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03/03/2022

IL CLASSICISMO FRANCESE

Accezione estensiva del termine: senso metastorico

Quella categoria eterna che indica certe qualità e un certo atteggiamento che possono
caratterizzare epoche e movimenti diversi, anche molto distanti nel tempo e nello spazio.
Uno scrittore o testo sarà detto “classico” in riferimento ad alcuni criteri, principi e
tratti estetici cui l’atteggiamento dello scrittore e la natura del testo rispondono

Accezione restrittiva : Ventennio (1660-1680)

1) il primo aspetto che caratterizza questo Ventennio è la continuità nei valori e negli stili:
-honneteté : ideale di comportamento sociale improntato a capacità di adattamento del
soggetto alla vita tra gli altri; controllo di sé esercitato attraverso l’eleganza delle maniere,
disponibilità a conversare a dispetto di ogni pedanteria.
-visione pessimistica della natura umana
-razionalità (concetto ripreso da Cartesio) e rigore
2) il secondo aspetto è che coinvolge una “Generazione” di scrittori:
-nati tra il 1621 e il 1638
-le cui opere più significative sono state scritte tra il 1660 e il 1680 e presentano caratteri
comuni.

GRANDI PERSONALITÀ

Nicolas Boileau
-Emulo di Orazio
-teorico e formulatore del Classicismo
-Art poétique (1674) : poemetto didattico = qui sotto riportati alcuni versi (in grassetto
l’argomento)
Spazzò via tutta la lirica precedente a Malherbe
Ma fu Malherbe il primo francese
Che a fare versi cadenzati apprese
Di una parola a posto insegnò il gran potere
E ridusse la Musa al suo retto dovere,
Dal saggio scrittore l’idioma riparato
Non offrì più rudezza all’orecchio epurato
le stanze con grazie lui seppe ordinare
Ed un verso il suo metro non osò scavalcare

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Tutto ebbe una legge, ed il suo gran successo
Ancor fa da modello agli autori di adesso.

Che cosa fece Malherbe e perché Boileau lo esalta? Riformò completamente a lingua
francese, in particolar modo la lingua poetica utilizzata per i versi, facendo una riforma
molto seria: spazzò via tutti i latinismi, gli arcaismi, i tecnicismi, tutte quelle risorse che
utilizzarono i poeti della pléiade. Da Malherbe in poi, quindi primo 600 fino ad ora, la
lingua cambia e viene epurata, e cambia all’insegna proprio dei principi classici.
Seconda grande impresa di Boileau:
Sostituisce il furor poetico con la techné

Qualunque sia il soggetto, piacevole o sublime,


bisogna che il buon senso accordi con le rime:
Si paion l’uno e le altre vanamente contraddire;
Ma la rima è una schiava e deve solo obbedire.
Se a cercarla bene al principio ci si mette
Lo spirito a trovarla s’abitua facilmente;
Al gioco della ragione facile obbedisce
E lungi dall’oscurarla la serve e l’arricchisce.
Ma se la si trascura, essa si ribella
E per governarla, il senso va dietro a quella,
Seguite la ragione: e la vostra scrittura
Prenda da lei solo lustro e levatura.

Ancora una volta ribadisce la necessità della versificazione, non si può scrivere una poesia
senza rispettare la rima, senza la scansione metrica, senza tutti quegli aspetti propri della
techné, aspetti che si devono ispirare ad un principio fondamentale, che è la ragione. La
ragione deve trionfare in tutti i generi teatrali come proprio principio di composizione.

E poi è a favore della chiarezza e del bon sens

Ciò che si pensa bene si enuncia chiaramente,


per dirlo le parole giungono facilmente.

GRANDI PERSONALITÀ DEL VENTENNIO

- Mme de la Fayette (1634-1693): La Princesse de Clève (1678)


- La Fontaine (1621-1695) : Les Amours de Psyché et de Cupidon (1669) ; Les Fables
(1668-79)
- Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704) : Oraisons funèbres
- Francois de la Rachefoucauld (1613-1680) : Maximes (1665)= teorico dell’honneteté
- Molière (1622-1673)
- Jean Racin (1639-1699) : Andromaque (1667) a Phèdre (1677)
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AUTORI RICONDUCIBILI AL CLASSICISMO MA ESCLUSI DAL VENTENNIO
- François de Malherbe (1555-1628), Commentaires sur Desportes (1555-1628):
Compie la sua riforma classicista della scrittura in versi: epurazione della lingua da
neologismi, dialettalismi, arcaismi, tecnicismi.
- Vaugelas (1585-1650) Entrato all'Académie sin dalla fondazione (1634) contribui
mltissimo al Dictionnaire. Censore della lingua, acui posizioni di Malherbe.
- Chapelain (1595-1674) e D'Aubignac (1604-1676): la loro riflessione è alla base
della dottrina classica.
- Guez de Balzac (1597-1654) Il primo a definire la nozione di emulazione,
equidistante fra imitazione fedele degli antichi e reinterpretazione creativa.
- Blaise Pascal (1623-1662). Provinciales (anni 50); Pensées (anni 50)
- Pierre Corneille (1606-1684) Riflessioni sull'arte drammatica escono
simbolicamente nel 1660.

IL TEATRO : SINTESI IDEALE DEL CLASSICISMO

Il seicento francese è considerato il secolo del teatro, in due sensi distinti:


1) I grandi testi teatrali del classicismo costituiscono una sintesi ideale dell’estetica
classica
2) Il teatro classico porta a termine una piena consacrazione del teatro, che era andata
maturando sin dall’inizio del secolo.

Nel punto 1): I grandi testi teatrali del classicismo costituiscono una sintesi ideale
dell'estetica classica
 Le commedie di Molière e le tragedie di Racine sono anche perfettamente
emblematici della dimensione sociale della cultura del secolo di Luigi XIV.
 Le pièces del teatro classico sono intrise di quella honnêteté su cui è improntata
tutta la cultura del secolo.
 Costituiscono la realizzazione estetica di un codice di comportamento fondato
sul rispetto delle bienséances e della vraisemblance, sia della vicenda che della
psicologia individuale.
 Gusto per l'approfondimento psicologico degno dei grandi moralisti del secolo.
 Nuova lingua poetica pura, misurata e trasparente e costituisce il
monumento di quell'esigenza di rigore e precisione e razionalità, di ascendenza
aristotelica.
Nel punto 2): Il teatro classico porta a termine una piana consacrazione del teatro, che era
andato maturando sin dall’inizio del secolo.
Questa consacrazione si realizza:

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- A livello della gerarchia dei generi letterari: tragedia e della commedia
- A livello tecnico e materiale, a partire cioè da un cambiamento radicale delle
istituzioni e dei protagonisti della vita teatrale.

COSA CAMBIA?
1) Il numero dei luoghi (prima del 1634 solo l’hotel de Bourgogne, poi il Marais e
nel 1641 il Palais Royal) dove si recitano le pièces
2) La struttura architettonica ce contiene la scena: si passa dal décor simultané
(scenografia simultanea) all’adozione della prospettiva (metodo prospettico del
teatro all’italiana) e alla diminuzione del numero delle scenografie presenti
simultaneamente sulla scena
3) La vita e la posizione sociale dell’autore e degli attori:
-riconoscimento economico: patrocinio dei potenti e mecenatismo dello Stato
-stabilità delle compagnie: da troupes itineranti (rinnovano ogni anno i
contratti coi teatri e viaggiano) a permanenti (anni 30)
-prestigio sociale: 1641 Rachelieu fa emettere un’ordinanza per la riabilitazione
del mestiere dell’attore (1644 Luigi XIV fa da padrion al figlio di Molière).

