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Barocco o Marinismo
La lirica barocca e Giambattista Marino
Quando apparve (sorse, naque) il Barocco? In quale secolo?
Il Barocco → è stato un movimento estetico, ideologico e culturale sorto in Italia (e poi riveste
l‟intera Europa) tra la fine del ‟500 (XVI sec.) e l'inizio del ‟600 (XVII sec.), e durò fino alla fine
del ‟600 (XVII sec.) e l‟inizio del ‟700 (XVIII sec.).

Definizione del termine “Barocco”


L‟aggettivo “barocco”, in senso generico, indica qualcosa di stravagante, di bizzarro.
Il termine “barocco” deriverebbe dal sostantivo “baroco”, utilizzato in filosofia per indicare un
ragionamento cavilloso (cioè ragionamento sofistico, complicato, contorto).
Gli esponenti del Barocco sostengono che l‟arte deve suscitare stupore e meraviglia attraverso il
gusto per l‟insolito e il bizzarro. Perciò il Barocco è caratterizzato dall‟uso costante (frequente)
ed eccessivo di metafore bizzarre e inusitate (inconsuete).

Sfondo storico
Il barocco emerse in un periodo di crisi (caratterizzato da epidemie di peste, da crisi economiche
e dalle guerre di religione) e si svolse in un'epoca trasformata da (contraddistinta per) grandi
scoperte geografiche (le Americhe) e da nuove scoperte scientifiche (come quelle di Niccolò
Copernico e Galileo, che dimostrano che la terra non è al centro dell'universo).
In quel periodo:
1. iniziò a cambiare la percezione e la sensibilità della popolazione.
2. gli artisti vengono spinti a dubitare della realtà.
3. la Chiesa istituisce la censura e la repressione del libero pensiero facendo in modo,
quindi, di far pubblicare opere di argomento religioso.
Il „600 è anche definito come “il secolo del teatro”:
1. Gli spettacoli sono ricchi di improvvisazioni e musiche.
2. Una novità del teatro sono le maschere (personaggi fissi).
3. Nacque La Commedia dell‟Arte, le cui rappresentazioni erano tenute all'aperto con pochi
oggetti.
4. La Commedia dell'Arte trovò una vera e propria nemica nella chiesa riformata, la quale
osteggiò un tipo di rappresentazione che si riteneva blasfema, dove gli interpreti erano
animati da forze diaboliche, pericolosi turbatori della vita di tutti i giorni).
5. Tra i più famosi commediografi europei del „600 ci sono Shakespeare (1564-1616) [in
Inghilterra], Molière (1622 – 1673) e Racine (1639-1699) [in Francia].

Caratteristiche del Barocco


1. Nel Barocco, l'intellettuale non può affrontare i temi a lui preferiti poiché la chiesa
cattolica fu contro ogni idea di rinnovamento. Data la riduzione dei temi il maggior
intento degli intellettuali è quello di suscitare meraviglia nel lettore attraverso il ricorso
allo sperimentalismo formale. Perciò l‟arte nel „600 veniva concepita come forma e come
tono: i secentisti usarono tutti i mezzi adatti a meravigliare il lettore (Nel Barocco, l'opera
viene scritta con l'intento di stupire il lettore. / L‟arte barocca vuole essere strana,
meravigliosa, sbalorditiva, vuole colpire lo spettatore e il lettore al cuore e alla mente).
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2. La letteratura barocca è caratterizzata da uno stile stravagante e bizzarro: ornamento,


bizzarria ed esagerazione nella forma. I secentisti miravano ad affogare i lettori in un
mare di sonanti e colorite parole.
3. Secondo i secentisti, l‟arte è forma e linguaggio (povero e quasi nullo il contenuto a causa
delle restrizioni imposte dalla chiesa), eccessivi la forma e il linguaggio (usare parole
grosse, delle frasi ingegnose che non dicono nulla).
4. Concettismo barocco → La letteratura barocca è concettuale, cioè esprimere “un concetto
per mezzo di un altro molto diverso, trovando in cose dissimiglianti la simiglianza”. / Il
concetto è una metafora ingegnosa (La figura retorica prediletta dai poeti del Barocco è la
metafora). / Il ''concetto'' è un collegamento tra due immagini di diversi sensi per
meravigliare il lettore (es. voce pennuta).
5. In molte poesie barocche dedicate alle donne, queste perdono la loro tradizionale
immobilità e sono impegnate in innumerevoli e a volte strane azioni: si pettinano, si
specchiano, cuciono, saltano la corda, si tuffano, ballano etc., e alla donna bella si
affiancano serve, zingare e mendicanti e anche vecchie, sporche e pidocchiose.
6. Secondo i poeti del Barocco, l‟arte non è più “imitazione”, ma “finzione”; nel senso che
l‟arte non è più una semplice imitazione (riproduzione) della natura, ma è invece una vera
e propria ri-creazione della natura stessa.
7. L‟unica certezza della civiltà barocca è la coscienza dell'incertezza di tutte le cose e la
relatività dei rapporti tra le cose. Un celeberrimo (famoso) esempio di questa nuova
cultura è dato dal monologo di Amleto nell'omonima tragedia di William
Shakespeare ("Essere o non essere, questo è il dilemma"). Amleto dimostra di essere
l'eroe del dubbio, un antieroe lacerato dall'incertezza, in un mondo che ha perduto ogni
fiducia nelle capacità conoscitive della ragione.

