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Per corrispondenza:
Alessandro Volta
e-mail: volta.alessandro@ausl.re.it
musical-mente
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musical-mente Quaderni acp 2010; 17(2)
dio di Hepper ha utilizzato brani musica- tra la vita prenatale e quella postnatale; rispetto allo stesso testo letto dalla stessa
li delle trasmissioni televisive delle soap dobbiamo ricordarci che quando il bam- persona con voce ordinaria, sia in grado
opera; altre ricerche invece hanno usato bino nasce ha già vissuto esperienze di attivare nel neonato specifiche zone
la lettura di favole o filastrocche) [6-9]. significative che ne determinano i com- cerebrali normalmente interessate alla
Con queste ricerche è stato possibile portamenti fin dai primi momenti dopo il regolazione delle emozioni [13]. Sembra
documentare una preferenza per la voce parto. proprio che di questo stimolo primario il
femminile, soprattutto se cantata (nel Le vocalizzazioni prosodiche prelingui- feto-neonato abbia bisogno, come fosse
liquido la voce cantata subisce una mino- stiche (prive quindi di significati simbo- un cibo per la mente; e sembra che le
re deformazione, mantenendo intonazio- lici e astratti) sono da considerare delle mamme, senza esserne pienamente con-
ne e ritmo); uno studio recente ha evi- vere e proprie forme di contatto emozio- sapevoli, conoscano benissimo questo
denziato la capacità nel feto (dopo le nale; la voce diventa una sorta di esten- bisogno del bambino.
33 settimane di gestazione) di distingue- sione non corporea dell’abbraccio e del Dal linguaggio sonoro primordiale,
re la voce della propria madre rispetto a contatto materno. Nel feto coclea e appa- mano a mano che lo sviluppo cerebrale
una voce femminile estranea e di ricono- rato vestibolare maturano insieme verso procede la propria maturazione, nasce
scere la lingua ‘madre’ rispetto a un altro il 5° mese di gestazione, rendendo l’a- quel linguaggio simbolico, ricco e artico-
idioma [10]. scolto e il movimento interdipendenti lato, che permette alla nostra specie una
Il decremento di risposta (habituation) [2]. Si può pensare che lo stimolo uditi- comunicazione raffinata e un pensiero
mostrato dal feto a seguito di uno stimo- vo sia quindi al contempo anche uno sti- elaborato. Si ritiene che la specializza-
lo uditivo ripetuto deve essere considera- molo tattile e la madre attraverso la voce zione per la lingua materna non sia inna-
to una forma primitiva di apprendimento possa in un certo qual modo “massaggia- ta ma acquisita, e quindi quella che appa-
con funzioni adattive all’ambiente uteri- re” il bambino; le ninnenanne infatti re come un’abilità innata è in realtà sol-
no [3-11]. sono vere e proprie forme di cullamento tanto una competenza appresa molto pre-
Fin dalla gravidanza il bambino conosce vocale che si sono selezionate nel corso cocemente.
e riconosce la voce materna; in particola- di migliaia di anni; dobbiamo conside- Ormai sappiamo che l’esperienza ha un
re diventano familiari gli aspetti prosodi- rarle primitive abilità genitoriali, proba- ruolo fondamentale nel guidare la modu-
ci della voce. Sono il tono e la melodia a bilmente vantaggiose anche dal punto di lazione del potenziale genetico, ed esi-
stimolare il bambino e a coinvolgerlo, vista evolutivo (ed è per questo che sono stono prove a favore della supremazia
perché per lui questa voce è prima di simili in tutte le culture di ogni parte del della funzione sulla struttura. È ormai
tutto musica e ritmo. Il ritmo vocale può mondo). noto che sono i neuroni mirror a genera-
tranquillizzarlo o eccitarlo, rassicurarlo o La lingua materna è quindi il prodotto di re una “rappresentazione interna” di
preoccuparlo; attraverso il suono il feto una lunga selezione che permette una quanto esperito, rendendo possibili la
può riconoscere i sentimenti della madre prima forma di legame madre-bambino, comprensione e l’apprendimento attra-
ed entrare in sintonia con lei. in grado di attivare quel processo di verso l’imitazione, ed è la selettività di
L’ascolto e la conoscenza di questa voce attaccamento che si affinerà col tempo. Il risposta di queste cellule altamente spe-
sono per lui un’esperienza globale e cosiddetto motherese o “mammese” è la cializzate a produrre quello ‘spazio con-
profonda, in grado di coinvolgere tutti gli modalità cantilenante caratteristica di chi diviso’ che funge da base per l’intersog-
altri sensi e rendere attiva la sua mente in
si rivolge a un bambino piccolo; in gettività e le relazioni sociali [14]. Nel
formazione.
maniera non consapevole vengono utiliz- prossimo futuro sarà possibile definire
Altre ricerche hanno evidenziato che
zati vocali allungate, toni alti, ritmo meglio l’ontogenesi dei neuroni specchio
anche i neonati pretermine (all’incirca
dalla 32ª settimana) sono sensibili e reat- lento, pause lunghe, ripetizioni, sottoli- e quindi comprendere cosa li favorisce e
tivi alla voce materna; per loro è possibi- neature e accentuazioni esagerate. Nel cosa li inibisce; potremo quindi capire
le predisporre esperienze positive utiliz- motherese il contenuto del messaggio è come si sviluppano e come agiscono i
zando la voce dei genitori (anche l’ef- rappresentato dalla melodia stessa; in cosiddetti neuroni ‘eco’, cioè quel grup-
fetto calmante e analgesico della voce è questa modalità di comunicazione ven- po di cellule dedicate alla comprensione
stato documentato e misurato) [12]. gono resi leggibili i sentimenti e le inten- e alla produzione dei suoni [14].
Secondo lo psicofonologo Alfred Toma- zioni di chi parla. Intanto che la ricerca prosegue, dobbia-
tis “per un bambino perdere la voce della Attraverso la musicalità dell’espressione mo soltanto continuare a fare quanto
madre significa perdere l’immagine del materna il neonato (e il feto) inizia a da migliaia di anni le madri vanno facen-
proprio corpo”, perché questo suono conoscere se stesso e a “sentirsi sentito”; do con i loro piccoli: parlare, cantare,
all’inizio della vita è parte di lui e pos- questo tipo di comunicazione va consi- ninnare.
siede una valenza identitaria [2]; in que- derata una profonda e raffinata modalità In base a quanto esposto finora l’Autore
sta fase della vita la sua identità coincide di “rispecchiamento” tra la mamma e il ritiene che i progetti “Nati per Leggere”
con quanto è in grado di percepire: “egli bambino. e “Nati per la Musica” in un certo senso
pensa per emozione e sentimento”. Recentemente alcuni studi di neuroscien- si sovrappongano e si integrino. Inizial-
Il ritmo della voce materna è probabil- ze hanno evidenziato e documentato mente la parola è suono e il suono è il
mente il principale fattore di continuità come la lettura di un testo in motherese, linguaggio, e pertanto fin dalla gravidan-
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GLI ARGONAUTI XI
Incontro organizzato dai Pediatri delle regioni meridionali
Napoli, 22-23-24 aprile 2010
Complesso dei SS. Marcellino e Festo, Largo S. Marcellino, 10
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