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Nato in un villaggio olandese (Groot Zundert) nel 1853, Van Gogh inizia a dipingere solo nel
1881, a 28 anni compiuti, ma con un lungo esercizio come disegnatore alle spalle. I suoi primi
schizzi furono realizzati a 9 anni, con una maestria incredibile per un bambino. Egli continua a
disegnare negli anni seguenti, ma molte sue opere di quel periodo sono andate perdute nei
frequenti traslochi di Vincent, oppure distrutte da familiari o conoscenti che non ne capivano
il valore. Di lui restano attualmente 908 fogli, spesso utilizzati da entrambi i lati. Si tratta in
genere di schizzi e disegni preparatori realizzati elaborando i propri quadri, oppure di copie
da riproduzioni o stampe da opere famose. Ci sono pervenute anche piccole illustrazioni a
penna con cui Vincent corredava le proprie lettere al fratello Theo, in particolare per meglio
descrivere i propri dipinti.
Vincent Van Gogh, L’«Angelus», 1880
copia da Millet
Otterlo (NL), Museo Kröller-Müller
Jean-François Millet
L’«Angelus»
1859
Parigi, Museo d’Orsay
Vincent Van Gogh
Contadine che raccolgono patate, 1885
Otterlo (NL), Museo Kröller-Müller
Nel quadro Van Gogh si sforza di ottenere un effetto il più possibile realistico: egli racconta al
fratello di dipingere «anche di sera, alla luce della lampada», sino a che riesce a malapena a
distinguere i colori sulla tavolozza; «e questo per capire il più possibile i particolari effetti
dell’illuminazione notturna». Tuttavia i colori cupi e terrosi sono usati dal pittore in un senso
espressivo più ancora che naturalistico.
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe, 1862
Ottawa, National Gallery of Canada
La collina di Montmartre
1887
Amsterdam, Stedelijk Museum
Durante il soggiorno a Parigi (1886 – 1888) Van
Gogh realizzò ben 230 quadri su un totale di
900 da lui prodotti nei suoi dieci anni di attività
artistica. Di questi 230, almeno 25 sono degli
autoritratti. Questo perché Vincent non aveva di
che pagare i modelli, ma anche perché ritrarre
se stesso gli consentiva di verificare la sua idea
dell’arte come mezzo introspettivo. Inoltre, in
questo modo Van Gogh riprendeva la tradizione
olandese e in particolare gli autoritratti di
Rembrandt, uno dei quali esposto al Louvre («i
ritratti dipinti da Rembrandt hanno qualcosa in
più del vero, contengono una rivelazione»).
Le Japon
copertina di «Paris illustré»
anno IV, n. 45, maggio 1886
La copertina dedicata all’arte giapponese dal periodico
«Paris illustré» nel maggio 1886 ispira a Van Gogh un dipinto
dal titolo significativo di Giapponeseria (1887), costituito da
una ricombinazione di elementi desunti da varie stampe
Keisai Eisen (1791 – 1848) giapponesi dello stile detto ukiyo-e ovvero «immagini del
«Cortigiana in chimono decorato mondo fluttuante» (secolo XIX). Al centro di tale dipinto è la
con un drago», 1830 circa figura femminile desunta da un’opera di Keisai Eisen.
(Unryu Uchikake no Oiran)
Kawabata Gyokusho (1842 – 1913), Gru