DRAMMATURGIA CLASSICA

LE TRE UNITÀ ARISTOTELICHE


 Unità di luogo: nel 1640 si intese la città. L’unità di luogo fu la prima ad imporsi fra
le 3 unità perché coinvolgeva questioni tecniche. All’epoca la scena era fissa e non
c’era il sipario (simultaneità delle scene), cosa che costringeva a lasciare in vista la
scena anche tra un atto e l’altro
 Unità di tempo: riguarda il rapporto tra la durata della rappresentazione (2 ore) e il
tempo rappresentato. Poiché l’azione teatrale è imitazione di un’azione, per
adeguarsi all’illusione dello spettatore l’azione sarebbe dovuta durare 2 ore
 Unità di azione: contemplava una sola azione in tutta la tragedia ma non fu mai
rispettata perché contrastava troppo con l’inclinazione per il romanzesco. Quindi si
optò per la conservazione solo di quelle scene accessorie necessarie allo svolgimento
dell’azione principale

ALTRE REGOLE DELLA DRAMAMTURGIA CLASSICA


 Verosimiglianza
La verità storica degli eventi cede il posto alla verosimiglianza che intende attribuire
una funzione morale all’arte.
D’Aubignac non considerava lecita una scena in cui Nerone, dopo aver ucciso la
madre, si intrattiene col corpo della madre.

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 Bienséance: riunisce la nozione classica al decoro (coerenza di caratteri) con
quella moderna di politesse o urbanité (nozione tipicamente 600esca in
Francia). Raccomandava che la pièce corrispondesse alle convenzioni sociali o
costumi dell’epoca e che i comportamenti dei personaggi dovevano corrispondere
alle norme morali in vigore.

10/03/2022

Molière
(Jean Baptiste Poquelin)
1622-1673, Parigi
“Se ci sono uomini il cui ridicolo non è mai apparso, è che non si è ben cercato”
Molière, in alcune pièce, prenderà di mira, ridicolizzerà i borghesi che infrangono questa
regola, volendo invece imitare gli uomini che frequentano i salotti e che volevano e che nel
600 cercavano di essere conformi a questo ideale di comportamento. Questa massima è un
esempio di genere alto, una caratteristica che troveremo in tutte le opere di Molière è la
mescolanza del basso e dell’alto, cosa intendiamo con mescolanza? La presenza da un alto
di un riferimento implicito alla cultura alta, come l’honnêteté, ma anche come il
preziosismo ad esempio, e dall’altro gli aspetti bassi che appartengono alla cultura bassa e
in particolare alla farsa, la grandezza di Molière è che ha sempre fatto ridere.

PROFILO BIO-BIBLIOGRAFICO
1622-1644
Molière prima di Molière:
 Molière sembrava destinato a una carriere commerciale e ad un prestigio cortigiano
in quanto figlio del tappezziere del re;
 ha ricevuto una formazione gesuitica
 sembrava destinato a una carriera forense vista la sua laurea in diritto

MA

 eredita la passione per il teatro dal nonno materno occupandosi interamente del
teatro
 1643: a 21 anni quindi fonda per la prima volta una compagnia L’Illustre théatre;
inizia la collaborazione con i Béjart, compagnia importantissima del 600
(Madelaine Béjart sarà la sua prima compagna e attrice principale della troupe)
 1644 : si fa chiamare Molière

LA CARRIERA PROVINCIALE (1644-57)

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Perché la provincia?
1) Problemi economici: viene più volte imprigionato per debiti
2) Concorrenza delle due compagnie parigine “Comèdiens du Roi, Hotel du
Bourgogne” e la Tropue du Marais

Cosa rappresentavano le Compagnie parigine  ?


1) Commedia eroica
 La commedia che andava più in voga in questo momento, negli anni 40, un periodo
quindi di serietà, in cui si voleva nobilitare la commedia e allontanarla tra la farsa
(distinzione quindi tra teatro parigino e teatro provinciale), è la commedia eroica.
 Rappresentante principale era Pierre Corneille
 Commedia ibrida
 Comicità senza riso, non si ride si sorride, e la parola per indicare questo tipo di
comicità è enjoument, cioè un godimento divertito, non è un riso
 Commedia di carattere
 Personaggi medio alti, non farseschi (cosa che invece troveremo in Molière)
 Per la prima volta si dà una certa attenzione alla profondità psicologica, da sempre
invece caratteristica della tragedia
 Caratteristica delle commedia corneliane: hanno una ambientazione cittadina
2) Commedia romanzesca
 Rappresentanti più importanti sono Rotrou, Thomas Corneille
 È una commedia fondamentalmente d’intrigo (uno dei temi dominanti è l’intrigo
amoroso, questo amore è solitamente ostacolato dal padre di lei e per riuscire a
giungere al lieto fine si ricorre all’aiuto di servi, valletti, quindi figure socialmente
basse)
 È una commedia incentrata fortemente sull’azione, si afferma soprattutto in spagna,
è una commedia baroccheggiante, c’è una sovrabbondanza d’azioni
 Mescolanza di alto e basso
3) Commedia burlesca
 Rappresentante: Scarron (Jodelet ou le maitre valet, 1745)
 è una comicità di situazione, la situazione è comica, fa ridere e questo perché c’è un
rovesciamento di ruoli; un’altra fonte di comicità è l’imprevisto; un’altra fonte di
comicità di situazione è data dall’inadeguatezza di determinati personaggi a rivestire
determinati ruoli.
 Il terzo aspetto è la centralità dei personaggi: si punta tutto su certi personaggi
tipici, come nel caso ad esempio delle Preziose
 virtuosismo verbale, eccessiva affettazione del linguaggio

IL TEATRO IN PROVINCIA

1) La commedia dell’arte
 I rappresentanti sono gli italienes
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 Improvvisazione a partire da un canovaccio
 Tipi fissi a partire dalla maschera, costume e cadenza regionale
 Personaggi principali : l’avaro mercante veneziano, la serva vezzosa, il servitore
bergamasco dal carattere pauroso e balordo
 Prevalenza dell’spetto visivo (parlando una lingua straniera al pubblico)
 Recitazione acrobatica (contorcevano il corpo in gesti incongrui e meccanici)
2) La Farsa
 Genere antico (Plauto) ma ripreso nel Medioevo. È nel 500 che si afferma in Francia
 Prevede la concentrazione dell’azione in un solo atto
 Soggetti canonici : tradimento coniugale
 Personaggi tipizzanti (il servo astuto e quello sciocco)
 Riferimento nella satira a personaggi reali
 Forme linguistiche (ripetizioni) e teatrali (i colpi di bastone) che scatenano il riso
 Rivalutazione della dimensione corporale e oscena : riferimento quindi all’apparato
digerente (rutti, ubriachi in scena, ossessione per la fame), apparato genitali
(situazioni scabrose e oscena)
 Allusione oscena, strettamente legato a questo penultimo aspetto

