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Bologn
a, 6 aprile 1912) stato un poeta e accademico italiano e una figura emblematica
della letteratura italiana di fine Ottocento.
Pascoli, nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, , insieme a Ga
briele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano. Dal Fanciullino, articol
o programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione in
tima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del parti
colare e del quotidiano e al recupero di una dimensione infantile e quasi primit
iva. D'altra parte, solo il poeta pu esprimere la voce del "fanciullino" presente
in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di rivendicare per s il ruolo, per cert
i versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'
utilit morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia.
Il poeta poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maest
ro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno , sia con pac
e del maestro Giosu Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemm
eno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gl
i porga. A costituire il poeta vale infinitamente pi il suo sentimento e la sua v
isione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra [...]
(G. Pascoli - da Il fanciullino)
Pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, n most
rando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrari
o di D'Annunzio), Pascoli manifesta nella propria produzione tendenze prevalente
mente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segn
ata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente, la sua opera ap
pare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ere
ditata dal maestro Giosu Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatt
i difficile comprendere il vero significato delle sue opere pi importanti, se si
ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli s
tesso riorganizz per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di
base del proprio mondo poetico
Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna (oggi San Mau
ro Pascoli in suo onore), in una famiglia agiata, quarto dei dieci figli - due d
ei quali morti molto piccoli - di Ruggero Pascoli, amministratore della tenuta L
a Torre della famiglia dei principi Torlonia, e di Caterina Vincenzi Alloccatell
i. I suoi familiari lo chiamavano affettuosamente "Zvan".
Pascoli. Il complotto", (Mimesis 2014) che frutto di recenti ricerche negli arc
hivi locali e che, oltre a pubblicare documentazione inedita, formula l'ipotesi
di un complotto perpetrato ai danni dell'amministratore Pascoli. Il trauma lasci
segni profondi nella vita del poeta. La famiglia cominci dapprima a perdere gradu
almente il proprio stato economico e successivamente a subire una serie impressi
onante di lutti, disgregandosi: costretti a lasciare la tenuta, l'anno successiv
o morirono la sorella Margherita, di tifo, e la madre, per un attacco cardiaco,
nel 1871 il fratello Luigi, colpito da meningite, e, successivamente, nel 1876,
il fratello maggiore Giacomo, secondo le cronache di tifo. Da recenti studi anch
e il fratello maggiore, che aveva tentato inutilmente di ricostituire il nucleo
familiare a Rimini, potrebbe invece essere stato avvelenato[senza fonte]. Giacom
o infatti nell'anno in cui mor ricopriva la carica di assessore comunale e pare c
onoscesse personalmente coloro che avevano partecipato al complotto per uccidere
il padre, oltre al fatto che i giovani fratelli Pascoli (in particolare Raffael
e e Giovanni) si erano avvicinati a tal punto alla verit sul delitto paterno, da
essere minacciati di morte. Le due sorelle Ida e Maria andarono a studiare nel c
ollegio del convento delle monache agostiniane, a Sogliano al Rubicone, dove viv
eva Rita Vincenzi, sorella della madre Caterina e dove rimasero dieci anni: nel
1882, uscite di convento, Ida e Maria chiederanno aiuto al fratello Giovanni, ch
e dopo la laurea insegnava al liceo Duni di Matera, esprimendo il loro desiderio
di vivere col fratello, facendo leva sul senso di dovere e di colpa di Giovanni
, il quale durante i 9 anni universitari non si era pi occupato delle sorelle.
Nella biografia scritta dalla sorella Maria, Lungo la vita di Giovanni Pascoli,
il futuro poeta viene presentato come un ragazzo solido e vivace, il cui caratte
re non stato alterato dalle disgrazie; per anni, infatti, le sue reazioni parver
o essere volitive e tenaci, nell'impegno a terminare il liceo e a cercare i mezz
i per proseguire gli studi universitari, nonch nel puntiglio, sempre frustrato, n
el ricercare e perseguire l'assassino del padre.
