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Parigi nella seconda metà dell’800 diventa capitale europea ed inizia il processo di modernizzazione
complessiva operato tra il 1852 e 1870 da Napoleone III e Haussman. Quest’ultimo fu eletto prefetto della
Senna e ridesse il piano per Parigi, in seguito alle problematiche trovate in città quali:
Il progetto toccò tutti gli aspetti dell’urbanistica e dell’urbanizzazione sia nel centro della città che nei
quartieri esterni, in particolare: le strade, i viali, gli spazi verdi, le fognature, rete idrica, monumenti pubblici,
arredo urbano (igiene, viabilità, valorizzazione della proprietà fondiaria). I lavori furono decisi dallo Stato e
realizzati da imprenditori privati e finanziati attraverso prestiti. Lo Stato
espropria i proprietari dai terreni interessati al rinnovamento e vengono
demoliti gli immobili e realizzate nuove strade (circa 40 km di boulevard
alberati e illuminati, dotati di acqua fognante e gas), inoltre vengono create
ampie piazze, migliorata l’accessibilità alle stazioni ferroviarie e creati
edifici di prestigio (opera e teatri), i monumenti storici vengono “ripuliti”
dal tessuto edilizio popolare e isolati diventando punti di fuga per le nuove
prospettive stradali. Tipizzò la pianta delle abitazioni e l’uniformità delle
facciate attraverso la regolamentazione degli edifici con piano terra e
mezzanino con muri rientranti, piano nobile con uno/due balconcini, il
terzo e il quarto con cornici e finestre meno ricche, i quinto con balconcini
continui senza decorazioni, tutti comprendono mansarde inclinate a 45°.
Costruì 600km d’acquedotti per le abitazioni, creò una seconda rete idrica
per l’acqua non potabile affinché ci fosse la pulizia delle strade e irrigazione
degli spazi verdi e parchi. Vengono costruite circa 340 km di fognature.
Ogni quartiere fu dotato di piccoli parchetti con alberi. Progettò l’arredo urbano “standardizzato” come
panchine, pensiline, orologi, lampioni, cartelli etc… Che vennero progettati da degli ingegneri.
Infine vengono creati e ampliati, entro i confini della città, nuovi cimiteri (Pere-Lachaise) e tanti piccoli parchi.
Il Romanticismo è un movimento artistico nato verso il 1800 con contorni meno definiti rispetto al
neoclassicismo (arriva dopo esso) che riprende la razionalità umana a differenza del Romanticismo che esalta
la sfera passionale, sentimentale e irrazionale (perciò soggetta a suggestioni religiose).in questo periodo
vengono anche chiuse le accademie d’arte poiché si credeva che si nascesse già geni e non si necessitasse di
apprendere). Il romanticismo riguarda la storia del medioevo, rivalutando il periodo considerato buio e
barbarico. Rivaluta l’aspirazione e il genio individuale ed è nazionalistico. Può considerarsi una poetica perché
tende all’omogeneità dei contenuti che sono sintetizzabili in 4 categorie:
In Francia, Germania e Inghilterra l’architettura risalente a quel periodo viene chiamata Neogotica (es. Notre
Dame) mentre in Italia si afferma come Eclettismo in quanto era una nazione più religiosa e legata alla
classicità. Si riconosce questo tipo di architettura grazie a 3 elementi strutturali (arco a sestapunta,
contrafforte, arco rampante) e 3 decorazioni (guglie, cuspidi, pinnacoli). Tutto progettato con il fine di
aumentare l’altezza e stare vicino a Dio.
La natura non produce il bello ma immagini che evocano sentimenti fondamentali: il pittoresco e il sublime.
Il sublime ha radici nei sentimenti di paura e orrore suscitati dall’infinito e nasce dal conflitto tra sensibilità e
ragione, pittoresco invece è la categoria estetica dei paesaggi (es. pittura romantica). Uno dei tratti
caratteristici del romanticismo è la rivalutazione del lato passionale e istintivo dell’uomo da cui la tendenza
a ricercare atmosfere buie e misteriose poiché il pittore ha un’anima ipersensibile, sempre pronto a continui
turbamenti, egli non si sente borghese e inizia a comportarsi in maniera anticonvenzionale. L’ARTISTA è
FORTEMENTE PESSIMISTA E DRAMMATICO Perciò CERCA L’ORRORE NELLA SUA ARTE. In Germania nell’800
c’e una concezione mistica e idealista dell’arte intesa come dono divino grazie a cui si scopre l’animo delle
cose, rivelando concetti quali sentimenti, il religioso, l’interiore (Friedrich). Viene ripreso il medioevo perché:
Il periodo del Romanticismo è un periodo industriale dove però le industrie non creavano la possibilità per
un lavoratore di amare il proprio lavoro, con la conseguenza della sua alienazione e impoverimento generale.
