Henri de Toulouse-Lautrec Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec- Autoritratto, 1880, Henri de Toulouse Lautrec, Musee Toulouse- Montfa ( Albi, 24 novembre 1864 – Saint- Lautrec, Albi, Francia Andrè-du-Bois, 9 settembre 1901) fu un artista francese tra le più importanti figure della pittura di fine Ottocento. Nacque in una delle famiglie più antiche di Francia, frutto del matrimonio fra due cugini. La consanguineità avrà gravi conseguenze: suo fratello minore muore a pochi mesi dalla nascita, mentre Henri, dopo un’infanzia apparentemente sana, manifesta nell’adolescenza un’anomalia genetica ossea.
Per il giovane Toulouse-Lautrec la madre era un
imprescindibile punto di riferimento, soprattutto alla La contessa Adéle de Tolouse-Lautrec luce della futura vita bohèmienne del pittore. nel salone del Chateau de Malromé, 1866, Henri de Toulouse Lautrec, Musee Toulouse-Lautrec, Albi, Francia Henri de Toulouse-Lautrec Nel 1872 Lautrec seguì infatti la madre a Parigi per Alphonse de Toulouse- Lautrec alla carrozza, frequentare il Lycée Fontanes. Qui conobbe Maurice Henri de Toulouse-Lautrec , (1881); olio su tela, 38.5×51 Joyant, di origine alsaziana, che divenne suo amico fidato, cm, Petit Palais, Parigi. ed il pittore animalista René Princeteau. Quando la sua situazione di salute si aggravò, portandolo a una frattura di entrambe le gambe che lo costrinse all’immobilità, ebbe molto tempo per approfondire la passione per la pittura: passò il tempo della convalescenza disegnando incessantemente su quaderni da disegno, album e pezzetti di carta. I soggetti di questi primi cimenti pittorici sono legati al mondo equestre. Non va ignorato, inoltre, il fatto che con la realizzazione di opere come Souvenir d'Auteuil e Alphonse de Toulouse-Lautrec alla carrozza Henri tentava disperatamente di guadagnarsi la stima del padre: Alphonse, infatti, aveva da sempre desiderato di poter Souvenir d’Auteuil, Toulouse- rendere suo figlio un gentiluomo con gli hobby Lautrec, 1881, olio su cartone, 73 x dell'equitazione, della caccia e della pittura 54cm, collezione privata. Henri de Toulouse-Lautrec Tra il 1889 e il 1894 partecipò con regolarità al Salon des Indépendants. Iniziò il periodo a Montmartre e incontrò molti artisti impressionisti del tempo (tra cui Van Gogh). Furono questi gli anni in cui Henri divenne un Bohemien, frequentando locali notturni e diventando amico del proprietario del Moulin Rouge. I suoi quadri dimostrano infatti una forte attrazione per soggetti emarginati: prostitute, poveri, diseredati, modelle e cantanti. Toulouse diventò uno straordinario Al Moulin Rouge, Toulouse-Lautrec, olio su tela, 1892-1893, 123 x 141 cm, grafico pubblicitario; creò numerosi manifesti Salottino privato, Toulouse-Lautrec, Art Institute, Chicago. «affiches», rivoluzionari nelle loro impostazioni. olio su tela, 1899-1900, 55 x 45 cm, Courtauld Institute Galleries, Londra. Tuttavia venne colpito da un’altra malattia, la sifilide. Per di più presto divenne un alcolista facendosi rinchiudere in una clinica per malattie psichiche. Tornò dalla madre nel 1901 nel castello Al Salon di rue des Moulins, Toulouse-Lautrec, 1894-1895, di Malromè, dove morì all’età di trentasei anni. pastello su carta, 111,5 x 132,5, Musèe Toulouse-Lautrec, Albi Henri de Toulouse-Lautrec Nonostante una vita molto breve, Henri de Toulouse-Lautrec fu un pittore piuttosto prolifico, dal momento che il catalogo ragionato delle sue opere, pubblicato nel 1971, elenca 737 dipinti, 275 acquerelli, 369 litografie e 4.784 disegni. Dopo aver conseguito il diploma a Tolosa e soddisfatto almeno in parte le aspettative della famiglia, comunica che intende fare dell’arte una professione e di voler studiare per entrare nella prestigiosa École des Beaux- Arts; inizia l’apprendistato presso pittori professionisti, tra i quali Fernand Cormon, grazie al quale conosce Vincent van Gogh e ne diventa amico. Dopo le prime opere con soggetti accademici, a tema storico o con studio di nudi, si innamora del colore piatto steso a grandi Henri de Toulouse-Lautrec in abiti giapponesi che si finge strabico, 1892 circa, Musée campiture, conosciuto tramite l’arte giapponese. Toulouse-Lautrec, Albi Henri de Toulouse-Lautrec Toulouse-Lautrec fu infatti uno dei primi artisti europei a guardare alle stampe giapponesi, dalle quali mutuò il segno grafico essenziale e i piani quasi piatti che caratterizzeranno soprattutto la sua opera grafica ma che si vedono anche in alcuni dipinti (per esempio Un coin du Moulin de la Galette ). Tratte dalle stampe giapponesi sono anche le forti diagonali, come si vede in Au Moulin Rouge, una delle opere più famose di Toulouse-Lautrec, che si inserisce nel filone dei dipinti che traducono su tela la vita notturna della Un angolo del Moulin de la Galette, Toulouse-Lautrec, 1892, 100,5 x 89 cm, National Gallery of Art,
Parigi di fine Ottocento. Washington.
