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PARIGI – la modernità, la tecnologia.

Durante Napoleone III, Parigi è la grande capitale europea, spumeggiante, trionfante, assiste all'ascesa della
borghesia, che inizia a cogliere il benessere ed il lusso aiutata dalla tecnologia e dalla scienza, è chiamata
Ville-Lumière, la città della luce e nuova Atene, poichè richiama a sé tantissimi artisti ed intellettuali europei
e americani, è il fulcro tecnologico, culturale e moderno del mondo.

Dietro questi cambiamenti vi sono Napoleone III e le scoperte scientifiche. Parigi si trova nell'era del
positivismo della seconda rivoluzione industriale. Ha il bisogno di credere che la scienza risolva i mali
dell'uomo, ed in effetti è proprio così: viene inventata la penicillina, i farmaci, si specializza la chirurgia, il
benessere è concreto.
Si riducono gli orari di lavoro, l'operaio non è più schiacciato dal peso del lavoro in fabbrica ma gli vengono
riconosciuti giorni di ferie e anche qualche malattia. Le case hanno l'acqua corrente, quelle alto-borghesi e
ricche la hanno calda, hanno il bagno in casa. Quelle popolari lo hanno fuori, nello stesso condominio, da
condividere con più famiglie. Il vaso da notte rimane comunque una delle cose più usate nella vita del
quotidiano.
Le strade sono alimentate con illuminazione a gas, è la città che non dorme mai, sempre occupata.

Una delle prime operazioni di Napoleone III a partire dagli anni 50 inizio anni 60 fu il riammodernamento
della città. Quest'ultima era molto grande, popolata, dalla struttura urbanistica ancora medievale. Il centro
era l'Ile de la citè, dove si trova Notre Dame. Sorgeva ancora il problema di possibili barricate ne è esempio
quella del 1830, narrata da Delacroix. Napoleone III verso la fine degli anni 50 ordina di spostare la
popolazione meno abbiente in periferia, per evitare possibili nuove barricate, vendendo l'operazione come
rinnovamento, modernità, bellezza, igiene. Si svuota il centro storico, il centro antico della città.

Si perde per sempre la Parigi medievale e rinascimentale. Al suo posto nascono i Grand Boulevard.
Quest'ultimo  è un grande viale necessario, dato il traffico di persone e viaggiatori, in carrozza, è alberato,
obbligatoriamente, con delle pause di prati poiché in questo bisogno di igiene, di salute vi è la necessità di
un rapporto con la natura e di rinfrescarsi dal turbinio della vita quotidiana . Ad esempio, Londra  Hyde
park  a Parigi, Tuileries.

Napoleone III da l'ordine a Hausmann, ingegnere, di ideare nuovi edifici che fiancheggino i grandi viali. Si
inizia a fare un'operazione che si svolgerà anche in altre capitali europee: Vienna, Londra, Berlino. I palazzi
devono essere alti, belli, luminosi, questi ultimi vengono venduti alle banche, alle compagnie di
assicurazione, ai grandi magazzini a edifici di rappresentanza della nuova economia. Al posto della
abitazioni si portano, a Londra, Liberty, Harrods, a New York nasce Macy's.

L'ARCHITETTURA DELL'OTTOCENTO

L'architettura cambia perchè la rivoluzione industriale porta materiali nuovi. L'industria sta cambiando il
volto delle città. Questa deve essere moderna e funzionale. Le idee furono due:
 “architettura degli ingegneri” nata a Londra nel 1851. Materiali: vetro e ferro (ghisa nata dalla
produzione industriale)
 “architettura degli architetti” nata a Boston negli anni 80 dell'ottocento, quando lo studio Sullivan
inventa il primo grattacielo in vetro e cemento.

L'architetto all'epoca si laurea all'accademia delle belle arti, guarda alla bella forma, lavora con materiali
tradizionali, l'ingegnere, abituato al calcolo e alla fisica crea gallerie, ponti ma anche edifici mobili come il
Crystal palace, una serra nata per la prima esposizione universale Londra 1851.

ARCHITETTURA DEGLI INGEGNERI

Parigi, 1889, l' ingegnere Gustav Eiffel realizza (oltre al basamento della statua libertà della Liberty Island di
New York), il padiglione Tour Eiffel. L'esposizione universale, nasce a Londra nel 1851, è frutto della
rivoluzione industriale, mentre la seconda e la terza si tengono a Parigi. Quella del 1889 avviene per
celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. Queste esposizioni sono volute dall'industria per far
conoscere e osservare le invenzioni eccellenti di ogni paese dal più piccolo al più grande, questo è
momento dove ci si incontra e ci si confronta.

La Tour Eiffel doveva durare giusto il tempo dell'esposizione, costruita con materiali industriali, bulloni, ecc.
è prefabbricata, si poteva smontare e rimontare. Il progetto prevedeva che si sarebbe dovuta rimontare per
una serra pubblica. Quando però finisce i parigini vogliono che l' opera rimanga ed oggi è simbolo della
città.
Forma semplice dalla fattura gotica, 4 grandi piedi, grande volta a botte, base quadrangolare che si lancia in
alto. Vi è il bisogno di far vedere l'audacia tecnologica, le capacità, secondo alcuni deve dimostrare la virilità
di una città industriale, l' orgoglio, la supremazia. Una grande novità è l'ascensore, inventato dalla
tecnologia tedesca, fondamentale, permetterà la realizzazione del grattacielo. Siamo negli anni 60
dell'ottocento, partono dal basso per arrivare in cima alla torre dove verrà posto un caffè, pagando un
biglietto si poteva salire sulla torre e dominare il panorama di Parigi, le città si attrezzano per avere dei
belvedere. Verrà spostata un po' più indietro, attualmente si trova nei giardini di Campo di Marte dove
l'esercito faceva le esercitazioni militari, questa era una zona malfamata, dove stavano le prostitute,
diventerà alla moda, più frequentata. Un edificio che deve essere solo funzionale specchio dell'industria
rimarrà come culto della città.

