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Figura femminile Riccardo Rollo

Se immaginassimo di trovarci accanto a grandi artisti e di poter domandare loro in


quale modo si apprestano a realizzare un ritratto, di sicuro otterremmo considerazioni
alquanto differenti, se non addirittura antitetiche. Nell’arco di un secolo, infatti,
ovvero dalla seconda metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, si susseguirono
varie correnti e pertanto diversi modi di dipingere oggigiorno molto apprezzati dal
grande pubblico ma che, al contrario, trovarono poco riscontro nella loro epoca: si
pensi all’impressionismo e allo scalpore che ne derivò quando i canoni tradizionali
dell’arte e della “buona pittura” vennero messi da parte per inseguire il senso di libertà
del dipingere all’aria aperta, tra il rumore del vento che risuonava tra chiome d’alberi e
fili d’erba e il sole splendente che riscaldava il viso e il corpo del pittore. Niente più
pittura all’interno degli atelier degli artisti, ma direttamente nel luogo oggetto del
dipinto.

Non sempre però gli impressionisti rappresentavano paesaggi o persone all’interno di


paesaggi; erano molto diffuse infatti anche le scene di vita quotidiana, in cui i
personaggi raffigurati erano colti in pose naturali e disinvolte, in azioni abituali della
quotidianità, dando spesso l’impressione all’osservatore di non accorgersi di essere stati
ritratti, come quando qualcuno ci scatta una fotografia senza che ce ne accorgiamo: il
risultato è di assoluta naturalezza e spontaneità.

La pittura postimpressionista, invece, recupera il concetto del contorno e del disegno


(che la pittura impressionista aveva bandito), si ritorna a dipingere al chiuso, negli
atelier, e i quadri ritornano ad avere dimensioni molto grandi. Inoltre tutto è degno di
essere rappresentato e alla pittura spetta non solo la rappresentazione dell’attimo, ma
anche l’espressione di stati d’animo e comunicazione interiore (ovviamente in modi e
tempi diversi per ogni pittore).

L’elemento più rappresentato dagli Impressionisti era il paesaggio. La figura umana


non è però trascurata: la giovane, la donna è spesso protagonista sia mentre compie
azioni quotidiane che mentre passeggia nella natura. Anche i nudi sono frequenti.

Édouard Manet diede sempre importanza alla figura umana:

“Colazione sull’erba” una donna completamente nuda siede tranquilla al cospetto di due
borghesi in abito scuro e guarda verso lo spettatore con un’espressione provocante e
per niente imbarazzata. Venne esposto al salone dei rifiutati e divenne oggetto di
scandalo fin da subito, non perché rappresentasse un nudo, bensì perché il realismo
dell’immagine toglie ogni riferimento storico o
simbolico alla scena e il nudo in primo piano è
ironico e sfrontato in un contesto moderno, senza
cioè alcun riferimento mitologico. Inoltre destava
scandalo anche la tecnica, poiché non c’era un
disegno preparatorio, ma veniva rappresentato solo
attraverso il colore utilizzando contrasti netti con
pennellate veloci e senza l’utilizzo del chiaroscuro e
della prospettiva, convenzioni pittoriche dell’epoca.
Fonte: www.analisidellopera.it

“Olympia” venne considerata troppo volgare, Manet


si ispirò a Tiziano e a Goya e questo generò ancora
più critiche. Olympia mostra la sua nudità in
maniera sfacciata, una giovane prostituta, in chiara
attesa di un prossimo cliente, si offre allo sguardo
dell’osservatore distesa su un letto disfatto con
accanto un mazzo di fiori offerto da una domestica,
probabile dono di un cliente. Nel buio dello
sfondo la figura inquietante di un gatto nero. Olympia è rappresentata con una tecnica
pittorica nuova: le pennellate sono rapide, sommesse, sintetiche: i toni sono crudi,
piatti; i contrasti sono accentuati e dividono nettamente il quadro in due parti: una
parte chiara e l'altra caratterizzata da uno sfondo cupo tra verdi e bruni.

“Il bar delle Folies-Bergère” riesce ad ottenere


consensi all'interno del Salon. Rappresenta
uno dei locali parigini più alla moda, in cui una
giovane donna domina la composizione rispetto
allo sfondo. La grande specchiera mette in
scena, attraverso un riflesso, non solo la folla del
bar ma anche l’interlocutore della cameriera dal
volto malinconico che, annoiata e stanca,
attende che il suo lavoro finisca. Colori netti
tendenzialmente freddi, senza chiaroscuri. Nel
riflesso alle spalle della cameriera prevalgono i blu e i grigi. Elemento importante è la
luce.
Fonte: www.arteworld.it

Claude Monet si concentra sulla variazione della luce e del colore, attraverso i quali le
figure umane si confondono col paesaggio e diventano un tutt’uno con esso.
Egli è interessato alla luce e ai suoi effetti su un paesaggio perlopiù naturale.

