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TESI 22

Il contesto storico e sociale dellItalia del XIX secolo


Il periodo del governo napoleonico segn un rinnovamento della societ verso una maggiore coscienza nazionale e, dopo lunit dItalia (1860), si avvi il processo di democratizzazione e laffermazione della classe media emergente, grazie allo sviluppo delleconomia e dellindustria. Si fecero enormi passi avanti anche nel campo dellalfabetizzazione di massa, per cui la cultura nazionale si diffuse in una cerchia pi ampia della popolazione, Nonostante ci lestetica romantica cominci ad interessare la cultura italiana solo nella seconda met del secolo. Un contributo notevole a questa nuova sensibilit romantica fu la produzione operistica, influenzata dai letterati romantici del primo Ottocento. Il teatro dopera divenne lunico luogo dincontro fra le diverse classi sociali, anche se diviso in settori: la platea, per la classe media; i palchi, per le classi elevate; la galleria, per le classi meno abbienti. Nel corso dellOttocento vi fu una notevole diffusione dei teatri, infatti negli anni 90 vennero censiti 1055 teatri, la maggior parte dei quali fu riadattata a cinema dopo il 1914. NellOttocento la musica operistica veniva ascoltata anche da chi non poteva permettersi di andare a teatro, grazie ai complessi bandistici, che divennero un elemento caratteristico delle celebrazioni locali. Contemporaneamente, per si assisteva al progressivo declino della musica da camera: la musica di Beethoven, per esempio, era limitata ad un piccolo gruppo di intenditori.

Il lavoro del compositore dopera


I compositori si adeguarono, quindi, alla diffusione dellopera come centro della vita sociale e convogliarono le proprie energie creative verso questa. Infatti, comporre per il teatro assicurava un successo immediato e immediati vantaggi economici. Le opere venivano scritte di un getto, per esempio Rossini compose il Barbiere di Siviglia in 18-19 giorni.

Impresari, editoria e repertorio


A gestire direttamente le stagioni operistiche erano gli impresari: veri e propri industriali dello spettacolo, fra i quali Domenico Barbaja che gest per oltre trentanni i teatri di Napoli e di Milano. Nella seconda met del secolo, per, limpresario divenne una figura di scarsa importanza perch si affermarono gli editori musicali con le leggi sul diritto dautore. I diritti sulle partiture passano dallimpresario alleditore, che ne organizza la distribuzione su scala nazionale e internazionale. Quindi, la produzione complessiva del compositore dopera cala notevolmente rispetto al passato, in quanto cera da guadagnare molto di pi concedendo in affitto la partitura e le parti orchestrali di un lavoro di successo, piuttosto che componendone uno nuovo ogni anno. I principali editori fiorirono a Milano, grazie anche al prestigio del teatro alla Scala: la casa Ricordi, la pi antica, fu fondata nel 1808 e si fuse con la sua pi forte concorrente, la casa Lucca.

Gli operisti del melodramma italiano


I 4 maggiori operisti italiani del XIX secolo, Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi, in vita riscossero con le loro opere un fenomenale successo. Tutti si avviarono al lavoro operistico molto presto, conquistando da subito le principali piazze teatrali dItalia (Milano, Venezia, Roma e Napoli) per poi affermarsi soprattutto in Inghilterra e in Francia, in particolar modo a Parigi considerata capitale teatrale dEuropa e garanzia di enormi guadagni. GIOACHINO ROSSINI Rossini avvi la sua fortuna con Tancredi e con la grande opera comica Il barbiere di Siviglia, per otto anni risiedette a Napoli, dove diresse il San Carlo e scrisse alcune opere serie tra cui lOtello. Per lOpra prepar anche, ispirandosi al genere del grand opra, il Guillaume Tell. Dopo aver composto una quarantina di opere anche a Bologna e a Firenze, si ritir allet di 37 anni. VINCENZO BELLINI

Bellini ebbe una carriera artistica breve con una produzione di sole 10 opere; scrisse per il San Carlo di Napoli e per La Scala. Visse principalmente a Milano, dove scrisse la maggior parte delle opere, tra cui Norma e La sonnambula. Poi si trasfer a Parigi, dove scrisse I puritani per il Thtre Italien e dove mor allet di 34 anni. GAETANO DONIZETTI Donizetti produsse opere per i teatri di Napoli e Milano, per il quale teatro scrisse Anna Bolena e Lucrezia Borgia. Sent anche lui linflusso del grand opra durante la sua permanenza a Parigi. A Napoli scrisse Lucia di Lammermoor. Donizetti scrisse una settantina di opere per il teatro musicale oltre a un gran numero di musiche cameristiche, vocali, pezzi sacri e composizioni strumentali. A Parigi fu ricoverato per una paralisi cerebrale e due anni dopo fu portato gravemente malato a Bergamo, dove mor a 51 anni. GIUSEPPE VERDI La carriera artistica di Verdi si protrasse per oltre 50 anni, con una produzione complessiva di melodrammi. Alcune sue opere ebbero tale fortuna da superare quella delle principali opere letterarie del tempo, come i Promessi Sposi. Per questo Verdi considerato lartista pi rappresentativo dellItalia risorgimentale e liberale: a questa fama contribuisce anche il suo sentimento nazionalista e le sue idee repubblicane, influenzate dallincontro con Giuseppe Mazzini. Verdi esord alla Scala con un insuccesso, ma poco dopo compose Il Nabucco, che fu accolto con strepitoso successo. Seguirono 16 anni di lavoro frenetico (anni di galera), durante il quale scrisse molte opere, tra cui Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore e Macbeth. Scrisse anche per i grandi teatri stranieri, per Parigi il Don Carlos e per Il Cairo lAida, per inaugurare il canale di Suez e il nuovo teatro dellopera. Compose la Messa da Requiem, per inaugurare il centenario dalla morte di Manzoni. A 80 anni concluse la sua carriera con lopera comica Falstaff, non apprezzata dal pubblico per il complesso linguaggio armonico musicale.
(Nel Rigoletto Verdi opera un misto di comico e di tragico attraverso il personaggio del goffo buffone di corte: il buffone si trasforma in padre assetato di vendetta che vuole difendere lonore della figlia sedotta dal duca. Linnocente fanciulla si spinge alla fine al supremo sacrificio di se per colui che ama: muore tra le braccia del padre pazzo di dolore, pugnalata dal brigante pagato da Rigoletto per uccidere il duca.)

Il libretto
Nel XIX secolo il compositore impone sempre pi la propria autonomia nella realizzazione dellopera, lasciando decadere limportanza del librettista: sceglie il soggetto, le situazioni drammatiche e le strutture poetiche. Il libretto trasse gli elementi pi nuovi, che seguivano le tendenze romantiche, dalle fonti europee pi che dalla letteratura nazionale. Dalla drammaturgia francese, soprattutto del nuovo opra-comique, i librettisti e gli operisti attinsero i vari effetti spettacolari e la tecnica dei coups de thtre (colpi di scena). Anche le rielaborazioni di drammi di Shakespeare furono numerose in questo periodo, ma meglio riuscite con Verdi. Elemento fondamentale nei libretti il tragico intreccio del triangolo soprano-eroina, tenore-innamorato, basso-baritono insidiatore o geloso. La figura della donna innamorata, angelica e disposta al sacrificio (Norma) un altro carattere dominante del melodramma ottocentesco. La protagonista vive totalmente nel suo amore e qualche volte le delusioni damore la portano alla pazzia. Proprio la rappresentazione di situazioni psichiche particolari (scene di follia) costituiva per il pubblico una grande attrazione. Il libretto dellopera seria dellOttocento articolato in due o tre o, pi raramente, in quattro atti e distinto in una serie di diverse situazioni relativamente autonome a ciascuna delle quali corrisponde un numero; ad ogni numero corrispondono una o pi scene. Fino allAida di Verdi, il testo in versi sciolti e in strofe prevalentemente di ugual metro; invece, dalla met del secolo i librettisti e gli operisti cominciano a sperimentare strutture poetiche pi flessibili e asimmetriche: strofe polimetriche, i versi con sillabe dispari, gli schemi metrici liberamente mescolati.

