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Il rapporto tra Arte ed Emozioni

Le emozioni sono state da sempre un elemento molto importante nell’arte. I pittori e i più grandi
artisti di tutti i tempi hanno da sempre voluto esprimere i loro stati d’animo, le loro emozioni
nell’arte senza nasconderle mai. Ci sono artisti che nelle loro opere d’arte hanno da sempre
voluto rappresentare la gioia, la felicità; questo per esempio è il caso di Pierre-Auguste Renoir
che nelle sue tele ha sempre rappresentato la felicità, la gioia di vivere, la spensieratezza delle
persone che incontrano i loro amici ad una festa, giovani fanciulle che incontrano le loro
amiche, mamme premurose e felici in compagnia dei loro figli, bambini che giocano insieme in
allegria.
Vi sono altri artisti che invece hanno voluto rappresentare la solitudine: questo è il caso per
esempio di Edvard Munch che raffigura ad esempio la sua giovane sorella tra gli scogli di una
spiaggia, stiamo parlando dell’opera d’arte giovanile dell’artista norvegese, Inger sulla spiaggia,
mediante il quale lui esprime stati d’animo come per esempio la solitudine, la tristezza e che
viene anche descritto in questo articolo. Mediante i dipinti quindi i principali artisti esprimono le
loro sensazioni, le loro emozioni del momento. Tristezza, solitudine, malinconia, gioia, amore
sono tutta una serie di emozioni e sentimenti che i pittori sono riusciti ad esprimere al meglio
nell’ambito dei propri lavori artistici.
Le opere d’arte che vengono descritte in merito alle emozioni nell’arte sono due:

1. Inger sulla spiaggia di Edvard Munch


2. Gabrielle e Jean di Pierre-Auguste Renoir

Inger sulla spiaggia di Edvard Munch


Inger sulla spiaggia è uno dei dipinti giovanili realizzati da Edvard Munch. Il quadro è stato
eseguito da Munch nell’anno 1889. Oggi il quadro è custodito presso
il Kunstmuseum di Bergen, in Norvegia ed è noto anche con il titolo Notte d’estate.

Il soggetto pittorico di questa tela è la sorella di Munch, Inger all’età di vent’anni raffigurata
seduta in mezzo scogli della nota spiaggia di Åsgårdstrand, una località che si trova nella zona
sud della Norvegia, dove l’artista era solito trascorrere le vacanze. Inger indossa un abito
bianco candido lungo e con le maniche anch’esse lunghe. Tra le mani tiene un cappello di
paglia. Ha i capelli castano scuri raccolti in uno chignon basso tipico dell’Ottocento. Il suo
sguardo è colto di profilo e Inger sembra guardare il paesaggio attorno a lei con un’espressione
triste e allo stesso tempo malinconica.

Attorno a lei sono rappresentati due scenari specifici e differenti:

1. uno è quello occupato in maniera distinta dalle acque del mare;


2. l’altro è quello degli scogli.
Questo quadro, seppur sia stato realizzato in età giovanile da Munch, è un lavoro di
fondamentale importanza per la sua carriera artistica e soprattutto perché lo inquadra come uno
dei pittori più importanti dell’espressionismo in ambito artistico. Inger sulla spiaggia non ha lo
scopo di raffigurare soltanto la sorella dell’artista, ma anche di voler imprimere sulla tela uno
stato d’animo, quello della tristezza. La stessa espressione di Ingres è malinconica, quasi a
volere comunicare un senso di inquietudine, di angoscia esistenziale che la fanciulla sta
vivendo nel suo animo.
Anche i colori della tela rispecchiano gli stati d’animo provati dalla fanciulla: il grigio per la
colorazione dell’acqua del mare, per la colorazione degli scogli in particolare. La stessa calma
dell’acqua del mare sembra rimandare all’idea di un momento di riflessione della ragazza.
L’opera, oggi valutata molto bene dalla critica, all’epoca fu accolta in maniera molto negativa da
quest’ultima che la giudicava realizzata in maniera molto superficiale e non caratterizzata da
grande sensibilità.

Gabrielle e Jean di Pierre-Auguste Renoir


Gabriella e Jean è un quadro dipinto dall’artista francese Pierre-Auguste Renoir nell’anno 1895
mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Il dipinto è custodito oggi presso le Musée de
l’Orangerie di Parigi, in Francia.

Gabrielle e Jean è un’opera d’arte strettamente legata alla vita privata di Pierre-Auguste
Renoir, infatti Gabrielle era la cugina dell’amata moglie del pittore, Aline Chargot, da cui aveva
avuto anche un figlio, Jean, che è lo stesso bambino raffigurato in braccio a Gabrielle. Il lavoro
presente raffigura Gabrielle che tiene in braccio il piccolo Jean. I loro volti sono sereni, gioiosi e
sorridenti e vengono impressi in maniera magistrale dal pittore francese.
Gabrielle si occupava spesso di Jean e la coppia di sposi si fidava ciecamente di lei. Inoltre la
donna fu spesso ritratta da Renoir nelle sue tele. Il bambino ha uno sguardo allegro e allo
stesso tempo divertito; i suoi capelli sono avvolti da una luce luminosa che viene resa con delle
calde tonalità di colore dal pittore francese. Il suo incarnato è roseo e le guance sono arrossate,
sembra inoltre avere un’espressione divertita per via del pupazzo a forma di mucca che
Gabrielle gli mostra sul tavolo. Il colore blu dell’abito di Gabrielle e il colore bianco dell’abito di
Jean sembra che delineino due piani distinti all’interno della tela, seppur Renoir non avesse
studiato una vera e propria composizione grafica e pittorica.
Lo sfondo circostante è reso con un colore verde chiaro decorato con dei fiori rossi e bianchi,
mentre la parete laterale della stanza è bianca.
Le emozioni descritte in queste due tele dunque sono due: la tristezza e la felicità, le quali sono
due emozioni contrastanti e che i due pittori sopraccitati riescono a cogliere molto bene
all’interno di questi due lavori artistici.

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