Sei sulla pagina 1di 5

IL ‘600 —> BAROCCO

In questo periodo l’Italia era divisa in Stati, sotto il controllo spagnolo, esclusi il Ducato di Savoia e la repubblica di
Venezia, che erano indipendenti.

Non conosciamo con precisione l’origine della parola ‘barocco’: in portoghese (barroco) con questo termine si
indicava una perla non perfettamente sferica, in latino invece (baroco) indicava un sillogismo tipico della filosofia
scolastica (= ragionamento piuttosto contorto). In entrambi i casi ha comunque un’evidente connotazione negativa,
poiché indica qualcosa di imperfetto.
Quando infatti si iniziò ad utilizzare questo termine per definire le chiese e i palazzi costruiti nel ‘600, si intendeva
come sinonimo di ‘artificioso’, ‘bizzarro’, ‘di cattivo gusto’.
Ora invece non si usa la parola ‘barocco’ come giudizio estetico, ma per indicare un preciso periodo storico, che si
colloca verso la prima metà del ‘600 e che comprese tutta l’Europa centro-occidentale.
Caratteri del barocco:
- Estetica edonistica: intrattenimento + volontà di creare stupore. Non c’è più nessun fine didascalico.
- Estetica tesa alla persuasione
- Meraviglia : obiettivo -> destare l’attenzione (no fini morali)
- Arte che esprime una crisi culturale
- Arte intimamente teatrale: mondo visto come un grande teatro
L’uomo del ‘600, con l’avvento della rivoluzione scientifica, sa di non essere più al centro del mondo, si sente
smarrito in un universo infinito e instabile, visto che le teorie precedenti (Aristotele e Tolomeo) non valgono più.
La realtà appare incerta e mutevole e da ciò deriva un senso di incertezza che accresce il pensiero della morte. Nella
poesia barocca infatti ricorrono spesso immagini di teschi, scheletri, orologi, che rimandano al veloce scorrere del
tempo e alla fugacità della vita.
La vita è vista come il teatro del mondo: ogni uomo ha una maschera, come un’attore sul palcoscenico, ma dovrà
deporla alla fine dello spettacolo, che sarebbe la vita.
Nel barocco quindi si afferma un nuovo modo di vedere le cose, influenzato dal crollo delle vecchie certezze, che
faceva affiorare un tragico senso di impotenza e di angoscia.
Per superare questi sentimenti, il ‘600 ostenta una grande ricchezza, spesso eccessiva. L’arte diventa uno spettacolo
che deve colpire e sorprendere lo spettatore = opere di grande stravaganza, pedanteria. (Chiese: eccessive
decorazioni per concretizzare la potenza di Dio e ricordarsi del destino ultraterreno, allontanando così la paura della
morte).
Quindi tra rinascimento e Barocco c’è un decisivo cambiamento di valori, gusto e sensibilità. Il modello
rinascimentale era già stato messo in discussione nella seconda metà del ‘500 , con la conclusione del concilio di
Trento e con l’inizio della Controriforma: questa fase di transizione è chiamata Manierismo.
Differenza tra Manierismo e Barocco:
- Manierismo: clima intellettuale sospeso tra vecchio e nuovo. Il sistema di regole rinascimentali è in crisi e gli
scrittori su muovono all’interno di quelle regole (= Aristotele non si può contraddire, ma si può aggirare).
- Barocco: si perde completamente l’equilibrio rinascimentale. Si introducono caratteri completamente nuovi,
come la meraviglia e l’ingegno.
Il più grande poeta del barocco italiano è Giovan Battista Marino.
Barocco:nuova concezione della figura femminile. La donna viene esaltata non più solo per la sua bellezza, ma per
quel ‘particolare’ che la rende diversa (= figure femminili che non rientrano più nei canoni estetici del mondo
classico).

In questo periodo inizia a svilupparsi anche un mercato editoriale: i costi del lavoro in tipografia si riducono, e un
pubblico più ampio ha accesso ai libri stampati. Si affermano inoltre anche nuovi generi letterari, come il romanzo,
molto popolare tra la piccola nobiltà e l’alta borghesia. A Venezia compaiono i primi teatri a pagamento, aperti
quindi a chiunque paghi, e non più solo i circoli aristocratici delle corti.
Ma nonostante ciò il poeta, per vivere, doveva prestare servizio nelle corti, dove lavorava come segretario del suo
Signore (anche Marino).
Letteratura ‘600 -> ricca di concettismi (per creare stupore).
Le figure retoriche più utilizzate sono le metafore, iperboli e analogie.
Infatti Emanuele Tesauro nel trattatelo “Il cannocchiale Aristotelico”, ritiene che le figure retoriche più argute siano
la metafora e l’ analogia ]- infinite interpretazioni. (es. di analogia: Marinetti: ‘Donna golfo, uomo torpediniera’).
Il rapporto con l’antichità non è segnato dall’ammirazione ma dall’antagonismo, si instaura infatti una sorta di
competizione:
- Paolo Beni (professore dell’università di Padova): paragona Tasso a omero e Virgilio, affermando che la
‘Gerusalemme liberata’ è superiore all’Iliade e all’Eneide.
- Alessandro Tassoni: nel saggio “Ingegni antichi e moderni” afferma che se l’antica Grecia ha avuto il genio di
Euclide, l’Italia moderna ha quello di Galilei. In un altra opera inoltre attacca i petrarchisti, che idolatravano
Petrarca senza cercare di superarlo (sostiene che la poesia sia progredita rispetto al ‘300).

