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BIOGRAFIA DI BEETHOVEN

La biografia di B è ben conosciuta, poiché dopo la sua morte nacque il culto del
compositore e molti studiosi si occuparolo di approndire tutte le sue vicende
personali a partire dalla tenera età. Infatti del compositore esiste un’ampia
letteratura sia tedesca che inglese e una serie di taccuini e lettere che egli scriveva
proprio dopo i problemi all’udito. Molto materiale invece è stato bruciato dal suo
segretario pe motivi sconosciuti. B nasce a Bonn in Germania nel 1770 in una
famiglia di musicisti, il nonno omonimo era maestro di cappella nella città di Bonn. Il
padre era musicista e tenore e per questo il B fu indirizzato alla musica sin dalla
tenera età. Egli era considerato un bambino prodigio come Mozart, ma mentre il
padre di Mozart seguiva il figlio in modo morboso, portandolo in giro per l’Europa a
studiare con grandi maestri, il padre di B invece cercò di dare una educazione
musicale severe al figlio pur non seguendolo molto poiché aveva problemi di
alcolismo come anche la madre. B era un bambino eccentrico che non amava andare
a scuola, ma soprattutto egli non amava la matematica. Durante l’adolescenza inizia
gli studi di composizione con un maestro che si chimava NEEFE, anche lui molto
vicino agli illuministi. Neefe trasmise a B una certa cultura musicale che si rifaceva a
Mozart, Hayden, ma soprattutto a Bach. Infatti tra i primi studi di Beethoven ci fu
proprio lo studio della partitura del “Clavicembalo ben temperato” di Bach di cui
Neefe possedeva un manoscritto. A quell’età il compositore comincia a srivere le
prime composizioni, suonava l’organo nella cappella di Bonn ed iniziava ad
interessarsi alla filosofia, alla poesia, alla letteratura. Egli si era integrato benissimo
nel contesto culturale di Bonn poiché era ritenuto un grande musicista ma anche un
giovane predisposto alla cultura filosofica. Grazie agli di studi Kant, Goete e Schiller
egli cominciò ad apprezzare la culture greco-romana che continuerà ad apprezzare
anche in seguito. Una delle sue ultime frasi prima di morire fu “la commedia è
finita”, scritta da Seneca. Nel 1787 fece il suo primo viaggio studio finanziato dal
Duca a Vienna, ma non riusci a concludere molto perché dovette ritornare a Bonn
per i funerali della madre. Restò a Bonn per seguire il padre che oramai stava
sempre peggio, fino al 1792, anno in cui morì il padre. Nel 1790, grazie al Duca,
aveva conosciuto il grande compositore Hayden e per questo nel 1792 egli riceve
una nuova borsa di studio proprio per andare a studiare composizione con Hayden a
Vienna. Dopo questo viaggio Betowen non ritornerà più a Bonn, egli seguirà gli studi
con il maestro in modo irregolare a Vienna B si fece conoscere soprattutto per il
modo di suoanare il pianoforte e cioè in modo originale. Questa sua capacità di
improvvisare piaceva molto ai viennesi. A quell’epoca cominciò a scrivere molte
composizioni, tra cui musica da Camera, le prime Sinfonie, il suo primo concerto. Lo
stile è molto legato ai suoi maestri come Neefe, Hayden, ma anche ad altri
compisitori come Mozart, Bach, Cherubini, Brock ecc. egli riscosse molto successo a
Vienna, poiché alcuni ritenevano che egli suonava cercando di raccontare i suoi
VISSUTI INTERIORI, questa era una cosa rivoluzionaria per quell’epoca e suscito
notevole curiosità. Questa suo modo di fare musica gli favorì numerose conoscenze
in campo aristocratico e per questo fu sostenuto sia economicamente ma gli venne
riconosciuto il suo valore e pertanto venne trattato come un aristocratico pur non
essendolo. Un rapporto alla pari. Tra 1795 e il 1800 B comincia ad accusare i primi
problemi di udito e nel 1801 il suo udito risulta compromesso. Egli aveva altri
disturbi importanti che cerca di combattare senza risultato e questa cosa porta B alla
famosa crisi del 1802 in cui egli si rende conto che dovrà fare a meno del suo udito e
questo provocherà una forte depressione che farà meditare il suicidio.

