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IL MODELLO PROTESICO
Società Italiana di
Gerontologia e
Geriatria
Musicoterapia e demenza
Musictherapy and dementia
D. VILLANI, A. RAGLIO
Istituto Ospedaliero di Sospiro (CR)
Music can be used as a healer in many diseases, although with different tech-
niques, methods and theoretical issues.
Recently, particularly in the last decade, even dementias have been an object of
concern for musicotherapy and other healing practices involving sound and
music.
The increasing number of Alzheimer’s diseases and dementias affected people,
together with the limited therapeutical chances, has stimulated a growing inter-
est for rehabilitation techniques, among which musicotherapy can be placed.
About all these techniques there are still unsolved problems mainly related to
the assessment instruments, to the effectiveness of the action, to the lasting of
the positive effect after the treatment and, eventually, to the cost/efficacy rela-
tionship.
After a brief introduction on musicotherapy, the Authors describe the theoreti-
cal and methodological concerns of the therapy they used, as well as its ap-
plicative practices.
Introduzione
L’utilizzo dell’effetto distensivo e rasserenante, in alcuni casi “terapeutico”, della
musica nelle persone malate affonda le sue radici in tempi molto lontani. Nelle
culture più antiche, come la cinese e l’indiana, musica e medicina erano fra di lo-
ro collegate, ma anche nella cultura europea troviamo esempi dell’impiego della
musica a scopo curativo (il canto gregoriano – privo di componenti ritmiche e
molto sviluppato sul piano melodico, collegato all’andamento del respiro umano
– veniva utilizzato dai monaci francesi di Cluny nell’undicesimo secolo per alle-
viare le sofferenze dei morenti, la cosiddetta infirmary music).
La musicoterapia, che nasce e si sviluppa prevalentemente in ambiente psichiatri-
co, costruendo nel campo delle psicosi la maggior parte del suo corpus teorico e
della sua applicazione clinica, ha allargato i suoi confini di studio e applicazione
alla geriatria e alla vasta problematica delle demenze, per motivazioni e con un
percorso metodologico che di seguito sintetizzeremo.
Due aspetti della musica sono noti a tutti. Il primo è la grande influenza che la mu-
sica può avere sul tono dell’umore: l’effetto rilassante della musica, che è stato
sperimentato da ciascuno di noi, è così forte e prevedibile che molti lo utilizzano
(in casa, in automobile) per ritrovare tranquillità e recuperare una dimensione me-
no convulsa della vita. Il secondo aspetto a tutti famigliare è il forte potere mne-
stico della musica. Il riascolto di un brano musicale può evocare con molta preci-
I Corrispondenza: dott; Alfredo Raglio, Istituto Ospedaliero di Sospiro, piazza Libertà 2, 26048 So-
spiro, Cremona, Italy - Tel. +39 0372 620264 - E-mail: raglioa@tin.itCorrispondenza: dott.ssa Ma-
ria Cotelli, U.O Alzheimer, Centro per la memoria, IRCCS, Centro “S. Giovanni Dio”, FBF, via Pia-
PACINIeditore stroni 4, 25125 Brescia, Italy - Tel. +39 030 3501351 - E-mail: mcotelli@oh-fbf.it
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sione un episodio della vita, ricomponendo nella ca, musica preferita, ecc.) possa agire con qualche
nostra mente non soltanto le caratteristiche tem- efficacia riducendo, soprattutto nelle demenze, i
porali e spaziali dell’episodio stesso, ma anche lo disturbi comportamentali, migliorando il tono del-
stato d’animo che caratterizzava quella circostan- l’umore o la socializzazione.
za. Intorno a una struttura melodica, armonica, rit- Quest’ultima modalità di utilizzo della musica co-
mica, timbrica, si ricostituisce il ricordo nella sua stituisce un’area di contatto più vicina a quello che
complessità cognitiva ma anche emozionale. Que- si intende, più propriamente, come musicoterapia.