Nel’600 la produzione culturale (cultura: sapere ufficiale) continua ad essere legata alle università.
L’università resta la principale porta d’accesso alle carriere più ambite.
Artes: medicina e filosofia: la prima era propedeutica alla seconda = per diventare medico bisognava prima ricevere
una formazione filosofica.
A queste università di impianto medievale si aggiunsero i collegi dei gesuiti (elementi umanistici).
Università: conservazione del sapere -> a causa anche della sorveglianza ecclesiastica e statale, le università
raramente erano luoghi di innovazione e sperimentazione..
In alternativa alle università, si affermano le accademie, luoghi di incontri di dotti accomunati dal bisogno di
condivisione intellettuale , liberi dalle limitazioni universitarie.
Tra le finalità di questi incontri era esclusa quella educativa, infatti gli accademici erano intellettuali già formati,
quindi c’era uno scambio intellettuale tra pari.
Molte delle accademie ebbero vita breve (es. Accademia del Cimento a Firenze), accetto alcune, come l’Accademia
della Crusca di Firenze (fondata nel 1582 cn lo scopo di studiare e conservare la lingua italiana) e l’ Accademia dei
Lincei (scienze naturali. Uno dei tratti distintivi fu l’utilizzo dei nuovi strumenti di osservazione che potenziavano
la vista dell’uomo oltre i limiti della natura. A questa accademia si unì anche Galileo = era diventata il più
importante consesso di scienze naturali d’Europa), che continuano le loro attività ancora oggi.

ACCADEMIA DELLA CRUSCA


Nel 1583 un gruppo di letterati fondò a Firenze l’Accademia della Crusca, con lo scopo principale di incontrarsi per discutere
di questioni di lingua.
Il nome dell’Accademia indica in modo ironico la volontà di separare la farina (metaforicamente la buona lingua) dalla crusca,
che sarebbe lo scarto della macinazione del grano.
Accademia: incontri di tipo conviviale (mangiavano, bevevano, discutevano, a volte in modo più serio, a volte meno).
‘500: dibattito sul modello di lingua da adottare = Pietro Bembo aveva proposto il fiorentino trecentesco (lingua utilizzata da
Petrarca e Boccaccio).
Anche Lionardo Salviati, qualche decennio dopo sostenne la proposta di Bembo, affermando però che il toscano del ‘300 fosse
la lingua migliore per natura (quindi non solo per merito di Boccaccio e Petrarca), e che quindi andassero presi come modello
tutti gli autori toscani trecenteschi, anche quelli minori.
Le idee di Salviati furono alla base del progetto del ‘Vocabolario’, avviato intorno al 1591, con lo scopo di raccogliere e
spiegare tutte le parole usate dagli autori toscani sia del’300, sia moderni che avevano utilizzato la lingua arcaizzante.
A quel tempo non esistevano i dizionari, ma circolavano solo dei glossari (= raccolte di parole difficili/ poco usati spiegati con
glosse, dei brevi commenti che si limitavano a un sinonimo o a una breve parafrasi), che non erano in ordine alfabetico ma
erano raggruppate per argomento.
Il ‘vocabolario’ avrebbe raccolto tutti i vocaboli, anche quelli + semplici, le voci (articoletti che compongono i dizionari)
avrebbero dovuto avere una struttura simile e si doveva dare molto spazio alle attestazioni (citazioni dirette)
Metodo di raccolta dei dati: ciascuno doveva leggere un certo numero di opere e dovevano copiare le parole, ciascuna su un
diverso foglio di carta e ciascuna con l’esempio in cui compariva. Alla fine, mettendo insieme il tutto, si otteneva la
documentazione completa, da cui poi si partiva a stabilire una definizione generale con i rispettivi esempi.
1° edizione: 1 solo volume, stampato nel 1612 a Venezia.
Glia autori del vocabolario avevano uno scopo normativo, volevano indicare quale fosse il modello odi lingua da seguire
(accorda tra toscano trecentesco e contemporaneo).
Il ‘Vocabolario degli Accademici della Crusca’ costituì il modello di tutti i dizionari delle lingue europee che verranno redatti
più avanti.
Ci furono cinque edizioni del ‘Vocabolario’ ( 3 edizione: 3 volumi, 4 edizione: 6 volumi).
Epoca barocca: viene ampliato i lessico poetico, con l’aggiunta di parole tratte dalla scienza del tempo (es.Marino quando nell’
“Adone” descrive l’anatomia dell’occhio, usa termini specialistici come tuniche, umori, corno, albume…)

