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Barocco o Marinismo
La lirica barocca e Giambattista Marino
Quando apparve (sorse, naque) il Barocco? In quale secolo?
Il Barocco → è stato un movimento estetico, ideologico e culturale sorto in Italia (e poi riveste
l‟intera Europa) tra la fine del ‟500 (XVI sec.) e l'inizio del ‟600 (XVII sec.), e durò fino alla fine
del ‟600 (XVII sec.) e l‟inizio del ‟700 (XVIII sec.).
Sfondo storico
Il barocco emerse in un periodo di crisi (caratterizzato da epidemie di peste, da crisi economiche
e dalle guerre di religione) e si svolse in un'epoca trasformata da (contraddistinta per) grandi
scoperte geografiche (le Americhe) e da nuove scoperte scientifiche (come quelle di Niccolò
Copernico e Galileo, che dimostrano che la terra non è al centro dell'universo).
In quel periodo:
1. iniziò a cambiare la percezione e la sensibilità della popolazione.
2. gli artisti vengono spinti a dubitare della realtà.
3. la Chiesa istituisce la censura e la repressione del libero pensiero facendo in modo,
quindi, di far pubblicare opere di argomento religioso.
Il „600 è anche definito come “il secolo del teatro”:
1. Gli spettacoli sono ricchi di improvvisazioni e musiche.
2. Una novità del teatro sono le maschere (personaggi fissi).
3. Nacque La Commedia dell‟Arte, le cui rappresentazioni erano tenute all'aperto con pochi
oggetti.
4. La Commedia dell'Arte trovò una vera e propria nemica nella chiesa riformata, la quale
osteggiò un tipo di rappresentazione che si riteneva blasfema, dove gli interpreti erano
animati da forze diaboliche, pericolosi turbatori della vita di tutti i giorni).
5. Tra i più famosi commediografi europei del „600 ci sono Shakespeare (1564-1616) [in
Inghilterra], Molière (1622 – 1673) e Racine (1639-1699) [in Francia].
Introduzione al testo
Antefatto:
Mentre cammina tra i boschi, Venere si punge il piede con la spina di una rosa bianca che,
spruzzata dal suo sangue, diventa per sempre di colore rosso. Venere si avvicina ad una fonte
d’acqua per pulirsi la ferita e vede il bellissimo Adone (un giovane pastore) addormentato, e se ne
innamora. Al risveglio il giovane vorrebbe fuggire, ma Venere lo prega di curarle il piede ferito.
Adone medica la ferita e da questo contatto nasce anche in lui l'amore. Ciò suscita la gelosia di
Marte che scaglia un cinghiale contro Adone, provocandone la morte. In questa poesia, la dea
Venere esprime tutta la sua gratitudine nei confronti della rosa, elogiandola in quanto questa rosa è
stata la causa del suo innamoramento e la proclama regina dei fiori). Il mito racconta che Venere si
innamora di Adone grazie a Cupido.
11 Turba d’aure vezzosa e lusinghiera Turba d’aure: un vorticare di brezze [primaverili]; vezzosa e lusinghiera: dolci e piacevoli;
12 ti corteggia d’intorno e ti seconda; ti corteggia: ti muove intorno come una corte; ti seconda: ti accarezzano, ti segue;
13 e di guardie pungenti armata schiera guardie pungenti: spine;
14 ti difende per tutto e ti circonda. ti difende: ti protegge; per tutto: da ogni parte, dappertutto;
15 E tu fastosa del tuo regio vanto, fastosa: orgogliosa; regio: regale; vanto: dignità, regalità;
16 porti d’or la corona e d’ostro il manto. d’or la corona: una corona d’oro [gli stami]; d’ostro il manto: il manto porporino [petali];
17 Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, Porpora: rosso; de’: dei; pompa: ornamento lussuoso, orgoglio;
18 gemma di primavera, occhio d’aprile, gemma: germoglio; occhio: splendore, luce;
Ottava n. 158
19 di te le grazie e gli amoretti alati le grazie: le divinità; gli amoretti alati: i cupidi (personaggi mitologici)
20 son ghirlanda a la chioma, al sen monile. son ghirlanda: fanno ghirlande; a: per; la chioma: i loro capelli; al: per il; sen: seno; monile: gioielli;
