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Grand Operà de P is

L'Opéra Garnier, o Palais Garnier, è un teatro

d'opera situato nel IX arrondissement di Parigi,

fino al 1989 primo teatro della capitale nonché

sede del Balletto dell'opera di Parigi.

Di ritorno da una serie di viaggi di studio Charles

Garnier va a riportare un successo inatteso con la costruzione di questo edificio,

iniziata nel 1861. Napoleone III fu colpito in un attentato, il 14 gennaio 1858, in rue Le

Peletier dove si trovava il teatro dell'Opera del momento. Un gruppo di anarchici italiani

comandati da Felice Orsini, gettò diversi «ordigni infernali» in mezzo al corteo e alla folla

che lo circondava. La coppia fu miracolosamente risparmiata ma si contarono otto

morti e circa centocinquanta feriti.

L'Opéra è uno degli elementi caratterizzanti del IX arrondissement di Parigi e del

panorama della capitale francese. Situato all'estremità dell'avenue de l'Opéra, vicino

all'omonima stazione della metropolitana Opéra, l'edificio si presenta come un monumento

particolarmente rappresentativo dell'architettura eclettica della seconda metà del XIX

secolo e si inserisce nella continuità delle trasformazioni di Parigi sotto il Secondo

Impero effettuate da Napoleone III e dal prefetto Haussmann. Questa costruzione è

stata conosciuta per tanto tempo come l'«Opéra de Paris», ma dopo l'inaugurazione

dell'Opéra Bastille nel 1989, le è stato dato il nome del suo autore: Charles Garnier. I due

Teatri sono oggi riuniti nello stabilimento pubblico, industriale e commerciale, "Opéra

national de Paris".
Il Palais Garnier fu formalmente inaugurato alle ore 20 del 5 gennaio 1875, in una sontuosa

cerimonia che comprendeva la rappresentazione del terzo atto dell'opera La Juive, di

Halevy, e brani tratti dal Les Huguenots di Meyerbeer. Il corpo di ballo presentò uno

spettacolo gestito dal maestro di ballo Luigi Merante costituito dalla famosa scena di

Giuseppe Mazilier, Le Jardin Animé, ricreata dal suo balletto Le Corsaire alla presenza del

Presidente della Repubblica Mac Mahon, di Alfonso XII di Spagna, di Isabella II Delibes.

Il Palais Garnier è un edificio di imponenza eccezionale. Lo stile è monumentale e

considerato tipicamente Secondo Impero, con l'uso della simmetria assiale nel piano, la

sua decorazione esterna. Il suo pubblico si siede sotto un lampadario centrale che pesa

più di sei tonnellate, e ha un grande palcoscenico con spazio per ospitare fino a 450

artisti. È decorato con molti elaborati fregi in marmo multicolore, colonne e statue

ricche, molte delle quali ritraggono divinità della mitologia greca. Busti in bronzo dorato di

molti dei grandi compositori si trovano tra le colonne della facciata anteriore del teatro

e raffigurano da sinistra a destra: nella parte del colonnato dell'ingresso principale Bach,

Pergolesi, Haydn e Cimarosa e nella parte sovrastante Rossini, Auber, Beethoven, Mozart,
Spontini, Meyerbeer e Halévy, mentre Rispettivamente sul lato sinistro e destro della

facciata sono collocati i busti dei librettisti Eugène Scribe e Philippe Quinault.

L'interno è costituito da intrecci di corridoi, vani, scale, nicchie e pianerottoli che

permettono il movimento di un gran numero di persone e lo spazio per socializzare

durante l'intervallo.

Ricco di velluto, foglia d'oro, e cherubini e ninfe, l'interno è caratterizzato da una

sontuosità barocca. Il ridotto, o foyer, è l'emblema della ricchezza dell'edificio, insieme allo

scalone interno, costruito apposta affinché gli spettatori dei palchi potessero mettersi

in mostra nella società.

L’Opéra Garnier di Parigi custodisce al proprio interno un tesoro pittorico che lascia
qualunque visitatore o spettatore senza fiato. Nel 1963 infatti il Ministro degli Affari

culturali francese affida la decorazione della cupola del primo teatro parigino all’artista

Marc Chagall.

