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CARLO SORRENTINO - L'AMPLIAMENTO DEL CAMPO GIORNALISTICO I confini tra formati, generi e registri narrativi diventano sempre pi labili;

le competenze dei conduttori si fanno ormai indistinte. Infotainment: forma ibrida tra informazione e intrattenimento Reality TV: gli eventi reali sono trattati anche dall'intrattenimento Hard/soft news: notizie rilevanti vs. notizie leggere Queste tre dinamiche stanno mutando i connotati del giornalismo. Pierre Bourdieu e la nozione di campo Realt fluida, definita relazionalmente sulla base degli interessi specifici dei diversi attori, che si struttura autonomamente. Ogni attore agisce seguendo determinate pratiche e la sua posizione viene definita in base a quelle degli altri. Il campo giornalistico La logica culturale si impone ai giornalisti attraverso il rispetto di norme deontologiche che trovano legittimazione tramite controlli incrociati, fondando cos la rispettabilit professionale del giornalista. Il campo giornalistico costantemente sottoposto ai verdetti del mercato. Secondo Bechelloni, l'attivit di produrre informazioni visibile all'intera comunit, economicamente remunerativa e contribuisce alla formazione dell'opinione pubblica. La professione di giornalista fluida, non nel senso di precaria, ma intendendo le doti di flessibilit e di apertura che essa richiede a chi la svolge. Il campo giornalistico italiano La sua principale peculiarit la politicizzazione, un tratto strutturale che ha profonde radici storiche. La politica centrale nel giornalismo italiano per due motivi: l'analfabetismo e il ritardo dello sviluppo economico. Le principali testate erano nelle mani di pochi grandi gruppi industriali, i quali non erano certo interessati a che la loro posizione di supremazia venisse scalfita da forme di giornalismo indipendente o commerciale. Le due principali culture politiche dell'Italia del dopoguerra, cattolica e marxista, erano assolutamente corcordi nel mantenimento dello status quo: entrambe rigettavano l'idea di una stampa libera e imparziale. Tutto questo cambia negli anni '70, quando un duplice fenomeno di modernizzazione e secolarizzazione mette in discussione l'assetto tradizionale: il sistema dei media raggiunge l'autonomia economica perch emergono nuovi attori e gruppi sociali che reclamano il loro spazio sulla scena pubblica. Non pi il giornalismo dei "millecinquecento lettori", ma una nuova arena dove l'opinione pubblica viene rappresentata e si discute pubblicamente dei problemi sociali. I gusti del pubblico cambiano e si diversificano, quindi sono necessari nuovi contenuti, nuovi generi e nuove fonti informative, in grado di soddisfare tali esigenze.

Autonomia ed eteronomia: indipendenza vs. dipendenza. Ortodossia ed eresia: posizioni legittimate vs. pluralismo. Parametri di uno schema che d conto delle differenze tra i modelli di giornalismo esistenti. Si realizza autonomia quando: il sistema giornalistico indipendente, si strutturano norme professionali improntate all'autoregolamentazione e la sfera pubblica ospita le diverse culture civiche nazionali. La tardivit del processo di sviluppo economico rischia di portare il giornalismo all'eteronomia commerciale. Dalla sfera pubblica stratificata alla sfera pubblica densa Nella sfera stratificata l'opinione pubblica si forma attraverso reti relazionali corte e dirette: l'appartenenza sociale e culturale degli individui determinata da intermediari che filtrano i contenuti informativi secondo la propria prospettiva. Attraverso i media le persone hanno accesso a un sistema informativo estremamente ampio, costituito da una marea di informazioni tutte potenzialmente accessibili: l'identit non pi omologata, ma diviene diffusa e la sfera pubblica, da stratificata, si trasforma in densa. Il nuovo ruolo del giornalista Oggi non pi il giornalista a dover andare a caccia di notizie, ma sono le notizie che arrivano direttamente in redazione: questo implica un nuovo ruolo del giornalista, il quale agisce da gatekeeper nel selezionare le notizie rilevanti. Emerge nel mondo dell'informazione odierno la figura dello spin doctor, il quale ha il compito di confezionare le notizie e curare le relazioni pubbliche della fonte per cui lavora: siamo entrati nell'epoca del news management. Non un caso che chi lavora all'interno degli uffici stampa di una qualsiasi organizzazione chiede con insistenza di equiparare la propria professione a quella del giornalista. Il ruolo delle fonti oggi notevolmente cresciuto, avendo esse la