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Stile: barocco
Movimenti:
1. Allemande
2. Courante
3. Sarabande
4. Bourrée anglaise
BWV 1013
Composta tra il 1717 e il 1723, questa sonata è un capolavoro assoluto del repertorio per flauto
traverso solista e rappresenta uno dei vertici dell'arte compositiva di Bach.
La sonata è composta da quattro movimenti, ognuno dei quali presenta caratteristiche distintive
sia dal punto di vista tecnico che espressivo.
Il primo movimento, l'allemanda, è una danza tedesca di origine barocca. Esso è strutturato in
una forma binaria, con sezioni A e B che si ripetono e si sviluppano in modo elaborato.
L'allemanda si caratterizza per la sua eleganza e raffinatezza. La melodia principale è dolce e
cantabile, mentre la linea di basso crea un accompagnamento armonico ricco di ornamentazioni
e di passaggi di passaggio. Bach utilizza con maestria la tecnica dell'imitazione, in cui una voce
introduce un motivo melodico che viene poi ripreso da altre voci, creando un intreccio
contrappuntistico ricco e complesso. Questo movimento richiede al flautista una padronanza
tecnica impeccabile e una sensibilità interpretativa per cogliere le sfumature espressive delle
linee melodiche e delle variazioni ornamentali.
Il secondo movimento, la corrente, è una danza vivace di origine francese. Questo movimento
è caratterizzato da un ritmo incalzante e da una scrittura virtuosistica. Bach crea una trama
musicale dinamica e ricca di energia attraverso l'uso di passaggi rapidi, arpeggi e scale
ascendenti e discendenti. La corrente richiede al flautista una notevole agilità tecnica e una
precisione ritmica impeccabile. È un movimento energico e gioioso che permette al flautista di
dimostrare la sua maestria tecnica e la sua abilità nel gestire le variazioni di dinamica e gli
accenti ritmici.
Il terzo movimento, la sarabanda, è una danza lenta e solenne di origine spagnola. Questo
movimento si distingue per la sua profondità emotiva e per la sua bellezza malinconica. La
melodia principale è caratterizzata da lunghe note sostenute, che creano un'atmosfera di serietà
e di contemplazione. La sarabanda di Bach si sviluppa attraverso l'uso di armonie ricercate e
di modulazioni cromatiche che conferiscono al movimento una profondità e un'espressività
straordinarie. La scrittura contrappuntistica di Bach si fa particolarmente evidente in questo
movimento, in cui le voci si intrecciano e si rispondono l'una all'altra in modo complesso. La
sarabanda richiede al flautista una grande sensibilità interpretativa per cogliere le sfumature
espressive e le variazioni di dinamica che rendono questo movimento così affascinante e
coinvolgente.
Il quarto movimento, la bourrée anglaise, è una danza tradizionale inglese di carattere vivace.
Questo movimento è caratterizzato da una scrittura ritmica incalzante e da un'atmosfera festosa.
La melodia principale è composta da frasi ritmiche e incisive, che si alternano con sezioni più
dolci e liriche. La bourrée offre al flautista l'opportunità di dimostrare la sua agilità tecnica
attraverso l'esecuzione di passaggi rapidi e virtuosistici. È un movimento di grande vitalità e
gioia, che richiede al flautista una precisione ritmica impeccabile e una capacità di comunicare
l'energia contagiosa e l'entusiasmo che caratterizzano questa danza tradizionale. Nella bourre
inglese di Bwv 1013 nelle battute da 12 a 15 le note più alte formano la parola Bach però
secondo alcuni, siccome le note formano la parola Bach; tuttavia, è probabilmente solo una
coincidenza però questo famoso motivo pare in maniera molto simile anche nella giga della
sesta suite inglese di Bwv 811 e nel primo movimento Batt. 25 e 26 nella sonata in la minore
per flauto di C. Philippe E. Bach.
La caratteristica di Bach in generale è che, come in tante altre sue opere Bach,chiede molto allo
strumentista però mai niente di impossibile, infatti,fatti, i problemi di respirazione di ampi
arpeggi non possono essere spiegati affermando che Bach non aveva esperienza con il flauto
traverso; la scrittura di Bach per il flauto non è cambiata con il tempo, lui pone sempre gli stessi
problemi di respirazione in molte parti obbligate delle cantate per esempio.
Questo stile flautistico che era caratterizzato da lunghe frasi senza respirazione e con molti
arpeggi è influenzato fortemente dal violino.
La differenza del trattamento del flauto non deve essere cercata tra Bach e altri compositori ma
bensì tra lo stile tedesco e quello francese che quest’ultimo è per noi più famigliare negli anni
intorno al 1720 anche con lo stile italianizzante di Handel , Telemann e quanz. La scrittura
flautista qui era di natura notevolmente più vocale e prestava più attenzione alle possibilità del
flauto traverso per cui apparentamente Bach non vedeva la ragione di adattare la sua scrittura
a questi stili eccetto in alcuni lavori che riflettono particolarmente il suo gusto moderno come
la sonata in mi maggiore BWV 1035 che non presenta difficoltà tipiche della sonata in la
minore.
