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Famiglia e giovinezza [modifica] Gl'istinti repubblicani di mia madre m'insegnarono a cercare nel mio simile l'uo mo, non

n il ricco o il potente; e l'inconscia semplice virt paterna m'avvezz ad amm irare, pi che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virt di sagrificio ch' spesso in voi. (Giuseppe Mazzini, Agli operai italiani[1]) Nato da Giacomo (medico e professore di anatomia, originario di Chiavari e perso naggio attivo nella politica ai tempi della Repubblica Ligure e in epoca napoleo nica, nato nel 1767 e morto nel 1848) e da Maria Drago (1774-1852) di Pegli (fer vente giansenista, a cui Mazzini fu molto legato), veniva chiamato "Pippo" dai g enitori e dalle tre sorelle.[2] A 18 anni si iscrisse all'Universit degli Studi di Genova in medicina, come volev a suo padre, ma stando a un racconto della madre vi rinunci dopo essere svenuto a l primo esperimento di necroscopia.[2] Si iscrisse allora a legge, dove si segna l per la sua ribellione ai regolamenti di stampo religioso che imponevano di anda re a messa e di confessarsi; a 15 anni fu arrestato perch, proprio in chiesa, si rifiut di lasciare il posto ai cadetti del Collegio Reale.[2] Lo appassionava la letteratura: si innamor di Goethe, Shakespeare e Foscolo, rest ando cos colpito dallo Jacopo Ortis da volersi vestire sempre di nero, in segno d i lutto per la patria oppressa.[2] La passione per la letteratura, insieme a que lla per la musica (era un abile suonatore di chitarra), la ebbe per tutta la vit a: oltre agli autori citati, lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti roma ntici come Lord Byron, Percy Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge[3] e i narrat ori come Alexandre Dumas padre e le sorelle Bront. Nel 1821 ebbe il suo trauma rivelatore: a Genova passarono i Federati piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta e cos, nel giovane Mazzini, si affacci per l a prima volta il pensiero che si poteva, e quindi si doveva, lottare per la liber t della Patria.[2] Inizi ad esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma l'attivit che l o impegnava maggiormente era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale Mazzini inizi a pubblicare recensioni di libri patriottici; la censura lasci fare per un po' ma poi soppresse il giornale.[2] Nel 1826 scrisse il primo saggio letterario, Dell'amor patrio di Dante, pubblica to poi nel 1837. Il 6 aprile del 1827 ottenne la laurea in diritto civile e in d iritto canonico (in utroque iure). Nello stesso anno divenne membro della carbon eria, della quale divenne segretario in Valtellina. L'attivit cospirativa [modifica] Ebbi a lottare con il pi grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accord o tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigan te italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente co me un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabi le come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. (Klemens von Metternich, Memorie, Ed. Bonacci, 1991) La casa di Giuseppe Mazzini a Genova, in cui oggi si trovano l'Istituto Mazzinia no e il museo del Risorgimento Per la sua attivit cospirativa fu arrestato su ordine di Carlo Felice di Savoia e detenuto a Savona nella Fortezza del Priamar per un breve periodo, tra il novem bre 1830 e il gennaio 1831[4] Durante la detenzione ide e formul il programma di un nuovo movimento politico chi amato Giovine Italia[5] che, dopo essere stato liberato per mancanza di prove, p resent e organizz nel 1831 a Marsiglia in Francia dove era stato costretto a rifug iarsi in esilio.[6] I motti dell'associazione erano Dio e popolo e Unione, Forza e Libert e il suo scopo era l'unione degli stati italiani in un'unica repubblica con un governo centrale quale sola condizione possibile per la liberazione del popolo italiano dagli invasori stranieri. Il progetto federalista infatti, secon do Mazzini, poich senza unit non c' forza, avrebbe fatto dell'Italia una nazione de bole, naturalmente destinata a essere soggetta ai potenti stati unitari a lei vi cini: il federalismo inoltre avrebbe reso inefficace il progetto risorgimentale,

facendo rinascere quelle rivalit municipali, ancora vive, che avevano caratteriz zato la peggiore storia dell'Italia medioevale.[7] L'obiettivo repubblicano e un itario avrebbe dovuto essere raggiunto con un'insurrezione popolare condotta att raverso una guerra per bande. Durante l'esilio in Francia, Mazzini ebbe una relazione con la nobildonna mazzin iana e repubblicana Giuditta Bellerio Sidoli, vedova di Giovanni Sidoli, giovane e ricco patriota di Montecchio Emilia che aveva sposato all'et di 16 anni. Giudi tta aveva condiviso con il marito la fede politica che, portandolo a cospirare c ontro la corte estense, aveva costretto la coppia a esiliare in Svizzera. Nel 18 29 Giovanni, colpito da una grave malattia polmonare, mor a Montpellier. Poich la giovane vedova non aveva ricevuto alcuna condanna ritorn a Reggio Emilia presso l a famiglia del marito con i suoi quattro figli: Maria, Elvira, Corinna e Achille . La sentenza di condanna a morte del 1833 Dopo il fallimento dei moti del 1831 Giuditta fu costretta a fuggire in Francia dove conobbe Mazzini a cui si leg sentimentalmente. Nel 1832 nacque Joseph Dmosthne Adolphe Aristide Bellerio Sidoli detto Adolphe, secondo Bruno Gatta quasi sicur amente figlio di Mazzini, che,[8] lasciato dalla madre in affidamento, morir a so li tre anni nel 1835. Il 26 ottobre 1833 fu condannato a "morte ignominiosa", insieme a Pasquale Bergh ini e Domenico Barberis, dal Consiglio Divisionario di Guerra, presieduto dal ma ggior generale Saluzzo Lamanta. Rifugiatosi in Svizzera nel 1834, nella cittadina di Grenchen, nel canton Solett a, vi rimase sino a quando fu arrestato dalla polizia cantonale che gli ingiunse di lasciare la Confederazione entro 24 ore. Per impedirne l'allontanamento l'as semblea dei cittadini di Grenchen confer al giovane profugo la cittadinanza con 1 22 voti a favore contro 22 contrari che fu per invalidata dal governo cantonale. Mazzini, che nel frattempo si era nascosto, alla fine fu scoperto e dovette lasc iare la Svizzera assieme ad altri esuli tra i quali Agostino e Giovanni Ruffini. Mazzini fond altri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di altr i stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine Eur opa. La Giovane Europa fu la pi grande concretizzazione del suo pensiero di libert dell e nazioni. In questa occasione egli estende dunque il desiderio di libert del pop olo (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte le nazioni Europee. Essa viene fondata nel 1834 presso Berna in accordo con altri rivoluzionari stranieri . Il movimento ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della donna, come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui Giorgina Saffi, la mogli e di Aurelio Saffi, uno dei pi stretti collaboratori di Mazzini e suo erede per q uanto riguarda il mazzinianesimo politico. Il letto di morte di Mazzini, distrutto durante i bombardamenti di Pisa del 1943 Mazzini continu a perseguire il suo obiettivo dall'esilio e in mezzo alle avversi t con inflessibile costanza. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza, l'importan za delle sue azioni fu pi ideologica che pratica. Dopo il fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della breve esperienza della Rep ubblica Romana insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i nazionalisti italia ni cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel suo Primo Ministro C amillo Benso conte di Cavour le guide del movimento di riunificazione. Ci volle d ire separare l'unificazione dell'Italia dalla riforma sociale e politica invocat a da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere un'alleanza con la Francia e nel c ondurre una serie di guerre che portarono alla nascita dello stato italiano tra il 1859 e il 1861, ma la natura politica della nuova compagine statale era ben l ontana dalla repubblica mazziniana. Dopo l'Unit: gli ultimi anni [modifica]

