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La tragédie, sans doute, est quelque chose de beau quand elle est bien touchée ; mais la comédie a ses
charmes, et je tiens
que l’une n’est pas moins difficile à faire que l’autre.
Dorante
Assurément, madame ; et quand, pour la difficulté, vous mettriez un plus du côté de la comédie, peut-être
que vous ne
vous abuseriez pas. Car enfin, je trouve qu’il est bien plus aisé de se guinder sur de grands sentiments,
de braver en vers la fortune, accuser les destins, et dire des injures aux dieux, que d’entrer comme il
faut dans le ridicule des hommes, et de rendre agréablement sur le théâtre les défauts de tout le
monde
1664
Il 29 gennaio 1664, al Louvre, nella sala adibita a teatro privato della
regina madre, Anna d’Austria, Molière fa rappresentare Le Mariage forcé,
comédie-ballet con la musica di Lully, in cui Molière recita nella parte di
Sganarelle e Luigi XIV danza in costume di Egiziano.
Dal 30 aprile al 14 maggio, Molière è inviatato con la sua troupe a
partecpare alla più sontuosa festa di corte che si sia mai tenuta a
Versailles, les Plaisirs de l’Île enchantée, inaugurazione dei lussuosi giardini
della Reggia.
Il secondo giorno di festeggiamenti, Molière mette in scena La Princesse
d’Elide, “comèdie galante” in 5 atti e in prosa, con musica e danza.
Il 12 maggio, Molière mette in scena Tartuffe ou l’Hipocrite.
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
1664-1669: La querelle del Tartuffe
Subito dopo la rappresentazione a corte, su istanza dell’arcivescovo di Parigi,
Luigi XIV fece interdire le rappresentazioni pubbliche di questa commedia che
aveva come argomento la satira “dei devoti”, per non fomentare la crisi del
cattolicesimo che in quegli stessi anni vedeva lo scisma tra i devoti dei gesuiti e
quelli dei giansenisti.
Il 1 agosto, uno noto antigiansenista, curato della chiesa si Saint-Barthélemy di
Parigi, Pierre Roullé, pubblica un piccolo opuscolo indirizzato a Luigi XIV in cui
dipinge Molière come un “empio”, un “demone vestito di carne e con indosso un
abito da uomo”, esprimendo nei confronti del teatro una violenta intolleranza
morale. Molière risponde con un Placet in cui si giustifica dicendo che la satira dei
devoti è funzionale allo scopo più alto della commedia, quello di avere una
intenzione morale:
Le Devoir de la Comédie étant de corriger les Hommes en les divertissant, j'ai cru que dans
l'emploi où je me trouve je n'avais rien de mieux à faire que d'attaquer par des peintures
ridicules les vices de mon Siècle
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
Molière modifica la prima commedia in Tartuffe ou L’Imposteur nel 1665,
chiedendo di nuovo a Luigi XIV la possibilità di rappresentarla. Benché i
personaggi siano molto mitigati nelle loro intenzioni polemiche, la commedia
ebbe una sola rappresentazione. Solo nel 1669 si giunge alla versione definitiva di
Tartuffe ou l’Imposteur, quando non più turbato dal mantenimento di una pace
religiosa, finito il periodo di crisi aperto dalle polemiche gianseniste, Luigi XIV
accordò a Molière l’autorizzazione a rappresentare la commedia, che fu messa in
scena il 5 febbraio 1669 al Palais Royal, con un successo trionfante e immediato.
1664
Molière mette in scena al Palais Royal la prima tragedia del giovane Jean Racine,
La Thébaïde. Nello stesso anno arriva la rottura definitiva con Racine, a causa della
rappresentazione di Alexandre le Grand
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
1665
Il 15 febbraio, Molière e la sua “Troupe de Monsieur
frère unique du roi” mette in scena Le Festin de Pierre,
recitando la parte di Sganarelle. La commedia fu
accolta con successo: ebbe 15 rappresentazioni
consecutive nella sala del Palais Royal. Lo spettacolo
provocò tuttavia altre “querelles”: la commedia non
sarà mai ripresa durante la vita di Molière e il testo sarà
pubblicato solo dieci anni dopo la sua morte.