I primi studi[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1871, all'et di quindici anni e dopo la morte del fratello Luigi avvenuta per
meningite il 19 ottobre dello stesso anno, Giovanni Pascoli dovette lasciare il
collegio Raffaello dei padri Scolopi di Urbino[1]; si trasfer a Rimini, per freq
uentare il liceo classico Giulio Cesare. Giovanni giunse a Rimini assieme ai suo
i cinque fratelli: Giacomo (19 anni), Raffaele (14), Alessandro Giuseppe, (12),
Ida (8), Maria (6, chiamata affettuosamente Mari).
L'appartamento, gi scelto da Giacomo ed arredato con lettini di ferro e di legno,
e con mobili di casa nostra, era in uno stabile interno di via San Simone, e si
componeva del pianterreno e del primo piano, scrive Mari: La vita che si conduceva
a Rimini era di una economia che appena consentiva il puro necessario.
Pascoli termin infine gli studi liceali a Cesena dopo aver frequentato il ginnasi
o ed il liceo al Liceo Ginnasio Dante di Firenze, ed aver fallito l'esame di lic
enza a causa delle materie scientifiche.
L'universit e l'impegno politico[modifica | modifica wikitesto]
Grazie ad una borsa di studio di 600 lire (che poi perse per aver partecipato ad
una manifestazione studentesca) Pascoli si iscrisse all'Universit di Bologna, do
ve ebbe come docenti il poeta Giosu Carducci e il latinista Giovanni Battista Gan
dino, e divent amico del poeta e critico Severino Ferrari. Conosciuto Andrea Cost
a ed avvicinatosi al movimento anarco-socialista, cominci, nel 1877, a tenere com
izi a Forl e a Cesena. Durante una manifestazione socialista a Bologna, dopo l'at
tentato fallito dell'anarchico lucano Giovanni Passannante ai danni del re Umber
to I, il giovane poeta lesse pubblicamente un proprio sonetto dal presunto titol
o Ode a Passannante. L'ode venne subito dopo strappata (probabilmente per timore
di essere arrestato o forse pentito, pensando all'assassinio del padre) e di es
sa si conoscono solamente gli ultimi due versi: colla berretta d'un cuoco, faremo
una bandiera.[2] La paternit del componimento fu oggetto di controversie: sia la
sorella Maria sia lo studioso Piero Bianconi negarono che egli avesse scritto ta
le ode (Bianconi la defin la pi celebre e citata delle poesie inesistenti della let
teratura italiana[3]). Bench non vi sia alcuna prova tangibile sull'esistenza dell
'opera, Gian Battista Lolli, vecchio segretario della federazione socialista di
Bologna e amico del Pascoli, era presente durante la lettura e attribu al poeta l
a realizzazione della lirica.[4]
Il 22 settembre 1882 era stato iniziato alla massoneria, presso la loggia "Rizzo
li" di Bologna. Il testamento massonico autografo del Pascoli, a forma di triang
olo (il triangolo un simbolo massonico), stato rinvenuto nel 2002[7].
Dal 1887 al 1895 insegn a Livorno al Ginnasio-Liceo "Guerrazzi e Niccolini", nel
cui archivio si trovano ancora lettere e appunti scritti di suo pugno. Intanto i
nizi la collaborazione con la rivista Vita nuova, su cui uscirono le prime poesie
di Myricae, raccolta che continu a rinnovarsi in cinque edizioni fino al 1900.
Vinse inoltre per ben tredici volte la medaglia d'oro al Concorso di poesia lati
na di Amsterdam, col poemetto Veianus e coi successivi Carmina.
Nel 1894 fu chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della pubblica istr
uzione. Nella capitale fece la conoscenza di Adolfo de Bosis, che lo invit a coll
aborare alla rivista Convito (dove sarebbero infatti apparsi alcuni tra i compon
imenti pi tardi riuniti nel volume Poemi conviviali), e di Gabriele D'Annunzio, i
l quale lo stimava, anche se il rapporto tra i due poeti fu sempre complesso.