Notizia dell'arresto di Giuseppe Mazzini, Gazzetta piemontese del 16 agosto 1870 . Il 25 febbraio 1866 Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi deputati al nuovo parlamento di Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio, ma non pot fare campagna elettorale perch esule a Londra. Pendevano sul suo capo due con danne a morte: una inflitta dal tribunale di Genova per i moti del 1857 (il 19 n ovembre 1857, in primo grado, il 20 marzo 1858 in appello); un'analoga condanna a morte era stata inflitta dal tribunale di Parigi per complicit in un attentato contro Luigi Napoleone. Inaspettatamente, Mazzini vinse con larga messe di voti (446). Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera annullava l'elezione in virt delle condanne precedenti. Due mesi dopo gli elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle urne: vinse di nuovo Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno rian null l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza volta; dalla Cam era, questa volta, arriv la convalida. Mazzini, tuttavia, anche nel caso fosse giunta un'amnistia o una grazia, rifiut l a carica per non dover giurare fedelt allo Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi sabaudi. Egli infatti non accett mai la monarchia e continu a lottare pe r gli ideali repubblicani. Nel 1868 lasci Londra e si stabil in Svizzera, a Lugano. La casa di Mazzini in Laystall Street a Londra La targa in onore di Mazzini in Laystall Street Nel 1870 furono amnistiate le due condanne a morte inflitte al tempo del Regno d i Sardegna. Mazzini rientr in Italia e si dedic subito all'organizzazione di moti popolari in appoggio alla conquista dello Stato Pontificio. L'11 agosto part in n ave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in arre sto (la quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di Gaeta. Costretto di nuovo all'esilio, riusc a rientrare sotto il falso nome di Giorgio B rown[9] a Pisa, il 7 febbraio del 1872. Qui, malato gi da tempo, visse nascosto n ell'abitazione di Pellegrino Rosselli, antenato dei fratelli Rosselli, fino al g iorno della sua morte, il 10 marzo dello stesso anno, quando la polizia stava or mai per arrestarlo nuovamente. Le traversie della salma [modifica] Mazzini sul letto di morte La notizia della sua morte si diffuse rapidamente, commuovendo l'Italia. Il suo corpo fu imbalsamato dallo scienziato Paolo Gorini, appositamente fatto accorrer e da Lodi, su incarico di Agostino Bertani. Gorini disinfett la salma per permett ere l'esposizione. Una folla immensa partecip ai funerali svolti nella citt toscan a il pomeriggio del 14 marzo, accompagnando il feretro al treno in partenza per Genova, dove[10] venne sepolto al Cimitero monumentale di Staglieno. Successivam ente Gorini ricominci a lavorare sul corpo di Mazzini, onde pietrificarlo secondo la sua tecnica di mummificazione. Termin il lavoro qualche anno dopo. Nel 1946 avvenne la ricognizione della mummia, che fu sistemata ed esposta al pu bblico in occasione della nascita della Repubblica Italiana.[11] Da allora ripos a nuovamente nel sarcofago del mausoleo. Il Mausoleo [modifica] Il mausoleo di Giuseppe Mazzini in stile neoclassico e presenta anche alcuni sim boli massonici. Bench Mazzini non fosse mai stato massone, la Massoneria tent di a ppropriarsi della sua figura e fu l'associazione stessa a commissionare il mauso leo all'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso. Il sepolcro reca all'est erno la scritta "Giuseppe Mazzini" e all'interno della cripta sono presenti nume rose bandiere tricolori repubblicane e iscrizioni lasciate da gruppi mazziniani o da personalit come Carducci,[12] e sulla lapide la scritta "Giuseppe Mazzini. U

