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1841-1895
Nata il 14 gennaio 1841 a Bourges, , in un'agiata famiglia borghese: il padre, Edme Tiburce Morisot (1806-
1874), era un funzionario statale d’alto rango, impiegato alla Corte dei Conti, mentre la madre Marie-Joséphine-
Cornélie Thomas (1819-1876) era la pronipote del celebre pittore Jean-Honoré Fragonard
A completare il quadretto familiare vi erano altre due ragazze, Yves e Edma, ed il maschio Tiburce.
Dal 1852 la famiglia Morisot si stabilisce per sempre a Passy, nei pressi di Parigi.
La madre, per far cosa gradita al coniuge, decide che le ragazze debbano prendere lezioni di pittura: l’arte
come il pianoforte, che le ragazze coltivano con diligenza, tanto da essere apprezzate da Gioacchino Rossini,
deve renderle delle perfette e sofisticate padrone di casa nel momento in cui prenderanno marito.
Studieranno presso il pittore Chcarne
Yves si annoi presto dell’arte, mentre Edma e Berthe, decidono di continuare, ma a modo loro perché trovavano
gli insegnamenti del vecchio pittore antiquati.
Studieranno successivamente con Joseph Guichard, loro vicino di casa ed allievo di Ingres e di Delacroix.
Berthe studierà anche da Corot che la spinge a dipingere en plein air.
Nel 1864 Berthe Morisot inizia a esporre i suoi dipinti nel Salon, ricevendo però dei giudizi critici da parte degli
esperti d'arte che subito riscontrano nelle sue opere l'influenza artistica del maestro Corot.
Le due sorelle inizieranno a recarsi al Louvre per copiare, come era tipico degli studenti accademici, i grandi
autori, e proprio li, nel 1868 Berthe, incontra Manet.
Successivamente Edma abbandonerà la pittura, quando nel 1869 si sposerà con un ufficiale di marina: Adolphe
Pontillon
I due diventano buoni amici e la Morisot posa come modella di alcune delle opere
dell'artista francese.
Manet la ritrae nell'opera "Il balcone", nell'opera "Berthe Morisot con un mazzo di
violette" e nell'opera "Berthe Morisot con ventaglio". L'amicizia con il celebre pittore
impressionista conduce l'artista verso la corrente artistica impressionista.
Nei suoi dipinti usa colori vivaci e allo stesso tempo decisi.
Nella sua carriera artistica però riceve numerose critiche, poiché è disdicevole per la
società francese dell'epoca il fatto che una donna intraprenda una carriera artistica.
Nel 1869 stringe amicizia con tanti artisti e intellettuali come Dégas, Puvis,
Stevens, Renoir, Mallarmé, Zola.
Nonostante i pregiudizi sociali l'artista trova conforto nei suoi colleghi che la spingono a
dipingere.
Oggetto dei suoi dipinti sono le scene domestiche, familiari e le vedute paesaggistiche
dipinte seguendo lo stile impressionista.
Cinque anni dopo partecipa alla mostra impressionista tenutasi nello studio del fotografo Nadar, esponendo
l'opera "La culla".
In questo celebre dipinto ritrae con pennellate molto intense la sorella, che ammira la figlia neonata Blanche,
adagiata nella culla.
La scena che viene ritratta è molto dolce e tenera.
Berthe Morisot, la quale ama rappresentare scene familiari, prova un grande sentimento di affetto nei confronti
della sorella Edma e della piccola nipote.
I colori che usa nella tela sono molto chiari: il bianco, il rosa che viene utilizzato per dipingere gli orli della
copertina della culla, il grigio e l'azzurro.
Sempre nello stesso anno sposa il fratello minore di Ėdouard Manet, Ėugene. Nella loro casa i coniugi invitano
numerosi artisti e intellettuali tra cui Mallarmé, Dégas, Monet, Renoir.