possibilit di costruire eventi dei quali i media possono parlare: il giornalismo diventa cos un terreno di contesa tra diverse visioni (frame) di una stessa notizia. La diversificazione giornalistica Nel campo giornalistico di oggi si sono moltiplicati: mezzi, formati, generi, argomenti, attori sociali, professionalit, pubblico. Ogni attore che opera all'interno di questo campo assume il ruolo di portatore d'interesse (stakeholder), la cui singola azione modifica l'intero insieme relazionale. Le trasformazioni interne al campo giornalistico avvengono seguendo tre principi, i quali solitamente agiscono di concerto: moltiplicazione (aumento delle possibilit operative), contaminazione (incrocio tra forme diverse) e posizionamento (condivisione del processo comunicativo tra attori diversi). I produttori realizzano una comunicazione integrata, dove la loro prima necessit quella di costruire un'immagine pubblica che sia in grado di districarsi tra i vari media giornalistici. Il pubblico di riceventi costantemente immerso in un flusso di informazioni, dal quale ognuno di noi cerca di ricavare una propria dieta multimediale: oggi siamo raggiunti dalle informazioni dovunque ci troviamo, tanto che sono le notizie a venire a cercarci e non il contrario.

Il consumo di informazione si fa prensile, ovvero costituito da frammenti informativi prelevati dalle fonti pi disparate. Le testate giornalistiche accorrono in soccorso del loro pubblico, assecondando questo suo nuovo ruolo: esse si pongono come veri e propri marchi di specifici stili di vita. Dall'obiettivit alla responsabilit riflessiva Nel giornalismo di oggi l'obiettivit pu essere considerata una chimera, un ideale quasi impossibile da raggiungere. Si affermano, nell'ottica del superamento del principio di obiettivit, due tendenze contrapposte: una linea pragmatica, contraddistinta dalle doti che un buon giornalista dovrebbe possedere, e una linea della contrapposizione, dove il giornalismo mostra le diverse posizioni e in questo modo d conto dell'assoluta complessit di rappresentare alla perfezione il mondo. Il pubblico non chiede al giornalista di riprodurre esattamente i fatti per come si sono svolti, ma vuole semplicemente che egli sia in grado di comprenderne le motivazioni. La responsabilit riflessiva del giornalista sta proprio in questo rapporto che si instaura con i vissuti concreti delle persone. Il giornalismo deve essere consapevole di costituire un punto di vista e non l'onniscenza, ma ci non toglie che il giornalista debba assumersi l'onere di contribuire a una rappresentazione del mondo la pi esauriente e completa possibile. LAURA SOLITO - LE ERESIE DELL'AMPLAMENTO NEL GIORNALISMO TELEVISIVO Immediatezza e tematizzazione sono state tradizionalmente considerate attivit differenti che non potevano essere contemporaneamente svolte dallo stesso medium. Immediatezza significa dare le ultime notizie disponibili, quelle pi aggiornate: le persone possono cos seguire minuto per minuto l'evoluzione di determinato eventi. Tematizzare implica invece approfondire una specifica notizia, analizzandola sotto diversi punti di vista, facendo ricorso ai pi diversi espedienti narrativi. Un tempo queste due funzioni erano separate, mentre oggi i nuovi media offrono entrambe le possibilit: possibile avere una panoramica lungo l'intero arco della giornata del susseguirsi degli eventi, ma anche approfondire questioni specifiche. Il sistema dei generi sta attraversando un profondo processo di ridefinizione, essendo ormai superata la classica distinzione tra notizie e approfondimenti. Ci evidente soprattutto nel caso della televisione, dove si pone il problema di riempire il palinsesto delle 24 ore: l'informazione finisce per invadere nuovi spazi e necessita di modalit narrative inedite. Non a caso si parla di "palinsesto orizzontale", dove i programmi-contenitore dominano incontrastati: sono veri e propri laboratori in cui si sperimentano miscele e la giustapposizioni di generi tra loro apparentemente inconciliabili. In televisione l'informazione si presenta sotto le pi diverse spoglie: rubriche di approfondimento dei telegiornali, trasmissioni d'inchiesta, talk-show politici, rotocalchi sull'attualit, ecc. Tutto ci risponde alla classica diversificazione, da sempre esistente, tra approfondimento cognitivo e approfondimento emotivo. L'approfondimento cognitivo risponde all'esigenza di presentare i fatti, esattamente come si sono svolti, mentre l'approfondimento emotivo fa leva sulle sensazioni che si vogliono generare presso il pubblico.