Tematica / I temi prediletti dalla lirica barocca


Come abbiamo detto, i poeti della letteratura secentesca sembrano un po‟ bizzarri, i temi sono
poco sinceri e il contenuto appare povero (perché i temi costituiscono un pretesto, non per
interpretare un aspetto della vita, ma per comporre “pezzi” di bravura).
1. I temi prediletti dalla lirica barocca sono:
 l‟amore.
 la riflessione sulla fugacità del tempo e sulla morte.
 la rappresentazione fantastica della natura.
 la vanità della vita, le illusioni.
2. La letteratura barocca tende anche a:
 manifestare il senso di precarietà e di relativismo delle cose note e dei loro rapporti.
 ricercare una realtà sempre più sfuggente ed imprecisa.
 manifestare una chiara delusione per il mondo concreto, e una necessità di evadere
verso un mondo illusorio.

I generi letterari adottati dal Barocco


I generi più utilizzati dai letterati barocchi restano:
1. la lirica.
2. il poema epico.
3. il teatro (la commedia dell‟arte).
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Giambattista (Giovan Battista) Marino (Napoli 1569 – 1625) e il Marinismo


1. Giovan Battista Marino nacque a Napoli nel 1569 e morì a Napoli nel 1625.
2. Giovan Battista Marino fu il principale esponente del Barocco in Italia.
3. G.B.Marino è ritenuto (definito) un mago della parola. Nelle sue opere, troviamo:
 il gusto per l‟esagerazione,
 l‟utilizzo di artifici formali,
 la poetica della meraviglia,
 l‟attenzione eccessiva agli aspetti esteriori della realtà.
4. Giambattista Marino Pubblicò nel 1623 l‟Adone:
 L‟Adone è la sua opera più importante (il suo capolavoro).
 L'Adone è un poema mitologico dedicato a Luigi 13.
 L'Adone è un immenso poema epico formato da 20 canti (più di 5000 ottave) ed è il
poema più lungo della letteratura italiana.
 Il tema amoroso supera quello della guerra e non segue un ordine narrativo.
 L‟intreccio del grande poema mitologico è piuttosto scarno (cioè semplice,
sobrio): Adone (un giovane pastore) fa innamorare di sé Venere (dea della bellezza e
dell‟amore), suscitando l‟ira di Marte (dio della guerra) che, per vendicarsi, lo fa
uccidere da un cinghiale.
5. Marinismo → In Italia Giovan Battista Marino dette avvio alla corrente del marinismo.
 L‟autore ritiene che il fine del poeta sia la meraviglia, ovvero la capacità di sbalordire
il lettore attraverso la ricercatezza, l‟uso di parole ardite e accostamenti inconsueti,
tipici di un‟arte fine a se stessa.
 Il Marinismo è caratterizzato anche dal rifiuto della tradizione dei classicisti ritenuti
portatori di una poesia morta.
 L‟obiettivo principale del Marinismo fu quello di ricercare il nuovo e meravigliare il
lettore: il poeta deve destare stupore, meraviglia nel lettore e per riuscirci usa con
maestria tutti gli artifici retorici: analogie, antitesi, metafore, ecc.
6. Le opere di Marino ebbero grande successo e molti poeti lo imitarono.
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ELOGIO DELLA ROSA


Giambattista Marino
(Adone, Canto III, Ottave 156 -161)

Introduzione al testo

Antefatto:
Mentre cammina tra i boschi, Venere si punge il piede con la spina di una rosa bianca che,
spruzzata dal suo sangue, diventa per sempre di colore rosso. Venere si avvicina ad una fonte
d’acqua per pulirsi la ferita e vede il bellissimo Adone (un giovane pastore) addormentato, e se ne
innamora. Al risveglio il giovane vorrebbe fuggire, ma Venere lo prega di curarle il piede ferito.
Adone medica la ferita e da questo contatto nasce anche in lui l'amore. Ciò suscita la gelosia di
Marte che scaglia un cinghiale contro Adone, provocandone la morte. In questa poesia, la dea
Venere esprime tutta la sua gratitudine nei confronti della rosa, elogiandola in quanto questa rosa è
stata la causa del suo innamoramento e la proclama regina dei fiori). Il mito racconta che Venere si
innamora di Adone grazie a Cupido.

