decades of the third century. A.D.
Among the pieces housed in the museum of Aquileia one bears an inscription, already present in
the matrix. It belongs to the Cnidian production with erotic content, formerly well known to the ancients.
The text states that the depicted woman is the well known Lais of Corinth.
Keywords: Aquileia; Cnidian pottery; patera; inscription; symplegma; Lais.
Stefano Magnani
Universit degli Studi di Udine - Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale
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Maurizio Buora
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