Soprattutto l'approccio emotivo ormai diventato la strategia che viene utilizzata dal mezzo televisivo, il quale deve fare i conti con una trasmissione istantanea e molto labile. Le notizie che vengono trattate sul medium televisivo possono essere riassunte attraverso lo schema delle "5 S": sesso, sport, sangue, salute, soldi. Si riscontra un accorciamento del ciclo della notizia, il che giustifica le diverse tematizzazioni di uno stesso evento: i differenti frame danno l'impressione che la notizia abbia qualcosa di nuovo da dire, mentre invece stata semplicemente mutata l'angolatura da cui osservato l'evento. La figura del conduttore serve per fidelizzare il pubblico, dando una garanzia di qualit del programma a prescindere dagli argomenti trattati. BENEDETTA CAPPELLINI - DALL'APPROFONDIMENTO ALL'AMPLIAMENTO: IL LUNGO PERCORSO DI RIPOSIZIONAMENTO DEL QUOTIDIANO ITALIANO Il giornalismo odierno sta convergendo verso un modello unico, contraddistinto dalla forte presenza di una stampa commerciale e da una spiccata partigianeria politica. La quality press, da sempre sinonimo di informazione seria e compassata, sta lentamente avvicinandosi ai toni sensazionalistici della stampa popolare. Le hard news stanno cedendo il passo alle soft news. In Italia negli anni '70 la crisi dei partiti di massa e l'esplosione delle emittenti private determinano il passaggio da una logica formativa a una informativa: la stampa quotidiana si stacca dagli interessi politici per orientarsi al mercato, con l'obiettivo di rispondere alle carenze strutturali del settore (quotidiani marked-oriented). Erano stati proprio i rapporti stretti da sempre intrattenuti con la politica, tanto da sconfinare nel clientelismo, a impedire al giornalismo di farsi promotore dei diritti della cittadinanza: il lettore viene visto non come individualit da informare, ma come singolo inserito all'interno di un determinato segmento politico-ideologico. L'et della contestazione porta all'affermazione di un giornalismo di protesta che mette in risalto realt completamente diverse e alternative rispetto a quelle degli organi di stampa tradizionali (advocacy journalism). L'esigenza di riposizionamento del quotidiano dovuta soprattutto all'emergere della televisione, un medium che non opera distinzioni di carattere ideologico oppure territoriale, ma che si rivolge al singolo come consumatore e non come membro di una comunit. Anche la televisione stessa stata costretta a riposizionarsi, essendo venuto meno l'approccio pedagogico che l'aveva contraddistinta nei suoi primi anni di attivit: lo scopo non pi educare il cittadino, ma informarlo e possibilmente anche divertirlo. Il nuovo quotidiano che emerge deterritorialializzato, si rivolge al pubblico dei consumatori e rompe ogni legame con i partiti. In questo senso "la Repubblica" di Eugenio Scalfari si pone come primo vero quotidiano moderno italiano, un modello che Paolo Mieli andr poi a esportare verso altri quotidiani. In Italia non si sviluppa per il fenomeno dei tabloid, ma si viene a creare comunque una nuovo forma di giornalismo: il critic journalism.