Sorsero cosi in Inghilterra delle scuole di arte applicata dei mestieri detta “Art And Craft” (Morris) dove
venivano prodotti manufatti in modo rigorosamente artigianale anche se il costo del lavoro era superiore
rispetto a quello delle industrie (quindi riservato ad un pubblico ricco).
ROMANTICISMO NEOCLASSICISMO
1. Sentimento 1. Razionalità
2. Riscoperta valori religiosi 2. Laico e ateo
3. Medioevo come punto di riferimento 3. Storia classica come riferimento
4. Genio individuale e aspirazione 4. Pratica artistica su metodi e regole standard
5. Nazionale (evoluto di regione in regione 5. Stile internazionale
diversamente) 6. Categoria estetica: bello (sensazioni piacevoli
6. Periodo Europa unita con forme perfette e geometriche, armonia e
equilibrio)
7. Periodo napoleonico e il suo crollo
Pratica iniziata principalmente a causa dei danni causati dalla guerra e da lì utilizzata sempre più frequentemente.
La coerenza stilistica è la coerenza dello stile dell’edificio ristrutturato. Ecco quelli essenziali:
1. RESTAURO STILISTICO VIOLLET LE DUC. Riportare l’edificio alla sua unitarietà dandogli un aspetto che non
aveva nel passato
2. RESTAURO ROMANTICO TEORIE DI RUSKIN. Restaurare per lui rappresentava una menzogna, l’unica
operazione ammissibile era un mantenimento e non fare nulla se uno di questi monumenti vanno in rovina.
3. RESTAURO STORICO BELTRANI (In Italia). Le eventuali integrazioni e aggiunte devono essere fatte in base
a documentate fonti storiche (non coerenza stilistica)
4. RESTAURO FILOLOGICO BOITO (Italia). I documenti devono essere consolidati rispettando tutte le parti
dell’edificio anche quelle aggiunte durante la sua storia (Patina del tempo) e non riparati. Si deve aggiungere
all’edificio una parte nuova che si deve contraddistinguere per materiali e caratteristiche senza però alterare
l’aspetto complessivo del monumento.
5. RESTAURO SCIENTIFICO GIOVANNONI. Bisogna conservare sia il monumento che l’ambiente circostante.
Necessaria quindi una manutenzione e una ristrutturazione ma ridurre al minimo questi interventi garantendo
l’autenticità della struttura consentendo la stratificazione di un’opera.
MACCHIAIOLI
Movimento dello “specchio nero”: è infatti uno specchio annerito dal fumo che fa apparire il riflesso come
una macchia si sviluppa a Firenze, in Italia. Il termine viene coniato da una gazzetta in senso negativo. Gli
artisti si riunivano nel Caffe Michelangelo e esponevano tra loro le idee (= Gran Tour) e approfittavano di
quei momenti per studiare il classicismo. Ci sono alcune caratteristiche basilari del movimento:
- Il primo impatto di un oggetto è il colore, le loro opere infatti sono caratterizzate da macchie di
colore (macchiatura e non precisione). LE LINEE NON SONO DEFINITE.
- Anticipatori della luce non si cambia il colore ma si modificano le diverse tonalità.
- Soggetti tematica militare/ guerra, in seguito vengono utilizzate di più tematiche ambientali.
Ritratti di persone comuni dai visi minuziosi nei dettagli e lo sfondo con ambienti familiari e
quotidiani alle persone ritratte.
- Le tavole erano piuttosto piccole in quanto non possedevano molto denaro
- Pessimo uso della prospettiva
- Forma definita ma non dettagliata
- Uso intenso di bianco e nero alternati (es. In vedetta)
AGGIUNGERE QUALCOSA
- Teoria accostamento del colori non bisogna mischiare i colori ma accostarli poiché donano più
luminosità e gioia all’opera.
- EN PLEIN AIR. Lavorano all’aria aperta, solitamente sulla riva della Senna e nascono i primi
strumenti portatili (cavalletto, tubetti…) era una pratica sfruttata con il fine di cogliere bene la luce
che era più importante del soggetto stesso. Veniva rappresentato più volte lo stesso soggetto con
diverse condizioni metereologiche e come esso veniva colpito dalla luce.
- Un quadro era molto veloce, rappresentazione rapida per cogliere ogni essenza della realtà
- Eliminazione disegno preparatorio, non c’è una linea di contorno delle figure anzi, sono piuttosto
indefinite.
- L’immagine è in movimento, non statica, è come se fosse in costante vibrazione.
- Rappresentare ciò che avviene nella realtà (i paesaggi) dove si vede e si dimostra quanto si stesse
bene a Parigi con la sua vivacità e spensieratezza.
I maggiori pittori sono stati: Manet (padre impressionismo), Monet, Renoir, Degas
- Manet si rifiutò di essere definito impressionismo ma nel 1866 espose nella Galleria dei Rifiutati il
primo quadro impressionista “Colazione sull’erba”.
- Monet fu fortunato realizzando i sogni della sua vita tramite la vendita delle sue opere. NATO
COME IMPRESSIONISTA.