n Italiano"[13] e l'epitaffio: Il corpo a Genova, il nome ai secoli, l'anima all'umanit (Iscrizione sulla tomba a Staglieno) Il pensiero politico [modifica] La patria la casa dell'uomo, non dello schiavo (Giuseppe Mazzini, Ai giovani d'Italia) Per comprendere a pieno la dottrina politica di Mazzini bisogna rifarsi al pensi ero religioso che ispira il periodo della Restaurazione seguito alla caduta dell 'impero napoleonico.[14] Le idee diffuse in Europa all'epoca di Mazzini [modifica] Foto di Giuseppe Mazzini dal Fondo Comandini, Biblioteca Malatestiana. La nuova concezione romantica della storia Nasceva allora una nuova concezione della storia[15] che smentiva quella degli i lluministi basata sulla capacit degli uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Le vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avev ano dimostrato che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono dinanzi alla realt storica. Il secolo dei lumi era infatti tramonta to nelle stragi del Terrore e il sogno di libert nella tirannide napoleonica che, mirando alla realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni, avev a determinato invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del loro s entimento di nazionalit.[16] Secondo questa visione romantica dunque la storia non guidata dagli uomini ma Di o che agisce nella storia; esisterebbe dunque una Provvidenza divina che s'incar ica di perseguire fini al di l di quelli che gli uomini si propongono di consegui re con la loro meschina ragione.[17] Da questa concezione romantica della storia, intesa come opera della volont divin a si promanano due visioni contrapposte: una la prospettiva reazionaria che vede nell'intervento di Dio nella storia una sorta di avvento di un'apocalisse che m etta fine alla sciagurata storia degli uomini. Napoleone stato con le sue contin ue guerre l'Anticristo di questa apocalisse. Dio segner la fine della storia malv agia e falsamente progressiva ed allora agli uomini non rimarr che volgersi al pa ssato per preservare e conservare quanto di buono era stato realizzato. Si cerch er dunque in ogni modo di cancellare tutto ci che accaduto dalla Rivoluzione a Nap oleone restaurando il passato. La concezione reazionaria contro cui Mazzini combatt strenuamente assume un aspet to politico-religioso che troviamo nel pensiero di Franois-Ren de Chateaubriand ch e nel Gnie du christianisme (Genio del Cristianesimo) attaccava le dottrine illum inistiche prendendo le difese del cristianesimo e soprattutto nell'ideologia mis tica teocratica di Joseph de Maistre, che arriva nell'opera Du pape (Il papa) (1 819) al punto di auspicare un ritorno dell'alleanza tra il trono e l'altare ripr oponendo il modello delle comunit medioevali protette dalla religione tradizional e contro le insidie del liberalismo e del razionalismo.[18] Un'altra prospettiva, che nasce paradossalmente dalla stessa concezione della st oria guidata dalla divinit, quella che potremo definire liberale che vede nell'az ione divina una volont diretta, nonostante tutto, al bene degli uomini escludendo che nei tempi nuovi ci sia una sorta di vendetta di Dio che voglia far espiare agli uomini la loro presunzione di creatori di storia. questa una visione provvi denziale, dinamica della storia che troviamo in Saint Simon con la concezione di un nuovo cristianesimo per una nuova societ o in Lamennais che vede nel cattolic esimo una forza rigeneratrice della vita sociale. Una concezione progressiva qui ndi che presente in Italia nell'opera letteraria di Alessandro Manzoni e nel pen siero politico di Gioberti con il progetto neoguelfo e nell'ideologia mazziniana . La concezione mazziniana [modifica] Costituire (...) l'Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana (G. Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati nella Giovine Italia) Per approfondire, vedi Mazzinianesimo.

Dio e Popolo [modifica] Noi cademmo come partito politico. Dobbiamo risorgere come partito religioso. L'elemento religioso universale, immortale: universalizza e collega. Ogni grande rivoluzione ne serba impronta, e lo rivela nella propria origine o nel fine che si propone. Per esso si fonda l'associazione. Iniziatori d'un nuovo mondo, noi dobbiamo fondare l'unit morale, il cattolicismo Umanitario[19] Il pensiero politico "mazziniano" deve dunque essere collocato in questa temperi e di romanticismo politico-religioso che domin in Europa dopo la rivoluzione del 1830 ma che era gi presente nei contrasti al Congresso di Vienna tra gli ideologi che proponevano un puro e semplice ritorno al passato prerivoluzionario e i cos iddetti politici che pensavano che bisognasse operare un compromesso con l'et tra scorsa. Monumento a Giuseppe Mazzini sull'Aventino a Roma Alcuni storici hanno fatto risalire la concezione religiosa di Mazzini all'educa zione ricevuta dalla madre fervente giansenista ma, secondo altri, la visione re ligiosa di Mazzini non coinciderebbe con quella di nessuna religione rivelata.[2 0] Il personale concetto di Dio mazziniano, che per alcuni tratti avvicinabile a l deismo settecentesco, con evidenti influssi della religiosit civica e preromant ica di Rousseau, esige la laicit dello Stato, e l'assenza di intermediari: per ci e per il ruolo avuto nella storia umana e italiana Mazzini defin il Papato "la ba se d'ogni autorit tirannica".[21] Rifiuta l'ateismo materialista ma anche il tras cendente in favore dell'immanente: crede nella reincarnazione,[22] per poter mig liorare di continuo il mondo e migliorare s stessi. Questa concezione tratta prob abilmente da Platone o dalle religioni orientali come l'induismo e il buddismo, a cui Mazzini era interessato.[23] La sua stata anche definita una "religione ci vile" dove la politica svolgeva il ruolo della fede[24] e dove la divinit si inca rna in modo panteista nell'Universo e nell'Umanit stessa, che attua la Legge che nel Progresso si rivela.[25] Egli era convinto che fosse ormai presente nella storia un nuovo ordinamento div ino nel quale la lotta per raggiungere l'unit nazionale assumeva un significato p rovvidenziale. Operare nel mondo significava per il Mazzini collaborare all'azion e che Dio svolgeva, riconoscere ed accettare la missione che uomini e popoli ric evono da Dio.[26] Per questo bisogna mettere al centro della propria vita il dover e senza speranza di premio senza calcoli di utilit..[26] Quello di Mazzini era un progetto politico ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nes suna avversit avrebbe potuto indebolire. Raggiunta questa tensione di fede, l'ordi ne logico e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non provocava l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine stabil e..[26] La storia dell'umanit dunque sarebbe una progressiva rivelazione della Provvidenz a divina che di tappa in tappa si dirige verso la meta predisposta da Dio. Esaur ito il compito del Cristianesimo, chiusasi l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero l'iniziativa per procedere concordi verso la m eta fissata al progresso umano.[26] Ogni singolo individuo, come la collettivit, t utti devono attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la for mazione ed educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzer attraverso due fasi: Patria e Umanit. Patria e Umanit [modifica] Senza una patria libera nessun popolo pu realizzarsi n compiere la missione che Di o gli ha affidato; il secondo obiettivo sar l'Umanit che si realizzer nell'associaz ione dei liberi popoli sulla base della comune civilt europea attraverso quello c he Mazzini chiama il banchetto delle Nazioni sorelle. Un obiettivo dunque ben di verso da quella confederazione europea immaginata da Napoleone dove la Francia a vrebbe esercitato il suo primato egemonico di Grande Nation. La futura unit europ ea non si realizzer attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una nobile emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libert. Il processo di costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di t