Simbologia della rosa nel testo:


La rosa è sacra a Venere e, in quanto tale, è simbolo della passione.
La rosa, nella tradizione lirica, è sempre simbolo della persona amata e qui, dunque, di Adone
stesso (qui l’elogio è apparentemente rivolto alla rosa, ma in verità è rivolto ad Adone stesso).
La rosa è tópos letterario antichissimo. Nella maggior parte dei modelli, come in Marino, la rosa è
simbolo di gioia, bellezza, amore ovvero di una concezione edonistica della vita.
L’elogio della rosa di Giovan Battista Marino (tratto dal canto III dell’Adone, ottave 156-161)
n. strofe n.v. Versi Parafrasi
1 Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura, Rosa, sorriso di Amore, creatura (opera eccelsa) del cielo,
rosa divenuta rossa per (a causa Nota: L’episodio della ferita di Venere spiega l’origine del
2 rosa del sangue mio fatta vermiglia, di) il mio sangue, colore rosso della rosa che fino a quel momento era bianca.
Nota: “Il sangue” è tipico elemento barocco.
3 pregio del mondo e fregio di natura, decoro (qualità / valore / pregio) del mondo e ornamento della natura,
vergine figlia della Terra e del Nota: L’accostamento fra “rosa”, “Terra” e “Sole” è per
Sole, sottolineare la loro unione e per indicare la loro inseparabilità.
4 della Terra e del Sol vergine figlia,
Nota: Qui la parola “figlia” viene a indicare che la rosa cresce
Ottava n. 156 grazie a due cose: il nutrimento della terra e la luce del sole.
5 d’ogni ninfa e pastor delizia e cura, [fonte di] delizia (gioia / piacere) e preoccupazione (pensiero) di ogni ninfa e [di ogni] pastore,
orgoglio (onore / vanto) della famiglia profumata [dei fiori]; / onore di tutta la famiglia (specie) dei
6 onor dell’odorifera famiglia;
fiori profumati;
tu detieni il primato di ogni forma di bellezza, / tu della bellezza possiedi il primato, / tu sei la
7 tu tien d’ogni beltà le palme prime,
prima in bellezza [tra tutti gli altri fiori],
Signora eccelsa tra i fiori comuni (tra tutti i fiori) Nota: Qui la rosa viene dipinta (descritta)
8 sopra il vulgo de’ fior donna sublime. [cioè regina dei fiori]. / regina sublime sopra il dal poeta come se fosse la regina
popolo dei fiori. (l’imperatrice) di tutti gli altri fiori.
9 Quasi in bel trono imperatrice altera Siedi (stai) [sullo stelo / sopra il tuo stelo] là dove (nel luogo in cui) sei nata come (come se fossi)
10 siedi colà su la nativa sponda; una superba (eccelsa) imperatrice sul suo (su di un) bel trono;
Un vorticare dolce e piacevole di brezze [primaverili] / Un vorticare di brezze dolci e piacevoli / Un
11 Turba d’aure vezzosa e lusinghiera
movimento d’aria gentile / Una schiera di venticelli aggraziati e carezzevoli
ti corteggia e ti accarezza [cercando di conquistare la tua attenzione e il tuo affetto con gentilezza e
12 ti corteggia d’intorno e ti seconda; complimenti] / ti fa la corte e ti asseconda / ti muove intorno come una corte e ti segue / ti
Ottava n. 157 accompagna formando un cerchio e ti segue compiaciuta;
13 e di guardie pungenti armata schiera e una schiera armata di guardie pungenti (spine appuntite) ti difende (protegge) da tutto e ti
14 ti difende per tutto e ti circonda. circonda da ogni parte (dappertutto) [ti difende da tutto ciò che ti circonda].
15 E tu fastosa del tuo regio vanto, E tu porti una corona d’oro [gli stami] e il manto porporino (un manto di porpora / un manto di
color rosso) [i petali], / (Hai gli stami color dell’oro e i petali color della porpora),
16 porti d’or la corona e d’ostro il manto. orgogliosa della tua regalità (della tua dignità regale / del tuo regio primato / del tuo vanto regale)
Rosso (porpora) dei giardini, ornamento (sfarzo / orgoglio / meraviglia / ornamento lussuoso) dei
17 Porpora de’ giardin, pompa de’ prati,
prati
germoglio (gemma) di primavera, luce Nota: Qui il poeta intende dire che la rosa (aprile) è la
18 gemma di primavera, occhio d’aprile, (occhio / splendore) di aprile parte più splendente di primavera così come l’occhio è
la parte più luminosa del viso.
19 di te le grazie e gli amoretti alati di te le Grazie [cioè le divinità] e gli Amoretti alati [cioè i Cupidi / i fanciulli]
Ottava n. 158
20 son ghirlanda a la chioma, al sen monile. fanno ghirlande per i capelli e gioielli per il seno.
21 Tu qualor torna agli alimenti usati Tu, quando (allorquando) un’ape gentile (snella / agile) o un Nota: Metaforicamente il vento
venticello leggero tornano a [suggére da te] gli alimenti consueti succhia il nettare della rosa.
22 ape leggiadra, o zeffiro gentile,
(il nettare)
23 dài lor da bere in tazza di rubini offri loro da bere gocce di rugiàda e di nettare in un càlice [rosso] come il rubino (nella tua corolla
24 rugiadosi licori e cristallini. del colore dei rubini)
Non si inorgoglisca il sole Nota: “Il sole” è presente in alcune ottave. Qui vediamo “la
25 Non superbisca ambizioso il sole
ambizioso rosa” gareggiare con “il sole”. Esattamente come il sole
di trionfare (troneggiare / emerge in mezzo a tutte le altre stelle perché è la più
26 di trionfar fra le minori stelle,
dominare) fra le stelle minori, luminosa, la rosa emerge in mezzo a tutti gli altri fiori.
27 chè ancor tu fra i ligustri e le viole perché tu mostri le tue grazie superbe e belle (i tuoi petali superbi e belli) [trionfando] anche
Ottava n. 159 (ancora) fra i ligustri e le viole.
28 scopri le pompe tue superbe e belle.
29 Tu sei con tue bellezze uniche e sole Con le tue bellezze incomparabili (ineguagliabili / uniche) tu sei
lo splendore di questi luoghi terreni (di questi luoghi terrestri / dei campi della terra), egli (il sole)
30 splendor di queste piagge, egli di quelle;
[lo è] (cioè è lo splendore di) di quelli (cioè di quei luoghi) [del cielo] (nelle disteste celesti)
31 egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo, egli (il sole) nella sua orbita è la rosa del cielo, tu (rosa) sul tuo stelo [sei] il sole della terra.
32 tu sole in terra ed egli rosa in cielo.
Ed è giusto che (E giustamente) i vostri desideri saranno Nota: In questa ottava, continua
33 E ben saran tra voi conformi voglie:
similari: il paragone fra “la rosa” e “il
tu sarai amante del sole, e il sole [lo] sarà di te (sarà amante di sole”, e vediamo che si crea un
34 di te fia ’l sole, e tu del sole amante.
te). rapporto d’amore. C’è anche un
35 ei delle insegne tue, de le tue spoglie egli (il sole), al suo sorgere, vestirà l’aurora (l’aurora nel sorta di scambio.
36 l’aurora vestirà nel suo levante. mattutino) del colore dei tuoi petali. Nota vv. 35-36: cioè quando il
Ottava n. 160 sole sorge, i suoi raggi si
37 Tu spiegherai ne’ crini e nelle foglie Tu distenderai (allargherai) nei [tuoi] petali e nelle [tue] foglie
38 la sua livrea dorata e fiammeggiante; la sua veste dorata e luminosa riflettono sui petali della rosa,
e per somigliargli (per somigliare al sole) e imitarlo (imitare il perciò l’aurora si dipinge del
39 e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, colore dei petali della rosa.
sole) completamente (in pieno)
[tu rosa] porterai sempre un piccolo sole dentro di te (nel tuo
40 porterai sempre un picciol sole in seno.
seno) [cioè il pistillo].
41 E perch’a me d’un tal servigio ancora E perché ancora [ci] si aspetta da me (E perché da me ci si aspetta ancora) una ricompensa di un
tale servizio (un piccolo dono che attesti la mia riconoscenza per il servizio che mi hai reso
42 qualche grata mercé render s’aspetta, [favorendo l’amore tra me e Adone]),
43 tu sarai sol tra quanti fiori ha Flora tu sola sarai la mia favorita, la mia diletta tra quanti fiori possiede la [dea] Flora. [cioè tu rosa sei la
44 la favorita mia, la mia diletta. dea della natura]
Ottava n. 161 45 E qual donna più bella il mondo onora E qualunque donna il mondo onora [come la] più bella, Nota: Qui il poeta intende dire
46 io vo’ che tanto sol bella sia detta, io voglio che sia detta (riconosciuta) bella soltanto questo: “E la donna più bella sia
quando ([per] quanto) ornerà le [sue] guance e le [sue] labbra del riconosciuta ancora più bella
47 quant’ornerà del tuo color vivace
tuo vivace (vivido) colore. – E qui tace. (E qui tace Venere / A quando il tuo colore vivace
questo punto Venere smette di parlare / Qui finiscono le parole ornerà le sue guance e le sue
48 e le gote e le labra. – E qui si tace. labbra”.
di Venere).
L’elogio della rosa di Giovan Battista Marino (tratto dal canto III dell’Adone, ottave 156-161)
n.v. Versi Lessico
1 Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura, Amor: sta per Dio dell’amore; fattura: creatura (latinismo);
2 rosa del sangue mio fatta vermiglia, fatta: divenuta; vermiglia: rossa (in origine era bianca);
Ottava n. 156