IL PERIODO PROVINCIALE
1) Molière arricchisce la sua compagnia di nuovi attori: i Du Parc e poi Du
Fresne
2) Repertorio: si sa poco
 L’autore più rappresentato era Corneille
 Le pièces più rappresentate erano le farse
 Le pièces nuove scritte da Molière erano petites comédies di un atto unico
all’insegna di una comicità farsesca
3) Prolungata tournée soprattutto al sud
 Successo della linguadoca (sud-ovest)
4) Nel 1653 la Compagni prende il nome di Troupe di Monsieur Le Prince
de Conti
5) 1657 Molière privato dal sue protettore e torna a Parigi

1658 : IL RIENTRO A PARIGI


 Ottobre: ottiene la protezione del fratello del re Philippe d’Orléans
 24 ottobre 1658 la compagnia si esibisce di fronte a Luigi XIV
- Nicomède: tragedia di Corneille
- Le Docteur amoreux (un atto unico farsesco)
 Il risultato è che Philippe d’Orlèans gli conferisce un emolumento fisso
(stipendio fisso), quindi agevolazione economica; cambiando il benefattore viene
dato un nuovo nome alla troupe: Troupe de Monsieur, Frère Unique du roi,
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agevolazione sociale; e in più il diritto di rappresentazione regolare della sale del
Petit Bourbon.

PRIMA FASE DELLA CARRIERA PARIGINA (1658-64)


1658: (Petito Bourbon): L’etourdi e Le Dépit amoreux
1658 : Ingresso di due componenti nella Compagnia Jodelet e La Grange
1659: Les Prècieus ridicules
1660: la compagnia di Molière diventa la compagnia stabile del teatro del Palais-Royal
dopo la demolizione della sala del Petit-Bourdon
1662 : L’Ecole des femmes
1662: sposa la giovane Amrande Bèjart
1664 : Tartuffe

SECONDA FASE DELL CARRIERA PARIGINA (1665-66)


1665: Dom Juan ou le Festin de pierre
1665 : la compagnia riceva una ricca pensione e cambia il nome in Troupe du Roi
1666: Le Misanthrope ou l’atrabiliare amoureux
Caratteristiche = 1) le due pièces in cui si ride di meno o per nulla; 2) Molière
approfondisce in maniera cupa la critica della società compresa la cultura dell’honnêteté
alla cui piena affermazione aveva lui stesso dato un contributo importante.

TERZA FASE DELLA CARRIERA PARGINA (1667-73)

1668, L’Avare
1669, Tartuffe ou l’Imposteur
1670, Le Bourgeois gentilhomme
1673, Le Malade imaginaire

CARATTERISTICHE :

 Molière è sempre più artista di corte e inventa il genere misto della commèdie-ballèt
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 La comicità prende sempre di più la via dell’assurdo: è sempre più disincantato
nella concezione della natura umana, e questo risente molto dell’aria del tempo, per
quanto Molière non fosse giansenista sicuramente nel 600 c’era questa idea della
imperfezione della natura umana, della propensione al crimine, alla cattiveria. E in
particolar modo Molière capisce come i valore dell’honnêteté non sono ancora
abbastanza sufficienti per far fronte alla follia umana, per poter arginare alla
razionalità umana e bisogna assolutamente far fronte ai grandi monomaniaci
(appariranno non più i personaggi fissi dell’eredità della commedia classica e
italiana, come ad esempio il marito ossessionato dalle corna, il borghese avaro,
bensì questi monomaniaci, personaggi la cui comicità si riassume in un’unica
ossessione, quindi al di là delle azioni sono personaggi ossessivi)
 Altra caratteristica, Molière inizia a interpretare il ruolo dei padri; è ormai
invecchiato e di conseguenza non può più interpretare il giovane
 Molte nuove commedia vengono rappresentate nelle varie residenze regali,
soprattutto Versailles

LA DIPARTITA DI MOLIÈRE

Durante la quarta replica dell’Avare, il 17 febbraio, ha un malore in scena, viene portato a


casa, i due preti però si rifiutano di dargli l’estrema unzione: gli attori per poter essere
seppelliti e ricevere una sepoltura religiosa dovrebbero prima di morire abiurare alla
professione di attore, e quindi in questo caso non aveva fatto in tempo, i primi due preti
contattati si rifiutano di andare a dare l’estrema unzione, quindi la moglie Armande Béjart
riesce ad ottenere che almeno venga sepolto in un cimitero, purtroppo nella parte destinata
ai suicidi e ai bambini morti senza battesimo, dunque ad un posto sconsacrato.

LE PREZIOSE RIDICOLE
(1659)
Quasi tutte le pièce di Molière contengono delle prefazioni cautelative.
Il titolo di quest’opera è importantissimo; con sole due parole Molière ci introduce già due
questioni fondamentali: la prima riguarda il preziosismo, l’opera rimanda a una cultura
alta che è appunto il preziosismo

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IL PREZIOSISMO
 Cos’è il preziosismo? Movimento culturale di contestazione e ridefinizione
dello statuto della donna e di rapporti tra i sessi
Perché movimento culturale? Perché riguarda alcune donne che si riunivano
all’Hotel de Rambouillet; si tratta di un movimento culturale portato avanti da
alcune donne e che investiva più piani, innanzitutto quello sociale, perciò parliamo
di contestazione e ridefinizione dello statuto della donna. Possiamo dire che si parla
di femminismo, in quanto questa donne che animavano questi salotti culturali,
donne che si definivano preziose, cercavano innanzitutto di cambiare quello che era
lo statuto e la condizione sociale della donna, anche aristocratica, che comunque era
considerata sottomessa all’uomo. Quindi in questo periodo si cerca di ridefinire lo
statuto della donna, deve essere emancipata socialmente, moralmente,
psicologicamente dall’uomo (parliamo di classi sociali elevate).
 Culla del Preziosismo è l’Hotel de Rambouillet
 Radici storiche della protesta
Libelli per sollecitare le donne a uscire dalla servitù:
- Montaigne, Essais, libro III, capit 5: uguaglianza di uomini e donne
- Marie da Gournay (allieva prediletta di Montaigne), L’uguaglianza fra uomini e
donne (1622)
Il femminismo in Francia si afferma nel 600 con le Preziose ma era già presente del 500,
vengono infatti pubblicati già nel 500 una serie di pamphlet che rivendicavano
l’uguaglianza fra i sessi.