ste preliminari osservazioni empiriche sull’influen- Rimane comunque importante, come premessa al-
za che la musica può avere sull’affettività e sulla l’intervento musicoterapico, il fatto che esperien-
memoria delle persone, ci portano a riflettere sulla ze numerose e rigorose documentino le potenzia-
possibilità che la musica possa agire in maniera po- lità terapeutiche della musica.
sitiva non solo sulla persona sana, ma anche su La definizione più aggiornata di musicoterapia è
quella malata, cominciando così ad assumere un quella approvata e condivisa dalla comunità inter-
profilo genericamente terapeutico (dove per tera- nazionale in occasione dell’VIII Congresso Mon-
pia si fa riferimento a un mezzo capace di contra- diale di Musicoterapia della World Federation of
stare una condizione morbosa), particolarmente in Music Therapy: “La musicoterapia è l’uso della
quelle situazioni in cui la malattia colpisce la men- musica e/o dei suoi elementi (suono, ritmo, melo-
te dell’uomo, le sue funzioni cognitive e non co- dia e armonia) per opera di un musicoterapista
gnitive. qualificato, in rapporto individuale o di gruppo,
L’estensione dell’utilizzo della musicoterapia al all’interno di un processo definito per facilitare e
campo delle demenze e quindi la sua diffusione in promuovere la comunicazione, le relazioni, l’ap-
ambito geriatrico, è dunque legata sostanzialmente prendimento, la mobilizzazione, l’espressione, la
a due motivi: il ruolo che i disturbi della memoria e organizzazione e altri obiettivi terapeutici degni
del comportamento hanno nella demenza e che ne di rilievo nella prospettiva di assolvere i bisogni fi-
fanno un ideale banco di prova per la musicotera- sici, emotivi, mentali, sociali e cognitivi. La musi-
pia 1-3; la prevalenza dei disturbi non cognitivi
coterapia si pone come scopi di sviluppare po-
(BPSD) e la loro nota influenza negativa sulla qua-
tenziali e/o riabilitare funzioni dell’individuo in
lità di vita del malato e del network famigliare e so-
modo che egli possa ottenere una migliore inte-
ciale 4. A ciò si aggiungano le scarse risorse tera-
grazione sul piano intrapersonale e/o interperso-
peutiche a nostra disposizione nei confronti delle
demenze, e la conseguente ricerca di trattamenti nale e, conseguentemente, una migliore qualità
non-convenzionali, tra i quali appunto si colloca della vita attraverso la prevenzione, la riabilitazio-
l’utilizzo della musica 5. ne o la terapia”.
Questa definizione rimanda ad alcuni elementi da
ritenersi imprescindibili al fine di poter considera-
re potenzialmente terapeutico un intervento che
Basi teoriche e aspetti metodologici preveda l’impiego dell’elemento sonoro-musicale:
La attuali applicazioni della musica e dell’elemento – la presenza di un operatore qualificato (il musi-
sonoro-musicale in geriatria presentano importanti coterapista);
differenze di finalità e contenuti metodologici 6. – un modello musicoterapico di riferimento fon-
In geriatria, ad esempio, sono numerose le espe- dato su presupposti teorici e metodologici;
rienze di animazione musicale: loro obiettivo – la presenza di un setting strutturato;
principale è creare una situazione di benessere in – obiettivi legati a cambiamenti (stabili e duratu-
un contesto di socializzazione attraverso proposte ri) della persona o di alcune sue parti o funzio-
musicali che costituiscono il contenuto dell’inter- ni;
vento. – il riferimento costante, nell’azione terapeutica,
Frequenti sono anche le esperienze di ascolto mu- a un piano intrapersonale e/o interpersonale.
sicale, che possono avere varie finalità: evocative, Per quanto riguarda la formazione del musicotera-
in cui si cerca di sollecitare ricordi o stati d’animo pista, in Italia, ci si riferisce a competenze musica-
attraverso momenti di verbalizzazione di gruppo; li e/o psicologiche e/o mediche che contraddistin-
induttive di nessi, con lo scopo di facilitare il rico- guono chi opera in questo ambito; a queste cono-
noscimento di ambienti o di momenti strutturati scenze si deve aggiungere una formazione specifi-
della giornata; contenitive, nell’ipotesi che l’ascol- ca che ormai segue un consolidato criterio di strut-
to musicale genericamente definito (musica classi- turazione ampiamente condiviso.