ARCHITETTURA DEGLI ARCHITETTI

Gli architetti si riuniscono in società per creare i grattacieli, per realizzare opere colossali, prima a Boston e
Chicago (anni 80 1800), poi New York (1930-31, Empire.) Tutto è ispirato alle case torri, più alto è più
importante è la funzione che i suoi uffici o negozi ricoprono, formato da più di 10 piani, con molte finestre,
edificio geometrizzato, parallelepipido, al piano terra, verranno aperti magazzini, dove si possono trovare
oggetti da tutto il mondo, bazar, a salire, uffici, rappresentanze, fino a dei veri e propri appartamenti, più
alto è più prestigio è.
Il grattacielo è fatto di cemento armato, invenzione dell'ottocento, garantisce solidità, stabilità, l'armatura
del cemento è ferro, l'ascensore, indispensabile. Da piccole case, si passa ad una visione diversa. Dalla fine
dell'ottocento, il bel vedere ce la fa dominare, dal basso, non è possibile avere una visione intera, non ci
permette di controllare.

EDGAR DEGAS

L'ASSENZIO- Edgar Degas

Nella stessa mostra, Degas dipinge l' altra faccia della Parigi moderna, intitolato “L'assenzio”. Quest'ultimo
verrà proibito, era una droga forte che si beveva, di un colore giallo-verde, aveva un forte potere
allucinogeno, nel giro di poco tempo, bruciava i neuroni. Il quadro è una denuncia degli effetti negati della
droga. Si cerca di limitarne l'esposizione poiché turba l'opinione pubblica, ma ormai i tempi sono cambiati.
Degas dipingerà soprattutto le sue ballerine. Degas era benestante, il padre è banchiere, la madre
proprietaria terriera, si potrà permettere di non lavorare, si dedicherà alla vita notturna parigina. Vivrà
anche a Firenze tra 59-62, la zia abitava con il marito fiorentino nel Palazzo Borrelli, dove stavano i
macchiaioli.
Nel quadro, la scena è ambientata nel caffè “nuova Atene”, caratterizzato da tavolini in marmo e ferro,
specchi alla parete. Degas usa un' inquadratura a taglio fotografico con i banchi posti in diagonale che
danno profondità prospettica, di stampo macchiaiolo, differisce però per il soggetto, naturalistico. Di notte,
al chiuso, la scena è illuminata dalla luce artificiale, ci sono due persone, una donna e un uomo, lei, minuta
vestita con abiti grossolani per la sua corporatura, le spalle, incassate, lei è afflosciata come il cappello, lo
sguardo è perso, accanto, lui vestito malamente, con abbigliamento sciatto, non rispetta il buon costume
dato che porta il cappello, non gli interessa, sta fumando la pipa. Loro due fanno uso di assenzio, sono
storditi, lei probabilmente è una prostituta, dato che le donne perbene non si drogano, non frequentano
locali notturni. Lui, vive di stenti. Il quadro rivela il lato oscuro, inquieto della Villumiere. Il quadro è una
grande finzione, questa è la verità dell'autore, Degas non andrebbe mai in quei luoghi, lui è tipo da teatro,
non si mescolerebbe mai con i bassi fondi della società. I personaggi sono attori, lei è la più grande attrice
parigina teatrale. Si chiama Ellen Andrèe, amica di Degas, posa per lui, l'altro, si chiama Marcellin
Desboutin, pittore, che abitava a Firenze, a Bellosguardo, amico dei Macchiaioli. Degas va a raccontare degli
episodi reali, ma non ha mai assistito a tale scena.

AUGUSTE RENOIR

LE MOULINE DE LA GALETTE – Auguste Renoir

Renoir invece coglie altri aspetti della vita quotidiana. Conservato nel Musée d'Orsay, “Le mouline de la
Galette” rappresenta un mulino a vento, che diventa una caffetteria in primavera ed estate, un luogo alla
moda dove i giovani parigini ballavano e si divertivano.
Viene esposto alla terza mostra degli impressionisti nel 1876 e creò molta discussione, un quadro
interessante perchè ci restituisce Parigi, il pensiero positivista, l'attenzione dell'autore sulla società.
Il quadro è grande al vero.
Renoir coglie questa positività attraverso l'uso di colori brillanti, come il blu, il giallo, il bianco, non c'è
disegno, fu eseguito dal vero, si viaggia con colori a tubetto che l'industria ha creato.
La scena rappresenta dei giovani che parlano, ballano.
Il momento è allegro, di svago, di pausa lavorativa, i personaggi sono della piccola borghesia parigina. Vi è
la necessità di stare bene, trovarsi e vivere con serenità. Il ballo è il Valzer, ballo nuovo, di coppia, rotatorio.

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