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DEFINIZIONE DI MT
Ciò comprende:
Lui unisce nella sua definizione sia l’aspetto scientifico (legato alla
ricerca di metodi diagnostici e terapeutici, anche dal punto di vista
storico), che quello terapeutico, più legato al suono come medium nella
relazione intra e interpersonale.
Arriva a definirla una tecnica psicoterapica che unisce suono (in quanto
tale), musica (intesa come strutturata) e movimento per creare una
relazione di cura tra terapeuta e paziente, che si sviluppi in un percorso
terapeutico, con l’obiettivo di attivare cambiamenti positivi nella vita del
paziente (es. reinserimento sociale), e migliorarne la qualità.
Tale relazione, essendo di cura, ha caratteristiche materne, in quanto
osservando la relazione bambino-musica/paziente-musica, si possono
scoprire le dinamiche tra bambino e madre o tra paziente e madre, e le
radici delle dinamiche relazionali dell’individuo.
Fonti sonore:
AUTISMO INFANTILE.
DIZIONARIO DI PSICOLOGIA:
Psicologia Dinamica:
Sotto questa denominazione sono racchiuse le correnti psicologiche
che danno rilevanza ai meccanismi psicologici dell’evoluzione
dell’individuo (come intesi da Piaget), che sono la base della
costruzione psichica, dove sono in campo e interagiscono forze
diverse. Il modello dinamico prende dall’ambito fisico e logico la teoria
di causa-effetto, usata anche dalla ps. Sperimentale, ma qui con
attenzione particolare all’analisi soggettiva, soprattutto riguardo al
soggetto in interazione relazionale.
Freud introduce il termine, ponendo l’attenzione sulle forze psichiche in
contrasto tra di loro, spiegate e analizzate dinamicamente nelle loro
interazioni.
Forze in contrasto e conflitto, che presuppongono un dualismo
pulsionale alla base della risposta agli stimoli, che genera a sua volta
meccanismi contropulsionali di difesa, dai quali derivano le
manifestazioni comportamentali.
Questa teoria prevede una meta psicologia secondo cui la struttura
psichica è composta da un Super-io, un Io e un Es, e si sviluppa in tre
fasi evolutive biologiche e psicologiche, caratterizzate dalla
localizzazione e della funzionalità nei vari stadi della libido.
I maggiori esponenti che hanno sviluppato questa teoria sono, oltre a
Freud, Jung (ps. Analitica), Adler (ps. Individuale), Reich (bioenergetica),
e che si rifanno al concetto di energie in contrapposizione tra loro. Il
concetto di “dinamica” si è poi diffuso anche in ps. generale e
sperimentale, quando si parla di bisogni, tendenze e istinti alla base del
comportamento umano.
Le aree di ricerca di questa disciplina sono ampie, e rilevante è quella
all’interno della psicologia sociale, e degli studi sulle dinamiche di
gruppo (Lewin). Egli parte dal presupposto che le ultime scoperte
hanno evidenziato il fato che la causa degli eventi non è da cercare
tanto nel soggetto in sé, ma nel rapporto di tale soggetto con
l’ambiente che lo circonda, e ciò unisce la psicologia dinamica e quelle
della forma (Gestalt), e sperimentale. Prende in considerazione la
relazione interna ed esterna tra i processi di origine interiore, utilizzando
sia concetti dinamici (forza, tensione, fluidità), sia osservativi (ambiente,
confine, barriera, spazio etc…), per arrivare ad operare una descrizione
strutturale dei fenomeni che sia però anche dinamica, e tenga presente
le interrelazioni mutevoli delle forze in campo.
Allport usa il punto di vista dinamico per porre l’accento sulla totalità
dell’esistenza psichica dell’uomo (non incentrata solo su esperienza, o
solo psiche, o solo comportamento). Egli dice che non ci si può basare
solo su causa-effetto meccanicamente intesi, ma occorre tenere conto
dell’organizzazione mentale soggettiva e dinamica di principi base quali
“Sè” e “io”, indipendentemente dalla loro etichetta lessicale.
Importanti studi i merito sono stati fatti sull’origine delle motivazioni alla
base dei comportamenti umani.
Psicologia cognitiva:
Corrente della psicologia moderna in contrapposizione al
comportamentismo (mente passiva con risposta automatica a stimoli
esterni). La ps. Cognitiva concepisce la mente come elaboratrice attiva
in costante adattamento delle proprie strutture rispetto alle condizioni
esterne esistenti, filtrando e autocorreggendosi.