3 pregio del mondo e fregio di natura, pregio: decoro; fregio: ornamento;


4 della Terra e del Sol vergine figlia,
5 d’ogni ninfa e pastor delizia e cura, cura: preoccupazione;
6 onor dell’odorifera famiglia; onor: orgoglio, vanto; l’odorifera famiglia: la famiglia profumanta [dei fiori];
tien: detieni; beltà: bellezza; le palme prime: il primato (“La palma” è simbolo di vittoria, di trionfo, ed è
7 tu tien d’ogni beltà le palme prime,
attributo dei vincitori).
8 sopra il vulgo de’ fior donna sublime. sopra: tra; il vulgo de’ fior: i fiori comuni; donna: signora, la padrona del volgo dei fiori (dello stesso autore);
9 Quasi in bel trono imperatrice altera Quasi: come; in: su di; altera: superba;
10 siedi colà su la nativa sponda; siedi: stai [sopra il tuo stelo]; nativa: dove sei nata; sponda: stelo;
Ottava n. 157

11 Turba d’aure vezzosa e lusinghiera Turba d’aure: un vorticare di brezze [primaverili]; vezzosa e lusinghiera: dolci e piacevoli;
12 ti corteggia d’intorno e ti seconda; ti corteggia: ti muove intorno come una corte; ti seconda: ti accarezzano, ti segue;
13 e di guardie pungenti armata schiera guardie pungenti: spine;
14 ti difende per tutto e ti circonda. ti difende: ti protegge; per tutto: da ogni parte, dappertutto;
15 E tu fastosa del tuo regio vanto, fastosa: orgogliosa; regio: regale; vanto: dignità, regalità;
16 porti d’or la corona e d’ostro il manto. d’or la corona: una corona d’oro [gli stami]; d’ostro il manto: il manto porporino [petali];
17 Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, Porpora: rosso; de’: dei; pompa: ornamento lussuoso, orgoglio;
18 gemma di primavera, occhio d’aprile, gemma: germoglio; occhio: splendore, luce;
Ottava n. 158

19 di te le grazie e gli amoretti alati le grazie: le divinità; gli amoretti alati: i cupidi (personaggi mitologici)
20 son ghirlanda a la chioma, al sen monile. son ghirlanda: fanno ghirlande; a: per; la chioma: i loro capelli; al: per il; sen: seno; monile: gioielli;
21 Tu qualor torna agli alimenti usati qualor: quando; alimenti: cibi; usati: consueti; alimenti usati: il nettare;
22 ape leggiadra, o zeffiro gentile, ape leggiadra: un’ape gentile; zeffiro gentile: un venticello leggero;
23 dài lor da bere in tazza di rubini dài lor: offri loro; in tazza di rubini: in un calice [rosso] come il rubino, in un calice color rubino;
24 rugiadosi licori e cristallini. rugiadosi: di rugiada; licori: gocce; cristallini: nettare;
25 Non superbisca ambizioso il sole Non superbisca: Non s’inorgoglisca;
26 di trionfar fra le minori stelle, trionfar: troneggiare;
chè: perché; ancor: anche; ligustri: sono arbusti sempreverdi dai fiori bianchi e profumati; i ligustri e le viole:
Ottava n. 159

