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Ludwig van Beethoven nasce a Bonn nel mese di dicembre del 1770 (non è
possibile documentare con certezza la sua esatta data di nascita, che rimane
convenzionalmente accettata al 16 dicembre del 1770) in una famiglia di
musicisti.
Il padre, tenore nella cappella di corte, gli impartisce le prime lezioni di
pianoforte e violino e il giovane Beethoven dimostra da subito singolari
attitudini musicali.
Nel 1787, durante una breve visita a Vienna, Beethoven conosce Mozart:
questi dopo averlo sentito suonare gli predice un brillante futuro
Nel 1792 si trasferisce a Vienna, dove prende lezioni da Franz Joseph Haydn.
Viene bene accolto nei palazzi dell’aristocrazia ed è molto apprezzato come
pianista e come compositore. Beethoven è capace di suonare sia in modo
elegante e raffinato sia in modo vigoroso e irruente.
Si dedica soprattutto al pianoforte, strumento fondamentale per la sua
maturazione artistica e sul quale sperimenta soluzioni innovative che
applicherà in seguito nelle composizioni per orchestra sinfonica.
Il destino che lo condanna alla sordità mette a dura prova il suo carattere, che
ne esce rafforzato e ancora più determinato nella volontà di comporre. Nel
1802, in una lettera-testamento destinata a essere letta dopo la sua morte,
descrive con parole commoventi la sua sofferenza, ma manifesta anche la
volontà di combattere il destino avverso, sperando di trovare «almeno un
giorno di pura gioia».
Questa concezione eroica della vita si ritrova anche nella musica di Beethoven,
soprattutto nelle sinfonie. Gli studiosi parlano, a proposito della musica
composta in questo periodo, di «stile eroico».
Ormai completamente sordo, Beethoven vive in solitudine gli ultimi anni della
sua vita, dedicandosi alla composizione dei suoi ultimi quartetti per archi che,
come le ultime sonate per pianoforte, sono scritti per un pubblico di intenditori.
Ludwig van Beethoven muore a Vienna il 26 marzo 1827. I funerali si svolgono
tre giorni dopo, il 29. Quel giorno le scuole vengono chiuse in segno di lutto e
20.000 persone accompagnano al cimitero la salma, che viene seppellita con
tutti gli onori.
Le 9 sinfonie di Beethoven
Ludwig van Beethoven fu tra i compositori che tra la fine del’700 e la prima metà dell’800,
per la sua inventiva, stravolse quelli che fino all’epoca furono le strutture formali musicali.
Fu grazie a lui che proprio in quegli anni si ebbe l’affermazione della “forma sonata”, nella
struttura che oggi conosciamo.
Ma non solo, la sua instancabile penna ci ha lasciato opere immortali come le Nove
Sinfonie, che segnarono l’inizio di un periodo beethoveniano ben preciso (gli inizi dell’800),
e più precisamente dal 1799 al 1824, che coincide con l’inizio della sordità del compositore
e con la presa di coscienza dei problemi ad essa correlati. Sono gli anni in cui Beethoven
passa dalle crisi di sconforto all’ottimismo, che andrà via via sublimato in amore ideale per
l’intera umanità.
Questo periodo della sua vita fu molto fecondo per la composizione che, tralasciata la
carriera pianistica per la sordità, nacquero oltre alle Sinfonie, gli ultimi tre concerti per
pianoforte e orchestra, memorabili sonate per pianoforte, i due maggiori Trii per archi e tre
quartetti per archi ( la Tripartita op.59).
Le sinfonie
Sotto l’aspetto tecnico Beethoven usa organici orchestrali poco numerosi, sobri e non
particolarmente variegati, malgrado i potenti effetti che essi misteriosamente producono.
La Prima Sinfonia in do maggiore op. 21 è un bell’esempio di classicismo viennese, ma
nuovo è lo scherzoso inizio del primo tempo, che lascia incerta la tonalità, e quello del
Finale, che lascia incerti il tempo e il ritmo.
La Seconda Sinfonia in re maggiore op. 36 (1803) è una partitura vivace, piena di
rievocazioni di marce e fanfare militari, in cui l’uso delle modulazioni si fa audace.
La Terza è in mi bemolle maggiore op. 55 «Eroica» (1805), originariamente fu intitolata
“Sinfonia a Bonaparte”, in omaggio a Napoleone Bonaparte, il console francese che aveva
iniziato a riformare radicalmente l’Europa dopo aver condotto campagne militari in tutto il
continente. Nel 1804 Napoleone si incoronò imperatore, una mossa che fece arrabbiare
molto Beethoven. La storia ci narra che il compositore strappò il frontespizio e in seguito
ribattezzò la sinfonia con il nome “Eroica”, perché si rifiutò di dedicare uno dei suoi pezzi
all’uomo che ora considerava un “tiranno”. Tuttavia, permise comunque che sul
manoscritto pubblicato ci fosse l’iscrizione “composta per celebrare il ricordo di un grande
uomo“, nonostante poi abbia dedicato il lavoro a Lobkowitz, uno dei mecenati di Ludwig
van Beethoven. Ciò ha portato sin da allora storici e biografi a speculare sui sentimenti di
Beethoven verso Napoleone
manoscritto Sinfonia di L.v.Beethoven
Per il messaggio di profonda umanità e di speranza che reca, l’Inno alla gioia è stato
scelto come inno ufficiale dell’Europa.
TRADUZIONE IN ITALIANO