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analisi
Sull'utilizzo del Soggetto per questo fugato si può evidenziare una particolarità.
Normalmente la risposta di un Soggetto avviene in tre maniere:
Reale, la risposta non ha mutazioni;
tonale: la risposta ha una mutazione per far corrispondere la relazione dominante
tonica o l'inverso fra la testa del soggetto e la sua fine;
il soggetto, spesso a causa dell'importante relazione D-T o T-D nella testa
stessa del S oltre che tra il suo inizio e la sua fine presenta due mutazioni.
Questo soggetto presenta una “quarta possibilità”. È la cosiddetta risposta “plagale”,
cioè quella risposta che invece di svolgersi nella tonalità della dominante, si svolge in
quella della sottodominante. È una cosa più tipica dei fugati che delle fughe, come è
questo caso, e può essere visto come un ricordo di usanze modali. In realtà, il più
delle volte si può spiegare così la cadenza plagale: il S ha percorso tonale (T-)D->T;
nella risposta dopo la trasformazione della D in T non è possibile fare mutazioni e si
mantiene una R reale che finisce così in SD.
Da notare anche che l'elemento definito come CS1 compare variato a batt. 60, e
ancora a batt. 72; nella 95 si varia invece il S. In realtà oltre al desiderio varietà, ciò si
giustifica anche per un problema contrappuntistico: capovolgendo il S col CS1 in un
contrappunto all'ottava la quinta armonica di batt. 23 diventerebbe una quarta.
Le sezioni di questo brano sono divise dinamicamente in piano e forte alternate, a
indicare la differenziazione dei gruppi orchestrali.
Le danze
le danze sono quasi sempre divise in due parti ritornellate, che possono essere
formate da una prima parte con un'idea tematica più o meno composita e,
progressioni che giungono con elementi tematici sempre di interesse a un nuovo tono,
in genere la D; seconda parte, come una parafrasi della prima, ritorna da questo tono
a quello d'impianto. Questa seconda parte può:
Gli elementi della prima parte possono essere rielaborati anche liberamente, o si
possono introdurre nuove figure.
Una bipartizione con accenno di bitematismo, sottolineando la conquista del nuovo
tono con una nuova idea tematica (b), che ritorna nella seconda parte in genere con
l'unico cambiamentodel trasporto. Al tema d'inizio corrisponde invece in genere
un'elaborazione.
Bipartizione che in realtà è una tripartizione dove il ritorno alla tonalità base
corrisponde a una sorta di ripresa.
Il primo modello è senz'altro il più diffuso e riguarda molto spesso le allemande,
gighe e correnti. La tripartizione spesso capita in sarabande o minuetti. I modelli usati
dalle danze di suite sono gli stessi utilizzabili per la sonata barocca, ma nelle danze la
presenza un pluritematismo è in genere molto scarsa, poiché le danze sono affidate in
genere un solo tema principale. DI consuetudine, dopo il “tema”, il discorso prosegue
sulla base di figure simili, attraverso le quali si giunge, frequentemente con
progressioni a un tono d'arrivo confermato più o meno decisamente. Nel caso di reale
bipartizione, la seconda parte utilizza vari elementi della prima combinati per
raggiungere il tono principale. Si possono introdurre nuovi elementi e combinare fra
loro diversamente quelli della prima parte, secondo i principi, (nel caso di Bach tratti
dalla retorica Quintiliana) di un eloquio più convincente. Le linee in contrappunto
doppio vengono scambiate, si inverte il tema, si espone al basso una linea che era nel
registro acuto.
Courante
che è uno dei ritmi tipici possibili in una corrente. Il tempo è nel metro 3/2 come di
consuetudine francese (¾ ad esempio è più tipicamente italiana). L'attacco è
anacrusico e il linguaggio a 2 o 3 voci liberamente talvolta con imitazioni con un
continuum scorrevole di crome. Presenta parti divise regolarmente: 12+12. Il gioco di
imitazioni è molto stretto e ravvicinato; tre cadenze piuttosto stilizzate chiudono le
due parti e una prima frase a batt. 17, cadenzando sul III. Notevoli sono i giochi
ritmici gli spostamenti di incisi in punti diverse all'interno della battuta, come
l'elemento chiamato in partitura “beta” presente all'inizio e ripreso verso la fine a batt.
20 in un'altro punto della battuta.
le due parti sono diverse: dopo l'arrivo sulla dominante si passa con un più veloce
ritmo armonico dal V al III al IV e solo alla fine al prima, gli elementi usati sono gli
stessi ma rielaborati diversamente.
