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Il ritorno a Parigi.

Il teatro del Petit Bourbon


(1658-1660)
2 novembre 1658
Rappresentazione al Petit Bourbon di L’ètourdi ou le Contretemps e Le Dépit amoureux che ottengono un
buon successo.
1659
La compagnia italiana lascia Parigi e la troupe di Molière può recitare anche nei giorni “ordinari”.
Il 18 aprile la compagnia mette in scena Le Médecin Volant, nella tradizione della Commedia dell’Arte e
della farsa francese
Nello stesso anno, la troupe comincia a cambiare: Dufresne si ritira lasciando a Molière la direzione
assoluta della compagnia; Du Parc e la moglie passano al teatro del Marais; Joseph Béjart muore in
maggio; per insistenza di Molière, si aggiungono il celebre attore e caratterista Julien Bedeau, detto
Jodelet, e suo fratello L’Espy, lasciando entrambi la troupe del Marais; per i ruoli di giovani amorosi
vengono ingaggiati La Grange e Du Croisy e sua moglie.
Il 18 novembre 1658, la nuova compagnia mette in scena Les Précieuses Ridicules, nuova commedia di
Molière (un atto e versi), che recita nel ruolo di Mascarille
Il ritorno a Parigi. Il teatro del Petit Bourbon
(1658-1660)
1660
Il 28 maggio Molière fa rappresentare una nuova commedia: Sganarelle ou Le Cocu
imaginaire (1 atto e 23 scene, in versi).
La troupe di Molière comincia ad ottenere un enorme successo a Parigi, per le
commedie nuove scritte dall’autore e non tanto per la tragedia che continua ad
essere rappresentata nel repertorio.
L’11 ottobre viene dato l’ordine di demolizione del Petit Bourbon per la
costruzione dell’attuale colonnato del Louvre. Il re offre ai comici e a Molière il
teatro del Palais Royal, dimora di Philippe D’Orléans.
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
20 gennaio 1661
Inaugurazione della sala appena ristrutturata del Palais Royal, con la
rappresentazione del Dépit amoureux e di Le cocu imaginaire
Il 4 febbraio, la compagnia di Molière mette in scena la commedia eroica Dom
Garcie de Navarre. È l’ultimo tentativo di Molière attore nel genere della tragedia,
dopo l’insuccesso del Dom Garcie, Molière si consacrerà interamente alla
commedia.
Il 24 giugno mette in scena L’École des maris che ottiene un tale successo da
spingere il sovrintendente generale delle finanze, Fouquet, ad invitare la troupe di
Molière a rappresentare nel suo castello di Vaux-le-Vicomte, davanti al re in
onore dei festeggiamenti di corte, dal 15 al 20 agosto. Il 17 dello stesso mese,
Molière mette in scena Les Fâcheux, una comédie-ballet (genere nuovo) che integra
commedia, danza e musica, con l’apporto di Jean-Baptiste Lully (compositore),
Pierre Beauchamps (coreografo) e Giacomo Torelli (scenografo)
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
1662
Nel gennaio 1662, la compagnia italiana di Domenico Locatelli
(Trivelino) torna stabilmente a Parigi e per ordine del re si installa al
Palais Royal, recitando in alternanza con la troupe di Molière.
Questa volta furono gli italiani, tra cui anche il celebre Tiberio
Fiorilli (Scaramouche)e Domenico Biancolelli (Arlecchino), che
dovettero recitare nei giorni “straordinari”
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
26 dicembre 1662
Dopo la rappresentazione dell’École des femmes, prima “grand comédie” in 5 atti e in versi,
scoppia la querelle intorno alla “moralità” della commedia: sulla “oscenità” a causa
della presenza di alcuni elementi da farsa (il tema del’infedeltà femminile e le allusioni
volgari) e sulla “irreligiosità” per un riferimento parodico ai sermoni e ai comandamenti
divini nelle raccomandazioni che Arnolphe propone ad Agnès nelle Maximes du mariage ou
les devoirs de la femme mariée, avec son exercice journalier (I, 2).
Il 1 guigno 1663, Molière mette in scena La Critique de l’École des femmes, in cui l’autore
espone attraverso i suoi personaggi i motivi a favore o contro la sua precedente commedia,
immettendo nella finzione anche un primo accenno ai una “teoria della commedia”:
Uranie

La tragédie, sans doute, est quelque chose de beau quand elle est bien touchée ; mais la comédie a ses
charmes, et je tiens
que l’une n’est pas moins difficile à faire que l’autre.