Il "nido" di Castelvecchio[modifica | modifica wikitesto]
Divenuto professore universitario nel 1895 e costretto dalla sua professione a l
avorare in citt (Bologna[8], Messina[9] e Pisa[10]), egli non si radic mai in esse
, preoccupandosi sempre di garantirsi una "via di fuga" verso il proprio mondo d
i origine, quello agreste. Tuttavia il punto di arrivo sarebbe stato sul versant
e appenninico opposto a quello da cui proveniva la sua famiglia.
Giovanni Pascoli
Nel 1895 infatti si trasfer con la sorella Maria nella Media Valle del Serchio ne
l piccolo borgo di Castelvecchio nel comune di Barga, in una casa che divenne la
sua residenza stabile quando (impegnando anche alcune medaglie d'oro vinte al C
oncorso di poesia latina di Amsterdam) pot acquistarla. Dopo il matrimonio della
sorella Ida con il romagnolo Salvatore Berti, matrimonio che il poeta aveva cont
emplato e seguito sin dal 1891, Pascoli vivr in seguito alcuni mesi di grande sof
ferenza per l'indifferenza della sorella Ida nei suoi confronti e le continue ri
chieste economiche da parte di lei e del marito, vivendo la cosa come una profon
da ferita dopo i dieci anni di sacrifici e dedizione alle sorelle, a causa delle
quali il poeta aveva di fatto pi volte rinunciato all'amore. A tale proposito, u
na mostra dedicata agli "Amori di Zvan" e allestita dal Museo Casa Pascoli nel 20
13, getta luce sulle vicende amorose inedite di Pascoli, chiarendo finalmente il
suo desiderio pi volte manifestato di crearsi una propria famiglia. attesa la pu
bblicazione a cura di Rosita Boschetti, responsabile del Museo Casa Pascoli, dal
titolo "Affari di cuore. Gli amori di Zvan" per il 2015. Il fidanzamento con la
cugina Imelde Morri di Rimini, all'indomani delle nozze di Ida, organizzato all'
insaputa di Mari, dimostra infatti il reale intento del poeta. Di fronte alla dis
perazione di Mari, che non avrebbe mai accettato di sposarsi, n l'ingerenza di un'
altra donna in casa sua, Pascoli ancora una volta rinuncer al proposito di vita c
oniugale.
Si pu affermare che la vita moderna della citt non entr mai, neppure come antitesi,
come contrapposizione polemica, nella poesia pascoliana: egli, in un certo sens
o, non usc mai dal suo mondo, che costitu, in tutta la sua produzione letteraria,
l'unico grande tema, una specie di microcosmo chiuso su s stesso, come se il poet
a avesse bisogno di difenderlo da un minaccioso disordine esterno, peraltro semp
re innominato e oscuro, privo di riferimenti e di identit, come lo era stato l'as
sassino di suo padre. Sul tormentato rapporto con le sorelle - il "nido" familia
re che ben presto divenne "tutto il mondo" della poesia di Pascoli - ha scritto
novembre 1911, presenta al concorso indetto dal Comune di Roma per celebrare
cinquantesimo dell'Unit d'Italia, il poema latino Inno a Roma in cui riprende
un tema gi anticipato nell'ode Al corbezzolo esalta Pallante come il primo mo
per la causa nazionale e poi deposto su rami di corbezzolo che con i fiori b
ianchi, le bacche rosse e le foglie verdi, vengono visti come una anticipazione
della bandiera tricolore. Scoppiata la guerra italo-turca, presso il teatro di B
arga pronuncia il celebre discorso a favore dell'imperialismo La grande Proletar
ia si mossa: egli sostiene infatti che la Libia sia parte dell'Italia irredenta,
e l'impresa sia anche a favore delle popolazioni sottomesse alla Turchia, oltre
che positiva per i contadini italiani, che avranno nuove terre. Si tratta, in s
ostanza, non di nazionalismo vero e proprio, ma di un'evoluzione delle sue utopi
e socialiste e patriottiche. Il 31 dicembre 1911 compie 56 anni. Sar il suo ultim