IL TESTAMENTO DI HEILIGENSTADT
Il testamento di H è una lettera scritta da Beethoven nel 1802 ai fratelli per spiegare
la sua condizione psicologica, la lettera non sarà mai consegnata e sarà ritrovata
dopo la sua morte.
Una lettera drammatica in cui B prende atto della crudeltà con cui la natura lo ha
colpito infliggendogli la pena più grave per un musicista e cioè la sordità. Egli espone
le conseguenze che questa malattia comporta nei rapporti con la società. La
conseguenza è un progressivo allontanamento dalla società e la perdità di credibilità
di musicista difronte al mondo e per questo nasce l’esigenza di nasconderlo. Un
isolamento che nasce dalla vergogna di chiedere alle persone di parlare più forte, lui
che aveva avuto nell’udito il più grande grado di perfezione come pochi al mondo

La terza sinfonia è il primo esempio di questo atteggiamento. Egli parte da un’idea


o meglio egli associa la sinfonia ad un carattere , infatti la numero 3 si chiamerà
Eroica, perché è come se lui con questa sinfonia avesse voluto creare un racconto.
Un racconto che non è fatto di parole, non è fatto di precisi concetti precisi pensieri,
però è un qualcosa che si sviluppa a partire da un senso di eroicità da un carattere
eroico. Ora questo termine eroico è importante per la musica di Beethoven perché
gli storici addirittura lo allargano il carattere eroico a tutta la produzione di B di
questi anni nel senso che effettivamente nella musica che aveva scritto in questi 12
anni è come se si sentisse frequentemente questo carattere eroico che ci viene
quasi da leggere la musica come un’espressione dello sforzo che lui fece di
fronteggiare il suo destino. Il B centrale lo chiamiamo di solito eroico prendendo
spunto quindi della sinfonia numero 3 che lui stesso chiamo eroica dopo avergli
cambiato il titolo varie,perché all’inizio la voleva chiamare sinfonia Buonaparte, cioè
pare che fosse dedicata a Napoleone. perché Beethoven illuminista, uomo di idee
liberali, progressiste, come tanti altri suoi contemporanei, vide in Napoleone il
liberatore dell’europa. Alcune voci raccontano che B modificò il titolo dell’opera
quando seppe che Napolene si era fatto incoronare Imperatore, è un ateoria più
volte smentita. Tuttavia l’eroica (sinf 3) è ispirata alla figura di Napoleone o
comunque dedicata a sovvenire di un grand’uomo, cioè come se volesse celebrare
un grande condottiero militare morto in battaglia. infatti il secondo movimento è
una marcia funebre. La cosa importante che dobbiamo sapere è che innanzitutto
dura quasi un’ora, e non è una cosa normale all’epoca, e contiene al proprio interno
tanto materiale, tante novità tante, di figure musicali che non rientrano in nessuno
schema la musica. Per esmpio la musica di Mozart per quanto sia molto elaborata e
molto innovativa comunque sfrutta gli schemi della musica dei suoi contemporanei,
le figure retoriche musicali dei suoi contemporanei così come quello di Hayden.
BEETOVEN invece abbandona completamente le figure retoriche conosciute da
tutti. La terza sinfonia è l’inizio di questa tecnica, man mano imparerà sempre
meglio a dominare questa esuberanza creativa. Gli altri lavori, tranne la nona, sono
più corti. La 4 la 5 e 6 saranno più contenute-. La quinta l’abbiamo ascoltato il primo
movimento, evidentissimo come sia una musica strumentale pensata come un
racconto, solo che non è un racconto nel senso che c’è realmente una storia dietro,
esse esprimono dei caratteri in senso astratto, in senso puramente musicale, La
quinta sinfonia del 1808 il diventerà rappresentativa dello stile beethoveniano
anche lì troviamo quel carattere eroico cioè quel carattere di sforzo, di contrasti
della situazione di calma o di tristezza o di rassegnazione e quindi di carenza, o
voglia di affrontare destino, sensi di vittoria.
Nel 1805 c’è la prima versione del Fidelio unica opera lirica scritta da Beethoven, poi
la lo rimaneggerà più volt,e la versione definitiva è del 1814. B si accosta al teatro
lirico solo una volta, infatti egli è il compositore della musica strumentale èche colui
che ha rivoluzionato completamente la concezione della musica strumentale, ha
scritto tanta musica vocale non per il teatro molto importante, però sono state le
sue sinfonie, le sue sonate e i suoi concertia cambiare il corso della storia della
musica. Le 9 Sinfonie, le 32 Sonate e i 7 Concerti.