Dorante
Assurément, madame ; et quand, pour la difficulté, vous mettriez un plus du côté de la comédie, peut-être
que vous ne
vous abuseriez pas. Car enfin, je trouve qu’il est bien plus aisé de se guinder sur de grands sentiments,
de braver en vers la fortune, accuser les destins, et dire des injures aux dieux, que d’entrer comme il
faut dans le ridicule des hommes, et de rendre agréablement sur le théâtre les défauts de tout le
monde

Gli anni del successo e delle “querelles”


(1660-1665)

1664
Il 29 gennaio 1664, al Louvre, nella sala adibita a teatro privato della
regina madre, Anna d’Austria, Molière fa rappresentare Le Mariage forcé,
comédie-ballet con la musica di Lully, in cui Molière recita nella parte di
Sganarelle e Luigi XIV danza in costume di Egiziano.
Dal 30 aprile al 14 maggio, Molière è inviatato con la sua troupe a
partecpare alla più sontuosa festa di corte che si sia mai tenuta a
Versailles, les Plaisirs de l’Île enchantée, inaugurazione dei lussuosi giardini
della Reggia.
Il secondo giorno di festeggiamenti, Molière mette in scena La Princesse
d’Elide, “comèdie galante” in 5 atti e in prosa, con musica e danza.
Il 12 maggio, Molière mette in scena Tartuffe ou l’Hipocrite.
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
1664-1669: La querelle del Tartuffe
Subito dopo la rappresentazione a corte, su istanza dell’arcivescovo di Parigi,
Luigi XIV fece interdire le rappresentazioni pubbliche di questa commedia che
aveva come argomento la satira “dei devoti”, per non fomentare la crisi del
cattolicesimo che in quegli stessi anni vedeva lo scisma tra i devoti dei gesuiti e
quelli dei giansenisti.
Il 1 agosto, uno noto antigiansenista, curato della chiesa si Saint-Barthélemy di
Parigi, Pierre Roullé, pubblica un piccolo opuscolo indirizzato a Luigi XIV in cui
dipinge Molière come un “empio”, un “demone vestito di carne e con indosso un
abito da uomo”, esprimendo nei confronti del teatro una violenta intolleranza
morale. Molière risponde con un Placet in cui si giustifica dicendo che la satira dei
devoti è funzionale allo scopo più alto della commedia, quello di avere una
intenzione morale:
Le Devoir de la Comédie étant de corriger les Hommes en les divertissant, j'ai cru que dans
l'emploi où je me trouve je n'avais rien de mieux à faire que d'attaquer par des peintures
ridicules les vices de mon Siècle
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
Molière modifica la prima commedia in Tartuffe ou L’Imposteur nel 1665,
chiedendo di nuovo a Luigi XIV la possibilità di rappresentarla. Benché i
personaggi siano molto mitigati nelle loro intenzioni polemiche, la commedia
ebbe una sola rappresentazione. Solo nel 1669 si giunge alla versione definitiva di
Tartuffe ou l’Imposteur, quando non più turbato dal mantenimento di una pace
religiosa, finito il periodo di crisi aperto dalle polemiche gianseniste, Luigi XIV
accordò a Molière l’autorizzazione a rappresentare la commedia, che fu messa in
scena il 5 febbraio 1669 al Palais Royal, con un successo trionfante e immediato.

