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CORSO DI STORIA DELLA MEDICINA

Prof. Francesco Saverio Vella

Alunno: Luca Limongelli


Matricola 721433

MUSICA E
MEDICINA
A.A. 2019/2020
MUSICA E MEDICINA

Indice:
 Introduzione ……………………………………………………………………… pag.2
 Le origini …………………………………………………………………………... pag.2
 Gli inizi della musicoterapia ………………………………………………. pag.3
 Fondamenti neuroscientifici della musicoterapia………………. pag.4
 Percezione musicale …………………………………………………………. pag.6
 Musica: implicazioni terapeutiche ……………………………………. pag.7
 Teoria MusicMindSystem …………………………………………………. pag.7
 Conclusioni – Music Medicine e Music Therapy ………………… pag.9

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MUSICA E MEDICINA

Introduzione
In questa tesina si approfondiranno le varie correlazioni tra musica e medicina.
Questo accostamento è dovuto ad altri studi personali in ambito musicale,
attraverso i quali mi è già capitato di incontrare la parola ospedale nel XVIII secolo.
Nella storia della musica si fa riferimento, infatti, agli ospedali veneziani. Questi
erano strutture affini ai conservatori di Napoli, ovvero degli orfanotrofi nei quali,
specificatamente, si istruivano musicalmente le orfanelle (fiole). Queste si esibivano
durante le funzioni religiose con esecuzioni musicali che attiravano gran pubblico di
veneziani e stranieri. Basti pensare che l’illustre Jean Jacques Rosseau descrive nelle
Confessioni un’esecuzione alla quale aveva assistito nell’Ospedale dei Mendicanti
nel 1743.
Oggi, sebbene il modus operandi di un ospedale sia ben diverso, l’obiettivo della sua
funzione sanitaria rimane piuttosto simile: farsi carico di persone bisognose e
aiutarle nelle loro difficoltà.

Le origini
Le origini del rapporto tra musica e medicina e
quindi l’effetto terapeutico che questa può avere,
ha un’origine più antica di quanto si possa
immaginare. Anticamente le popolazioni
attribuivano la malattia a spiriti maligni i quali
dovevano essere scacciati dal corpo e dalla mente
del malato; per spaventare gli spiriti venivano usate
(1) Ne è un esempio la "tarantella". Il
canzoni ritmiche1, accompagnate dal suono di nome deriva da "taranta", termine
zucche vuote e tamburi percossi. dialettale delle regioni meridionali
italiane per designare la Lycosa
La musica aveva diversi poteri, ad esempio per gli tarentula, un ragno velenoso diffuso
sciamani era il mezzo con il quale ottenere la nell'Europa meridionale e in particolare
massima concentrazione e per intensificare la nelle campagne di Taranto, da cui
prende il nome. In quelle zone il ballo
volontà di ritrovare e di conservare il benessere della tarantella è in parte legato alla
fisico, i canti utilizzati a tale scopo avevano un terapia del morso della tarantola.
ritmo lento ed una intonazione monodica. La

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MUSICA E MEDICINA

cultura greca poneva la musica al centro della vita sociale, e religiosa. I greci, infatti,
ritenevano che la musica

fosse la medicina dell’anima. I ragazzi fin dalla più tenera età erano guidati nello
studio della musica, dato che per i greci un giovane oltre ad avere un aspetto fisico
vigoroso doveva anche essere colto.
Diversi filosofi dell’epoca hanno studiato gli effetti della musica sulla psiche
dell’uomo. Ad esempio Platone, ne La Repubblica afferma che alcune melodie
stimolano un certo stato d’animo: i modi Ionico (sequenza di toni e semitoni: Do Re
Mi Fa Sol La Si Do) e Lidio (sequenza di toni e semitoni: Do Re Mi Fa♯ Sol La Si
Do) erano ritenuti rilassanti, mentre il modo Misolidio (sequenza di toni e semitoni:
Do Re Mi Fa Sol La Si♭ Do) era adatto a suscitare il lamento.
Platone sostiene anche che solo i modi Dorico (sequenza di toni e semitoni: Do Re
Mi♭ Fa Sol La Si♭ Do) e Frigio (sequenza di toni e semitoni: Do Re♭ Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭
Do) hanno una funzione educativamente positiva mentre gli altri, Ionico,
Eolio (sequenza di toni e semitoni: Do Re Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭ Do) e Lidio, devono
essere esclusi dall’educazione dei giovani.
Secondo Aristotele l’arte dei suoni ha un potere liberatorio alleviante e catartico, di
purificazione di limitazione delle tensioni psichiche, ammettendo così l’utilità di tutti
i generi di musica.
Da queste testimonianze possiamo dunque dedurre che nella cultura greca era
praticata già una qualche forma di musicoterapia.