In che consiste il Preziosismo:


- Ha un aspetto mondano (sofisticato)
presuppone codici che servono da segni di riconoscimento sociale e intellettuale;
si danno nomi d’artisti;
si praticano giochi letterari;
si ricorre a un vocabolario raffinato e metaforico;
si codifica la sociabilità: si legifera sulla moda e sull’arte della conservazione
- Aspetto morale
si definisce il rapporto fra i sessi. Le Preziose devono ”incivilire” i sentimenti e i
comportamenti maschili rovesciano la dinamica serva-padrone;
si rigetta la sessualità a favore del sentimento amoroso inscritto nel codice cortese,
sentimento contro la passione (Amore è un paese/sentimento complesso: Carte du
Tendre)

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La carta del Paese di Tenerezza inventata da Madeleine de Scudéry, e pubblicata nel
romanzo Clelia nel 1654, descrive una specie di mappa del sentimento cui si snodano i
percorsi degli amori felici e infelici. All’interno di quel compito che si erano date le
preziose, ossia di incivilire i sentimenti maschili, c’era l’idea che si dovesse dare
un’indicazione precisa agli uomini su come procedere per corteggiare le donne, il
corteggiamento sostituisce il libertinismo, la passione. Le Preziose creano appunto questa
mappa che rappresenta i tre percorsi che un uomo potrebbe compiere per accedere al
sentimento, all’amore della donna.
Clelia ha immaginato che si potesse provare della tenerezza per tre diverse cause: o per una
grande stima o per riconoscenza o per inclinazione. Di questi tre percorsi solo uno, quello
centrale, è quello sicuro. Se il corteggiatore cominciando dal suo percorso se prosegue
andando dritto arriva alla Tendre sur Inclination, villaggio he rappresenterebbe il cuore
della donna, per poi arrivare alla fine del percorso.
Però cosa dice Mme de Scudéry: l’uomo è debole e potrebbe facilmente sbagliare
l’approccio con la donna e giungere quindi al Lago dell’Indifferenza, Lac d’Indiference
(indifferenza della donna dinanzi al corteggiamento), oppure a sinistra lì dove troviamo il
mare in tormenta, il che mette in evidenza il pericolo in cui l’uomo può incorrere.
Adiacente alla strada principale, troviamo a destra e a sinistra due percorsi che conducono
comunque alla Tenerezza.
- Il percorso di destra alla Tendre sur Estime, alla Tenerezza per Stima, cioè la donna alla
fine si concede all’uomo per Stima; tuttavia, ci dice Mme de Scudery che l’uomo se si
distrae dall’obiettivo prefissato, può deviare verso il Lago dell’Indifferenza, in cosa consiste
questo percorso errato: nella Negligenza, nella Ingiustizia, nella Leggerezza, nell’Oblio.
- Il percorso di sinistra alla Tendre sur Reconessance, alla Tenerezza per Riconoscenza;
alcune delle azioni da compiere sono: la Compiacenza è un valore assoluto 600esco,
tutt’ora si dice che per far funzionare i matrimoni bisogna essere compiacenti, la
compiacenza aiuta a rasserenare gli animi e soprattutto a gratificare il partner, la
Sottomissione (questa parola è indicativa del rovesciamento del rapporto fra i sessi, è
l’uomo che deve sottomettersi alla donna secondo il codice cortese e non il contrario), le
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Piccole Attenzioni, Sensibilità, Obbedienza, per giungere poi alla fine alla Tenerezza per
Riconoscenza. Ma anche qui a un certo punto del percorso il corteggiatore può
intraprendere una via sbagliata e cadere nella Indifferenza, Perfidia, Maldicenza,
Cattiveria, tra l’altro l’Orgoglio è rappresentato come un vero e proprio ostacolo, un monte.
Questo percorso errato porta ad una tempesta, sono le 4 qualità peggiori quindi è
impossibile che un rapporto possa decollare.

Il sostantivo Ridicole viene utilizzato coscientemente da Molière per far riferimento alla
cultura alta che è il Preziosismo, però l’aggettivo RIDICOLE denuncia già le persone
contro cui si scaglia quest’opera di Molière, e quindi non contro le vere Preziose, ma contro
coloro che vogliono imitare le vere Preziose e che proprio inadeguatezza a causa della loro
classe sociale, risultano Ridicole. A pag.272 “Avrei voluto far vedere che essa non […]
materia della commedia”. Questa tipologia di prefazione la troveremo in tutte le pièce di
Molière in quanto servono a combattere anticipatamente le obiezioni che vengono rivolte;
la paura di Molière in questo caso fosse proprio che le vere Preziose potessero sentirsi
colpite da questa pièce, ma spiega che si tratta di una satira “onesta e lecita”, lecita perché
lui se la prende con coloro che imitano le vere Preziose. Molière fondamentalmente dice
che non può essere accusato perché da sempre la commedia rappresenta le cattive
imitazioni, quello che lui farà è quello di ridicolizzare le FALSE PREZIOSE perché queste
sono delle cattivi imitatrici che rappresentano un modello alto.
L’opera mette in scena le azioni di due servi incaricati dai loro padroni di prendere in giro
le due false preziose, cercando così di sedurle. Fondamentalmente la fonte di comicità
deriva da questi imitatori, da un lato dalle due false preziose ma l’altra fonte di comicità
deriva da questi due servi, i quali devono imitare i gran signori. La differenza è che mentre
le False Preziose dall’inizio vengono colpite dal ridicolo che Molière scaglia su di loro,
perché sono inconsapevoli di essere ridicole, credono davvero di essere delle Preziose,
quindi è una commistione di ingenuità e inconsapevolezza del fatto che sono delle borghesi
che imitano modelli alti; i servi invece sono imitatori consapevoli, sanno benissimo di non
essere dei Signori e che devono assumere questi ruoli incaricati dai padroni. Se questo
all’inizio dovrebbe salvare i servi perché stanno facendo solo quello che i loro padroni
hanno ordinato, a un certo punto anche loro verranno colpiti dal ridicolo (colpiti anche
fisicamente in scena) perché dimenticano, iniziano a prenderci del piacere a svolgere
questi ruoli e sostanzialmente si dimenticano che non dovrebbero provare piacere a
recitare la commedia ma devono essere semplicemente degli esecutori.

SCENA PRIMA
LA GRANGE, DU CROISY.

La pièce si apre in un atto unico, è ancora una farsa, e si apre con i due signori, che sono
già stati trattati male, e questa scena in qualche maniera ha come funzione la
teatralizzazione del racconto, perché non si limitano solamente a riportare dei fatti
accaduti, ma attraverso la scelta delle parole sembra proprio che noi possiamo visivamente
vivere quello che le Preziose hanno fatto.
“A stento sono riuscite a portarci delle sedie” = perché questa frase è importante perché
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una delle regole dell’honneteté è quella di chiedere immediatamente ai servi di portare
delle sedie agli ospiti, quindi è un campanello d’allarme, una spia di inappartenenza a una
certa classe sociale; quindi vengono meno a questa prima regola;
“Non ho mai visto parlarsi tanto all’orecchio” = tutt’ora si capisce che è segno di cattiva
educazione
“Tanto sbadigliare” = visivamente ci immaginiamo la scena, se uno sbadiglia mentre
l’altro parla si viene meno ad alcuni codice della politesse, per indicare appunto l’eleganza
nei modi
“Tanto stropicciarsi gli occhi e domandarsi in continuazione che ore sono” “hanno
risposto più si o no alle loro domande” = non avevano voglia di fare conversazione quando
invece una delle regole principale dell’honneteté è la capacità di conversare
indipendentemente dagli argomenti, l’arte della conversazione è il segno distintivo di una
classe sociale culturale elevata.
Questo racconto è fondamentale perché pur essendo un racconto il cui compito dovrebbe
essere quello di riportare un’azione compiuta in precedenza, ha sicuramente un effetto
parodico; già da queste poche frasi che ci vengono riportate da La Grange capiamo come le
Preziose in oggetto ossia Cathos e Magdelon costituiscono una parodia delle vere Preziose,
in quando le vere Preziose non avrebbero mai assunto un atteggiamento del genere. E
quindi al tempo stesso anche un atteggiamento metateatrale perché appunto rimanda a
quella mancanza di riguardi che le false Preziose hanno avuto e che il racconto mette in
scena attraverso questa scelta.
C’è però un secondo aspetto su cui dobbiamo soffermarci L’intento di vendicarsi =
perché i due signori decidono di incaricare i loro servi di sedurre le false Preziose? Proprio
per vendicarsi del trattamento subito, quindi in questo caso vediamo come ridere di
qualcuno significa anche potersi vendicare : “reciteremo una commedia” in francese
“jouerons une pièce” ma vuol dire anche, quindi duplice significato, “giocare un
brutto tiro”, questa recita darà loro la possibilità di giocare un brutto tiro, cioè di
vendicarsi delle Preziose. È un’espressione ambivalente che rimanda a entrambe
le azioni.