QUARTETTI

I quartetti hanno accompagnato la carriera di Bethoven. I primi 6 risalgono agli anni


1798 al 1800. Poi altri tre vengono scritti tra il 1805 e e il 1806, altri due tra 1809-
1810 fino agli aultimi lavori tra cui ricordiamo la grande Fuga tra il 1822 e il 1826.
i quartetti si eseguivano in case nobiliari e gli artisti si riunivano occasionalmente.
Tranne in un caso dove vi fu un quartetto di professionisti capitanati d aun certo
Schuppanzing. Il più celebre fra i 6 quartetti op 18 è il numero 4 che egli detestava.
Viene introdotta una novità: si sotituisce il secondo tempo che in genere era lento,
con un andante scherzoso cui segue un minuetto.

I CONCERTI

Ha scritto 5 Concerti. I primi tre risalgono alla fase giovanile. Il Concerto N 3 risale al
1800 e alcuni lo considerano un punto di partenza delle composizioni Beethoviane. Il
tema esordisce con doppie ottave e poi c’è un respiro che fa fare alla tastiera
un’altra orchestra.

IL PIANOFORTE

Il pianoforte vviene utilizzato da Beetoven come fosse un’altra orchestra. Egli utilizza
contrasti, salti di ottave dal grave all’acuto. Dopo la prima attività organista presso la
Cappella di Bonn, insieme al nonno, egli divenne pianista soprattutto nel SUO PRIMO
PERIODO COMPOSITIVO. Infatti quando si trasferi a Vienna si fece conoscere come
un pianista molto originale per via del fatto che egli riusciva a trasmettere i propri
vissuti interni con la musica. Egli improvvisava tantissimo. Questa di rappresentare il
sup vissuto interno fu una vera e prppria novità. L’attività di pianista non verrà
proseguita per via della sua parziale sordità. Il suo ultimo concerto avvenne ne 1815
durante il Congresso di Vienna suonando il CONCERTO N 5

SONATE

Beethoveen ha scritto 32 sonate in un arco di tempo che va dal 1796 al 1822.


Le prime tre sonate sono dedicate ad Hayden , pur suonate in modo tradizionale,
mostrano già caratteri originali. Altre sonate:
SONATA op 13 DETTA PATETICA

Risale al 1799 ed è l’anticamera del cambiamento che sta maturando nel


compositore. La sonata è nella tonalità di do minore. Si apre con un grave ed è piena
di accordi massicci, aggressivi che gli servono per descrivere il suo stato d’anio
tragico. Poi l’allegro con brio in cui il primo tema è basato su una successione di
accordi staccati. Nell’adagio cantabile in Lab maggiore si ritrova un procedimento
tipico di Beetovenche utilizza una scrittura a più parti affidando alla mano destra un
accompagnamento arpeggiaggiato nella tessitura mediana, e il tema nella voce
superiore e alla mano sinistra il basso. In questo modo il compositore ricerca esiti
orchestrali.

