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CASA MUSEO BOSCHI-DI STEFANO

11 spazi espositivi
una selezione di circa 300 delle oltre 2mila opere raccolte dai due coniugi nella loro collezione, poi donata al Comune di Milano nel ’74
una testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo (pitture, sculture e disegni)
criterio di successione cronologica + selezione qualitativa  curato da Maria Teresa Fiori, ex direttore delle civiche raccolte d’arte di Milano

Corridoio con tele di Severini e Boccioni


Sala del 900 italiano  Funi, Marussig, Tozzi, Carrà, Casorati
Sala Sironi + sculture di Arturo Martini
Ambiente con Gruppo di Corrente + 7 Moranti + 6 De Pisis
Piccolo corridoio  i Chiaristi

SALA 1 (ingresso): i ritratti dedicati ai coniugi e le


ceramiche della stessa Marieda

PARETE A
1. Marieda Su tre piani 1964
2. Marieda La vetrata 1965
3. Dova Ritratto dell’Ingegner Boschi 1948
4. Ajmone Ritratto della signora Boschi ’47-‘48

PARETE B
5. Marieda Il Sentiero 1961
6. Ledda Ritratto di Marieda Boschi Di Stefano 1934
7. Monti Ritratto di Marieda Boschi Di Stefano 1929

PARETE C
8 e 9. Brindisi  2 ritratti dei coniugi 1951 e 1947  coi loro gatti

PARETE D
10 11 12. Marieda 1967  3 piatti metalizzati

SALA 2 PRIMA DEL 900 (anticamera)

PARETE A
1. Paula Modersohn Becker Fanciulla in abito rosso 1906 circa
2. Marussig Ritratto della moglie 1904

PARETE B
3. Soffici Paesaggio 1908
4. Funi Ritratto di bambina 1921
5. Funi Cesto di frutta inizi anni ‘20
6. Marussig Le amiche 1918 circa
7. Marussig Due bambini 1915 circa
8. Marussig Il giardino 1914

PARETE C
9. Marussig Tavolo da toilette 1925 circa
10. Marussig Natura morta con pere 1915 circa
11. Marussig Vaso con fiori 1915
12. Marussig Pappagallo 1915 circa
13. Marussig La cupola di S. Carlo metà anni ‘30
14. Oppi Plenilunio settembrino 1923
15. Marussig La finestra 1915 circa

PARETE D
16. Oppi Soggetto religioso 1929
17. Severini Paysage à Civray 1917
18. Severini Natura morta con statua 1930 circa
19. Soldati La città 1935 circa
20. Dottori La virata 1931
21. Boccioni Testa di vecchio 1909
22. Scipione La musa agreste 1929
23. Prampolini Maschera di negro 1927 circa
SALA 3 (bagno padronale)

PARETE A
1. Ralph Rumney Composizione, Paese degli uccelli 1957

PARETE B
2. Rumney Composizione 1957
3. Rumney Composizione 1957

PARETE C
4. Rumney Composizione 1957

SALA 4 IL 900 ITALIANO (camera degli ospiti)

PARETE A
1. Marussig Natura morta con tamburello 1925
2. Tosi Anemoni 1922
3. Marussig Natura morta metà anni ‘30
4. Marussig Natura morta con maschera 1928 circa
5. Casorati La donnaccia 1934
6. Casorati Nudo femminile 1928
7. Tosi La servetta 1938 circa
8. Marussig Igea inizi anni ‘20
9. Marussig Natura morta 1934
10. Ledda Pesci 1932
11. Casorati Il mestolo 1933
12. Carrà Natura morta con bottiglia e frutta 1935

PARETE B
13. Marussig La lettrice 1935
14. Tozzi Madonna col bambino 1925 circa
15. Montanari Il pescatore 1928
16. Funi Bagnante 1928 circa
17. Funi Il pescatore 1927
18. Borra Figura femminile 1935 circa
19. Funi Nudo femminile 1930 circa

PARETE C
20. Marussig Figura femminile con lo scialle 1927
21. Marussig Scugnizzo 1929 circa
22. Carrà Case e monti 1928
23. Tosi Strada per Rovetta 1926 circa
24. Marussig Villa al mare fine anni ‘20

