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Devianza e criminalità

Istituto tecnico per le attività sociali “Florence Nightingale”


indirizzo: dirigente di comunità

Materie: Storia, Italiano, sociologia, igiene, musica

Presentato da: Nicolò Mendo (privatista)

Anno scolastico 2008/2009

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Indice:
La devianza pag. 3
La criminalità pag. 6
L’abuso di droghe pag. 10
Il Rap pag. 14
Gli anni di piombo pag. 18
Charles Bukowski pag. 23

LA DEVIANZA

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Tutti i gruppi sociali creano delle norme e tentano, in determinati momenti e circostanze, di
farle rispettare. Le norme sociali indicano i tipi di comportamento ‘giusti’ e quelli ‘sbagliati’.
Generalmente, le persone che vivono all’interno di una determinata società, tendono ad
interiorizzarne le norme comuni ed i modelli sociali di riferimento. Questo si traduce
nell’accettazione, anche a livello privato, dell’opinione del gruppo.
L’influenza sociale porta al conformismo, cioè alla tendenza ad approvare le opinioni ed i
comportamenti delle persone o dei gruppi di persone ben integrati all’ambiente sociale, il
cui consiglio sarà considerato prezioso ed accettato acriticamente. Ma se una persona
mette in atto un comportamento che si allontana da quelli che sono i modelli sociali
dominanti, le norme vigenti, legali o consuetudinarie, esplicite o implicite, si dice che è
‘deviante’.
Si badi bene che devianza non vuol dire, illegalità. Esiste ad esempio una pornografia
legale, ma questo non esime dal considerare chi ne fa uso un deviante, così come
esistono delle cose assolutamente illegali (es. evadere il fisco, abusivismo) che però
vengono ampiamente tollerate e chi mette in atto questi comportamenti non viene
assolutamente considerato un deviante. Semmai un furbo.
Per questo la devianza non può essere classificata secondo un rigido modello di
spiegazione, ma va studiata rispetto alle situazioni, ai comportamenti, alle attività ed anche
alle aspettative degli altri.

Dunque, per quello che ci riguarda la devianza si riferisce al comportamento o alle


caratteristiche che violano norme o aspettative sociali importanti e che di conseguenza
sono oggetto di valutazione negativa da parte di un grande numero di persone.

Questa definizione però ha bisogno di treconsiderazioni:


 In primo luogo la devianza sociale non va confgusa con la rarità statistica. Una
persona che si mette in corsa per un posto al senato è rara ma di certo non
deviante.
 La seconda considerazione è che non si può dividere la società in “buoni” e “cattivi”.
Anche se la maggioranza delle persone si conforma alle norme sociali più
importanti, la maggior parte di essa ha violato una o più norme importanti nel corso
dell’esistenza.
 La terza considerazione è che la devianza è relativa, di per sè nessuno è deviante.
Chi o cosa è definito deviante dipende da chi da la definizione e da chi ha il potere
di farla osservare.

Il controllo sociale

L’ordine sociale può esistere soltanto se esiste un efficace sistema di controllo sociale,
cioè un insieme di mezzi diretti a garantire che normalmente la gente si comporti nei modi
attesi ed approvati. La prima e più efficace forma di controllo sociale è il processo di
socializzazione che, in linea di principio, garantisce che tutti interiorizzino e seguano le
norme della società , e questo funziona, nella maggioranza dei casi, anche se le norme
appaiono meschine arroganti, superate e oppressive. Tuttavia la socializzazione è sempre
imperfetta e incompleta, poichè le persone sono esposte a influenze socializzatrici diverse,
interpretano queste influenze in modi diversi, hanno delle potenzialità diverse...Nella
misura in cui la sociallizzazione non è in grado di fornire una sufficente conformità, la
società rafforza le sue norme con delle sanzioni, cioè ricompensando chi segue tali norme
e punendo chi non lo fa. Entrambi i tipi di sanzione possono essere erogati sia in modo
formale, tramite uno schema organizzato come la consegna di una laurea (positivo) o

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l’incarcerazione (negativo), sia in modo informale come una stretta di mano (positivo) o un
insulto pronunciato ad alta voce (negativo).

Le teorie sulla devianza

Da un punto di vista prettamente sociologico il problema è quello di spiegare perchè la


devianza nasce, perchè segue dei modelli specifici e perchè certi atti e non altri sono
definiti devianti. Le principali teorie che sono state avanzate sono quattro:

 Le teorie biologiche: i primi approcci alla devianza partirono dall’assunto che nel
deviante ci fosse qualcosa di fondamentalmente “sbagliato”. Fu Cesare Lombroso
(1884), un criminologo, a studiare per primo il perchè alcune persone fossero più
inclini a certi vizi rispetto ad altre. Usando un gran numero di prove alquanto
sommarie, Lombroso identificò certi tratti tipici della popolazione criminale come gli
occhi sfuggenti, la mascella possente, i capelli rossi, l’attaccatura dei capelli bassa
e altre cose simili, e si convinse che i criminali rappresentano una forma di
regressione evolutiva in direzione di un tipo di umano primitivo. Anche se attirò
notevoli consensi i dati raccolti dal criminologo non erano attendibili, in quanto
aveva trascurato la necessità di raccogliere dati sui non criminali, non accorgendosi
che le caratteristiche “tipiche” dei criminali non differiscono in modo apprezzsabile
da quelle dei comuni cittadini.

 La teoria dell’anomia: Il concetto di anomia è stato introdotto nella sociologia


moderna da Emile Durkheim per descrivere la condizione di confusione che si
riscontra sia negli individui sia nella società quando le norme sociali sono deboli,
oppure mancano, oppure sono in conflitto tra loro. Robert Merton ha modificato
questo concetto applicandolo al comportamento deviante. Per Merton si ha anomia
quando esiste una discrepanza tra fini socialmente approvati e mezzi socialmente
approvati disponibili per il loro conseguimento. Gli individui che accettano la meta
del successo, ma trovano bloccate le vie
socialmente approvate per raggiungerla, cadono TRE SUBCULTURE DELINQUENZIALI
in uno stato anomico e cercano di ottenere il
Nel 1960 Richard Cloward e Lloyd
successo con mezzi disapprovati. Merton dunque
Ohlin, applicando la teoria dell’anomia
attribuisce alla cultura e alla struttura sociale, le
fonti del fenomeno della devianza, ma dice anche hanno individuato tre tipi di subculture
che gli individui possono reagire a questa delinquenziali. Il tipo criminale è
situazione in diversi modi, a seconda che organizzato per realizzare guadagni
respingano o accettino, le mete o i mezzi. materiali mediante furti, rapine e simili;
il tipo conflittuale si preoccupa della
1. Conformità= Gli individui accettano sia i fini difesa del territorio e degli scontri con
approvati sia i mezzi approvati. altre bande; il tipo rinunciatario è
2. Innovazione= Gli individui accettano i fini
centrato su attività meno vistose, quali
approvati, ma fanno ricorso a mezzi disapprovati.
Questa è la forma più comune di devianza, si l’uso di alcool e di droghe per “sentirsi
verifica per esempio quando uno studente vuole su”.
passare un esame e utilizza dei “trucchetti”, o
quando un uomo vuole soddisfare i sui desideri
sessuali e si rivolge a una prostituta.
3. Ritualismo= Gli individui rifiutano le mete considerandole irrilevanti per la loro
esistenza, ma accettano e mettono in atto coercitivamente i mezzi.Il classico

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esempio è è il burocrate ossessionato da regole meschine e insignificanti. Questa è
la forma più blanda di devianza e molto spesso non viene giudicata tale
4. Rinuncia= Gli individui rifiutano sia le mete approvate che i mezzi approvati
necessari per raggiungerle. Appartengono a questo genere gli “sbandati” i
mendicanti, i drogati cronici e in genere tutti coloro che non mostrano nessun
interesse ne per le mete ne per i mezzi ai quali la società attribuisce valore.
5. Ribellione= Gli individui rifiutano sia le mete approvate che i mezzi approvati e
li sostituiscono con mete e mezzi non approvati socialmente. Per esempio, il ribelle
rifiuta la meta della ricchezza personale e i mezzi dell’accumulazione
capitalistica come strumento per raggiungerla, assumendo l’uguaglianza
sociale come fine, e la rivoluzione come mezzo.

