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G. Garbarino, L. Pasquariello

La poesia bucolica Con Virgilio l’Arcadia diviene il luogo letterario per

genere
eccellenza della poesia pastorale, un mondo di sogno
e di evasione, in cui i pastori-poeti conducono una
Caratteristica dei poeti alessandrini e della loro po-
vita pacifica, semplice e serena, in un ambiente na-
etica è l’intento programmatico di rinnovare dall’in-
turale insieme selvaggio e ameno, dedicandosi alla
terno le antiche forme letterarie. Questa ricerca del
nuovo e la conseguente tendenza alla sperimenta- musica, alla poesia e all’amore.
zione portano alcuni scrittori a rompere gli schemi Quasi un secolo dopo Virgilio, il genere bucolico ri-
dei generi tradizionali e a mescolare variamente fiorisce nell’età di Nerone (54-68 d.C.) con Calpurnio
­forme, argomenti e stili, attuando quella commistio- Siculo, di cui ci sono pervenute sette ecloghe d’imi-
ne o contaminazione dei generi in cui s’individua tazione virgiliana.
una delle principali caratteristiche della letteratura
alessandrina e, più in generale, ellenistica. Su questo
sfondo si deve inquadrare la nascita della poesia bu-
• Il genere nelle letterature moderne
La fortuna della poesia bucolica è stata eccezionale
colica.
in tutte le letterature europee.
Già Dante, Petrarca e Boccaccio scrissero carmi bu-
• Teòcrito e la poesia pastorale greca colici in latino, ma il genere si sviluppò e si diffuse
Il caso più significativo di varietà e di mescolanza dei enormemente nel Quattrocento e nel Cinquecento,
generi si ha in Teòcrito di Siracusa, attivo nella prima assumendo in seguito anche forme diverse dal­
metà del III secolo a.C. Di lui ci sono pervenuti, oltre a l’ecloga.
una ventina di epigrammi, trenta componimenti che Un influsso determinante su questi sviluppi esercitò
portano nella tradizione il titolo di Idilli (lett. “qua- Jacopo Sannazaro con la sua Arcadia (composta tra
dretti”), di argomento e di genere assai vari. il 1483 e il 1501), in cui l’ambientazione bucolica fa da
Tra essi troviamo dieci idilli “bucolici”, cioè d’am- scenario ad una vicenda amorosa a sfondo autobio-
biente agreste e pastorale, ai quali Teòcrito deve la grafico: l’opera ebbe un grande successo fin dal suo
sua fama; con essi infatti, dando dignità letteraria ad apparire, venne tradotta nelle principali lingue euro-
un filone di poesia popolare siciliana, il poeta fu l’i- pee e fu oggetto di numerose imitazioni.
niziatore di un nuovo genere destinato a un’enorme
fortuna, perché ripreso da Virgilio nelle Bucoliche e di L’Arcadia di Sannazaro influì sul sorgere di un nuovo
lì passato alle letterature moderne. genere, il dramma pastorale, che ebbe origine dalla
forma dialogata dell’ecloga e dall’usanza di far reci-
La vita dei pastori è descritta in modo realistico ma tare carmi bucolici da attori vestiti da pastori, duran-
al tempo stesso raffinatamente stilizzato, soprattut- te le feste che si svolgevano presso le corti. Carattere
to nel paesaggio che le fa da sfondo: un ambiente più spiccatamente teatrale, rispetto all’Arcadia, ebbe
campestre ameno e ridente, inalterabilmente sere-
la Favola d’Orfeo (1480) di Angelo Poliziano (dove
no e luminoso, veramente “idilliaco”, in cui l’abitan-
“favola” è da intendere nel senso latino di fabula,
te della grande città (Siracusa, Alessandria d’Egitto)
“rappresentazione scenica”), i cui protagonisti sono
proietta i suoi sogni e le sue nostalgie di una vita
Orfeo ed Eurìdice, ossia personaggi mitologici, ma
semplice e lieta, a contatto con una natura primitiva
che si apre, dopo il prologo, con un dialogo in terzine
e incontaminata.
tra due pastori.
Continuatori di Teòcrito nel genere bucolico furono
Successivamente, la favola pastorale assunse una
due poeti greci del II secolo a.C.: Mosco di Siracusa e
regolare struttura, composta di un prologo e cinque
Bione di Smirne.
atti, per produrre poi i suoi capolavori con l’Aminta
(1573) di Torquato Tasso e il Pastor fido (1590) di Bat-
• La poesia pastorale a Roma tista Guarini.
Nella letteratura latina la poesia pastorale fa la sua Nel Seicento la poesia pastorale continuò ad essere
prima apparizione (per quanto possiamo dedurre ampiamente coltivata soprattutto nelle letterature
dai testi conservati) nella produzione epigramma- straniere. In Italia si possono ricordare le Egloghe bo-
tica dei poeti del “circolo” che si raccoglieva intorno scherecce (1620) di Giambattista Marino e, dello stes-
a Lutazio Càtulo, verso la fine del II secolo a.C., ma è so poeta, la raccolta di idilli intitolata La sampogna.
Virgilio a porre una pietra miliare nella storia di que- Proprio dall’uso di recitare carmi pastorali trasse ori-
sto genere letterario con le sue dieci ecloghe, ispirate gine il nome dell’Accademia letteraria dell’Arcadia

agli idilli pastorali di Teòcrito. fondata a Roma nel 1690, i cui orientamenti domi-
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narono la scena della cultura italiana nel Settecento: mentalismo e della sostanziale futilità di quel tipo
nell’idillio bucolico i poeti dell’Arcadia videro il sim- di poesia, ma anche perché alla visione della natura
bolo della semplicità e della naturalezza classiche, stilizzata secondo schemi convenzionali, propria del
un modello ideale di “buon gusto” da contrapporre
genere bucolico, i poeti romantici contrapposero un
alle bizzarrie e agli eccessi barocchi. Ma proprio con
sentimento della natura totalmente differente, che
i poeti dell’Arcadia il genere pastorale, ormai troppo
sfruttato, giunse al suo esaurimento e al suo tra- voleva cogliere il paesaggio nella sua immediatezza
monto. Fu il Romanticismo a sanzionarne la fine, e genuinità, tanto nei suoi aspetti sereni e ameni
non solo per il polemico rifiuto del languido senti- quanto nelle sue forme selvagge e tempestose.

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