A chi è rivolta?
La musicoterapia ha vari campi di applicazione. Si va dalla gravidanza al
periodo neonatale, all’infanzia, alla disabilità, all’ambiente psichiatrico, al
disagio sociale o personale, alla riabilitazione, alle malattie
neurodegenerative e a tutte le malattie della terza età. Non è destinata
alla cura di una sola patologia. Una seduta di musicoterapia è adattabile
anche in base alle esigenze del paziente. La musica è un valore umano,
quindi la musicoterapia può essere applicata a chiunque. La
musicoterapia non guarisce, ma si prende cura della persona, di
conseguenza, può prendersi cura di tutti. Potrebbe essere anche indicata
per una persona perfettamente sana, che non ha bisogno di cure ma che
desidera migliorare la qualità della vita, e che grazie alla musica può
crescere maggiormente, scoprendo nuove aree della propria personalità.
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Come funziona una seduta?
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Un brano che tocca il cuore di una persona porta con sé un ventaglio di
emozioni, immagini, ricordi e significati importanti per chi ascolta.
Ciò rende vano il tentativo di creare “brani-medicinali”, ovvero musiche
che possano statisticamente far star bene chiunque l’ascolti, poiché una
musica può essere emozionante e significativa per una persona e
completamente neutra se non fastidiosa per un’altra.
La Musicoterapia recettiva lavora quindi sulle problematiche individuali e
porta ad un profondo stato d’ascolto, sia in senso musicale che
metaforico.
Allora come in ogni relazione terapeutica ci sarà un continuo interagire da
entrambe le parti: due persone che si conosceranno e
confronteranno. L’elemento che interessa maggiormente è il rapporto
instaurato col materiale sonoro da parte di chi ha intrapreso il percorso,
perché è indicatore dei suoi aspetti autobiografici, della sua identità
sonora e del suo modo di analizzare e interpretare la realtà.
John Cage (Los Angeles, 5 settembre 1912 – New York, 12 agosto 1992) è
stato un compositore e teorico musicale statunitense.
John Cage è un personaggio che può essere rappresentato utilizzando la
sfera come termine di paragone, cioè un personaggio sferico. E’ sferica
l’esperienza che vuole avere nel nostro mondo. Da qualunque parte lo si
guardi è sempre uguale e sempre diverso allo stesso tempo. John Cage è il
primo musicista che sia riuscito ad eseguire le parole, a suonare le parole.
John Cage ha posto al centro delle sue ricerche : l’ascolto.
Nel maggio 1984 John Cage è invitato a Torino e Ivrea per un festival delle
sue opere con bambini, studenti e insegnanti mettendo in discussione il
concetto stesso di musica e i relativi metodi di insegnamento. John Cage,
compositore e teorico musicale statunitense afferma: “se sviluppi un
orecchio per i suoni che sono musicali è come se sviluppassi il tuo ego.
Inizi a rifiutare i suoni che non sono musicali e in quel modo ti tagli fuori
da una gran quantità di esperienze.” In questa frase è riassunta gran parte
della storia del suo pensiero che ha creato le basi e i fondamenti per la
musica contemporanea dove acquisiva un ruolo determinante il silenzio.
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Il silenzio è fondamentale. Troppo spesso si impone il silenzio. Attraverso
il silenzio è possibile entrare in sintonia con i pazienti.
Cage stesso infatti afferma: “Mi resi conto che non esiste una reale e
oggettiva separazione tra suono e silenzio, ma soltanto tra l’intenzione di
ascoltare e quella di non farlo.”
Silenzio, è una parola che deriva dal latino silentium "tacere, non far
rumore" e si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore in
senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo.
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Scritta nel 1952, è composta per qualunque strumento musicale o
ensemble; lo spartito dà l’istruzione all’esecutore di non suonare per
tutta la durata del brano nei suoi tre movimenti: il primo di 30 secondi, il
secondo di 2 minuti e 23 secondi, il terzo di 1 minuto e 40 secondi. Il
totale dei secondi di silenzio: 4 minuti e 33 secondi, dà il titolo all’opera.
Nell’intenzione dell’autore, la composizione si presume consistere dei
suoni emessi dall’ambiente in cui viene eseguita, dando un’idea
dell’importanza dell’ambiente stesso, sebbene sia generalmente
percepita come “four minutes and thirty-three seconds of silence”.
Per Cage, comunque, 4’33” non è affatto un’opera silenziosa. Il vero
centro dell’attenzione dovrebbe essere focalizzato sui rumori casuali che
si sentono durante il silenzio dei musicisti, ad esempio il ronzio di un
insetto, la tosse o il respiro dei spettatori, la caduta di un oggetto.