 La teoria della trasmissione culturale : Nel 1939 il sociologo edwin Sutherland


costruì una teoria per spiegare come secondo lui il comportamento deviante viene
appresso attraverso un processo di associazione differenziale.Sostanzialmente si
basa sull’idea che così come un individuo tende ad essere conformista se la sua
socializzazione mette in risalto il rispetto per le norme dominanti, egli tenderà a
diventare un deviante se la sua socializzazione lo incoraggia a disprezzare queste
norme. Si capisce come sutherland parta dall’assunto che il comportamento
criminale, come ogni altro comportamento sociale, è appreso da altri, nessuno alla
nascita porta con se le conoscenze, le tecniche, le giustificazioni che sono
necessarie al deviante. Queste cose devono essere trasmesse da un individuo o da
un gruppo ad un altro. A sostegno di questa teoria, si può notare come la devianza
sia più presente in contesti che contengono diverse subculture fondate su
caratteristiche quali la razza, l’etnia, la religione, l’età o la condizione economica.
Talora gli individui manifestano una maggiore lealtà alle loro subculture che alla
cultura comune, anche se le norme di queste sono definite devianti dalla società.

 La teoria dell’etichettamento: Si tratta di un approccio che sottolinea il carattere


relativo della devianza: una persona o un atto diventano devianti solo quando gli
altri sono riusciti ad applicare ad essi l’etichetta di “devianti”. I sostenitori di questa
teoria sono convinti dell’importanza di porre al centro dell’attenzione il processo
attraverso il quale le persone, e non i loro atti, vengono etichettate come devianti. In
primo luogo mettono in evidenza il fatto che almeno una volta nella vita, tutti ci
comportiamo in modo deviante ma questa devianza ha carattere transitorio,
esplorativo o comunque superficiale. Questa viene definita devianza primaria.E’
devianza primaria, per esempio, il comportamento di una persona ricca che dichiara
all’ufficio delle imposte un reddito inferiore a quello effettivo o quello di un giovane
che fa uso di una droga per vedere “che effetto fa”. Probabilmente questo
comportamento non vene notato e l’individuo non si considera, ne viene
considerato deviante. Ma se questi stessi atti vengono scoperti e resi pubblici da
parte di altre persone significative (genitori, amici, presidi, polizia) la situazione
cambia radicalmente. Il atrasgressore viene posto di di fronte all’evidenza di ciò che
ha commesso, accusata dell’atto deviante, probabilmente punita e costretta a
riconoscere la superiorità morale degli accusatori. Ma la cosa più importante è che
la persona viene ettichettata come “delinquente”, “ladruncolo”, “drogato”, “diverso”.
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Di conseguenza il trasgressore, coscientemente no accetta l’etichetta, sviluppa un
nuovo concetto di sè e comincia a comportarsi conformemente a questa. Ora il
comportamento assume la forma di devianza secondaria, l’etichetta dimostra il suo
carattere profetico e la devianza diventa abituale.
La teoria dell’etichettamento tende ad incoraggiare una simpatia indiscriminata
verso i “perdenti” in quanto vittime indifese di definizioni imposte arbitrariamente da
chi detiene il potere politico, sociale ed economico. Ma non tutti gli ospiti di una
prigione o di un ricovero assistenziale si trovano la perchè qualcuno ha deciso di
etichettarli.

LA CRIMINALITA’

Il reato è un atto formalmente poibito da un’autorità politica mediante la promulgazione di


una legge. Per essere definito reato un atto deve sottostare a due condizioni: in primo
luogo deve essere considerato troppo disgregante dal punto di vista sociale per essere
tollerato; in secondo luogo deve essere difficilmente controllabile attraverso le semplici
sanzioni informali. La legge specifica la natura del reato, indica a quali categorie di
persone è proibito compiere l’atto e organizza l’uso delle sanzioni formali negative contro il
trasgressore proprio perchè le autorità politiche in questo modo garantiscono che la
reazione sociale si svolgerà secondo una procedura ordinata e conosciuta in anticipo.
Molte forme di devianza sono considerate reato, ma non tutti i reati sono definiti come
devianti. Il vagabondaggio ad esempio, è un reato che viene commesso cosi spesso ed è
cosi spesso ignorato dalle autorità, che il trasgressore non viene stigmatizzato nemmeno
nei rari casi di arresto.
Come tutte le forme di devianza anche il reato è una questione relativa. In qualsiasi
società vivano le persone tendono a considerare la differenza tra comportamento
criminoso e non criminoso come qualcosa di assoluto, mentre invece queste distinzioni si
fondano su assunti culturali definiti nel tempo e nello spazio.

Classificazione di azione delittuosa


Nelle società occidentali contemporanee si possono adeguatamente classificare i tipi
principali di azioni delittuose secondo quattro categorie fondamentali:

 Reati contro la persona: si tratta di azioni delittuose che mettono a repentaglio la


vita e l’integrità fisica della vittima. La paura di reati del genere è aumentata
dall’ansia di venire aggrediti da uno sconosciuto, quando invece le indagini
dimostrano che la netta maggioranza dei delitti è compiuta da conoscenti della
vittima.

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 Reati contro il patrimonio: sono quelle azioni in cui il criminale danneggia o ruba
oggetti altrui. Questo tipo di reato è molto diffuso soprattutto tra la popolazione
compresa tra i 16 e i 25 anni, e i crimini più comuni sono il furto con scasso, il furto
semplice e l’incendio doloso.
 Reati senza vittime: un’intera categoria di attività delittuose delle quali nessuno
soffre in modo diretto. Fanno parte di questo tipo i reati come il gioco d’azzardo, la
prostituzione, l’accattonaggio, il consumo di droghe e altri consimili. Questi atti sono
definiti criminosi principalmente perchè potenti gruppi sociali li considerano
moralmente ripugnanti e hanno cosi fatto in modo di farli dichiarare illegittimi.
Ovviamente questo genere di reati sono poco controllabili. La prima ragione è che
non esiste una parte lesa che dia avvio ad un procedimento di accusa, ne una
vittima che testimoni contro il trasgressore. Un’altra ragione è che spesso i
trasgressori ritengono immorali le leggi e non se stessi, rispettando le leggi sotto
tutti gli altri aspetti, un consumatore di marijuana non si sentirà in colpa per il
proprio crimine.

 Reati commessi da “colletti bianchi” : questa espressione è stata coniata da


Edwin Sutherland per designare le azioni delittuose –commesse da una persona
rispettabile e con uno status sociale elevato nell’ambito della sua professione-.
Questi gravi atti illeciti, che si configurano come pubblicità fraudolenta, violazione
dei diritti d’autore, truffe ecc. Sono spesso commessi da persone al di sopra di ogni
sospetto e in seguito parecchi sociologi hanno allargato il concetto a tutti i reati
commessi da persone di status elevato: evasione fiscale, corruzione di pubblico
ufficiale, appropriazione indebita e frode. I reati commessi da dirigenti e funzionari
delle grandi compagnie vengono generalmente considerati con maggior tolleranza,
anche se spesso il danno economico è maggiore di altri tipi di reato.

Il processo di selezione del criminale I “DURI” E I “SANTI”


William Chamblis nel 1973 ha studiato
Il processo di selezione del criminale si suddivide in due bande di teen-ager residenti nella
stessa città, una appartenente alla
diversi stadi, e il fatto che la percentuale di trasgressori
classe sociale inferiore (i duri) e una
che vengono concretamente sottoposti alle sanzioni
composta da ragazzi appartenenti alla
formali negative sia minima non è che il prodotto di un
classe media ( i santi). In un anno “i
lungo processo di selezione sociale.
santi” commisero molti più atti
Solo una parte dei reati viene scoperta, solo una parte di
delinquenziali dei “duri”, ma questi
quelli scoperti viene denunciata alla polizia, solo una parte
ultimi erano definiti come delinquenti
di quelli denunciati portano all’arresto, solo una parte di
dalla comunità e si trovavano
quelli seguiti dall’arresto porta ad un processo, solo una
continuamente nei guai, a differenza
parte di quelli seguiti dal processo porta alla condanna e
dei loro coetanei dell’altra cricca.
solo una parte di quelli seguiti da una condanna porta
Questo modello di percezione selettiva
all’incarcerazione. I dati esistenti mostrano in modo e di etichettamento sembra essere
incontrovertibile che il passaggio da uno stadio al abbastanza tipico.
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successivo dipende in larga misura dalla condizione sociale del trasgressore (Chiricos e
Waldo, 1975).
Questo processo prosegue quando il reo compare di fronte al tribunale. Sebbene ogni
accusato abbia il diritto all’assistenza di un avvocato, alla libertà su cauzione, ad essere
giudicatoda una giuria nonchè di ricorrere in appello ad un tribunale superiore, in pratica il
sistema non funziona in questo modo. Innanzitutto molte persone non possono
permettersi il pagamento della cauzione, e le procedure giudiziali seguono di rado lo
schema di confronto con i testimoni. Il 90% delle persone che finiscono di fronte a giudici
di grado inferiore ammette la propria colpa. Questo avviene perchè i poveri non possono
permettersi un avvocato e si affidano ad avvocati d’ufficio sovraccarichi di lavoro, oppure
perchè si è notato che se si richiede il giudizio di una giuria e si è condannati si tende a
ricevere una pena più severa per aver fatto perdere tempo alla giuria.