- Renoir fu amico di Monet, usava tinte più trasparenti e candide rispetto a Monet anche se
sfruttavano gli stessi soggetti.
- Degas non si considera davvero un impressionista in quanto non dipingeva en plein air. Verso la
fine della sua vita si dedica alla scultura perché perse quasi completamente la vita.
Francia 1874-1888 Critico Leroy Fotografo Nadar Attimo fuggente En plein air
È una scena di un pic-nic nel bosco con una donna nuda in primo
piano circondata da uomini eleganti che discutono. Fu rifiutata
dal pubblico a causa della nudità poiché essa era riservata alle
dee, inoltre è presente sullo sfondo un’altra donna in sottana
da giorno che si bagna i piedi. Non è presente né una corretta
prospettiva né il chiaroscuro (tipici elementi classici) quindi non
fu particolarmente apprezzato. Gli elementi caratteristici
dell’impressionismo sono il fatto che non c’è un disegno
preparatorio (le linee di contorno non sono continue, senso di
continuità nell’effetto globale) e la scelta dell’ambiente (un
fiume, en plein air).
- Schizzi en plein air inizialmente, in seguito nello studio viene realizzato un bozzetto seguendo le
regole geometrico-matematiche. È uno studio preciso di tecnica e dettagli.
- Opere anche di 3/5 metri, estese, elaborate in molto tempo
- Uso dell’accostamento dei colori complementari più vicini più il colore è vibrante, più sonno
lontani più il colore è opaco.
Il divisionismo è un accostamento di trattini e linee con tematiche di tipo sociale. Un esempio è Pelizza Da
Volpedo con “VI stato”
Il cielo al tramonto, il buio alle spalle e la luce che illumina il cammino, il loro futuro. È una marcia pacifica.
PAUL GAUGUIN
Nato a Parigi nel 1848, è un post-impressionista, infatti nei suoi dipinti i colori sono dati per
campionature piatte senza sfumature e non usa i colori complementari, ma primari: rosso, giallo, blu.
-visione antinaturalistica sosteneva che se vedeva qualcosa in natura poteva schizzarla ed elaborarla poi
nel suo studio sintetizzando ciò che era rimasto impresso nella memoria, il resto era futile. Dipinge la realtà
non per come appare ma come sente, quindi non usa i colori reali.
- viaggio in Perù dove trascorse la sua infanzia. Nel 1871 si stabilì a Parigi e lavorò come agente di cambio
fino al 1873 quando si sposò e ebbe 5 figli ma si creò una forte crisi economica in Francia e fu costretto ad
abbandonare il suo incarico e dedicarsi come pittore autodidatta.
-usa la tecnica del cloisonnisme le figure si compongono di superfici chiuse da contorni netti.
-incontrò Teo (il fratello di van Gogh) ad Arles che gli propose di andare a convivere con Van Gogh. I due
artisti avevano caratteri molto diversi e quindi ci furono numerosi scontri: LA Più GRANDE LITE FU perché
VAN GOGH LAVORAVA ALL’ARIA APERTA E SI OPPONEVA AL LAVORO DI GAUGUIN NELLO STUDIO. Dopo
questa catastrofica convivenza Gauguin si trasferì in Polinesia dove cambiava villaggio ogni volta che
ingravidava una donna. Tutto avvenne finché non morì la sua primo genita risalente al primo matrimonio e
da quel momento l’artista iniziò a porsi domande esistenziali. Tentò il suicidio e morì qualche anno dopo.
- MANGIATORI DI PATATE
Ha una serie di autoritratti con il cappello di feltro, sia grigio che nero. Il tipo di
pennellata è a virgola, tutte le linee sono indirizzate verso direzioni diverse in
diverse parti del corpo. Sullo sfondo pennellate disposte in senso rotatorio,
circolari come se fosse una aureola, facendo come se si estraniasse dal mondo
andando all’aldilà. Rappresentazione a mezzo busto, sfondo monocromatico e
sguardo rivolto verso il vuoto (come gli “alienati” di Gericault). La giacca presenta
pennellate parallele e il risvolto della stessa presenta pennellate parallele ma di
orientamento diverso. I colori accesi rivelano influenza dell’impressionismo e
post impressionismo. È un autoritratto dedicato a Gauguin, ciò si intuisce per il
medaglione orientale il ciondolo al collo.
- IL POSTINO (1888)
Raffigurato un uomo in uniforme, reale, colui che aiuto a prendere la casa gialla a
Arles. Accostamento colori complementari della tipica divisa da postino, blu, una
giacca gialla e un tavolo verde. Egli ha anche un copricapo con l’immagine delle
poste francesi. Volto sereno e incorniciato da una folta barba (colma tranquilla e
triste). Sfondo blu e non bianco per trasmettere il senso dell’infinito.