27 chè ancor tu fra i ligustri e le viole


piante nobili, i colori delle quali erano solitamente usati come attributi della bellezza femminile;
28 scopri le pompe tue superbe e belle. scopri: mostri; le pompe tue: le tue grazie;
29 Tu sei con tue bellezze uniche e sole uniche e sole: incomparabili;
queste piagge: i campi della terra, questi luoghi terreni (terrestri); egli: il sole; quelle: quei luoghi celesti (del
30 splendor di queste piagge, egli di quelle;
cielo);
31 egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo, egli: il sole; nel cerchio suo: nella sua orbita; tu: rosa;
32 tu sole in terra ed egli rosa in cielo. tu: cioè rosa; sole in terra: il sole della terra; egli: cioè il sole; rosa in cielo: la rosa del cielo;
33 E ben saran tra voi conformi voglie: ben: giustamente; tra voi [...] voglie: i vostri desideri; conformi: similari;
Ottava n. 160

34 di te fia ’l sole, e tu del sole amante. fia: lo sarà (cioè il sole sarà amante di te “rosa”);
35 ei delle insegne tue, de le tue spoglie ei: egli (cioè il sole); insegne: colore; delle insegne tue, de le tue spoglie: del colore dei tuoi petali;
36 l’aurora vestirà nel suo levante. nel suo levante: al suo sorgere;
37 Tu spiegherai ne’ crini e nelle foglie spiegherai: desiderai; ne’ crini: nei [tuoi] petali; nelle foglie: nelle [tue] foglie;
38 la sua livrea dorata e fiammeggiante; livrea: veste; fiammeggiante: luminosa;
39 e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, ritrarlo: somigliargli (cioè somigliare al sole); a pieno: completamente;
40 porterai sempre un picciol sole in seno. un picciol sole: un piccolo sole [cioè il pistillo]; in seno: dentro di te;
41 E perch’a me d’un tal servigio ancora a me: da me; servigio: servizio [che mi hai resofavorendo l’amore tra me e Adone];
42 qualche grata mercé render s’aspetta, qualche grata mercé render: una ricompensa;
Ottava n. 161

43 tu sarai sol tra quanti fiori ha Flora sol: sola; ha: possiede; Flora: la [dea] Flora;
44 la favorita mia, la mia diletta. diletta: prediletta;
45 E qual donna più bella il mondo onora qual: qualunque; più bella: [come la] più bella;
46 io vo’ che tanto sol bella sia detta, vo’: voglio; tanto sol: soltanto;
47 quant’ornerà del tuo color vivace quant’: [per] quanto; del: con il; vivace: vivido;
48 e le gote e le labra. – E qui si tace. le gote: le guance; le labra: le labbra;
L’elogio della rosa di Giovan Battista Marino (tratto dal canto III dell’Adone, ottave 156-161)
n.v. Versi Figure retoriche
Rosa, riso: paronomasia (l’accostamento di due parole molto simili fra loro); Rosa, riso d’Amor:
allitterazione (or); Rosa, riso d’Amor: metafora, personificazione (l’amore è descritto come se fosse una
1 Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura,
persona che ride); riso d’Amor, del Ciel fattura: chiasmo (il poeta pone vicini “Amor” e Ciel”, e all’astremità
del verso pone “riso” e “frattura”).
2 rosa del sangue mio fatta vermiglia, del sangue mio fatta vermiglia: anastrofe;
Ottava n. 156

3 pregio del mondo e fregio di natura, pregio […] fregio: paronomasia; pregio del mondo e fregio di natura: parallelismo;
della Terra e del Sol vergine figlia: anastrofe; della Terra e del Sol vergine figlia: metafora (la rosa viene
4 della Terra e del Sol vergine figlia, somigliata alla vergine figlia della Terra e del Sole; anche qui la Terra e il Sole vengono somigliate alla figura
della madre);
5 d’ogni ninfa e pastor delizia e cura, d’ogni ninfa e pastor delizia e cura: anastrofe; delizia e cura: antitesi;
6 onor dell’odorifera famiglia;
7 tu tien d’ogni beltà le palme prime, le palme prime: metafora (allude al ramo di palme che nel mondo antico veniva assegnato al vincitore);
Vulgo […] donna: antitesi fra il termine dispregiativo “vulgo” (popolo) e il termine “donna” (dal latino
8 sopra il vulgo de’ fior donna sublime.
“domina”, cioè signora); donna sublime: metafora (metafora della domina, cioè della padrona, della signora);
Quasi in bel trono imperatrice altera: similitudine, metafora (metafora della rosa regina / imperatrice);
9 Quasi in bel trono imperatrice altera
siedi colà su la nativa sponda: endiadi (figura retorica che esprime con due termini coordinati un unico
concetto. Qui “colà” ha lo stesso significato di “la nativa sponda”: ambedue indicano lo stelo dove è nata la
10 siedi colà su la nativa sponda; rosa); Quasi in bel trono imperatrice altera / siedi colà su la nativa sponda: anastrofe e enjambement;
11 Turba d’aure vezzosa e lusinghiera vezzosa e lusinghiera: endiadi;
Ottava n. 157