Gli effetti sociali della devianza

La devianza produce molteplici conseguenze all’interno della società, alcune delle quali
sono funzionali e altre disfunzionali alla società stessa.

Gli effetti disfunzionali


L’effetto negativo più evidente sta nel fatto che la diffusa violazione di importanti norme
sociali può disgregare l’ordine sociale rendendo impossibile predire il corso della vita
sociale, provocando tensioni e conflitti tra devianti e conformisti. Un secondo problema
della devianza diffusa è la sottrazione di risorse che essa comporta. Infatti anzichè essere
utilizzate nel tentativo di mantenere il controllo sociale, queste risorse potrebbero trovare
altrove un più utile impiego. Un terzo effetto negativo sta nel fatto che diminuisce la
fiducia nella gente. Le relazioni sociali si fondano sull’assunto che le persone si
comporteranno secondo regole di condotta accettate: non violeranno contratti, non
sfrutteranno gli amici, non rapineranno gli sconosciuti.
La diffusione della devianza mette in crisi questa
DAVID EMILE DURKHEIM fiducia.
Nato il 15 aprile 1858, morto il 15 Molte forme di devianza sono piacevoli o vantaggiose
novembre 1917 è stato un sociologo e per l’individuo, ma disgreganti per la società, tanto che
antropologo francese di grande
se la devianza non viene controllata strettamente, può
successo. La sua opera è stata cruciale
diffondersi con conseguenze talora pericolose.
nella formazione della sociologia e
dell’antropologia come scienze. Inoltre
Gli effetti funzionali
è anche il fondatore della prima rivista
Durkheim ha sottolineato la funzione più utile e
dedicata alle scienze sociali, l’Annèe
importante della devianza: l’esistenza della devianza
Sociologique.
serve a mettere in luce le norme sociali e a segnalare i
limiti della tolleranza sociale. Se non ci fossero i
devianti, non ci sarebbero i conformisti, non esiste un “noi” senza un corrispettivo “loro”. Il
secondo effetto funzionale è implicito nel primo: reagendo collettivamente alla devianza, i
membri della società che rispettano le leggi riaffermano le loro norme e i loro valori, e in tal
modo acquisiscono consapevolezza della loro solidarietà di gruppo. Un’altra funzione utile
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della devianza è quella di essere una valvola di sicurezza al malcontento sociale. Il ricorso
alla prostituzione, per esempio, permette di ottenere una soddisfazione sessuale al di fuori
del matrimonio, senza mettere direttamente in pericolo il sistema matrimoniale.
Alcune volte la devianza riesce a mettere in evidenza alcuni difetti dell’organizzazione
sociale e a diventare fonte di cambiamento. Un esempio di questa ultima funzione può
benissimo essere quello del movimento di liberazione della donna. Nelle fasi iniziali le
leader del movimento venivano messe in ridicolo, disprezzate e accusate di essere
lesbiche o sessualmente frustrate, ma i ruoli e gli atteggiamenti di cui esse si erano
appropriate sono diventati ormai “conformisti”.

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ABUSO DI DROGHE

Che cos’è una droga?

Il termine “droga” o farmaco può essere usato per qualsiasi sostanza (diversa dal cibo)
capace di alterare chimicamente il funzionamento di un organismo. Il termine “sostanze
psicoattive” indica le droghe e i farmaci che alterano il comportamento, la coscienza e/o
l’umore di chi ne fa uso e include non soltanto le droghe illegali che si vendono “per
strada” come la marijuana e l’eroina, ma anche farmaci legali come tranquillanti e
stimolanti, o sostanze familiari come l’alcool e la nicotina.

Queste sostanze psicoalteranti hanno la caratteristica di indurre il consumatore abituale ad


una dipendenza, che viene appunto definita tossicodipendenza, e ha tre caratteristiche di
base:

 La tolleranza: se si continua a usarla se ne deve assumere una dose


progressivamente maggiore per raggiungere gli effetti desiderati.

 L’astinenza: se l’uso viene interrotto si sperimentano reazioni fisiche e


psicologiche molto spiacevoli.

 L’uso compulsivo: si assume più droga di quello che si dovrebbe, si prova a


limitarne il consumo senza riuscirvi, e si dedica gran parte del proprio tempo alla
ricerca della droga.

Il grado di sviluppo della tolleranza e la gravità dei sintomi da astinenza variano da una
droga all’altra. La tolleranza agli oppiacei, per esempio, si sviluppa alquanto rapidamente
diversamente dai derivati della canapa indiana che raramente inducono ad un alta soglia
di tolleranza.

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In questa tabella vengono riportati i principali esempi per ogni classe di droghe o farmaci

SEDATIVI STIMOLANTI OPPIACEI ALLUCINOGENI CANAPA


INDIANA
Alcol (etanolo) Cocaina Codeina LSD Marijuana
Valium Nicotina Eroina Mescalina Hashish
Xanax Caffeina Morfina Psilocibina
Diluente per Benzedrina Metadone PCP( Fenciclidina
tintura Metedrina )
Colla

Le droghe devianti

ALCOL

Che cos’è: viene prodotto dalla fermentazione di un’ampia varietà di piante: graminacee,
come l’orzo il grano e il mais, frutta come l’uva, le mele, le prugne, e ortaggi, come le
patate. Con il processo di fermentazione il contenuto alcolico di una bevanda può essere
aumentato.

Effetti ricercati: Le sensazioni e gli effetti variano molto in relazione alla quantità ingerita.
A basse dosi produce un senso di leggerezza e un calo delle inibizioni: si dicono cose che
normalmente non si direbbero e si ha la tendenza ad essere più espansivi, aumenta il
senso di sicurezza e calano le reazioni motorie. Con una dose più forte le funzioni
sensoriali e motorie divengono sensibilmente impacciate, il linguaggio diventa faticoso e
impastato. Qualcuno diventa aggressivo e collerico, mentre altri divengono silenziosi ed
apatici. A mano a mano che la dose aumenta questi effetti aumentano la loro intensità. E’
importante ricordare che esiste una dose mortale di alcol, anche se è molto difficoltoso
raggiungerla.

Dipendenza e pericolosità: Bere pesantemente o per un periodo prolungato può portare


a seri problemi di salute come la pressione del sangue alta, infarto, ulcere, cancro alla
bocca o alla gola.

La dipendenza dall’alcol si acquisisce abbastanza difficilmente, ma è altrettanto difficile


uscirne, infatti il problema principale derivante dall’uso dell’alcol sono gli incidenti
automobilistici, divenuti in molti paesi occidentali una piaga sociale degli ultimi anni.

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EROINA

Che cos’è: attraverso successive raffinazioni si ottengono dal papavero: oppio, morfina ed
eroina, ultima della scala di derivati. Si presenta come una polvere bianca o marrone
spesso granulosa.
Viene assunta inalandola per via nasale o iniettandola in vena; molto più raramente viene
fumata.

Effetti ricercati: All’inizio la drtoga produce un senso di benessere (famoso “il rush” o
brivido che i consumatori esperti percepiscono dopo un minuto o due dallassunzione). Poi
arriva la gratificazione e svanisce la coscienza di fame, sete, dolore o desiderio sessuale,
potendo cosi “ondeggiare” alternando la veglia ad un lieve sonno.

Dipedenza e pericolosità: forse la droga in grado di indurre più facilmente dipendenza.


Dopo che si è fumato o sniffato eroina subentra la tolleranza, e si procede con l’iniezione
in vena per riprovare le intense sensazioni delle prime esperienze. I disturbi fisici provocati
dall’astinenza sono quasi insostenibili, e questo aumenta ancora di più il desiderio di usare
nuovamente questa terribile sostanza.

COCAINA

Che cos’è: La cocaina è un composto chimico derivato dalla coca, una pianta che si
coltiva prevalentemente in America del Sud. Dopo la raffinazione chimica, si presenta
generalmente in polvere, cristallina bianca e inodore.
Viene assunta inalandola per via nasale, fumata o iniettata.

Effetti ricercati: Come altri stimolanti la cocaina aumenta l’energia e la fiducia in se


stessi, fa si che chi la usa si senta brillante e con grandi capacità di attenzione, aumenta il
desiderio sessuale. E’ noto inoltre che una volta svanito l’effetto eccitante si cada in uno
stato di depresione, dolore e angoscia che soltanto un altra dose può cancellare.

Dipendenza e pericolosità: La cocaina crea un elevata dipendenza nei consumatori


abituali, soprattutto da quando si è scoperta la possibilità di trasformarla in un composto
infiammabile detto “krack”, inoltre i danni al tessuto cerebrale sono devastanti.

