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L’età di Cesare è un’età di transizione ma, nel Marzo del 44 a.C, Cesare
muore pugnalato.
Il popolo insorge contro i cesaricidi e Ottaviano Augusto diventa suo erede.
Quest’ultimo è un giovane ragazzo, perciò viene sottovalutato.
Nel 43 a.C avviene il secondo triumvirato per uccidere i cesaricidi, che nel
42 a.C vengono sconfitti.
Dopodiché i triumviri si spartiscono le terre: Ottaviano prende l’Occidente,
Marco Antonio prende l’Oriente e Lepide diventa pontefice massimo.
Quindi Ottaviano resta vicino al senato, mentre M. Antonio si sposta in
Oriente, dove frequenta Cleopatra.
Di conseguenza Ottaviano decide di attaccarlo, incolpando di essersi
allontanato da Roma. Perciò scoppia una guerra civile.
Nel 31 a.C, nella battaglia di Azio, Ottaviano vince, quindi M. Antonio e
Cleopatra si danno alla fuga.
Così Ottaviano rimane l’unico nella scena politica.
Esso è importante perché cambia Roma, infatti sotto il suo impero
vengono costruiti vari monumenti. Inoltre favorisce l’antica fede politeista.
Infine, lui stesso, si colloca nel Colle Palatino, mettendosi così nello stesso
livello di Romolo.
Successivamente in Occidente si diffonde il culto dell’imperatore, ma
Ottaviano lo rifiuta e contrasta i culti mistici.
Infine riforma il calendario, legandolo alle feste religiose.
Grazie a lui Roma viene abbellita, diventando una città di marmo.
Inoltre Ottaviano capisce che la letteratura si può utilizzare per
propagandare il suo messaggio, così come l’arte.
Questo concetto viene ripreso successivamente anche da Mussolini, il
quale utilizza la cinematografia.
LE SATIRE.
CRONOLOGIA 23 a.C (libri I-III), 17 a.C (C. Saeculare), 13 a.C (libro IV)
Nelle Odi Orazio si ispira alla poesia ellenistica e alla lirica greca arcaica,
infatti prende spunto da: Alceo per i temi civili come l’amore e gli inni, a
Pindaro per lo stile elaborato e per la riflessione sullo scopo della poesia, e
infine a Callimaco per la varietà metrica e tematica.
Inoltre troviamo vari spunti, come: la brevità della vita, la necessità di
godere l’attimo e la moderazione dei sentimenti.
Secondo il poeta la felicità consiste nel accontentarsi delle piccole cose e
dei piccoli momenti della vita.
Infine Orazio è orgoglioso di aver utilizzato la poesia greca per delle lettere
latine.
Orazio predilige l’amicizia di poche persone, con integri costumi, che
possono aiutarlo nella conquista della saggezza.
Gli incontri con gli amici si immaginano nel simposio, in un locus amoenus
e nell’angulus, ovvero nella villa in Sabina.
Infine canta l’eros con un distacco ironico, senza coinvolgere se stesso in
prima persona.
Orazio celebra il regime augusteo per la pace ritrovata di Roma e per la
restaurazione morale e religiosa.
Questi elementi si trovano nel Carmen Saeculare.
L’autore non usa il servilismo, infatti riconosce la potenza dei nemici
sconfitti.
Spesso assume il ruolo di vate, ovvero un cantore che deve guidare il
popolo, incarico dato dagli dei.
Nelle Odi, Orazio si rifà alla tradizione dei lirici greci, infatti troviamo: la
presenza dell’iperbato e del chiasmo, un lessico moderato e il lessico
elevato dell’epos.
Mentre nelle Satire e nelle Epistole, Orazio si rifà alla lingua d’uso, infatti
troviamo: un esametro ritmicamente spezzato, delle espressioni
osservative e un lessico quotidiano.