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PAUL CEZANNE

Nato in Provenza da una famiglia benestante, trascorre diversi periodi a Parigi dove entra a
contatto con i pittori impressionisti quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet e gli altri.
Come gli altri impressionisti, si vedeva rifiutato le sue opere dalla giuria del Salon, così
partecipò alla 1 mostra che gli impressionisti tennero nello studio di Nadar nel 1874.
Cezanne espose l’opera «La casa dell’impiccato a Auvers».
La sua aderenza al movimento fu però sempre distaccata. La sua pittura seguiva già agli
inizi un diverso cammino che la differenziava nettamente da quella di Monet o di Renoir.
Mentre questi ultimi erano interessati ai fenomeni percettivi della luce e del colore,
Cezanne cerca di andare oltre ciò che viene rappresentato, non ricorre agli strumenti
tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore (ha valore in
sé).
Sintetizza nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose, liberando i suoi paesaggi,
dall’ istantaneità impressionista, rappresenta ciò che rimane, dura nel tempo, l’essenza;
attraverso un lavoro di ricerca di ricostruzione della forma (stile costruttivo), esaminata
nelle sue parti, proponendola in essenziali ed equilibrate composizioni, con rigoroso
rispetto dei volumi attraverso il colore puro.
La sua ricerca troverà molti consensi nelle avanguardie del primo ‘900, soprattutto dai
cubisti che in Cezanne videro il loro precursore.
La sua tecnica è decisamente originale ed inconfondibile: sovrapponeva i colori con
spalmature successive, senza mischiarle, steso con la spatola al posto del pennello,
(definito muratore della pittura), tale tecnica è ispirata alla pittura di Courbet, il primo ad
averne fatto uso.
Era un metodo molto lento e meticoloso, per certi versi simile a quello di Seurat e dei
neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini. Cezanne tuttavia, non
ricercava una pittura scientifica, bensì poetica.
Nel 1907 Maurice Denis pubblica un articolo su una rivista, in cui descrive Cezanne, come
un uomo solitario dal pessimo carattere schivo, introverso; aveva abbandonato Parigi per
rifugiarsi in Provenza, luogo della sua infanzia. La sua attività di pittore è contraddistinta da
una insoddisfazione perenne. Si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva
mai pienamente a raggiungere.
Pissarro, dopo la morte di Cezanne lo ritrae come un uomo di campagna, dall’ aspetto
rozzo, selvaggio (barba folta), reca alle spalle una serie di immagini che aiutano a
decodificare la cifra del ritratto stesso: un giornale illustrato che mostra una caricatura di
Pieeres, uomo politico, di grande cultura vicino agli artisti, il ritratto di Courbet,
rappresentato come una caricatura.
Sullo sfondo delle scene della campagna francese, luogo frequentato dai 2 artisti.
I soggetti sono riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte, i ritratti a figura
intera.

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I paesaggi sono tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica; vi
dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenue tinte
di colore diverso.
-la casa dell’impiccato (1872-73)
E una delle 3 tele che Cézanne presenta alla 1 mostra impressionista del 1874.
Dipinto a Auvers-sur-Oise, un paese nei pressi di Parigi, mostra l’influsso dell’amico
Pissarro, con il quale Cezanne andava a dipingere all’aria aperta i paesaggi di campagna
dell’Île-de-France; e rivela evidenti contatti con l’impressionismo, molto personale e
rivisitato dall'artista stesso. Le pennellate appaiono vibranti e frammentate, le tonalità
chiare e scure vengono accostate le une alle altre nella ricerca continua di forme e di
contorni strutturali, creando diversi effetti cromatici.
La composizione segue una logica costruttiva: il punto centrale del dipinto è dato dall’
incrocio di 2 strade sul 1 piano; una strada sulla sinistra che sale e la strada di destra che
scende verso la casa dell’impiccato che si intravede al di là delle fronde di un albero che in
modo longitudinale seziona il dipinto stesso.
Le 2 strade costituiscono le assi dinamiche e creano un forte impatto, gli alberi vengono
arcuati dentro il taglio della composizione.