CANAPA INDIANA

Che cos’è: è una pianta le cui foglie e fiori essicati vengono utilizzati per produrre
Marijuana, mentre la resina solidificata della pianta viene chiamata Hashish. Le due
sostanze hanno lo stesso componente attivo il THC. Viene assunta per la stragrande
maggioranza dei casi fumandola, ma ingerendola si ottengono effetti molto più forti.

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Effetti ricercati: provoca euforia generale e senso di benessere, qualche lieve disordine
spazio-temporale e cambiamenti nella percezione sociale. Alcuni consumatori abituali,
riferiscono anche sensazioni di leggera ansia o piccole paranoie.

Dipendenza e pericolosità: per quanto la tolleranza e la dipendenza causata da queste


sostanze sia bassa, i derivati della cannabis (canapa indiana), avendo i propri reccettori
situati nell’ippocampo (interessato alla formazione di nuovi ricordi), interferisce con le sue
funzioni andando a degradare progressivamente l’efficacia della memoria a breve termine,
oltre ad incidere sulle prestazioni in compiti complessi.

IL PROBLEMA SOCIALE

Il problema sociale riguarda i punti in cui la collettività nel suo complesso patisce un danno
dalla diffusione dell'uso di droghe.

Un risvolto di aspetto assai crudo, ma di cui non si può evitare la considerazione, è che la
tossicodipendenza ha dei costi per la collettività. Si parla in stretti termini di denaro
pubblico da impiegarsi per l'assistenza sanitaria alle persone che ne sono affette e di costi
di polizia per sostenere la lotta in armi contro i trafficanti e gli spacciatori e contro i
tossicodipendenti che delinquono.Per il controverso caso del tabacco, ad esempio, è
opinione diffusa, ma non unanimistica, che esso sia responsabile di un novero di patologie
letali, in primis quelle cardiologiche, pneumologiche ed oncologiche. Si sostiene da alcuni,
dunque, che le cure da prestare ai fumatori nel quadro delle garanzie fornite dal sistema
sanitario pubblico, siano costi direttamente legati al tabagismo e dunque grosso modo
indebiti. Gli oppositori denunciano invece che anche i non fumatori non vanno indenni da
patologie, ed anch'essi muoiono, a volte anche senza ricorrere alla sanità pubblica.Gli
assuntori delle cosiddette "pasticche" sono indicati come possibili vittime di gravi incidenti
stradali (c.dd. "stragi del sabato sera") di ritorno dalle discoteche, insieme agli assuntori di
alcool. Il soccorso e le cure per i sopravvissuti costituirebbero pertanto un altro costo
sociale indebito.Gli effetti della tossicodipendenza innegabilmente attingono poi lo
svolgimento della quotidianità nelle comunità che ne sono interessate. Al crescere, per
esempio, del consumo di eroina in una data entità territoriale, fa quasi sempre riscontro
una regolare crescita dei tassi delinquenziali, per lo più riferiti ad una microcriminalità di
scippi, furti e rapine operati per ottenere rapidamente il denaro necessario per la dose.Il
problema non è però limitato ai consumatori di eroina. Anche i consumatori di altre droghe
possono commettere reati sotto l'uso di sostanze. Deve inoltre essere tenuto presente che
il fenomeno sociale della tossicodipendenza incrementa il potere economico delle
organizzazioni dedite al narcotraffico e comporta notevoli ripercussioni per alcuni Paesi del
mondo in ordine a questioni politiche, economiche e militari.

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Il Rap
Non c’è genere musicale che ha
influenzato cosi sensibilmente i
movimenti underground come il Rap.
La scelta di analizzare questa corrente
musicale nasce dal successo che il rap
e dei suoi sottogeneri hanno avuto,
continuando ad avere un forte impatto
sociale sui comportamenti dei giovani.
L'attitudine a volte egoista, ritratta in
testi e video di alcuni artisti di genere,
ha spesso avuto conseguenze negative
per i fans. I modi di fare di certi artisti
non rispecchiano il resto dell'hip hop, e
gli effetti dei loro testi sui giovani di
questa cultura sono molto dibattuti.
Simili atteggiamenti inducono più volte
a comportamenti antisociali, come la persecuzione del proprio pari, l’abuso di droghe,
l'avversione alla buona educazione, il rifiuto dell'autorità, e a crimini minori come il
vandalismo. Un'evidente sottocultura "pseudo-gangsta", si è molto diffusa tra i giovani del
Nord America.

Le radici dal '700 fino al '900

A partire dal XVII secolo furono condotti nel Nord America migliaia di schiavi neri, che
venivano venduti come fossero merce e impiegati nel duro lavoro delle piantagioni. Essi
portavano con sé la cultura africana: le sonorità, il modo di sentire e la reminiscenza di usi
e costumi tipici del loro paese d'origine a contatto con la cultura occidentale hanno dato
origine al blues e al gospel prima e al jazz poi. Tutto è iniziato dai canti di gruppo che gli
schiavi intonavano nelle piantagioni, per sopportare la fatica, esprimendo la loro umanità.
Questi canti si diffusero soprattutto nel sud degli Stati Uniti, dove c'era una maggiore
densità di schiavi di colore, e vennero anche chiamati "work-song" ("canti di lavoro").

Uno dei primi fenomeni musicali afro-americani furono i gospel e gli spiritual, che erano
canti consolatori di ispirazione cristiana. I testi delle canzoni spiritual trattavano argomenti
presi dalla Bibbia, con un intento di immedesimazione nelle vicende di Gesù e degli ebrei,
in modo da poterne trarre consolazione e forza di sopportazione.

Quindi, nacque anche il blues, che prende il nome dalle "blue notes", la scala musicale
utilizzata nell'uso dei vari strumenti. Gli argomenti del blues erano più nostalgici e tristi,
come testimonia la radice del nome, "blue", nostalgico.

Dalla fusione tra jazz e blues nacque poi il BoogieWoogie. Esso fu introdotto da alcuni
pianisti blues come "Pine-Top", che fu il primo musicista di colore a registrare le proprie
canzoni su un disco. Uno dei più importanti compositori del boogie-woogie fu il
trombettista-cantante Louis Armstrong, che iniziò la sua carriera con la Creole Jazz Band
of Chicago di King Oliver, e presto si mise in luce per le sue capacità di improvvisazione.
Se si ascolta una canzone di Armstrong, si nota che spesso canta sillabe senza senso in

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libertà, che servono ad imitare il suono del suo
DISCO IN VINILE strumento: una prassi che ha il nome di scat.

Molto vicino al BoogieWoogie è il soul, un altro genere


Si tratta di una piastra circolare incisa
musicale nero, molto simile al blues: l'unica differenza è
con un solco a spirale per la
riproduzione di suoni. è stato
nel fatto che nel soul si trattano maggiormente temi
ufficialmente introdotto nel 1948 negli sentimentali. Giunti al soul, si è ad un passo dall'arrivare
Stati Uniti come evoluzione dei al rap e al rhythm and blues.
precedenti dischi, dalle simili
caratteristiche inizialmente in Gli inizi del '900
gommalacca. Per la riproduzione
sonora di un disco viene solitamente Nei quartieri neri si comincia a cantare un genere con
impiegato un giradischi collegato ad un influenze blues e swing. Questo genere viene chiamato
amplificatore. In genere i giradischi "Rhythm and Blues", o, più comunemente "R&B".
supportano diversi formati e, per mezzo
di un selettore, è possibile impostare la Dopo gli anni Trenta, nei ghetti americani ci fu una forte
velocità di rotazione del disco. Fino agli ondata di malavita, caratterizzata da omicidi, lotte fra
anni ottanta del Novecento, è stato il bande, spaccio di droghe e cose varie. Inoltre, a causa
più diffuso supporto per la riproduzione delle varie rivoluzioni, si ebbe un afflusso nei ghetti di
audio di materiale pre-registrato ed è persone provenienti da Porto Rico, Cuba e Messico,
stato prodotto su larga scala fino ai Colombia, Perù e altri paesi sudamericani. In particolar
primi anni novanta. modo i portoricani introdussero la moda di scrivere sui
muri con bombolette spray; fu così che nacque l'arte
chiamata Aereosolart o Writing.

Durante gli anni Cinquanta vi fu il boom di vendita dei giradischi, e così gli abitanti più
giovani dei ghetti abitati da gente di colore scoprirono l'arte dello scratching, la tecnica di
far girare un disco in opposte direzioni in modo tale da creare una strana melodia in grado
di suonare comunque bene alle orecchie. A queste melodie, che la gente chiamava beats,
si unì l' emceeing o meglio il rapping, forma di canto già molto diffusa tra i giovani neri
consistente nel vocalizzare frasi in rima. Nasceva il rap, nelle cui canzoni venivano
espresse con termini a volte anche pesanti le realtà (spesso fatte di sofferenza) della vita
nel ghetto.