Nel 1875, durante il viaggio effettuato con il marito presso l'Isola di Wight, dipinge numerose tele che
ritraggono vedute paesaggistiche e scene di vita quotidiana.
In questi anni la donna partecipa a tutte le mostre impressioniste eccetto a quelle del 1879, perché è in attesa
della figlia Julie, che diventa in seguito uno dei soggetti principali dei suoi quadri.
Artisticamente Edouard Manet e Berthe Morisot si suggestionarono a vicenda.
Lei prese a dipingere scene più essenziali e figure costruite in modo meno tradizionale. A sua volta Manet deve
a Berthe l’interesse per la pittura all’aperto, la pennellata più rapida e meno compatta, i colori più luminosi.
Il primo successo di pubblico arrivò per Morisot con una tela esposta al Salon del 1970; il quadro ritraeva
la madre e la sorella della pittrice ed era stato rimaneggiato dallo stesso Manet, al punto che la stessa
Berthe ne fu contrariata ed affermò che non avrebbe più voluto esporlo perché le sembrava una
“caricatura”, un Manet scadente. Pur stimando il pittore, la giovane artista rivendicava l’autonomia del
proprio percorso.
A conferma di questa indipendenza, Berthe continuò a confrontarsi con gli altri artisti e a sperimentare,
liberandosi dalle regole della pittura convenzionale.
Contro il parere di Manet partecipò già nel 1874 alla prima mostra impressionista, e da allora espose
regolarmente con il gruppo.
Fu la prima donna a sfidare il mondo accademico per adottare questo nuovo linguaggio, seguita presto da
altre come Marie Bracquemond, Eva Gonzales e la statunitense Mary Cassatt.
Sul mercato dell’arte Berthe Morisot riscontrò le stesse difficoltà che mediamente ebbero un po’ tutti gli
artisti moderni, eppure in certi periodi le sue tele raggiunsero addirittura quotazioni migliori dei colleghi.
Rispetto ad altri Impressionisti, Berthe faceva uso più frequente di studi e bozzetti preparatori; inoltre
lavorò più sulle trasparenze che sulle proprietà ottiche del colore.
Secondo quanto disse di lei Paul Valery, la pittura di Morisot esprimeva “la volontà di ridurre tutte le cose
ad un’allusione”.
In effetti nei quadri di Berthe il particolare e la forma sono per lo più subordinati al colore e alla sua
stesura veloce; le pennellate vanno in ogni direzione e sono ampie, i colori luminosi e vibranti sono spesso
frutto di una tecnica che mischia l’olio con le trasparenze dell’acquerello.
Berthe dipingeva preferibilmente ambienti con donne e bambini, in parte perché la sua condizione
di donna le precludeva di girovagare liberamente come i colleghi dell’altro sesso: l’esperienza così
importante nella sensibilità ottocentesca del flaneur resta una prerogativa maschile.
Eppure il suo punto di vista non appare ristretto; anzi, si potrebbe definire come meglio
ravvicinato, dato che permette una vera e propria partecipazione alle sensazioni dei personaggi: in
effetti i bambini e le adolescenti di Berthe esprimono stati d’animo specifici e un’ottica propria.
Con la sua tecnica nervosa e diretta, la pittrice indagava non solo il fenomeno percettivo, ma anche
un’attenta varietà di emozioni.
Probabilmente proprio la ricerca di una funzione più espressiva la indusse a recuperare, negli
ultimi anni, un disegno più marcato e la plasticità delle forme.
Berthe Morisot continua a dipingere esponendo le sue opere nella Galleria di Georges Petit e nella
Galleria di Paul Durand-Ruel.
Nel 1892 muore il marito, evento che la addolora nel profondo; in seguito a questo drammatico
evento si allontana dalla pittura.
Per tutta la sua vita avrà contrasti con la madre, soffrirà anche di inappetenza e rifiuto del cibo che
la condurrà presto all’anoressia, malattia al tempo non presa troppo in considerazione.