PARETE D
25. Salietti La fabbrica di cemento 1927
26. Tosi Songavazzo 1925
27. Funi Trieste 1933
28. De Grada Paesaggio sul Lambro 1930 circa
29. Tosi La punta di Portofino ante 1937
30. Guidi Paesaggio 1929 circa
31. Guidi Paesaggio con villa 1920 circa
32. Reggiani Paesaggio 1937 circa
33. Carrà Capanni in Versilia 1931
34. Marussig Case in torbiera prima metà anni ‘30
35. Marussig Natura morta con fiasco inizi anni ‘30
SALA 5 MARIO SIRONI (studiolo)

PARETE A
1. Natura morta dalla squadra 1923-24
2. Pescatori 1931 circa
3. Donna con vanga 1934 circa
4. Contadino 1936 circa
5. Il sogno 1931 circa
6. Figura femminile 1929 circa
7. La cucitrice 1928
8. Composizione 1930 circa
9, Apparizione 1930 circa
10. Manichino 1917-18
11. Mondo arcaico 1945-46 circa
12. Venere dei porti 1919
13. La fata della montagna 1929

PARETE B
14. Paesaggio alpestre 1930 circa
15. L’uomo e la montagna 1930 circa
16. Paese 1924-25
17. Castello 1929-30

PARETE C
18. Gasometro 1922
19. Paesaggio urbano 1919
20. Statue nelle nicchie 1947 circa
21. Il chiostro 1925 circa
22. Paesaggio 1928 circa
23. L’eremo 1930 circa
24. La nuvola sulla città 1929-30
25. Paesaggio urbano 1929-30

PARETE D
26. L’adultera 1940 circa
27. Il figliol prodigo primi anni ‘40
28. Grande composizione 1947 circa
29. Donna che legge 1930 circa
30. Ritratto della figlia 1925-26
31. Busto di giovinetto 1925 circa

SALA 6 CORRENTE MORANDI DE PISIS (sala da pranzo)


PARETE A
1. Birolli Le grandi mistiche 1937 circa
2. Birolli Il caos II 1937
3. Valenti Composizione 1939-40
4. Tomea Frutta 1932
5. Birolli Eldorado 1935
6. Sassu Diana e Atteone 1938-39
7. Sassu La morte di Cesare (studio) 1938-39

PARETE B
8. Guttuso Il figliol prodigo 1935 circa
9. Migneco Ritratto di Benjamino Joppolo 1942
10. Migneco Eufrasia e Polimnia 1939
11. Cassinari Tappeto sulla sedia 1939
12. Morandi Paesaggio 1940
13. Morandi Paesaggio verde 1940
14. Morandi Paesaggio 1941
15. Morandi Fiori 1952
16. Morandi Fiori 1941
17. Morandi Rose secche 1940
18. Morandi Natura morta scura 1924

PARETE C
19. De Pisis Le poste di Venezia primi anni ‘30
20. “ Palazzo ducale primi anni ‘30
21. “ San Moisè 1945 circa
22. “ Interno con bottiglia 1940
23. “ Fiori 1939 circa
24. “ Vasetto con fiori 1925 circa

PARETE D
25. Morlotti Fiori 1939
26. Cassinari I comignoli 1941
27. Birolli Paesaggio urbano 1931
28. Cassinari Deposizione 1941
29. Badodi Concerto 1940

SALA 7 LA SCUOLA DI PARIGI (soggiorno)


PARETE A
1. De Chirico Peruginesca 1921
2. Mafai Manichino 1939-40

PARETE B
3. Campigli Ritratto di giovinetta, inizi anni ‘30
4. “ “ Donne salutanti 1931
5. “ “ Les recluses 1930
6. “ “ La petite reine 1930

PARETE C
7. De Chirico Facitori di trofei 1925-28
8. Savinio L’Annunciazione 1932
9. Paresce Il porto 1932
10. De Chirico Nudo sulla spiaggia 1931 circa