L'assenza di personaggi, e le tonalità scure, fredde in 1 piano, conferiscono all’opera un
senso di staticità, accompagnato ad un forte sentimento di abbandono, solitudine.
Volumi e spazi sono strutturati non secondo le norme prospettiche, ma mediante larghe
masse di colori, la pennellata in alcuni tratti si fa densa e materica, consistente, sembra
"costruire" il quadro determinata dallo scarso olio impiegato per diluire i pigmenti,
conferendo alla superficie una scabrosità e corposità.
Il suo procedimento, lo stile e l’atmosfera conferita ai soggetti si allontanano dalla vivezza
cromatica, dalla pennellata mossa e leggera e dalla vitalità delle scene contemporanee
dipinte da Monet e Pisarro in quegli anni.
- Lo stagno di Osny (1875)
In questo dipinto Cezanne è pervenuto all’idea di attualità della superficie pittorica e data
dalle grandi stesure a spatola soprattutto sul fogliame.
La diagonale verde che attraversa il dipinto appare come un taglio, l’elemento che
controbilancia è l’albero curvo sembra inserire una forza interna in quella diagonale.
Il tema delle macchie di colore viene indagato in modo preciso e diventerà il tratto della
pittura di Cezanne. Il colore non è dato con intenzione chiaroscurale. Tutto l’albero in
realtà è in ombra attua una sintesi di quello che vede.
-Golfo di Marsiglia (1878/1879) inizio di una serie in Provenza
Il dipinto mostra una parte del golfo di Marsiglia, sulla costa della Provenza vista dall’alto
dalla catena montuosa (Estaque). In questo luogo. Torna sul soggetto dei paesaggi marini,
che aveva frequentato agli inizi della sua formazione, è un ritorno all'infanzia.
In una lettera a Pissarro descrive il panorama e parla del sole atroce che trasforma gli
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oggetti in figure, silouette.
Il distacco dagli impressionisti è definitivo, per l’abolizione della prospettiva tradizionale e
la sintesi dei diversi piani. La composizione è suddivisibile in 4 zone: la riva realizzata con
un impasto spesso, è la parte più carica, materica; l'acqua, la catena montuosa e la sottile
striscia di cielo con pennellate che diventano più sfrangiate.
-il lago di Annecy (1890)
Situato al confine con la Svizzera, in 1 piano un grande albero che si specchia nell'acqua del
lago e sullo sfondo un castello e monti che si riflettono nell'acqua. Non c'è alcuna presenza
umana e tutto sembra inserito in un'atmosfera magica e incantata.
I veri protagonisti sono i colori, toni blu e verdi con punte di violetto e di giallo sui monti.
Il senso di profondità è dato dai tagli prospettici e dalle zone di colore diverso.
Quest’opera esprime armonia e senso di serenità e di calma. L'equilibrio e la compiutezza
del paesaggio evocano un'immagine poetica, misteriosa e silenziosa.
-Montagna di Sainte Victoire (1904/06)
Su questo soggetto Cezanne realizza circa 30 dipinti, in cui sperimenta numerose variazioni
dei pv, dei colori osservati, e arriva a quell’estremo che intravedeva nella pittura di Manet,
giunge alla rarefazione delle macchie di colore, lasciando vedere la tela sottostante.
L’immagine è ottenuta solo con il colore che viene steso a piccole pezzature con direzioni e
orientamenti diversi. Prevalgono nel basso i toni arancio e verde, mentre il profilo della
montagna è della stessa tonalità azzurra del cielo in cui si staglia.
Il verde ritorna anche nel cielo, come riflesso capovolto della terra verso l’alto.
La visione è ferma, immobile, dotata di una sua precisa staticità che rende questo dipinto
del tutto diverso dai quadri impressionisti. Non c’è la ricerca dell’attimo fuggente né la
rappresentazione della mobilità della luce.
Le nature morte – tema che attira particolarmente l’attenzione di Cezanne, nel corso della
sua carriera (sensibile agli aspetti secondari della vita quotidiana).