12 ti corteggia d’intorno e ti seconda; Turba d’aure vezzosa e lusinghiera / ti corteggia d’intorno e ti seconda: enjambement;
13 e di guardie pungenti armata schiera e di guardie pungenti armata schiera: metafora (le spine della rosa sono come delle guardie che la
proteggono da ogni male), anastrofe e perifrasi militare per indicare le spine che difendono la rosa;
14 ti difende per tutto e ti circonda.
e di guardie pungenti armata schiera / ti difende per tutto e ti circonda: enjambement;
15 E tu fastosa del tuo regio vanto, regio vanto: anastrofe e metafora (la rosa viene somigliata a una regina che ha una dignità regale);
d’or la corona: anastrofe e metafora (si riferisce ai gialli stami della rosa che sarebbero la sua corona d’oro);
d’ostro il manto: anastrofe e metafora (si riferisce ai rossi petali della rosa);
16 porti d’or la corona e d’ostro il manto.
d’or la corona e d’ostro il manto: parallelismo;
E tu fastosa del tuo regio vanto, / porti d’or la corona e d’ostro il manto: enjambement;
Porpora de’ giardin, pompa de’ prati: parallelismo e allitterazione (p);
17 Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, / gemma di primavera, occhio d’aprile: fitta sequenza di metafore,
secondo un procedimento tipico della poesia di Marino, particolarmente arguta quella dell’ “occhio d’aprile”: la
vivida lucentezza del colore della rosa viene somigliata alla luminosità degli occhi del viso. Qui il poeta intende
dire che la rosa (aprile) è la parte più splendente di primavera così come l’occhio è la parte più luminosa del
Ottava n. 158

18 gemma di primavera, occhio d’aprile,


viso
19 di te le grazie e gli amoretti alati di te le grazie e gli amoretti alati / son ghirlanda a la chioma, al sen monile:
20 son ghirlanda a la chioma, al sen monile. chiasmo (le Grazie / al sen monile, e gli amoretti alati / ghirlanda a la chioma).
21 Tu qualor torna agli alimenti usati [...] torna agli alimenti usati / ape leggiadra, o zeffiro gentile: metafora (anche il venticello sembra nutrirsi
22 ape leggiadra, o zeffiro gentile, di nettare, dal momento che ne diffonde il profumo); ape leggiadra, o zeffiro gentile: parallelismo;
tazza di rubini: metafora (calice rosso come il rubino per indicare “la corolla, i petali” che sono la parte più
23 dài lor da bere in tazza di rubini
appariscente del fiore costituita dal complesso dei petali, riunita all’interno del calice).
24 rugiadosi licori e cristallini.
Non superbisca ambizioso il sole: prosopopea / personificazione (il sole viene somigliato a una persona
25 Non superbisca ambizioso il sole
ambiziosa e orgogliosa di sé);
26 di trionfar fra le minori stelle,
27 chè ancor tu fra i ligustri e le viole
Ottava n. 159

28 scopri le pompe tue superbe e belle. superbe e belle: endiadi;


29 Tu sei con tue bellezze uniche e sole Tu sei con tue bellezze uniche e sole / splendor di queste piagge, egli di quelle: enjambement e metafora (la
rosa viene paragonata al sole);
30 splendor di queste piagge, egli di quelle;
di queste […] di quelle: antitesi (fra i luoghi terrestri e quelli celesti);
egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo: parallelismo;
31 egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo,
tu sole in terra ed egli rosa in cielo: parallelismo e due metafore (la rosa viene paragonata al sole e il sole
viene paragonato alla rosa);
32 tu sole in terra ed egli rosa in cielo.
egli […] tu […], tu […] egli […]: chiasmo;
33 E ben saran tra voi conformi voglie:
34 di te fia ’l sole, e tu del sole amante.
Ottava n. 160

35 ei delle insegne tue, de le tue spoglie delle insegne tue, de le tue spoglie: chiasmo;
36 l’aurora vestirà nel suo levante.
37 Tu spiegherai ne’ crini e nelle foglie
la sua livrea dorata e fiammeggiante: metafora (“i raggi del sole” vengono somigliati a un vestito dorato e
38 la sua livrea dorata e fiammeggiante;
luminoso);
39 e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, / porterai sempre un picciol sole in seno: enjambement;
40 porterai sempre un picciol sole in seno. un picciol sole: metafora (per indicare il pistillo);
41 E perch’a me d’un tal servigio ancora
42 qualche grata mercé render s’aspetta,
Ottava n. 161

43 tu sarai sol tra quanti fiori ha Flora fiori ha Flora: paronomasia;


44 la favorita mia, la mia diletta. la favorita mia, la mia diletta: chiasmo;
45 E qual donna più bella il mondo onora
46 io vo’ che tanto sol bella sia detta,
47 quant’ornerà del tuo color vivace
48 e le gote e le labra. – E qui si tace.