17/03/2022

SCENA IV
Cathos pronuncia la Carte du Tendre. Molière non fa la parodia della Carte du Tendre,
bensì parodizza la cattiva lettura che le False Preziose fanno di questa Carte du Tendre.
Lui, come abbiamo detto, non intende fare la parodia delle Preziose che sono un modello
alto, ma vuole fare la parodia delle cattive imitatrici delle Preziose; ed ecco che la SCENA
IV è un esempio della cattiva imitazione, da parte delle False Preziose, delle vere Preziose.
DIFFERENZA = la prima differenza è sicuramente di natura sociale: le Preziose sono alto
borghesi aristocratiche e parigine, mentre le False Preziose sono borghesi e provinciali. In
questo caso tutto viene enfatizzato dalla differente classe sociale.
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In questa pièce ci troviamo di fronte al donchisciottismo delle F.P. (false preziose),
(donchisciottismo  ) cioè Cathos e Magdelon rivelano la loro maggiore comicità perché
interpretano male il messaggio culturale delle Preziose.
Cosa succede in questa scena?
Abbiamo innanzitutto una battuta di Magdelon in risposta al padre che chiede spiegazioni
del perché abbiano rifiutato i due pretendenti. Qual è la risposta chiara che più volte
ripetono? I due pretendenti mancano di galanteria; questo termine è fondamentale
perché ci riporta a una cultura galante tipica degli ambienti culturali, ma anche ci riporta ai
romanzi galanti che erano, accanto al teatro, il genere che maggiormente aveva successo in
questo periodo.
Nel 600 il romanzo galante era il romanzo maggiormente letto dalle donne, e
recuperano molto dal romanzo di avventura la nozione di ostacolo. Il romanzo galante è
incentrato sull’amore di due giovane perché al loro ricongiungimento si oppongono una
serie di ostacoli esterni. Questi romanzi galanti nel momento in cui non venivano letti da
donne colte e quindi abituate a saper interpretare, a leggere i testi, e soprattutto a
individuare la differenza tra la vita reale e la letteratura, il che ci rimanda alla sindrome del
donchisciottismo, appunto ciò che fanne le false preziose.
Le false preziose che erano borghese provenienti dalla provincia, da un lato, si
avvicinavano alla letteratura, alla cultura da poco tempo dal punto di vista storico sociale,
dall’altro non avendo esperienze di vita (sono appena arrivate a Parigi) non hanno la
possibilità di confrontare e vedere la differenza tra la vita con la letteratura; tutta la loro
comicità nasce da questa inadeguatezza a vivere in un posto socialmente e culturalmente
più elevato.
1) Primo aspetto : le false preziose accusano i veri aristocratici, i pretendenti galanti di
mancanza di galanteria perché la loro idea di galanteria non corrisponde alla realtà
ma alla letteratura; è importante vedere quanto loro si rifacciano alla letteratura:
loro che cosa contestano al corteggiamento dei due? Il fatto che questi parlassero di
matrimonio, e più volte dicono che parlare di matrimonio è come prendere il
romanzo dalla coda, perché nei romanzi galanti il matrimonio arrivava solo dopo
una serie di ostacoli, disavventure, quindi per loro il matrimonio corrispondeva solo
alla fine di un corteggiamento perché sostanzialmente era ciò che leggevano nei
testi.
Il discorso di Magdelon (p.281 fallo bene perché all’esame lo chiede spesso) è molto
divertente: per mostrare che cosa hanno sbagliato, in maniera oppositiva stilano il ritratto
del perfetto amante, ovvero colui che nel romanzo Clelia segue tutte le indicazioni date
dalla Carte du Tendre. Troviamo quindi alla base del discorso di Magdelon delle tappe ben
chiare:
 Per prima cosa dice che l’incontro deve avvenire in un luogo particolare, o al tempio
o durante una passeggiata, ergo al di là di questa prima regola non c’è possibilità, i
due pretendenti in questo caso si sono presentati in casa
 Ci devono essere degli ostacoli interiori ancor prima di quelli esteriori: la donna non
può manifestare subito il proprio interesse, quindi l’ostacolo che il corteggiatore
trova è un ostacolo interiore al ritegno della donna. Questo ritegno è uno degli
atteggiamenti che secondo il preziosismo (le vere preziose), la donna doveva
mostrare nei confronti del proprio corteggiatore. Quindi ci sono sempre dei rimandi

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alla cultura alta, al preziosismo, ma il problema da cui poi nasce il riso, è che le
Preziose Ridicole parodizzano questi atteggiamenti alti.
 Ostacoli esterni
 Ultima battuta di Magdelon del suo lungo discorso: Il matrimonio viene definito la
coda del romanzo; e poi l’aggettivo mercantile che qui viene utilizzato in maniera
ridicola. Le P.R. (Preziose ridicole) in realtà accusano il padre di mercantilismo,
accusa ambigua perché da un lato è vera: il matrimonio come contratto sociale è
un’istituzione borghese mercantile non aristocratica, anche se in questo periodo nel
600 i matrimonio si svolgono tra classi sociali equivalenti, però da una loro
prospettiva che non è una prospettiva storico sociale ma è una prospettiva letteraria
e mercantile, perché ha a che fare con un contratto e non con il sentimento. Da una
classe sociale a cui appartengono, la borghesia, loro accusano il padre di essere un
borghese utilizzando un’istituzione che però in questo momento è ancora
aristocratica perché i matrimoni combinati si fanno tra gli aristocratici. Le P.R.
oppongono queste istituzioni al sentimento. Questa scena in particolar modo la si
capisce solo se si fa un continuo riferimento alla cultura del preziosismo, a quella
letteratura che proveniva dagli ambienti preziosi.

