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Effetti somatici dei suoni - Sistema Bioconduttivo Connessionale

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Effetti somatici dei suoni -


Sistema Bioconduttivo
Connessionale
- Area Formazione - TESTI E RISORSE DELLA FORMAZIONE - Formazione: fisiologia e processi vitali -

Aggiornato in data : martedì 22 aprile 2008

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Effetti somatici dei suoni - Sistema Bioconduttivo Connessionale

I suoni possono agire su tessuti non uditivi con meccanismi di vario tipo che coinvolgono da un
lato le proprietà fisiche delle onde acustiche, dall'altro le proprietà biofisiche di molti tessuti...

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Il Prof. Franco Bistolfi (Primario Emerito di Radioterapia Oncologica) dedica la sua vita e la sua genialità a cercare il
significato di molti problemi biologici insoluti anticipando, con le sue intuizioni, risposte scientifiche che vengono
successivamente ampiamente documentate. Considerato tra i pionieri della Radiobiologia applicata alla terapia dei
tumori, il Prof. Bistolfi per decenni ha dedicato i suoi studi alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti (NIR), fino a
trattare le energie acustiche e vibrazionali meccaniche, che alle energie radianti sono legate da interessanti fenomeni
trasduzionali.

Bibliografia

1. Radioterapia oncologica. Tavole dose-tempo. Atlante clinico. Condotta terapeutica


Bistolfi Franco, Minerva Medica - 1993
2. Atlante di radioterapia clinica
Bistolfi Franco, Minerva Medica - 1991
3. Biostructures and radiation order disorder
Bistolfi Franco, Minerva Medica - 1989
4. Radiazioni non ionizzanti: ordine, disordine e biostrutture
Bistolfi Franco, Minerva Medica - 1986
5. Campi magnetici in medicina
Bistolfi Franco, Minerva Medica

"Ho trovato delle incredibili coincidenze e inaspettate assonanze tra i principi del lavoro craniosacrale e le ricerche
riportate in questo testo dal prof. Franco Bistolfi...... Anche se ci sono delle differenze di linguaggio, che dipendono
dalla tradizione di provenienza (per es., quella che l'autore riferisce come risonanza acustica (detta anche oscillazione
simpatica), quello che Mc Parland definisce "entrainment" tradotto come l'oscillazione armonica o la risonanza
armonica degli oscillatori, il senso è lo stesso. Come quindi uno studioso italiano da un campo forse considerato
"diverso" da un contributo alla comprensione dei fenomeni legati alle vibrazioni, alle risposte dei tessuti agli stimoli
sonori e non solo... Maderu Pincione

I suoni possono agire su tessuti non uditivi con meccanismi di vario tipo che coinvolgono da un lato le proprietà fisiche
delle onde acustiche e in particolare la loro coerenza, dall'altro le proprietà biofisiche di molti
tessuti: piezoelettricità, semiconduttività, carattere dipolare dell'acqua e di molte macromolecole organiche, DNA
compreso.

Si è accennato nel cap. 2 (di questo libro) agli impieghi terapeutici del suono, sia sotto forma di musicoterapia vera e
propria che sotto forma di suoni isolati dalle caratteristiche particolari. In entrambi i casi l'azione è principalmente
mediata dalla via cocleouditiva ed anche gli effetti fisiologici somatici che ne derivano sono espressione del

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coinvolgimento dei centri diencefalici dell'area limbica. Tuttavia, nell'impiego terapeutico dei suoni si considera anche
l'applicazione diretta della sorgente sonora su determinate parti corporee con lo scopo di utilizzare la capacità di
penetrazione delle onde acustiche e di stimolare per risonanza, tramite singole frequenze specifiche, quelle vibrazioni
naturali che per varie cause non possano più essere prodotte normalmente.

Smith e Best nel tentativo di interpretare scientificamente queste manovre terapeutiche sottolineano il fatto che molte
biomolecole sono dipoli elettrici e quindi trasduttori elettromeccanici e meccanoelettrici,
capaci di consentire l'interconversione energetica delle onde acustiche e delle onde vibrazionali meccaniche di
opportuna frequenza, specialmente nel caso di oscillazioni coerenti.