Le questioni politiche cominciano a essere trattate con toni sensazionalisti, il che non significa svilire il ruolo della politica nel nostro paese: non necessariamente vero che a bassi livelli di lettura corrispondano atteggiamenti apatici nei confronti della politica, essendosi l'Italia sempre contraddistinta per alti livelli di partecipazione dal basso. proprio per questo motivo che i quotidiani devono ampliarsi: per intercettare le nuove esigenze della cittadinanza, che coincidono con temi solitamente poco trattati nell'ambito del dibattito pubblico. SILVIA PEZZOLI - NUOVI USI E COSTUMI: LA DIFFUSIONE DEI QUOTIDIANI GRATUITI IN ITALIA Con il termine free press si intende il fenomeno della stampa quotidiana gratuita e finanziata dalla pubblicit. Suo principale merito stato quello di conquistare una fetta di pubblico che solitamente non legge la stampa quotidiana tradizionale: il timore era quello che potesse esistere una fascia di "non lettori", poco informati e non dotati di quel capitale sociale e relazionale che invece possiede chi legge abitualmente. La free press non pu essere in alcun modo equiparata alla popular press anglosassone, anche se sembra ricalcarne alcune caratteristiche: non nemmeno corretto paragonarla allo use paper, il "quotidiano di servizio" interessato alla realt cittadina. La free press presuppone un lettorato costituito da persone dinamiche: studenti, pendolari, internauti, ecc. Proprio il pendolarismo costituisce un aspetto importante perch consente al quotidiano free di diffondersi al di fuori della citt. Si tratta di un prodotto comodo e adatto a essere fruito in un contesto temporale veloce, andando a riempire i tempi impiegati per raggiungere i luoghi di studio o di lavoro. Ogni informazione letta pu essere approfondita sui quotidiani nazionali oppure in Internet, con la possibilit di stimolare il lettore all'acquisto di un quotidiano tradizionale. La peculiarit della free press quella di catturare un pubblico eterogeneo, non interessato soltanto alle solite notizie, ma che vuole conoscere a un livello pi approfondito la propria citt e gli eventi che vi si svolgono. La funzione della free press di "indicatore di direzione", essendo in molti casi la prima lettura della giornata: essa sopravvive grazie alla pubblicit, anche se la maggioranza dei suoi lettori non ne consapevole poich non costa nulla e non richiede tempo. La free press pu essere considerata una sorta di "non luogo" di transito, dove le identit si mescolano: in questo senso agisce come sostitutivo di una piazza che si frammentata. ENRICO BIANDA - TERRITORIO, COMUNIT E GIORNALISMO LOCALE La vita comunitaria appare estranea al processo di individualizzazione cui soggetta la societ contemporanea.