utto attraverso l'affermazione delle nazionalit oppresse, come quelle facenti par te dell'Impero Asburgico, e poi anche di quelle che non avevano ancora raggiunto la loro unit nazionale nel singolo Stato. A queste ultime appartenevano sia il popolo italiano, quello germanico e il pola cco. Per ottenere la coscienza rivoluzionaria necessaria al perseguimento di que sto programma politico Mazzini fond la Giovine Europa, come associazione rivoluzi onaria europea che aveva come scopo specifico l'agire in modo comune, dal basso e usando strumenti rivoluzionari e democratici per realizzare nei singoli Stati una coscienza nazionale e rivoluzionaria. L'iniziativa italiana [modifica] In questo processo unitario europeo spetta all'Italia un'alta missione: quella d i riaprire, conquistando la sua libert, la via al processo evolutivo dell'Umanit. La redenzione nazionale italiana apparir improvvisa come una creazione divina al di fuori di ogni inutile e inefficace metodo graduale politico diplomatico di ti po cavouriano. L'iniziativa italiana che avverr sulla base della fraternit tra i p opoli e non rivendicando alcuna egemonia, come aveva fatto la Francia, consister quindi nel dare l'esempio per una lotta che porter alla sconfitta delle due colon ne portanti della reazione, di quella politica dell'Impero Asburgico e di quella spirituale della Chiesa cattolica. Raggiunti gli obiettivi primari dell'unit e della Repubblica attraverso l'educazi one e l'insurrezione del popolo, espressi dalla formula di pensiero e azione, l' Italia dar quindi il via a questo processo di unificazione sempre pi vasta per la creazione di una terza civilt formata dall'associazione di liberi popoli. La funzione della politica [modifica]

Mausoleo a Giuseppe Mazzini nel cimitero monumentale di Staglieno, realizzata da ll'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso (1849-1899) La politica scontro tra libert e dispotismo e tra queste due forze non possibile trovare un compromesso: si sta svolgendo una guerra di principi che non ammette transazioni; Mazzini esorta la popolazione a non accontentarsi delle riforme che erano degli accomodamenti gestiti dall'alto: non radicavano, cio, nello spirito del tempo quella libert e quell'uguaglianza di cui il popolo aveva bisogno. La logica della politica logica di democrazia e libert, non accettabili dalle for ze reazionarie; contro di esse necessaria una brusca rottura rivoluzionaria: all a testa del popolo vi dovr essere la classe colta (che non pu pi sopportare il giog o dell'oppressione) e i giovani (che non possono pi accettare le anticaglie dell' antico regime). Questa rivoluzione deve portare alla Repubblica, la quale garant ir l'istruzione popolare. La rivoluzione, che anche pedagogico strumento di formazione di virt personali e collettive, deve iniziare per ondate, accendendo focolai di rivolta che incitino il popolo inconsapevole a prendere le armi. Una volta scoppiata la rivoluzione si dovr costituire un potere dittatoriale (inteso come potere straordinario alla maniera dell'Antica Roma, non come tirannide) che gestisca temporaneamente la fa se post-rivoluzionaria. Il governo verr restituito al popolo non appena il fine d ella rivoluzione verr raggiunto, il prima possibile. La Giovane Italia deve educare alla gestione della cosa pubblica, ad essere buon i cittadini, non , perci, esclusivamente uno strumento di organizzazione rivoluzio naria. Il popolo deve avere diritti e doveri, mentre la Rivoluzione Francese si concentrata esclusivamente sui diritti individuali: fermandosi ai diritti dell'i ndividuo aveva dato vita ad una societ egoista; l'utile per una societ non va mai considerato secondo il bene di un singolo soggetto ma secondo il bene collettivo .[27] Mazzini non crede nell'eguaglianza predicata dal marxismo e al sogno della propr iet comune sostituisce il principio dell'associazionismo, che comunque un superam ento dell'egoismo individuale. La questione sociale [modifica] Mazzini rifiuta il marxismo convinto com' che per spingere il popolo alla rivoluz

ione sia prioritario indicargli l'obiettivo dell'unit, della repubblica e della d emocrazia. Ma Mazzini fu tra i primi a considerare la grave questione sociale pr esente che era soprattutto in Italia la questione contadina, come gli indicava C arlo Pisacane,[28] ma egli pensava che questa dovesse essere affrontata e risolt a solo dopo il raggiungimento dell'unit nazionale e non attraverso lo scontro del le classi, ma con una loro collaborazione, da raggiungersi per organizzando l'ass ociazionismo e il mutualismo fra gli operai, il soggetto pi debole. Giuseppe Mazzini Un programma il suo di solidariet nazionale che se non contemplava l'autonomia cu lturale e politica del proletariato non si rivolse solo al ceto medio cittadino, agli intellettuali, agli studenti, fra i quali raccolse i consensi pi ampi, ma a nche agli artigiani e ai settori pi consapevoli dei propri diritti fra gli operai . Mazzini critic il marxismo e fu da Marx criticato per gli aspetti dottrinali idea listici, e per gli atteggiamenti da teopompo, da inviato di Dio, per l'atteggiam ento profetico che egli assumeva nel suo ruolo di educatore religioso e politico del popolo. Mazzini criticava i socialisti per il proclamato internazionalismo dei loro temp i, venato di anarchismo e di forte negazionismo, per l'attenzione da essi rivolt a verso gli interessi di una sola classe: il proletariato; inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a pretendere l'abolizione della propriet privata: cos si sarebbe dato un colpo mortale all'economia che non avrebbe premiato pi i miglior i. Ma la critica maggiore era rivolta contro il rischio che le ideologie sociali ste estremistiche portassero a un nuovo totalitarismo. Da questa critiche ne venne la valutazione negativa di Mazzini sulla rivolta che port alla Comune di Parigi (1871). Mentre per Marx quello della Comune era stato un primo tentativo di distruggere lo stato accentratore borghese realizzando da l basso un nuovo tipo di stato, Mazzini invece critic la Comune vedendo in essa l a fine della nazione, la minaccia di uno smembramento della Francia. Per salvaguardare l'economia e allo stesso tempo per tutelare i pi poveri, Mazzin i punta su una forma di lavoro cooperativo: l'operaio dovr guardare oltre una lot ta basata solo sul salario ma promuovere spazi via via crescenti di economia soc iale con elementi di piena responsabilit e propriet sull'impresa. Mazzini puntava sul superamento in senso sociale e democratico del capitalismo i mprenditoriale classico, anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste, s ia le teorie che esaltano il valore dell'associazione fra i produttori. La sua influenza sulla prima fase del movimento operaio fu per questo molto impo rtante e anche il fascismo, in particolare la sua corrente "repubblicana" e soci alizzatrice, si ispirer al pensiero economico mazziniano come terza via tra il mo dello capitalista e quello marxista. Le cospirazioni e il fallimento dei moti mazziniani [modifica]