MUSICOTERAPIA E DEMENZA 425
La scelta di un modello musicoterapico si rifà alle con l’obiettivo di giungere a cambiamenti interni
ormai numerose esperienze musicoterapiche che riferibili ad alcune funzioni del Sé e precisamente
fanno riferimento alle pionieristiche applicazioni quelle legate agli aspetti di comunicazione-rela-
della disciplina in vari ambiti patologici. zione e affettività.
Nel 1999 in occasione del IX Congresso Mondiale La musicoterapia che ha finalità riabilitative pone
di musicoterapia la World Federation of Music come punto centrale dell’intervento la stimolazio-
Therapy ha enucleato e accreditato i modelli musi- ne sonoro-musicale, che ha l’obiettivo di mantene-
coterapici più diffusi e consolidati: re e/o potenziare abilità cognitive (la memoria, l’at-
– approccio basato sull’improvvisazione creativa tenzione, la coordinazione senso-motoria, la capa-
(Nordoff-Robbins); cità di discriminazione, etc.) e di incidere su un
– approccio comportamentista (Madsen); piano comportamentale.
– approccio recettivo, Immaginario Guidato e Le esperienze di musicoterapia fatte dalla nostra
Musica (Bonny); équipe si riferiscono a una matrice marcatamente
– approccio psicanalitico (Priestley); relazionale che si ispira alla teoria psicologica di
– approccio attivo relazionale, libera improvvisa- Stern 8 e a quella musicoterapica di Benenzon 7.
zione (Benenzon). Nella teoria psicologica di Stern si fa riferimento a
Relativamente all’azione terapeutica dell’interven- un universo affettivo primario che si colloca nel
to di cui stiamo trattando, è possibile ipotizzare periodo pre-verbale dello sviluppo, ma che perma-
che la musicoterapia possa agire sull’attenuazione ne in tutta la vita dell’individuo.
dei sintomi e sulla prevenzione o stabilizzazione Tale universo è caratterizzato da fattori quali: la
delle complicanze determinate dal deficit. percezione amodale, una sorta di a-specificità per-
La musicoterapia fa costantemente riferimento a cettiva per cui la sensazione tende a globalizzarsi;
un processo relazionale, a un incontro tra identità le sinestesie, fenomeno per il quale uno stimolo at-
sonoro-musicali, nonché all’ascolto empatico del- tiva contemporaneamente più canali sensoriali; gli
l’altro. affetti vitali, definiti come qualità dinamiche e ci-
Appare quindi chiaro che un intervento che pre- netiche degli stati d’animo (crescere, decrescere,
vede l’ascolto di musica, magari con la mediazio- fluttuare, svanire …).
ne di un riproduttore sonoro, su base empirica o Il suono e la musica si collocano nell’ambito di
in riferimento a categorie culturali e/o psicologi- queste esperienze arcaiche facilitando quelle che
che generali non si può ritenere di per sé tera- Stern definisce “sintonizzazioni affettive”. Per sin-
peutico. tonizzazione si intende quel processo inconsape-
In musicoterapia si ricorre all’ascolto come moda- vole attraverso il quale è possibile stabilire una re-
lità di intervento non prescindendo, però, da pro- lazione fortemente empatica, una profonda riso-
cessi di osservazione, valutazione e relazione riferi- nanza, basata sulla condivisione degli stati d’animo
ti alla persona o al gruppo di persone a cui si pro- e delle loro qualità.
pone il trattamento. Attraverso i momenti di sintonizzazione si giunge
In ambito musicoterapico può essere importante alla relazione intersoggettiva espressa attraverso
fare riferimento a una distinzione tra interventi la compartecipazione dell’attenzione, la compar-
musicoterapici con finalità terapeutiche e altri tecipazione delle intenzioni e la compartecipa-
con finalità riabilitative. zione degli stati affettivi.
