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Il Postimpressionismo

1. Le geometrie di Cézanne
2. Il primitivismo di Gauguin
3. Il tormento di Van Gogh
Paul Cézanne
“Nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello ed entrambi devono aiutarsi
tra loro”. Supera il concetto di pittura “en plain air” con l’obbiettivo di superare
l’aspetto apparente delle cose.

Semplificazione geometrica delle forme: “bisogna trattare le natura per mezzo


del cilindro, della sfera e del cono, il tutto messo in prospettiva”

Forte senso del volume e della profondità resa solo con l’uso del colore e senza
disegno preparatorio. Impiega spesso colori pastosi, capaci di produrre sulla tela
un potente effetto di rilievo. Uso di una “pennellata costruttiva”
Paul Gauguin
Lontano dalla convenzioni sociali condusse una vita avventurosa e selvaggia alla
“ricerca” di luoghi sempre più remoti e non ancora contaminati dalla civiltà
industriale.

“Amo la Bretagna, vi trovo il selvaggio, il primitivo, (….) sento quella tonalità sorda,
opaca e possente che cerco nella mia pittura”

Ricerca del PRIMITIVO, dell’ESSENZIALE, con l’abolizione di ogni pretesa di


naturalismo. Il risultato è una pittura dai toni FIABESCHI, volutamente INGENUA,
fantastica e piena di LUCE.

Tecnica: contornare con una marcata linea nera le figure dipinte e riempire poi gli
spazi con campiture di colore uniforme, senza sfumatura. Abolisce la prospettiva e i
soggetti risultano piatti e bidimensionali.

Tre periodi corrispondono a tre luoghi oggetto dei suoi viaggi: la Bretagna, Tahiti e le
isole della Polinesia.
Vincent Van Gogh
Artista olandese che espresse con COLORI VIOLENTI e tocco IMPULSIVO il
TORMENTO della propria esistenza. La sofferenza che lo tormentava si traduceva
nei suoi dipinti

Non dipingeva la realtà come la vedeva ma come la “SENTIVA”.

Dipingeva d’istinto, procedendo con robuste pennellate ricche di pigmento, fino a


creare inquietanti MOVIMENTI sulla superficie del quadro. Nei suoi paesaggi le
spighe di grano e le chiome dei cipressi, simili a fiamme, sembrano fremere sotto le
sferzate del vento.

Le pennellate brevi e sinuose vengono usate dall’artista per trasmettere l’energia


che lega ogni aspetto del creato.

Riflesso della sua personalità tormentata furono i suoi AUTORITRATTI, quasi un


diario della sua disperazione. Né dipinse una quarantina cercando di “ottenere una
somiglianza più profonda della fotografia”.

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