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DAL MANIERISMO AL BAROCCO-

Il Manierismo mise in crisi gli ideali di compostezza classici e il Barocco ne


è l'esito finale: una tendenza letteraria ed artistica che vuole spezzare i
canoni rinascimentalmente classicistici e snettere di seguire la tradizione.
Il Barocco si diffonde dal 1610 al 1690, quando nasce L'Arcadia,
un'Accademia che cercherà di eliminare l'eccesso di figure retoriche e quel
cattivo gusto barocco.
Sul piano politico e ideologico, dalla cultura ufficiale non emerge nulla a causa
del controllo della Chiesa, ma la costante l'esigenza di rinnovamento si
esprime (finalmente) nel Barocco, in tutti i campi, della letteratura,
dell'architettura e pittura, nonostante il peso schiacciante della cultura
controriformistica.
La parola "Barocco" vuole definire la nuova mentalità degli artisti che
vengono spinti a dubitare della realtà. Per l'europa è un periodo caratterizzato
da epidemie di peste e crisi economiche soprattutto in Francia, Spagna e
Italia. La cultura europea va in crisi: la Chiesa istituisce la censura e la
repressione del libero pensiero facendo in modo, quindi, di far pubblicare
opere di argomento religioso.
Il '600 è un secolo pieno di novità come le scoperte scientifiche di Keplero,
dell'italiano Galileo Galilei e di Newton.

Galileo è colui che introduce il metodo scientifico. Egli afferma la fine della
centralità dell'uomo e del mondo nell'universo con accurate dimostrazioni
sperimentali. La chiesa non accetta le teorie di Copernico e invita Galileo e
non diffonderle nonostante avesse dimostrato che queste non contrastano
con la religione. Quest'ultimo, però, pubblica nel 1623 ''Dialogo sopra i due
massimi sistemi del mondo'', scritto in lingua italiana sottoforma di dialogo fra
tre persone ma viene censurato.
Nel 1633 viene condannato dalla chiesa e processato. E' costretto a ritirarsi in
un paese vicino Firenze dove muore nel 1642.
La realtà viene studiata attraverso gli esperimenti per osservare direttamente i
fenomeni attraverso nuovi strumenti quali telescopio, termometro e
microscopio e deve essere libera da ogni pregiudizio - come dice Cartesio
nella sua opera "discorso sul metodo".
Per quanto riguarda l'arte, quest'ultima assume due forme: una realistica che
tende a descrivere gli aspetti macabri della vita come la morte ed un'altra più
astratta e concettuale.

BAROCCO, IL SIGNIFICATO-
Si afferma una visione edonistica della poesia, contrapposta a quella
pedagogica e didascalica tassesca e controriformistica del Manierismo che
aveva tentato di "miscere utile dulci". Il termine "Barocco" viene coniato nel
Settecento da critici e letterati in riferimento all'arte del Seicento per
evidenziarne la bizzarria, l'eccesso e l'anomalia con una accezione negativa e
critica. L'etimologia è incerta: forse deriva dal portoghese "barroco", una perla
non perfettamente sferica ma irregolare, o dalla filosofia scolastica, in cui
"varoco" è il sillogismo apparentemente e formalmente perfetto ma
sostanzialmente vuoto. Con il termine si vuole comunque sottolineare
l'artificiosità e la stravaganza, il fascino per il
diverso dell'arte barocca. Non c'è ricerca dell'antico ma volontà di creare
un'arte nuova e moderna, è un rifiuto dell'antico.
IL BAROCCO LETTERATURA ITALIANA-
La visione del mondo è la stessa che già si sviluppa nel Manierismo: stanno
venendo meno tutte le certezze, nonostante la rigidità che la Chiesa cerca
di imporre.
Quel che sembra realtà non corrisponde al vero: la ragione è insufficiente. Sul
piano della cultura tutto è stantio e normale a forza, ma nel mondo c'è un forte
senso dell'instabilità del reale e della precarietà umana. Il Medioevo ed il
Rinascimento avevano forti punti di riferimento (Dio e l'uomo), invece l'unica
certezza del Barocco è quella di non avere certezze. La realtà nel Seicento
rimanda ad altre verità: è sfuggente, sempre mutevole ed ingannevole. In
questo contesto la metafora diventa uno strumento di conoscenza. Il Tesauro
dice che la metafora è "il più meraviglioso strumento di conoscenza a
disposizione dell'uomo".