Sonata per flauto e pianoforte
Autore: Poulenc, Francis
Poulenc, Francis
Nasce a Parigi il 7 gennaio 1899. Fu precocemente attratto dalla musica, tanto da comporre a
sette anni i primi piccoli pezzi, avviato allo studio del pianoforte dalla madre (a partire dal
1904). A otto anni cominciò a studiare pianoforte, Mademoiselle Boutet de Monvel, una nipote
di César Franck.
L'11 dicembre del 1917 fece la prima esecuzione assoluta dell’opera “rapsodie nègre” per
baritono, quartetto d’archi, flauto, clarinetto e pianoforte.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Poulenc era ancora troppo giovane per essere
chiamato alle armi. Venne arruolato nel gennaio 1918, dove rimase fino al luglio dello stesso
anno. Ad ottobre venne inviato vicino Chalons sur Marne e in seguito assegnato ad un incarico
impiegatizio presso il Ministero dell'aviazione a Parigi. Prima di venire smobilitato, nell'ottobre
1921, passò diversi giorni in carcere per aver prolungato senza permesso la libera uscita
concessa dall'esercito. Non smise comunque di scrivere e, già nel 1918, vennero pubblicate
dalla Chester edizione di Londra le sue prime composizioni, grazie all'aiuto dell'amico Igor'
Fëdorovič Stravinskij. Durante la sua permanenza nell'esercito scrisse diverse opere poi andate
perse o distrutte: una "Sonata per violino e pianoforte" (non l'omonima del 1942), una "Sonata
per violino, violoncello e pianoforte" e un preludio per sole percussioni intitolato "Les
Jongleurs" ("I giocolieri").
Fu membro del Gruppo dei Sei, ovvero un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi
attorno al 1920 del quale fecero parte i compositori francesi Dariusz Milhaud, Arthur
Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey.
Nato in Francia nel primo dopoguerra, la musica oggettiva di questo circolo costituì una
reazione alle tendenze dominanti dell'impressionismo di Claude Debussy e del wagnerismo,
aggiungendovi uno spirito nazionalista che tendeva alla rifondazione della musica nazionale.
Questi sei compositori e musicisti furono attivi a Parigi all'epoca ma erano provenienti dai più
disparati contesti musicali ed hanno poi rivoluzionato il corso della musica occidentale.
Nella primavera del 1919 scrisse una delle sue tuttora più conosciute composizioni, Le
Bestiaire su testi di Apollinaire, eseguita per la prima volta nel giugno di quell'anno, in una
serata di beneficenza per la vedova del poeta, recentemente scomparso a causa dell'influenza
spagnola.
Dopo l'esperienza del balletto scritto insieme ai Sei "Les Mariés de la Tour Eiffel", Poulenc, a
partire dal 1921 cominciò a studiare composizione con Charles Koechlin, non avendo potuto
approfittare degli insegnamenti di Paul Vidal e del grande Maurice Ravel. Con Koechlin, di
cui frequentò le lezioni fino al 1924, raffinò la sua tecnica compositiva soprattutto attraverso
lo studio delle opere di Johann Sebastian Bach.
Poulenc, alla fine del 1923 portò a termine la composizione del suo primo balletto, "Les
Biches" commissionato da Sergej Djagilev per i suoi Balletti russi, che ottenne un enorme
successo alla sua prima esecuzione a Montecarlo, il 6 gennaio 1924.
Successivamente gli anni '30 furono per Poulenc di grande successo: nel 1933 compose il
"Sestetto" e nel 1935 cominciò ad eseguire lui stesso le proprie composizioni. In quello stesso
anno conobbe Pierre Bernac, il baritono per il quale compose circa 90 canzoni e con il quale
eseguì concerti in tutto il mondo.
In un periodo in cui era ancora alle prese con la composizione del "Concerto per organo,
orchestra e timpani", commissionatogli nel 1934 dalla principessa de Polignac, interruppe quel
grandioso lavoro per dedicarsi alla spiritualità riversata in musica. Gli apici del suo pensiero
cristiano vennero raggiunti però negli anni '50, con la creazione del "Gloria", della "Messa in
Sol minore" e dello Stabat Mater (scritto nel 1951 dopo la perdita del caro amico Christian
Bérard, a cui è dedicato).