21 Tu qualor torna agli alimenti usati qualor: quando; alimenti: cibi; usati: consueti; alimenti usati: il nettare;
22 ape leggiadra, o zeffiro gentile, ape leggiadra: un’ape gentile; zeffiro gentile: un venticello leggero;
23 dài lor da bere in tazza di rubini dài lor: offri loro; in tazza di rubini: in un calice [rosso] come il rubino, in un calice color rubino;
24 rugiadosi licori e cristallini. rugiadosi: di rugiada; licori: gocce; cristallini: nettare;
25 Non superbisca ambizioso il sole Non superbisca: Non s’inorgoglisca;
26 di trionfar fra le minori stelle, trionfar: troneggiare;
chè: perché; ancor: anche; ligustri: sono arbusti sempreverdi dai fiori bianchi e profumati; i ligustri e le viole:
Ottava n. 159
34 di te fia ’l sole, e tu del sole amante. fia: lo sarà (cioè il sole sarà amante di te “rosa”);
35 ei delle insegne tue, de le tue spoglie ei: egli (cioè il sole); insegne: colore; delle insegne tue, de le tue spoglie: del colore dei tuoi petali;
36 l’aurora vestirà nel suo levante. nel suo levante: al suo sorgere;
37 Tu spiegherai ne’ crini e nelle foglie spiegherai: desiderai; ne’ crini: nei [tuoi] petali; nelle foglie: nelle [tue] foglie;
38 la sua livrea dorata e fiammeggiante; livrea: veste; fiammeggiante: luminosa;
39 e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, ritrarlo: somigliargli (cioè somigliare al sole); a pieno: completamente;
40 porterai sempre un picciol sole in seno. un picciol sole: un piccolo sole [cioè il pistillo]; in seno: dentro di te;
41 E perch’a me d’un tal servigio ancora a me: da me; servigio: servizio [che mi hai resofavorendo l’amore tra me e Adone];
42 qualche grata mercé render s’aspetta, qualche grata mercé render: una ricompensa;
Ottava n. 161
43 tu sarai sol tra quanti fiori ha Flora sol: sola; ha: possiede; Flora: la [dea] Flora;
44 la favorita mia, la mia diletta. diletta: prediletta;
45 E qual donna più bella il mondo onora qual: qualunque; più bella: [come la] più bella;
46 io vo’ che tanto sol bella sia detta, vo’: voglio; tanto sol: soltanto;
47 quant’ornerà del tuo color vivace quant’: [per] quanto; del: con il; vivace: vivido;
48 e le gote e le labra. – E qui si tace. le gote: le guance; le labra: le labbra;
L’elogio della rosa di Giovan Battista Marino (tratto dal canto III dell’Adone, ottave 156-161)
n.v. Versi Figure retoriche
Rosa, riso: paronomasia (l’accostamento di due parole molto simili fra loro); Rosa, riso d’Amor:
allitterazione (or); Rosa, riso d’Amor: metafora, personificazione (l’amore è descritto come se fosse una
1 Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura,
persona che ride); riso d’Amor, del Ciel fattura: chiasmo (il poeta pone vicini “Amor” e Ciel”, e all’astremità
del verso pone “riso” e “frattura”).
2 rosa del sangue mio fatta vermiglia, del sangue mio fatta vermiglia: anastrofe;
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3 pregio del mondo e fregio di natura, pregio […] fregio: paronomasia; pregio del mondo e fregio di natura: parallelismo;
della Terra e del Sol vergine figlia: anastrofe; della Terra e del Sol vergine figlia: metafora (la rosa viene
4 della Terra e del Sol vergine figlia, somigliata alla vergine figlia della Terra e del Sole; anche qui la Terra e il Sole vengono somigliate alla figura
della madre);
5 d’ogni ninfa e pastor delizia e cura, d’ogni ninfa e pastor delizia e cura: anastrofe; delizia e cura: antitesi;
6 onor dell’odorifera famiglia;
7 tu tien d’ogni beltà le palme prime, le palme prime: metafora (allude al ramo di palme che nel mondo antico veniva assegnato al vincitore);
Vulgo […] donna: antitesi fra il termine dispregiativo “vulgo” (popolo) e il termine “donna” (dal latino
8 sopra il vulgo de’ fior donna sublime.