o compleanno: poco tempo dopo le sue condizioni di salute peggiorano. Il medico
gli consiglia di lasciare Castelvecchio e trasferirsi a Bologna, dove gli viene
diagnosticata la cirrosi epatica[14]; nelle memorie della sorella viene invece a
ffermato che fosse malato di epatite e tumore al fegato[15], forse per nasconder
e l'abuso di alcool. Il certificato di morte riporta come causa un tumore allo s
tomaco, ma probabile fosse stato redatto dal medico su richiesta di Mari, che int
endeva eliminare tutti gli aspetti che lei giudicava sconvenienti dall'immagine
del fratello, come la dipendenza da alcool, la simpatia giovanile per Passannant
e e la sua affiliazione alla Massoneria.[16] La malattia lo porta infatti alla m
orte il 6 aprile 1912 nella sua casa di Bologna, in via dell'Osservanza n. 4. La
probabile vera causa del decesso fu appunto la cirrosi epatica.[16][17] Pascoli
venne sepolto nella cappella annessa alla sua dimora di Castelvecchio di Barga,
dove sar tumulata anche l'amata sorella Maria, sua biografa, nominata erede univ
ersale nel testamento, nonch curatrice delle opere postume.
Il profilo letterario: la sua rivoluzione poetica[modifica | modifica wikitesto]
L'esperienza poetica pascoliana si inserisce, con tratti originalissimi, nel pan
orama del decadentismo europeo e segna in maniera indelebile la poesia italiana:
essa affonda le radici in una visione pessimistica della vita in cui si riflett
e la scomparsa della fiducia, propria del Positivismo, e in una conoscenza in gr
ado di spiegare compiutamente la realt. Il mondo appare all'autore come un insiem
e misterioso e indecifrabile tanto che il poeta tende a rappresentare la realt co
n una pennellata impressionistica che colga solo un determinato particolare del
reale, non essendo possibile per l'autore avere una concreta visione d'insieme.
Coerentemente con la visione decadente, il poeta si configura come un "veggente"
, mediatore di una conoscenza aurorale, in grado di spingere lo sguardo oltre il
mondo sensibile: nel Fanciullino, Pascoli afferma quanto il poeta fanciullino s
appia dare il nome alle cose, scoprendole nella loro freschezza originaria, in m
aniera immaginosa e alogica.
La formazione letteraria[modifica | modifica wikitesto]
La fase cruciale della formazione letteraria di Pascoli va fatta risalire ai nov
e anni trascorsi a Bologna come studente alla Facolt di Lettere (1873-1882). Alli
evo di Carducci, che si accorse subito delle qualit del giovane Pascoli, nella ce
rchia ristretta dell'ambiente creatosi attorno al poeta, Pascoli visse gli anni
pi movimentati della sua vita. Qui, protetto comunque dalla naturale dipendenza t
ra maestro e allievo, Pascoli non ebbe bisogno di alzare barriere nei confronti
della realt, dovendo limitarsi a seguire gli indirizzi ed i modelli del suo corso
di studi: i classici, la filologia, la letteratura italiana. Nel 1875 perse la
borsa di studio e con essa l'unico mezzo di sostentamento su cui poteva contare.
La frustrazione ed i disagi materiali lo spinsero verso il movimento socialista
in quella che fu una delle poche, brevi parentesi politiche della sua vita. Nel
1879 venne arrestato e assolto dopo tre mesi di carcere; l'ulteriore senso di i
ngiustizia e la delusione lo riportarono nell'alveo d'ordine del maestro Carducc
i e al compimento degli studi con una tesi sul poeta greco Alceo.
A margine degli studi veri e propri, egli, comunque, condusse una vasta esploraz
ione del mondo letterario ed anche scientifico straniero, attraverso le riviste
francesi specializzate come la Revue des deux Mondes, che lo misero in contatto