Ballerino (Edme Etienne Renaudin) e ballerina (Louise Weber, anche chiamata “la Goule”), circondati da
figure ben vestite che si intrattengono a bere (tavolini), parlare e ballare, dietro Louise vi sono alcuni amici
dell’artista: Jane Avril, il padre dell’artista. Autoritratto, ricorrente nelle opere, dove accentua i suoi difetti
mentre con gli altri rimane molto realistico. Il taglio dell’inquadratura in stile fotografia da un senso del
movimento e istantaneità. Il colore brillante impiegato: in alcune parti steso in colpiture piatte e sfumate,
altre si trasformano in segno. Protagonisti rappresentati in secondo piano e colti in una posizione inusuale.
ESPRESSIONISMO (1905-
1920)
È il periodo precedente e successivo alla prima guerra mondiale. Nasce in opposizione all’impressionismo,
sostenevano che gli impressionisti rappresentavano la realtà così com’era, mentre gli espressionisti la
guardavano per cosa ci fosse al di là, una visione più soggettiva, rappresentavano i loro sentimenti e
emozioni. Caratterizzante del movimento era il loro disprezzo e la loro condanna verso la società borghese
(a causa del potere corrotto), contestano inoltre il simbolismo, hanno un senso di paura e tormento. È un
periodo in cui si riprende l’architettura neo-gotica. L’artista più importante fu Munch, un vero e proprio
precursore del movimento e le sue opere mostrano l’arte degenerata, per questo furono rifiutate.
Una delle prime opere che verrà poi ripresa nel quadro
“l’Urlo”. È un quadro di disprezzo per la società. È il boulevard
principale di Cristiania (Oslo) dove sfilano persone
appartenenti alla classe medio-alta. Le persone camminano
verso l’osservatore, sono tagliate a metà affinché si abbia una
sensazione di soffocamento/oppressione. Il quadro
rappresenta una sorta di protesta contro la società borghese,
essa è priva di sentimento, passione etc... Viene sottolineato il
tutto dall’uso delle maschere che le persone sono costrette ad
usare per le loro regole e convenzioni. Gli oggetti sono nitidi e
gli alberi sono macchie grigie. Il primo piano c’è la gente con le maschere (falsità borghesia), vanno di spalle,
ombra nera che va verso controcorrente (probabilmente pittore). Infine c’è una macchia sulla destra e gli
edifici sono la camera dei deputati.
- L’URLO
Mentre passeggiava sentì un urlo talmente forte che il cielo diventa rosso. Si ritrae tanto da diventare un
teschio. Le mani erano appoggiate sulle orecchie. La bocca è il punto focale dell’opera, da lì parte il
movimento delle linee. È il punto di fuga. Il cielo è rosso per ricreare la puzza di sangue in cui la mamma morì.
Le figure di spalle sono i suoi amici che se ne vanno (falsità delle amicizie). Tutto il quadro è mosso tranne il
pontile. Sullo sfondo ci sono delle barche (rappr. Speranza)
- Pubertà (1894-1895)
KIRCHNER
Viene solitamente messa a paragone con Marcella di Wirchner (1909). Possiamo dividere la sua produzione
in 3 fasi: la prima in cui dipinge “Marcella” e la seconda in cui vi è il momento massimo dove decide di
denunciare la città di Berlino ed infine la terza dove il sentimento di follia, delirio, pazzia e l’utilizzo di colori
scuri quali viola e blu è molto ricorrente, in questa fase tende a rappresentare i fiori.
- MARCELLA (Kirchner) 1909
Seconda fase, è di notte e 5 prostitute con una pelliccia sono sotto un lampione a gas. Si scorge la ruota di
una macchina che si ferma. Ogni donna sta da sola e non interagisce con le altre o con l’osservatore. Le forme
sono spigolose (vestiti, nasi, volti, ombre, scarpe), uno schema a rombo: profili diritti e taglienti, volti
cadaverici. Non è presente una spazialità ben definita e la gamma di colori è molto ridotta (principalmente
tra verde e nero). Gli elementi tipici dell’espressionismo qui presenti sono la semplificazione delle forme, le
atmosfere cupe e poco allegre, l’uso espressivo del colore, la denuncia contro la solita società borghese ed
infine la rinuncia alla bellezza come valore tranquillante e consolatorio dell’arte.
- CROCIFISSIONE GIALLA
È presente un ebreo in primo piano, si capisce che è ebreo dalla stella gialla sulla carta
d’identità. Sullo sfondo abbiamo un palazzo con il fumo (forno crematorio). L’albero
spoglio indica la decadenza morale e umana ma rimane comunque in piedi, proprio
come gli ebrei (es. crocifissione bianca, gli edifici).
KLIMT
Egli è il maggiore esponente dell’art nouveau, è un pittore dell’accademia. La sua vita è divisa in 3 periodi:
periodo sinuoso forme sinuose Periodo aureo prevale color Periodo fiorito elementi
oro floreali
Le principali protagoniste delle sue opere sono le figure femminili, le femme fatale descritte da Baudelaire.
Klimt partiva prima dalle fotografie.