Gli anni del successo e delle “querelles”
(1660-1665)
Alla fine del mese di aprile del 1665, un pamphlet di 48 pagine della
penna di un certo “sieur de Rochemont” e intitolato Observation sur la
comédie de Molière intitulée Le Festin de Pierre, viene pubblicato a Parigi,
dando inizio alla polemica e allo scandalo. L’autore accusa
apertamente Molière, citando più volte il suo nome, di aver “fait monter
sur le théâtre le libertinage, l’impiété e l’atheisme”, finendo con una lista del
mali che si sarebbero abbattutti sui francesi se il Re avrebbe
continuato a tollerare un tale insulto alla religione
« Il ne faut qu'un homme de bien, quand il a la puissance, pour sauver un Royaume ; et il ne faut
qu‘un Athée, quand il a la malice, pour le ruiner et pour le perdre. Les deluges, la peste et la
famine sont les suites que traisne après soy l‘Atheisme, et quand il est question de le punir, le Ciel
ramasse tous les fleaux de sa colere pour en rendre le chastiment plus exemplaire »
Il 14 ottobre 1670 è la volta del Bourgeois Gentilhomme, comédie-ballet in 5 atti in prosa, con
musica di Lully, rappresentata nel castello di Chambord, in occasione dei festeggiamenti per
la visita dell’ambasciatore ottomano, Soliman Aga.
Nel 1670, il giovane Baron (a soli 17 anni) viene ingaggiato nella Troupe di Molière.
Nel 1671, nella sala des Tuileries, viene messa in scena Psyché, tragédie-ballet, scritta da
Molière, Pierre Corneille e Philippe Quinault su musiche di Lully.
Gli ultimi anni (1666-1673)
1671-1673
Il 24 maggio 1671, Molière si dedica alla creazione di les
Fourberies de Scapin, in 3 atti e in prosa, un insuccesso (solo
18 rappresentazioni e i guadagni più bassi). Il tono da farsa
italiana non si addiceva più, secondo Boileau che ne aveva
costruito il mito nell’Art Poétique, all’ “autore del
Misanthrope”
Nel dicembre 1671, Molière si dedica alla composizione di
una nuova comédie-ballet per l’arrivo a Parigi della sposa
di Monsieur, La Comtesse d’Escarbagnas, in un atto e in prosa.
Gli ultimi anni (1666-1673)
L’11 marzo del 1672, Molière torna al genere della “comédie serieuse” con Les
femmes savantes, in 5 atti e in versi, rappresentata davanti al Re a Versailles il 17
settembre 1672, nell’ultimo viaggio che la Troupe di Molière farà alla corte di
Luigi XIV.
Poco dopo la prima dell’ultima grande commedia di Molière, il 29 marzo, Luigi
XIV concede a Lully il privilegio dell’uso di canto e danza negli spettacoli.
Molière, che intendeva intraprendere con Lully altri progetti sul genere della
comédie-ballet, dovette arrestare la sua collaborazione con Lully. In virtù del
privilegio, alla Troupe di Molière fu concesso l’uso costante di 6 cantanti e 12
strumentisti, ma la tenace opposizione di Lully fece scendere a 2 il numero dei
cantanti e a 6 quello dei musicisti.
Il 10 febbraio 1673, la troupe rappresenta l’ultima comédie-ballet di Molière, Le
Malade Imaginaire, con la musica di Charpentier. Pochi giorni dopo (alla quarta
rappresentazione) aver recitato una finta morte nel ruolo di Argan nel Malade
Imaginaire (“N’y a-t-il point quelque danger à contrefaire le mort?” III,11), il 17
febbraio 1673, Molière muore a causa dell’aggravarsi di una malattia polmonare.