Il comportamentismo nasce negli anni ’60 grazie alle ricerche di Neisser
e ai suoi saggi, e poi sviluppato da Collins, Gardner, Bruner e altri illustri
esponenti.
La ps. Cognitiva ha confermato influenze derivate dalla ps. Dell’atto
(Brentan), in cui la memoria della percezione hanno un ruolo attivo e
selettivo, che sta alla base delle scelte intenzionali dell’individuo
cosciente. Un aiuto è stato dato anche dalla tecnologia cybernetica,
che mostra come la mente sia un sistema complesso in grado di
operare scelte tra input in entrata, assimilarli operando cambiamenti
nelle proprie strutture che poi si traducono in decisioni in uscita
(output).
Al meccanico ed elementare stimolo-risposta, il cognitivismo
sostituisce il sistema TOTE (test-operate/text-operate), derivato dalla
verifica che tra lo stimolo e la risposta avviene uno span di elaborazione
di 550 ms (esperimento di Craik).
In questi studi i programmi calcolatori hanno funto da simulatori dei
processi mentali.
Il cognitivismo si è anche servito di : tecniche derivate
dall’elementarismo di Wundt, come sperimentazioni basate
sull’introspezione; misurazione dei tempi di reazione come indicatore
delle operazioni mentali sottostanti; analisi dei protocolli in cui il
paziente descrive verbalmente ciò che sta facendo durante una
consegna specifica all’interno di un esperimento; analisi stratificata di
percezione, memoria, attenzione e vigilanza (intesa come cosciente),
ragionamento in base al problem solving; il linguaggio (contributo
importante dato da Chomsky: attenzione non sul messaggio, ma
sull’utente). Viene posta l’attenzione sul fatto che la mente umana, a
differenza del computer, è in grado di risolvere problemi anche quando
mancano informazioni o queste sono errate o incomplete.
Psicologia umanistica:
Psicologia sistemica:
Nell’ambito della psicologia sociale, quella sistemica considera la
singola personalità in quanto inserita dal principio in un sistema di
interazione sociale, in cui i membri si influenzano a vicenda.
Si agisce analizzando e intervenendo sul sistema e le sue relazioni per
modificare il comportamento del singolo, in quanto i parametri del
sistema prevalgono rispetto a quelli di origine del singolo.
Wirheit ha sviluppato il concetto di “nostralità”, per cui uno si relaziona
agli altri in maniera autentica e accessibile, o inautentica e
manipolatoria, e il Tu agisce per ottenere i propri scopi, perciò la
relazione diventa un gioco di ruoli reificato, e non centrato sulla
relazione umana.
Psicologia sperimentale:
Si basa sulla metodologia delle scienze naturali, che prevede
sperimentazioni e quantificazioni, a differenza dell’approccio filosofico,
da cui è indipendente.
Non indaga la natura della psiche, ma vuole comprendere il modo di
agire e di svilupparsi dell’essere psichico.
La sperimentazione vuole prendere in considerazione tutte le condizioni
e le variabili in cui si può verificare un determinato fenomeno, in modo
da poterlo prevedere e poterlo riprodurre.
L’attenzione è quindi posta sulle variabili che possono intervenire e sulle
fasi di procedura metodologica.
Variabili:
1) Situazione/stimolo: ambiente fisico con agenti compresi. Situazione
analizzata dal punto di vista sociale, fisico, o percettivo.
Comportamento = interazione tra stimolo e personalità.
Descrizione clinica:
Disturbi dell’attenzione + iperattività e impulsività
Disturbi dell’attenzione:
Scarsa capacità di focus attentivo su tasks. Scarsa organizzazione,
incapacità di portare a termine lavori. Frequente cambio di attività. Alta
distraibilità, chiusura in sé, poco ascolto. Test per riconoscere il tipo di
disturbo: attenzione selettiva, globale o riguardante sensi specifici
(udito, vista).
Iperattività:
Attività motoria esagerata in base alla fascia di età, incapacità di stare
seduti per un lasso di tempo, ritmo veloce del movimento.
Maneggiamento costante di oggetti. Poca attenzione visiva a causa
della velocità.