Nella prima versione (sinistra) la modella è una giovane modella borghese mentre
nella seconda (destra) è rappresentata un’eroina ebrea che seduce un uomo al
fine di ucciderlo (oloferne). La seconda viene eseguita 8 anni dopo la prima. Viene
rappresentata a figura intera e non più mezzo busto, cambia la posizione (I
frontale, II di profilo, di prospettiva). Ci sono molte linee sinuose e ondeggianti
che vanno su tutta la figura. Il volto è di profilo, la testa mozzata prende il quadro.
SINISTRA Nonostante questo l’immagine in sè non sembra perdere in termini
di drammaticità. L’artista, infatti, sopperisce alla mancanza dei consueti attributi dipingendo una donna
dall’aria austera e vittoriosa, ma soprattutto dalla sconvolgente sensualità. Le sue membra pallide si ergono
in tutta la loro tridimensionalità, secondo quello che diverrà tratto distintivo dell’artista, ovvero attraverso il
contrasto diretto della carne con lo sfondo dorato. Giuditta immersa nella sua aurea dorata che richiama i
tempi antichi, si contraddistingue però per una acconciatura molto moderna che la ricolloca nella Vienna
dell’artista. Anche la raffinata collana gioca con il tempo rimanendo fedele alle sperimentazioni delle arti
decorative in voga all’epoca. La cornice in metallo è, infatti, come in altre delle sui lavori, pensata
appositamente dallo stesso artista come parte integrante dell’opera e in questo caso realizzata dal fratello
Georg.
Destra trasformazione nello stile dell’artista, il quale ha subito le influenze della fascinosa e tormentata
visione del gentil sesso di Egon Schiele. Qui, si allunga andando a delineare una silhouette serpentina,
monumentale ed elegante. A differenza della recedente, non è più ammaliatrice, ammiccante al suo
pubblico, ma definitivamente carnefice spietata. Giuditta, infatti, nella sua seconda versione sembra
incedere solennemente verso sinistra mentre il suo sguardo arido sfugge il contatto diretto con lo spettatore.
Le sue carni chiare emergono da un opulento ambito nero, dove ancora si fa manifesta pienamente l’estetica
del decoro in un turbinio di forme geometriche e motivi lineari. Da uno sfondo non più dorato, meno
appariscente di quello dipinto nella prima Giuditta emergono prepotentemente mani rapaci, tese in modo
innaturale, tra le cui dita sono come impigliati i capelli di Oloferne. Proprio queste mani, così torte, insieme
ai tratti affilati del volto e colori freddi della veste, tradiscono il contatto di Klimt con le nuove esperienze
dell’espressionismo tedesco.
IL BACIO (Klimt)
Uno degli allievi di Klimt è Schiele, egli incarna lo stereotipo dell’artista incompreso e socialmente alienato e
appare essere il maggiore interprete dell’angoscia esistenziale dell’uomo.
Per comprendere i suoi dipinti occorre ricordare la sua personale visione del mondo, secondo cui “tutto ciò
che sta vivendo è già morto” e quindi attorno a questo concetto gravita tutta la sua produzione artistica. Le
sue opere erano spesso condannate per nudo. Troppo audaci, provocatorie ma mia volgari. Dipinse:
- LA FAMIGLIA
La stanza è buia, non si intuisce la presenza né di una finestra né di un’apertura che possa illuminarla,
questo forse per trasmettere il senso di un triste presagio; dopo pochi mesi infatti Edith morirà di febbre
spagnola al sesto mese di gravidanza e Schiele la seguirà dopo tre giorni.
l’uomo ha le gambe divaricate dove in mezzo c’è la donna partoriente, come se lui volesse partorire
attraverso di lei. Lo sfondo è scuro per mettere in risalto le figure che posseggono incarnati diversi tra loro
(femmina rosato. Uomo scuro, più virile per arte greca, bambina bianco, esile, puro, unica con
vestiti). L’uomo guarda verso lo spettatore in quanto è l’unico cosciente. C’è un punto indefinito in basso a
destra poiché hanno un presentimento della morte.
GAUDI
1878 1903 1914-1922 1904 1906 1883-1914-1926 SAGRADA FAMILIA
Programma palazzo parco Guell casa Batllò casa Mila/ -S.matteo –s.luca –s.giovanni –s.marco
campioni Guell (risolve (2005 Pedrera -aria -terra -acqua -fuoco
problema Unesco) (1984 -angelo -bue -aquila -leone
acqua) Unesco)
Per tutta la sua vita si è dedicato alla realizzazione della Sagrada Familia (rimasta comunque incompleta).
Realizzò molte opere i cui profitti venivano indirizzati direttamente al suo progetto più grande. Non era un
amante del disegno, preferiva rappresentare tridimensionalmente i suoi lavori. Il suo successo nasce poiché
la borghesia e lo stato (municipio) necessitavano di edifici a causa dell’aumento demografico e lui, attraverso
la vincita ad un concorso per i lampioni in una piazza di Barcellona (1878, li realizzò in ferro e ghisa), iniziò la
sua rinomata carriera. I suoi edifici sono originali in quanto hanno la superficie curva (principalmente pareti
ondulate) con le decorazioni floreali aggiunte e con l’elemento del drago (costante nelle sue opere
architettoniche, patrono della città).
