Sei sulla pagina 1di 8

16.12.

2020

Mettiamo a confronto due sensibilità proprie della fine dell’800, due linguaggi artistici :
impressionismo e espressionismo, il rapporto dell’autore con il reale, con soggetti tratti
direttamente nella realtà nell’impressionismo teneva fortemente conto della variabile
luminosa e il soggetto in fondo non era così importante, ma era un pretesto per indagare
molteplici rappresentazioni del reale, soprattutto livello cromatico e in riferimento al
soggetto luce naturale. Nella dimensione dei pittori impressionisti il sentimento e
soggettivismo entravano in gioco perché l’importante era l’osservazione retinica in un
rapporto diretto tra l’autore e il reale attraverso l’organo visivo. Nell’espressionismo che
abbiamo evidenziato nascere all fine dell’800 e a partire dagli anni 80 con figure tipo
Munch e Van Gogh, anticipa quello che sarà il movimento proprio francese tedesco che
nasce il 1905 e possiamo collocare all’interno del fenomeno europeo avanguardie storiche.
Inconsapevolmente Van Gogh e altri autori anticipano questo modo di porsi e di
rappresentare il reale, cioè mettendo in atto loro stessi come soggetto primario nel rapporto
col mondo esterno, ciò che vedevano era veicolato anche a essere trasformato da un punto
di vista formale o cromatico attraverso la loro dimensione interiore, che non era i sentimenti
romantici ma qualcosa di più profondo che più nello specifico nella vita e nella produzione
di van Gogh era anche condizionato dalla malattia (la malattia non deve essere un punto di
osservazione e di riflessione privilegiata rispetto all’ opera di Van Gogh), è un aspetto,
perché Van Gogh è rivoluzionario da altri punti di vista soprattutto della tecnica e abbiamo
evidenziato come anche il linguaggio espressionista di van Gogh non soltanto veda un forte
cambiamento rispetto all’impressionismo più flebile, più leggero da un punto di vista anche
tecnico, nella forte maternità che contraddistingue tutte le opere di van Gogh, nella prima
fase olandese quando risiedeva ancora nella regione del Brabante, sia nella fase francese
quando risiede nel sud della Francia, nel cosiddetto M.D cioè nel mezzogiorno che
appartiene alla Provenza, e la cittadina in cui risiede per molti anni è Arles.
Questo autore è rivoluzionario perché pone la realtà come contenuto primario di riflessione
di rappresentazione ma nel contempo rappresentando il mondo esterno, il mondo in cui lui
stesso viveva parla anche di se stesso, non c’è una discrepanza, non c’è una diversificazione
tra Van Gogh uomo e tra Van Gogh artista,è un tutt’uno, ci sono stati tanti artisti, anche lo
stesso Delaquà che da un lato riflette su tematiche contemporanee ma la dimensione umana
di Delaquà non è così fortemente connaturata, unita, alla dimensione esistenziale e artistica,
ci sono due aspetti. Invece Van Gogh, l’esigenza di dipingere è esistenziale, abbiamo
parlato di catarsi: come questa modalità espressiva, cioè quella della pittura, sia una
modalità di rapporto e di conoscenza col mondo esterno, con gli uomini, in una dimensione
di forte difficoltà esistenziale e di difficoltà di rapporto con gli altri esseri umani, proprio
anche in relazione alla propria malattia. Possiamo parlare anche di forza, di verità nell’opera
di van Gogh, questa pregnanza materica è una risposta a una fede nei confronti della vita
cristiana (era protestante) e credeva in una dimensione umana della vita, credeva nell’uomo,
così come credeva in ogni elementi del reale e pone in ogni elemento che rappresenta anche
in una situazione economica di forte povertà, pone quella dimensione che abbiamo
sintetizzato col termine dignità, che possiamo riscontare negli autoritratti e anche nei ritratti
(Postino Roulin) di cittadini di arles, che credono in Van Gogh e si mettono a servizio,
mentre tanti altri abitanti lo deridono e questa dignità passa anche verso gli oggetti del
quotidiano, una sedia impagliata, il tema della povertà. Il tema della povertà non è come
negli altri autori del romanticismo sociale espressione di un disagio, un’emarginazione è
anche in fondo gioia: da queste immagini potete vedere che con questa cromino molto
luminosa, molto materica, attraverso il contrasto spesso di colori complementari ci parla di
una vita anche gioiosa,pur all’interno di una vita problematica dell’autore. In tutte le opere
francesi emerge una certa solarità percettiva e emotiva, il dipingere per Van Gogh lo
portava in situazioni di equilibrio, questa solarità può coincidere anche con momenti di
felicità.