Impulsività:
Sintomi:
Personali:
Contestuali:
Fattori di mantenimento
Personali
Contestuali:
Meccanismi di difesa:
-Ecologico
-Etologico
-Piagetiano (quasi sperimentale)
-Diretto psicoanalitico
Osservazione Ecologica:
Tra gli anni ’50 e ’60 del 1900 si inverte la tendenza riguardo agli
esperimenti in laboratorio, e Wright scrive un saggio a favore dei metodi
osservativi aperti, che descrivono in modo esteso gli eventi.
Insieme ad altri colleghi dell’Istituto di Psicologia dell’Università del
Kansas, W, studiò le relazioni tra gli individui e le caratteristiche degli
ambienti in cui essi vivono.
Secondo questi studi è fondamentale considerare l’interdipendenza tra
soggetto, comportamento e ambiente, poiché è nella vita quotidiana
che il primo si manifesta nel suo funzionamento individuale.
Accadono due fenomeni coincidenti: l’individuo cambia
comportamento a seconda delle circostanze, e persone diverse in uno
stesso ambiente avranno un comportamento simile.
Ciò dipende dall’organizzazione dei fattori contestuali che intervengono
a circoscrivere le azioni delle persone quando si ritrovano ad esprimersi
in un determinato ambiente.
Nella prospettiva ecologica, il principale elemento di rilievo è il LUOGO,
che ci racconta e ci aiuta ad interpretare i comportamenti delle persone.
Secondo W. il fine delle azioni creerà un’inter intenzionale e costante
nel comportamento del soggetto, e ha definito due unità fondamentali
nella teoria ecologica: behaviour episode e behaviour setting.
Quest’ultimo è la situazione specifica in cui vengono riscontrati
determinati comportamenti. Si descrive la struttura del setting e delle
dinamiche che si verificano. Gli schemi comportamentali dipendono
dall’ambiente, indipendentemente dalle persone coinvolte, e dipende
dalla struttura interna spazio temporale dell’ambiente stesso, e tale
ambiente rimane costante e invariato.
(Es: scuola ore 8-12, tutti gli studenti compiono lo stesso tragitto per
arrivare, allo stesso orario, per lo stesso motivo e frequentano le stesse
lezioni)
Principi metodologici:
-Contesto
-Scansione temporale
-Sequenza delle azioni
-Modalità delle azioni
-Descrizione oggettiva degli eventi
-Commenti a margine riguardo a tali eventi
Osservazione etologica:
Osservazione Piagietiana:
Osservazione psicoanalitica:
Metodologia:
MUSICA E TERAPIA
In questi casi si usa il termine “terapia” non tanto come procedura per
abbattere, limitare o cancellare un agente o condizione patogena.
L’obiettivo non è la guarigione, ma attività che mantengano attivo il
sé dell’individuo, evitandone la regressione o il collasso.
Sono ovviamente fondamentali anche in questo caso le indagini
scientifiche riguardo all’azione che la musica (attiva o passiva) può
avere su soggetti con patologie ad espressione psichica.
Ionescu, nel suo trattato relativo, annovera infatti la MT tra le
metodologie di intervento, con l’obiettivo di far accettare al paziente il
proprio deficit e a farne aumentare l’autostima, l’integrazione nel sé di
sfera emotiva e affettiva in maniera positiva, regolazione emotiva
(ridurre ansia e stress), migliorare la comunicazione e
conseguentemente le relazioni.
Questi obiettivi sono concreti e riguardano l’area educativo-
comportamentale, settore a cui mira la musicoterapia.
Tali studi dimostrano il valore affettivo di particolare incidenza che la
musica ha sui pazienti con ritardo mentale di qualunque gravità.
Gaita nota come la musica sia un tragitto simbolico che va verso di sé,
come diceva Boezio, ma anche verso il Mondo, e forse, verso la
comprensione del funzionamento primario della mente.
Sostiene che la musica guidi l’uomo attraverso questo tragitto tramite il
canto, che lui individua come fatto musicale primario. G. porta come
prova di ciò, ad esempio, il fatto che il buon esecutore è colui che
comprende il senso della musica tramite il riconoscimento del profilo
melodico-cantato di ciò che suona. Il musicoterapeuta deve essere in
grado di evocare sagome musicali.
A dimostrare tale simbolismo può essere di aiuto la scienza storico-
ermeneutica della psicanalisi, entro cui Bollas parla di un "conosciuto
non pensato”, in parte composto da un’eredità genetica (quindi
condiviso), poi messa a frutto dall’esperienza soggettiva, che
caratterizzerà l’individuo come tale, nelle sue personali associazioni e
nel suo personale “idioma” musicale.
