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LA SESTA SINFONIA

Sinfonia in Fa, op. 68, Pastorale


Beethoven e la natura
• Amore di Beethoven per la natura (infanzia e giovinezza)

• Lettere a Wegeler (1801) e a Teresa Malfatti (1810)

• Natura non magica, svelatrice, ma civile, abitata e modificata


dall’uomo > formazione illuministica di Beethoven

• Natura ha anche una connotazione trascendentale, sacra, religiosa >


“mondo di sogno”, natura come strumento di guarigione

• Campagna = luogo per ascoltare voci che rinviano a realtà più sacre e
intense > lo sfondo “sacrale/religioso” fornisce il «sentimento» alla
Sesta sinfonia, rendendola diversa da tutte le altre composizioni
“pastorali”
Musica a programma e
natura: la Sesta sinfonia
• La Sesta – composta insieme alla Quinta – non è un
“passo indietro” > Beethoven proietta sulla natura la
grande energia creativa investita nella Quinta => aperta
d’orizzonte verso una natura priva della mentalità
conflittuale della Quinta > natura dove vivere in pace

• Con i sottotitoli scelti Beethoven innesta in modo


inequivocabile la sua Sesta sinfonia nel genere della
musica a programma => musica composta con l’intento di
rappresentare con i suoni qualcosa di esterno a essi,
oggettivato in un programma [esperienza della vita di
campagna e delle emozioni ch’essa suscita in Beethoven]
La Sesta: titoli programmatici
1. Risveglio di gioiosi sentimenti all’arrivo in campagna

2. Scena al ruscello

3. Allegra riunione di contadini

4. Temporale

5. Canto pastorale. Sentimenti di gioia e di


riconoscenza dopo il temporale
La Sesta: titoli programmatici
1. Risveglio di gioiosi sentimenti all’arrivo in campagna > cosa si
prova arrivando tra boschi e corsi d’acqua

2. Scena al ruscello > come scorrono i ruscelli e come cantano gli uccelli

3. Allegra riunione di contadini > come i contadini si divertono a stare


insieme, ballando e festeggiando

4. Temporale > come i giorni di feste possono essere rovinati da un


temporale

5. Canto pastorale. Sentimenti di gioia e di riconoscenza dopo il


temporale > come i contadini ringraziano Dio per il ritorno alla
tranquilla vita quotidiana dopo la tempesta
Il pastorale a fine Settecento
• Sinfonia Pittura musicale della Natura (Speyer, Renania 1784) di
Justin Heinrich Knecht (1752-1817) – Cinque movimenti con
programma:

1. Natura sotto il sole con venticelli, ruscelletti e uccelli


2. Nuvole scure, tuoni lontani
3. Culmine della tempesta
4. La tempesta si ritira
5. Canto di ringraziamento della Natura per il ritorno del bel tempo

• L’elemento pastorale è molto ricorrente nei programmi del


Settecento: Vivaldi, Dittersdorf, Leopold Mozart, Haydn, Rosetti,
Stamitz, Anton e Paul Wranitscky > 27 composizioni con programmi
“pastorali” nel tardo Settecento
Le idee di Beethoven sulla
musica a programma
• La musica può imitare i suoni della natura, fin dal Medioevo | tardo
Settecento = dibattito estetico => musica a programma = perdita
dell’autonomia del linguaggio musicale (classicismo)

• Il sottotitolo della Sesta: «più espressione del sentimento che pittura» >
Beethoven vicino alle teorie di Johann Georg Sulzer: la natura può essere
imitata con i suoi ma «queste pitture sono contrarie al vero spirito della
musica, che non dovrebbe dare concetto di cose inanimate, ma esprimere
sentimenti dell’animo»

• Due recenti capolavori > i due grandi oratori di Haydn: La Creazione


(1799) e Le Stagioni (1801) > popolarissimi a Vienna e coronamento del
lavoro di Haydn (maestro di Beethoven) => i due oratori dimostrano che
i soggetti di pittura sonora possono integrarsi con musica del massimo
livello
Le idee di Beethoven sulla
musica a programma
Beethoven disprezza la coeva musica a programma > spinge «troppo in là» il
descrittivismo

• «Si deve lasciare che sia l’ascoltatore a capire le situazioni»


• «Se ci si spinge troppo in là qualsiasi atto di pittura sonora, nella musica
strumentale, perde la sua efficacia»
• «Anche senza descrizione l’insieme sarà comprensibile, poiché c’è più sentimento
che pittura sonora»
• «Sinfonia pastorella. Chiunque abbia un’idea della vita in campagna può
immaginare per conto proprio che cosa il compositore abbia in mente senza bisogno
di troppi titoli»
• «‘Sinfonia caracteristica ovvero ricordi della vita in campagna’ – o ‘Un ricordo
della vita in campagna’»

Beethoven è scettico sulla musica a programma (Vittoria di Wellington, 1813 > ricerca
fama anche a livello popolare) | Beethoven si considera artista con una missione >
ambizione di mantenere obiettivi estetici concentrati sulle più alte conquiste
La Sesta sinfonia
• Nella Pastorale conta di più il sentimento, ma c’è anche
“pittura” sonora (didascalie) | il programma non vincola
l’invenzione musicale (libera) ma stimola una componente
importante dell’opera

• Due momenti esplicitamente imitativi nella sinfonia:


• il dialogo degli uccelli (fine II movimento)
• il vento (IV movimento)