Storia moderna del rap

Old school

L'hip hop/rap è discendente di generi quali funk (James Brown e i suoi rappin'-sermoni),
gospel, soul, blues,dj BhO, e più direttamente del talking blues. Sorse intorno al 1973 nel
Bronx, località sulla terraferma di New York, dove era nata una gang chiamata
Organization e ben presto conosciuta come Zulu Nation. La maggior parte delle tematiche
derivava direttamente dalla tradizione africana a giamaicana.

Nei primi anni settanta, presso le feste di strada di New York, personaggi come DJ Kool
Herc cominciarono a campionare e separare le sezioni ritmiche di vari brani, di generi
come funk, soul, R&B e disco music. Le radici di queste canzoni risalgono a metà degli
anni cinquanta, quando il celebre cantante e compositore James Brown citò Little Richard
e la sua band tra i primi a praticare il funk su basi rock. Siffatti brani furono usati per i –
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"breakbeats" dai dj. Questi facevano ballare la gente ai party, nei giardini pubblici o lungo
le spiagge semplicemente esibendosi con il loro dj set e mixando basi e dischi. Con
l'aumento di popolarità di questa musica, i cantanti iniziarono a parlare sui ritmi campionati
e divennero noti come "MC", abbreviazione di "Master of Ceremonies". Essi avevano una
rima facile e la capacità di seguire il dj anche durante i passaggi più impegnativi,
utilizzando le proprie abilità liriche sulle parti non cantate dei dischi. Il primo ruolo dell'mc
era quello di introdurre il dj e la sua musica e di attirare l'attenzione del pubblico. Gli mc
iniziarono ad introdurre frasi non cantate nelle canzoni, ad invitare l'audience a ballare, a
salutare gli spettatori, ma anche a pronunciare giochi di parole ed aneddoti. Alla fine
questa pratica si affinò e divenne nota come "rapping". Tutto ciò non aveva però il benché
minimo peso discografico, trattandosi di improvvisazioni e non di prodotti confezionati in
studio. Nel 1979 uscì la prima grande produzione commerciale di genere: "Rapper's
Delight" della Sugarhill Gang. 'Rapper', termine che indica chi pratica il rapping, derivò
proprio da questa canzone.

Golden age

Fino ad allora, il modo di fare rap era


ampiamente basato sulla mescolanza di
breaks e musica elettronica. L'arrivo sulla
scena dei Run-DMC rivoluzionò il genere:
il loro stile fatto di un suono scarno ed
essenziale ma potente ed infarcito di riff di
chitarra, diviene ben presto un nuovo
punto di riferimento. I Run-DMC
segneranno l'inizio dell'età dell'oro dell'hip
hop, divenendo il primo gruppo a salire alla
ribalta del mainstream musicale
cavalcando il crescente successo di un genere che avevano contribuito a rendere efficace.
Il rap diviene così un genere magmatico ed in velocissima evoluzione, anche i contenuti
cambiano: riprendendo modelli giamaicani, i testi divengono più espliciti, con molte
oscenità, ma spaziando fino alla denuncia sociale, a volte caricata di violenza.

Alla fine del decennio apparvero nuovi stili e sottogeneri dell'hip hop, e questa musica
ottenne così altra popolarità. I musicisti di genere collaborarono anche con gruppi rock, e
diedero vita anche a generi come conscious hip hop, jazz rap e gangsta rap.

Fino alla prima metà degli anni ottanta, il rap è terra di conquista per afroamericani. Il
1986, oltre a vedere il successo dei Run-DMC porta alla ribalta il primo gruppo rap formato
da bianchi: i Beastie Boys, provenienti da esperienze hardcore punk ed affiancati dal
produttore Rick Rubin (che già aveva lavorato con i Run-DMC). Il loro primo album,
Licensed To Ill, diviene vendutissimo in breve tempo, dimostrando così che il rap può
diventare linguaggio universale.

Nel 1987, solo un anno dopo il successo di Beastie Boys e Run-DMC, il mondo del rap fu
nuovamente scosso da un vero e proprio terremoto come i Public Enemy (nome mutuato
da una canzone di James Brown, Public Enemy n.1, dedicata all'eroina). In un periodo in
cui l'ascesa del rap creava figure inconsistenti fatte di immagini ricorrenti (catene d'oro,
medaglioni, borchie) e molti rappers erano ormai delle parodie di se stessi, i Public Enemy
si fecero avanti armati di sveglie al collo, sfornando rime politiche e ricche di figure
retoriche. E proprio i Public Enemy, sono responsabili della trasformazione del rap nella
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Black CNN, sistema di informazione della gente di LA BREAKDANCE (b-boying)
colore: nei dischi i testi si fanno polemici e
E’ una disciplina di ballo della cultura
politicizzati, compaiono testi di denuncia, i video
diventano un incitamento alla rivolta, spesso hip hop sviluppato dalle comunità
scontrandosi con la rigida censura americana. giovanili afro-americane e latine del
Questo sancisce inevitabilmente l'esplosione della Bronx a partire dal 1968. Dj Kool Herc
violenza nei ghetti neri. coniò il termine b-boy per identificare i
giovani che ballavano scendendo "a
Tramontata l'epoca dei Public Enemy, sono già pronti terra", durante i suoi breaks musicali
a salire sul palco nuovi artisti. Fra questi vi sono De nelle feste di strada del 1972. A partire
La Soul e Jungle Brothers, che fissano nuove
dagli anni 80 il b-boying si è diffuso in
tendenze sia nei testi che nell'aspetto, e si fanno
largo nuove filosofie basate su simboli di pace. Alcuni tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica
rappers, si trasformano da gangster in sostenitori di con mosse sempre più spettacolari, e
movimenti che mirano a fermare la violenza. associando la sua pratica ad un vero e
proprio stile di vita, di stampo hip hop.
Dal 1994 ai giorni nostri

Negli anni novanta si assistette anche ad un violento


confronto tra le due maggiori correnti gangsta, West
Coast ed East Coast. Tale scontro interessò Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., e finì
con le loro dipartite rispettivamente nel 1996 e nel 1997.

All'inizio dei '90 si intravedono anche i primi palesi tentativi di commercializzazione del
genere rap, da qualcuno definito entertainment (intrattenimento). Il fenomeno ha vita breve
nelle forme in cui era stato concepito, e l'hip hop inizia a tornare alle origini, riscoprendo le
sonorità dei generi che l'hanno "creato" come il jazz e il R&B.

Nel '96 i Bone Thugs-N-Harmony, da Cleveland (Ohio) pareggiarono i Beatles per il


singolo a più rapida ascesa in classifica ("Tha Crossroads"). Quattro anni dopo, l'album
The Marshall Mathers LP di Eminem vendette nei soli USA più di nove milioni di copie e
vinse un Grammy Award.

Il rap negli Stati Uniti, paese dove è nato, è oggi diventato a tutti gli effetti un genere
affermato come gli altri. La sua versione più commerciale ha un'ampia fetta di mercato
musicale e quindi sottostà alle regole che governano il mondo discografico: la vivacità
lirica e la profondità dei testi lasciano più spazio a produzioni orecchiabili, hits capaci di
vendere molto, essere ballate nei club, tirare la volata ad interi dischi. Nonostante questo,
la versione più prettamente underground di questo genere continua ad essere veicolo di
idee, oltre ad avere grandi capacità di denuncia sociale. È quindi sempre più evidente la
frattura tra il rap commerciale ed il rap underground.

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LA SOCIETA’ ITALIANA NEGLIA ANNI DI PIOMBO
Gli anni di piombo si sovrappongono e proseguono oltre il periodo della contestazione del
Sessantotto che interessò l'Italia e l'Europa. In quel periodo si erano creati degli strati
sociali portatori di novità, che non da tutti erano visti favorevolmente.

L'economia italiana era cresciuta rapidamente ed il


LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA miglioramento del tenore di vita era percettibile. La
Fu conseguenza di un grave attentato mortalità infantile si era fortemente ridotta. La
terroristico avvenuto il 12 dicembre popolazione cresceva. L'analfabetismo era
1969 nel centro di Milano, quando, alle praticamente scomparso. Con circa un secolo di ritardo
16:37, una bomba esplose nella sede
rispetto ai tempi ufficiali, l'Italia cominciava ad essere
una nazione, con una lingua diffusamente parlata (o
della Banca Nazionale dell'Agricoltura
almeno capita) dalla Sicilia fino alle Alpi. La RAI era
in piazza Fontana, provocando la morte riuscita, oltre che a diffondere una lingua nazionale, a
di diciassette persone ed il ferimento di creare una certa attenzione verso i simboli nazionali,
altre ottantotto. Per la sua gravità e almeno in occasione di mondiali di calcio, olimpiadi e
rilevanza politica, tale strage ha fenomeni analoghi.
assunto un rilievo storico primario
In quegli anni si stava anche formando una crescita
culturale, molto spesso egemonizzata dalla sinistra, con
effetti favorevoli in occasione delle consultazioni
elettorali.