I poeti barocchi componevano neri versi con parole inventate, non seguendo la lingua indicata dal vocabolario,
Nascerà poi l’ Accademia dell’Arcadia: polemica contro gli eccessi verbali del Barocco
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
Il ‘600 è il secolo della rivoluzione scientifica (numerose scoperte astronomiche, mediche., fisiche + innovazioni
tecnico-scientifiche).
Nasce la scienza moderna, non più fondata sul metodo logico-deduttivo ma sul metodo sperimentale: si pensa
appunto che la vera conoscenza non deriva dai testi tramandati dagli antichi ma dall’esperienza e dagli esperimenti
pratici.
I protagonisti di questa rivoluzione furono:
- Niccolò Copernico: la rivoluzione inizia con la sua opera ‘ Le rivoluzioni degli astri celesti’, dove espone la
teoria eliocentrica.
- Giovanni Keplero: afferma che le orbite dei pianeti intorno al sole non sono circolari ma ellittiche e che il Sole
occupa uno dei 2 fuochi.
- Galileo Galilei: cannocchiale + metodo scientifico
- Francesco Bacone: sapere è potere
- Isaac Newton: legge di gravitazione universale + leggi della dinamica
Davanti a queste scoperte, che erano in contraddizione con quanto affermavano le Sacre Scritture, la Chiesa propose
di considerare queste teorie solo come ipotesi matematiche.

Libertà che caratterizza il Barocco: anche Galileo nel “Saggiatore”, dove sostiene il carattere aperto e indipendente
della ricerca scientifica .
GIOVAN BATTISTA MARINO
Marino nasce a Napoli nel 1569 e muore nel 1625.
Egli era un personaggio stravagante (associabile per certi versi a D’Annunzio): l’essere stravagante per lui era una
regola sia poetica, sia di vita.
Marino, in una lettera all’amico Girolamo Preti, scrive che per lui la vera regola è saper rompere/stravolgere le
regole. Per lui l’unica regola è il gusto del lettore e sostiene che la bravura di chi scrive dipende anche dalla capacità
di stupire chi legge.
Una critica che gli viene spesso mossa: troppo popolare (la poetica di Marino infatti varia a seconda dei gusti del
pubblico).
Marino: grande differenza con Tasso.
- Tasso: si tormentava per trovare i giusti equilibri interni del poema, cercando di rispettare la struttura rigorosa di
Aristotele.
- Marino: gl interessa solo conquistare il pubblico.
Il capolavoro di marino è l’ “ADONE”, che è un mare magnum di temi, generi, discipline e per questo è
considerato il manifesto del barocco.
E’ composta da 20 canti (omaggio a Tasso - ‘Gerusalemme Liberata’) e 40.000 versi (triplo della ‘Divina
Commedia’).
E’ un poema filosofico- enciclopedico (tratta di tutto + rifermenti a Epicureismo e Materialismo). Il filo conduttore
dell’opera è la storia d’amore tra Adone, un pastore, e Venere, a ciò si intrecciano poi infinite altre storie secondarie,
digressioni filosofiche, scientifiche, mitologiche, ecc….
Marino aveva iniziato a lavorarci già dal 1600/1603.
L’opera è stata revisionata varie volte fino all’edizione definitiva, pubblicata nel 1623 a Parigi.

Per la scrittura dell’ “Adone”, Marino è stato influenzato da:Tasso, Ariosto (tema erotico), Ovidio (‘Metamorfosi’),
Dante / Petrarca, Manierismo (evasione dalla storia= si predilige l’ambiente bucolico, mito).

TRAMA
La vicenda si apre con Cupido che fa innamorare Venere del pastore Adone.
Adone arriva a Cipro ed addormentato sulla spiaggia. Venere lo vede e si innamora di lui, po anche Adone, quando
si sveglia, rimane impressionato dalla dea, che però è dolorante, siccome si è punta con una rosa.
C’è un percorso di conoscenza che avviene in 2 fasi:
- percorso sensoriale: Venere lo porta nel giardino dei 5 sensi (questo riporta al giardino di Armida). Nel giardino
del tatto i 2 consumano il loro amore.
- Percorso intellettivo: isola della poesia e Mercurio al cielo della luna. Qui c’è una digressione sulle macchie
lunari e Galilei (Marino dice che ormai la natura non ha più misteri per l’uomo, visto che esistono uomini come
Galilei).
Entrano poi nella grotta della natura e partono alla volta del cielo di Mercurio, e infine entrano nel palazzo dell’arte.
Nel frattempo Marte, amante di Venere, per gelosia, arriva a Cipro per uccidere Adone. Venere quindi fa scappare
Adone, che però dopo un pò ritorna sull’isola, ma Venere non c’è (è andata a Citera) e al suo posto trova Marte.
Marte gli lancia contro un cinghiale (animale sacro ad Ares), Adone a sua volta scaglia contro il cinghiale una
freccia di cupido, facendolo innamorare di sé. Il cinghiale uccide Adone per il troppo amore. Il cinghiale inoltre
subisce un processo e viene anche assolto dalle accuse. La vicenda finisce con il funerale di Adone.
In Ovidio, Adone viene trasformato da Venere in un fiore, l’anemone

Potrebbero piacerti anche