Passando poi alla battuta successiva di Cathos, qui il riferimento alla letteratura galante è
esplicito perché dice che i due pretendenti non hanno mai visto la Carte du Tendre,
rimproverano ai due aristocratici di non seguire il percorso delineato dalla letteratura.
Quindi non solo la loro condotta è improntata su principi letterari ma richiedono anche dai
pretendenti un adeguamento a quel codice comportamentale che viene illustrato nella
Carte du Tendre, è l’esempio più esplicito di donchisciottismo.
Le altre giustificazioni che offre Cathos sono giustificazioni derivanti da alcune mancanze
di galanterie da parte dei due (p.283): frugalità nell’abbigliamento e aridità nella
conversazione. Le accuse che P.R. rivolgono ai due veri aristocratici si rivolteranno contro
di loro nel momento in cui entrano i falsi aristocratici perché le due P.R. apprezzeranno il
loro abbigliamento e la loro conversazione, quando proprio il loro abbigliamento e la loro
conversazione, agli occhi di tutti, sono in assoluto motivo di ridicolo, smascherano la loro
vera appartenenza sociale, e in questo le false preziose rivelano il loro aspetto più comico.
-(p.281) rimproverano la mancanza di accessori, e quella che per loro è la sobrietà
nell’abbigliamento è in realtà il segno distintivo della classe sociale aristocratica, ma loro
invece si aspettano ovviamente un abbigliamento molto più pomposo e anche condannano
l’aridità nella conversazione, che invece è simbolo dell’honneteté cioè la capacità di saper
adeguare gli argomenti al contesto e sul piano conversativo l’honneteté richiede anche la
capacità di non invadere con la propria parola lo spazio dell’altro. I due pretendenti sono
stati discreti (lo capiamo dalla prima scena quando riportano l’esperienza che hanno avuto
precedentemente), invece i falsi aristocratici eccederanno nella conversazione, parleranno
prevalentemente loro, sarà un sproloquio, quindi paradossalmente in questo passaggio si
vede come non siano in grado di cogliere gli aspetti del vero aristocratico.
Cathos parlando con Gorgibus (p.283) interviene dicendo che le due hanno cambiato
nome, utilizzano nomi d’arte non nomi di battesimo, chiaro rimando al preziosismo. Loro
però utilizzano nomi come Polissena utilizzato prevalentemente nelle commedie, quindi
non in un genere alto, oppure Aminta che rinvia al genere pastorale considerato un genere

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ibrido. Anche questo smaschera l’incapacità di mimare correttamente un comportamento
alto.
La vita non è imitazione della letteratura.
C’è sempre un desiderio triangolare alla base filosoficamente parlando: le P.R. non
desiderano un uomo perché piace quest’uomo, loro desiderano o accettano il
corteggiamento dell’uomo che si adegua a quel momento sociale alto che consente loro di
innalzarsi socialmente, per questo è triangolare.

SCENA V = Quello a cui fa riferimento Magdelon è all’ambizione, tipico sia del


romanzo che della commedia. L’apparenza è un concetto a doppio taglio, le preziose
ridicole pensano che la loro apparenza le dovrebbe portare ad uno stato più alto ma in
realtà appaiono esattamente come sono perché appaiono a uno strato sociale più basso.

SCENA VI = altra scena fondamentale perché ritroviamo un’altra fonte di comicità a


carico delle preziose che è il linguaggio : si fa uso per ben due volte di perifrasi in questa
scena, consiste nel non pronunciare determinate parole.
Lacché non poteva essere usato perché secondo le P.R. era un termine basso perciò
utilizzano “utile servitore”.
Un altro esempio è lo specchio che viene da loro chiamato “consigliere delle grazie”.
Qual è il senso del ricordo a queste perifrasi? È l’idea che un linguaggio raffinato e raro
possa nobilitare la loro immagine, il linguaggio infatti, che è un segno distintivo, è
l’elemento ancor più evidente dell’abbigliamento di provenienza socioculturale.
SEGNI DISTINTIVI nel 600 erano l’abbigliamento e il linguaggio. Quindi il
ricorso a un linguaggio più raffinato era la spia immediata della classe di appartenenza.
Le P.R. credono che ricorrendo alla perifrasi e dunque utilizzando questo linguaggio
“raffinato” potessero elevarsi socialmente; dove risiede però il ridicolo?
Decontestualizzano il linguaggio, cioè utilizzano in un contesto errato, inappropriato un
linguaggio raffinato, ossia con le serve. Certo non è alle serve che devono dimostrare di
appartenere ad una determinata classe sociale, infatti vengono qui derise proprio dal basso
quando la serve dice “Accidenti non so proprio che bestia sia, se volete che capisca bisogna
parlare come Cristo comanda”, a noi questa battuta fa ridere e pensiamo di ridere della
serva, ma in realtà è la serve che ci consente di gettare un riso aggressivo sulle false
preziose, è dal basso che vengono mascherate: la punizione di Molière drammaturgo è resa
possibile grazie al fatto che paradossalmente è proprio una classe sociale più bassa di loro a
punirle, smascherando l’inadeguatezza di quel linguaggio in quel contesto, e quindi noi
non ridiamo delle serve in quel momento bensì delle false preziose che vengono
smascherate della loro inadeguatezza proprio dalla classe più bassa. È allora una doppia
comicità perché proviene dal basso.
È importante come questa figura retorica, la perifrasi, ha una sua istanza aggressiva perché
in teoria nasce dal desiderio di occultamento (le due P.R. usando questo linguaggio
pensano di poter occultare la loro classe di appartenenza, la borghesia. In realtà proprio il
ricorso a un linguaggio raffinato usato per poter occultare la loro classe sociale ha l’effetto
opposto perché non sanno utilizzare in maniera adeguata il lessico). Mettersi in mostra in
maniera eccessiva.

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OSSERVAZIONI Ultimi 20 minuti su YouTube delle P.R. = All’inizio sia i servi che
le preziosi imitano: la differenza è però che i servi sono consapevoli di stare imitando, le
preziose ridicole no. Quindi all’inizio il riso dello spettatore dovrebbe essere rivolto
unicamente sulle false ridicole, gli altri stanno solo recitando una commedia ingaggiati dai
loro padroni.
Nella parte finale vediamo che i servi vengono puniti esattamente come vengono punite le
P.R., ma le preziose hanno una colpa dall’inizio, ossia di volere imitare le vere preziose e
accedere ad una classe sociale più alta. Il problema dei servi, che all’inizio sono
semplicemente degli strumenti della vendetta degli aristocratici, è che a un certo punto
iniziano a prenderci gusto, per cui la loro recitazione esorbita dal compito che gli era stato
assegnato, ed è per questo che viene introdotta in scena la punizione attraverso le
bastonate (elemento farsesco fondamentale). Questa punizione messa in scena da Molière
ha un significato sociale molto forte: i servi vengono puniti perché vogliono rovesciare le
gerarchie e lo vogliono fare con i loro vestiti, appropriandosi dell’abito, e quindi
dell’apparenza, che darebbe loro la possibilità di emergere.
C’è un problema di natura politica in questo caso: in questo periodo il re aveva avviato una
verifica dei titoli nobiliari, proprio perché molti si spacciavano per nobili. Quindi in questa
maniera Molière mette in scena quella che è la minaccia che dall’alto viene percepita dal re,
cioè che attraverso l’apparenza, gli abiti quindi che indossano i servi, le persone in grado
sociale più basso possano rovesciare le gerarchie e attribuirsi dei titoli nobiliari che non
hanno, esattamente quello che succede con i servi. Non è un caso che oltre a essere puniti
con le bastonate vengano anche spogliati (gesto simbolico importantissimo).
L’apparenza in questo momento è minacciosa perché non consente di vedere
la natura reale delle persone. È anche bizzarro il fatto che siano proprio i servi a un
certo punto a lamentarsi del gesto compiuto “Trattare in questo modo un Marchese, ecco
come va il mondo, la minima disgrazia ci rende spregevoli agli occhi di chi ci voleva
bene” “vana apparenza, nuda virtù” (SCENA XVI): i servi stanno dicendo che con la
vana apparenza e quindi grazie agli abiti nobiliari, venivano presi in considerazioni dalle
donne, mentre ore che sono nudi ma restano comunque virtuosi vengono disprezzati. È
proprio dal basso che arriva la critica alla società che appunto attribuisce
all’esteriorità il valorizzare l’apparenza.