Henri de Toulouse-Lautrec A partire dagli anni Novanta, i dipinti di Toulouse- Lautrec assumono lo stile per il quale sono universalmente noti: i contorni ben definiti, le campiture uniformi (anch’esse dunque derivanti dalle stampe giapponesi), le pennellate sciolte che invece risentono dell’iniziale interesse per l’arte espressionista, il luminismo artificiale. La sua pittura, veloce e molto lineare, era frutto di una forte passione: essendo di famiglia ricca e non avendo dunque bisogno di dipingere per vivere, poteva permettersi il lusso di non lavorare su commissione. I suoi soggetti preferiti erano le donne, e in particolare le ballerine e le meretrici, che diventano le protagoniste principali dei suoi dipinti in virtù della loro spontaneità: Toulouse-Lautrec amava infatti il modo in cui si muovevano e si destreggiavano tra i clienti e nei Ballo al Moulin Rouge, Henri de Toulouse-Lautrec, (1889- locali. Nelle sue raffigurazioni di ballerine e prostitute, 1890); olio su tela, 115×150 cm, Museum of Art, Filadelfia
tuttavia, Toulouse-Lautrec non indugiava in moralismi o
sentimentalismi: ciò che traspare è verità e umanità. Henri de Toulouse-Lautrec Particolarmente importante è l’opera grafica di Toulouse-Lautrec, essendo stato uno dei più grandi e apprezzati disegnatori del suo tempo, oltre che uno dei primi artisti a intuire il potenziale che l’arte poteva offrire alla pubblicità. L’artista si prestò così di buon grado a disegnare manifesti per i caffè che frequentava. Egli fu il primo a percepire la necessità di inventare un nuovo ‘stile’ per quel nuovo genere artistico, tipicamente cittadino, che è il manifesto. Lautrec impiegò linee impetuose, tagli compositivi audaci, colori intensi e piatti, colori squillanti che, applicati omogeneamente su superfici estese, rendevano il manifesto visibile anche da lontano, facilmente riconoscibile al primo sguardo e, soprattutto, attraente per il potenziale consumatore. Henri de Toulouse-Lautrec La grafica di Toulouse-Lautrec è fatta di Aristide Bruant, Toulouse-Lautrec, 1893, 92,5 x 127 cm, Galleria stilizzazioni estreme, di primi piani, di d’Arte Moderna, Milano. pose inconsuete, di visuali particolarmente ardite: lo si nota in celebri manifesti come Aristide Bruant, dove il noto cabarettista appare come una massa di colore blu sormontata dalla sciarpa e dal suo ritratto reso con poche linee, o come Jane Avril, dove la cantante assume un aspetto quasi filiforme. Dunque per la prima volta, con Toulouse, l’attività dell’artista non tende più a concludersi in un oggetto finito, il quadro, ma si dipana nella serie ininterrotta dei dipinti, delle incisioni, dei disegni, nell’album di schizzi che si sfoglia come si leggerebbe una raccolta Jane Avril al Jardin de Paris, di poesie. 1893, stampa litografica, 130 x 95 cm. Albi, museo Toulouse- Lautrec Henri de Toulouse-Lautrec “Al Moulin Rouge”, olio su tela (123×141 cm) realizzato tra il 1892 e il 1893, conservato ora all’Art Institute di Chicago. L’ambientazione di quest’opera è chiaramente una delle sale del Mouline Rouge, in cui interagiscono tra loro diversi personaggi, tra i quali si distinguono immediatamente alcuni gentiluomini e delle ballerine. Alcuni di questi hanno un’identità ben precisa: si possono riconoscere tre fra le più famose ragazze del Moulin Rouge di quei tempi: la Goulue (Golosa) ritratta di spalle, la Macarona, vista frontalmente con un nastrino rosa al collo e Jane Avril, seduta a tavola di fronte alla Macarona. Inoltre sullo sfondo si intravedono due signori che non sono altro che lo stesso autore del quadro (il più basso) e il suo affezionato cugino Tapié de Céleyran. Henri de Toulouse-Lautrec Interessante da osservare è l’inquadratura che Toulouse-Lautrec decide di dare alla sua opere, in cui riprende un tratto distintivo di Degas, e inserisce dei dettagli e dei personaggi, che entrano nel quadro solo parzialmente, proprio come se fossero