PARETE D
11. Paresce Statua e scala 1929
12. Paresce La casa dell’ondina 1932
13. Savinio L’Algérie préhistorique 1933 circa
14. De Chirico Natura morta. Vita silente 1931 circa
15. De Chirico La scuola dei gladiatori: il combattimento 1928
SALA 8 I CHIARISTI (corridoio)

PARETE A
1. Lilloni La collina 1930-31
2. Del Bon Barche nella laguna 1926
3. Lilloni Isola di San Giorgio 1931
4. Del Bon Barche a Riva Trigoso 1927
5. De Rocchi Ragazzo in rosso 1933
6. Permeke Marina fine anni ‘40
7. Semeghini Maschere 1932
8. De Rocchi Interno con chitarra 1937
9. Lilloni L’albero 1930-31

PARETE B
10. De Rocchi Natura morta col pesce 1937
11. De Rocchi La canzone 1933
12. De Amicis Paesaggio 1928
13. Spilimbergo Natura morta 1938
14. Del Bon Contadino al lavoro 1929
15. Del Bon Campi a San Siro 1931
16. Semeghini Paesaggio 1932
SALA 9 LUCIO FONTANA (studio di Antonio Boschi)

PARETE A
1. Fontana Concetto spaziale 1951 circa
2. Fontana Pannello in ceramica. Concetto spaziale 1956
3. Fontana Concetto spaziale 1957
4. Fontana Concetto spaziale 1957
5. Fontana Concetto spaziale 1957
6. Fontana Concetto spaziale 1958

PARETE B
7. Fontana Concetto spaziale. Attese 1958-60
8. Fontana Concetto spaziale. Attese 1958-60

PARETE C
9. Fontana Concetto spaziale 1954-56
10. Fontana Piatti in ceramica. Concetto spaziale 1957
11. Fontana Concetto spaziale. Crocifissione 1956
12. Fontana Concetto spaziale 1956

PARETE D
13. Fontana Concetto spaziale 1956
14. Fontana Concetto spaziale 1956
15. Fontana Concetto spaziale 1956
16. Fontana Concetto spaziale 1956
17. Fontana Concetto spaziale 1956
18. Fontana Concetto spaziale 1955
19. Fontana Concetto spaziale 1956
20. Fontana Concetto spaziale 1955

SALA 10 NUCLEARI SPAZIALISTI (studio di Marieda Di Stefano)

PARETE A
1. Brindisi Nudo orizzontale 1947
2. Peverelli La madre 1947
3. Bergolli La vecchia 1946
4. Francese Testa 1947
5. Dova Figura maschile con sigaretta 1946 circa
6. Moreni Frutti 1947
7. Moreni Anguria 1947
8. Piccoli Natura morta 1947
9. Giunni Crocifisso 1947
10. Dova Toro 1947
11. Bergolli Natura morta con teschio 1946
12. Bergolli Natura morta con teschio 1946
13. Ajmone Paesaggio 1947 circa
14. Kodra Composizione 1945 circa
15. Spazzapan Violoncellista 1947 circa
16. Breddo La venditrice 1945-46 circa
17. Dova Uccello 1947
18. Dova Toro 1947
19. Bergolli Paesaggio 1947
20. Ajmone La collina verde 1947

PARETE B
21. Dova Nel paesaggio 1955
22. Dangelo Forma 1951
23. Dangelo Agitazione 1958
24. Dangelo Paesaggio 1958
25. Bergolli Paesaggio 1958
26. Crippa Totem 1955
27. Dova Pesce corsaro 1955
28. Dova Il nido 1956
29. Dangelo L’albero 1957

PARETE C
30. Crippa Spirali 1952-53
31. Crippa Il sogno di Anna Bolena II 1951
32. Crippa Spirali 1953
33. Peverelli Polimaterico 1951-54
34. Peverelli Combattimento di insetti 1955

PARETE D
35. Baj Paesaggio atomizzato 1957
36. Baj Personaggio nella montagna 1958 circa
37. Baj Agitatevi, pietre e montagne! 1958 circa
38. Crippa Forme sul rosso 1957
39. Crippa Composizione 1952
40. Crippa Spirali su grigio 1953

SALA 11 L’INFORMALE E MANZONI (camera da letto)