La vocalit
Il melodramma dellOttocento ha come punto fondamentale lelemento melodico vocale, che viene mai sopraffatto dallorchestra. Rossini adotta un tipo di canto ricco di fioriture di stampo virtuosistico ed attento nel metterle per iscritto per evitare errori da parte degli esecutori. Invece, Bellini concede meno spazio al virtuosismo puro: la vocalit spianata e articolata per ampi archi melodici, cio con melodie lunghe con ininterrotta continuit. Donizetti introdusse nella vocalit esplosioni di forza e bruschi salti di registro. Nelle opere della maturit di Verdi il bel canto rossiniano raro: il compositore si preoccupa soprattutto delle capacit mimiche e sceniche degli interpreti, piuttosto che delle loro qualit virtuosistiche vocali.

Lorganizzazione formale
Il libretto dellopera seria dellOttocento, come gi detto, articolato in due o tre o, pi raramente, in quattro atti e distinto in una serie di diverse situazioni relativamente autonome a ciascuna delle quali corrisponde un numero; ad ogni numero corrispondono una o pi scene. Allinterno di ciascuna scena si alternano sezioni cinetiche (di solito 2, in cui lazione procede in modo dinamico) e sezioni statiche (di solito 2, in cui lazione rallenta o ristagna). Questa forma non una norma rigida, ma uno schema che il compositore pu osservare o meno. Le 4 sezioni sono precedute da una sezione iniziale, con arie e duetti in stile recitativo accompagnato; la prima sezione cinetica o tempo di attacco quella in cui c lo scontro dialettico tra i personaggi, talvolta in stile detto parlante (sillabando) su un movimento continuo dellorchestra, seguito di solito da un colpo di scena; la prima scena statica o Adagio/Cantabile il momento in cui i personaggi reagiscono al colpo di scena con una meditazione lirica, lazione drammatica viene sospesa e i personaggi restano immobili; la seconda sezione cinetica o Tempo di mezzo sullo stile della prima; la seconda sezione statica o Cabaletta quella in cui trova sfogo il culmine sentimentale. Le arie che i personaggi cantano nellentrare in scena, si chiama Cavatina ed dun sol tempo e monopartita; molto diffusa anche laria in due sezioni contrastanti, una lenta e una veloce, detta Cabaletta. Molto rilievo assumono nel melodramma italiano dellOttocento i concertati dinsieme di vaste proporzioni, specialmente i finali datto o dopera, con lintento di creare un clima di febbrile eccitazione psicologica. I concertati finali seguono larticolazione quadripartita e terminano con la stretta finale, con un ritmo impetuoso e con literazione ossessiva di pi motivi.

La Giovane scuola e lopera verista


Tra Ottocento e Novecento si afferm un gruppo di compositori di melodramma definito dai critici verista, perch influenzati dal movimento letterario della scapigliatura, seguace del romanticismo francese, che si discostava dalla letteratura aulica per promuovere il parlato quotidiano nel linguaggio e la musica come elemento fondamentale nella cultura letteraria italiana. I rappresentanti della Giovane scuola sono: Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Umberto Giordano, Francesco Cilea e Giacomo Puccini. Questa scuola si afferm in seguito allinfluenza del teatro musicale francese, ricco di elementi realistici (in particolare la Carmen di Bizet), del naturalismo positivistico francese di Emile Zola e del verismo letterario di Giovanni Verga, miranti a rappresentare i fatti in maniera nuda e schietta. Non solo lambientazione scenica e il livello sociale dei personaggi cambiano, ma anche lo stile metrico subisce importanti variazioni: le strofe sono di misure eterogenee e la successione dei versi non pi regolare. La Cavalleria Rusticana di Mascagni su soggetto di Verga d inizio al verismo nel melodramma: una storia di amore passionale, di gelosia, di sangue, di ambiente rurale siciliano contemporaneo, che si consuma in un brevissimo arco di tempo, durante una messa di Pasqua. GIACOMO PUCCINI

Puccini il pi grande compositore dopera italiano dopo Verdi. Ha scritto 12 opere di grande successo, tra cui La Bohme, Tosca, Madama Butterfly (ambientata nel Giappone contemporaneo e basato su un argomento reale: la tragica storia di una giovane geisha che si uccide per grande delusione damore, quando si vede tradita) e Turandot, rimasta per incompleta. Come Verdi imponeva ai suoi librettisti le sue esigenze compositive. I temi principali della morte sono lamore e la morte e lintero dramma ruota intorno alleroina fragile e sentimentale. Unaltra caratteristica la crescita graduale della tensione, che porta alla catastrofe finale.

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