Nel 1949 cominciò a scrivere il suo "Concerto per pianoforte e orchestra" che verrà eseguito
per la prima volta dalla Boston Symphony Orchestra, nel gennaio 1950. Fra il 1953 e il 1956
scrisse "I dialoghi delle carmelitane" su commissione dell'editore italiano Ricordi, da un testo
di Georges Bernanos. Nel 1957 presso il Teatro alla Scala di Milano si tenne la prima de "I
dialoghi delle carmelitane", seguito, a distanza di tre mesi, dalla prima francese. Fu un enorme
successo, accompagnato dalle grandi emozioni regalate anche dalla "Sonata per flauto e
pianoforte" eseguita per la prima volta nello stesso anno da Jean-Pierre Rampal e Poulenc
stesso, e dall'ultima opera lirica del nostro compositore, "La voce umana" (1959) su testo di
Jean Cocteau.
Il suo ultimo concerto si tenne il 26 gennaio 1963 nei Paesi Bassi, a Maastricht, insieme alla
Duval. 4 giorni dopo, il 30 gennaio un infarto letale lo colse a casa, in Rue de Médicis n°5, a
Parigi.
Poulenc fa ampio uso di accordi di settima e di nona, che conferiscono una sonorità moderna e
sperimentale. Questi accordi dissonanti sono spesso risolti in accordi consonanti, creando una
dinamica di tensione e risoluzione. Questo contrasto armonico crea un senso di energia e di
vitalità nella musica.
Un altro elemento armonico prominente nel movimento è l'uso frequente di accordi di
dominante e di sottodominante. Questi accordi creano un senso di movimento e di instabilità
armonica, spingendo la musica in direzioni diverse. Poulenc sfrutta queste progressioni
armoniche per creare un senso di anticipazione e di suspense nel brano.
Il fraseggio nel terzo movimento è caratterizzato da una vivace interazione tra il flauto e il
pianoforte. Il flauto presenta un tema principale giocoso e incisivo, eseguito con abilità tecnica
e virtuosismo. Il pianoforte, d'altra parte, fornisce un accompagnamento ritmico e armonico
vivace, supportando il flauto e creando un'intensa interazione tra i due strumenti. Il dialogo tra
il flauto e il pianoforte crea una dinamica vivace e un senso di conversazione musicale che
cattura l'attenzione dell'ascoltatore.
Poulenc utilizza pause, accenti, rallentamenti e accelerazioni per creare una dinamica
espressiva nel fraseggio. Queste variazioni contribuiscono all'interpretazione individuale del
brano da parte degli esecutori e aggiungono una dimensione personale all'interpretazione della
musica.
Anche questo terzo movimento può essere suddiviso in due sezioni A e B che si alternano
seguendo lo schema ABA.
La sezione A (battute 1-64), che è il primo scherzo, presenta il tema principale del movimento.
È caratterizzato da un ritmo vivace e giocoso, con un carattere incisivo e allegro. Il tema viene
presentato dal flauto e accompagnato dal pianoforte, creando un dialogo energico tra i due
strumenti. Questa sezione si sviluppa attraverso variazioni melodiche e ritmiche del tema
principale, che aggiungono varietà e interesse al brano. La sezione A termina con una
conclusione che crea un senso di chiusura e prepara l'ascoltatore per la sezione successiva.
La sezione B (battute 65-112), conosciuta anche come trio, è posizionata al centro del
movimento. Questa sezione offre un contrasto rispetto alla vivacità della sezione A. Qui, il
flauto esegue una melodia più dolce e cantabile, mentre il pianoforte fornisce un
accompagnamento delicato e armonico. La sezione B crea un momento di calma e di
riflessione, offrendo una pausa dalla vivacità del resto del movimento.
Dopo la sezione B, viene ripresa la sezione A (battute 113-160), riprendendo il tema principale
e ripetendo la struttura della sezione iniziale. Questa ripresa della sezione A crea un senso di
coesione e di ritorno alla vivacità iniziale del movimento. Poulenc può apportare alcune
modifiche o variazioni al tema principale nella ripresa, aggiungendo ulteriori sviluppi e varietà
al brano. Infine, il movimento termina con una conclusione energica che porta il brano a una
chiusura definitiva.
Coda e conclusione (battute 161-176): Il movimento si conclude con una coda che porta il
brano a una chiusura definitiva. Questa parte finale è caratterizzata da una serie di accordi e di
figurazioni che creano una sensazione di energia e di conclusione.
In conclusione, il terzo movimento, "Presto giocoso", della Sonata per flauto e pianoforte di
Poulenc è un esempio magistrale del suo stile compositivo eclettico. Con l'uso audace
dell'armonia dissonante, il fraseggio dinamico e l'attenzione ai dettagli timbrici, Poulenc crea
un'opera che cattura l'immaginazione dell'ascoltatore e offre un'esperienza musicale
coinvolgente e stimolante. La sua abilità nel bilanciare elementi tradizionali e moderni rende
questa composizione un contributo significativo al repertorio per flauto e pianoforte.