Si conoscono del resto fenomeni di risonanza acustica (detta anche oscillazione simpatica) fra suoni e corpi inanimati,
come nel caso di due violini posti a una certa distanza fra loro, uno solo dei quali venga fatto vibrare
nella corda del re; la corda del re nel secondo violino si metterà anch'essa a vibrare per risonanza.

Trova così una possibile spiegazione razionale l'impiego di suoni e di vibrazioni meccaniche per indurre la
rigenerazione di tessuti lesi tramite la stimolazione vibrazionale del DNA e del citoscheletro; quest'ultimo, comprovato
sistema di connessione meccanica atto a condurre stimoli vibrazionali dalla membrana al nucleo.

Tessuti non uditivi mediatori del suono


Che il suono possa propagarsi attraverso i tessuti non uditivi è dimostrato dalle risposte cardiache fetali evocate da
suoni esterni attraversanti la parete addominale della madre, la parete uterina e il liquido anmiotico.

I tessuti non uditivi che possono fungere da mediatori di onde acustiche sono la pelle, le fibre del tessuto connettivo
e muscolare, il sistema di cellule MC

TABELLA 3.I - TESSUTI NON UDITIVI MEDIATORI DEL SUONO

" Cute: corpuscoli di Pacini e altri, specialmente sensibili a frequenze < 250 Hz

" Connettivo e citoscheletro: un Body Wide Web di comunicazione

" Cellule MC - (microvilli - ciglia)


Vestibolari (nistagmo, squilibrio, risposte miogeniche)
Ependimali ’ centri dience falici
Viscerali ’ SN autonomo
Midollari e dendritiche

La via di trasmissione osteotimpanica, ben nota in otorinologia, rappresenta una forma particolare di coinvolgimento
del tessuto connettivo intraosseo costituito da fibre collagene che si alternano ordinatamente con l'icirossiapatite
negli osteoni, entrambi sistemi piezoelettrici.

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Recentemente, la pelle è stata definita un gigantesco cervello a cristalli liquidi, a causa delle sue proprietà
piezoelettriche e della presenza dei corpuscoli di Pacini (Fig. 3.1).

fig3.1

Di questi ultimi, infatti, la straordinaria struttura a strati membranosi embricati e avvolgenti la fibra amielinica centrale
suggerisce capacità di amplificazione per gli stimoli meccanici esterni (tattili,
vibrazionali, sonori) fra il punto di applicazione e la fibra nervosa sensitiva.

Sistema Bioconduttivo Connessionale


Il Sistema Bioconduttivo Connessionale (BCS) è un grande complesso di strutture filamentose proteiche: fibre
collagene nel tessuto connettivo, filamenti di actina e miosina nelle fibrocellule muscolari, filamenti di actina, miosina
e microtubuli nel citoscheletro di tutte le cellule, proposto dallo scriventenel 1990 (Fig. 3.2, 3.3, 3.4).

Esso è caratterizzato nei suoi componenti filamentosi proteici da proprietà biofisiche comuni, che lo rendono atto alla
conduzione di vibrazioni meccaniche, nonchè alla semiconduttività di segnali elettronici.
Data la sua diffusione ubiquitaria nell'organismo, il BCS può definirsi con linguaggio informatico un Body Wide Web
di comunicazione.Sistema Bioconduttivo Connessionale l Sistema Bioconduttivo Connessionale (BCS) è un grande
complesso di strutture filamentose proteiche: fibre collagene nel tessuto connettivo, filamenti di actina e miosina nelle
fibrocellule muscolari, filamenti di actina, miosina e microtubuli nel citoscheletro di tutte le cellule, proposto dallo
scrivente nel 1990 (Fig. 3.2, 3.3, 3.4).

fig3.2-3.3-3.4

Esso è caratterizzato nei suoi componenti filamentosi proteici da proprietà biofisiche comuni, che lo rendono atto alla
conduzione di vibrazioni meccaniche, nonchè alla semiconduttività di segnali elettronici.
Data la sua diffusione ubiquitaria nell'organismo, il BCS può definirsi con linguaggio informatico un Body Wide Web
di comunicazione.