La continua crescita del Partito Comunista Italiano


sicuramente non era vista di buon occhio negli USA, che valutarono il passaggio a forme
d'intervento più incisive, rispetto al precedente finanziamento della sinistra non comunista.
Il 1969 fu un anno ancora denso di contestazioni. Dopo le proteste studentesche
arrivarono le lotte dei lavoratori per i rinnovi contrattuali, con forti contrasti nei posti di
lavoro e nelle fabbriche. Era il cosiddetto "autunno caldo". Il 25 aprile avvengono due
attentati a Milano che provocano 20 feriti e il 9 agosto avvengono otto attentati in Italia con
12 feriti. Il 19 novembre, durante una manifestazione a Milano dell'Unione Comunisti
Italiani (marxisti-leninisti) muore l'agente di polizia Antonio Annarumma, colpito da un tubo
d'acciaio lanciato dai manifestanti,
mentre si trovava alla guida di un
fuoristrada; il tubo gli entrò in un
occhio trapassandogli il cranio, morì
quasi subito; oramai privo di
guidatore, il veicolo si scontrò
con un altro mezzo della polizia. Il 12
dicembre avvengono in Italia nell'arco di
53 minuti 5 attentati. Il più grave è la
strage di piazza Fontana: a Milano una
bomba esplosa nella sede della Banca
Nazionale dell'Agricoltura
provoca sedici morti e ottantotto feriti.
Cominciavano gli anni di
piombo.
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Gli opposti estremisti

Le stragi contribuiscono a far precipitare il clima già agitato. Se già c'erano turbolenze,
manifestazioni di piazza che degeneravano in guerriglia urbana, attentati di vario genere, il
livello dello scontro si alza quando delle stragi vengono accusate persone innocenti come
Pietro Valpreda, che talora paiono scelti come capri espiatori. Si parla di strage di Stato e
negli ambienti più estremi si passa alla clandestinità e alla lotta armata. Nascono a sinistra
organizzazioni come i Gruppi d'Azione Partigiana (GAP), Nuclei Armati Proletari (NAP),
Prima Linea (PL), i Comitati Comunisti Rivoluzionari (Co.Co.Ri), i Proletari Armati per il
Comunismo (PAC), le Brigate Rosse (BR); a destra i Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR),
Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione, Avanguardia Nazionale.

Si genera un clima di insicurezza e pericolo. Non sono compiuti solo attentati clamorosi: si
verifica uno stillicidio continuo di attentati contro obiettivi minimi, singoli cittadini, agenti
dell'ordine, fattorini di banca, in esecuzione di disegni talvolta tuttora ignoti e misteriosi.
Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentano mascherati e spesso armati
di spranghe, chiavi inglesi (la famosa "Hazet 36", lunga 40-45 cm), talvolta di bombe
incendiarie, talaltra di pistole - le famose Walther P38. Ad ogni nuovo violento fatto di
cronaca l'opinione pubblica, sempre più disorientata, si chiede: "a chi giova?"

In questa logica una fetta crescente


dei cittadini, non solo appartenente
all'elettorato tradizionalmente
conservatore, si prepara,
rassegnata, ad accettare una
risposta di tipo "militare" da parte
dello Stato, e a giustificare
l'adozione di provvedimenti restrittivi
della libertà individuale.

Le leggi speciali

I partiti di governo - la Democrazia Cristiana, il Partito Socialdemocratico, il Partito


Repubblicano, il Partito Liberale e il Partito Socialista -, rafforzati dal sostegno del Partito
Comunista, trovarono l'intesa politica per elaborare una serie di leggi per far fronte alla
situazione di crisi che il paese stava vivendo. La cosiddetta emergenza terrorismo provoca
una involuzione poliziesca dello Stato italiano, con una diminuzione delle libertà
costituzionali ed un ampliamento della discrezionalità delle forze di polizia.

 Emblematica è in questo senso la legge Reale (n. 152 del 22/5/1975), che
autorizzava la polizia a sparare nei casi in cui ne ravvisasse necessità operativa.
La legge in questione suscitò molte polemiche e fu sottoposta a referendum, attuato
l'11 giugno 1978, da cui risultò il favore dell'opinione pubblica per questa legge: il
76,5% votò per il mantenimento e il 23,5% per l'abrogazione.

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 Nel 1978 seguirà l'istituzione di corpi speciali con finalità antiterrorismo: il GIS
(Gruppo Intervento Speciale) dei Carabinieri ed il NOCS (Nucleo Operativo
Centrale di Sicurezza) della Polizia.

 Nel 1980 viene emanata la cosiddetta "legge Cossiga" (legge n.15 del 6 febbraio) la
quale prevede condanne sostanziali per chi venga giudicato colpevole di
"terrorismo" ed estende ulteriormente i poteri della polizia, a suo tempo alcuni ne
contestarono l'incostituzionalità, di fronte alla Corte Costituzionale, che tuttavia
respinse queste accuse.
Anche questa legge fu sottoposta a referendum popolare, tenuto il 17 maggio 1981,
da cui risultò il favore dell'opinione pubblica per questa legge: l'85,1% votò per il
mantenimento e il 14,9% per l'abrogazione.

Il 1977

L'anno della svolta violenta, quello che caratterizza il periodo, è probabilmente il 1977.

L'11 marzo di quell’anno, durante scontri a Bologna lo studente Pier Francesco Lorusso,
simpatizzante di Lotta Continua, cadde colpito a morte da un proiettile. Alle successive
proteste degli studenti il ministro degli interni Francesco Cossiga rispose inviando mezzi
cingolati nel centro di Bologna. Nel successivo settembre venne arrestato il carabiniere
Massimo Tramontani, accusato di aver esploso il colpo mortale, successivamente
prosciolto in istruttoria per mancanza di prove. Il provvedimento destò perplessità e rabbia
in parte dell'opinione pubblica di estrema sinistra, nell'immaginario della quale permaneva
- e tuttora permane - l'identificazione della morte di Lorusso con un co lpo sparato alla
schiena (l'autopsia accertò invece che era stato colpito al petto).

Il 22 marzo a Roma muore, ucciso dai NAP, tentando di arrestare una ricercata, l'agente di
Polizia Claudio Graziosi.

Il 21 aprile 1977 a Roma, nel corso degli eventi che seguirono lo sgombero dell'università,
militanti dell'area dell'autonomia spararono contro le forze dell'ordine. L'allievo sottufficiale
di Polizia Settimio Passamonti, raggiunto da due colpi, cadde ucciso. L'agente Antonio
Merenda, altri due agenti e un carabiniere furono feriti, ma si salvarono. Rimase ferita
anche Patrizia Bermier, giornalista.

Il 28 aprile 1977 a Torino fu ucciso l'avvocato Fulvio Croce, presidente dell'Ordine degli
avvocati di Torino, nel tentativo di far saltare il processo ad alcuni terroristi.

Il 12 maggio 1977 a Roma, in Piazza Navona, durante una manifestazione caratterizzata


da duri scontri con le forze dell'ordine venne uccisa la studentessa Giorgiana Masi, feriti
Elena Ascione e il carabiniere Francesco Ruggiero.

Il 14 maggio 1977 a Milano, nel corso di una manifestazione, alcuni manifestanti dell'area
dell'autonomia estrassero le pistole, presero la
mira e aprirono il fuoco contro la polizia,
uccidendo l'agente di Polizia Antonio Custra.
Un fotografo riprese la scena di un dimostrante

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LA STRAGE DI BOLOGNA
che a mani giunte punta la pistola contro la polizia e
spara. È il tempo delle P38.
Fu uno degli atti terroristici più gravi
avvenuti in Italia nel secondo Il 3 ottobre 1977 morì a Torino Roberto Crescenzio,
dopoguerra, verificatosi sabato 2 rimasto gravemente ustionato a causa di una Molotov
agosto 1980.Alle 10.25, nella sala lanciata due giorniprima nel locale dove si trovava come
d'aspetto di 2° Classe della Stazione di cliente.
Bologna Centrale, un ordigno a tempo,
contenuto in una valigia abbandonata,
esplode uccidendo ottantacinque
Gli anni successivi
persone e ferendone oltre
duecento.Per Bologna e per l'Italia è
L'inizio dell'anno 1978 fu segnato da un avvenimento
stata una drammatica presa di che provocò nelle file della destra eversiva una reazione
coscienza della recrudescenza del che avrebbe avuto ripercussioni sensibili anche nei
terrorismo. successivi anni: la Strage di Acca Larentia. La sera del
7 gennaio, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta,
giovani missini della sezione Acca Larentia nel quartiere
Tuscolano a Roma, furono uccisi a colpi di mitraglietta Skorpion sparati da un gruppo
armato successivamente rivendicatosi come Nuclei armati per il Contropotere territoriale.
La sera stessa, in seguito agli scontri con le forze dell'ordine, anche un terzo giovane
attivista del Fronte della Gioventù, Stefano Recchioni, fu ucciso da un colpo di pistola
sparato ad altezza d'uomo dal Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori. Questo fatto
segnò l'inizio di un'offensiva del terrorismo nero (protagonista principale il gruppo armato
dei NAR) non solo contro le forze antifasciste ma anche contro lo Stato, considerato
corresponsabile di quel fatto di sangue. L'anno con più vittime fu il 1980 in cui perirono
125 persone.

Il sequestro Moro

Uno degli episodi più drammatici di quegli anni fu il 16 marzo 1978 la Strage di via Fani,
con lo sterminio della scorta e il sequestro e il successivo assassinio di Aldo Moro
consumato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse. Nelle narrazioni ufficiali degli
avvenimenti sono rimasti diversi punti oscuri, e nel
tempo è stato confermato che l'organizzazione
terroristica fosse stata più volte infiltrata dai servizi
segreti occidentali. In seguito all'omicidio, il 10
maggio 1978, l'allora Ministro dell'Interno Francesco
Cossiga si dimise. Il generale dei Carabinieri Carlo
Alberto Dalla Chiesa fu incaricato il 10 agosto
successivo (con decreto dell'allora Presidente del
Consiglio dei Ministri Andreotti) di coordinare la lotta
contro il terrorismo. Dalla Chiesa impiegò tecniche
innovative nelle indagini sul terrorismo ed ottenne
notevoli risultati. Nel 1982 fu inviato in Sicilia come prefetto per la lotta alla mafia ma, privo
delle risorse e del sostegno politico del quale aveva goduto nel precedente incarico, fu

21
totalmente lasciato solo e cadde assassinato dalla mafia a Palermo, assieme alla giovane
moglie, il 3 settembre 1982.

La fine di un ciclo

Lentamente verso il finire del decennio gli episodi di violenza scemarono. In particolare
crollò il sostegno alle Brigate Rosse dopo l'assassinio dell'operaio Guido Rossa nel 1979.
Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a distribuire materiale di propaganda
delle Br. Un ciclo degli anni di piombo stava terminando, l'opinione che la lotta armata
potesse portare al cambiamento dell'assetto costituzionale dello Stato stava cessando.

Un’occasione mancata

Non pochi scrittori e opinionisti ritengono gli anni '70 in Italia un'occasione mancata. Essi
ritengono che, a seguito dello sviluppo economico e culturale degli anni '60, i tempi
avrebbero potuto essere maturi per affrontare in maniera incisiva i problemi storici, tra i
quali lo squilibrio strutturale tra nord e sud del Paese che fu spesso chiamato questione
meridionale e lo strapotere della criminalità organizzata, ma anche per stabilire
un'economia industriale moderna e ben regolamentata.Tali problemi storici italiani,
insieme a numerosi altri, rimasero invece irrisolti

22
CHARLES BUKOWSKI
Forse un genio, forse un barbone.

Biografia

Gli anni giovanili

Il suo nome di battesimo è Heinrich Karl


Bukowski. Sua madre, Katharina Fett, una
tedesca, incontrò suo padre, Henry Charles
Bukowski, un soldato americano, dopo la fine
della prima guerra mondiale. Ma l'economia
tedesca era al collasso, a causa della guerra
persa, e così la famiglia si trasferì negli Stati
Uniti nel 1923, stabilendosi a Baltimora, nel
Maryland. Per suonare più americani, i genitori
cominciarono a chiamarlo Henry. Dopo aver
risparmiato un po', la famiglia si trasferì nella
periferia di Los Angeles (California) nel 1930, dove viveva la famiglia del padre.Durante la
sua infanzia, suo padre fu spesso disoccupato (erano gli anni della Grande Depressione)
e, secondo Bukowski, molto violento. Fu anche soggetto alla discriminazione dei figli dei
vicini, che lo prendevano in giro per il forte accento e i vestiti tedeschi da femminucce che i
suoi genitori insistevano indossasse. Durante l'infanzia soffrì di timidezza e solitudine, in
seguito aggravate da un caso grave di acne.A 13-14 anni bevve per la prima volta il vino,
grazie al suo amico William “Baldy” Mullinax, figlio di un chirurgo alcolizzato. “Questo mi
aiuterà per tanto tempo”, scrisse in seguito, descrivendo l'inizio del suo amore a vita con
l'alcol.Dopo essersi diplomato alla Los Angeles High School, frequentò il L. A. City College
(università) per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Mentre studiava
là, si associò brevemente con un gruppo di nazisti, il German-American Bund, che prese
poi in giro in “Ham on Rye” (Panino al Prosciutto”. Per un po' frequentò anche l'estrema
sinistra (vedi il racconto “Politics”, tratto dalla raccolta “South of No North” A Sud di nessun
Nord -). “Al L.A. City College, poco prima che cominciasse la seconda guerra mondiale, mi
atteggiavo a nazista. Distinguevo a fatica Hitler da Ercole e non poteva importarmene di

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meno. Era soltanto lo stare seduti a lezione e sentire tutte le prediche patriottiche su come
dovremmo andar lì e fare del nostro meglio, mi vennero a noia. Decisi di diventare
l'opposizione. Non mi prendevo il tempo neppure per informarmi su Adolf, semplicemente
sputavo qualsiasi cosa che pensavo fosse malvagia o bestiale.” Il 22 luglio 1944, con la
seconda guerra mondiale che ancora infuriava, fu arrestato dagli agenti dell'FBI a
Filadelfia, Pennsylvania (dove viveva in quel periodo), con l'accusa di renitenza alla leva e
fu tenuto per 17 giorni in prigione. 16 giorni dopo non superò un esame fisico-psicologico e
fu dichiarato non adatto al servizio militare.

A 24 anni (1944), il racconto “Aftermath of a Lenghthy Rejection Ship” fu pubblicato sulla


rivista Story. Due anni dopo, un altro racconto, “20 Tanks From Kasseldown” uscì su una
raccolta di Portfolio III. Non riusciendo però a sfondare nel mondo letterario, Bukowski si
rassegnò e smise di scrivere per un decennio, un periodo che lui ha chiamato “una
sbronza di dieci anni”.Questi “anni buttati” formarono però le basi di tutto quello che
scrisse in seguito, che è largamente autobiografico, sebbene la verità dei suoi resoconti
sia stata frequentemente messa in discussione (lui stesso ammette di mescolare realtà e
immaginazione).Durante una parte di questo periodo continuò a vivere a Los Angeles, ma
vagabondò anche per tutti gli USA, lavorando sporadicamente e vivendo in pensioni
economiche. Nei primi anni '50 ottenne un lavoro (a Los Angeles) come postino, per le
poste degli Stati Uniti, ma si dimise dopo meno di tre anni.Nel 1955, fu ospedalizzato per
un'ulcera perforante che gli fu quasi fatale. Quando lasciò l'ospedale, cominciò a scrivere
poesie. Nel 1957 decise di sposare una poetessa di una città della provincia texana,
Barbara Frye, senza averla mai vista, ma divorziarono nel 1959. Barbara dirigeva la rivista
Harlequin, sulla quale erano state pubblicate delle poesie di Bukowski. Lei disse che la
loro separazione non ebbe niente a che fare con la letteratura, però lei dubitò spesso della
sua abilità di poeta. In seguito al divorzio, Bukowski ricominciò a bere e a scrivere poesie.

Gli anni '60

Nel 1960 era ritornato all'ufficio postale a Los Angeles, dove continuò a lavorare come
impiegato archivista per oltre dieci anni. Nel 1962 fu traumatizzato dalla morte di Jane
Cooney Baker. Lei era il suo primo vero amore. Bukowski sfogò il suo lutto e la sua
devastazione in una potente serie di poesie e racconti che piangevano la sua morte. Jane
è considerata il più grande amore della sua vita e la più importante tra le Muse che
ispirarono la sua scrittura.

Nel 1964 Frances Smith, la sua nuova


convivente, partorì l'unica figlia di
Bukowski, Marina Louise. Lui però
screditava Frances con frasi pesanti: hippy
dai capelli bianchi (white-haired hippy),
lavoro malfatto (shack-job) e vecchia
sdentata (old snaggle-tooth).

