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iniziata nel 1861. Napoleone III fu colpito in un attentato, il 14 gennaio 1858, in rue Le
Peletier dove si trovava il teatro dell'Opera del momento. Un gruppo di anarchici italiani
comandati da Felice Orsini, gettò diversi «ordigni infernali» in mezzo al corteo e alla folla
stata conosciuta per tanto tempo come l'«Opéra de Paris», ma dopo l'inaugurazione
dell'Opéra Bastille nel 1989, le è stato dato il nome del suo autore: Charles Garnier. I due
Teatri sono oggi riuniti nello stabilimento pubblico, industriale e commerciale, "Opéra
national de Paris".
Il Palais Garnier fu formalmente inaugurato alle ore 20 del 5 gennaio 1875, in una sontuosa
Halevy, e brani tratti dal Les Huguenots di Meyerbeer. Il corpo di ballo presentò uno
spettacolo gestito dal maestro di ballo Luigi Merante costituito dalla famosa scena di
Giuseppe Mazilier, Le Jardin Animé, ricreata dal suo balletto Le Corsaire alla presenza del
Presidente della Repubblica Mac Mahon, di Alfonso XII di Spagna, di Isabella II Delibes.
considerato tipicamente Secondo Impero, con l'uso della simmetria assiale nel piano, la
sua decorazione esterna. Il suo pubblico si siede sotto un lampadario centrale che pesa
più di sei tonnellate, e ha un grande palcoscenico con spazio per ospitare fino a 450
artisti. È decorato con molti elaborati fregi in marmo multicolore, colonne e statue
ricche, molte delle quali ritraggono divinità della mitologia greca. Busti in bronzo dorato di
molti dei grandi compositori si trovano tra le colonne della facciata anteriore del teatro
e raffigurano da sinistra a destra: nella parte del colonnato dell'ingresso principale Bach,
Pergolesi, Haydn e Cimarosa e nella parte sovrastante Rossini, Auber, Beethoven, Mozart,
Spontini, Meyerbeer e Halévy, mentre Rispettivamente sul lato sinistro e destro della
facciata sono collocati i busti dei librettisti Eugène Scribe e Philippe Quinault.
durante l'intervallo.
sontuosità barocca. Il ridotto, o foyer, è l'emblema della ricchezza dell'edificio, insieme allo
scalone interno, costruito apposta affinché gli spettatori dei palchi potessero mettersi
L’Opéra Garnier di Parigi custodisce al proprio interno un tesoro pittorico che lascia
qualunque visitatore o spettatore senza fiato. Nel 1963 infatti il Ministro degli Affari
culturali francese affida la decorazione della cupola del primo teatro parigino all’artista
Marc Chagall.
L’autore, nato in una famiglia ebraica a Lëzna, trasferitosi poi per studiare arte a San
Pietroburgo, una volta arrivato a Parigi scopre e si nutre delle correnti pittoriche delle
russo animato però da una vena mistica derivante dalla sua religione, si avvicina
levitano e volano leggiadre in un sogno senza tempo. Il colore a poco a poco si fa sempre
più brillante, vivo e fuoriesce dai contorni, espandendosi come macchia. Nel soffitto
rappresenta i sogni e le creazioni di artisti e musicisti, rievocando una “ruota della vita”
Vediamo così scorrere via via, davanti ai nostri occhi, nel pannello centrale, la passionalità
di Carmen di Bizet in rosso (con l’immancabile toro che suona una chitarra), il verde
speranza di Orphée et Eurydice di Gluck, Fidelio di Beethoven (verde e blu) con Leonore che
traviata (giallo). Proseguendo verso l’esterno, ecco la maestosità in blu di Boris Godunov
entrambi in giallo dorato, tra donne-cigno, fiori e balli paesani; la dirompenza dionisiaca di
Stravinskij (L’Oiseau de feu, in rosso, verde e blu) e Ravel (Daphnis et Chloé, in rosso); il
simbolismo misterioso di Pelléas et Mélisande di Debussy (in blu); il bianco abbacinante delle
composizioni di Rameau; l’abbraccio tra i due amanti galleggianti nel verde (Roméo et
Juliette di Berlioz); Tristan und Isolde di Wagner, anch’essa in verde, con i due innamorati,
l’Arc de Triomphe e Place de la Concorde; l’azzurro etereo di Mozart e Die Zauberflöte, con
contrappeso dell’enorme lampadario del teatro dell’opera è stato rotto durante una
rappresentazione che ha colpito la persona che occupava il posto numero 13. Per un po’ di
tempo sono stati fatti commenti sulla maledizione, i rumori e i sussurri nei corridoi dei
camerini. Questo fatto è stato probabilmente la fonte di ispirazione per Gaston Leroux
sotto il palcoscenico del teatro dell’opera. Oggi questo pool esiste ancora e ha diverse
funzioni. Una volta al mese, i vigili del fuoco vi si esercitano per cercare i sopravvissuti nei