Gli inizi della musicoterapia


Il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico
musicista londinese, Richard  Brockiesby. Il suo volume fece il giro d’Europa
sollevando interesse ed anche scetticismo, ma si dovette attendere fino al XX secolo
inoltrato per poter veder nascere una vera attenzione per l’uso terapeutico della
musica.
Uno dei primi medici a capire la necessità di una conoscenza molto approfondita
della scienza Musicale fu S. Porgeter che la applicò con successo nella cura di certi

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MUSICA E MEDICINA

disturbi mentali. Il primo corso di musicoterapia si tenne nel 1919 presso la


Columbia University e nel 1944, al Michigan State College, venne inaugurato il primo
corso quadriennale per specialisti in tale disciplina.

I primi esperimenti di musicoterapia in Italia furono attuati nel Morotrofio di Aversa


a partire dal 1843 da parte di Biagio Gioacchino Miraglia  (1814 –1885, psichiatra,
poeta). Da allora ad oggi l’interesse per la musicoterapia è diventato sempre più
considerevole e numerosi sono i corsi, anche universitari, dedicati a questa
disciplina.
Attualmente, presso il Conservatorio di Musica “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara, è
attivo il “Biennio sperimentale di specializzazione in Musicoterapia” (Laurea
Magistrale). L’impianto didattico ed il tirocinio in questo corso di studi fanno un
particolare riferimento alla Musicoterapia applicata all’ambito della
Neuroriabilitazione.

Fondamenti neuroscientifici della musicoterapia


Le reazioni del sistema vegetativo suscitate dalla
musica, avevano in origine un preciso significato
biologico: quando il cucciolo sente la voce della
madre, i suoi peli si rizzano e lo riscaldano.
Ognuno di noi ha potuto avere esperienza dei
brividi di piacere suscitati dalla musica, questo
perché a livello cerebrale si attiva il sistema
(2) In linea di massima,
deputato all’analisi delle emozioni e alle partendo da una revisione della
gratificazioni. Nessun altro mezzo di più recente letteratura, si
comunicazione è in grado di provocare reazioni suppone che sia l’emisfero
destro quello che, in un primo
emotive altrettanto forti.
momento riconosce/capta la
La musica è uno stimolo uditivo articolato in melodia nel suo complesso (le
caratteristiche più complessive
maniera complessa. Molti processi percettivi si del tempo e della linea
svolgono contemporaneamente in diverse aree melodica).
cerebrali. Il cervello così elabora la musica in
maniera gerarchica e distribuita.

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MUSICA E MEDICINA

La musica è psicologicamente olistica, nel


senso che coinvolge tutto il cervello in
quanto le sue differenti componenti sono
verosimilmente processate attraverso
circuiti diversi. A livello cerebrale gli
ascoltatori e gli stessi musicisti hanno
diverse risposte emotive ed intellettive a
diversi tipi di musica. (3) Negli ascoltatori inesperti, l'ascolto della
musica attiva la parte destra del cervello,
La musica coinvolge il lobo temporale quella più intuitiva (visibile in rosso). Nei
destro2, indispensabile per riconoscere ed musicisti si attiva la parte più razionale, cioè
eseguire le melodie, e il lobo temporale quella sinistra.
sinistro3, da cui dipendono l’elaborazione
del linguaggio musicale, ma

anche la scrittura, la composizione e l’esecuzione della musica.