“Colazione sull’erba” nel monumentale quadro le figure sono


trasfigurate dalla magia della luce. Monet coglie i giochi di luce
sul fogliame della radura, sui vestiti e sui volti dei personaggi.
Figure femminili in chiari abiti estivi su cui si posa la luce del
sole e l’ombra morbida di un albero disegna una grande
macchia grigia.

“Donna con il parasole” questo quadro è stato


realizzato en plein air, quindi velocemente. Le
pennellate sono ampie e materiche perché il pittore deve cogliere il
momento, “l’attimo fuggente”, ogni istante è diverso da quello
successivo. L’orientamento del gesto asseconda la direzione del vento
inclinandosi. I dettagli dell’abito e della fisionomia della giovane non
sono significanti, infatti il viso è limitato ad una campitura di colore
rosa e ombre azzurre.

Pierre Auguste Renoir pone al centro delle proprie opere la figura umana.

“Nudo al Sole” con quest’opera Renoir vuole dare all’


impressionismo una nuova e diversa visione: non solo la natura
con i suoi elementi caratterizzanti, ma anche l’ essere umano
può trovare la giusta collocazione attraverso la tecnica dell’en
plein air. L’incarnato è di un rosa tenue in leggero contrasto con
i colori dei capelli, che scendono accarezzando le spalle, di un
marrone più scuro. Le forme del corpo sono morbide,
arrotondate, distese soprattutto nella parte del bacino:
espressione di sensualità e di femminilità.

Fonte: www.aletes.it

“Grande nudo” la donna, nella sua prosperosa


eleganza, appare meno sensuale. Renoir rinuncia alle
ampie pennellate e alla vivacità della luce che riesce ad imprigionare mirabilmente nei
dipinti en plein air. Sceglie, infatti, colori più caldi e tenui per rappresentare, in tutte le
sue sfumature visive, la morbida sensualità del soggetto. E’ una raffigurazione iconica
in cui la nudità esalta la bellezza della donna di tipo classico.

“Le grandi bagnanti” è la rappresentazione dei nudi en


plein air. Una scena idealizzata, le figure femminili sono
realistiche, definite in modo netto dalla linea di
contorno, a tinte piuttosto chiare. Sono bagnanti
fanciulle, sensuali e delicate al tempo stesso. I corpi sono
imponenti e massicci e staccano pesantemente dallo
sfondo, che è reso con tocchi rapidi alla maniera
Impressionista.

“Le bagnanti” le figure sono più astratte, tondeggianti,


voluttuose, dai contorni sfumati e quasi evanescenti,
dalle tinte tendenti al rossiccio.

Fonte: www.artdreamguide.com

Paul Cézanne è convinto che ogni oggetto corrisponda a una forma geometrica.
Il colore, steso a larghe pennellate, crea queste forme e i loro volumi. Nelle
sue opere il disegno è in parte recuperato, ma il colore prevale sempre. Cézanne
scompone quindi le forme semplificandole geometricamente: chi osserva le sue opere
deve ricostruire le forme “mentalmente”, nel suo pensiero.

“Le grandi bagnanti” il tema è classico: l’inserimento del


nudo nel paesaggio.
Ciò che l’artista cerca è rendere l’emozione della
visione solo attraverso la stesura di colori su una
superficie, senza altra preoccupazione relativa alla
verosimiglianza. L’uso del colore rende l’immagine
vibrante e viva. Cézanne fu innovatore nella forma del
soggetto: egli distaccò la sensualità dalle sue bagnanti.
A lui interessavano l’essenza delle cose, il soggetto come
geometria e distanza. Non vi è sensualità, sono corpi come fantasmi, che creano una
piramide nella natura. Una geometria dell’essenza che si esprime tra segni neri e grigi.
Fonte: www.artspecialday.com

Edgar Degas ha una predilezione per le figure umane, soprattutto femminili.

“Donna che si pettina” Degas concentra la sua attenzione sulle


donne intente alla toilette quotidiana, come lavarsi o
pettinarsi o perfino in un momento di riposo dopo il bagno.
Questi nudi sono pervasi da una sensualità ambigua e
naturale al tempo stesso. La tecnica del pastello, utilizzato
puro, è ravvivata dalla giustapposizione di innumerevoli
tratti di colore per dare vita ai corpi.

