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re e commediografo italiano.
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1 Biografia 1.1 Relazioni e figli
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Opere
Film tratti da sue opere teatrali
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
piuttosto che sottostare a Davide Petito, nuovo capo della compagnia. Dopo un br
evissimo periodo trascorso a Roma, nella compagnia di Raffaele Vitale (uno dei p
i celebri Pulcinella dell'epoca) prende in affitto con alcuni comici del San Carl
ino un baraccone sul Molo, il Metastasio, dove rappresenta alcuni suoi lavori. N
el 1878 accetta di far ritorno al San Carlino, sapendo che al suo fianco avrebbe
recitato in sottordine il pulcinella Cesare Teodoro; qui ottiene un grande succ
esso con la commedia "Don Felice maestro di calligrafia" meglio conosciuta come
"Lu curaggio de nu pompiere napulitano". L'anno successivo viene scritturato per
una tourne a livello nazionale.
Nel 1880 ottenne un prestito di 5.000 lire dall'avvocato Severo e, grazie alla s
ua tenacia, riesce a riaprire e rinnovare il vecchio e glorioso teatro San Carli
no, dove debutta il 1 settembre con la commedia "Presentazione di una Compagnia C
omica". Egli stesso, nelle sue "Memorie" racconta che Il pubblico sorpreso ed amm
irato dall'affiatamento della compagnia, dalla naturalezza della recitazione, da
lla inappuntabile propriet del vestiario, rise ed applaud fragorosamente. Inizi cos u
na stagione di grandi successi, che lo portano ben presto a diventare un idolo.
Diventato ormai un capocomico di successo, nato da una famiglia modesta, possied
e ora un palazzo in Via Dei Mille, costruito dallo stesso architetto del Teatro
Bellini, Vincenzo Salvietti, carrozze e cavalli. Sposato dal 1876 con Rosa De Fi
lippo (la quale, da giovane, era stata amata dal re Vittorio Emanuele II e si mo
stra spesso con diademi e brillanti degni di una regina) aveva poi intrecciato u
na relazione con la nipote di costei, Luisa De Filippo.
Villa La Santarella
Il 15 maggio 1889 ottenne un memorabile successo con "'Na Santarella" al Teatro
Sannazzaro di via Chiaia. Tutta Napoli, elegante e mondana, accorre al piccolo t
eatro, e con gli incassi della commedia, che gli apre definitivamente le porte d
ella capitale, si fece costruire una villa sulla collina del Vomero, chiamata ap
punto Villa La Santarella, dove sulla facciata principale campeggiava la scritta
Qui rido io! che qualche anno dopo vendette perch la moglie aveva paura di abitarc
i da sola quando il marito era in tourne.
Il suo successo pi grande, "Miseria e nobilt", che in seguito ebbe tre trasposizio
ni cinematografiche (memorabile fu quella del 1954 con Tot) fu scritto unicamente
per permettere la partecipazione alla commedia del figlio dodicenne Vincenzo, c
he nella prima rappresentazione recit nel ruolo di Peppiniello.
La fondazione del Teatro Salone Margherita, il primo grande variet napoletano, co
struito nei sotterranei della nuova Galleria Umberto I, cominci a minare le fortu
ne del commediografo, che in risposta alla nuova moda si ripresent al pubblico co
n un suo Caf-chantant, ma il colpo di grazia gli arriv nel 1904, quando fu protago
nista suo malgrado di una delle pi clamorose vicende teatrali dell'epoca: quella
riguardante la parodia de "La figlia di Iorio" di Gabriele d'Annunzio, che gli p
rocur un cocente insuccesso (D'Annunzio addirittura lo trascin in tribunale per un
a memorabile causa durata tre anni, dal 1906 al 1908, che comunque Scarpetta vin
se) e tante amarezze. Moltissime sono le critiche di questi anni, soprattutto da
parte di Salvatore Di Giacomo e Roberto Bracco. Unica voce in sua difesa fu que
lla di Benedetto Croce.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Il figlio di Iorio.
Nel 1909, deluso ed amareggiato, si ritir dalle scene, dopo aver preso parte alla
parodia "La Regina del Mare", composta dal figlio Vincenzo, al quale egli impon
e di essere suo continuatore nel ruolo di Sciosciammocca. Nel 1920 scrisse un sa
ggio sui caratteri innovatori dell'arte di Raffaele Viviani. Mor all'et di 72 anni
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