Ascoltando musiche allegre o sentimentali, esaltanti o rilassanti, si verificano
modifiche del sistema nervoso vegetativo che regola la pressione arteriosa, il ritmo
cardiaco, la respirazione, la sudorazione e altre reazioni fisiologiche. (Sistema
Nervoso Vegetativo)

Brani musicali come i ballabili o le marce per (4)

orchestra provocano risposte soprattutto di tipo


motorio: quei momenti che ci portano, quasi
nostro malgrado, a segnare il tempo con il piede
o con l'oscillazione delle spalle. (Sistema
Motorio).
Altri tipi di musica possono, invece, provocare
soprattutto risposte respiratorie o
cardiovascolari: il respiro rallenta e il cuore
riduce la sua frequenza. (Sistema Nervoso
Vegetativo).
Poiché la musica è una forma di comunicazione
strutturata, dotata di un suo linguaggio, gran
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MUSICA E MEDICINA

parte della sua decodifica avviene


nell'emisfero sinistro, preposto ai
processi logici, mentre il destro ne
coglie i processi emotivi (Sistema
Cognitivo e Comportamentale).
Un musicista proverà emozione
mentre suona e a sua volta la
comunicherà all’audience. Un
ascoltatore proverà emozione in
relazione alla musica stessa e
all’esecuzione del musicista
stesso. La musica induce
sentimenti, reazioni del sistema (5) fMRI di 3 persone che ascoltano rumore bianco
vegetativo, variazioni del ritmo (blu), rumore con tono fisso (rosso) e melodie
(verde). Le frecce indicano la localizzazione della
cardiaco e del respiro, ma anche corteccia uditiva primaria. La tecnica di Risonanza
motivazioni al movimento. Le Magnetica funzionale (fMRI) consiste nell'uso
emozioni indotte dalla musica dell'imaging a risonanza magnetica (MRI) per
attivano i circuiti di compenso e valutare la funzionalità di un organo o un apparato,
in maniera complementare all'imaging
gratificanti (reward) morfologico.
motivazionali, gli emisferi
cerebrali, il mesencefalo e le
regioni orbitofrontali e
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l’amigdala che attribuisce il
significato emozionale degli
stimoli.

Percezione musicale
L’analisi della musica comincia
nelle vie uditive sottocorticali e
nella corteccia uditiva primaria.
Quindi, gli aspetti più complessi
della musica sono analizzati dalle (6) La percezione di melodie attiva regioni del giro
temporale superiore, situate rostralmente e
regioni della corteccia uditiva lateralmente alle aree che rispondono ai toni
associativa. semplici. Altre regioni del cervello sono implicate
nella percezione del tempo sottostante la musica e
6 dei modelli ritmici specifici di ogni brano.
MUSICA E MEDICINA

StudiofMRI5: presentati suoni complessi con informazioni di tonalità variabili, dal


rumore bianco al rumore con un debole tono nascosto in esso, fino a suoni con un
tono evidente. Alcuni suoni contengono un singolo tono, mentre altri contengono
melodie.
Risultati: tutti i suoni attivano la corteccia uditiva primaria e la porzione del giro
temporale superiore appena adiacente ad essa. Mano a mano che nei suoni si
distingue più chiaramente una tonalità e quindi una melodia, si attivano regioni
della corteccia uditiva associativa localizzate più rostralmente e lateralmente.
La corteccia frontale inferiore sembra implicata nel riconoscimento dell’armonia,
la corteccia uditiva destra è forse coinvolta nella percezione del tempo sottostante
la musica e la corteccia uditiva sinistra sembra coinvolta nella percezione dei pattern
ritmici sovrimposti al tempo di base6.

Musica: implicazioni terapeutiche


Diverse Patologie Neurologiche generano disordini attentivi, emozionali, cognitivi,
comportamentali e comunicative. È possibile migliorare diverse condizioni cliniche
operando con l’ausilio della musica, e ancor di più con la musicoterapia.
Occorre combattere i blocchi motori, le difficoltà a muoversi. In particolare, quando
è necessario camminare e fare esercizio di deambulazione, la melodia e il ritmo
aiutano a marciare a passo di musica e a superare tutte le remore e le difficoltà che
tendono a bloccare o a appesantire la marcia. Nei malati di Parkinson le musiche e i
suoni che arrivano al cervello stimolano maggiormente il movimento e danno quel
ritmo che invita a muoversi speditamente.
Diverse persone con morbo di Parkinson utilizzano, anche in virtù di scelte e
sensibilità, differenti tipi di musica. Alcuni preferiscono la musica di Mozart, che, a
loro giudizio, esprime mirabilmente la letizia del cuore umano con energia e
brillantezza e stimola a superare le fatiche, i blocchi, le difficoltà a muoversi.
Quando per un malato è necessario camminare, fare esercizio di deambulazione, la
musica di Mozart aiuta a marciare e a superare remore e difficoltà che tendono a
bloccare o appesantire la marcia. Personalmente ciascuno potrà esercitarsi con
diversi tipi di musica, scegliendo quella che troverà più utile. In ogni caso la musica
costituirà un tesoro quasi inesauribile per chi voglia lasciarsi guidare e sostenere da
ritmo e melodia e così dar vigore al suo agire. Stimolerà, senza suggerire schemi