1664
Molière mette in scena al Palais Royal la prima tragedia del giovane Jean Racine,
La Thébaïde. Nello stesso anno arriva la rottura definitiva con Racine, a causa della
rappresentazione di Alexandre le Grand
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
1665
Il 15 febbraio, Molière e la sua “Troupe de Monsieur
frère unique du roi” mette in scena Le Festin de Pierre,
recitando la parte di Sganarelle. La commedia fu
accolta con successo: ebbe 15 rappresentazioni
consecutive nella sala del Palais Royal. Lo spettacolo
provocò tuttavia altre “querelles”: la commedia non
sarà mai ripresa durante la vita di Molière e il testo sarà
pubblicato solo dieci anni dopo la sua morte.
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
Alla fine del mese di aprile del 1665, un pamphlet di 48 pagine della
penna di un certo “sieur de Rochemont” e intitolato Observation sur la
comédie de Molière intitulée Le Festin de Pierre, viene pubblicato a Parigi,
dando inizio alla polemica e allo scandalo. L’autore accusa
apertamente Molière, citando più volte il suo nome, di aver “fait monter
sur le théâtre le libertinage, l’impiété e l’atheisme”, finendo con una lista del
mali che si sarebbero abbattutti sui francesi se il Re avrebbe
continuato a tollerare un tale insulto alla religione
« Il ne faut qu'un homme de bien, quand il a la puissance, pour sauver un Royaume ; et il ne faut
qu‘un Athée, quand il a la malice, pour le ruiner et pour le perdre. Les deluges, la peste et la
famine sont les suites que traisne après soy l‘Atheisme, et quand il est question de le punir, le Ciel
ramasse tous les fleaux de sa colere pour en rendre le chastiment plus exemplaire »

Gli anni del successo e delle “querelles”


(1660-1665)
La pubblicazione delle Observations scatenò una duplice risposta in
favore di Molière, la più importante, pubblicata in forma anonima
(attribuibile a Donneau de Visé) porta il titolo di Lettre sur les
Observation
Sollecitato anche dalla Lettre sur les Observation, l’intervento di Luigi
XIV giunge in occasione dei festeggiamenti al castello di
Saint-Germain-en-Laye, organizzati il 13 giugno 1665. Molière sarà
chiamato ancora una volta a comporre una commedia per l’occasione
(Le Favori).
In agosto, il re concede un contributo di 6000 livres e il titolo di
Troupe du Roi au Palais Royal alla compagnia di Molière, , per
esprimere la protezione in seguito alle vicende che avevano coinvolto
Molière dopo la rappresentazione del Festin de Pierre. Stesso
riconoscimento che guadagnerà Domenico Locatelli con la sua
compagnia italiana e che continuava a recitare nello stessa sala di
Molière.
Gli ultimi anni (1666-1673)
1666
Molière mette in scena, il 4 giugno 1666, la sua nuova commedia Le Misanthrope, commedia in
5 atti e in versi. Modello esemplare della “grand comédie”. Un nuovo schema drammaturgico:
invece che un innamorato i cui scopi sono ostacolati da un rivale (ostacolo esterno), il
protagonista, Alceste, è vero il rivale di se stesso.
Il 1 agosto, è Le Médecin malgré lui, commedia in 3 atti in prosa, in cui Molière recita ancora
nella parte di Sganarelle.
1666-1667
Il 2 dicembre la troupe di Molière è a Saint-Germain per i festeggiamenti reali, intitolati Ballet
des Muses, balletti danzati dallo stesso Re. Ai festeggiamenti partecipano tutte le troupes di
Parigi; Molière comporrà 3 commedie. Il 5 gennaio La Pastorale comique sostituisce Mélicerte,
commedia pastorale eroica in versi. Il 14 febbraio viene rappresentata Le Sicilien,
comédie-ballet con la musica di Lully.
I Du Parc passano al teatro del Marais, ove Mlle Du Parc recita nei ruoli tragici di Racine
(Andromaque)
Gli ultimi anni (1666-1673)
1668
Il 13 gennaio 1668, Molière mette in scena al Palais Royal, Amphitrion,
commedia in 3 atti e versi liberamente adattata da Plauto.
Nell’ambito dei Grand Divertissement royal per la pace di Aix-la-Chapelle
(maggio 1668), Molière scrive una nuova commedia per uno spettacolo
composito della composizione di Lully, è Georges Dandin, in 3 atti e in
prosa.
Il 9 settembre è la volta dell’Avare, nuova commedia tratta da Plauto.
Insieme al Misanthrope e alle Femmes Savantes (1672) è considerata una
delle tre “comédie serieuses” del repertorio molièriano. Non ebbe un
grande successo presso i contemporanei, ben offuscato invece dal
trionfo di Tartuffe che fu messo in scena pochi mesi dopo, nel febbraio
del 1669.

