Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L’etimologia del termine “musica” deriva dal greco antico e ha il significato di “arte delle muse”, ed è rilevante
l’importanza che gli antichi greci diedero all’arte, che dona all’uomo la possibilità di trasformare la semplice
aria in qualcosa che trasporta gli animi ben oltre i sensi . La musicofilia è un dato di fatto della natura umana:
ognuno di noi è in grado di percepire la musica. All’apprezzamento strumentale si aggiunge una reazione
emozionale profonda ed intensa, esso infatti, possiede un efficace potere terapeutico. L’ascolto della musica è
un’esperienza non solo uditiva ed emozionale ma anche motoria, poiché coinvolge tutti i muscoli del corpo.
L’ascolto musicale evoca emozioni, positive o negative, connesse a ricordi, a particolari esperienze vissute.
La percezione della musica è una forma speciale di percezione uditiva: coinvolge il lobo temporale destro
(riconoscere ed eseguire le melodie) ed il lobo temporale sinistro (elaborazione del linguaggio musicale,
scrittura, composizione ed esecuzione). I suoni arrivano alla corteccia dove vengono letti, decodificati e che
successivamente producono effetti secondari di tipo emotivo, motorio e cognitivo.
La musica è uno stimolo uditivo articolato in maniera complessa: coinvolge tutto il cervello in quanto le sue
differenti componenti sono processate attraverso circuiti diversi. Poiché la durata dei pezzi musicali è molto
differente, la percezione della musica implica una sostanziale capacità mnesica. Musiche allegre o sentimentali,
esaltanti o rilassanti, causano delle modifiche del sistema nervoso vegetativo; brani musicali come i ballabili,
invece, provocano risposte soprattutto di tipo motorio. L’informazione è elaborata in diverse aree, in
contemporanea si attivano: le regioni del linguaggio, la corteccia motoria e il cervelletto, legati al movimento,
l’ipotalamo e l’amigdala, coinvolti nelle emozioni legate all’ascolto, l’ippocampo, centro della memoria .
Un percorso semplificato nel SNC può far capire i processi della riproduzione, trasmissione e della codifica dei
suoni:
Il mondo sonoro precede di molto il linguaggio verbale: il feto inizia a percepire suoni di frequenza più alta e
più bassa, a sole 16 settimane, cioè molto prima che la struttura dell’orecchio si sia formata. Il primo messaggio
sonoro che arriva al feto è proprio il battito cardiaco della madre, egli è già capace di memorizzare una melodia.
MUSICOTERAPIA
L’ascolto musicale evoca emozioni, positive o negative, connesse a ricordi ed esperienze personali. In varie
culture si fa riferimento alla musica ed alla danza per i più disparati motivi. Il termine “musicoterapia” nasce
negli anni ’30, ma l’uso della musica come strumento terapeutico è iniziato con l’origine dell’uomo. Con la
civiltà della medicina energetica si forma la triade musica-medicina-numerologia; la nascita della medicina
energetica viene basata su cinque elementi (Terra, Fuoco, Acqua, Legno, Metallo) in unione con la
personificazione della scala pentatonica, formata dalle cinque note fondamentali della musica ( fa-do-sol-re-la).
In India nascono concetti fondamentali per la musicoterapia:
Divisione in quattro parti del sistema organico: corpo fisico, corpo etereo (vegetativo), corpo
astrale (emozioni) e corpo mentale (pensiero).
La funzione crea un organo.
Non esiste separazione tra uomo ed universo, di conseguenza esiste la relazione funzionale tra
salute umana ed universo.
Nel Settecento, vari medici sostenevano gli effetti benefici della musica proponendola anche per i disturbi
psicologici. Uno psicologo tedesco, Karl Stumpf, pone il suo libro come la base della moderna psicoterapia. A
partire dal 1843, in Italia viene introdotta la figura professionale del musico-terapeuta. La musicoterapia pone
degli obiettivi: