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Erich Auerbach
Auerbach, Erich Filologo e storico della cultura (Berlino 1892 - New Haven,
Connecticut, 1957). Dopo avere insegnato in universita` tedesche, dalle
persecuzioni naziste fu costretto a emigrare prima in Turchia, infine negli
USA. La sua opera pi famosa Mimesis (1946), nella quale propone
uninterpretazione delle tendenze realistiche nelle letterature europee fondata
sullanalisi stilistico-linguistica dei testi.
Mimesis, scritta durante la seconda guerra mondiale quando lautore si
trovava ad Istanbul, senza avere a disposizione biblioteche e testi critici, e`
uscita per la prima volta nel 1946 e eventualmente tradotta e pubblicata in
italiano nel 1956.
Nei suoi venti capitoli prende in esame testi fondamentali della letteratura
europea dal punto di vista dellinterpretazione della realt`: Dallantichit
biblica e classica fino al Medioevo, al Rinascimento e, attraverso Dante e
Montaigne, Shakespeare e Cervantes, il realismo francese del XIX secolo,
arriva fino ad autori moderni come Woolf, Proust, Joyce e Mann, giungendo a
una storia del realismo attraverso una metodologia stilistica.
Nel saggio Romanticismo e realismo, pubblicato da Auerbach nel 1933 e ora
tradotto sul numero 56 di Allegoria, si capisce che lo spunto iniziale di
Mimesis era offerto dalle radici romantiche (e non positiviste) del realismo. In
particolare si distinguono epoche in cui viene rigidamente osservata una
distinzione di stili e di contenuti, ed epoche in cui si vede una libera
mescolanza.
Ogni capitolo si apre con un brano in lingua originale (tranne il primo capitolo
in cui i brani sono parafrasati), e dal commento al brano scelto si traggono le
considerazioni sullautore e lepoca che rappresenta. Dice Auerbach stesso
nella conclusione (pag. 342 del vol. II) che il metodo adottato da lui di
presentare un certo numero di testi per ogni epoca, introduce
immediatamente l'argomento principale al lettore e di che cosa si tratta ancor
prima di imporci una teoria di analisi.
La parte che ci riguarda immediatamente comprende i primi due capitoli: Il
primo capitolo, La cicatrice d'Ulisse, commenta il passo del XIX dell'Odissea
in cui Euriclea riconosce il padrone lavandogli i piedi. Il passo messo a
confronto con il racconto biblico del sacrificio d'Isacco. Dal paragone fra i due
diversi stili emerge la differenza nella concezione dei personaggi, la loro
consistenza d'uomini, la loro collocazione in una storia. Il secondo capitolo,
Fortunata, prende spunto dal Satyricon, di cui riporta una parte delle
conversazioni alla tavola di Trimalcione; un passo degli Annali (I, 16) e
l'episodio della negazione di Pietro nel Vangelo di Marco sono messi a
confronto.
Luso della mescolanza degli stili introdotta dalla retorica cristiana, vede lo
sviluppo del realismo popolare visto nelle opere religiose del XII secolo che
avvia la sfioritura di uno stile medio nel secolo successivo.
Questo secolo lo sviluppo del realismo con le opere pi celebri di Dante e
Boccaccio, La Divina Commedia e Il Decameron assume un altro valore a
distanza dello stile antico e quello biblico: la rappresentazione variopinta della
realt che` n comica n tragica.
Nellottavo capitolo, siamo nel canto decimo dellInferno di Dante, dove
camminando per uno stretto sentiero tra gli avelli ardenti e scoperchiati
insieme con Virgilio incontra il padre del suo amico di giovent`, Guido
Cavalcanti e la Farinata degli Uberti, capo dei Ghibellini di Firenze. La scena
descritta solenne e piena di locuzioni interruttrici derivanti dallo stile illustre
dellantichit` e ispirata ai modelli medievali di volgare ma mai usate prima
come le impiegava in un modo esatto, originario e proprio suo.
Il modello dello stile illustre era fornito a Dante dagli antichi per il concetto
che Dante ha del sublime, si distingue da quello dei suoi antichi modelli
se la condition humaine con tutti i suoi oneri, i suoi problemi, i suoi abissi,
e con tutta la sua fondamentale incertezza, con tutti i vincoli creaturali, lo stile
realistico quasi della commedia antica, al sermo pedestre o humilis e senza
dubbio non poteva esser pensabile senza la precedente rappresentazione
cristiana e medievale: il legame cos concreto fra lo spirito e il corpo
imparentato con la concezione cristiana delluomo bench` manchi la cornice
in cui era nato. La mescolanza degli stili pur essendo connessa alla
concezione cristiana completamente il frutto della concezione Montaignesca
della realt`: Nellopera di Montaigne non possibile imbattersi nel tragico;
egli lo respinge da se`, troppo negato al patetico, troppo ironico, troppo
amante dei suoi comodi, se si pu prendere questo termine in un senso
dignitoso; egli vede se stesso troppo tranquillo nonostante ogni penetrante
esame della propria instabilit`.