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MUSICA E MEDICINA

precostituiti, la fantasia e il tono affettivo per entrare in una condizione ottimale per
agire con impegno e superare i blocchi nell'azione.

Teoria MusicMindSystem
La teoria MusicMindSystem®, ideata dal maestro Giorgio Fabbri, mira a potenziare le
capacità logico-razionali e quelle emozionali della mente, partendo dall'ascolto
guidato della musica. Secondo le neuroscienze, infatti, anche il semplice ascolto
musicale è un formidabile modo per mettere in movimento un'ampia rete neurale,
collegata con attenzione, memoria, funzioni motorie e processi emozionali. Nella
mente non esistono suoni, ma informazioni trasformate in modelli, ascoltare
musica, con l'ausilio di un esperto che ne decodifichi forme e contenuti, consente di
arrivare a costruire modelli mentali, che possono essere trasferiti e utilizzati
nell'ambito della

propria professione. L’efficacia maggiore che ne deriva è quella di imparare a


pensare come pensa il musicista, ovvero utilizzando non soltanto la parte razionale e
conscia della mente, ma anche quella emozionale e inconscia. Le neuroscienze
dimostrano che è proprio quest'ultima, spesso trascurata in ambito professionale,
ad essere più veloce ed affidabile nella costruzione delle idee, nell'effettuazione di
scelte decisionali, nella pianificazione di progetti.
Si basa su interiorizzazione e sviluppo, attraverso eventi e attività formative, di 4
sistemi mentali, tra loro diversi e complementari. Ogni sistema prende a riferimento
il modo di pensare di un grande musicista e compositore:
1. MonoMindSystem© Bach: “Mi piace lavorare su di un'unica idea, e so
presentarla in modi sempre nuovi.” Bach costruisce le sue composizioni su un
unico tema, riorganizzato ogni volta in forme varianti.

2. MultiMindSystem© Mozart: “Mi piace cambiare idea spesso, e so


armonizzare ogni nuova idea con tutte le altre.” Mozart costruisce le sue
opere su temi musicali diversi, ma perfettamente armonizzati tra loro.

3. OverMindSystem© Brahms: “Mi piace avere idee sempre nuove, e farle


derivare tutte dalla stessa idea.” Brahms costruisce ogni nuovo tema musicale
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a partire dal precedente, utilizzandone gli stessi elementi per dar vita a forme
diverse.

4. OpenMindSystem© Charlie Parker: “Mi piacciono le idee sorprendenti, quelle


che nascono all'improvviso.” È il sistema mentale dei jazzisti, che sanno
costruire idee all’impronta e sanno prendere rapidamente decisioni anche in
situazioni non prevedibili.
I 4 sistemi mentali del MMS sono complementari tra loro, ognuno può essere
utilizzato efficacemente in particolari situazioni, in qualunque ambito dell'agire
umano. Il MonoMindSystem è utile in situazioni di caos e disordine, quando è
essenziale il raggiungimento di obiettivi comuni poiché serve a dare unitarietà a
progetti e idee. Il MultiMindSystem è utile in situazioni di stagnazione, quando vi è il
bisogno di innovazione e rinnovamento, serve a dare varietà a progetti e idee.
L’OverMindSystem è utile per armonizzare eventuali contrasti, per favorire
l'evoluzione ed il progresso e serve a trasformare le idee esistenti in nuove.

L’OpenMindSystem è utile per affrontare problemi apparentemente irrisolvibili


sviluppando creatività e sapendo cogliere le opportunità.

