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1.
Il neoclassicismo come idealizzazione del mondo greco. Bisogna per anche ricordare che vi sono
momenti di manifesta convergenza: alludiamo in particolare al neoclassicismo, che spesso si tinge tonalit
romantiche, come da noi accade col Foscolo. Ricordiamo che il neoclassicismo nasce come una rilettura che
si pretende genuina e fedele, come una riscoperta e un restauro dei valori estetici dell'antichit classica. Si
rinvengono nell'arte e nella letteratura antiche una bellezza ideale e una grazia perfetta (Winckelmann la
definiva il piacevole secondo ragione)che sarebbero state in origine l'espressione di un animo in quiete,
non turbato dalle umane passioni o capace di dominarle perfettamente. Era naturalmente una visione
idealizzata e convenzionale del mondo e dell'uomo antichi. Nelle moderne letterature quella bellezza ideale,
quella perfezione formale, quella grazia quasi sovrumana, dovevano restare un'aspirazione inappagata, o
ridursi a pi modeste dimensioni: a una poesia che ritenesse un riflesso, una sfumatura di quell'ideale
bellezza, a una poesia formalmente regolata e piacevole o semplicemente a una poesia dal sapore antico, che
accogliesse i miti, le immagini, qualche tratto stilistico dei modelli pi antichi (greci pi che latini) saltando le
mediazioni del classicismo rinascimentale e post-rinascimentale.
E Schiller in un saggio Sulla poesia ingenua e sentimentale afferma che i Greci erano natra e la loro poesia era
ingenua, mentre i moderni provano per la natura un sentimento simile a quello che il malato prova per la
salute e la loro poesia sentimentale, si nutre cio di un sentimento di profonda nostalgia per la natura
perduta. Analogamente in una celebre poesia egli afferma che un tempo la terra era popolata dagli dei, che
ora invece l'hanno abbandonata e lamenta cos questa dolorosa privazione: Dove sei bel mondo sereno?
Torna, / incantata giovinezza di natura! /Ahim, solo nella magia dei canti / delle tue meraviglie c' traccia. /
Deserta e a lutto la contrada, / non scorgo pi i divini, / di quell'immagine fremente di vita / non resta ormai
che un fantasma.
Un sentimento di lutto e nostalgia pervade insomma queste ultime celebrazioni del mondo greco, luogo di
un'infanzia felice dell'umanit, che si sente irrimediabilmente perduta. Inseguire nelle forme della propria
poesia la bellezza e la grazia di quel mondo e di quella poesia significa allora coltivare un'aspirazione della cui
impossibilit si ha piena consapevolezza e significa anche lasciar trapelare attraverso i contenuti la coscienza
della contraddizione.
Le istanze del romanticismo erano per destinate a trionfare. Del resto anche nelle sue forme medie il
neoclassicismo non impositivo per ci che concerne i contenuti. Per questa via si apriva, insomma, la
possibilit di una convergenza passeggera: le nuove istanze della sensibilit romantica urgevano e chiedevano
un taglio netto nei confronti del passato. L'imporsi di questa spinta prepotente avrebbe segnato il passaggio
dalla fase xhe si suole definire preromantica al romanticismo vero e proprio. Si avranno peraltro, a Ottocento
inoltrato, momenti di un'effimera ripresa del classicismo - pensiamo al Carducci soprattutto -, ma si tratta
appunto di riprese effimere, anche se singolarmente significative, di una poetica che ormai aveva esaurito la
sua funzione storica. Per quanto imponenti, complessi e magari suggestivi, si tratta comunque di fenomeni
marginali, controcorrente, per molti aspetti di retroguardia.
2.
August Wilhelm von Schiegel nacque ad Hannover nel 1767. Insegn a Jena, e tra il 1798 e il 1800
pubblic a Berlino, con il fratello e con la collaborazione di Schelling, Tieck e Novalis, la rivista
Athenaeum, che rappresent l'organo del primo romanticismo tedesco e del cosiddetto "gruppo di
Jena". Fra le sue opere - che comprendono anche ballate, liriche e drammi, per di modesto interesse
- si segnalano le opere critiche e storiche, importanti specialmente perch costituiscono una messa a
punto della poetica romantica, e in particolare le Lezioni sulla letteratura e le belle arti (1801-1804) e le
Lezioni sull'arte e sulla letteratura drammatica (1809-1811). Comment alcune opere di Goethe,
tradusse Shakespeare, Caldern, Dante e altri autori che entravano a far parte dei grandi precursori
del movimento romantico.