Pi consapevolmente aristocratico di Montaigne, Shakespeare introduce nel
suo teatro personaggi di alto linguaggio (a eccezione di Shylock),
presentando il popolo solo nello stile umile e non prendendo sul serio la realt
quotidiana e comune: il tragico shakespeariano non dunque completamente
realistico. E` realistica la mescolanza del tragico con il comico e, realistica
soprattutto la concezione, antitetica a quella dantesca, secondo cui gi nel
mondo terreno i personaggi tragici consumano il loro destino, attori di un
dramma il cui vero significato sfugge alla comprensione umana. Al livello
stilistico, non c una netta separazione degli stili e la poetica di Shakespeare
era il modello di tutti quei movimenti che si sono ribellati alla severa
distinzione impiegata durante il classicismo. Il teatro elisabettiano, in
confronto al teatro antico, anche se non si interessa a indagare la
problematica dei rapporti sociali, molto pi consapevole della prospettiva
storica e delle problematiche storiche. Questo si deve alle grandi scoperte nel
secolo XVI che hanno allargato lorizzonte geografico culturale e con ci lidea
di possibili forme di vita umana.
Le tragedie di Shakespeare, inoltre, offrono una concezione ampia e
variegata del destino umano in confronto alle tragedie antiche; questo stile
radicato nella tradizione popolare, pi precisamente nel dramma universale
della storia di Cristo.
Se la follia dell'Amleto shakespeariano radicale e inguaribile, la pazzia del
Don Chisciotte di Cervantes solo uno smarrimento, derivante dallo scontro
fra l'illusione e la realt quotidiana: un tema tipicamente ariostesco (anche se
Ariosto si colloca a met strada tra idealismo e realismo) e scritto con un
unico stile nel chiave comico - popolare. In Cervantes non c una critica
allepoca (se non quella sui romanzi cavallereschi) in cui scritta, ma se ne
vede solo una sua riflessione. La problematica` quotidiana abbastanza
chiara e i personaggi ai tutti i livelli sociali ci trovano spazio per allo stesso
livello manca la problematica sociale; la tragedia del uomo pazzo che vede la
realt a due livelli non si trasforma in una problematica che indaga sulle forze
dinamiche sociali a diversi livelli. Al contrario la realt presentata come un
gioco, dove c la possibilit di permeare i pensieri dei personaggi ma senza
lasciarci la possibilit di giudicare a tutto quello che assistiamo.
Moliere, dallaltra parte, concepisce la realt non attraverso tipi, ma
attraverso individui concreti, escludendo per una reale rappresentazione
della vita del popolo. Il mondo di Moliere e' mondo stabilito di corte. Non c
traccia di una rappresentazione della vita degli strati popolari e nemmeno
laccenno alla situazione politica, alla critica sociale o economica o alla ricerca
dei fondamenti politici sociali economici della vita. La sua critica dei costumi
semplicemente moralistica; preferisce consentire al grottesco laccesso al
medio livello stilistico che consentirlo al realismo serio e problematico della
vita politico-economica. Il suo realismo, nella misura in cui ha un lato serio e
problematico, si limita alla psicologia moralistica.
Solo al principio del sec. XVIII il tono serio e quello realistico comincia a
riavvicinarsi; sparisce la tragica grandezza degli eroi, esaltata dal teatro di
Corneille e di Racine (Soltanto con la prospettiva del tempo si spiega che nel
secolo XVII larte di Racine fosse sentita non solamente come magistrale e
affascinante ma anche ragionevole, sensata, naturale e verosimile; che inoltre
le situazioni sentimentali e i conflitti in cui sono involti i personaggi di Racine
sono duna semplicit esemplare e universalmente valida.) e, in un'atmosfera
sensibile non pi al sublime, ma al grazioso e al sentimentale, fioriscono i
generi letterari di livello medio come il romanzo in versi, mentre fra tragedia e
commedia s'inserisce la commedia lacrimosa.
Nellilluminismo si afferma il romanzo filosofico che spiana la strada, in
Germania, al romanzo borghese sentimentale e alla tragedia borghese di
Schiller; linsufficienza del realismo innanzi tutto nello stesso genere della
tragedia borghese; quale si era formato nel secolo XVIII. Questo genere era
legato allelemento personale, domestico, commovente e sentimentale, cui
non poteva rinunciare, ma che si opponeva per il tono e per il livello stilistico a
un allargamento dellambiente sociale e a uninclusione dei problemi generali
politici sociali.
Un realismo energico e una problematica del tempo concepita tragicamente
non sincontrano mai. Ci tanto pi notevole o, se si vuole, paradossale, in
quanto era proprio lo spirito tedesco della seconda met del secolo XVIII a
creare i fondamenti estetici del realismo moderno, con ci intendendo quello
che negli ultimi tempi era indicato con il nome di storicismo. Si sviluppa
pienamente in Germania durante la seconda met del secolo XVIII. A dir vero
si erano anche prima e altrove delle correnti che hanno preparato lo
storicismo e hanno agitato sulla sua formazione; ma questa formazione