Conclusioni – Music Medicine e Music Therapy


Non è questa una differenza marginale. Infatti, per quanto anche il semplice ascolto
della musica possa essere usato per scopi medici (“music medicine”), esso non va
confuso con la musicoterapia. Nel primo caso, si tratta prevalentemente di “ascolto
guidato” di alcuni brani musicali, che può anche essere eseguito a domicilio,
prescinde dalla presenza del terapeuta ed è molto influenzato da aspetti culturali e
dalla piacevolezza della musica. La musicoterapia vera e propria (“music therapy”) si
basa sul rapporto tra musicoterapeuta e paziente e sull’intervento attivo di
entrambi, anche attraverso l’uso di semplici strumenti musicali (in genere,
percussioni).
Per quanto riguarda l’ambito riabilitativo si è discusso alla Fondazione Maugeri di
Pavia, dove si è svolto il X congresso della Società Italiana di Riabilitazione in Alta
specializzazione SIRAS. Secondo Alfredo Raglio, musicoterapeuta e ricercatore della
Maugeri e coordinatore scientifico del Master di I livello in musicoterapia
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MUSICA E MEDICINA

dell’università di Pavia, le patologie che


traggono un beneficio dalla musicoterapia sono
numerose, e occorre agire di volta in volta, in
base alla patologia, concentrandosi sugli aspetti
relazionali, sulle funzioni esecutive, sulla
memoria e l’attenzione, sul coordinamento
motorio, sullo stress, sulla capacità di prevedere
(7) The Lancet è
e anticipare le azioni degli altri o sulla capacità una rivista scientifica inglese di
di usare gli strumenti, sulla connettività tra aree ambito medico pubblicata
lesionate. Gli effetti dell’intervento musicale si settimanalmente dal Lancet
Publishing Group. Oltre a Lancet,
valutano attraverso studi clinici, di
esistono diverse ulteriori edizioni
neuroimaging e di neurofeedback o, nel caso specialistiche della rivista: The
dello stress e dell’ansia, con biomarcatori. Lancet Neurology (neurologia),
The Lancet Oncology (oncologia)
Si tratta quindi di un contesto di ricerca e The Lancet Infectious Diseases
multidisciplinare, che vede ricercatori e clinici (malattie infettive).
collaborare per rendere scientifico un
intervento che sappiamo funzionare ma di cui
non conosciamo ancora tutti i meccanismi.
Intanto, studi randomizzati controllati hanno già
indagato gli effetti dell’ascolto e della
produzione della musica in varie patologie, dalle
demenze alla SLA, dalla fibromialgia al
Parkinson, dalla depressione all’autismo. Ma
anche alterazione delle reazioni emotive,
(8) La Cochrane Collaboration è
disturbi della coscienza, stroke e percezione del una iniziativa internazionale no-
dolore in ambiente ospedaliero post-chirurgico. profit nata con lo scopo di
In questo caso, una revisione apparsa su Lancet7 raccogliere, valutare
criticamente e diffondere le
conferma l’efficacia della musica come nel
informazioni relative alla
ridurre l’ansia, nell’attenuare il dolore post- efficacia ed alla sicurezza degli
operatorio e nel migliorare il recupero generale.

Per quanto riguarda i pazienti con demenza, che quindi soffrono di disturbi cognitivi
legati al linguaggio e alla memoria, e anche di disturbi di tipo relazionale, una
recentissima revisione Cochrane conclude che un intervento terapeutico basato
sulla musica può ridurre i sintomi depressivi e migliorare il comportamento, ma che
servirebbero più studi.

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Un’altra revisione, sempre della Cochrane Collaboration8, aggiornata un anno fa, ha


confermato che la musica migliora la qualità della vita nei pazienti oncologici: è
efficace nel ridurre l’ansia, la fatigue e anche su alcuni sintomi fisici, riducendo il
ricordo agli analgesici.
Infine, il gruppo della Cochrane si è occupato anche di autismo, come ha spiegato il
professor Christian Gold, della Grieg Academy Music Therapy Research Centre
dell’Università di Bergen in Norvegia, lo scorso novembre ad un congresso di
musicoterapia organizzato da Alfredo Raglio alla Statale di Milano. Le conclusioni
della revisione indicano che la musicoterapia ha effetti positivi sulle capacità
emotive, sociali, interattive e comunicative non verbali, oltre a migliorare la qualità
della relazione genitore-bambino.

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