L’autore, nato in una famiglia ebraica a Lëzna, trasferitosi poi per studiare arte a San

Pietroburgo, una volta arrivato a Parigi scopre e si nutre delle correnti pittoriche delle

Avanguardie europee; si colloca inizialmente nel quadro dell’Espressionismo selvaggio

russo animato però da una vena mistica derivante dalla sua religione, si avvicina

successivamente al cubismo criticandone in un secondo momento l’eccessivo

attaccamento alla macchina, si appropria infine di un linguaggio ricostruttivo.

Le figure, definite “infantili”, presentano torsioni inverosimili, si staccano dal suolo,

levitano e volano leggiadre in un sogno senza tempo. Il colore a poco a poco si fa sempre

più brillante, vivo e fuoriesce dai contorni, espandendosi come macchia. Nel soffitto

dell’Opéra l’artista russo-francese omaggia i grandi compositori di melodrammi e balletti:

rappresenta i sogni e le creazioni di artisti e musicisti, rievocando una “ruota della vita”

tra gioie e dolori, nascita e morte, canti e danze.

Vediamo così scorrere via via, davanti ai nostri occhi, nel pannello centrale, la passionalità

di Carmen di Bizet in rosso (con l’immancabile toro che suona una chitarra), il verde

speranza di Orphée et Eurydice di Gluck, Fidelio di Beethoven (verde e blu) con Leonore che

corre incontro a una figura a cavallo, e la solarità di Verdi con, probabilmente, La

traviata (giallo). Proseguendo verso l’esterno, ecco la maestosità in blu di Boris Godunov

di Musorgskij; la leggiadria fluttuante di Giselle di Adam e de Il lago dei cigni di Čajkovskij,

entrambi in giallo dorato, tra donne-cigno, fiori e balli paesani; la dirompenza dionisiaca di
Stravinskij (L’Oiseau de feu, in rosso, verde e blu) e Ravel (Daphnis et Chloé, in rosso); il

simbolismo misterioso di Pelléas et Mélisande di Debussy (in blu); il bianco abbacinante delle

composizioni di Rameau; l’abbraccio tra i due amanti galleggianti nel verde (Roméo et

Juliette di Berlioz); Tristan und Isolde di Wagner, anch’essa in verde, con i due innamorati,

l’Arc de Triomphe e Place de la Concorde; l’azzurro etereo di Mozart e Die Zauberflöte, con

un angelo gigantesco e un gallo che suona un flauto.

tra le leggende e i miti parigini, alcuni di essi si riferiscono all’Opéra Garnier.

Il fatto che Garnier fosse il tredicesimo teatro dell’opera costruito a Parigi ha

contribuito all’emergere di superstizioni e leggende intorno al monumento. Un incidente

mortale nel 1896 ha di nuovo allentato l’immaginazione. Quest’anno, il 20 maggio, il

contrappeso dell’enorme lampadario del teatro dell’opera è stato rotto durante una

rappresentazione che ha colpito la persona che occupava il posto numero 13. Per un po’ di

tempo sono stati fatti commenti sulla maledizione, i rumori e i sussurri nei corridoi dei

camerini. Questo fatto è stato probabilmente la fonte di ispirazione per Gaston Leroux

per il suo famoso libro Le Fantôme de l’Opéra.

Garnier è anche legato al mito di un lago sotterraneo a Parigi.


Il terreno in questa zona era molto umido e, durante la costruzione del teatro dell’opera,

per incanalare l’umidità ed evitare infiltrazioni, è stato costruito un enorme “bacino”

sotto il palcoscenico del teatro dell’opera. Oggi questo pool esiste ancora e ha diverse

funzioni. Una volta al mese, i vigili del fuoco vi si esercitano per cercare i sopravvissuti nei

sotterranei allagati. Serve anche come serbatoio in caso di incendio.

non si hanno molte fonti su quali opere teatrali si conducessero precisamente, ma

sappiamo che in quel periodo padronoggiavano l’opera buffa è l’opera seria.

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