Il parco Güell ha un'estensione di 17,18 ettari e sorge ai piedi di una montagna, non troppo lontano dal centro
urbano. Inizialmente furono costruite solo due ville come modello: una per il proprietario e una abitata da
Gaudì ma nel 1922 l'intera zona fu acquistata dalla città e trasformata in parco municipale. Nel parco Gaudì
sfruttò a tal punto la topografia del terreno, che l'intera opera sembra nascere dalla terra. Egli seppe
valorizzare al massimo le possibilità offerte dai dislivelli naturali e dalla forte pendenza del sito, attraverso un
linguaggio che eccede dai tradizionali canoni architettonici, al fine di tramutare in forme materiali i frutti di
una sorprendente forza immaginativa. L'ingresso
principale al parco è fiancheggiato da due edifici fiabeschi,
con le murature in pietra rustica e i tetti e le merlature in
maiolica colorata.
Gli edifici sono coronati da comignoli dalla forma di fungo,
rivestiti, come gran parte delle strutture del parco, con
trencadis di altissimo livello artigianale. Una volta entrati,
si è subito accolti da un imponente scalinata ornata da una
fontana, un medaglione con il simbolo della Catalogna e
una coloratissima salamandra. Il fulcro del parco è la zona mediana del pendio, dove si apre in una cavità
naturale una grande sala ipostila, il cui soffitto è sorretto da ottantasei colossali colonne, che doveva ospitare
il mercato. La parte inferiore di ciascuna colonna è rivestita in ceramica a mosaico.
Le colonne più esterne sono inclinate; abaco ed echino, sorreggono un architrave che li fonde perfettamente
con il parapetto. Il fregio è mosso da decorazioni naturalistiche a forma di goccia, mentre teste di leone con
la bocca aperta sono pensate per far scorrere l'acqua. Al di sopra della sala Gaudì ha costruito un'ampia
piazza destinata ai giochi e alle feste, delimitata da un sedile-parapetto dal ritmo ondulato. È stato progettato
perché è un punto strategico per l’acqua, progetta l’intero parco assecondando l’andamento naturale: una
scalinata porta a 86 colonne di ordine ionico dove inserisce un sistema di acqua canalizzazione che scarica
l’acqua piovana in due cisterne e annaffia l’intera superficie del parco. È circondato da un muro. La piazza
centrale ha una panchina ondulata con maloniche (mattonelle colorate).
- 1904 CASA BATLLO
Fu contestata perché alla base presenta pilastri che poi si propagano fino
al marciapiede (zampa di elefante). Caratterizzato anche esso da pareti
ondulate con andamento sinuoso poiché lo spazio era stretto e lungo ,
sembrava che i balconi avessero la forma di teschi di ossa. I camini
sembravano degli spicchi di aglio da cui fuoriusciva un fiore che si tramuta
poi in una croce (elemento religioso). La facciata dell'edificio è
interamente rivestita con trencadis ed è costellata di dischi in ceramica di
vari spessori e dimensioni che creano vibrazioni cangianti a seconda
dell'incidenza della luce. Una torre cilindrica coronata da una croce a
quattro bracci fiancheggia l'originalissimo tetto a squame in maiolica dalle
tinte violette e terre di Siena, serpeggiante come fosse un rettile
primordiale. Anche all'interno gli spazi, modellati da linee ondulate,
sembrano cavità naturali palpitanti di vita. La costruzione fu
soprannominata "casa delle ossa" o "degli sbadigli" per l'aspetto di strano fossile che le danno i parapetti
traforati e la tribuna vetrata del piano principale, le cui decorazioni naturalistiche rimandano a forme
geometriche o geologiche, erose dal vento e dall'acqua.
- SAGRADA FAMILIA
È una cattedrale dei poveri (realizzata con l’elemosina dei poveri) che durante i lavori era anche la sua
residenza (viveva nella cripta).la sua pianta è a croce latina che richiama la crocifissione di Gesù, con
cinque navate longitudinali e tre nel transetto; nel punto di intersezione delle due crociere si innesta il
tamburo con il torrione del Redentore, il presbiterio è circondato da un deambulatorio in cui si aprono
sette cappelle radiali. Percorrendo le navate, si ha la sensazione di trovarsi veramente in un bosco sacro:
la luce, infatti, è diffusa e filtra ora dalle navate laterali, ora dalle chiavi trasparenti delle volte, costituite
da sfere in alabastro a forma di stella. Gaudì riuscì a realizzare solo l'abside, la cripta, cui si accede da due
scale ai lati dell'abside, e una torre della facciata dedicata alla Natività. Le facciate sarebbero dovute
essere tre, dotate di tre portali ispirati alle Virtù teologali e dominate da quattro torri laterali collegate
da passaggi aerei. Quella principale, rivolta a sud, doveva essere dedicata alla Predicazione di Cristo,
quelle alle due estremità del transetto alla Natività, a est, e alla Passione, a ovest.