“domina”, cioè signora); donna sublime: metafora (metafora della domina, cioè della padrona, della signora);
Quasi in bel trono imperatrice altera: similitudine, metafora (metafora della rosa regina / imperatrice);
9 Quasi in bel trono imperatrice altera
siedi colà su la nativa sponda: endiadi (figura retorica che esprime con due termini coordinati un unico
concetto. Qui “colà” ha lo stesso significato di “la nativa sponda”: ambedue indicano lo stelo dove è nata la
10 siedi colà su la nativa sponda; rosa); Quasi in bel trono imperatrice altera / siedi colà su la nativa sponda: anastrofe e enjambement;
11 Turba d’aure vezzosa e lusinghiera vezzosa e lusinghiera: endiadi;
Ottava n. 157
12 ti corteggia d’intorno e ti seconda; Turba d’aure vezzosa e lusinghiera / ti corteggia d’intorno e ti seconda: enjambement;
13 e di guardie pungenti armata schiera e di guardie pungenti armata schiera: metafora (le spine della rosa sono come delle guardie che la
proteggono da ogni male), anastrofe e perifrasi militare per indicare le spine che difendono la rosa;
14 ti difende per tutto e ti circonda.
e di guardie pungenti armata schiera / ti difende per tutto e ti circonda: enjambement;
15 E tu fastosa del tuo regio vanto, regio vanto: anastrofe e metafora (la rosa viene somigliata a una regina che ha una dignità regale);
d’or la corona: anastrofe e metafora (si riferisce ai gialli stami della rosa che sarebbero la sua corona d’oro);
d’ostro il manto: anastrofe e metafora (si riferisce ai rossi petali della rosa);
16 porti d’or la corona e d’ostro il manto.
d’or la corona e d’ostro il manto: parallelismo;
E tu fastosa del tuo regio vanto, / porti d’or la corona e d’ostro il manto: enjambement;
Porpora de’ giardin, pompa de’ prati: parallelismo e allitterazione (p);
17 Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, Porpora de’ giardin, pompa de’ prati, / gemma di primavera, occhio d’aprile: fitta sequenza di metafore,
secondo un procedimento tipico della poesia di Marino, particolarmente arguta quella dell’ “occhio d’aprile”: la
vivida lucentezza del colore della rosa viene somigliata alla luminosità degli occhi del viso. Qui il poeta intende
dire che la rosa (aprile) è la parte più splendente di primavera così come l’occhio è la parte più luminosa del
Ottava n. 158
35 ei delle insegne tue, de le tue spoglie delle insegne tue, de le tue spoglie: chiasmo;
36 l’aurora vestirà nel suo levante.
37 Tu spiegherai ne’ crini e nelle foglie
la sua livrea dorata e fiammeggiante: metafora (“i raggi del sole” vengono somigliati a un vestito dorato e
38 la sua livrea dorata e fiammeggiante;
luminoso);
39 e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, e per ritrarlo ed imitarlo a pieno, / porterai sempre un picciol sole in seno: enjambement;
40 porterai sempre un picciol sole in seno. un picciol sole: metafora (per indicare il pistillo);
41 E perch’a me d’un tal servigio ancora
42 qualche grata mercé render s’aspetta,
Ottava n. 161
Nota:
Come si è visto, “le metafore” si moltiplicano, si intrecciano, scaturiscono addirittura l’una dall’altra, sono numerosissime perché il poeta intende creare
qualcosa di nuovo, suscitando lo stupore nei lettori.
11
Forma metrica:
Questo poema di Marino è scritto in ottave. Schema ABABABCC (primi 6 versi rima alternata –
ultimi 2 versi rima baciata).
Meraviglie di metafore:
L'autore esibisce la propria abilità retorica in questa poesia, teso a destare nel lettore non
commozione ma ammirazione e meraviglia.
Nell'ottava 156, ad esempio, la rosa è definita in ben nove modi diversi, tutti elogiativi: riso,
fattura, pregio, fregio, figlia, delizia e cura, onor, donna.
Nell'ottava 157, poi, una metafora banale - la rosa regina dei fiori - è rinnovata attraverso il gioco
della metafora continuata, e richiama la vita di corte e il suo sfarzo con autentico sfoggio di
bravura: se la rosa è regina, donna (signora) del vulgo e l'imperatrice dei fiori, allora le spine
diventano le guardie, i venti il corteggio, gli stami la corona, i petali il mantello di porpora.