Cezanne realizza numerosi dipinti nei quali va alla ricerca della geometria delle forme,
costruisce i frutti attraverso il colore; dichiarava di modulare con il colore piuttosto di
modellare con il chiaroscuro le sue nature morte, con l’idea di ricondurre la realtà a 3 solidi
geometrici fondamentali, il cono, il cilindro, la sfera.
Le mele e arance sono realizzate come perfette sfere, assumono un peso specifico, sono
disposte in modo ben studiato, e armonico nello spazio, tra cui inserisce anche semplici
oggetti quotidiani: vasi, bottiglie, brocche, recipienti, bicchieri, (ripetuti anche in altri
quadri) organizzate entro prospettive con molteplici pv.
Nelle nature morte dell’ultimo periodo inserisce tovaglie bianche, o drappi decorati, che
arricchiscono l’accordo cromatico principale.
Es. Natura morta con fruttiera (1880- Moma NY)

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I Ritratti
L’attenzione alla geometria solida ritorna anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui la
serie di Madame Cezanne (1888/89), l'altro "donna con caffettiera" (1890-94).
Quest’ultimo mostra quelle che erano state le conquiste della natura morta con Amorino.
Ci sono alcune idee che elabora nello stesso tempo: trattamento del tavolo aperto alla
visione, come una parte del busto della stessa donna. Sono fuori dimensione le mani, non
le sapeva trattare, le mani da sempre sono considerate la cosa più difficile da realizzare dai
pittori, perchè servono alla lettura psicologica. Scompare l'espressione nel volto delle
donne.
Cezanne riprende il tema classico del nudo percorso dagli impressionisti. Ne realizza 3
serie:
-Della 1 serie 1873/1877 –appartiene il dipinto bagnanti in riposo (1885-87)
L’opera risente del clima impressionista, (Renoir- le grandi bagnanti) in cui vediamo figure
già trattate e inserite nella natura in modo armonioso.
Le figure diventano più monumentali in Cezanne, c'è un'accentuazione dei contorni, la
tessitura cromatica tende ad una sintesi e un'armonia tono su tono, ottenuta attraverso
l’uso di tessere a mosaico, che assumono una ritmicità particolare.
-2 -1879/1890 –I Bagnanti museo d'Orsay
I corpi sono trattati come volumi pieni, connotati di un peso pittorico che è portato quasi
all'estremo da Cezanne.
La linea ha un tratto meno incisivo, stesure omogenee di colore, rende il volume senza
ricorrere al chiaroscuro, ma attraverso lo spessore del tratto. La capacità di lavorare sui
volumi è così forte da strutturare la spazialità stessa del dipinto, lo spazio sembra
articolarsi intorno al peso delle figure.
Le pose dei corpi sembrano richiamarsi a dei modelli rinascimentali, in particolare a Luca
Signorelli. Alcuni elementi, come i volti, non sono dipinti, manca il disegno; vi è solo un
uomo con linee accennate, per il resto siamo di fronte a masse di colore.
Secondo alcuni critici si tratta di un processo che tende all’astrazione, limite che raggiunge
Cezanne (Manet- bouquet Olimpya).
- 3 più tardiva 1895/1905
Considerata la più importante, realizzata in 3 grandi tele, un ritorno alle grandi dimensioni
con l’obiettivo di lasciare un testamento spirituale.
Il tema di questa serie è il ritorno alla natura, intrecciato con una nuova tematica, il tema
di un mondo perduto, legato all'esperienza pittorica, si ha una sorta di struggimento
romantico.
Cezanne abbandona il nudo maschile e tratta quello femminile, queste tele sono
conservate alla National Gallery di Londra la 1° è databile tra 1894-1905, la 2° 1900-05 e la
3° più grande è datata 1906, conservata a Philadelphia.
Gli alberi sono piegati a favore di una prospettiva personale, non matematica, in cui gli
elementi sembrano convergere verso il centro. I corpi strutturano l’ambiente circostante,
seguono queste linee di forza (lezione di post impressionismo come Seurat).
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