Nota:
Come si è visto, “le metafore” si moltiplicano, si intrecciano, scaturiscono addirittura l’una dall’altra, sono numerosissime perché il poeta intende creare
qualcosa di nuovo, suscitando lo stupore nei lettori.
11

Analisi del testo

Il paragone che il poeta fa tra la rosa e il sole:


In questa poesia vengono comparati due elementi ugualmente straordinari: infatti il poeta dice che
la rosa e il sole possono scambiarsi i ruoli: lui (Adone) rosa in terra e lei (Venere) rosa in cielo.
Quindi la rosa, librata tra cielo e Terra, nutrita di terra e acqua, è il tramite attraverso il quale l'uomo
(Adone) entra in contatto con la sorgente della vita: la femminilità di Venere.
La rosa è, quindi, il tramite (il ponte) che conduce Adone verso la sorgente della vita (Venere).

Il messaggio ideologico dell’equivalenza rosa = sole e del mito di Adone


La rosa rappresenta l’oggetto d’amore, Adone, che è creatura mortale e terrena. Il sole rappresenta,
invece, l’immortalità del cielo, dunque Venere. D’altra parte il sole dà la vita esattamente come
Venere che suscita l’amore e lo alimenta nelle anime delle persone. Il mito greco di Adone celebra
un concetto: attraverso l’amore, il terreno diventa divino e immortale. Questo è il significato della
congiunzione di Adone, uomo, con Venere, dea.

Aspetti del Barocco nel testo:


Il brano "Elogio della rosa" contiene i tratti peculiari della poesia di Marino e della poesia barocca
in genere:
1. L'esigenza di descrivere la realtà fin nei suoi minuti particolari;
2. L'abbondanza di figure retoriche ed in particolare di metafore (perché l’intento del poeta è
quello di suscitare lo stupore nel lettore);
3. Il ritmo musicale.
4. Il concettismo barocco nel poema di Marino: attraverso le metafore si crea
un'interscambiabilità fra i diversi elementi della natura (rosa/sole, terra/cielo ecc.) che dà
vita ad un processo metamorfico. Si veda in particolare l'ottava 159, interamente fondata sul
rapporto analogico sole-rosa, con un tipico gioco di concettismo: il sole tra le altre stelle è
come la rosa tra gli altri fiori.

Forma metrica:
Questo poema di Marino è scritto in ottave. Schema ABABABCC (primi 6 versi rima alternata –
ultimi 2 versi rima baciata).

La novità di Giambattista Marino in questa poesia:


Il poeta riprende un mito già raccontato da Ovidio in 73 versi, riscrivendolo in 40 mila versi.
Marino non intende imitare Ovidio, bensì mettersi in competizione con lui. Il poeta in un certo
senso si mette in competizione con tutti gli scrittori classici che avevano già descritto poeticamente
la rosa. Marino quindi, vuole dimostrare di essere un poeta nuovo, che è in grado di dire cose nuove
su un argomento già trattato da tanti altri grandi scrittori che è la descrizione di un fiore.
Marino vuole dimostrare la sua bravura, la sua eloquenza, perciò il suo interesse è anche
concentrarsi sui giochi metaforici che sono il tratto distintivo della pratica metaforica del ’600.

Meraviglie di metafore:
L'autore esibisce la propria abilità retorica in questa poesia, teso a destare nel lettore non
commozione ma ammirazione e meraviglia.
Nell'ottava 156, ad esempio, la rosa è definita in ben nove modi diversi, tutti elogiativi: riso,
fattura, pregio, fregio, figlia, delizia e cura, onor, donna.
Nell'ottava 157, poi, una metafora banale - la rosa regina dei fiori - è rinnovata attraverso il gioco
della metafora continuata, e richiama la vita di corte e il suo sfarzo con autentico sfoggio di
bravura: se la rosa è regina, donna (signora) del vulgo e l'imperatrice dei fiori, allora le spine
diventano le guardie, i venti il corteggio, gli stami la corona, i petali il mantello di porpora.

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