In questo senso per terapia si intende quella stra- Date queste premesse teoriche è possibile ipotiz-
tegia che, dal di dentro, facilita i processi di con- zare che il suono e la musica attivino modalità
sapevolezza di sé, di regolazione delle emozioni e espressive e relazionali arcaiche, probabilmente
delle capacità comunicative. ancora presenti nella persona con malattia di
Per riabilitazione si intende, invece, quella strate- Alzheimer, recuperate attraverso una regressione
gia che, dal di fuori, favorisce lo sviluppo dei pro- terapeutica condivisa e guidata dal musicotera-
cessi cognitivi, relazionali e di socializzazione. peuta. Ciò significa by-passare le funzioni cogniti-
Ciò non vuole tracciare una linea di demarcazione ve, la capacità elaborativa e di simbolizzazione,
tra due paradigmi di intervento, ma semplicemen- per attingere a quel mondo di emozioni e sensa-
te accostare due approcci che presentano alcune zioni non ancora ben strutturate e consapevoli,
differenze legate essenzialmente a obiettivi e me- benché colte ed espresse attraverso i primitivi ca-
todiche. nali prima menzionati. L’utilizzo della musicotera-
La musicoterapia che ha finalità terapeutiche pone pia nella malattia di Alzheimer può migliorare
come punto centrale dell’intervento la relazione,
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ratori dell’équipe di cura. È necessaria una equili- Protocollo, inoltre, rileva eventi manifesti diretta-
brata distribuzione degli interventi musicoterapici mente estrapolabili dalla visione delle immagini re-
che, nella nostra esperienza è dell’ordine di 2- lative alle sedute.
3/settimana. La durata delle sedute, siano esse sin- Questo Protocollo di Osservazione, elaborato dalla
gole o di gruppo, è di 30 minuti. Il setting stru- nostra l’équipe di musicoterapia, ha scopo di rile-
mentale deve essere essenziale e facilmente acces- vare quantitativamente e qualitativamente la “rela-
sibile: può prevedere la presenza di tutte le fami- zione intersoggettiva” nell’ambito di una seduta di
glie strumentali (membranofoni, idiofoni, aerofo- musicoterapia.
ni, cordofoni ed elettrofoni) disposti in modo ordi- Altre verifiche sono quelle che si effettuano all’e-
nato e in numero ridotto, tenendo conto di sup- sterno del setting musicoterapico utilizzando stru-
porti che facilitino la presa degli strumenti nonché menti valutativi già esistenti (ad esempio la Cohen
la mobilità dei pazienti. Mansfield Agitation Inventory e il Neuropsychia-
Nelle prime sedute il paziente viene messo nelle tric Inventory) e altri che possono essere creati ap-
condizioni di poter esplorare e interagire con una positamente per effettuare osservazioni mirate su
vasta gamma di stimoli sonoro-musicali. Nei suc- comportamenti specifici (sorriso, pianto, allonta-
cessivi incontri si arriva alla graduale definizione di namento/avvicinamento fisico ecc.) o per acquisi-
un setting calibrato, adeguato al paziente, che ri- re altri elementi di valutazione (interviste a familia-
flette maggiormente l’identità sonoro-musicale del- ri, interviste a operatori coinvolti nella cura della
lo stesso e in cui emerge la funzione di “oggetto in- persona ecc.).
termediario” assolta da alcuni strumenti.
Le consegne che il musicoterapista dà al paziente,
possono essere verbali o non verbali e assumere Considerazioni conclusive
una connotazione di direttività, semi-direttività e
non direttività. Le consegne verbali e in generale le L’utilizzo della musicoterapia nella demenza se-
verbalizzazioni, solitamente assenti nel trattamen- condo la metodica illustrata offre interessanti pro-
to musicoterapico secondo questo orientamento spettive di efficacia 6.
teorico-metodologico, sembrano avere in alcuni Alcuni aspetti devono essere ancora chiariti, altri
casi, nei trattamenti di persone con malattia di risultano ben definiti dall’esperienza.