-Ascolto (ricezione)
-Riproduzione musicale: canto, arrangiamento, danza (tutto ciò
prevalentemente con repertorio prevalentemente folkloristico).
-Produzione musicale: Improvvisazione con strumenti ritmici, melodici,
corpo.
La MT favorisce l’espressione di contenuti emozionali, e funge da
OGGETTO INTERMEDIARIO (come concettualizzato da Benenzon), con
la capacità di aggirare pattern comunicativi patologicamente
predeterminati, anche grazie a una comunicazione privilegiata non-
verbale.
La MT viene usata come strumento per mettere in luce i processi interni
alla comunicazione, e diventa una forma specifica di linguaggio umano.
L’attenzione del mt viene posta all’aspetto comportamentale-relazionale
ed espressivo, affettivo-emozionale, in base ai quali, NELLE DIVERSE
SITUAZIONI SPECIFICHE, verranno scelti determinati compiti musicali
per il paziente. La finalità principale NON E’ ESTETICA.
Metodologie impiegate
Psicosi:
Musicoterapia attiva e cantoterapia.
Tossicodipendenza:
Improvvisazione strumentale e di movimento.
Geropsichiatria:
Come possono menti e corpi malati avere e/o produrre senso estetico e
percepirlo?
L’arteterapia si propone di utilizzare l’arte intesa come ricerca del bello
a fine terapeutico, proprio in quelle situazioni in cui l’individuo ha un
corpo deforme, e/o una mente che non riesce a riconoscere la bellezza
propria e del mondo circostante.
In questo approccio non si interviene direttamente sulla rieducazione
(igiene, abbigliamento appropriato, cura di sé, competenze lavorative,
integrazione nella società), ma si utilizzano le arti e i loro strumenti
come mediatori per la ricerca del personale senso del bello del
soggetto, da condividere con gli altri.
Nelle artiterapie, i risultati ottenuti nel percorso terapeutico vengono
dimostrati dall’evoluzione evidente delle opere dei pazienti, che vanno
di pari passo al loro cambiamento comportamentale e alle loro modalità
di interazione con gli altri.
Non si tratta tanto di quali tecniche hanno funzionato e perché: non è la
tecnica che cura, ma i fattori specifici di ogni relazione tra terapeuta e
paziente.
I fattori del godimento, del bello e del piacere sono strettamente
collegati tra di loro “E’ bello perché mi piace”, e hanno particolare
valenza nella terapia per quanto riguarda i pazienti psicotici.
Questo perché nei pazienti psicotici si riscontra una mancanza di
interesse verso tutto ciò che è esterno, che si manifesta con una
passività e scarsa relazione con un oggetto “altro”.
L’arte invece motiva a causa del suo intrinseco aspetto ludico, che non
è presente in un “fare” imposto e generico. Le arti permettono
un’infinità di possibilità in un contesto circoscritto, percepito non come
fonte di ansia o paura, ma come possibilità espressiva in cui misurarsi.
Lo spazio, l’ambiente, è ri-creato a propria misura.
L’arte NON E’ fuga dalla realtà, ma una sua oggettivizzazione in chiave
simbolica, prodotta in forma di opera tangibile e condivisibile, che
perdura nel tempo e nello spazio che prima erano rifiutati, e di cui ora,
grazie alla sua produzione, il paziente si riconosce come parte
integrante.
In quanto prodotta da sé, quella parte espressa non viene più
dissociata dalla propria identità, ma riconosciuta, ed è un oggetto
transizionale che appartiene sia al creatore che al mondo esterno.
Questa transizione in un percorso terapeutico, è auspicabilmente un
ponte da percorrere per arrivare alla realtà riconosciuta anche snelle
sue componenti piacevoli.
Per questo motivo è efficace, specie per i pazienti più gravi, una
arteterapia attiva.
Il fare arte favorisce il contatto con la realtà, proprio perché la differenza
tra sogno e realtà consiste nella sua tangibilità.
L’arteterapia pratica può essere anche riabilitazione di movimenti (ad
es, quando si dipinge, si danza e si suona), e la ri-scoperta di essi in
nuove forme e modalità, nel ritrovare valori universali e condivisibili con
gli altri.
Nel valutare il percorso del paziente è fondamentale conoscere,
sfruttare e rilevare gli aspetti formali delle arti che fungono da ponte,
nella loro evoluzione all’interno delle produzioni del paziente.