Il sistema di cellule MC, proposto dallo scrivente nel 2002 è costituito da cellule tappezzate da microvllli e/o ciglia
(Tabella 3.II), vede la sua componente più caratteristica e strutturalmente complessa nelle cellule capellute della
coclea, dove le centinaia di microvilli disposti a canne d'organo esprimono morfologicamente la grande sensibilità e
capacità selettiva dell'organo di Corti nell'avvertire le vibrazioni sonore di diversa frequenza (Fig. 3.5).

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Le cellule MC nei visceri dell'apparato digerente sono tappezzate da numerosissimi micro villi di uguale altezza (Fig.
3.6).

fig3.5

fig3.6

Nonostante questa uniformità geometrica e dimensionale, la loro struttura interna è uguale a quella di tutti gli altri
microvilli, compresi quelli delle cellule capellute cocleari, consistendo in fascetti ordinati e paralleli di microfilamenti
di actina collegati fra loro in cross linking da particolari molecole.
Pertanto, al pari delle cellule capellute cocleari, anche le cellule MC dei visceri addominali potrebbero rispondere a
stimoli vibrazionali acustici, in armonia con le fondamentali ricerche sperimentali di Denk e Webb

È tuttavia anche possibile che la grande diffusione di cellule MC nei visceri addominali (V. Tabella 3 II) e la loro
vicinanza ai plessi sottomucosi del SN autonomo consentano un'azione diretta del suono sui visceri, non mediata
dalla coclea e specialmente efficace alle basse frequenze acustiche.
La stimolazione meccanica delle cellule MC presenti nei visceri addominali, oltre ad essere potenzialmente
responsabile dei citati sintomi somatici, è quasi certamente in causa nella percezione addominale dei suoni
denunziata da pazienti fortemente ipoacustici che in corso di seduta musicoterapica si scoprono l'addome
dichiarando di riuscire solo in quel modo a percepire "quanto esce dagli strumenti musicali..

Un'altra componente importante del sistema di cellule MC è rappresentata dalle cellule ependimali che tappezzano i
ventricoli cerebrali ed hanno un corredo di lunghe ciglia. Queste ultime hanno un'anima costituita
da fascetti ordinati e paralleli di microtubuli nel caratteristico assetto "9+2"; ed è oggi noto che i microtubuli, al pari
dei microfilamenti di actina presenti nei microvilli, sono biostrutture cui la biofisica attribuisce importanti funzioni di
comunicazione e di sensibilita elettromeccanica (Fig. 3.7, 3.8, 3.9).

fig3.7

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fig3.8

fig3.9

Le cellule ependimali, inoltre, per la mancanza di una lamina basale sono a diretto contatto attraverso sinapsi
elettriche con i sottostanti astrociti. I movimenti impressi alle ciglia ependimali da parte di onde sonore assorbite dal
liquido ventricolare presente nel III ventricolo fanno sì che stimoli meccanici, trasdotti in stimoli elettrici nei microtubuli
cigliari, vengano trasmessi ai sottostanti centri diencefalici, così giustificando l'esistenza di effetti somatici da musica
e da rumore senza l'intervento della coclea e della via uditiva.

Appartengono al sistema di cellule MC anche cellule della linea ematomidollare (linfociti, macrofagi, leucociti) e le
cellule dendritiche interstiziali queste ultime deputate a presentare gli antigeni captati nei tessuti periferici alle cellule
immuno competenti dei linfonodi regionali. Nella fondata ipotesi che anche queste cellule, al pari degli altri gruppi
riuniti nella Tab.3 II, siano sensibili agli stimoli meccanici ed elettromagnetici, vi sarebbe la giustificazione per attivare
ricerche sperimentali e cliniche al fine di accertare eventuali effetti ematologici e immunologici da esposizione
cronica al rumore intenso e a vibrazioni meccaniche in campo professionale.

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