I CARATTERI DELLA POESIA BAROCCA-


In campo letterario la novità del Barocco consiste nel desiderio di liberarsi
delle regole, come reazione alla modificazione dei generi letterari elaborata
nel Cinquecento sulla base della Poetica di Aristotele e poi parzialmente
tradita dal Manierismo. Il Tassoni critica ogni principio di autorità e definisce
obsoleta la tradizione classica. Nei confronti del mondo classico
l'atteggiamento è di netto ripudio: o si riprendono (come in Italia) solo le
opere minori o si svuotano e snaturano i modelli classici, senza capirli e senza
rispettarne il senso, riducendoli a gioco combinatorio di espressioni e
suoni. La poesia barocca abbonda di descrizioni di donne brutte, proprio
perché anomale ed estranee alla tradizione letteraria.

Giovan Battista Marino è il poeta barocco più famoso dell'europa. Nato a


Napoli, si trasferisce a Torino dove lavora per la corte e si scontra col poeta
Murtola a 'colpi di poesie'. Nel 1614 Marino pubblica 'la Lira' dove riunisce
tutte le sue opere e un anno dopo viene richiesto alla corte francese dove, nel
1623, pubblica 'l'Adone', un poema mitologico dedicato a Luigi 13. E' formato
da 20 canti ed è il poema più lungo della letteratura italiana. Il tema amoroso
supera quello della guerra e non segue un ordine narrativo. Marino morì a
Napoli nel 1625.

LA LIRICA BAROCCA-
Marino è un esempio di come venga snaturato il repertorio classico e la
letteratura ridotta a mero gioco combinatorio. Nei marinisti compare anche il
petrarchismo, però si eliminano l'astrattezza e la visione idealizzata e
spirituale della donna e dell'amore, con una predilezione, invece, per la
fisicità, che a volte scade nell'oscenità. Si introducono temi sorprendenti,
da sempre estranei alla tradizione letteraria: il brutto, deforme, macabro,
lugubre, bizzarro, già anticipati dall'amore del Tasso per i notturni. Vengono
descritte donne brune e castane, vecchie, zoppe, brutte e sdentante, che
rientrano sempre nella poetica della meraviglia. Le donne sono colte in
gesti quotidiani e banali, tanto più affascinanti perché bizzarri e inusuali.
Molte liriche sono dedicate ad oggetti usati dalla donna: lo specchio, la
spazzola, il pettine.

DAL BAROCCO ALL'ARCADIA-


Convenzionalmente nel 1690 termina il Barocco con la nascita a Roma
dell'Accademia dell'Arcadia, dapprima un circolo di giovani intellettuali
presso la regina Cristina di Svezia. Gravina è uno dei fondatori dell'Arcadia. Si
richiama ad un romanzo scritto nel Cinquecento da Jacopo Sannazzaro con
l'intento di recuperare in Italia la lirica arcadica virgiliana, volutamente
semplice, in cui c'era un rapporto diretto tra uomo e natura. Il programma
dell'Accademia è di eliminare l'eccesso, la bizzarria ed il cattivo gusto di
tutta la lirica barocca. E' molto ritualizzata: i poeti iscritti portano il nome di
un pastore arcadico, il protettore è il bambin Gesù, si salutano con forme
rituali, dal punto di vista dei contenuti sono sotto l'egida della Controriforma e
producono poesia pastorale e moralistica.

L'ACCADEMIA DELL'ARCADIA-
La ritualità quasi da setta dei membri dell'Accademia dell'Arcadia ne
sottolinea la diversità e il distacco dalle tendenze culturali dominanti. Non ha
nessun merito artistico e letterario, ma meriti storici: ripropone come modello
di semplicità e naturalezza Petrarca, mette in evidenza la necessità di un
lessico letterario ed una metrica accessibili. E' un'organizzazione che ha
permesso ad alcuni intellettuali di compiere esperienze letterarie esterne
alle corti, ormai in decadenza. Unica eccezione è stato Marino, che
rispondeva così tanto al gusto dei tempi e si sapeva adeguare alle esigenze
del pubblico di letteratura edonistica ridotta a mero gioco intellettualistico,
ricercato sia nelle corti italiane che europee.

CULTURA ARCADICA-
L'Arcadia ha fondato succursali in tutta Italia ed ha creato un fitto scambio
culturale a livello nazionale, che nel secolo a venire avrebbe favorito la
diffusione delle idee illuministiche. Lirici dell'Arcadia sono: Rolli, Fugoni e
Mellis. Si prevedeva una poesia fondata su temi sentimentali ma sempre
basati sulla ragione, in contrasto con la crisi della ragione propria del
Barocco: è una poesia ripulita dagli eccessi.

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