Fonte: restaurars.altervista.org

Paul Gauguin cerca la purezza incontaminata. I quadri di Gauguin sono un paradiso


terrestre di tahitiane silenziose, immerse nei suoni della natura. Il mondo meraviglioso
che il pittore trova in Polinesia viene rappresentato nei suoi dipinti con forme e colori
che rappresentano un’immersione nel contesto naturale oceanico. Le protagoniste dei
dipinti sono spesso donne “selvagge”.

“Nevermore” la bellezza esotica della ragazza distesa, che


occupa tutto il dipinto in orizzontale, richiama alla
mente l'Olympia di Manet. La linea di contorno è molto
evidente, la pennellata è calda e sensuale e i colori sono
piatti e molto forti.

“Manaò Tupapaù" si può notare una certa somiglianza con


l’ “Olympia” di Edouard Manet per la presenza di una
figura alle sue spalle. Lo spazio è statico, la pelle vellutata
della fanciulla risplende in una gamma di tonalità calde, che
richiamano la natura mediterranea.

Vincent Van Gogh elabora una tecnica propria capace di dare forma alle sue immagini
interiori, trasfigura cioè la realtà in relazione al proprio “io” interiore. Gli elementi
della realtà vengono trasformati in simboli che rispecchiano i suoi stati d’animo e nei
quali proietta se stesso e le proprie sofferenze.
“La Mousmè” la parola “mousmè” è giapponese e significa
“giovane ragazza”. Van Gogh utilizza colori forti e decisi con
tonalità contrastanti come il blu, il rosso ed il verde per donare
forte intensità e vivacità alla scena. L’artista si concentra molto
sui tratti del volto della ragazza.

Fonte: www.didatticarte.it

Georges Seurat utilizza la tecnica del Pointillisme, basata sull’accostamento di colori


puri, stesi sulla tela a piccoli punti o trattini, che da vicino appaiono distinti ma,
osservando il quadro da lontano, si ricompongono visivamente dando un colore
omogeneo.

“Le modelle” il soggetto, ispirato a quello classico delle


Tre Grazie, è il frutto di un accurato studio eseguito
per dimostrare alle numerose critiche che affermavano
con convinzione che con la nuova tecnica pittorica di
Seurat, cioè quella di stendere numerosi puntini di
colore puro vicini o contrapposti tra di loro su una
tela, si poteva arrivare al massimo a creare dei semplici
paesaggi e nulla più, mentre per quanto riguardava la
rappresentazione dei corpi umani questa era una tecnica assolutamente inadatta.
L’artista riesce invece, attraverso un paziente uso che fa dei puntini di colore, a
ottenere la raffigurazione e i particolari della testa, delle braccia, delle pareti della
stanza e di tutti gli altri dettagli del corpo umano. I puntini riescono anche a suggerirci
i giusti volumi di questi corpi, oltre che darci anche l’illusione delle luci e delle ombre.

Fonte: kigeiblog.myblog.it

Henri Toulouse-Lautrec è un artista che ama


rappresentare le attrici, le ballerine, i cantanti, le
cavallerizze del circo, le prostitute, la gente comune e
disadattata che, come lui, frequenta i locali notturni
parigini. Le sue donne non sono oggetti di desiderio o di
scherno o di pura decorazione: sono donne stanche, grasse,
disfatte, ammiccanti, ironiche, allegre, tristi, belle ma non
bellissime, non giovani, non perfette. Sono assolutamente
vere. Sono stanche dopo una giornata
“Femme assise sur un divan”
di lavoro nel bordello o dopo uno spettacolo, sono sguaiate, sono irriverenti. Prendono
in giro i ricchi signori che le comprano. Ed è questo che ha sempre fatto scandalo: lo
svelamento dell’ipocrisia. Come per l’Olympia di Manet, non è il nudo a indignare ma
lo sguardo fiero e senza pudori della donna.

Fonte: www.amica.it

Gustav Klimt ritiene la donna il suo soggetto preferito: nuda o


riccamente agghindata, in movimento o seduta, sdraiata o in
piedi. Non erano solo belle donne quelle che interessavano
l’artista austriaco: nei suoi dipinti troviamo infatti anche
donne anziane, obese, incinte.

“Nuda Veritas” su uno sfondo azzurro che simboleggia l’acqua i


cui flutti sono resi con una pennellata ondulata, una figura
femminile nuda dalla folta capigliatura rossa tiene in mano
uno specchio, simbolo della verità, rivolto verso l’osservatore,
mentre ai suoi piedi un serpente rappresenta la falsità che
inganna la verità.

Fonte: www.psicolinea.it

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