• Il programma si trasfigura in specificità puramente


musicali
La Sesta sinfonia
• Continua dilatazione metrica = allungamento delle linee
melodiche e dei campi armonici, con note tenute,
cadenze reiterate, ripetizioni di frammenti per intere
battute => uno dei caratteri principali della Sesta sinfonia
=> tempo dilatato (in opposizione alla Quinta)

• Timbro | il suono => altra particolarità della Sesta


Suono mite | Corni come sfondo armonico | trombe,
tromboni e timpani assenti nei primi due movimenti |
timpani e ottavino nella Tempesta
Impasti timbrici nuovi
La recezione
• Donald Francis Tovey (formalista): «non una sola battuta della Pastorale
sarebbe stata diversa se il suo “programma” non fosse mai stato
concepito»
> nega la necessità/utilità di un programma per la musica strumentale > è
concessione al pubblico

• Se Beethoven non avesse pensato all’idea di una sinfonia pastorale non


avrebbe prodotto quest’opera > ha sempre inteso scrivere un lavoro con
questo programma [Tovey reagiva a una critica che esaltava
descrittivismo e musica a programma]

• Sintesi di Richard Will > più adatta per comprendere l’opera:


«la Pastorale vive in due mondi distinti, quello della sinfonia e quello
della sinfonia a programma così com’era praticata non da Berlioz e Liszt,
ma dai contemporanei di Beethoven e dai suoi predecessori»
La Sesta sinfonia
• Beethoven concepisce la sinfonia secondo entrambe le visioni:

• intende scrivere una sinfonia di tradizione “pastorale” con gli artifici


descrittivi tradizionali, in modo che gli ascoltatori si divertissero a
riconoscerli > imitazioni naturali all’interno del tessuto compositivo
• intende scrivere un lavoro di livello espressivo/formale così
compiuto da collocarsi affianco alle sue conquiste sinfoniche (dalla
Terza in poi) conferendo alla Sesta un carattere fortemente
individuale (la dimensione timbrica dovuta all’elemento
“pastorale”) come già la Terza, la Quarta e la Quinta

• Le due dimensioni hanno peso e percepibilità diversi in base ai


momenti > ma questo dualismo scorre per tutta la sinfonia ed è uno dei
suoi caratteri più distintivi
Composizione e contesto
• 1804 (come la Quinta): primi due abbozzi:
• Trio dello Scherzo = la «contraddanza» dei contadini;
• idea per la Scena al ruscello (II mvt.) con frase «più grande il ruscello, più profondo il
suono» > idea la struttura del movimento > correlazione fra immagine del ruscello che
diviene fiume e le forze strumentali che sviluppano la forma

• 1807: Compone e completa la sinfonia (a Heiligenstadt)

• Giugno 1808: Beethoven offre a Breitkopf quattro opere (le due sinfonie, sonata per violoncello
op. 69, Messa in C op. 86)

• Settembre 1808: Girolamo Bonaparte, re di Vestfalia (Kassel) offre a Beethoven il posto di


maestro di cappella (600 ducati l’anno)

• 22 dicembre 1808: L’Accademia

• Inizio 1809: Beethoven sembra deciso ad accettare [“concerto d’addio”]


Febbraio 1809: arciduca Rodolfo (amico e allievo), principe Lobkowitz, principe Kinsky offrono
a Beethoven una grande rendita annuale a vita
I. Risveglio di gioiosi sentimenti
all’arrivo in campagna
• Tema principale si ritrova in una racconta di canti popolari croati
(1878-1881) di Kuhač
Simili temi si ritrovano in Haydn e Beethoven > possibile che alcuni
spunti popolari erano giunti a Beethoven | ma di converso, anche
possibile che temi di Haydn e Beethoven avessero raggiunto tale
popolarità a fine Ottocento da ritrovarsi in canti popolari

• L’emozione della didascalia > mitezza dell’organico, grazia e stabilità


della “quinta bucolica”

• «I motivi sono racchiusi all’interno del tema» | corale | ruolo della S ||


nessun descrittivismo musicale => ma sensazione/emozione di
felicità del trovarsi in campagna => «più espressione di sentimenti
che pittura sonora»
II. Scena al ruscello
• Cuore originario della sinfonia

• I mvt = risveglio con protagonista astratto


II mvt = “scena”, situazione “teatrale” > ritratto sonoro di paesaggio campestre al
ruscello

• Ruscello > terzine reiterate ai registri medio-gravi degli archi (flusso della corrente)
Canti di uccelli > trilli al violino primo all’inizio; tre uccelli = “cadenza di trio”

• La ricchezza del movimento (e della sinfonia) è la fusione di due diverse dimensioni


> frutto di immaginazione/descrizione/pittura sonora e al contempo forma-sonata

• Correlazione registri musicali / immagini visive => ruscello all’inizio > aumenta in
volume e si trasforma in fiume alla ripresa con tutta l’orchestra che spazia su tutti i
registri => qui lo sviluppo spettacolare degli elementi formali esprime
simbolicamente l’ampliamento del corso d’acqua > dimensioni formale, espressiva e
descrittiva si intrecciano
III-V mvt.
• III > Scherzo – Trio – Scherzo abbreviato >…
Danza e folla | Esibizione – Contraddanza – Danza della
folla > …

• IV Tempesta > non natura ostile ma fenomeno naturale


oggettivo che stupisce l’uomo

• V > Ringraziamento/corale [forma-sonata/rondò]


> pace della natura e pace dell’anima

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