PARETE A
1. Carmassi Canneto 1956
2. Carmassi L’autostrada 1956
3. Chighine Composizione 1954
4. Chighine Composizione 1954
5. Chighine Composizione 1954
6. Ajmone La grande palma 1955 circa
7. Ajmone Riviera 1955 circa
8. Chighine Composizione 1954
9. Chighine Figura bruna su arancio 1954
10. Bergolli Paesaggio rosso-viola 1955
11. Vago Due forme 1960
12. Chighine Figura nero e disegno giallo 1954
13. Chighine Autunno 1956

PARETE B
14. Vago Composizione 1964
15. Vedova Immagine del tempo 1953
16. Romagnoni Uomo che parla 1958
17. Mezzadra Composizione aerea 1978
18. Turcato Composizione in rosso 1958
19. Vago Rettangoli 1961

PARETE C
20. Scialoja Bluthner piccolo n. 1 1960
21. Scarpitta La pece greca 1957
22. Guenzi Immagine verticale n. 1 1963
23. Vaglieri Interno-esterno 1962
24. Aricò Evento 1960
25. Turcato Composizione 1958
26. Bionda Elemento marino 1962
27. Crippa Due forme 1960
28. Martini Lamiera 1959
29. Aricò Figura 1958
30. Bergolli Paesaggio nero su bianco 1955
31. Bionda Immagine bruna 1962

PARETE D
32. Manzoni Rettangolo 1958
33. Manzoni Ipotesi prima. Rettangolo interrotto 1958
34. Fumagalli Aperiatur terra 1960

GLI ARREDI

Pochi i mobili recuperati, fra cui: un tavolino disegnato da Portaluppi e il pianforte Bechstein.
Invece, tra quelli acquisiti badando che fossero conformi all’epoca dell’edificio e alle opere esposte: nell’ex camera degli ospiti, un arredo completo per studio
prodotto dalla ditta Ducrot di Palermo attorno al 1930; nella stanza monografica dedicata a Sironi, una sala da pranzo disegnata dal medesimo artista e
presentata nel 1936 alla VI Triennale di Milano, con mobili progettati da Montalcini nel 1949-50; nell’ex camera da letto dei coniugi, il lampadario “Agena” della
collezione Galassia, ideato da Mendini e realizzato da Venini nel 1993.
Quando, dopo la morte di Antonio Boschi, l’abitazione è giunta al Comune di Milano, completa delle raccolte d’arte, ma priva della maggior
parte dei mobili e suppellettili originali, le lacune dell’arredo non sono sembrate perciò una perdita irreparabile, o per lo meno tali da
snaturare gli intenti della futura Casa-Museo. Ricollocati quadri e sculture secondo più funzionali criteri espositivi, recuperati alcuni dei pochi
mobili rimasti, è stato però necessario procedere a un “allestimento” capace di trasmettere l’idea della domesticità, di rammentare
costantemente al visitatore di essere in una casa e non in una galleria d’arte, cercando di suggerire quella trama di corrispondenze “affettive”
che aveva legato gli ambienti di vita dei coniugi Boschi ai loro dipinti, sculture, ceramiche d’arte. La Fondazione Boschi Di Stefano ha quindi
deciso di acquistare una serie di arredi che conferissero ai locali l’atmosfera di “stanze di abitazione” in coerenza con un museo d’arte del tutto
speciale: situato al secondo piano di un normale edificio ad appartamenti e al quale si accede varcando una normale soglia d’ingresso. Tale
atmosfera è stata “ricostituita” attraverso arredi scelti congruentemente all’epoca dell’edificio, costruito dall’impresa Radici Di Stefano tra il
1929 e il 1931 con la consulenza artistica dell’architetto Piero Portaluppi (1888-1967). La sua “mano” è evidente negli esterni con il singolare
trattamento dell’angolo ad innesto diagonale di volumi, ma si rivela anche negli interni, nelle finiture degli appartamenti e nel décor
dell’androne, del corpo scale e dei pianerottoli. Nei pavimenti a mosaico, nelle ringhiere in ferro battuto, nel disegno delle lampade
predominano gli angoli e spigoli evidenziati, i profili mistilinei e le linee spezzate che in questi decenni individuano il vocabolario espressivo di
Portaluppi. Con poche eccezioni tutti i nuovi arredi della Casa-Museo risalgono al periodo tra le due guerre e comprendono lampade e mobili
che intendono armonizzarsi sia con il “passato” della casa, sia con le sue attuali esigenze espositive. Seguendo l’itinerario di visita proponiamo
quindi una breve guida agli arredi. 