Friedrich von Schiegel nacque ad Hannover nel 1772, studi a Gottingen e a Lipsia, interessandosi
dapprima di filologia classica, cui dedic alcuni studi. Condivise poi con il fratello la direzione di
Athenaeum, orientando sempre pi i propri interessi verso la letteratura contemporanea; nei primi
anni del secolo fu a Jena, a Berlino (dedicandosi fra l'altro allo studio delle letterature provenzale e
tedesca medioevale) a Parigi (qui studio il persiano e il sanscrito) Tra le sue opere si ricorderanno
soprattutto gli scritti critici ed estetici che fanno di lui uno dei pi originali pensatori e teorici del
romanticismo tedesco particolarmente importanti sono i Frammenti (1798) e le Idee (1801), dove egli
espone la sua teoria dell'arte, assai pi sistematica di quanto la forma del frammento e dell'aforisma
da lui prediletta (e teorizzata) non lascino a prima vista intendere. Assai notevole anche il Dialogo sulla
poesia, che comprende vari scritti fra cui il Discorso sulla mitologia e la Lettera sul romanzo. Nel 1815
pubblic un'importante Storia della letteratura antica e moderna.
3.
I tratti salienti del romanticismo. Nel complesso possiamo dire che il romanticismo segna una
rivalutazione della spiritualit e della religiosit, ora come bisogno di autoanalisi, di comprensione e
giustificazione trascendente della sofferenza terrena, ora come recupero dell'ideale egualitarismo evangelico,
ora viceversa come radicale irrazionalismo, come regressiva esaltazione dell'integralismo cattolico, di una
reazionaria alleanza di trono e altare, modellata sull'universalismo medievale. Indica nelle ragioni del
sentimento, della fantasia, del cuore le spinte essenziali per comprendere l'agire umano. Elabora un forte e
originale storicismo (sviluppando premesse poste nel secolo precedente: si pensi al Vico), che comporta tra
l'altro una rivalutazione della specificit e della funzione di tutte le epoche passate. Elabora una pi matura e
consapevole idea di progresso . Al cosmopolitismo e all'universalismo settecenteschi sostituisce la coscienza
della nazionalit, la religione della patria, che conducono talora all'affermazione della necessit del riscatto
dei popoli oppressi (fondamento, in Italia, del moto risorgimentale) o addirittura ad istanze egualitaristiche e
democratiche.
E' opportuno sottolineare, per comprendere la complessit del fenomeno che stiamo esaminando, la presenza
di aspetti anche contraddittori nella cultura romantica: nelle sue diverse manifestazioni si alternano
componenti ora razionalistiche ora decisamente irrazionalistiche, ora progressive (la modernit) ora
regressive (il Medioevo), ora progressiste (egualitarismo, liberalismo, democratismo) ora reazionarie
(l'unione di trono ed altare). Ci troviamo di fronte, insomma, ad un fenomeno poliedrico e mutevole.
I principi fondamentali della poetica romantica: la polemica col classicismo. La poetica romantica si
articola in un assai ampio e vario insieme di nozioni, principi, orientamenti e argomentazioni, spesso
strettamente connessi tra loro, che noi qui ripercorreremo sinteticamente e schematicamente, senza pretese
di esaustivit. Prendiamo in esame innanzi tutto alcuni orientamenti molto generali di poetica, in cui pi
palese il nesso con alcune delle ragioni ideologiche e socio-culturali di fondo del movimento.