Gli ultimi anni (1666-1673)


1669-1671: gli anni delle comédies-ballets
Il 6 ottobre, Molière mette in scena Monsieur de Pourceaugnac, comédie-ballet, nelle intenzioni
una sorta di “spettacolo totale”, in cui tutte le arti vengono a darsi soccorso.
Il 4 febbraio 1670 una nuova comédie-ballet, Les Amants Magnifiques, in 5 atti e in prosa, con
la musica di Lully, in cui il Luigi XIV danza nel ruolo di Nettuno, e poi di Apollo.

Il 14 ottobre 1670 è la volta del Bourgeois Gentilhomme, comédie-ballet in 5 atti in prosa, con
musica di Lully, rappresentata nel castello di Chambord, in occasione dei festeggiamenti per
la visita dell’ambasciatore ottomano, Soliman Aga.
Nel 1670, il giovane Baron (a soli 17 anni) viene ingaggiato nella Troupe di Molière.
Nel 1671, nella sala des Tuileries, viene messa in scena Psyché, tragédie-ballet, scritta da
Molière, Pierre Corneille e Philippe Quinault su musiche di Lully.
Gli ultimi anni (1666-1673)
1671-1673
Il 24 maggio 1671, Molière si dedica alla creazione di les
Fourberies de Scapin, in 3 atti e in prosa, un insuccesso (solo
18 rappresentazioni e i guadagni più bassi). Il tono da farsa
italiana non si addiceva più, secondo Boileau che ne aveva
costruito il mito nell’Art Poétique, all’ “autore del
Misanthrope”
Nel dicembre 1671, Molière si dedica alla composizione di
una nuova comédie-ballet per l’arrivo a Parigi della sposa
di Monsieur, La Comtesse d’Escarbagnas, in un atto e in prosa.
Gli ultimi anni (1666-1673)
L’11 marzo del 1672, Molière torna al genere della “comédie serieuse” con Les
femmes savantes, in 5 atti e in versi, rappresentata davanti al Re a Versailles il 17
settembre 1672, nell’ultimo viaggio che la Troupe di Molière farà alla corte di
Luigi XIV.
Poco dopo la prima dell’ultima grande commedia di Molière, il 29 marzo, Luigi
XIV concede a Lully il privilegio dell’uso di canto e danza negli spettacoli.
Molière, che intendeva intraprendere con Lully altri progetti sul genere della
comédie-ballet, dovette arrestare la sua collaborazione con Lully. In virtù del
privilegio, alla Troupe di Molière fu concesso l’uso costante di 6 cantanti e 12
strumentisti, ma la tenace opposizione di Lully fece scendere a 2 il numero dei
cantanti e a 6 quello dei musicisti.
Il 10 febbraio 1673, la troupe rappresenta l’ultima comédie-ballet di Molière, Le
Malade Imaginaire, con la musica di Charpentier. Pochi giorni dopo (alla quarta
rappresentazione) aver recitato una finta morte nel ruolo di Argan nel Malade
Imaginaire (“N’y a-t-il point quelque danger à contrefaire le mort?” III,11), il 17
febbraio 1673, Molière muore a causa dell’aggravarsi di una malattia polmonare.

Caratteristiche della commedia di Molière


Una cultura “ibrida” e la pratica del “prestito”
Ciò che interessa Molière è sopra ogni cosa il “riso”. In quanto autore, egli non fa distinzione
di genere nell’usare come modello o fonte Terenzio, Plauto, Tabarin, gli Italiani o gli
spagnoli. Come tutti i suoi contemporanei, Molière “imita” dei modelli e adatta altri testi.

La varietà: i sottogeneri “comici”


Durante la sua carriera, Molière sperimenta diversi sottogeneri del teatro comico: la
“comédie des moeurs” (Tartuffe, L’ècole des femmes, e soprattutto Les Precieuses ridicules,
in cui Molière ridicolizza la moda del “preziosismo” lanciata da Mme de Scudery e i suoi
effetti sul teatro, condannando la declamazione artificiale e pomposa dei suoi colleghi
dell’Hôtel de Bourgogne); commedia d’intrigo; comédie-ballet; comédie-serieuse; comédie de caractère.

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