Abbiamo parlato di melanconia, questa malattia psichiatrica che attualmente viene definita
depressione dove vi era nella bipolarità dell’autore, questa alternanza di fasi, fasi dove la
realizzazione continuativa quasi compulsiva di queste tele
vengono dipinte una dietro l’altra anche sul campo anche en
plein air, o nella stanza di Arles o nella stanza dello studio
psichiatrico dove lui stesso decide di farsi ricoverare. Questa
solarità è l’espressione di questa alternanza di momenti di
caducità,di depressione e incapacità esecutiva e momenti di un
ritmo accelerato nella produzione di queste opere, e questo è il
ritmo accelerato che lo contraddistingue pochi giorni prima
della morte.

Abbiamo parlato di tessitura cromatica, texture, che avevo


evidenziato in uno dei ritratti più importanti, “Autoritratto con
cappello di Feltro” e questa tessitura possiamo ritrovarla in
molte altre immagini, quelle che parlano di natura, di campi di
grano, di primi piani, qualsiasi cosa che gli si pone davanti può
essere motivo di rappresentazione.
Nel “seminatore” prendiamo spunto da un’opera di Millet, nelle spigolatrici di Millet
ritroviamo lo studio di questi disegni, di questa puntasecca di queste incisioni che realizza
Van Gogh, ma i temi trattai da Millet li possiamo ritrovare in altre opere come per appunto
nel seminatore, quindi tematiche legate alla quotidianità, alla vita semplice, a una vita che è

fortemente legata alla natura, ma la natura qui diventa anche lavoro così come era lavoro la
rappresentazione della natura in quei paesaggi più desolati, monocromi, gli scorci della
cittadina di Ruene, dove lui vive inizialmente, dove li scorci sono appunto della regione del
Bravante.

Cambia il Colore ma non cambia la sostanza, non cambia questa vitalità che pone in ogni
immagine dipinta. Lo notiamo in queste immagini, dove imprime una forte verità, vitalità,
non interessa il dettaglio, interessa che cosa e come, lui immetta in questa donna (“Ritratto
di contadina”) quello che è lui stesso, c’è un credere nell’altro, cosa che non gli permetterà
di diventare pastore protestante ma che gli permetterà di mantenere un rapporto vivo e
credibile nel parlare di vita attraverso i suoi dipinti.
Tornando alla fase francese, dove parla di natura e la rappresenta con la tecnica della
tessitura, a differenza di un Seurat o Signac che utilizzava una tecnica più ripetitiva e
rigorosa, Seurat puntinista, Signac a modi tessere rettangolari, Van Gogh è libero, molto più
personale, si muove in maniera alterna, particolare, spiraleggiante, ortogonale, parallelo, a
seconda della necessità, dello stato d’animo. Abbiamo sempre in fondo nella maternità,
nella pastosità del colore le teoria di Chevrel,la giusta posizione di colori complementari o
colori caldi/freddi. Complementari quella utilizzata da Gauguin nella casa gialla di Arles o

nella contrapposizione tra rosso e verde nel “caffè di notte”. Questa contrapposizione la
ritroveremo nel campo di grano con corvi una delle ultime tele, in cui parla anche in una
lettera inviata al fratello a Parigini, oppure nella chiesetta Over.Qui troviamo Millet be
l’originalità tecnica di quest’autore

Abbiamo parlato di colonialismo, dell’influenza di queste culture più esotiche verso l’europa
a Parigi museo del Trocadero dove cominciano ad arrivare sculture, incisioni, acquerelli,
incisioni giapponesi, opre d’arte proveniente da territori colonizzati e si diffonde a partire da
Parigi e Francia e poi in altri paesi EU, il Giapponesismo, influenza dagli anni 80 dell’arte
dell’estremo oriente che contamina non soltanto Van Gogh ma tantissimi autori europei,
tendendo, portando l’arte occidentale a una maggiore linearità e bidimensionalità. Possiamo
con certezza affermare che il linguaggio dell’Art Nuove si radichi fortemente nel
giapponesimo, L’arte dell’oriente con una cultura millenaria estremamente ricca da ogni
punto di vista (scrittura, arte figurativa) incomincia a contaminare l’arte più figurativa e
tradizionale, più realistica dell’occidente. Van Gogh ne viene influenzato e la sua pittura
diventa qualcosa di più calligrafico, che non è espressione dell’arte nouveau di una
dimensione prevalentemente decorativa, ma in qualche modo pur nel realismo, in un
realismo molto personale, originale, van Gogh ci trasmette questa forte influenza della
bidimensionalità e dell’essenzialità dell’estremo oriente.
Van Gogh sperimenta copie di poche incisioni che il fratello gli ha regalato (Hiroshige) e
queste immagini le ritroveremo in Pèrè Tanguy, il venditore di colori. Evidenzia quello che
è la trasformazione nel campo della pittura alla fine dell’800 ne nel modo specifico
l’originalità di questo autore.