Berthe Morisot muore a Parigi il 2 marzo 1895 a causa di una congestione polmonare, all'età di 54
anni.
La culla
1872. Olio su tela 56x46 cm. Parigi, Musée d’Orasy
Sono tele in cui si sottolinea il rapporto intimo che si può instaurare solo
tra una madre ed una figlia, in questo caso quello tra Edma e sua figlia.
Un rapporto che Berthe conoscerà bene in quanto madre di Julie, l’unica
figlia avuta dal marito Eugène e che diverrà uno dei soggetti più ritratti in
tutta la sua vita.
Il soggetto che più di ogni altro segna l’evoluzione artistica della Morisot e
il suo allontanamento dalla pittura impressionita in favore di una visione più
realista, per alcuni aspetti vicina al post-impressionismo e alle figure
contornate di Gauguin.
In “Julie sognante” infatti, l’immagine della adolescente figlia è molto
distante dalle raffigurazioni in cui le convulse e luminose pennellate
generano le figure attraverso tocchi di colore.
Berthe parteciperà a ben 7 delle 8 mostre impressioniste divenendo anche la finanziatrice dell’ultima
esposizione del 1886. Sarà, nonostante la presenza di altre artiste, l’elemento femminile per eccellenza
all’interno del gruppo impressionista.
Una delle poche donne capaci di ottenere la propria emancipazione sociale a scapito dei consueti ruoli deputati
alle donne.
Singolare è il fatto che tra i pochi uomini da lei ritratti, non le era permesso dai buoni costumi della società del
tempo, vi fu il marito.
Fu raffigurato spesso accanto alla figlia, nel luogo in cui in genere è posta una madre ritratta dal marito pittore.
Elemento questo che indubbiamente segna un passo in avanti e, in un certo senso, sottolinea come i ruoli in
casa Manet si siano ribaltati.
Trasformò la sua abitazione in un luogo di ritrovo: un salotto per intellettuali artisti e poeti.
Si pensa che Berthe sia stata fortemente influenzata dal grande amico Stéphane Mallarmé e che sia stata spinta
da lui ad effettuare indagini introspettive sui suoi personaggi.
Ebbe la possibilità di frequentare i luoghi più in vista di Parigi dove seppe cogliere la mondanità del suo
tempo.
Le due tele, qui riportate, oltre che ottimo esempio del sapiente uso del colore e della pennellata impressionista,
buoni esempi di moda del tempo.
La tela conservata all’Orsay fu infatti apprezzata ed immediatamente acquistata da Giuseppe de Nittis.
Tra l’altro anche “Al ballo” fu acquistato già nel 1894 dal Musée du Luxembourg per 4500 franchi.
Tutte soddisfazioni per un artista, ancor più per una donna.
Pochi anni dopo la prematura scomparsa del marito, anch’egli pittore, avvenuta nel 1892, da sempre figura in
ombra rispetto a quella della moglie, anche Berthe si ammalò.
Una polmonite non le diede scampo e la condusse alla morte il 2 marzo nel 1895 all’età di soli 54 anni.
Nonostante l’importanza e il relativo successo della Morisot in vita, la pittrice non ottenne un degno
riconoscimento del suo ruolo dopo la morte.
La sua lapide riporta solo l’iscrizione: “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet”.
Del resto anche il suo certificato di morte riportava solo la dicitura “senza professione”.
Nel primo anniversario della sua morte la galleria Durand-Ruel le dedicò un ampia retrospettiva con 394 pezzi,
tra tele, disegni e acquerelli.
Oggigiorno, la collezione più importante di opere dell’ artista è conservata al Musée Marmottan-Monet che
ospita 80 opere della Morisot.
Le opere conservate al Marmottan-Monet sono state oggetto di una importante esposizione nel 1997 e di una
retrospettiva nel 2012, prima vera e propria monografia sull’artista.