Se l'illuminismo il principale obiettivo polemico dei romantici in ambito filo- sofico-culturale, in quello pi
specificamente letterario lo il classicismo (non gi la letteratura classica, apprezzata come manifestazione
originale della propria et, bens i fenomeni di riproduzione pi o meno meccanica di temi e moduli delle
letterature classiche in et moderna). In molti casi la concreta polemica contro i classicisti favorisce nei
romantici una pi precisa messa a punto e definizione dei propri canoni di poetica. Tuttavia tale disputa non
esaurisce la poetica romantica, che ha caratteristiche originali, la cui genesi si pu spiegare in modo
autonomo.
Storicit dell'arte e soggettivit del gusto. I romantici affermano a chiare lettere i principi della storicit
dell'arte e della soggettivit del gusto. L'arte muta nel tempo e ha valore come rappresentazione delle
aspirazioni, dei bisogni, dei valori, degli ideali, del gusto di un'epoca storica determinata. Non esistono,
dunque, Canoni estetici validi in assoluto, essendo questi invece soggetti a variabili individuali, geografiche e
storiche; l'arte perfettibile. Nell'affermare ci i romantici si oppongono al principio classicistico
dell'immutabilit dell'arte, fondato sull'idea di una corrispondente immutabilit della natura e sulla
concezione dell'arte come imitazione di questa, e al principio di imitazione, fondato sull'opinione che gli
antichi, essendo pi a contatto con la natura, abbiano prodotto l'arte pi perfetta.
La letteratura deve essere moderna e nazionale. I romantici parallelamente affermano il principio della
variabilit geografica ovvero del carattere nazionale dell'arte, anch'esso collegato a quello della soggettivit del
gusto. L'arte, oltre che nel tempo, muta legittimamente nello spazio e rappresenta aspirazioni, ideali, valori,
mentalit, gusto di un popolo determinato (in un'epoca pure determinata), ovvero di quello che viene talora
chiamato il genio o lo spirito della nazione.
Affermano quindi il criterio della modernit, della rispondenza della poesia alle esigenze dei tempi: l'arte
classica arte del passato, che rappresentava il modo degli antichi di rispondere alle esigenze dei loro tempi;
emulare gli antichi oggi significher essere come loro uomini del proprio tempo, non pedanti e freddi
imitatori di una poesia e di una civilt che, per quanto somma, inesorabilmente tramontata. In Italia questo
principio (mutuato anche dalla cultura illuministica) apre la via ad un'arte risorgimentale, orientata cio ad
affrontare i problemi connessi alla presente situazione politica italiana.
La letteratura deve essere popolare. La letteratura, oltre che moderna e nazionale, deve essere popolare,
adeguata alle istanze del nuovo pubblico, che si riconosce grandemente aumentato e di composizione sociale
diversa rispetto al passato. Il popolo per i romantici tendenzialmente coincide con la borghesia, del cui gusto
la nuova letteratura in certa misura l'espressione (si veda il Berchet ). L'arte classica e soprattutto quella
classicistica erano viceversa destinate a un pubblico prevalentemente aristocratico. Ci non esclude peraltro
che in alcuni casi si riscontrino fenomeni anche opposti di rifiuto della massa, e della cultura di massa, di
elitarismo intellettuale.
La riscoperta delle tradizioni non classiche. Si ricercano cos le radici del nuovo gusto in tradizioni
diverse da quella classica, si riscoprono e rivalutano epoche, tradizioni, modelli, tematiche aderenti alla nuova
sensibilit e ai nuovi orientamenti. Ad esempio spesso si prediligono le manifestazioni e le forme della poesia
popolare (ballate, romanze; metri meno raffinati e sofisticati, pi cadenzati e facili...). Si rifiuta la mitologia
classica ora in nome della tradizione e della mitologia nazionale (germanica o anglosassone), ora in nome
della modernit, del gusto e delle necessit dei tempi, ora, infine, in nome della religione cristiana (gli antichi
rappresentavano gli dei in cui credevano, altrettanto devono fare i moderni). Si rivalutano tutte le tradizioni
letterarie che l'idealizzazione esclusiva dell'antichit classica aveva sempre relegato in secondo piano, siano
antiche o recenti, nordiche od orientali, colte ma soprattutto popolari, e ad esse si attinge: cos si diffonde
talora anche un certo gusto per l'esotico.
Una poesia cristiana e malinconica. I romantici affermano l'origine medievale e la natura cristiana della
poesia romantica e moderna. Viceversa, si osserva, quella classica arte o poesia pagana, che ha avuto origine
e senso nell'antichit. La poesia romantica, in quanto poesia cristiana, moderna e almeno in prima istanza
settentrionale, si connota come poesia spirituale, tenebrosa e malinconica (la vita esilio nel mondo) ,
introspettiva e sentimentale. Viceversa la poesia classica, in quanto primitiva, pagana e meridionale, si
connota prevalentemente come poesia serena, solare, ingenua ed esteriore: l'uomo antico, secondo la de Stal,
riversava sempre l'azione della sua anima all'esterno; la coscienza stessa era raffigurata per mezzo di oggetti
esteriori. La Sehnsucht, cio l'eterna irrequietezza, caratteristica della spirituali moderna e quindi della
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poesia romantica, si contrappone alla Stille, la serenit imperturbabile dell'anima, caratteristica - si asseriva della spiritualit antica e della poesia classica.
Intuizione, ispirazione, entusiasmo, furor. Intuizione, ispirazione, entusiasmo, genialit, furor poeticus,
sono per i romantici le fonti della poesia. Si tratta, in verit, di elementi in parte desunti dall'estetica classica,
che per ora vengono posti, con diverso vigore, al centro della concezione romantica della creativit artistica,
in contrapposizione all'idea, largamente diffusa e spesso dominante in passato della razionalit dell'arte.
La libert dell'artista: contro il sistema delle regole del classicismo. Rispetto alla letteratura
classicistica, quella romantica afferma con vigore quello che potremmo definire una sorta di appello alla
libert dell'artista, della sua fantasia creatrice. Questo principio, fondato su tutte le precedenti affermazioni di
poetica, determina prese di posizione polemiche nei confronti dei limiti che razionalismo e classicismo
avevano nei secoli imposto all'attivit artistica e poetica in particolare e in primo luogo contro quell'insieme
di norme e regole che i classicisti ritenevano necessarie per comporre un'opera letteraria esteticamente valida.
Fra gli obiettivi di pi vigorosa polemica segnaliamo il principio d'imitazione e le regole che definivano il
sistema e la gerarchia degli stili e dei generi (famosa la polemica contro le tre unit della tragedia, sostenuta
anche dal Manzoni).
Commistione degli stili e ampliamento della materia poetabile. A proposito degli stili il classicismo
affermava che ciascun argomento dovesse essere trattato con un linguaggio adeguato: gli argomenti gravi ad
esempio dovevano essere trattati in uno stile nobile ed elevato. I romantici viceversa affermano la libert
dell'artista di trattare qualsiasi argomento con qualsiasi stile: ora ad esempio si possono prevedere ardite
commistioni stilistiche, anche attraverso l'accostamento di temi, registri, lessico precedentemente
incompatibili o si pu pensare di trattare temi gravi con un linguaggio dimesso e persino volgare. Hugo ad
esempio - come ricorda Auerbach - afferma che non esiste alcuna differenza fra le parole elevate e quelle del
linguaggio quotidiano, e pi tardi Baudelaire potr pensare di raggiungere il sublime mediante metafore e
paragoni attinti alla pi trita quotidianit: Quando come un coperchio il cielo pesa / grave e basso sull'anima
gemente... o il Cielo! Nero / coperchio della pentola ove bolle / la folla impercettibile del mondo. Richiamiamo
l'attenzione sul fatto che si aprono cos anche nuove, talora inusitate prospettive estetiche. La letteratura, sia
sul piano delle tematiche sia su quello dei linguaggio e dello stile, tende spesso ad abbassarsi al livello del
grande pubblico contemporaneo: si muove dal sublime al mediocre, dall'aulico al quotidiano, dal poetico al
prosaico. Ne deriva tendenzialmente anche un ampliamento della materia poetabile: anche il brutto, anche
l'anormale, il deforme, il patologico, anche gli aspetti pi impoetici del vivere, con lessico fortemente
realistico, possono essere soggetto di poesia e d'arte.