Ispirandosi alle grandi cattedrali del Medioevo, l'architetto impostò la chiesa secondo un corretto piano
liturgico, creando una sintesi dei principi della dottrina cristiana, mentre dal punto di vista strutturale
impresse una svolta al linguaggio gotico perfezionandolo, come lui stesso asserviva, attraverso
innovazioni fantastiche. Innanzitutto sostituì gli archi a sesto acuto con archi parabolici; inoltre evitò
l'utilizzo di archi rampanti e contrafforti esterni, pur senza rinunciare alle vetrate nei muri perimetrali.
Alla fine c’è l’abside, posta dietro l’altare, formata da 7 cappelle.
Erano presenti 3 facciate, che corrispondono ai 3 portali d’ingresso (= le virtù teologali fede, speranza
e carità) sono rappresentanti la nascita, la morte, la resurrezione. Ogni facciata aveva 4 torri che
formavano un totale di 12 torri (come gli apostoli). 4 per gli evangelisti+1 per la vergine+1 per Gesù. I
campanili sono alti dai 90 metri ai 120 mentre quello di Gesù 170m. Al di sopra di tutto sono posti guglie
e pinnacoli. La vergine aveva la sfera con la croce mentre Gesù il candelabro a 7 braccia. Sulla facciata c’è
un quadrato. La somma da sempre il n33.
CUBISMO
Fu una delle prime avanguardie storiche (1908). La Definizione fu data da Matis il quale vide un’opera di
Braque e la definì “piccoli cubi”. I pittori cubisti non cercano di compiacere il nostro occhio imitando la realtà
né tentano di interpretare le suggestioni, come gli Impressionisti. Essi costruiscono una nuova realtà non
necessariamente simile a quella ce conosciamo ma comunque parallela. La realtà che percepiamo dal senso
della vista è spesso diversissima dalla realtà vera. Il pittore cubista si figura di guardare l'oggetto da
rappresentare tutto intorno, in questo modo non conosce solo un aspetto ma ne percepisce diversi.
Introducono la 4° dimensione: il tempo di osservazione cioè più tempo ci mette un pittore e realizzare l’opera
più essa e complessa e necessita di più tempo per essere apprezzata e compresa a pieno nella sua totalità.
Il cubismo scompone la realtà in piani in piani e volumi elementari. Non ècome lo vedi
nella realtà ma è l’insieme di più punti di vista infatti non c’è più una profondità e la
prospettiva quindi l’interpretazione risulta più difficile).
È diviso in 3 fasi:
- Protocubismo (1907-09) consiste nello scomporre i semplici oggetti quotidiani (bottiglie, bicchieri,
pipe, strumenti musicali) secondo i principali piani che li compongono (in volumi puri, spesso
geometrici). Tali piani poi vengono distesi e ricomposti sulla tela. I colori impiegati solitamente sono
terrosi o di tonalità neutra. I personaggi sono principalmente natura morta e paesaggi.
- Analitico (1909-12) uso della sfaccettatura (scomposizione e ricomposizione) della forma. La
simultaneità dei diversi punti di vista. Maggiore frequenta di ritratti.
- Sintetico (1912-14) ricomposizione di oggetti precedentemente frammentati in oggetti nuovi e
fantasiosi che però conservano qualche caratteristica. Vengono usati colori brillanti e volutamente
non verosimili. Perché la pittura non cada nell'astrattismo vengono introdotti lettere e numeri che
riconducono alla concretezza del quotidiano, anche i collage saranno in grado di ricondurre alla
mente gli oggetti reali. inserimento di più materiali sulla tela (parti in sughero, pezzi di giornali).
Vengono realizzati dipinti con elementi in rilievo.
PABLO PICASSO
È il padre del movimento, ha un grande interesse per la pittura. Ebbe una vita sregolata a causa di molte
amanti e figli illegittimi, fu uno dei pochi ad avere successo anche durante la sua vita. MAI SPOSATO. Il padre
era un pittore e da lui imparò la tecnica infatti, anche se non sembra dalle sue opere, egli era molto abile a
disegnare ma tutte linee perfette e gli elementi caratteristici del classicismo non lo soddisfavano e lo
invogliavano a scomporre tutte i personaggi e gli ambienti. Diviso in diversi periodi:
- Periodo blu (1901-04) inizia dopo la notizia del suicidio di un suo amico dovuto ad un amore non
ricambiato. Usa tonalità che evocano malinconia e tristezza, ricorrenti le tematiche relative la morte,
gli emarginati, i poveri etc.. In omaggio all’amico. Le figure sono delineate da linee di contorno nere
(riprese da Gauguin) e sono anche slanciate e affusolate. (POVERI IN RIVA AL MARE)
- Periodo rosa(1905-06) principalmente rappresentazione del circo con personaggi che indossano
tute aderenti per la muscolatura. (SALTIMBANCHI, RITRATTO GERTRUDE STEIN)
- Periodo cubista (analitico) 1907 il manifesto di questo periodo sono le “damigelle di avignon” che
rappresentano un po’ tutto il movimento cubista.