SONATA DETTA APPASSIONATA


SONATA DETTA TEMPESTA

SONATA 12 op 26 detta “Sulla morte di un eroe” ed è una marcia funebre.

SONATA quasi una fantasia op 27 n. 2 detta “ AL CHIARO DI LUNA”


stravolge la classica architettura della sonata con un allegretto e si conclude con un
presto agitato.

SINFONIE
Le sinfonie si compongono di 4 movimenti : un allegro (FORMA SONATA, un
andante, uno scherzo al posto del minuetto e un finale allegro.

PRIMA SINFONIA op. 21 in Do maggiore (1800)


SECONDA SINFONIA op. 36 in Re maggiore (1802). Durata media: 37 minuti
TERZA SINFONIA “eroica” in Mi bemolle maggiore op. 55 (1804).
QUARTA SINFONIA op. 60 in Si bemolle maggiore (1806).
QUINTA SINFONIA op. 67 in do minore (1808)
La V Sinfonia è in do min fu terminta nel 1808. La partitura si articola in allegro con
Brio, andante con moto, Scherzo, Allegro. La forma della quinta sinfonia è in do
minore. Il primo tema sarà in do minore e il secondo relativo maggiore. Primo tema
poi ci sarà una modulazione e poi il secondo tema, poi conclusione e ripetizione.
Infine ci sarà uno sviluppo imprevedibile.
Raccontare la recensione di Hoffmann

SESTA SINFONIA “pastorale” in Fa maggiore op. 68 (1808) La sinfonia pastorale


costituisce una parentesi “felice” nella vita del compositore che aveva passato un
periodo di vacanza a contatto con la natura, da cui il nome (e il clima) di
quest’opera. È una sinfonia dagli ampi tratti “descrittivi” (le didascalie presenti in
partitura, sono tutte originali) ma non bisogna pensare che Beethoven si sia limitato
a riprodurre in musica i suoni della natura. Si tratta piuttosto della trasposizione
delle sensazioni del compositore al cospetto dello spettacolo della natura, in una
prospettiva quasi Kantiana.
SETTIMA SINFONIA (1812) in La maggiore op. 92
OTTAVA SINFONIA (1813) in Fa maggiore op. 93
NONA SINFONIA “della gioia” o “corale” in re minore op. 124 (1824)
Gli schemi formali della nona sinfonia sono quelli classici ma estesi e in certi punti
quasi violentati, tanto da renderli quasi irriconoscibili, come vedremo. Quanto al
“tema della gioia” tutti i commentatori mettono in evidenza “l’immanenza” di tale
idea nella vita creativa di Beethoven: è come se egli lo avesse cercato per tutta la
sua vita fino a trovarlo nella sua forma compiuta e perfetta, in occasione della
composizione di questa sinfonia.

COSE VARIE

Le sinfonie si compongono di 4 movimenti : un allegro, un andante, uno scherzo al


posto del minuetto e un finale allegro.
Nelle Sonate e nei concerti ci sono 3 movimenti: uno veloce, lento, veloce.
La Sonata è per uno strumento o due.
La Sinfonia è un brano per orchestra
il Concerto è un brano per solista e orchestra.

LA FORMA SONATA dell’allegro

Invece nella seconda metà del settecento si fa avanti una nuova concezione della
forma musicale che non è più monotematica e bipartita ma è bitematica e tripartita.
E cioè, abbiamo due temi, uno sviluppo e una ripresa dei due temi. In sostanza il
brano è diviso in tre parti, un’esposizione, uno sviluppo e una ripresa.
Nell’esposizione ci sono due temi in contrasto tra di loro che genera lo sviluppo. Lo
sviluppo è una libera elaborazione di entrambi i temi che vengono fatti reagire l’uno
con l’altro. La ripresa comporta la ripetizione dei due temi però con la trasposizione
del secondo tema alla tonalità del primo. Ovviamente questo modello poteva essere
applicato in maniera libera. Gli studiosi diedero a questa forma un nome e cioè LA
FORMA SONATA. La sonata è un brano, la forma sonata è uno schema formale.
Questa forma sonata la troviamo in tutti i primi tempi di ogni composizione
strumentali del periodo classico e quindi il primo tempo di una sonata, il primo
tempo di una sinfonia, il primo tempo di un concerto, il primo tempo di un quartetto
e a volte anche nell’ultimo tempo nel finale.

RAPPORTO TRA BEETHOVEN E ARISTOCRAZIA.

B non sarà mai un musicista di corte o meglio quasi mai. Nel 1808 rifiutò di
diventare Maestro di Cappella. Dobbiamo ricordare che al tempo di B stava
scomparendo il mecenatismo ed inizia il libero mercato. B non accettava di essere
un dipendente degli aristocratici, egli riteneva si riteneva infatti che aristocatico,
nobile, era colui che meritava questo titolo, esattamente come lui. Non che lo
acquisiva per discendenza. Egli sosteneva che di Beethoveen ce n’è uno, mentre di
principi ce ne sono 1000.

Nel 1808 alcuni aristocratici viennesi, offrirono a Beethoven uno stipendio annuale
per non farlo andare via. Egli non doveeva svolge nessun lavoro, ma non doveva
lasciare Vienna. Lo stipendio non arrivò mai regolarmente, però ci fa capire quanto
fosse veramente apprezzato Beethoven. Da questo momento in poi comincia a
cambiare il concetto di artista. Egli era considerato artista di genio perché produceva
una musica che nasceva dalla sua cretività, dal suo intelletto e non quella che invece
si aspettavano gli ascoltatori. Lo stipendio annuale arrivò fino al 1811,
successivamente B ebbe notevoli problemi economici. In questo periodo B scriveva
la QUARTA, LA QUINTA E LA SETSTA SINFONIA. Importantissima soprattutto perché
diventerà rappresentativa della musica classica occidentale per eccellenza. B era
contemporaneo di Napoleone e questo influenzerà la sua visione dl mondo.
Nel 1810 uo scrittore importante che si chiama Hoffmann scrisse una recensione su
quest’opera straordinaria e lo fece diventare punto di riferimento della corrente
letteraria romantica nonstante lui non la condividesse. Infatti B non hai mai scritto
musica romantica ma solo classica. Nel 1811 lavorò alla settima Sinfonia. Nel 1814
Beethoven fu chiamato a suonare al Congresso di Vienna ed egli si esibi per l’ultima
volta con il QUINTO CONCERTO PER PIANOFORTE che si chiama Imperatore ed è un
amusica ispirata. Nel 1815 finisce il secondo periodo compositivo di Beethovene
comincerà il terzo. In questo periodo egli scriverà poco per via di una serie di
problemi personali legati alle vicende relative all’affido del nipote.

GLI ULTIMI ANNI

L’ultimo periodo della sua vita è caratterizzato da alcuen novità. Prima di tutto le
indicazioni non in francese o in italiano ma si scrivono in tedesco per via del
nazionalismo. Oltre a scrivere le ultime sonate egli scrive anche delle variazioni
chimate VARIAZIONI DIABELLI, perché Diabelli gli aveva comissionato ai musicisti
delle variazioni a partire da un tema scritto da lui per poi unirle e fare una
pubblicazione. Il tema basato su danza di valzer, che diventa una danza aristocratica
e non più dei contadini.
nelle ultime compisizioni Beethoven scrive in modo diverso tanto che i suoi
contemporanei non lo capiscono più, infatti egli non scriveva più in modo retorico
come prima quando cercava di siscitare sentimenti, adesso lo accostiamo più a Bach
cioè egli scrive una musica astratta basate su combinazioni sonore. Egli torna
all’Antico suonando il contrappunto con i modi antichi, non è più una musica tonale
ma una musica a metà fra tonale e modale

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