Gavotte I e II
La gavotta in 2/2 è con attacco anacrusico dell'intero tempo arsico (mezza battuta). È
a 2, qualche volta a 3 voci ed è collegata a un'altra gavotta che rompe l'unità tonale,
presentandosi nel relativo maggiore e forma con essa un miniciclo come tipico degli
autori francesi, che consiste in Danza I – Danza II – Danza I. La seconda è
tematicamente diversa. La consuetudine a questo accostamento è tipicamente
francese come si vede da più esempi dell'epoca: il XXIV Ordre di Couperin ad es.
Entrambe queste gavotte hanno una struttura in 2 parti 8+16.
La prima
dopo aver raggiunto il relativo maggiore riparte con la prima idea tematica perorata
attraverso passaggi e cadenze su altri toni per poi farla riecheggiare variata pirma di
concludere.
La seconda gavotta è
la seconda parte è diversa, riecheggia tonalità di si- e del suo IV.
La seconda Gavotta è l'unica che riporta un' indicazione di registro (dinamica)
insieme alla seconda bourrè (oltre naturalmente al primo e all'ultimo brano che però
non sono danze).
Passepied I e II
Lo è solo per il primo passepied. La struttura del primo e in due parti 8+24 e del
secondo in due 8+16. Il secondo passepied, con piccoli continui pedali, ricorda
l'atteggiamento di certe gavotte che imita la musetta (che può anche dare il nome a
una “danza”) uno strumento pastorale affine alla cornamusa che produce oltre alla
melodia un bordone di tonica o dominante.
La prima è da evidenziare perchè è l'unica che è in forma chiaramente tripartita:
All'inizio della seconda parte si riparte con cellule tematiche ma c'è un'evidente
ripresa a bat. 24 nel tono d'impianto.
Il secondo Passepied:
riprende nella seconda parte il tema e vi è una sorta di piccola ripresa, ma non si può
dire tale in quanto sul V del V e piuttosto variata. È bipartita ma in un certo senso
tende a “imitare” il primo Passepied. In realtà vii sono molti elementi, che ritornano
nel secondo passepied, spicca ad esempio la figura col mordente o la scaletta
discendente croma+4 sedicesimi. È un elemento che dà unità naturalmente al
miniciclo delle due danze, e ricompare, in parte anche nelle precedenti gavotte e nelle
successive bourrè. Va detto che elementi in comune fra le varie danze compaiono
ricorrenti un po' in tutta la suite, anche se molte figure erano stilemi tipici dell'epoca e
venivano usati tendenzialmente da tutti, come capiterà poi ancora successicamente
per altri stilemi sopratutto cadenzali nel classicismo e come capitava nelle clausole
modali dell'epoca pre-barocca.
Sarabanda
La danza più lenta e vero “cuore” di questa suite. È una danza di origine spagnola,
con metro ¾ con attacco tetico. La sarabanda “appoggia” tendenzialmente sul
secondo tempo della battuta, come prescrive la danza, ma in questa sarabanda non
avviene puntualmente, a causa dell'intenso interesse contrappuntistico, che la
differenzia dalle più abituali sarabande monodico- accordali. È formato da due parti,
12+16. Sono tre frasi di 4 battute nella prima parte e 4 frasi da 4 battute nella
seconda.
È in due parti “tematicamente” diverse:
La forma è la medesima per la seconda Bourreé, ma c'è una sorta di ripresa, dopo una
cadenza sul VII, che non si può però definire esattamente tale: è una contrazione della
prima parte di cui riprende la prima delle tre frasi da cui è composta che è però in
progressione. La cadenza finale stilizzata della seconda bourreè compare alla fine
della seconda parte con le due voci più basse invertite e quella che era la più alta, per
moto contrario.
Giga
Echo
L'Echo, brano conclusivo di questa suite è in 2/4, non è una danza ma un pezzo da 3
a4 voci che chiude maestosamente la suite giocando come suggerisce il titolo, su
rispose piano e forti, un dialogo fra le due tastiere, fra due parti, di 32 e di 40 misure.
L'Echo è in due parti speculari:
ma la seconda parte ha otto battute in più, in cui si rielabora l'elemento presente a
batt. 54 e si ripete nuovamente il “tema”, la frase principale prima di chiudere.
Questo si viene a presentare sul I e sul V (bat.13) nella prima parte, e sul III quindi
sul VI (bat.54).
in sono usati molti artifici, le parti vengono scambiate, invertite di direzione, etc.
Questo brano è quello, insieme al primo, che non è effettivamente una danza. Non è
lungo quanto il primo, ma sono i brani che utilizzano in maggior misura le possibiltà
di dare più colori cambiando le tastiere, e quindi i registri del cembalo.
Bibliografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach
http://it.wikipedia.org/wiki/Ouverture
http://it.wikipedia.org/wiki/Ouverture_francese_(Bach)
http://www.music.qub.ac.uk/tomita/bachbib/review/bb-review_CU2facs.html
http://en.wikipedia.org/wiki/
List_of_compositions_by_J.S._Bach_printed_during_his_lifetime