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L’Influenza della Commedia dell’Arte sul Teatro Francese: Molière e Beaumarchais.

Abstract

La Commedia dell’Arte fu un genere teatrale nato in Italia e attivo dal XVI al XVIII secolo, recitato
da attori professionisti, da cui la parola Arte, intesa proprio come gente del mestiere, e caratterizzato
da interpretazione improvvisata sulla base di canovacci e dalla presenza di maschere fisse. La sua
origine è stata individuata nelle Atellane latine, un genere di commedia dai toni farseschi che sorse
presso gli Osci di Atella, in Campania, e successivamente portate a Roma verso il 391 a.C, che con
le sue maschere rappresenta il fulcro primordiale di questo genere teatrale: il vecchio rimbambito,
lo sciocco, il servo, il vecchio furbo ed infine Kikirrus, l’antenato di Pulcinella. Tracciando il
percorso della Commedia dell’Arte si è parlato dei giullari medievali, per poi elencare le poche
testimonianze antiche circa l’esistenza di questo genere teatrale, di cui la principale sono I Balli di
Sfessania, una raccolta di incisioni ad opera di Jacques Callot che raffigura i personaggi della
Commedia dell’Arte in uno stile caricaturale.

Altri esempi di cui rimanga testimonianza risalgono al 1550 e sono atti di costituzione di compagnie
o notizie su spettacoli nelle corti venete o emiliane: è l'inizio di una lunga storia che si prolungò non
soltanto in Italia, ma anche in Francia, dove Parigi divenne presto per i comici italiani una seconda
patria e la Comédie-Italienne rivaleggiò con fortuna con la Comédie-Française, in Spagna, in
Germania, in Austria, in Inghilterra. Quindi quando si parla di Commedia dell'Arte ci si riferisce ad
un teatro di attori professionisti, uomini e donne, organizzati in compagnie (i Gelosi, i Confidenti,
gli Uniti, i Desiosi, gli Accesi, i Fedeli, ecc.), protetti da nobili signori e maturati attraverso un duro
periodo di allenamento. Viene definita anche Commedia a soggetto o all'improvviso, poiché non si
recitavano commedie scritte, ma si lavorava su uno scenario estremamente schematico da riempire
con parole, gesti, movimenti, ovvero i cosiddetti lazzi, che erano i contributi estemporanei di
maggiore efficacia dei singoli attori, qualche volta improvvisati al momento, più spesso elaborati
nelle prove o nel quotidiano lavoro davanti ai pubblici più diversi.

Parliamo anche di Commedia di maschere, in cui le situazioni svolte nei vari spettacoli erano quasi
sempre le stesse, animate da un gruppo di personaggi più o meno fissi. Si ebbero così due figure di
vecchi: Pantalone, mercante veneziano moralista e segretamente libidinoso, e il Dottore, pacioso
bolognese con il gusto delle citazioni arzigogolate, della buona cucina e delle donnine compiacenti;
una servetta, vispa e intrigante; un capitano, spesso di origine spagnola, spaccone e vigliacco; due
coppie di innamorati eleganti e sospirosi; e infine, e soprattutto, due servi, o zanni, nome che
probabilmente deriverebbe dal diminutivo di Giovanni, era il nome che si dava a Venezia agli
uomini di fatica, provenienti in genere dalle valli bergamasche. Erano questi ultimi i motori
autentici degli spettacoli dell'arte: acrobati abilissimi, inventori inesauribili di lazzi, perennemente
pronti a intrigare, a menare o ricevere botte, ad aguzzare l'ingegno per placare una fame di
generazioni. Col tempo si distinse lo zanni sciocco, ovvero Arlecchino, dallo zanni furbo, Brighella,
ma la distinzione non fu sempre valida, mentre si registrarono innumerevoli varianti: da Brighella,
per esempio, derivarono Pulcinella, Scapino e Pierrot. Commedia all'italiana, infine, perché in Italia
nacque e qui cessò di esistere, nello splendido tramonto settecentesco della Serenissima, dopo aver
improntato di sé due secoli di teatro europeo.

Questo lavoro intende analizzare e dimostrare l’influenza che Commedia dell’Arte ha esercitato sul
teatro e sulla letteratura francese nei secoli XVII e XVIII.

Per verificare quest’ipotesi, interrogheremo l’opera di due autori interessati a questa forma
espressiva: Molière e Beaumarchais.

Pertanto dopo aver raccolto notizie e documenti al fine di contestualizzare e comprendere la nascita,
l’evoluzione e la diffusione di questo fenomeno nel I capitolo, nella seconda parte si è voluto
prendere in considerazione il periodo storico del XVII secolo in Francia, analizzandolo per quel che
concerne il teatro, al fine di avere un quadro generale, per poi procedere a dimostrare la fortuna che
ebbero i comici italiani in Francia, e quanto la loro presenza abbia influenzato il teatro francese, in
particolar modo quello di Molière. Quindi, nella parte finale di questa seconda sezione si è voluto
passare in rassegna la vita e le opere dell’autore al fine di trovare e sottolineare le corrispondenze e
le innovazioni da egli apportate a quelli che erano i tratti canonici della Commedia dell’Arte.
L’opera analizzata in maniera più specifica è stata il Tartuffe, in quanto si è riscontrata la presenza
di lazzi tipici dell’arte italiana. Allo stesso modo, nella terza ed ultima parte di questo elaborato ci si
è voluto soffermare sul teatro francese del XVIII secolo, secolo in cui la Commedia dell’Arte
seppur presente sul territorio francese, subisce delle modifiche e delle francesizzazioni. Ma,
nonostante ciò, l’autore preso in analisi, ovvero Beaumarchais, ne subisce l’influenza. Infatti, dopo
aver trattato la vita e le opere dell’autore, ci si è concentrati sul Le Mariage de Figaro, opera nella
quale, come nel caso di quella di Molière, si sono trovati lazzi, intrighi e maschere, elementi in
comune con la Commedia dell’Arte.

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