L'azione dei media locali diviene dunque fondamentale per la costruzione di un'identit comunitaria, dato che l'utilizzo dei media costituisce un atto sociale totale. Sono sei le variabili in gioco quando si parla di costruzione dell'agenda dei media locali: il radicamento sociale, la riconoscibilit, il grado di aggregazione, l'identit comunitaria, i confini dell'azione sociale, la struttura del network relazionale. Radicamento sociale: chi si trova sul territorio da pi tempo ha costruito una profonda e duratura rete di relazioni. Riconoscibilit: dipendenza o indipendenza rispetto al campo politico ed economico. Grado di aggregazione: accorpare attivit tra loro diverse (es. comitati locali). Identit comunitaria: come il pubblico si percepisce all'interno della comunit. Confini dell'azione sociale: globale oppure locale. Struttura del network relazionale: realt fluida costituita da reti allargate aventi obiettivi diversi. Al giornalismo locale manca la forza evocatrice della scrittura narrativa, anche a causa della connivenza con le istituzioni politiche, e non riesce a rispondere alle esigenze del suo pubblico di essere rappresentato. Molti dei soggetti agiscono contemporaneamente da fonti e produttori delle notizie. Il giornalismo locale dovrebbe promuovere quelle istanze che mirano a raggiungere il benessere generale della comunit, tenendo presente che non pu certamente assumere gli stessi formati del giornalismo nazionale. LETIZIA MATERASSI - STAMPA PERIODICA E STILE DI VITA Il dualismo quotidiano/periodico ha una lunga tradizione nella cultura italiana: al primo associata una forma di giornalismo indirizzata verso le classi colte, il secondo invece il regno delle notizie leggere e dei pettegolezzi. La tabloidizzazione sempre stata vista con sospetto, come degenerazione anzich occasione di cambiamento: non si mai preso in considerazione il fatto che la stampa popolare cerca di accontentare le esigenze specifiche del suo pubblico. Con life-style magazine si intende un genere giornalistico a s stante, dai confini incerti e dai contenuti variegati: come un supermercato, dove sono stati selezionati gli argomenti che concorrono nel costruire uno stesso stile di vita. Lo stile di vita un modo di vivere, un processo di attribuzione di senso alle attivit quotidiane: per riprendere Bourdieu, un habitus (come gli individui categorizzano la propria esperienza quotidiana, a seconda della classe sociale). Il periodico mette a disposizione del lettore un insieme di risorse alle quali egli pu attingere per costruire un'immagine di s compatibile con i valori della testata. La notiziabilit dettata dalla capacit di far identificare i pubblici e di concorrere alla costituzione di comunit virtuali, tralasciando la tempestivit o l'esclusivit dell'informazione. Il rapporto con il lettore decisamente intimo, a cominciare dal fatto che nella lettura vuole sentirsi a casa. Lo stile, estroso e colorato, possiede una logica che il lettore deve riuscire a decifrare: l'oggetto del discorso il lettore stesso e come vorrebbe essere. I periodici sono differenziati a seconda del genere: quelli destinati alle donne sono pi attenti all'introspezione e all'intimit, mentre le pi recenti riviste per uomini puntano maggiormente sull'aspetto fisico e sul narcisismo.

Dunque i contenuti risulteranno essere diversi: essi instaurano un dialogo diretto con il vissuto personale di ogni lettore, emergendo una sempre maggiore difficolt a classificare la propria readership sulla base di standard specifici. D'altra parte molto importante per un periodico riuscire a mantenere compatto il proprio pubblico di lettori, evitando di creare divergenze interne. Questa tipologia di pubblicazione costituisce un mercato molto appetibile per gli inserzionisti, considerando il lungo ciclo di vita degli inserti pubblicitari (in genere mensile). Inserti pubblicitari che si confondono volutamente con gli articoli veri e propri, finendo per rafforzare il life-style della testata e arricchendone l'offerta informativa. Il giornalista dei periodici agisce da "traghettatore" che seleziona quelle notizie ritenute meritevoli di essere presentate a chi legge: una selezione che sempre improntata a ci che pu confermare lo stile di vita in questione. Spesso capita di leggere articoli scritti dalle grandi firme della stampa tradizionale, il che accresce il valore di queste pubblicazioni. ANTONIO SOFI - UN NUOVO GIORNALISMO S'INTRECCIA NELLA RETE: L'INFORMAZIONE NELL'ERA DEI BLOG Internet fa la sua comparsa quando il giornalismo tradizionale in via di mutamento, anche se inizialmente il giornalismo on-line ha faticato a dispiegare tutte le sue potenzialit. Con il Web 2.0 tutti hanno la possibilit non solo di leggere, ma anche di scrivere informazioni e farle conoscere a tutti. Il blog lo strumento di personal publishing per eccellenza, scritto da una persona che pu essere precisamente identificata attraverso un nickname e aggiornato periodicamente, con articoli (post) ordinati cronologicamente e sempre accessibili attraverso link permanenti. Nel public journalism gli attori sociali vengono direttamente coinvolti all'interno del processo di negoziazione giornalistica. La rete si configura come network di nodi paritetici, estranei a ogni logica di tipo professionale: questo testimonia ulteriormente la perdita da parte dei media tradizionali del monopolio dell'informazione. Il pubblico della rete attivo nel produrre feedback che servono a migliorare la qualit di quanto viene pubblicato: ci senz'altro favorito dalla bidirezionalit della comunicazione su Internet. I blog possiedono dei propri criteri di notiziabilit che non coincidono con quelli dei media tradizionali: personalizzazione della fiducia nei confronti dell'attivit svolta da una singola persona e trasparenza nella segnalazione delle fonti. I blog contribuiscono a ridefinire tre formati giornalistici classici: la cronaca (dando pi spazio ai racconti di testimonianza), gli scarti di informazione (configurando una sorta di "giornalismo residuale", definito nanopublishing) e le tematiche (i blogger conversano tra di loro, dando luogo a pratiche di approfondimento collaborativo).