I materiali stessi delle varie discipline sono mezzo tangibile per
acquisire dei codici e tramite essi formare il pensiero.
Elena Giordano, che è pittrice e arteterapeuta, individua nella copia dal
vero un aiuto importante, perché, ad esempio, nel caso dei corpi umani,
le strutture corporali umane sono sempre le stesse, ma variano le
caratteristiche, e così stando in uno stesso contesto tematico, se ne
variano i contenuti EVITANDO IL RINFORZO DELLE STEREOTIPIE DEL
PAZIENTE.
Si lavora sulla composizione dei soggetti dei quadro, la loro posizione,
le relazioni spaziali tra gli oggetti e la coerenza tra di loro, per creare un
insieme che abbia senso per il paziente.
Nel caso dei ritratti, l’autore è stimolato a trovare le caratteristiche
peculiari del compagno ritratto, e successivamente a trovarne il bello
per non urtarne la sensibilità, e ciò rafforza la relazione (la proposta di
fare ritratti o di essere ritratti è soggetta a accettazione o rifiuto).
Nel ritratto dell’altro c’è un pò dell’autore, perché esso evidenzia il
proprio punto di vista sull’oggetto ritratto. Questo stimola un
autoriconoscimento e il riconoscimento dell’altro, in aspetti nuovi
rispetto alla rigidità degli schemi e delle stereotipie della propria psicosi.
Ci si concede così il diritto al piacere, e di contatto con l’altro (guardare)
e con sé stesso, e ciò può essere utile anche nel caso di traumi relativi
a violenza sessuale, come con problematiche fisiche in cui non ci si
riconosce nel proprio corpo o con parti di esso, in quanto ciò porta
anche a svalorizzazione di sé e il non concedersi di esistere come
essere autonomo e differenziato.
L’arteterapia è una ricerca del bello non elitaria per i più dotati, ma un
percorso unico che può fare parte della vita di ogni individuo.
L’identificazione del paziente in un oggetto bello è quindi una potente
presa di potere all’interno della propria vita, in quanto il prodotto non è
semplicemente un’azione, ma diventa simbolo della capacità personale
di comunicare, di agire con un riscontro riconosciuto da sé e dal
mondo.
3) Dialogo sonoro.
1) Stimolo;
3) Focus attentivo;
4) Rinforzo.
1) comportamento fisiologico;
2) comportamento motorio;
3) comportamento psicologico;
4) comportamento emotivo.
1) l'identificazione di un problema;
3) improvvisare il tema;
4) Discussione dell’esperienza di improvvisazione
2) Processo immaginativo;
3) Integrazione dell’esperienza.
3. Songwriting strategico
8. Songwriting improvvisato
-Ascoltare e fare musica può attivare una preziosa sinergia tra gli
emisferi;
-La musica potrebbe avere avuto un ruolo adattivo nel rapporto madre-
bambino;
-La musica potrebbe avere avuto un ruolo adattivo per quanto riguarda
lo sviluppo di comportamenti sociali e cooperativi;
1)I primi primati e gli antenati degli esseri umani iniziano a produrre
vocalizzazioni urlate;
3)Il canto degli uccelli viene imitato soffiando in una canna vuota;
1)Contatto;
2)Cognizione sociale;
3)Copatia;
4)Comunicazione;
5)Coordinazione;
6)Cooperazione;
7)Coesione sociale.
7)Funzioni sociali: il fare musica con gli altri suscita risposte emotive di
piacere e legati ai processi di attaccamento.
Da tutte le ricerche in merito, risultano due principi base su cui tutti gli
studiosi concordano:
1)Ricompensa immaginativa;
2)Regolazione delle emozioni;
3)Manifestazione empatica;
4) Assenza di implicazioni reali; attraverso la musica si simbolizza e si
vive condizione specifica, in una situazione di sicurezza, in modo da
comprenderla senza rischi e sublimarla.
Riguardo le asimmetrie:
-Le rappresentazioni in categorie una volta apprese non si
sovrappongono ;
-Le altezze musicali impegnano l'emisfero destro, mentre l'analisi dei
fonemi attiva la corteccia uditiva temporale superiore sinistra e la
corteccia frontale inferiore sinistra
Riguardo la bilateralità:
-I significati naturali;
-Il semantismo per convenzione;
-I fattori propriamente musicali.
-Ordine/Disordine;
-Creatività/Distruttività;
-Presenza/Assenza;
- Consolazione/Lutto
- Regressione/Progressione.