Qui possiamo vedere come anche il cinema è legato alla pittura.


Sintesi:
-tessitura cromatica
Immagini caratterizzate dai girasoli o dal cielo stellato. Il cielo sovrano il paese di Ruene,
c’è una mobilità, un dinamismo, una musicalità che creano veramente un forte dinamismo
all’interno dell’immagine. Il
cielo è un’interpretazione
fortemente espressionista
dell’autore, è stata anche
influenzata da queste
immagini, come l’arte
giapponese così calligrafica è
caratterizzata da ritmo, la

linea curva, che vediamo anche in varie opere se non nel


profilo ma nella tecnica.

Hirosaki- La grande onda


La notte stellata - Van Gogh

Possiamo vedere questa linea curva che diventa sempre più nervosa,
espressiva, di vitalità anche nelle opere successive (stiamo parlando
degli ultimi anni—ha prodotto tantissime opere). Il fratello pensa che
mandare il fratello dalla regione del Brabante ad Arles sia
un’aiuto,venire a contatto con luce e colori diversi che lo possano
rasserenare. La convivenza con Gaughen è proficua da un punto di
vista artistico. queste personalità sono molto forti e questo non
permette la prosecuzione della loro convivenza. van Gogh percepisce
questa luce del Md come una luce eccessiva, interessante dal punto di
vista artistico ma acceca, acceca l’anima, non si confà per un uomo
che soffre di depressione e quindi va a stabilirsi a Auvers nel quale
dipingerà questa chiesa gotica. In questa cittadina ci sarà anche la
struttura psichiatrica dove verrà richiamato molte volte. Questa
struttura è condotta da questo medico, che capisce quanto l’arte sia
fondamentale per van Gogh

Qui permane quella tecnica che Van Gogh ha raggiunto, creato, inventato, sembra molto
tangibile materica contraddistinta dalla tessitura cromatica, accostamento di colori
complementari per creare vitalità, e una solarità che è determinata dai colori e non dalla
fisicità della luce, in queste immagini non c’è ombra fisica: questo è qualcosa di

incongruente che non corrisponde a ciò che lui sta percependo, possiamo vedere da queste
opere degli ultimi due anni prevale l’interpretazione anche emotiva che non sono sentimenti
romantici ma è l’uomo che rappresenta ciò che sente, ciò che vede, queste opere sono
quelle di un uomo, si può vedere chi fosse per davvero Vincent.
Qui le tematiche sono sempre la natura e le caratteristiche esecutive similari:
Mandorlo, tema caro ai giapponesi, nella semplicità del contenitore e di questo ramo
spezzato vediamo la priorità di questa linee rossa, dove vediamo un’estrema convinzione di
ciò che rappresenta, l’amore. Pioppi in primo piano, vi è questo canale
e alberi di fiori nella parte retrostante. La contaminazione di tutte
queste immagini della fotografia.

Qui siamo nel penultimo anno della sua vita, come le immagini
diventano ancora più essenziali, scultoree o la luminosità, il gioco di
colori, la forza e il contorcimento di alberi, ulivi, dalla
contrapposizione di alba (o tramonto) o la componente rocciosa che
viene a danzare insieme alle nubi. E qualcosa di fortemente
interpretato, si mantengono quella dimensione di forte vitalità, da vita,
credibilità che lui pone in ogni elemento che lo circonda che lo rappresenta

Opera : il dottor Cachet


Il tema del fiore che era la pianta che veniva utilizzata per studiare questa malattia, i trattati
parlano della melanconia e la posizione dell’autore. Nella lettera al Fratello Teo Vincent
parla di questo direttore, in termini positivi ma dice che forse anche lui soffre di questa
malattia. Paragona “Giorgione”: mediamente il soggetto è un po melanconico e poggi sol

proprio capo contro il palmo della propria mano.


Un?altra opera antica che parla di questo tema,
“Melancholia” A. Durer uno dei più importanti
incisori del rinascimento tedesco (anni 500).
Spostandoci verso l’800 e il 900 parliamo di Hayez,
Melanconia, il soggetto femminile parla di questo
tema. Munch - Melanconia. Picasso - Sabartes (900)

Durer

Munch
“Campo di grano con corvi”: Il cielo evidenzia lo stato d’animo consapevole (dipinge pochi

giorni prima di morire), è un’opera di dimensioni ridotte.


“Le radici dell’albero”: la vedova di Teo parla dell’ultimo giorno prima del suicidio, in
riferimento a questo quadro (Cartolina di Anvers e quadro sembrano rappresentare la stessa
immagine, forte legame tra i due)

Potrebbero piacerti anche