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TEMA TIPOLOGIA C:

Dante, nel terzo canto del suo capolavoro, la Divina Commedia, dopo aver
varcato la porta dell’inferno ha la possibilità di osservare la punizione che
viene inferta alle anime degli ignavi, cioè coloro che in vita non si sono mai
schierati né dalla parte del bene né da quella del male. Il celebre poeta nutre
nei confronti delle anime che abitano nell’Antinferno un profondo disprezzo,
tanto che non concede loro molto spazio nella narrazione: viene, infatti,
descritta la loro pena, ma non vi è alcun incontro significante tra Dante e
alcuna di queste anime. Il poeta prova questo sentimento verso gli ignavi
poiché questi, non prendendo mai posizione, sono venuti meno a una
prerogativa morale che riguarda non solo la sfera teologica, ma anche quella
politico-sociale.
Ciò che ci fa comprendere il pensiero dantesco in merito a questi individui,
oltre al minor numero di versi che viene loro dedicato, è il fatto che queste
anime, non avendo ottenuto né meriti né demeriti e non avendo commesso
peccato, non sono puniti dal punto di vista religioso, ma Dante decide
comunque di infliggere loro una punizione nell’Antinferno.
Al giorno d’oggi ci sono molte persone che Dante definirebbe ignave: è
sufficiente pensare al mondo della politica per comprendere che molti adulti,
al posto che prendere una posizione, preferiscono lasciare che le decisioni
vengano prese dagli altri. La possibilità di scegliere, secondo me, non è solo
un diritto ma è anche un dovere: le decisioni che vengono prese per uno
Stato intero, per esempio, non possono essere frutto delle idee di alcuni, ma
di tutti. Concordo, pertanto, con ciò che Dante pensa a proposito di questi
individui e non li considero, quindi, senza peccato. Pensando, ad esempio,
all’Olocausto si comprende come sia impossibile credere all’innocenza di chi
non ha preso una posizione, di chi, pur non avendo preso parte alla strage,
sapendo, non ha denunciato ciò che stava accadendo o non ha tentato di
salvare quelle vittime. Allo stesso modo oggigiorno, pur essendoci diverse
situazioni critiche nel mondo, la maggioranza delle persone non riesce più a
comprendere quali sono gli obiettivi per i quali vale la pena battersi e, di
conseguenza, cede all’egoismo e si cercano dei compromessi rendendo
fertile il terreno per l’ignavia.
L'indifferenza e la paura di vivere hanno sempre fatto parte della vita
dell'uomo, ma questo non vuol dire che non sia possibile evitare di essere
ignavi: a volte è sufficiente iniziare da piccole scelte quotidiane, come non
rimanere in silenzio di fronte a un’ingiustizia, per scuotere le basi dell’ignavia.

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