I CONIUGI

Nel 1927 ha inizio la vita coniugale di Antonio Boschi e Marieda Di Stefano. Conosciutisi l’anno precedente durante una vacanza in Val Sesia,
decidono immediatamente di sposarsi, ma le convenzioni sociali del tempo impongono un periodo di fidanzamento. Lui, classe 1896, è un
giovane ingegnere di origine novarese, appena assunto alla Pirelli, ove svolgerà una brillante carriera, testimoniata da numerosi e importanti
brevetti come, uno su tutti, il GIUBO (Giunto Boschi). Nel suo passato l’incarico come dirigibilista durante la Prima Guerra Mondiale,
un’esperienza di due anni nel ramo ferroviario a Budapest appena laureato e una grande passione per la musica, in particolare per il violino.
Marieda, nata a Milano nel 1901, respira già in famiglia la passione per l’arte, il padre Francesco è un collezionista di opere soprattutto del
Novecento sarfattiano. Attratta dalle possibilità materiche e coloristiche offerte dalla ceramica, Marieda dopo gli studi regolari prende lezioni
nello studio dello scultore Luigi Amigoni. Negli anni esporrà, con riconoscimento, in molte mostre non solo nazionali. Al 1962 risale la
fondazione della Scuola di ceramica, che porta il suo nome, sita nello stesso stabile di via Jan 15 e diretta fino al 2011 da Migno Amigoni, figlia
del maestro e amica personale di Marieda dagli anni Trenta. Come affermò lo stesso Boschi la collezione porta di diritto i nomi di entrambi i
coniugi: “non è un omaggio reso alla memoria della mia compagna” – morta nel 1968 – “ma corrisponde alla realtà. Opera comune nel senso
totale: in quello materiale con le implicazioni di decisioni, di applicazione, di sacrifici finanziari e conseguenti rinunce in altri campi; e in quello
artistico come concordanze di gusti, di indirizzi, di scelte”.
Il forte senso civico e sociale spingerà Antonio Boschi a provvedere per una prima donazione al Comune di Milano, che avrà luogo nel 1974. A
essa ne farà seguito una seconda, attuata alla sua morte nel 1988, comprendente gli ultimi acquisti solitari, operati per lo più tramite la Galleria
delle Ore.

LA FONDAZIONE

La Fondazione Boschi Di Stefano nasce nel 1998 a superamento di una vertenza giudiziaria insorta fra gli eredi Boschi e il Comune di Milano per
assicurare l’adempimento, voluto nel testamento dell’Ingegnere Boschi, di ricollocare nella casa dove aveva vissuto con la moglie una selezione
delle opere della collezione. In collaborazione con Philippe Daverio, allora Assessore Comunale alla Cultura, si pervenne all’accordo di dar vita a
una Fondazione che fosse amministrata in modo paritario da rappresentanti del Comune e da rappresentanti della famiglia; affiancati dal
Direttore delle Civiche Raccolte d’Arte, all’epoca Dottoressa Maria Teresa Fiorio, realizzatrice dell’attuale selezione e ordinamento espositivo
della collezione.
La Fondazione ha provveduto alla dotazione d’impianti di sicurezza e al restauro della casa, curato dall’Architetto Cristiana Vannini; nonché
all’acquisto di arredi (con la consulenza di Marco Arosio), consonanti con lo stile dell’edificio e con le diverse epoche artistiche ivi riunite.
Fra gli scopi della Fondazione, il promuovere iniziative culturali orientate allo studio e alla diffusione del collezionismo d’arte e al recupero
d’archivi storici; la comunicazione e l’organizzazione di manifestazioni, oltre ad un servizio di consulenza per studenti universitari e studiosi.

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