- Periodo classicista (tra le due guerre mondiali) si cerca di tornare al periodo di classicità dove non
si cerca la somiglianza realistica delle figure bensi si aspira alla medesima elasticità delle figure
arcaiche (DUE CORRONO SULLA SPIAGGIA)
- Periodo surrealista (1925) disarticolazione della figura e aumento sproporzionato di alcune parti
del corpo. (DONNA CON LA POLTRONA ROSSA)
- Guernica (1937)
- Periodo sculture e ceramica (1945) LA CAPRA
Opere:
- RITRATTO DI GERTRUDE STEIN (1905-06)
Le due figure centrali hanno un aspetto molto diverso dalle figure ai lati. In queste ultime, specie le due di
destra, la modellazione dei volti ricorda le sculture africane che in quel periodo conoscevano un momento di
grande popolarità tra gli artisti europei. Ciò che costituisce la grande novità dell’opera è l’annullamento di
differenza tra pieni e vuoti. L’immagine si compone di una serie di piani solidi che si intersecano secondo
angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale per cui lo spazio si satura di materia
annullando la separazione tra un corpo ed un altro. Le singole figure, costruite secondo il criterio della visione
simultanea da più lati, si presentano con un aspetto decisamente inconsueto che sembra ignorare qualsiasi
legge anatomica. Vediamo così apparire su un volto frontale un naso di profilo, oppure, come nella figura in
basso a destra, la testa appare ruotata sulle spalle di un angolo innaturale. Tutto ciò è comunque la premessa
di quella grande svolta, che Picasso compie con il cubismo, per cui la rappresentazione tiene conto non solo
di ciò che si vede in un solo istante, ma di tutta la percezione e conoscenza che l’artista ha del soggetto che
rappresenta.
È un quadro molto grande che venne pubblicato dopo la morte di Francesco Franco in quanto era un
manifesto su quanto gli effetti della guerra fossero catastrofici su persone, animali e cose. L'opera finale
condensa i tanti errori prodotti dal bombardamento in uno spazio denso e caotico, privo di impianto
prospettico e costruito per sovrapposizione di elementi: le case in fiamme, il terrore degli animali, i corpi
dilaniati, lo strazio di una madre che regge fra le braccia il figlioletto morto. È un quadro interamente in
bianco, nero e grigio poiché evoca una maggiore incisività e durezza sull’osservatore vengono messi in atto i
principi propri del Cubismo: la
scena è insieme interna ed
esterna, a indicare una
distruzione universale lo si
deduce grazie alla strombatura
della finestra, usata prima nelle
cattedrali dove erano
leggermente inclinate con il fine
di invogliare i fedeli ad entrare
mentre qui ha una doppia
funzione perché dalla
prospettiva sembra di stare
dentro ma non è definita a
causa delle fiamme sopra
l’edificio.
Nello spazio congestionato tutti i personaggi sono rivolti a sinistra, in fuga dalle fiamme; la luce artificiale di
una lampada elettrica delinea una sorta di triangolo centrale più chiaro.
La composizione ha un andamento paratattico e monumentale che richiama i bassorilievi antichi. Anche la
mancanza del colore concorre a generare la sensazione di trovarsi di fronte a figure “scultoree”.
A modelli del passato rimandano anche alcune iconografie, di cui Picasso si serve per conferire drammaticità
al dipinto, come la madre che sulla sinistra fugge con il bambino privo di vita collegato all'episodio biblico
della Strage degli Innocenti o al tema della Deposizione; sempre alla Deposizione rimanda la figura urlante
con le bracci levate riconducibile alla disperazione della Maddalena.
Alla vita che rinasce dalla morte allude forse il fiore che spunta al fianco della spada spazzata impugnata
dall'uomo morto (simbolo di speranza). Nel quadro sono presenti 7 figure morte con parti di corpo spezzate
e sparse. Da una lampada proviene la luce ed essa può rappresentare o l’occhio di Dio o lo scoppio che
provoca scintille e distruzione. Il braccio in centro indica un’arretratezza causata dalla guerra, sorregge una
candela e non cose più tecnologiche. La parte bianca possiede scritte come se fosse carta da giornali per
attribuire un maggiore senso di realismo e incisività. La simbologia è ricorrente: troviamo un toro che in
principio simboleggiava la spagna ma poi la Brutalità; il cavallo che simboleggiava la guerra e poi il POPOLO
MASSACRATO DALLA GUERRA, ciò si deduce dal missile che ha nella bocca.
Periodo surrealista. Raffigura la sua ragazza in quel periodo, è difficile distinguere la figura perché
amalgamata con lo sfondo e la poltrona (es. di disarticolazione)