chiaro che blog e giornalismo configurano due mondi completamente diversi, l'uno di carattere prettamente amatoriale, l'altro eminentemente professionale: l'ideale

sarebbe che entrambi collaborassero per dare luogo a forme di collaborazioni e scambi reciproci. ALESSANDRA MARILLI - TRA APPARTENENZA E DISTINZIONE: I CONSUMI DI INFORMAZIONE GIORNALISTICA DEI GIOVANI La generazione giovanile di oggi ha a disposizione un ventaglio di opportunit di consumo culturale mai cos ampie come in passato. I ragazzi hanno elaborato un linguaggio specifico per poter riuscire a utilizzare le numerose tecnologie che popolano la loro vita di tutti i giorni: la realt mediata a guidare le loro azioni di consumo. I media sono un ambiente cognitivo nel quale si dispiegano gli interessi individuali, dove possibile orientare le proprie azioni e dare un senso alla realt. Le diverse esperienze si incontrano e si intrecciano, dando luogo a una vera e propria ridefinizione della biografia personale di ognuno. Le ricerche evidenziano come i consumi culturali dei giovani sono estremamente diversificati: sono forme di appropriazione diversificate, ma incostanti. Si notato che verso i 25 anni il giovane subisce un vero e proprio rito di passaggio: a partire da quest'et, egli tende ad adottare i modelli comportamentali degli adulti. I consumi mediali tendono per a stabilizzarsi, ci in ragione del fatto che i ragazzi di oggi tendono a prolungare la propria condizione giovanile: faticano a trovare un'occupazione fissa, lasciano sempre pi tardi l'abitazione dei genitori, ecc. Il consumo dei media informativi sembra comunque rimanere una prerogativa dell'et adulta. I giovani tendono ad assumere pratiche onnivore di consumo mediale, cio godono di un'ampia libert di scelta: il loro e per al tempo stesso anche un consumo riflessivo, avendo comunque modo di approfondire gli argomenti considerati pi interessanti. Il loro ambiente mediale preda di un vero e proprio sovraccarico simbolico, dove sono molto importanti la seriet e l'autorevolezza di un medium. I giovani concretizzano soltanto quei temi che sentono di reale interesse. Nonostante l'informazione costituisca una realt fluida che contamina luoghi tra loro diversi, i giovani tendono comunque a identificarla con il giornale. Il loro consumo di informazione frammentato, breve e disimpegnato: questo contribuisce a spiegare il successo presso questo target della free press. Inoltre, i giovani sono abituati a mettere in atto un confronto tra diverse fonti per una stessa notizia: la loro una vera e propria riflessivit intensiva. I giovani sviluppano talvolta abilit che un tempo erano proprie di categorie professionali ben precise: il loro atteggiamento nei confronti del mondo dell'informazione comunque scettico verso il giornalismo tradizionale, orientadosi piuttosto sulla satira e sull'ironia. Il rischio di un atteggiamento simile per quello di delegittimare l'importantissima funzione svolta dal giornalismo: necessario che i giovani sviluppino una capacit di senso critico che possa di conseguenza veicolare una maggiore fiducia nei suoi confronti.

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