Alzheimer, un ruolo contenitivo e tranquillizzante, – È necessario che la musicoterapia assuma in mo-
oltre che contribuire a orientare i pazienti nel set- do sempre più netto i caratteri di una tecnica ria-
ting musicoterapico. bilitativa che si muove entro precisi confini.
Nella fase operativa, quanto evocato e suscitato dal – Il metodo utilizzato da noi non ha il suo bari-
paziente viene evidenziato, elaborato e restituito centro nella evocazione di un ricordo musicale,
dal musicoterapista dal punto di vista emotivo e so- ma nel recupero di un sistema di comunicazio-
noro-musicale con il fine di instaurare una relazio- ne arcaico, preverbale.
ne. Il musicoterapista potrà: a) stimolare il pazien- – La nostra esperienza ci consente di delineare
te nel caso in cui questo non interagisca attraverso delle procedure (pazienti da trattare, tempi,
l’impiego di materiale sonoro-musicale; b) ripren- modalità ecc.), e le osservazioni cliniche ci fan-
dere, elaborare e rimandare le produzioni sonoro- no ritenere che la musicoterapia possa agire po-
musicali spontanee emergenti dal contesto musi- sitivamente sulle capacità relazionali dei de-
coterapico, nel caso in cui il paziente sia propositi- menti, riducendo, forse in modo conseguente, i
vo. disturbi del comportamento.
4. La verifica. La verifica del lavoro svolto costitui- – È sempre necessaria una valutazione parallela
sce, come sempre nel trattamento di questi malati, dei risultati: quella intra-setting, condotta dai
un momento problematico. Il momento di verifica musicoterapisti nel laboratorio di musicotera-
è costituito dalla condivisione dei contenuti dei pia; quella ecologica, condotta dall’équipe di
Protocolli di Osservazione stesi al termine di ogni cura; è inoltre necessario affinare gli strumenti
seduta. I Protocolli rilevano la quantità, la durata e valutativi, poiché le usuali scale comportamen-
le caratteristiche delle produzioni del paziente e tali, cognitive, funzionali non sembrano in gra-
del musicoterapista, oltre che gli elementi e/o pa- do di cogliere i cambiamenti indotti dalla musi-
rametri sonoro-musicali ricorrenti o che compaio- coterapia.
no per la prima volta nelle sedute; vengono inoltre – Rimane ancora aperto il problema della durata
rilevati la quantità di stimoli proposti dal musicote- dell’efficacia del trattamento, aspetto critico in
rapista e le produzioni spontanee del paziente. Il una logica di buon utilizzo delle risorse.
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– Come le altre tecniche riabilitative anche la mu- coterapia potrà assumere il ruolo di intervento
sicoterapia non può prescindere da una com- complementare e, riteniamo, efficace per la di-
plessiva e competente presa in carico del mala- gnità e il benessere del malato.
to e della famiglia: solo in questa logica la musi-
La musica viene impiegata con finalità terapeuti- esistono problemi ancora aperti, relativi princi-
che in numerose condizioni patologiche, con palmente agli strumenti di valutazione di effica-
presupposti teorici, metodologie e tecniche di- cia dell’intervento, alla durata dell’effetto positi-
verse. Negli ultimi tempi, in particolare nell’ulti- vo dopo la sospensione del trattamento e al rap-
mo decennio, anche le demenze sono state og- porto costo/efficacia.
getto di interesse della musicoterapia e degli altri
interventi che utilizzano l’elemento sonoro-musi- Gli Autori, dopo una breve introduzione sulla
cale. Il numero sempre più grande di persone af- musicoterapia, descrivono i presupposti teorici e
fette da malattia di Alzheimer e altre demenze, metodologici dell’intervento da loro utilizzato e
unito alle scarse possibilità terapeutiche, ha sti- le procedure applicative dell’intervento stesso.
molato un crescente interesse per interventi ge-
nericamente definiti riabilitativi, tra i quali si col- Parole chiave: Musicoterapia • Demenza • Riabi-
loca la musicoterapia. Per tutte queste tecniche litazione
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