Mazzini, foto con firma, scattata da Domenico Lama I moti mazziniani, ispirati ad un'ideologia repubblicana e antimonarchica furono considerati sovversivi e quindi perseguiti da tutte le monarchie italiane dell' epoca. Per i governi costituiti i mazziniani altro non erano che terroristi e co me tali furono sempre condannati. Trovai tutti persuasi che la Giovine Italia era pazzia; pazzia le sette, pazzie il cospirare, pazzie le rivoluzioncine fatte sino a quel giorno, senza capo n cod a (Massimo d'Azeglio, Degli ultimi casi di Romagna) La Giovine Italia (1831) [modifica] Su queste classi [...] cos fortemente interessate al mantenimento dell'ordine soc iale le dottrine sovversive della Giovine Italia non hanno presa. Perci ad eccezi one dei giovani presso i quali l'esperienza non ha ancora modificate le dottrine assorbite nell'atmosfera eccitante della scuola, si pu affermare che non esiste

in Italia se non un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla sventura. (Camillo Benso conte di Cavour[29]) Per approfondire, vedi Giovine Italia. Busto di Mazzini a Central Park a New York Nel 1831 Mazzini si trovava a Marsiglia in esilio dopo l'arresto e il processo s ubito l'anno prima in Piemonte a causa della sua affiliazione alla Carboneria. N on potendosi provare la sua colpevolezza infatti la polizia sabauda lo costrinse a scegliere tra il confino in un paesino del Piemonte e l'esilio. Mazzini prefe r affrontare l'esilio e nel febbraio del 1831 pass in Svizzera, da qui a Lione e i nfine a Marsiglia. Qui entr in contatto con i gruppi di Filippo Buonarroti e col movimento sainsimoniano allora diffuso in Francia. Con questi si avvi un'analisi del fallimento dei moti nei ducati e nelle Legazion i pontificie del 1831. Si concord sul fatto che le sette carbonare avevano fallito innanzitutto per la c ontraddittoriet dei loro programmi e per l'eterogeneit delle classi che ne facevan o parte. Non si era riusciti poi a mettere in atto un collegamento pi ampio delle insurrezioni per le ristrettezze provinciali dei progetti politici, com'era acc aduto nei moti di Torino del 1821 quand'era fallito ogni tentativo di collegamen to con i fratelli lombardi. Infine bisognava desistere, come nel 1821, dal ricer care l'appoggio dei principi e, come nei moti del '30-31, l'aiuto dei francesi. Con la fondazione della Giovine Italia nel 1831 il movimento insurrezionale anda va organizzato su precisi obiettivi politici: indipendenza, unit, libert. Occorrev a poi una grande mobilitazione popolare poich la liberazione italiana non si pote va conseguire attraverso l'azione di pochi settari ma con la partecipazione dell e masse. Rinunciare infine ad ogni concorso esterno per la rivoluzione: La Giovin e Italia decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere l'or a e il carattere dell'insurrezione.[30] La bandiera della Giovine Italia. Gli strumenti per raggiungere queste mete erano l'educazione e l'insurrezione. Q uindi bisognava che la Giovane Italia perdesse il pi possibile il carattere di se gretezza, conservando quanto necessario a difendersi dalle polizie, ma acquistas se quello di societ di propaganda, un'associazione tendente anzitutto a uno scopo di insurrezione, ma essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel gio rno[31] - anche attraverso il giornale La Giovine Italia, fondato nel 1832 - del messaggio politico della indipendenza, dell'unit e della repubblica. Negli anni 1833 e 1834, durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallime nto della spedizione di Savoia, l'associazione scomparve per quattro anni, ricom parendo solo nel 1838 in Inghilterra. Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'assoc iazione fu definitivamente sciolta da Mazzini che fond, al suo posto, l'"Associaz ione Nazionale Italiana". Il fallimento del moto in Savoia (1833) [modifica] Entusiastiche adesioni al programma della Giovane Italia si ebbero soprattutto t ra i giovani in Liguria, in Piemonte, in Emilia e in Toscana che si misero subit o alla prova organizzando negli anni 1833-34 una serie di insurrezioni che si co nclusero tutte con arresti, carcere e condanne a morte. Nel 1833 organizza il suo primo tentativo insurrezionale che aveva come focolai rivoluzionari Chambry, Torino, Alessandria e Genova dove contava vaste adesioni n ell'ambiente militare. Ma prima ancora che l'insurrezione iniziasse la polizia s abauda a causa di una rissa avvenuta fra i soldati in Savoia, scopr e arrest molti dei congiurati, che furono duramente perseguiti poich appartenenti a quell'eserc ito sulla cui fedelt Carlo Alberto aveva fondato la sicurezza del suo potere. Fra i condannati figuravano i fratelli Giovanni e Jacopo Ruffini, amico personale d i Mazzini e capo della Giovine Italia di Genova, l'avvocato Andrea Vochieri e l' abate torinese Vincenzo Gioberti. Tutti subirono un processo dal tribunale milit are, e dodici furono condannati a morte, fra questi anche il Vochieri, mentre Ja