stati catturati dall’immediatezza di uno scatto fotografico. Questi dettagli concorrono a creare uno schema geometrico ben definito caratterizzato da due diagonali, una derivante dal margine del bancone in legno, e l’altra sovrapponibile al tavolino di marmo bianco. Anche i personaggi sono organizzati secondo un orientamento diagonale, che parte da destra, ossia dalla donna bionda in primo piano e che segue fino all’autoritratto dell’autore insieme al cugino. Henri de Toulouse-Lautrec Per quanto riguarda l’aspetto cromatico abbiamo nuovamente dei riferimenti alla tradizione impressionista, rintracciabili negli accostamenti di colori complementari, nell’alternarsi di tonalità scure con dettagli decisamente più vivaci (come ad esempio i capelli rossi di Jane Avril) e infine nelle ombreggiature colorate, come quella verdastra che si nota sul volto della ballerina in primo piano, e che contrasta con i suoi riccioli biondi. Henri de Toulouse-Lautrec La toilette, olio su cartone di 67x54 cm, realizzato nel 1889. È un dipinto realizzato dal vero, proprio in una di quelle case d'appuntamento nelle quali l'artista passava molte ore della sua giornata. Il taglio è fotografico, con evidente accentuazione del punto di vista dall'alto verso il basso. Anche in questa opera, il soggetto, i poveri oggetti dell'ambientazione rimandano a Degas. I colori sono utilizzati con parsimonia, in alcuni punti affiora persino il colore del cartone che funge da sfondo esso stesso. Henri de Toulouse-Lautrec ll Divan Japonais era situato al civico 75 di rue des Martyrs. In realtà nel 1893 fu trasformato in caffè-concerto dall’uomo di lettere, storico e scrittore Édouard Fournier. A Toulouse-Lautrec venne affidato l’incarico di realizzare il manifesto per l’inaugurazione della nuova gestione. Toulouse-Lautrec nell’esecuzione del manifesto fu influenzato dall’arte giapponese e fu così che, una volta ricevuto l’incarico di realizzare il manifesto pubblicitario, egli scelse una formula compositiva e di coloratura impregnate di giapponismo: il taglio che il maestro conferisce è fotografico, tant’è che la testa della cantante Yvette Guilbert, a sinistra, è tagliata fuori. La si riconosce, infatti, solo dai caratteristici guanti neri lunghi che indossava abitualmente e noti ai suoi contemporanei. Henri de Toulouse-Lautrec Al centro del manifesto si staglia la figura femminile elegantemente vestita con abito, cappello e ventaglio neri: si tratta di Jane Avril, soubrette del Café Divan Japonais. La cantante viene ritratta di profilo e collocata in primo piano. È appoggiata alla balaustra come una qualsiasi spettatrice, mentre la coppa di champagne davanti a lei è un indizio dello spirito mondano e disinvolto della donna. Sulla destra di Madame Avril c’è Édouard Dujardin che oltre ad essere il compagno di lei fu anche un importante critico musicale fondatore della rivista Revue Wagnérienne. È vestito in modo elegante anche lui: il cilindro ed il bastone da passeggio sono segno di estrema cura nel modo di vestirsi; porta la barba lunga e indossa un monocollo. Al di sotto Jane Avril Orchestra della galleria in cui sono seduti questi due personaggi si intravvede l’orchestra, sulla cui diagonale è costruita la composizione, con i riccioli dei contrabbassi e le braccia levate in aria del direttore. Il pittore realizzò il manifesto con pochi tratti essenziali e le scelte cromatiche, che variano da tonalità calde del giallo e dell’arancio a quelle più fredde del bruno e del nero, sono poche, mentre le campiture conferiscono al manifesto un’assoluta bidimensionalità, come nelle stampe giapponesi. Utilizzò anche il Édouard Dujardin Crachis che consisteva in una tecnica a spruzzo ottenuta intingendo uno spazzolino nel colore per poi sfregarlo contro un oggetto. Con questa procedura si creavano delle gocce di colore che andavano a depositarsi sulla superficie litografica creando un effetto materico.