Jon e Louise Webb, adesso riconosciuti


come giganti del movimento della piccola
editoria del dopoguerra, pubblicavano
“The Outsider literary magazine”. Sotto il
marchio Loujon Press, fecero uscire “It
Catches My Heart In Its Hands (1963)” e
“Crucifix in a Deathhand (1965)”.
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All'inizio del 1967, cominciò a scrivere “Notes of A Dirty Old Man” (Taccuino di un vecchio
sporcaccione), pubblicandolo a puntate sull'Open City di Los Angeles, un giornale
underground. Quando fu chiuso nel 1969, i racconti continuarono a uscire sul Los Angeles
Free Press, e sul NOLA Express di New Orleans, Louisiana. Sempre nel 1969 lo stesso
Bukowski si dedicò ad una propria rivista letteraria, ma senza successo.

Gli anni Black Sparrow

Nel 1969 accettò un'offerta dall'editore della Black Sparrow, John Martin: 100 $ al mese a
vita! Decise perciò di lasciare il lavoro alle poste per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.
Aveva 49 anni. Come spiegò in una lettera di quel periodo: “Avevo solo due alternative –
restare all'ufficio postale e impazzire... o andarmene e giocare a fare lo scrittore e morire
di fame. Decisi di morire di fame.” Meno di un mese dopo finì il suo primo romanzo
autobiografico, Post Office, che lo rese celebre. Come forma di rispetto per la fiducia in
uno scrittore relativamente sconosciuto, Bukowski pubblicò quasi tutti i suoi lavori
successivi con la Black Sparrow.

Grazie alla fama crescente cominciò a imbarcarsi in una


serie di storie di una notte e di relazioni. Quelle più
importanti furono con Linda King, poetessa e scultrice,
Liza Willams, manager degli studi di registrazione, e
“Tammie”, madre single dai capelli rossi. Tutte queste
storie fornirono materiale per i suoi racconti e le poesie.
Un'altra importante relazione fu con “Tanya”, descritta in
Donne (Women) come un'amica di penna.

Nel 1976 incontrò Linda Lee Beighle, proprietaria di un


ristorante di cibo salutare, aspirante attrice e devota di
Meher Baba, leader di una setta indiana. Due anni dopo
si trasferì dalla zona dell'Est Hollywood, dove aveva
vissuto per la maggior parte della vita, alla comunità
rurale di San Pedro, il distretto più a sud di Los Angeles.
Linda lo seguì e vissero insieme a intermittenza per più
di due anni, perché lui a volte si stancava della relazione
e la metteva alla porta. Dopo una serie di scioperi della
fame e preghiere disperate ci ripensò e la riprese con
sé. Linda è chiamata Sara nei romanzi “Donne” e
“Hollywood! Hollywood!” (Hollywood). Bukowski,
scrivendo di lei, dice che gli ha regalato altri dieci anni di vita (perché l'ha obbligato a bere
un po' meno e solo vino). In seguito furono sposati da Manly Palmer Hall, autore e mistico
canadese, nel 1985 (quindi Bukowski aveva 65 anni).

Morte

Morì di leucemia fulminante il 9 marzo 1994, a San Pedro, poco dopo aver completato il
suo ultimo romanzo, “Pulp”. I funerali furono officiati da monaci buddisti. Un resoconto
della cerimonia può essere trovato nel libro di Gerald Locklin, “Charles Bukowski: A Sure
Bet.”

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La sua lapide recita: “Don't Try” (Non provare), una frase che usa in una delle sue poesie,
consigliando gli aspiranti scrittori e poeti riguardo l'ispirazione e la creatività. Bukowski
spiega la frase in una lettera del 1963: “”Qualcuno in uno di questi posti... mi chiese: Cosa
fai? Come scrivi, come crei?” Non lo fai, gli dissi. Non provi. E' molto importante: non
provare, né per le Cadillac, né per la creazione o per l'immortalità. Aspetti, e se non
succede niente, aspetti ancora un po'. E' come un insetto in cima al muro. Aspetti che
venga verso di te. Quando si avvicina abbastanza, lo raggiungi,lo schiacci e lo uccidi. O se
ti piace il suo aspetto ne fai un animale domestico.”

Esempi: Qui riporto due poesie tratte dalla raccolta


“Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore”.
Questo libro comprende la prima parte di "Open All
Night", una voluminosa antologia di poesie scritte fra
gli anni Settanta e Novanta, che Bukowski lasciò al
suo editore storico, la Black Sparrow Press, affinché
fossero pubblicate dopo la sua morte. È in gran parte
una galleria di ritratti e di ricordi. Vecchi amici di
gioventù, compagni di sbronze e compagne di letto,
capiufficio e habitué dell'ippodromo, poeti vanesi e
prostitute orgogliose, tratteggiati con uno sguardo
acuto in cui si mescolano l'affetto, il rancore e l'ironia,
vanno a comporre un universo poetico e umano fatto
di romanticismo sporco, di lucido disincanto ma anche,
in fondo, di incrollabile speranza.

UN CAVALLO DA 340 DOLLARI E UNA dato 35 a 1, e io puntai un deca su di lui.


PUTTANA DA CENTO. il guidatore lo spinse al largo
Non vi venga l' idea che io sono un poeta; mi lo portò allo steccato dove sarebbe stato solo
trovate anche se doveva fare il quadruplo di strada,
mezzo sbronzo all' ippodromo ogni giorno e fu così che fece
a puntare su quarter, trottatori e purosangue, tutta la gara contro lo steccato
ma fatevelo dire, là ci sono delle donne correndo per due miglia anziché una
che seguono i quattrini, e qualche volta e vinse come se avesse il diavolo alle calcagna
quando guardi queste puttane queste puttane da e non era nemmeno stanco,
cento dollari e la bionda più grossa di tutte
qualche volta ti domandi se la natura non ha tutta culo e tette, praticamente nient'altro
scherzato venne con me a riscuotere.
a regalare tanto petto e tanto culo e la maniera
in cui sta tutto insieme, tu guardi e guardi e quella notte non riuscii a distruggerla
e guardi e non ci credi; ci sono le donne qualsiasi anche se le molle sprizzavano scintille
e poi c'è qualcos'altro che ti fa venir voglia che rimbalzavano sui muri.
di sfondare quadri e spaccare dischi di Beethoven più tardi là seduta in sottoveste
bevendo Old Grandad
sul coperchio del cesso; in ogni modo, la stagione disse
come mai un tipo come te
si trascinava e i pezzi grossi restavano in bolletta, vive in una stamberga come questa?
tutti i non professionisti, i produttori, gli operatori, e io dissi
gli spacciatori di marijuana, i pellicciai, gli stessi sono un poeta
proprietari, e 'sto giorno correva Saint Louis:
un cavallo che rompeva quando l' arrivo era e lei buttò indietro la testa e rise.
serrato
correva a testa bassa, era brutto e cattivo
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tu? tu... un poeta? e se ho avuto fortuna è
perché ho tirato bene
proprio così, dissi, proprio così. i dadi:
ho fatto la fame per l'arte, ho fatto la fame per
riuscire a guadagnare 5 dannati minuti, 5 ore,
ma mi piaceva ancora, sì, mi piaceva,
5 giorni -
e tante grazie a un brutto cavallo
volevo soltanto buttare giù qualche
che ha scritto questa poesia.
frase,
il successo, il denaro non importavano:
io volevo scrivere
e loro volevano che stessi alla pressa meccanica,
LA MORTE SI FUMA I MIEI SIGARI in fabbrica alla catena di montaggio
Sai com'è: sono qui ubriaco ancora volevano che facessi il fattorino in un
una volta grande magazzino.
e ascolto Chajkovskij be', dice la morte, passandomi accanto,
alla radio. ti prenderò comunque,
Gesù, lo sentivo 47 anni non importa quello che sei stato:
fa scrittore, tassista, pappone, macellaio,
quando ero uno scrittore morto di fame paracadutista acrobatico, io ti
ed eccolo qui prenderò...
di nuovo okay, baby, le dico io.
ora io sono uno scrittore con un po' adesso ci beviamo qualcosa insieme
di successo mentre l'una di notte diventano
e la morte va le 2
su e giù e lei solo sa
per questa stanza quando verrà il
e si fuma i miei sigari momento, ma oggi sono
beve qualche sorso del mio riuscito a fregarla: mi sono preso
vino altri 5 dannati minuti
mentre il vecchio Pietro continua a darci dentro e molto di
con la sua "Patetica", più.
ho fatto un bel pezzo di strada

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Bibliografia:

TITOLO: Fondamenti di psicologia


AUTORE: Edward Smith, Daryl J. Bem, Susan Nolen-Hoeksema
CASA EDITRICE: Zanichelli

TITOLO: Elementi di sociologia


AUTORE: Ian Robertson
CASA EDITRICE: Zanichelli

Sitografia:

www.wikipedia.com

www.annidipiombo.it

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