copo Ruffini pur di non tradire si uccise in carcere mentre altri riuscirono a s alvarsi con la fuga. Il tentativo d'invasione della Savoia e il moto di Genova (1834) [modifica] Per approfondire, vedi Invasione della Savoia del 3 febbraio 1834. L'incontro di Mazzini con Garibaldi nella sede della Giovine Italia Il fallimento del primo moto non ferm Mazzini, convinto che era il momento opport uno e che il popolo lo avrebbe seguito. Si trovava a Ginevra, quando assieme ad altri italiani e alcuni polacchi, organizzava un'azione militare contro lo stato dei Savoia. A capo della rivolta aveva messo il generale Gerolamo Ramorino, che aveva gi preso parte ai moti del 1821, questa scelta per si rivel un fallimento, p erch il Ramorino si era giocato i soldi raccolti per l'insurrezione e di consegue nza rimandava continuamente la spedizione, tanto che quando il 2 febbraio 1834, si decise a passare con le sue truppe il confine con la Savoia, la polizia, orma i allertata da tempo, disperse i volontari con molta facilit. Nello stesso tempo doveva scoppiare una rivolta a Genova, sotto la guida di Gius eppe Garibaldi, che si era arruolato nella marina da guerra sarda per svolgere p ropaganda rivoluzionaria tra gli equipaggi. Quando giunse sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione per, non trov nessuno, e cos rimasto solo, dovette fuggire. Fece appena in tempo a salvarsi dalla condanna a morte emanata contro d i lui, salendo su una nave in partenza per l'America del Sud dove continuer a com battere per la libert dei popoli. Mazzini, invece, poich aveva personalmente preso parte alla spedizione con Ramori no, fu espulso dalla Svizzera e dovette cercare rifugio in Inghilterra. L continu la propria azione politica attraverso discorsi pubblici, lettere e scritti su gi ornali e riviste, aiutando a distanza, gli italiani, a mantenere il desiderio di unit e indipendenza. Anche se l'insuccesso dei moti fu assoluto, dopo questi eve nti, la linea politica di Carlo Alberto mut, temendo che reazioni eccessive potes sero diventare pericolose per la monarchia. La tempesta del dubbio (1836) [modifica] La vita mi pesa, ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla, se non vir ilmente o in modo che rechi testimonianza della propria credenza. (Giuseppe Mazzini, Lettera di risposta ad Angelo Usiglio, Londra, 1837) Altri tentativi pure falliti si ebbero a Palermo, in Abruzzo, nella Lombardia au striaca, in Toscana. Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo prezzo di sangue pagato fecero attraversare a Mazzini quella che egli chiam la tempesta del dubbio, una fase di depressione, in cui, come in giovent, come ricorda nelle Note autobiografiche, pens anche al suicidio, da cui usc religiosamente convinto ancora una volta della validit dei propri ideali politici e morali. Dall'esilio d i Londra (1837), dopo essere stato espulso dalla Svizzera, riprese quindi il suo apostolato insurrezionale. Nello stesso periodo esce il saggio La filosofia del la musica sulla rivista L'italiano pubblicata a Parigi. I fratelli Bandiera (1844) [modifica] Per approfondire, vedi Fratelli Bandiera. Esecuzione dei fratelli Bandiera Nobili, figli dell'ammiraglio Francesco Bandiera e, a loro volta, ufficiali dell a Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee mazziniane e fondarono una lor o societ segreta, l'Esperia[32] e con essa tentarono di effettuare una sollevazio ne popolare nel Sud Italia. Il 13 giugno 1844, i fratelli Emilio e Attilio Bandiera partirono da Corf (dove a vevano una base allestita con l'ausilio del barese Vito Infante) alla volta dell a Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 15 marzo dello stesso anno era loro giunta infatti la notizia dello scoppio d i una rivolta a Cosenza che essi credevano condotta nel nome di Mazzini. In real t non solo la ribellione non aveva alcuna motivazione patriottica ma era gi stata domata dall'esercito borbonico. Il 16 giugno 1844 quando sbarcarono alla foce de

l fiume Neto, vicino Crotone appresero che la rivolta era gi stata repressa nel s angue e al momento non era in corso alcuna ribellione all'autorit del re. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecip are, spar e and al posto di polizia di Crotone per denunciare i compagni. I due fratelli vollero lo stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila. Subito iniziarono le ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borbo niche, aiutate da comuni cittadini che credevano i mazziniani dei briganti; dopo alcuni scontri a fuoco, vennero catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso, bu on conoscitore dei luoghi, che riusc a sfuggire alla cattura) e portati a Cosenza , dove i fratelli Bandiera con altri 7 compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito il 25 luglio 1844. Il re Ferdinando II ringrazi la popolazione locale per il grande attaccamento dim ostrato alla Corona e la premi concedendo medaglie d'oro e d'argento e pensioni g enerose. Mazzini, colpito da tanta fermezza e da tanta sventura, rest commosso da quell'eff erata barbarie e celebr la memoria di quei martiri in un opuscolo uscito a Parigi nel 1845....[33] Mazzini vedendo nel loro sacrificio la realizzazione dei propri ideali cos scrive va in un opuscolo a loro dedicato: Il martirio non sterile mai. Il martirio per una Idea la pi alta formula che l'Io umano possa raggiungere per esprimere la propria missione; e quando un giusto s orge di mezzo a' suoi fratelli giacenti ed esclama - ecco: questo il vero, ed io , morendo, l'adoro - uno spirito di nuova vita si trasfonde per tutta l'umanit [. ..]. I sagrificati di Cosenza hanno insegnato a noi tutti che l'uomo deve vivere e morire per le proprie credenze: hanno provato al mondo che gl'Italiani sanno morire: hanno convalidato per tutta l'Europa l'opinione che una Italia sar. [...] Voi potete uccidere pochi uomini, ma non l'Idea. l'Idea immortale[34] La Repubblica Romana (1849) [modifica] Bandiera della Repubblica Romana. Dopo i moti del 1848-49, Mazzini fu a capo, con Aurelio Saffi e Carlo Armellini della Repubblica Romana, soppressa dalla reazione francese nel 1849. Fu l'ultima rivolta a cui Mazzini prese parte direttamente. Per approfondire, vedi Repubblica Romana (1849). Il moto di Milano (1853) e la sollevazione in Valtellina (1854) [modifica] Ispirato al mazzinianesimo e alle ideologie socialiste fu il moto di Milano del 1853, a cui tuttavia Mazzini non prese parte, e che fall. Per approfondire, vedi Rivolta di Milano (1853). Analoga sorte ebbe la rivolta in Valtellina. Nel moto milanese si mise in luce F elice Orsini, che di l a poco avrebbe rotto con Mazzini e organizzato l'attentato a Napoleone III, fermamente condannato dal genovese poich risoltosi in una strag e di cittadini innocenti. La spedizione di Sapri (1857) [modifica] Per approfondire, vedi Spedizione di Sapri. Carlo Pisacane Il piano originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di ac cendere un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il malcontento contro i Borboni, e da l estenderla a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Successivame nte invece si pens pi opportuno partendo dal porto di Genova di sbarcare a Ponza p er liberare alcuni prigionieri politici l rinchiusi, per rinforzare le file della spedizione e infine dirigersi a Sapri, che posta al confine tra Campania e Basi licata, era ritenuta un punto strategico ideale per attendere dei rinforzi e mar ciare su Napoli. Il 25 giugno 1857 Carlo Pisacane s'imbarc con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari , della Societ Rubattino, diretto a Tunisi. Il 26 giugno sbarc a Ponza dove, svent olando il tricolore, riusc agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei

quali per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tut ti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripart carico di detenuti comuni e delle a rmi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad accoglierli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi fu rono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorit borboniche avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di P onza. Il 1 luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai g endarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione. Perirono in 83. Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popo lare furono poi processati nel gennaio del 1858. Condannati a morte, furono graz iati dal Re, che tramut la pena in ergastolo. Il senso dell'impresa [modifica] Pur essendo quella di Sapri un'impresa tipicamente mazziniana, condotta senza spe ranza di premio, in effetti essa rispondeva alle idee politiche di Pisacane che s i era allontanato dalla dottrina del Maestro per accostarsi a un socialismo libe rtario espresso dalla formula "Libert e associazione". Contrariamente a Mazzini che riguardo alla questione sociale proponeva una soluz ione interclassista solo dopo aver risolto il problema unitario, Pisacane pensav a infatti che per arrivare ad una rivoluzione patriottica unitaria e nazionale o ccorresse prima risolvere la questione contadina che era quella della riforma ag raria. Come lasci scritto nel suo testamento politico in appendice al Saggio sull a rivoluzione, profonda mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una chi mera e l'istruzione popolare un'assurdit. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il popolo non sar libero perch sar istrutto, ma sar ben tosto istrutto quando sar libero. Vicino agli ideali mazziniani era Pisacane invece quando aggiungeva nello stesso scritto che quand'anche la rivolta fallisse ogni mia ricompensa io la trover nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrificio non apporta alcun bene all'Italia, sar almeno una gloria pe r essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire. (C. Pisacane op . cit.) La spedizione fallita ebbe in effetti il merito di riproporre all'opinione pubbl ica italiana la "questione napoletana", la liberazione cio del Mezzogiorno italia no dal malgoverno borbonico che il politico inglese William Ewart Gladstone defi niva negazione di Dio eretta a sistema di governo. Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la possibilit di un'alternati va democratico-popolare come soluzione al problema italiano: era un segnale d'al larme che costitu per il governo di Vittorio Emanuele II uno stimolo ad affrettar e i tempi dell'azione per realizzare la soluzione diplomatico militare dell'unit italiana. L'appoggio a Garibaldi e gli ultimi tentativi [modifica] Mazzini appoggi moralmente la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, che egl i considerava una valida opposizione a Cavour. Dopo l'Unit riprese la lotta repub blicana, ma le persecuzioni della polizia sabauda e le condizioni di salute limi tarono i suoi ultimi tentativi. Controversie [modifica]

Stampa raffigurante Mazzini Il conflitto con Cavour [modifica] Giuseppe Mazzini, che dopo la sua attivit cospirativa degli anni liato dal governo piemontese a Ginevra, fu uno strenuo oppositore i Crimea, che cost un'ingente perdita di soldati al regno sardo. appello ai militari in partenza per il conflitto: Quindicimila tra voi stanno per essere deportati in Crimea. Non i rivedr la propria famiglia. Voi non avrete onore di battaglie.

1827-1830 fu esi della guerra d Egli rivolse un uno forse tra vo Morrete, senza g

loria, senza aureola, di splendidi fatti da tramandarsi per voi, conforto ultimo ai vostri cari. Morrete per colpa di governi e capi stranieri. Per servire un f also disegno straniero, l'ossa vostre biancheggeranno calpestate dal cavallo del cosacco, su terre lontane, n alcuno dei vostri potr raccoglierle e piangervi sopr a. Per questo io vi chiamo, col dolore dell'anima, "deportati". (Giuseppe Mazzini[35]) Quando nel 1858, Napoleone III scamp all'attentato teso da Felice Orsini e Giovan ni Andrea Pieri, il governo di Torino incolp Mazzini (Cavour lo avrebbe definito "il capo di un'orda di fanatici assassini"[36] oltrech "un nemico pericoloso quan to l'Austria"),[37] poich i due attentatori avevano militato nel suo Partito d'Az ione. Secondo Denis Mack Smith, Cavour aveva in passato finanziato i due rivoluzionari a causa della loro rottura con Mazzini e, dopo l'attentato a Napoleone III e la conseguente condanna dei due, alla vedova di Orsini fu assicurata una pensione. [38] Cavour al riguardo fece anche pressioni politiche sulla magistratura per fa r giudicare e condannare la stampa radicale.[39] Egli, inoltre, favor l'agenzia Stefani con fondi segreti sebbene lo Statuto vieta sse privilegi e monopoli ai privati.[40] Cos l'agenzia Stefani, forte delle solid e relazioni con Cavour divenne, secondo il saggista Gigi Di Fiore, un fondamenta le strumento governativo per il controllo mediatico nel Regno di Sardegna.[41] Mazzini, intanto, oltre ad aver condannato il gesto di Orsini e Pieri, espose un attacco nei confronti del primo ministro, pubblicato sul giornale "Italia del p opolo": Voi avete inaugurato in Piemonte un fatale dualismo, avete corrotto la nostra gi ovent, sostituendo una politica di menzogne e di artifici alla serena politica di colui che desidera risorgere. Tra voi e noi, signore, un abisso ci separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi la vecchia sospettosa ambizione monarchica. Noi des ideriamo soprattutto l'unit nazionale, voi l'ingrandimento territoriale (Giuseppe Mazzini[42]) Il ruolo storico di Mazzini [modifica]