SCENA XVII : Gorgibus se la prende con i libri, personificazioni dei letterati di coloro che
veicolano alcuni concetti fondamentali attraverso i libri. Mette in evidenza quello che
dall’inizio è chiaro ossia il donchisciottismo delle Preziose. Gorgibus quindi se la prende
con i libri, ma in realtà è con la cattiva interpretazione dei libri, l’incapacità di cogliere la
differenza tra i libri e la realtà. Il regista ha deciso di mettere fisicamente i libri in scena
proprio per creare questa opposizione tra la vita e i libri, rendere più visibile l’influenza che
questi libri, come se fossero delle persone, hanno esercitato sulle false preziose.

24/03/2022

DOM JUAN OU LE FESTIN DE PIERRE


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«Tout le plasir est dans le changement» «Tutto il piacere è nel cambiamento» è una
massima rappresentativa del personaggio di Don Giovanni, massima riassuntiva della sua
filosofia di vita. Cambiamento che si oppone alla costanza e alla fedeltà, parole chiave del
Preziosismo invece. Don Juan è il perfetto antieroe rispetto a quell’eroe che avevano
delineato le Preziose ed è in assoluto un modello di seduttore. (Ne le Diabolique c’è una
versione rovesciata del Don Giovanni)
Perché DOM con la M e non con la N? Perché il testo he viene considerato originale alla
base del mito è il Don Giovanni di Tirso de Molina, autore spagnolo. Nel 600 il DON
spagnolo nel momento in cui veniva tradotto in Francia presentava questa dicitura con la
M.
La pièce è stata rappresentata nel febbraio del 1665 al Palais Royal un anno dopo del
Tartufe. Ebbe una fortuna immediata, abbiamo ben 14 repliche invernali che si bloccano
poco prima della Pasqua; la compagnia di Molière infatti smette di portarla in scena dopo
Pasqua e tutte le versione che verranno rappresentate sono opera di Tomas Corneille
(fratello di Pierre Corneille) ma si penserà che sono pièces sue.
Perché sceglie il tema del seduttore? Perché nel 64 il Tartufe viene bloccato, quindi Molière
non poteva rischiare di rappresentare un’altra pièce che per la satira sociale dei costumi
potesse essere nuovamente bloccata o potesse suscitare scandalo. Dunque si rifà a un
modello popolare perché il Don Giovanni era un personaggio che circolava grazie alla
tradizione popolare. È vero che il Don Giovanni lo facciamo sempre risalire a Tirso de
Molina, ma in realtà Molière per creare una nuova versione del mito si rifà maggiormente a
quella versione che arriva in Francia attraverso la Commedia dell’arte.

PRIMA DI MOLIÈRE  - Commedia dell’Arte


- una commedia italiana perduta
-El Burlador de Sevilla di Tirso de Molina (1625)
- Il Don Giovanni di Andreini (1651)
-Il Convitato di pietra di Cicognini (1691)
- Le Festin de pierre ou le fils criminal di Dorimond (1658)
-Le Festin de pierre ou le fils criminel di Viliers (1660)

DOPO MOLIÈRE  - Don Giovanni Tenorio di Goldoni (Tragicommedia; 1735-


1736)
-Don Giovanni di Mozart (1786)

Don Giovanni seduce sempre donne socialmente inferiori a lui.


Nel momento in cui promette il matrimonio ad una donna di ceto inferiore, non le si
promette un sentimento ma un miglioramento sociale. Primo dato fondamentale, la falsa
promessa.
Questo Don Giovanni di Molière seduce sempre con la parola, non ci sono mai dei fatti, la
parola pronunciata da Don Giovanni è performativa, la parola sostituisce le azioni.
Una promessa è qualcosa che si dice a voce e quindi non arriva mai a concretizzarsi
nell’azione, dunque non le sposa, strategia seduttiva più efficace.
Seconda caratteristica del seduttore: la lista
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04/05/2022
JEAN RACINE, FEDRA

La prefazione è fondamentale, affronta 4 questioni:


- qual è il rapporto con la tradizione? Racine fa riferimento a Euripide, noi sappiamo
invece che si sofferma anche molto sulle varie fonti. Da questi lavori si capisce come la Fera
di Racine faccia riferimento a Seneca. Il primo personaggio di cui si occupa è ovviamente
Fedra. Come ha trattato questo personaggio? Ci dice che ha preso da Euripide il carattere
di Fedra. Perché Fedra di RACINE è così importante? Perché è l’esempio del personaggio
tragico delineato da Aristotele, personaggio che suscita passione e terrore. Perché la Fedra
di Racine può essere paragonata a Edipo? Perché è né completamente innocente è né
completamente colpevole.
Fedra nutre un desiderio incestuoso per il figliastro, ma non è completamente colpevole
perché il peccato le proviene dai suoi avi. Fedra in realtà sta subendo i peccati compiuti da
suo nonno, che svelando alcuni segreti di Venere con Marte aveva ovviamente colpito
Venere la quale a sua volta si è vendicata sulla stirpe del Sole (nonno di Fedra). Pasifae ha
avuto due figlie: Fedra e Arianna.
Fedra cerca disperatamente di opporsi a questo desiderio peccaminoso. Personaggio
quindi né completamente colpevole e né completamente innocente. L’idea giansenista è
che la passione è qualcosa di incontrollabile.
Non si può non provare compassione per Fedra.
Dopo aver sviluppato questo concetto fondamentale del carattere di Fedra, e quindi della
sua essenza tragica, Racine ci dice che per rendere più compassionevole Fedra la rende
meno odiosa: la calugna, quella che Enone inventa per poter discolpare Fedra, la sposta da
Fedra su Enone che in quanto confidente è un personaggio meno nobile rispetto ad una
principessa quale è Fedra.
Ci parla anche di Ippolito nella prefazione: Ippolito nella tradizione è visto come esente da
qualsiasi debolezza umana, non è colpito minimamente dall’amore; in questa versione
invece gli ha attribuito l’amore per Aricia, proveniente da una famiglia avversaria di
Ippolito.
Un’altra cosa fondamentale è che si può parlare di debolezza umana non solo perché cede
all’amore per una nemica, ma comunque viene visto come personaggio virtuoso,
nonostante accusato e calugnato decide di non infangare la reputazione di Fedra quando il
padre gli chiederà la sua versione dei fatti a cui non crederà.
A pag.157 ci dice proprio la questione sul teatro: avendo una formazione giansenista,
Racine ci tiene a precisare che il teatro è un genere morale, il teatro moralizza.
In questa tragedia il crimine non viene compiuto, ma Fedra viene punita, quindi persino
l’intenzione viene punita, non c’è possibilità di alleggerire il peso degli atti criminali seppur
questi non vengono compiuto. Il pensiero del crimine è orrore per il crimine anche se non
viene poi consumato.
Fondamentale nelle tragedie di Racine = dissidio interiore. Le scene più dramamtiche qui
sono infatti quelle in cui Fedra si confida o confessa.
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ATTO I, SCENA I = v.41-44 c’è l’incontro tra Ippolito e Teramene. In questa prima scena
ritroviamo la prima immagine di Fedra (non è ancora entrata) ma Teramene ci riferisce
esattamente com’è. Un personaggio sofferente e morente “Fedra colpita da un male che si
ostina di nascondere”
ATTO I SCENA 3 (da leggere integralmente) = il dissidio viene esplicitato da Enone. Una
serie di termini afferenti alla luce già ci inseriscono in un’atmosfera che opporrà sempre
luce e tenebre. Fedra vuole sfuggire alla vita e morire.
Il sole è in maiuscolo, perché al tempo stesso è sia l’astro del giorno che l’avo di Fedra.
Quindi Fedra ci dice che lo saluta per l’ultima volta perché andrà incontro alle tenebre e al
tempo stesso perché deciderà di morire. Si sottrarrà all’astro e al nonno.
Dissidio interiore tra ragione e passione. Il desiderio ha in lei il sopravvento sulla ragione
“gli dei me ne hanno tolto l’uso”, da subito dà la colpa agli dèi dei suoi peccati.
Rappresentazione della sofferenza di Fedra = questa immagine è a carico di Enone. Enone
insiste molto sui doveri della maternità, Fedra ha il dovere di vegliare sul figlio che
altrimenti verrebbe soppiantato da Ippolito.
Ripetizione dei termini fiamma, fiaccola per indicare da un lato l’amore e dall’altro la vita.
Racine mostra l’intenzione o il pensiero del crimine e tratta il pensiero del crimine
esattamente come il crimine. Dimostrazione di ciò è il fatto che Fedra si sta distruggendo
dal dolore, ci dà l’immagina di una donna anoressica in quanto non si nutre nemmeno più
per quanto si strugge dal dolore.
Preferisce morire piuttosto che confessare. Cos’è la confessione? Un atto enunciativo, la
confessione di un pensiero peccaminoso è un crimine. “per non fare una confessione così
peccaminosa io muoio”. Verbalizzare il pensiero significa per Fedra rendersi colpevole.
Principio di tutto è l’odio di Venere nei confronti del Sole. La prima ad essere colpita è la
madre di Fedra. Arianna è la seconda colpevole.
Fedra confessa anche l’identità della persona amata ma non pronuncia il suo nome, perché
verbalizzare un peccato ha lo stesso peso di compierlo quel peccato. Lei è incapace di
pronunciare il nome dell’amato.
Lungo racconto di Fedra che genera compassione, cerca di spiegare tutti i tentativi che ha
compiuto per resistere.
vv.305-306 = quello che prova per Ippolito non è un sentimento controllabile ma
l’espressione “è Venere tutta intera che azzanna la sua preda”, c’è un’idea di impossibilità
di difendersi e sottrarsi a Venere. “sottrarre al giorno una fiamma così nera” spiega
perché vuole uccidersi, per conservare il suo onore. In questo caso c’è una duplice
accezione della luce: Sole e Nonno. Lei sa di essere una peccatrice e pensa che uccidendosi
può sottrare alla stirpe di suo nonno il peccato, importantissimo l’ossimoro FIAMMA
NERA, la sua fiamma è nera perché è una passione colpevole che va colpita con la morte.
La prima motivazione che Enone dà a Fedra è di tipo politico. La richiama alla vita ma al
contempo al dovere, cioè preservando gli interessi del figlio. “con la morte di Teseo la
fiamma non è più nera, è una fiamma qualsiasi” la spinge, rivalutando il suo sentimento,
ATTO II = atto delle confessioni
ATTO II, SCENA I = v.436 e seguenti. Teseo è un don Giovanni, Ippolito è invece ostile al
gioco dell’amore. Aricia si pone in contrapposizione a Fedra. Fedra è orgogliosa di essere
stata scelta da Tese, ma Teseo offre il suo cuore ad altre mille persone. Aricia invece è
riuscita a toccare il cuore di un intoccabile. Fedra è orgogliosa di conquistare una persona
potente.
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ATTO II, SCENA V = Teseo, marito per il quale lei può nutrire dei sentimenti e il figlio
Ippolito in cui lei dice di ritrovare gli stessi lineamenti. Il primo passo che la spinge a
confessarsi è l’assimilazione del padre e figlio tramite analoghi tratti del viso.
Dopo l’associazione dei due uomini in virtù di un’assimilazione del volto, Fedra confonde
Ippolito e Teseo. Nella sua fantasia Ippolito è Teseo quindi lei può confessare la sua
confessione.
Monologo straziante di Fedra = Racine fa riferimento alla concezione giansenista
dell’impossibilità di imporsi con la volontà. Non esiste il libero arbitrio secondo il
giansenismo.
Lei è un Mostro; questo concetto della mostruosità ritornerà in tutta la tragedia.
Riferimento alla mostruosità morale di personaggi come Fedra che nutrono dei sentimenti
anormali e fortemente immorali come può essere l’incesto.
ATTO III, SCENA III = vv.839 fino alla fine
Ciò che spingerà Fedra a non morire è l’idea che lei ora ha di Ippolito, cioè in questo
aspetto la confidente mostra tutta la sua importanza. Da sempre i confidenti nelle tragedie
hanno il compito di trovare degli espedienti e far capire cosa è giusto fare (?)
Fedra riesce a convincersi che la calugna sia l’unica soluzione per la sua reputazione e la
salvezza del figlio.
Il silenzio viene richiesto da Enone per avvallare la dichiarazione che farà Teseo. Il silenzio
è l’occultamento di qualcosa. Essere trasparenti significa essere virtuosi per il giansenismo,
il silenzio è invece l’occultamento di qualcosa che dovrebbe rivelarsi.
ATTO IV, SCENA VI = è una scena importante: dialogo tra Fedra e Enone. Fedra ha visto
Teseo con l’idea di confessare la sua colpevolezza. Qui la confidente ha sempre, dal punto
di vista drammaturgico, un ruolo importante.
La gelosia è in questo caso un elemento moderno rispetto alla tradizione. Fedra stava per
ammettere la propria colpevolezza.
In questi versi ciò che più domina è l’invidia anziché la gelosia. Lei non è solo gelosa di
Aricia è invidiosa della felicità dei due. Principio dell’esclusione.
v.1256 = Punire con pene pesanti i due e in modo particolare Aricia. Si rende conto che ha
perso completamente la ragione e ritorna il sentimento di colpevolezza. Fedra si macchia
di un altro crimine: l’impostura.
v.1295 = Enone cerca ancora una volta di scusare, la confidente serve per riportare questo
sentimento di colpevolezza evidente. Forte opposizione tra DEI e UOMINI che in quanto
mortali devono subire la decisione degli dei.
Si rompe il vincolo affettivo tra lei e la confidente. Enone non riuscendo a sostenere alla
rottura si suiciderà.
ATTO V, SCENA ULTIMA = scena fondamentale perché Fedra muore in scena. Sappiamo
che Ippolito è morto travolto dai cavalli che si schiantano su di lui. finale di Ippolito
significativo: Ippolito riesce finalmente ad essere all’altezza del padre (il padre era un
uccisore di mostri), Ippolito muore da eroe, non è un caso che venga travolto dai cavalli:
(Ippolito era dedito all’equitazione), la sua colpa, cioè l’aver abbandonato i cavalli per
l’amore si rispecchia nella punizione, cioè essere ucciso proprio dai cavalli.

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