Mazzini nel 1846 Suscit continuamente energie, affascin per quarant'anni ogni ondata di giovent ...e intanto gli anziani gli sfuggivano....[43] Quasi tutti i grandi personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma pochi vi restarono. Il contenuto religioso profetico del pensiero del Maestro, i n un certo modo rivelatore di una nuova fede, imbrigliava l'azione politica. Maz zini infatti non aveva la duttilit e la mutevolezza necessaria per dominare e impr igionare razionalmente le forze. Per questo occorreva una capacit di compromesso p olitico propria dell'uomo di governo come fu Cavour. Il compito di Mazzini fu invece quello di creare l'"animus". Quando sembrava che i l problema italiano non avesse via d'uscita ecco per opera sua la giovent italiana sacrificarsi in una suprema protesta. I sacrifici parevano sterili ma invece ris vegliavano l'opinione pubblica italiana e europea. La tragedia della Giovine Italia impose il problema italiano a una sempre pi vasta sfera d'Italiani: che reag s con un programma pi moderato ma infine entr in azione. .. e quegli stessi ex mazziniani che avevano rinnegato il Maestro aderendo al mod eratismo riformista alla fine dovettero abbandonare ogni progetto federalista e acconsentire all'entusiasmo popolare suscitato dalle idee mazziniane di un riord inamento unitario italiano.[44] Mazzini conteso tra fascismo e antifascismo [modifica] L'eredit ideale e politica del pensiero mazziniano stata a lungo oggetto di dibat tito tra opposte interpretazioni, in particolare durante il Fascismo e la Resist enza. Nel Ventennio fascista Mazzini fu oggetto di citazioni in libri, articoli, disco rsi, fino al punto d'essere considerato una sorta di precursore del regime di Mu ssolini.[45] La popolarit di Mazzini durante il periodo fascista dovuta anche ai numerosi repu

bblicani che confluirono nei Fasci di combattimento, iniziando il loro percorso di avvicinamento a Mussolini durante la battaglia interventista, soprattutto nel le aree dove maggiore era la presenza del PRI, cio in Romagna e nelle Marche. Nel 1917, sulle pagine de L'Iniziativa, l'organo di stampa del PRI, si guardava a M ussolini come al magnifico bardo del nostro interventismo.[46] Particolare fu il caso di Bologna, citt in cui i repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario Bergamo presero parte attivamente nel 1919 alla fondazione del primo Fa scio di combattimento emiliano per poi abbandonarlo poco dopo diventando avversa ri del fascismo. Tra i pi famosi repubblicani che aderirono al fascismo vi furono Italo Balbo (che si era laureato con una tesi su "Il pensiero economico e sociale di Mazzini" e del quale lo storico Claudio Segr ha scritto: Balbo, prima di aderire al Fascismo nel '21, esit a lasciare i repubblicani fino all'ultimo momento e consider la poss ibilit di mantenere la doppia iscrizione[47]), Curzio Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la perfetta sintesi fra la Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini.[48] L'intellettuale mazziniano Delio Cantimori, nella prima fase del suo percorso po litico che lo port prima ad aderire al fascismo poi al comunismo, considerava il fascismo "compimento della rivoluzione nazionale iniziatasi con il Risorgimento, che doveva riuscire dove il processo risorgimentale e il cinquantennio successi vo avevano fallito: nell'inserimento e nell'integrazione delle masse nello stato nazionale, nella creazione di una pi vera democrazia, ben diversa dal 'parlament arismo' e lontana dallaffarismo', dal 'particolarismo', dallinerzia' che avevano caratterizzato l'Italia liberale.[49] I fascisti, inoltre, rivendicavano una continuit con il pensiero mazziniano anche riguardo l'idea di patria, la concezione spirituale della vita, l'importanza de ll'educazione di massa come strumento per creare un "uomo nuovo" e una dottrina economica ispirata alla collaborazione tra le classi sociali.[50] Lo storico Massimo Baioni scrive a proposito della contemporanea celebrazione ne l 1932 del 50 anniversario della morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma: Le principali manifestazioni del 1932 sembravano confermare il nesso tra il bisogno di presentare il fascismo come erede delle migliori tradizioni nazio nali e la volont non meno forte ad enfatizzarne le componenti moderne, che avrebb ero dovuto distinguerlo come originale esperimento politico e sociale.[51] Negli anni della Resistenza (1944-'45) la situazione si complica maggiormente: i l fascismo della Repubblica Sociale Italiana "(...) intensific naturalmente i ric hiami a Mazzini: ad esempio la data del giuramento della Guardia nazionale repub blicana venne fissata il 9 febbraio, giorno della proclamazione, quasi un secolo prima, della Repubblica romana che aveva avuto alla sua testa il triumviro Mazzin i."[52][53] ma anche gli antifascisti, in particolare i partigiani di Giustizia e Libert di Carlo Rosselli, iniziano a richiamarsi sempre pi apertamente al rivolu zionario genovese. Proprio Rosselli scrisse nel 1931 ad uno studioso inglese: Agi amo nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la continuit ideale fra la lotta dei nostri antenati per la libert e quella di oggi.[54] A seguito della caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, a partire da l 1943 la lotta contro il nazifascismo vide la partecipazione dei repubblicani ( il cui partito era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formaz ione di proprie unit partigiane denominate Brigate Mazzini.[55] Anche un comandante partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare , Manrico Ducceschi, ispir la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in on ore di Mazzini il nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato dal p atriota genovese.[56]

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